Fletch (1985) Un colpo da prima pagina

All’incirca trent’anni fa io e i miei genitori vedevamo in TV questo film: ok, non è proprio sicuro sicuro, molto più probabilmente l’abbiamo visto in VHS un po’ prima, ma mi serviva un modo di giustificare questa recensione.

Dopo Avventure di un uomo invisibile (1992) finalmente Chevy Chase è stato accompagnato all’uscita del cinema: sei simpatico e tutto quanto, ma mo’ c’hai rotto…
Quel film ha dimostrato che neanche uno come John Carpenter sapeva più contenere un attore che in realtà non era mai stato contenibile, e finalmente si è chiusa un’èra: per tutti gli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta Chevy Chase ha dominato incontrastato il cinema comico solo grazie ad un fraintendimento. Credeva di far ridere, e non era vero.

Ci vuole arte a fare il comico senza far ridere

Io lo chiamo “Effetto Lo Gatto”, dal commissario omonimo: quando tutti si convincono che qualcosa è divertente, e ripetono che quella cosa è divertente, e tutti i critici dicono che è divertente e dovunque trovi scritto che è divertente e chiunque nel mondo dice che è divertente… cominci a chiederti: oh, ma fossi l’unico stronzo che non lo trova divertente? Allora pure io lo trovo divertente.
In realtà Chevy Chase è stato anche divertente, negli anni Settanta in TV: nessuno l’ha visto, quindi possiamo crederci. I suoi sketch al “Saturday Night Live” sono divertentissimi: voi li avete visti? Io sì: non sono affatto divertenti, ma tutti dicono di sì quindi tocca dire che sono divertenti.
Poi è cominciata una lunga carriera nel cinema comico e posso testimoniare come tutti negli anni Ottanta considerassero divertente Chevy Chase: non lo era, ma si diceva quindi ne eravamo tutti convinti. Anche noi, io e i miei genitori, quando tutti contenti affittavamo i suoi film in videoteca o li registravamo quando li trasmettevano in TV: mai, neanche per sbaglio, neanche involontariamente, abbiamo riso ad una delle miliardi di battutine che Chase faceva e il doppiaggio italiano cambiava. Eppure lo consideravamo divertente.

Ma… ce l’hai con me?

Con questo non voglio dire che non sia stato un attore comico, ho adorato alcuni dei suoi film e li porto ancora nel cuore, da Spie come noi (1985) a I Tre Amigos (1986), ma solo perché lì Chase non era protagonista: era spalla, ed era geniale.
È la sindrome di Peppino De Filippo: i suoi film da protagonista non se li fila nessuno, perché onestamente non sono degni del cognome che porta, ma come spalla di Totò era imbattibile. Mettete Chevy Chase accanto a Dan Aykroyd, Steve Martin o chiunque altro, e vi farà ridere come pochi. Lasciatelo allo stato brado e farò solo tanta tristezza.

Storia di un film atteso per dieci anni

Il “Daily Variety” del 26 novembre 1974 annuncia che la Columbia Pictures distribuirà un film scritto da un noto romanziere del momento, Gregory McDonald, ma è solo l’inizio di una lunga agonia per una pellicola che ogni anno viene annunciata in produzione e poi slitta, e addirittura nel 1976 “Hollywood Reporter” ci dice che i diritti sono stati venduti ad altri, di stanza a Parigi.
Mentre McDonald comincia a sfornare romanzi con le avventure del suo personaggio fisso, il giornalista I.M. “Fletch” Fletcher (ne scriverà nove in totale, fino al 1986), il film che avrebbe dovuto scrivere lui stesso rimane sospeso nel limbo. Il 25 giugno 1980 “Variety” lo dà per riesumato e fornisce addirittura due nomi di attori protagonisti presi in considerazione: uno è Treat Williams, fresco del successo di Hair (1979), e l’altro è il fratello del noto produttore Peter Douglas, un certo Michael. Michael Douglas. Potrebbe anche diventare famoso…
Svanito di nuovo, il progetto lo ritroviamo grazie a “Daily Variety” il 17 gennaio 1983, e stavolta l’attore protagonista scelto dalla Universal (subentrata alle altre case) è un giovane comico televisivo: Chevy Chase.

