Verrà la fine della Cannon e avrà gli occhi di Chuck Norris: è il momento di andare tutti all’inferno!
Mentre la già disastrata saga di Hellraiser raggiunge il suo apice e il terzo delirante film conquista tutti quei fan che oggi stranamente ancora lo stimano – soprattutto quelli che non hanno visto tutti gli altri film – la morente Cannon si sente vicina all’inferno e ruba il titolo del secondo Hellraiser: Hellbound.
Vi ricordo che Willy l’Orbo ha già recensito il film.
Le biografie di Chuck Norris non parlano più di cinema superata la metà degli anni Ottanta, e da questo film le già rarissime fonti che ogni tanto si occupavano dei titoli di Norris si fermano: è ormai un attore così rarefatto, impegnato in progetti così invisibili all’occhio umano che non vale la pena neanche citarlo.
Quindi le informazioni relative alla pellicola sono davvero poche. Sappiamo che è uscito in patria il 21 gennaio 1994 e il 7 giugno successivo riceve il visto della censura italiana, con il titolo Hellbound. All’inferno e ritorno.
Nelle sale italiane ci arriva il 17 luglio 1994 e la gente non fa in tempo ad esprimere il profondo disprezzo per l’abominevole prodotto che è già scomparso. Esce in VHS Cannon nel dicembre successivo e il primo passaggio TV noto è quello in seconda serata di Italia1 del sabato 29 aprile 2000: dopo una replica del 27 aprile 2002, il film giustamente finisce nell’inferno che merita.
Come i peggiori film ha ben due edizioni DVD, che ovviamente posseggo (essendo io un collezionista folle) ma che giuro non ho cercato! Mi sono capitate per le mani: una Quadrifoglio 2001 e una Hobby&Workd 2010, presa in edicola con la collana “Chuck Norris. Il mito”. Malgrado la brutta fama della Quadrifoglio, la Hobby&Work fa prodotti decisamente peggiori.
Norris è un tipo che ama sperimentare, così per la milionesima volta fa il poliziotto dalla mano pesante, cioè lo stesso identico ruolo che fa dagli anni Ottanta a… per sempre.
Stavolta si chiama Frank Shatter e credo sia un nome scelto per come suona in italiano: Franco Sciatto, come sciatto è lui, chi l’ha scritto, chi l’ha diretto e chi l’ha recitato. Va infatti sottolineato che questo non è un film: è il supplizio destinato all’inferno nel girone dei cinefili.
Comunque il consueto fratellone Aaron Norris ha girato il mondo alla ricerca della più stupidamente ridicola spalla comica possibile, ma il problema è che gli attori neri sono tutti gagliardi e simpatici, è davvero impossibile concepire un black buddy vergognosamente diarroico. Poi il regista passa per l’Italia e scopre un fumetto in edicola, si chiama “Nick Raider” ed è un onesto fumetto giallo devastato dalla più cialtronesca spalla nera che la razza umana abbia potuto concepire, e ha l’illuminazione: a Chuck in questo film bisogna affiancare un abominio umano proprio come Nick Raider è affiancato da Marvin Brown.
Mi rifiuto di cercare il nome di quella forma di vita quasi umana che si nasconde sotto un taglio di capelli che forse nel Medioevo su Plutone andava di moda, che per fortuna si riesce a guardare poco perché distratti dalla giacca di Chuck Norris, intessuta da autentica Vergogna mista Orrore: è l’unica giacca visibile dallo spazio.
Comunque questa roba, che chiameremo “film” per brevità, perché a ripetere “sterco del demonio” mi stanco, verte su una strana coppia di sbirri: un buffone e un demente. Scegliete liberamente a chi affibbiare queste qualità.
I soliti sceneggiatori compagni di merende di Chuck sono affiancati ad altri sceneggiatori che trovano il sistema di girare in Israele così risparmiamo: non mi stupirebbe scoprire che quello che vediamo è in realtà casa Golan, che ha evitato di buttar via ulteriori soldi in location.
La trama parla di un demone del Medioevo che ride da solo come uno scemo poi rimane incastrato per mille anni ma si è svegliato troppo presto, così deve aspettare cinquant’anni perché si avveri la profezia: un beota con la barba verrà a dire cose stupide. Oh, la profezia ci ha azzeccato.
Quello che segue nessun essere vivente dovrebbe vederlo, è solo la triste prova che tutti quelli che oggi – e solo oggi – esaltano la Cannon perché ha dominato gli anni Ottanta non hanno capito bene il fenomeno: parliamo di una casa che è stata fortunata da azzeccare qualcosa nel mare di immondizia che ha riversato nel cinema. Stupisce che sia arrivata fino al 1994 prima di fallire, visto la robaccia che produceva.
Non c’è un solo fotogramma in cui Norris dia prova di essere vivo, circondato da attorini improvvisati come neanche gli italiani all’estero hanno mai avuto il coraggio di proporre: e sì che questo film usa gli stessi strumenti che renderanno grandi case come la Millennium Films e registi come Isaac Florentine. Cosa c’è di diverso? Vogliamo parlare di talento?
