Vacation (2015) Il ritorno dei Griswold

Il trentesimo anniversario di National Lampoon’s Vacation (1983) passa via così e magari alla Warner Bros qualcuno si è accorto che la saga ha ancora dei fan: ce li abbiamo una trentina di milioni di dollari da investire in un remake? Andiamo, li fanno tutti i remake, gli anni Duemila sono “rifattoni” per eccellenza: ci sarà pure spazio per un film vacanziero, no?
Si presentano alla Warner il giovane attore John Francis Daley e il produttore Jonathan Goldstein: loro hanno un’idea, da scrivere e dirigere. Non un remake… ma un passaggio di testimone generazionale!

Presentato in patria americana il 29 luglio 2015, la Warner Bros porta Vacation nelle sale italiane dal 12 agosto successivo con il titolo Come ti rovino le vacanze (fonte: ComingSoon.it), assicurandosi così che nessuno capisca il collegamento con il vecchio film. (Semmai qualcuno in Italia ricordi il rarissimo titolo del 1983, distribuito malissimo.)
A dicembre dello stesso 2015 sempre Warner lo porta in DVD e Blu-ray.

Dopo trent’anni, il gusto è sempre lo stesso

Ve lo ricordate Rusty, il figlio di Clark Griswold che ha subìto per anni le sconclusionate vacanze di famiglia? Ora è cresciuto, ha il volto di Ed Helms e per compensazione porta la famiglia sempre allo stesso identico capanno, per le vacanze. La moglie Debbie (Christina Applegate) non dice nulla ma non sembra contenta di queste vacanze copia-e-incolla, così una sera Rusty sfoglia le foto di famiglia… e ha un’idea folle…

Perché non andiamo tutti a Walley World, dove tutto è cominciato? Ci sono tanti modi di rispondere “no”, ma la famiglia non ha il tempo neanche di pensarci.

La versione moderna dell’auto più brutta in circolazione

Giocando sul concetto stesso di remake, inizia la versione aggiornata di Vacation del 1983, ovviamente solo nelle situazioni comiche, non nel sottotesto. Sono lontani i tempi in cui si poteva fare della critica alla società a casa Warner, quindi l’unico umorismo consentito dalla major è quello delle battute sessuali da scuola media e dei luoghi comuni razzisti nei confronti di quei poveri stupidi che – pensate quanto sono beoti – non sono americani. Poveracci loro.
Difficile che un Paese in mano ai petrolieri veda di buon occhio le auto elettriche o qualsiasi altro modello che non usi combustibile fossile che destabilizzi l’equilibrio geo-politico mondiale: quindi giù di stupide battutine sulle auto elettriche europee. Che ovviamente nella simbologia hanno anche una svastica: quale Paese europeo non usa le svastiche nella propria simbologia?

Anche questo sarà un lungo viaggio negli stereotipi razzisti

Tolta la satira ed inserito l’obbligo filo-governativo, non rimane molto da dire. Abbiamo così il fratello minore bullo che però dice le cose (stupide) che pensano gli americani nei film – che se cioè non sei duro, sei una femminuccia: ancora? Anche dopo che i nerd hanno vinto e governano il mondo? – abbiamo i matrimoni in crisi, impossibili da ignorare nell’epoca più ricca di divorzi della storia umana, abbiamo fiumi di battutine sessuali come non ne sentivo dall’asilo nido, e situazioni straordinariamente prevedibili.
Tutto questo non vuol dire che non sia un film simpatico e che si lascia vedere con divertimento, anche per qualche divertente licenza che si prende sull’originale.

Chris Hemsworth ha qualcosa di strano… Ah, una acconciatura ridicola!

Ve lo ricordate lo sgradevole Cugino Eddie di Randy Quaid? Be’, in questa nuova versione della saga abbiamo tutt’altro personaggio. Quando Rusty va a trovare la sua odiosa sorella Audrey (Leslie Mann), scopriamo che è sposata ad un ricco metereologo-bovaro (Chris Hemsworth) che vuole essere proprio sicuro che gli ospiti dormano comodi… andandoli a visitare in mutande.
Immancabile poi la scena con la giovane bionda motorizzata che strizza l’occhio al protagonista alla guida, solo che stavolta – al contrario delle altre apparizioni nella saga – un camion se la porta via!

Saluta, saluta, che duri poco…

Gli sceneggiatori-registi vanno giù lisci e creano un prodotto veloce che non permette mai di soffermarsi a riflettere sulla pochezza delle scene, cercando la situazione comica immediata – spesso con comparsata di attori famosi – per poi subito cambiare scena e registro. Alla fin fine è la scelta migliore, così tutto scorre via con piacere.
E quando ad un certo punto sembra tutto finito, i nuovi Griswold fanno tappa a San Francisco… dove trovano i vecchi Griswold!