Finalmente iniziano le riprese di Fletch in California e dopo tutto questo tempo… non ti vanno a sbagliare data? Si parte infatti il 29 maggio 1984, cioè in mezzo a ingenti lavori cittadini per ospitare il mese successivo le Olimpiadi di Los Angeles 1984: oh, dopo dieci anni non potevate aspettare un paio di mesi?
Comunque McDonald non è più alla sceneggiatura, ora c’è Andrew Bergman, che nel curriculum ha Mezzogiorno e mezzo di fuoco (1974) e Una strana coppia di suoceri (1979): poteva andare peggio. Ma l’idea iniziale rimane, e il film è tratto da Giovedì mi ucciderai (Fletch, 1974), prima avventura del personaggio, arrivata in Italia come numero 1417 della storica collana “Il Giallo Mondadori” (28 marzo 1976).

Presentato in patria il 31 maggio 1985, “Hollywood Reporter” ci dice che è stato proiettato in 1.225 sale con un incasso di 7 milioni di dollari: ne è costati 8, non è un buon inizio, ma alla fine, nel 1988, ne avrà incassati 24, quindi nel suo piccolo è un successo.
Intanto il 21 agosto 1985 il film finisce davanti alla commissione censura italiana, che concede il visto immediatamente, il 23 agosto successivo: per me non lo hanno neanche visto…

Il 3 settembre successivo la pellicola viene proiettata al Festival di Venezia, nella sezione “Venezia Giovani”, e il critico del quotidiano “La Stampa” non si lascia conquistare dal protagonista:

«Chavy Chase, giovane comico anche televisivo molto popolare negli Stati Uniti che ha la prontezza di Pippo Baudo e una faccia a uovo molto somigliante a quella del ministro Signorile.»

Ma che paragoni sono? Comunque «il tipo di umorismo è melenso, volgaruccio e il film modesto». Ecco, qui siamo più d’accordo.
Esce nelle sale italiane il 5 dicembre 1985 con il titolo Fletch: un colpo da prima pagina e viene disperatamente presentato come commedia «pazzamente divertente».
Esce in VHS CIC Video nel 1987 e domenica 5 febbraio 1989 viene trasmesso in seconda serata su Italia1.
Chiude la fila il DVD Universal 2004 che ho trovato tempo fa su bancarella e da cui arrivano queste schermate.

Un ruolo dimenticabile, ma una maglia memorabile

«Mi chiamo Orazio Fletcher. Faccio il cronista d’assalto per un giornale di Los Angeles: avrete visto le mie cronachette firmate Camilla. Be’, sempre meglio che Orazio.»

Già dalla prima frase del film è chiaro che il doppiaggio italiano ha preso possesso del campo, così Irwin diventa Orazio e Jane Doe (nome-simbolo di una donna anonima) diventa Camilla. Quante altre cose saranno state cambiate? Un mare, com’era usanza dell’epoca – tipo Woody Allen che è stato completamente costruito in Italia – ma non ho alcuna voglia di “indagare”: il film non lo merita.

Il tipico riccone che ti paga per ucciderlo

Il giornalista Irwin “Fletch” Fletcher (Chevy Chase) si finge sbandato e drogato da spiaggia per fare uno scoop sullo spaccio di droga locale, ma qualcuno lo scambia davvero per poco di buono: il riccone Alan Stanwyk (Tim Matheson), che lo assume per ucciderlo. Ha un cancro all’ultimo stadio e se è vittima d’omicidio la sua famiglia potrà riscuotere una ricca assicurazione.
Fletch, che sente puzza di bruciato, inizia ad indagare sul conto del riccone e scopre un sacco di altarini che lo porteranno a sventare un piano criminale con alti papaveri coinvolti. Tutto qua.

Ah, le mitiche redazioni giornalistiche anni Ottanta…

Oh, ma tu, ragazza… sai che somigli un botto a Geena Davis?

Michael Ritchie è il regista di molte commedie dell’epoca, è un onesto artigiano che secondo me ha dato il meglio a fine carriera con il delizioso La notte dell’imbroglio (1992).
La regia è esattamente identica a qualsiasi altro prodotto cine-televisivo dell’epoca, avrebbero potuto inserire scene da altri film e non se ne sarebbe accorto nessuno, perché tanto non conta nulla: c’è solo Chevy Chase in ogni singolo fotogramma che fa battute. Che non fanno ridere.

«Fletch è come me, per questo è facile da interpretare» racconterà Chase nel 1988 in un’intervista a “Playboy” citata nella sua biografia I’m Chevy Chase… and you’re not (2007) scritta da Rena Fruchter. «C’è un certo rapporto intimo fra me e Fletch. Il modo in cui tratta le persone, il modo in cui parla, il modo in cui reagisce, non è molto diverso da come mi comporto io.»
Ad essere proprio onesti, non è molto diverso da come Chase interpreta ogni suo film: non è un attore, è un comico, quindi non recita un personaggio, lo è.