Non servono soldi per fare un buon film: servono elementi che la Cannon non aveva più da anni, semmai li aveva avuti.
Mentre il demone tira cuori umani in giro e Chuck è assente ingiustificato, tanto da far temere per la sua salute (una persona sana non può fare quelle facce!), il film procede liscio come lo scarico di un water: l’importante è stare a distanza giusta per evitare gli schizzi.
A dare due ulteriore botte alla tomba del film ci pensa il doppiaggio italiano, così il demone infuriato al massimo della sua ira grida… «Maledetto pasticcione!»
Per me il film finisce qui…
Tutti sanno che i cadaveri emettono peti: Hellbound è la prova che la Cannon era già morta prima del fallimento. Morta come la carriera cinematografica di Chuck Norris, deceduta semplicemente perché lui non ha più fatto nulla dal 1987, lasciandola deperire. Perché un attore che è cresciuto sognando il cinema, che dal 1969 ha provato ad entrarci, che ha lavorato sodo per costruirsi una carriera… d’un tratto smette di muoversi e lascia che il proprio sogni muoia d’inedia? Si è stufato? Ha avuto un ictus che gli impedisce di muovere la faccia? Non si sa, nessuno gliel’ha mai chiesto.
Probabilmente dopo vent’anni di carriera si è reso conto che non amava così tanto il cinema come pensava. Vedremo la deriva che ha preso la sua carriera.
L.
- Bells of Innocence (2003) guest post
- [Telemeno] 1998 – Martial Law (Più forte, ragazzi)
- [Telemeno] 1999 – Sons of Thunder, i figli di Walker
- [Telemeno] 1993 – Walker, Texas Ranger
- Chuck Norris 26. The Cutter (2005)
- Chuck Norris 25. Agente e guardia giurata
- Chuck Norris 24. Di cani e foreste
- Chuck Norris 23. Hellbound (1994)
- Chuck Norris 22. Sidekicks (1993)
- Chuck Norris 21. Omicidio incrociato (1991)
Beh, direi che è un film che merita la visione, si è beccato non una, ma due stroncature nette e senza appello dalle pagine del Zinefilo, che comunque sono due recensioni in più di quello che meriterebbe vista la qualità. Ti stavo leggendo sul bus, scorrendo ho visto la foto velocemente pensavo davvero fosse Whoopi Goldberg! Poi l’azzurro impossibile della giacca di Chuck mi ha risvegliato nel modo peggiore possibile. Quindi la bionda del famigerato telefilm per cui tutti ricordano Norris, arriva dal suo film peggiore, fa pensare. Perché questo è il suo film peggiore vero? Mi auguro che più in basso dell’inferno non si possa arrivare, ma già temo che Chuck ci porterà giù lungo tutti i gironi! Cheers
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Ad un certo punto si perde il senso di “peggiore”, perché è un termine che prevede l’esistenza di qualcosa di “migliore”… e ormai non ci credo più! 😀
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Tu ci scherzi, ma c’è un regista che ha davvero utilizzato casa sua per risparmiare sulle location del film che stava girando, e ha avuto anche un ottimo successo: infatti il film in questione è Crash – Contatto fisico, e ha vinto l’Oscar come miglior film nel 2006. Più precisamente, la casa del regista è quella in cui fingono di abitare Brendan Fraser e Sandra Bullock.
Riguardo a Hellbound, mi stupisce l’assoluta incapacità da parte dei produttori di capire quanto siano trash certi dettagli. Era chiaro come il sole che la locandina era oscena, che Chuck Norris dovesse cambiare quella giacca turchese e che la sua spalla aveva un assoluto bisogno di passare dal parrucchiere: com’è possibile che dei professionisti del cinema (per quanto di infimo livello) non si siano accorti di dettagli come questi, immediatamente comprensibili anche per il più sprovveduto degli spettatori?
Probabilmente la spiegazione l’hai indicata tu stesso nel tuo divertentissimo post: la sciatteria. Quando un film viene girato senza il minimo impegno da parte di nessuno, a quel punto anche i difetti più macroscopici passano inosservati, e se anche qualcuno se ne accorge fa spallucce e tira a dritto senza fregarsene più di tanto. Il che è un bene: se anche i più ignobili mestieranti del cinema cominciassero a metterci un po’ di impegno, non avremmo più film trash in cui rotolarci come porci nel fango! 🙂
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Tendo sempre a specificare che questo non è cinema trash, perché questa espressione troppo generica indica un modo divertito di fare volutamente male un film, oppure da persone che credono di fare “arte” e invece fanno stupidate: questi sono film fatti male perché fatti da cialtroni che buttano via le grandi potenzialità che hanno perché non sanno di averle.
