National Lampoon 4 (1997) Vegas Vacation

Lo so, vi aspettavate tutti il terzo film del “National Lampoon’s”, quello natalizio del 1989 che chiude gli anni Ottanta delle Vacation di Chevy Chase, ma visto che non mi piace essere scontato, visto che è il film meglio distribuito della saga quindi è arci-noto a tutti e visto infine che non ho assolutamente nulla da dire – per due volte, negli anni, ho provato a recensirlo ma mi lascia solo tanto vuoto nel cuore – preferisco semmai lasciarlo per gli speciali natalizi del Zinefilo.
Invece salutiamo l’astro caduto di Chase con un film che quasi dieci anni dopo segna il ritorno di Griswold e della sua famiglia, probabilmente nel disperato tentativo di racimolare qualche spicciolo come comico (ormai più che decaduto).
Il risultato è di una tristezza che spezza il cuore, e si chiama Vegas Vacation.

Un titolo buttato via, come l’intero film

Non c’è prova di una sua distribuzione nelle sale italiane: l’unica sua traccia di uscita nel nostro Paese è un passaggio su Tele+Bianco domenica 14 marzo 1999, in seconda serata, con il titolo Las Vegas. In vacanza al casinò.
Riappare su Italia1 lunedì 4 novembre 2002, alle 9,30 di mattina, con un titolo sballato – Las Vegas. Una casa al casinò: una “casa”? – e il 2 aprile 2003, sempre su Italia1 alle 9,30, il titolo viene sistemato in Las Vegas. In vacanza al casinò. Tre passaggi televisivi, tre titoli diversi, dopo di che il giusto oblio.

Guidare è il momento giusto per organizzare le vacanze

Con una assurda ed immotivata spesa di 25 milioni di dollari la Warner Bros fa solo finta di fare un omaggio ai suoi personaggi vacanzieri per eccellenza, che molti anni prima sbancarono i botteghini senza mai più ripetere quel successo. In realtà l’operazione è palesemente un’altra: la marchetta più plateale.
Se il primo Vacation (1983) era una tagliente satira della società americana degli anni Ottanta, e il secondo solo un montarozzo fumante di luoghi comuni puzzolenti, questo quarto è un’associazione a delinquere: l’industria dell’entertainment richiama tutti i giocatori compulsivi, i sognatori e cittadini tutti ad andare a Las Vegas a buttar via i soldi, che la Macchina del Divertimento ha bisogno di sangue sempre fresco.

L’immotivato entusiasmo di andare a Las Vegas

Scoperto un additivo che permette agli alimenti di conservarsi per tempi lunghissimi, Clark Griswold (Chevy Chase) riceve un premio a lavoro e decide di partire per la Mecca del Divertimento nel deserto: è il momento di raccogliere tutta la sua “banda”. A cominciare da sua moglie Ellen, di nuovo Beverly D’Angelo.
Malgrado siano passati 14 anni, i figli sono sempre giovanissimi, qui con i volti di Marisol Nichols ed Ethan Embry.

La contentezza di partire con papà Griswold

Le sit-com televisive per famiglie hanno sempre una puntata in un qualche parco divertimenti, ma storicamente Vegas è la tappa preferita. Il mio primo ricordo del “Vegas episode” risale alla serie che vedevo da bambino nei primi anni Ottanta, “Alice” (1976) con Linda Lavin: da allora credo che ogni singola serie che ho visto aveva almeno un episodio ambientato fra i casinò di Las Vegas.
Ecco, Vegas Vacation è uno di quegli episodi esteso a film, quindi un noiosissimo spot pubblicitario a favore del gioco compulsivo e del rovinarsi la vita al tavolo da gioco. Perché ovviamente in tutti i film e serie TV ambientate a Vegas i personaggi vincono vagonate di soldi, quindi andate a anche voi, che vincerete di sicuro…

Immancabile il ritorno della “bionda sportiva”…

… ma gli anni passano anche per lei!