Non ricordavo un solo fotogramma di Fletch, e potrebbe dipendere dal fatto che non l’ho più rivisto dopo quella volta trent’anni fa, ma non è così: non c’è assolutamente niente da ricordare di questo film, perché non fa niente per essere ricordato.
È un gialletto dozzinale in cui è stata inserita a forza una dose letale di comicità che non fa ridere, con il divo comico del momento che non fa nulla per dimostrare la sua nomea. Ripeto, Chase regala oro quando fa da spalla o comunque è co-protagonista insieme a qualcun altro (di solito più bravo di lui), come quando in TV faceva Spock nelle parodie SNL di “Star Trek” con Belushi e Aykroyd: qui è protagonista assoluto di ogni inquadratura e non avendo una mazza da dire o da fare il film è di una noia mortale.

Mi sorge un sospetto: che Chevy sia un fan del basket?

Di una cosa però non si può accusare Chevy: di non amare il basket. Che all’epoca il doppiaggio italiano chiamava ancora “pallacanestro”.
Come si vede nelle immagini che ho utilizzato, Chevy fa in modo che nessuno spettatore possa pensare per un attimo che lui non sia un fan sfegatato e totale dei Lakers, tanto da indossare la maglia 32 di Magic Johnson (stando Wikipedia) e chiamando a fare un cameo Kareem Abdul-Jabbar, e già questo sono mille punti al film. Che così finisce la partita con soli mille punti…

Che ne pensi del nuovo acquisto, Fletch?

Che è il migliore di tutti!

Non so nulla di basket ma sarei curioso di sapere qualche aneddoto della Stagione 1984-1985, che è iniziata proprio in concomitanza con le riprese losangeline del film: spero che nel caso Cassidy ci illuminerà…

Ehi tu, comparsa a destra: portami a Bel Air!

In conclusione, non è affatto un film di cui festeggiare qualsiasi anniversario, più che altro festeggio una grande delusione dell’epoca. Ricordo benissimo l’entusiasmo con cui in famiglia si pregustò la visione di questo film o del suo assurdo seguito (che magari presenterò la prossima volta), e la cocente delusione di assistere ad una commedia che non faceva ridere neanche per sbaglio.
Preferisco il Chevy che copiava i compiti agli esami di spia

Questo è il Chevy Chase che ci piace!

L.

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26 risposte a Fletch (1985) Un colpo da prima pagina

  1. Evit ha detto:

    “Effetto Lo Gatto” 😂😂😂😂😂👏 mito!
    Proprio l’altro giorno c’era il commissario “più divertente del mondo” in TV e pensavo giusto a te e all’articolo sul Commissario Lo Gatto, ormai punto di riferimento che ha dato una chiusura su un fenomeno strano che attanaglia lo stivale italico con un bias cognitivo dove Lo Gatto è da sempre confuso con Fracchia la belva umana.
    Fletch l’ho sentito nominare ma non penso di averlo mai visto, me la sono scampata.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Negli anni Ottanta Chase era il corrispettivo di Lo Gatto, e magari in America faceva davvero ridere, ma onestamente non strappava neanche un sorriso – malgrado il doppiaggio italiano ce la mettesse tutta. Però parlo di quando era protagonista assoluto: come spalla era insuperabile! 😉

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      • Evit ha detto:

        No, no, anche loro erano vittime di bias cognitivi che gli facevano pensare che fosse divertente (non è durata tantissimo, negli anni ’90 aveva rotto anche lì) ma in realtà pensavano a film dove, come dici tu, Chase era una spalla o comunque affiancato ad altri. Il suo film più popolare in America è National Lampoon’s Christmas Vacation, qui arrivato solo in home video, ed effettivamente il migliore della serie perché nel protagonista anonimo è facile identificarsi (chi non ha avuto a che fare con parenti rompipalle a Natale?).
        Spero che altri comici veri gli abbiano detto “la mia è classe, coglionazzo! Il tuo è culo, la mia è classe, caro il mio coglionazzo”. Perché come molti attori era anche pieno di sé e sul set rompeva le palle a tutti, appena la sua fama è calata gli hanno dato un calcio in culo con una rincorsa che secondo me preparavano da almeno 10 anni