Visto che parliamo del 1994, ci sta la moda assurda, perché posso testimoniare che all’epoca c’era davvero di peggio in giro e quei colori assurdi erano considerati fighi: prendi i film più famosi girati nello stesso periodo e troverai queste offese al buon gusto in pari misura. Ma si perdona tutto ad un film che però sappia emozionare: quando invece il film è spazzatura, allora ogni difetto vale doppio 😛
P.S.
Il regista di “Coherence” (2013) ha girato tutto in casa propria all’incirca in una settimana, con la moglie incinta chiusa in camera da letto, ed è venuto fuori un piccolo gioiello: “come” si gira alla fin fine non è un problema, se però il risultato appassiona.
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Non ci avevo pensato, ma hai ragione: gli anni 90 sono stati il decennio dei colori accesi, quindi ci sta che a quei tempi la giacca di Chuck Norris fosse considerata perfino trendy.
Ricordo che nei videoclip musicali dell’epoca questa tendenza venne portata all’estremo, perché i loro registi li giravano con delle lenti particolari, grazie alle quali i colori diventavano addirittura ipersaturi.
Purtroppo qualche anno dopo questa moda prese piede anche al cinema, e infatti nei primi anni 2000 Hollywood ha sfornato dei film interamente girati in questo modo, da La vendetta di Carter a Domino. Per fortuna la cosa durò poco, perché i produttori si resero conto che i film girati così erano brutti esteticamente e sforzavano moltissimo gli occhi.
Tra l’altro considero La vendetta di Carter l’unico film veramente brutto di Stallone. E infatti quella è stata l’unica volta in cui, pur essendo un suo grandissimo fan, non sono riuscito ad arrivare in fondo.
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Ti invidio, sono parecchi i film di Sly che ho visto con grandissima fatica e dolore 😀
Oggi la moda dei finti anni Ottanta presenta personaggi vestiti bene, ma all’epoca la moda era devastante, se prendi film dei primi anni Novanta ci sono spalline di dieci metri, acconciature faraoniche e vestiti a scafandro. Ricordo “Schegge di paura” con Winona Ryder che era un cubo: la larghezza delle sue spalle era proporzionata alla sua altezza! 😀
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Io ricordo Winona Ryder soprattutto per L’età dell’innocenza: il film è di una lentezza esasperante (e infatti ho mollato anche quello ben prima della fine), ma il suo personaggio è di una dolcezza infinita, la classica ragazza d’oro che fa venire gli occhi a cuoricino sia ai ragazzi che alle loro mamme.
Ricordo almeno altri 2 personaggi così: quello di Zoey Deutch in Tutti vogliono qualcosa e quello di Addison Timlin ne Il luogo delle ombre.
Paradossalmente, sebbene i film in questione possano contare su un ottimo personaggio femminile, mi hanno fatto cagare tutti e 3. Il che conferma ciò che ho sempre pensato: la storia è l’elemento più importante del film, anzi è l’unico che veramente conta. Hai voglia a prendere attori belli & bravi, a costruire dei personaggi interessanti e a curare il film dal punto di vista tecnico: se la storia fa acqua, tutti questi orpelli non basteranno a camuffare la sua mediocrità.
Colgo l’occasione per consigliarti un film che ho appena finito di vedere: Squadra omicidi. Edward G. Robinson è forse il miglior caratterista nella storia del cinema, ma qua dimostra di saper tenere la scena anche in un ruolo da protagonista assoluto. Grazie per la risposta! 🙂
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Grazie del consiglio, Robinson è un grande e ha saputo dare oro ad ogni film che ha interpretato. Credo di aver visto “Squadra omicidi”, ma un ripassino non guasta mai 😛
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No dai ti prego: al demone che dice maledetto pasticcione, sono caduta sotto il tavolo!!
E che locandina è??? Chuck è sempre il solito per cui vabbè, ma il demone??? Che facce fa? Roba che neanche in un film parodia.
E ora mi vuoi dire che c’è un’ulteriore deriva nella carriera di Chuck? La deriva della deriva della deriva della deriva….aiut…
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Se già Chuck non si sentiva legato ai canoni di decenza del cinema, figuriamoci cosa può fare una volta lasciato libero in TV 😀
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Leggo sempre molto volentieri le recensioni bis ossia quelle su film già recensiti da me medesimo! È come vedere un album di fotografie e ripercorrere i momenti in cui sono state scattate.
Ecco, questo vale sempre…quasi. Con questo sterco mi riacutizzi cicatrici che credevo sanate 😂
Per fortuna, avevo già intuito questa recensione e un po’ mi ero preparato psicologicamente. Anche se giacca e capelli mi hanno messo a dura prova 😅
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Ora possiamo entrambi andare avanti nelle nostre vite e dimenticare questa bruttissima esperienza… 😛
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Questo inutile “sterco che pure il demonio negherebbe di aver mai defecato” ha avuto un solo pregio postumo: il mio primo contatto con Willy, da cui poi sarebbero nati i nostri duetti recensori/contro-recensori 😉
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Anche dal Male nasce il Bene ^_^
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