Quando trovi su Amazon a prezzo stracciato tre DVD tedeschi che recuperano tre film marziali d’annata con Daniel Bernhardt, attore svizzero che purtroppo non ha avuto la considerazione che meritava, non puoi far altro che comprarli a scatola chiusa: della serie “Sta’ zitto e prendi i miei soldi!”
Non ho trovato alcuna traccia di distribuzione italiana di Black Sea Raid (noto anche come Special Forces), uscito in home video all’incirca nel maggio 2000: non escludo che sia passato su qualche canale locale chissà con quale strano titolo italiano.
Rick Halsey (Daniel Bernhardt nostro, gagliardo e tosto), è un agente della CIA di quelli che risolvono la situazione con calci, pugni e pistolettate, ma sa usare anche la testa: nel senso che prende a capocciate i nemici!
Quando i russi cattivi prendono in ostaggio un pullman con dentro una donna – tipica azione russa, nell’immaginario action americano – lui si finge giornalista della CNN, entra e fa fuori tutti con una mano sola. La prossima volta che un russo vi rapisce su un pullman, pensate al nostro Halsey.
Un altro cattivo russo ha rapito la scienziata Natalya (Marina Mogilevskaya) perché le serve per far partire il “missilone”, o qualche altra stupida trovata che non ho capito: ciò che conta è che servirebbe una missione segreta, non ufficiale, con qualcuno che vada a liberare la donna e neutralizzi la minaccia.
Mi pare ovvio che tocchi al nostro Halsey, che per l’occasione va in giro a radunare un gruppo di prodi guerrieri pronti all’impresa. Se poi hanno la faccia da pesci lessi è meglio.
È un momento topico molto importante quello in cui il protagonista di un film d’azione (che sia marziale, di guerra o di altro genere) comincia a radunare gli altri eroi della missione, di solito impegnati in cose strane: lui arriva, guarda con un sorriso la stupidaggine che l’eroe di turno sta compiendo, lo ingaggia e si passa al prossimo. Da I sette samurai (1954) a I 7 senza gloria (1969), la formula funziona… soprattutto se il numero di eroi è sette!
Purtroppo questo momento canonico è un po’ annacquato, sia perché ci si ferma a quattro sia perché si sono scelti solo ed esclusivamente attori anonimi impegnati in cose troppo stupide: tutta la sequenza è così orripilante che si spera passi in fretta, quando di solito è uno dei momenti migliori di un film corale.
Essendo volti ignoti al cinema – e giustamente, aggiungerei – non mi sbatto a cercar di capire chi siano gli altri tre membri del gruppo, tanto la loro anonimità è seconda solo alla loro incapacità attoriale. Addirittura Bernhardt è l’attore migliore del cast, il che è tutto dire!
Entrati illegalmente in Russia o zona limitrofa inizia la missione. Non siamo alla Millennium Films, di cui si vuole palesemente rifare lo stile, ci sono un paio di spicci per qualche stuntman e qualche carro armato ma entrambi di seconda scelta, quindi lo spettacolo è di ben basso livello.
Però ci sono parecchie scene di combattimento e se non altro gli anonimi attorini sono ottimi atleti: quei quattro salti (in padella) che vengono richiesti loro alla fine li sanno fare.
Il regista nonché sceneggiatore ungherese Jenö Hodi ha il cuore marziale al posto giusto ma il risultato finale è davvero di grana grossa: troppo grezzo anche solo per del sano divertimento di genere.
Alla fine la missione in Russia, tutta di notte, è così poco interessante che si va avanti veloce in attesa di qualche scontro marziale: lo segnerei fra i titoli davvero minori di Bernhardt.
Non ci rimane che attendere il terzo gustoso episodio di questa rassegna tedesca sull’attore marziale.
L.
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Noto che la locandina col nostro di spalle è un marchio di fabbrica! Prima le katane, ora il mitra. Al prossimo capitolo che c’è? Una sacca da palestra?
Ma scusa, negli anni 2000 ancora ai russi toccava fare i cattivi? Non era già il turno degli islamici o dei nord coreani? Manco i soldi per le comparse esotiche c’hanno sti qua!
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Agli occhi della pancia dell’America, i russi funzionano sempre 😀
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A giudicare dalla trama e dalle foto, avrebbero potuto intitolarlo anche “Elite Fighter 2: Se non alzi la gambetta, meni sono a metà”. L’idea di rifare “I sette samurai meno tre samurai” è un po’ a tirar via, però almeno ora so cosa fare quando sul bus la mattina salgono i russi cattivi. Chi non ha mai diviso un mezzo pubblico con dei russi cattivi? 😉 Cheers
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ahaha portati sempre appresso una finta telecamera così puoi spacciarti per reporter CNN 😀
Daniel ha le gambe giuste e i combattimenti ci sono e sono divertenti, ma davvero è un prodotto troppo rozzo per essere apprezzabile, sebbene noi fan marziali siamo di bocca buonissima 😛
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Ci può andare bene pure un film recitato coi piedi, se i piedi sono quelli di Daniel 😛
Questo “Black Sea Raid” temo che non sia mai passato da noi, nemmeno con un titolo diverso…
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Forse le case produttrici del film, invisibili ad occhio nudo, non hanno trovato un distributore italiano, e sì che le notre TV non sono certo schizzinose!
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A me comunque quando vedo Daniel di scioglie sempre il cuore anche se trattasi di titolo minore come dici te. Poi il regista ungherese aggiunge un inusitato romanticismo Z!!! ❤❤❤😁
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Daniel poi all’epoca aveva ancora addosso l’aura di Van Damme-clone che ci ha fatto battere il cuore ^_^
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