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Infatti con lo scoccare dei Novanta ha avuto una visibilità ubiqua a cui è seguita un’immediata scomparsa nel nulla: dopo il suo uomo invisibile in pratica è diventato Chase invisibile 😀
        Con la serie “Community” una decina d’anni fa è tornato agli onori delle cronache, ed in effetti il suo personaggio è splendido: fa un vecchio tronfio, pieno di sé, che fa battute a cui nessuno ride e si crede chissà chi. Sarà mica autobiografico? 😀
        Ora Netflix ha dato a lui e Richard Dreyfuss il solito “film del tramonto”, con due vecchi comici che fanno il colpo da matti e tornano in tournè a far (non) ridere…
        Ho da parte la saga di National Lampoon con Chase e prima o poi dovrò farci un ciclo. Anche lì, però, non è lui a far partire le gag, è divertente perché reagisce a situazioni create da altri, e lì è bravo. E’ quando entra in stanza e vuol fare il comico di rottura… che rompe 😛

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      • Evit ha detto:

        Infatti in quello di Natale ma anche in altri della stessa serie lui fa perfettamente l’unico personaggio che gli riesce bene, l’uomo qualunque in cui è facile identificarsi perché non ha caratteristiche proprie. Sono i personaggi di contorno a fare battute come lo zio bifolco che vive in una roulotte, il nonno rincoglionito, il fatto che non vogliano dargli un bonus che gli permetta di comprarsi la piscina e coronare il suo sogno borghese, il suo fantasticare su altre donne nonostante la moglie sia tipo una modella però sai l’uomo è uomo (e deve puzzare)… In molti versi è un personaggio tanto abietto quanto Fantozzi. Chase il suo vero passo falso l’ha fatto con Nient’altro che guai, nel quale è venuta meno l’unica cosa che ancora lo salvava che era la facile identificabilità. Anche lì interpretava se stesso quasi.

        Secondo me quello con Richard Dreyfuss gliel’hanno fatto fare a posta per vedere se esplodevano entrambi sullo stesso.

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  2. Cassidy ha detto:

    Con tutta questa pallacanestro e con Geenona Davis viene da chiedersi come mai non abbia mai visto questo film, ma mi hai già dato la risposta: Chevy Chase.
    Il post definitivo su cosa penso del “comico”, perfetto quando deve fare il personaggio un po’ stronzetto (che poi è quello che gli ha chiesto di fare anche Carpenter), ma in quel periodo i comici sapevano quando fare un passo indietro e fare da spalla, questo bisogna riconoscerlo a tutti i comici di quella generazione, Chase compreso, che ci hanno regalato grandi film proprio perché allenati da anni di sketch al “SNL”. Chase lo ricordo divertente in “National Lampoon’s Vacation” ma temo che sia L’effetto Lo Gatto, che dopo il gatto di schrödinger è la mia nuova teoria preferita! 😉

    A Los Angeles tifare per i Lakers è sempre alla moda, ma in quel periodo doveva essere proprio il massimo. Se non altro Chevy Chase ha portato bene ai suoi Lakers, che si sono ripresi il titolo in finale, battendo i rivali di sempre, i Boston Celtics di Larry Bird, che li avevano battuti l’anno precedente. Visto che hanno iniziato a girare il film a maggio del 1984, la squadra era nel pieno dei Playoffs, quindi il cammeo di Kareem (segno anche questo film tra le sue tante sortite al cinema) deve essere stato girato immagino dopo, probabilmente in estate, magari durante i giochi Olimpici.

    Ma è una mia supposizione perché nel 1984 gli americani non schieravano ancora i giocatori della NBA in nazionale (hanno iniziato solo nel 1992), quindi i Lakers erano in vacanza, anche senza Magic gli americani hanno portato a casa l’oro, merito di un ragazzo bravino che arrivava dal college e che avrebbe esordito nella NBA la stagione successiva, si chiamava Michael Jordan 😉 Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ah, sapevo che non ti avrei colto impreparato sul basket dell’epoca ^_^
      Visto che sicuramente avranno dovuto fare parecchie pause nelle riprese per i giochi olimpici – quando si dice organizzare bene il piano di lavoro! – magari si sono presentati con una cinepresa da Kareem e ci è scappata la comparsata 😉

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      • Cassidy ha detto:

        Molto probabile, da quello che vedo ha la sovra maglia, quindi mettendosi d’accordo davvero bastavano cinque minuti al palazzetto a fine partita. Interviste post partita Kareem non le ha mai gradite, ma al cinema non ha mai detto di no, nemmeno a Chevy Chase 😉 Cheers

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  3. Evit ha detto:

    Ma secondo te all’adattamento italiano hanno visto sto coso che non faceva proprio ridere ed hanno cercato di aggiungere cose loro per salvare qualcosa? Da come lo hai descritto mi sembra una vera tortura non so se ho voglia di analizzarlo. 😄

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  4. Kuku ha detto:

    Mi sa che non ho mai visto per intero un film con Chevy Chase proprio perché lui non mi è mai troppo piaciuto.
    Sto ancora ridendo per i paragoni con Pippo Baudo e Signorile che non mi ricordavo neanche chi fosse e sono dovuta andare a vedere. Dalla foto su Wiki sembra più Leslie Nielsen ma comunque questi paragoni sono davvero assurdi!! Ma come si fa a scrivere cose del genere??