Non sembrano passati 32 anni…

Mentre Beverly D’Angelo fa giunto un’apparizione, Chevy Chase ha tempo di fare un paio di sketch e dimostrare come il suo Clark Griswold sia diventato uno psicopatico, da semplice entusiasta che era. Non so se dipenda da iper-recitazione di Chase o da cos’altro, ma il suo personaggio ormai è un Terminator che nessuna Sarah Connor può fermare…

Due generazioni di Griswold a fare danni in giro

Il saggio pazzo consiglia il nuovo Griswold di completare la missione…

Come ha fatto a passare la revisione, brutta com’è?

… Perché i parchi di divertimento sono ancora l’oppio dei popoli com’erano nel 1983: semplicemente ora non li si può più criticare.

Dove tutto è cominciato…

Visto il declino verticale della saga con Chevy Chase, questo prodotto risulta decisamente migliore: foss’anche per il semplice fatto che è simpatico e scorre via senza annoiare. Ma certo è che questi film sono diventati così filo-governativi che fanno imbarazzo: sono rimaste loro solo le battutine sessuali e le comiche con le boccacce, perché qualsiasi battuta anche solo sagace può esser vista come attacco al Sistema. Rilassatevi, amici, è un film su una vacanza: il Sistema è così fragile che basta un Griswold a farlo tremare?

L.

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16 risposte a Vacation (2015) Il ritorno dei Griswold

  1. Zio Portillo ha detto:

    Ed Helms è quello sfigatello delle tre “Notti da Leoni”. Non è bello e famoso come Cooper, non è schizzato/simpatico come Galifianakis, non è spendibile come comparsa/macchietta come Jeong. E’ famoso ma non così famoso e quindi i suoi sono film “minori” rispetto a quelli dei colleghi. Mi fa “pena” (si può dire pena? Non trovo un aggettivo migliore…) e quindi i suoi lavori li vedo sempre con un filo di malinconia. Questo l’ho visto su Sky bucando l’inizio e quindi non sapendo fosse un sequel del capostipite con Chase. E mi sono pure addormentato bucando pure la fine e l’apparizione di papà Griswold!

    Adesso mi tocca recuperarlo per forza…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahha alla fine hai visto solo la mezz’ora iniziale? 😀
      Al netto dei difetti, rimane una visione simpatica che mi sento di consigliarti.

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      • Zio Portillo ha detto:

        Sì, credo di aver visto mezz’ora di film. Togli i primi 5 minuti e per mezz’ora ho tenuto botta… Un po’ poco direi!
        Comunque già il fatto che non lo bocci ma, anzi, lo consigli è una medaglia al valore per la pellicola.

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  2. Cassidy ha detto:

    Rientra perfettamente in quei remake che si presentano in punta di piedi, e poi sono un modo per far recitare qualche vecchia gloria (ogni riferimento ai nuovi “Star Wars” è puramente voluto). Prendi “quello di una notte da leoni”, Thor che fa la parte dello scemone figo (tanto per cambiare) e Chevy Chase e il gioco è fatto. Secondo me tanto lo hanno visto senza sapere nulla dei film originali, che per una pellicola è un peccato, per le altre un bene come ci hai illustrato molto bene in questi tuoi post “vacanzieri”. Cheers!

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Sicuramente è un film poco sagace che sfrutta la battuta facile, le molteplici allusioni sessuali, le comparsate vip. Ma come da te detto ne viene fuori un film divertente, godibile e che non annoia. Visto che il cervello in modalità off talvolta necessita di ciò lo definirei un perfetto film da serata estiva senza pensieri 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sicuramente è una visione divertente, molto meglio dei vari sequel con Chase che invece urticavano a pelle.

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      • Giuseppe ha detto:

        Ed è precisamente il motivo per cui non ho mai voluto vedere questo sequel/passaggio generazionale del 2015: ormai davo matematicamente per scontato che sarebbe stato urticante come e magari pure più dei precedenti 😉 Non stando (fortunatamente) così le cose, un’occhiatina gliela posso anche concedere…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Al netto dei difetti, più che evidenti, alla fin fine è un film che si lascia guardare. Almeno, al contrario dei sequel di Chase, non è fastidioso 😉

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  4. Kuku ha detto:

    Quando ho visto la locandina, sulle prime ho pensato che fosse “Come ti spaccio la famiglia”. Mi sembrava proprio Jason Sudeikis in locandina. Quel film aveva delle premesse un po’ diverse ma in definitiva c’erano sempre dei clichè di famiglia in viaggio.
    Invece di questo film mi sa che ne sento parlare solo ora, a meno che non l’abbia visto e l’abbia completamente rimosso…

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  5. Conte Gracula ha detto:

    Tutto ciò che so di questo film lo ricordo da un articolo, ma spero di non averlo davvero letto e di essermi soltanto drogato male: qualche gigione della produzione spiegava il dilemma artistico del dover scegliere se mettere nelle mutande di Thor una protesi da 20 cm o una da 25 cm.
    Alla fine avrebbero scelto quella da 25.
    I dettagli vanno curati – da uno bravo!

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  6. Pingback: We’re the Millers (2013) Come ti spaccio la famiglia | Il Zinefilo

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