In questa rimpatriata poteva mancare il Cugino Eddie di Randy Quaid? Tanto che altro ha da fare l’attore? Visto che il Nevada è famoso per gli abitanti di camper sparsi nel deserto, sembra un personaggio fatto apposta: dalla roulotte alla roulette…

Bella questa: dalla roulotte alla roulette

E che fai, non la fai una puntatina alla famosa diga dove gli Universal Soldier hanno sventato un attentato terroristico? Secondo voi, un pasticcione seriale come Clark Griswold, quanto ci mette a creare una falla nella diga?
Una scena triste e indecorosa…

Certe cose bisogna lasciarle fare agli Universal Soldier

Una serie di assurdi parrucconi fa la sfilata davanti all’obiettivo, perché Las Vegas è un tripudio di buon gusto ed eleganza. Gli autori sono incolpevoli: purtroppo sono vere star dello spettacolo quei clown che appaiono in video con ovazioni ed applausi: ma davvero da decenni c’è gente che paga per vedere quella roba? Quello che mi fa rabbia è che poi prendono in giro gli europei…

A Vegas tutti i Griswold “sbocciano”

Dietro lo spot da “Pubblicità Regresso” che spinge gli spettatori a buttar via soldi e a spacciare la stupidità come valore di vita, non c’è altro. O meglio, c’è solo roba triste: tipo un tizio che dieci anni prima era un attore quotato ed addirittura un comico, ma che nel giro di pochissimi anni non è più niente: è solo un triste Chevy Chase che fa il pasticcione come un Fantozzi qualsiasi. E come il nostro devastato personaggio, ha totalmente perso ogni forza satirica e sarcastica, non è più tagliente come anni prima: è solo triste.

L.

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20 risposte a National Lampoon 4 (1997) Vegas Vacation

  1. Cassidy ha detto:

    Si, la battuta dalla roulotte alla roulette è fantastica 😉 Non ricordo nulla di questo film, solo qualche scena a “vegas” la bionda sportiva madre di famiglia, ricordo anche poco del terzo capitolo Natalizio a dirla tutta, ma forse è meglio così, se non è il caso di scriverne allora non vale proprio niente come pellicola. Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Dopo un primo film sorprendente, è davvero caduto in basso questo ciclo…

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      • Giuseppe ha detto:

        Un ciclo che ha creduto così poco nelle proprie satiriche premesse (perché il primo film poteva essere la premessa di ben altro) tanto da cominciare a cadere già dal secondo titolo e, avendo già definitivamente calato le carte migliori prima della metà degli anni ’80, figuriamoci cosa mai avrebbe potuto sperare di recuperare nei tardi ’90… un bel cazzo di niente, appunto. E niente è esattamente quello che mi è rimasto dalla visione di Vegas Vacation (sicuramente beccato in uno dei suoi unici passaggi su Italia 1) 😦

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  2. wwayne ha detto:

    Ricordo che Beverly Hills 90210 reinterpretò in modo davvero originale il Vegas episode: in quel caso i protagonisti andarono lì non per giocare d’azzardo, ma per un matrimonio. Brenda era volata a Las Vegas in gran segreto per sposarsi con un ragazzo appena conosciuto: nonostante la sua discrezione i suoi amici la scoprirono, quindi la raggiunsero alla velocità della luce per impedirle di compiere l’insano gesto.
    P.S.: Ho recuperato in vhs un vecchio film di Stephen Baldwin, Poliziotto speciale. Ero convinto di godermi una delle solite tamarrate action a cui ci ha abituati, invece mi sono trovato di fronte ad un vero e proprio filmone. Pensa che gli ho dato addirittura 9 su imdb: non succedeva dal Dicembre 2017 (in quell’occasione il film era The Promise). Ho visto sul retro della videocassetta che il film è del ’98: probabilmente allora non era ancora diventato il biondo principe della Z. 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      All’epoca c’era ancora la serie B e la famiglia Baldwin sfornava ottimi film, come per esempio Inseeguiti (1996). Forse 9 è un po’ tantino, ma sono onesti film che sembrano capolavori in confronto alla serie Z che impera oggi 😛

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      • wwayne ha detto:

        Ho letto il tuo post su Inseguiti, e sono scoppiato a ridere quando ho scoperto che sulla videocassetta la Fox Video ha pensato bene di apporre la magniloquente scritta “Contemporary Classics”. E’ come scrivere “film da 5 stelle” sotto al faccione di Massimo Boldi.
        Riguardo ai film d’azione odierni, hai ragione nel dire che oggi la serie Z impera, al punto che si è formato perfino uno zoccolo duro di attori – icona del sottobosco action (da Stephen Baldwin a Luke Goss). Tuttavia, negli ultimi anni sono usciti anche tanti action di serie A: penso ad esempio al primo Escape Plan, e anche David Ayer ne ha sfornati più di uno. A mio giudizio questo regista è destinato a diventare un punto di riferimento per questo genere, un po’ come negli anni 70 Don Siegel era il regista di polizieschi per eccellenza. Grazie per la risposta! 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Di sicuro alcune grandi case e alcuni indipendenti hanno puntato di più su prodotti più curati, ma il problema è che seguono comunque i dettami della Z: invece di andare in altre direzioni, mostrando una qualità superiore per differenziarsi, alla fin fine – stringi stringi – sono solo prodotti di serie Z coi soldi e con vecchi attori stropicciati che sfruttano i vecchi fan. Siamo lontani dalla serie B anni Novanta, che cercava di spacciarsi per A e ne seguiva la strada…