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Il grande giornalismo italiano 😛
      Vedendo i film in famiglia, all’epoca spulciavamo le videoteche in cerca proprio di commedie simpatiche, e quelle con Chevy Chase sembravano perfette, salvo deluerci continuamente. Ricordo quando ci abbonammo Tele+1, intorno al 1991, comprarono diverse commedie di Chase che ci delusero: ricordo una in cui lui e la famiglia andavano in una fattoria, pompato come la commedia dell’anno, che ci mise addosso solo tanta tristezza…

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  5. Conte Gracula ha detto:

    Dovrei fare mente locale: ho visto poco con Chevy Chase e ricordo qualcosa di simpatico, ma non da spanciarsi.
    Assolutamente non ricordo nulla di lui come attore 😛
    A parte Community, lì aveva un personaggio folle (con un padre anche più folle, quella specie di colonnello Sanders col parrucchino scolpito nell’avorio).

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  6. Zio Portillo ha detto:

    Io da ragazzino avevo uno “zio” (un amico strettissimo di famiglia) che mi portava al cinema a vedere ogni cosa passando da “I due Caribinieri” a “Ghostbusters”, da “Spie come Noi” a “Scuola di Ladri”,… (cito i primi che mi vengono in mente). E mi sono pure guardato i vari “National Lampoon Vacation” (mi ricordo solo quello che vengono in Europa e quello del parco giochi chiuso). Quindi Chase, per me, è sempre stato una faccia nota.
    Però mi sa che di stronzi a non trovarlo divertente per nulla siamo almeno in due!
    Il suo modo di fare film può essere paragonato a quello di Adam Sandler? Americani pazzi per commediole banalotte che al massimo strappano un sorriso a denti stretti e noi a chiederci il perché di tale successo.

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    • Zio Portillo ha detto:

      Comunque anche noi italiani abbiamo il corrispettivo di Chase. I vari comici tv (da Zelig a Colorado) che facciano o non facciano ridere hanno tutti fatto un film passato regolarmente al cinema. Al 99% sono dei flop ma ci si prova ugualmente per provare a sfruttare l’onda del successo televisivo. Se avessimo una distribuzione come in america, il film del comico nostrano lo distribuiremmo ovunque pure noi! E nessuno riderebbe… E tra 30 anni un blogger americano scriverebbe un post simile al tuo!

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Sì, credo proprio che Chase sia come uno “zelighiano”, con la piccola differenza che il “Saturday Night Live” aveva ogni puntata gli stessi spettatori di TUTTO Zelig degli ultimi vent’anni 😀
        E i film degli zelighiani dubito fortemente siano usciti fuori dall’Italia, mentre gli attori del SNL sono tutti diventati star internazionali, divertenti o meno che siano. Belushi, Dan Aykroyd, Steve Martin e oceani di altri comici hanno avuto l’intelligenza di non portare gli skech al cinema ma di cercare uno stile cinematografico, da tenere sempre separato da quello televisivo. A volte è andata bene altre un po’ meno, ma limitarsi a ripetere sketch – come fanno di solito gli zelighiani – non porta di sicuro da nessuna parte.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Il Sandler degli ultimi tempi è solo un uomo triste, diciamo che è più il Sandler degli esordi.
      Oltre a fare l’americano medio, principalmente Chevy voleva portare al cinema la comicità televisiva, e tutti quelli che ci hanno provato – più bravi di lui – hanno fallito.
      Diciamo che non ha lasciato chissà che “vuoto” nella commedia americana 😛

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      • Giuseppe ha detto:

        Beh, di sicuro almeno riguardo a Fletch un vuoto l’ha lasciato. Nella mia memoria, almeno, visto che tutto quello che mi è rimasto di questo film sono lampi isolati della sua poco spumeggiante presenza e quella di Geena Davis (su Tim Matheson buio totale, se non me l’avessi testé ricordato nel post) 😀 Non credo di averlo più rivisto dopo la mia prima e unica visione, e tanto meno devo essermelo riandato a cercare perché, ahimè, Chevy mi è sempre sembrato poco convincente nella parte del mattatore assoluto (al contrario di quando fa -e sa farlo bene- da spalla)…

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