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      • wwayne ha detto:

        Tra i vecchi attori stropicciati il mio preferito in assoluto è senza dubbio Dolph Lundgren. I suoi sono action iperbolici, dove tutto (le sparatorie, le botte, le tamarrate eccetera) è portato all’eccesso. Sono così esagerati che fanno sembrare quelli di Robert Rodriguez dei film sobri ed eleganti. Di conseguenza, le pellicole con Dolph Lundgren possono essere apprezzate soltanto dai fan più “radicali” degli action movies, quelli che vogliono sempre di più: più pallottole, più corse folli in macchina, più figa, più tutto. Dolph Lundgren lo sa, e quindi non gioca mai al risparmio: al contrario, i suoi film sono spesso un’enciclopedia delle tamarrate dalla A alla Z, e lui riesce a declinarle in forme sempre nuove, e sempre più trash. Perché anche fare film trash è un talento, e in quello non lo batte nessuno. 🙂
        Ne ricordo ad esempio uno in cui faceva non l’eroe ma il cattivo, più precisamente un pappone (A certain justice). In quel film una delle sue puttane gli offre un rapporto sessuale, e lui le risponde: “Ti ringrazio, ma preferisco le donne under 500.” “500 cosa?” “500 cazzi.” GRANDISSIMO DOLPH!!! 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        ahahah un vero signore! 😀
        Concordo assolutamente, fra i vecchi action hero che sono passati a fare film romeni Dolph è il migliore, perché se la diverte, non se la tira, sa che piace al suo pubblico così com’è, e fa sempre film divertenti. Soprattutto quando fa il tamarro. Purtroppo in Italia è distribuito malissimo, ma se ti capita “Command Performance“, dove Dolph fa il batterista di una band russa proprio mentre il concerto è preso in ostagio dai terroristi, guardalo perché è davvero una compilation di tamarragine pura! «Dying is easy. Rock and Roll is hard.» ^_^

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      • wwayne ha detto:

        Ho visto tutti i film che ha scritto, diretto e interpretato: proprio per il fatto che li ha fatti lui da capo a piedi, sono i più tamarri in assoluto. Command Performance è forse il miglior film di questo filone, perché nel finale diventa bellissimo, perfino epico. Grazie ancora per la piacevole chiacchierata! 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Grazie a te, e sempre Forza Dolph! 😛

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    • Kuku ha detto:

      Ma Brenda si doveva sposare con quel tizio con cui poi si era incacchiata perché lei nel deserto gli aveva chiuso per sbaglio le chiavi della macchina dentro la macchina? E che poi era Dean Cain?

      Allucinante la sponsorizzazione pro-gioco di questo film! Nessuno che gli ha fatto causa perché ha perso la casa perché ha giocato dopo aver visto il film con Chase?

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      • wwayne ha detto:

        Mi sa che quello era un altro ancora. Ho perso il conto dei ragazzi con cui Brenda ha flirtato per dimenticare il suo unico vero amore (Dylan). Grazie per aver letto ciò che ho scritto! 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Eh, temo che ormai il gioco sia così socialmente accettato che copra tutto, anche perché immagino che i sovvenzionamenti di Vegas al cinema siano così ingenti da rendere tutto scintillante!

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  3. Zio Portillo ha detto:

    Episodio impegnato/critico c’è, episodio a Las Vegas c’è, episodio natalizio c’è, episodio a tema Halloween… Manca! Ma diciamolo a voce bassa altrimenti lo sfornano e allungano il brodo riesumando la salma di Chase!

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  4. Conte Gracula ha detto:

    Ovviamente non l’ho visto. Fortunello!
    In compenso, mi hai ricordato di una sitcom intitolata Alice (una madre vedova va a lavorare a Phoenix, in una tavola calda): la adoravo!
    Certe scene erano epiche ^^

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Effettivamente leggendo quello che traspare e che scrivi denota una gran tristezza che è peculiarità comune dei “seguiti fuori tempo massimo” (mi viene in mente La Fortezza con Lambert anche se è ben altro genere) ma qui tale prostrazione mi pare ampliata a dismisura! 🤔

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