Lunedì 14 novembre 2005, Stazione Ostiense di Roma, è sera tardi e l’altoparlante annuncia il solito ritardo del treno. Stasera si tornerà a casa tardi, da lavoro.
Che io ricordi, sono solo sulla banchina o al massimo ci sarà qualcuno in ordine sparso, fa freddo e mi accuccio su una panchina infilando la faccia nel giaccone. I ritardi non sono un problema, quando hai un ottimo libro da leggere.
Quella sera ho appena iniziato un libro che mi ha subito preso e che sto divorando: La missione di Clara Rinker (Certain Prey, 1999) di John Sandford.
Sono relativamente nuovo al genere thriller, che nella mia vita ho sempre bazzicato poco: in casa non ce n’erano, al massimo Fatherland (1992) di Robert Harris, ma non è per scelta: semplicemente i miei genitori non seguivano tanto il genere ed io, essendo cresciuto in una casa priva di quel genere di libri, non ho mai provato la curiosità di leggerne.
Con gli inizi dei Duemila e la scoperta degli eBook, quando cioè ho avuto accesso a migliaia di libri fra cui scegliere, una capatina nel thriller avrei anche potuto farla. Non avrei mai speso decine d’euro per un libro di un genere a me sconosciuto, con l’altissimo rischio di delusione, ma una leggiucchiata in digitale potevo dargliela.
Nel giugno del 2005 ho letto il mio primo “thriller con personaggio seriale”, Birdman (1999) di Mo Hayder. Solito serial killer e indagatore che deve stanarlo, roba vista in TV mille volte, ma quello stile mi piace e comincio a viaggiare nel “nuovo genere”.
Non conosco John Sandford né seguo le avventure del suo personaggio seriale Lucas Davenport, ma un romanzo che parla di un’assassina mi stuzzica tantissimo, essendo un tema praticamente inedito per me. Così quella settimana di novembre 2005 la dedico a divorare i due romanzi con protagonista l’assassina di Sandford: La missione di Clara Rinker, da lunedì 14 a mercoledì 16, e L’assassina, da mercoledì 16 a sabato 19. (Per fortuna di quell’anno ho il listone dei libri letti così posso ricostruire questa sequenza.)
Ho adorato sia il personaggio che i due romanzi, sebbene non abbia mai avuto voglia di leggere altre indagini di Davenport, il 21 novembre successivo ho creato la pagina Wikipedia di John Sandford (trovate il mio nome in fondo alla cronologia, se state pensando che io sia un millantatore!) ed esce fuori che l’editoria italiana ha presentato i suoi romanzi totalmente a casaccio, nei pochi casi in cui li ha tradotti: è un miracolo che i due con Clara Rinker siano arrivati da noi.
C’è però un’ultima confessione da fare in questo “spazio personale”. Alla lettura in cartaceo affianco quella in digitale da almeno il 1999, ma non ho avuto accesso ad alcuno strumento di lettura digitale fino almeno al 2012, quindi come facevo? Ovvio, leggevo su PC, malgrado TUTTI dicano che poi bruciano gli occhi. (Lo fanno solo se non vi va di leggere…)
Come facevo però quel lunedì sera a leggere seduto in panchina alla stazione ferroviaria? Mi ero portato appresso un computer portatile? Seee, e chi me li dava i soldi? Delicati come sono, poi, al primo viaggio in treno avrei spaccato in due il portatile. No, ero molto più “tecnologia basso profilo”: mi ero stampato su carta qualche decina di pagine, che nel corpo giusto potevano racchiudere mezzo libro in un piccolo fascio di fogli.
E qui arriva il motivo per cui racconto tutto questo: quel lunedì sera c’era un fottuto vento freddo che ti tagliava in due. Non era un problema la salute… era leggere dei fogli di carta volanti in mezzo al vento! E ad un certo punto l’ovvio accade: mi volano via dei fogli, proprio in un momento in cui Davenport sta per raggiungere l’assassina Clara Rinker…
Con scatto felino ed abile mossa (come Lady Oscar!) recupero i fogli prima che finiscano sui binari e salvo la lettura della sera! Cosa avrei fatto se i fogli fossero davvero finiti sui binari, lì a due passi da me? Chissà… Clara Rinker valeva il rischio…
Preparando la Guida TV del fine settimana ho scoperto che Paramount sabato 22 giugno 2019 ha programmato un film tratto dal romanzo di Sandford, risalente al 2011: com’è che non ne ho mai sentito parlare? Purtroppo è un minuscolo filmetto televisivo di bassissimo, e anche un po’ più basso, profilo: ignoro quando sia arrivato in Italia ma di sicuro è stato presentato prima da Sky.
Contravvenendo a tutte le più antiche regole della titolazione italiana, che impongono la più totale follia e l’illogicità fatta scuola di pensiero, Certain Prey è stato trasmesso nel nostro Paese rispettando il titolo del romanzo di Sandford: La missione di Clara Rinker.
È vero, altre volte è successo ma di solito si tratta di romanzieri famosi, i cui titoli sono noti al grande pubblico: dubito fortemente che un autore come Sandford, dimenticato da più di dieci anni dall’editoria italiana, sia così noto ai lettori da giustificare questa attenzione.
Invece non merita altro che disprezzo e disgusto questo inutile filmetto, di qualità spaventosamente inferiore ad un qualsiasi prodotto Z fatto nell’est Europa: scopro che Minneapolis è davvero triste rispetto alle location bulgare a cui la Z ci ha abituato.
Nei primi due secondi e mezzo di film viene raccontato mezzo libro: oh, ma che andate di corsa? A Roma i poeti usavano dire «che c’hai, le zeppe ar culo?» Per motivi ignoti il protagonista Lucas Davenport (una salma che vent’anni fa era Mark Harmon ma oggi non so cosa sia, né quale ritrovato scientifico lo mantenga in vita apparente) ci viene presentato con la velocità del baleno e io che ho letto il romanzo non ho capito una mazza di chi diavolo sia. Ottimo lavoro.
Nei successivi 36 decimi di nano-secondo ci viene presentata Clara Rinker (Tatiana Maslany) e ci viene spiegato perché sia diventata un’assassina. Va be’, assassina è un parolone: non fa una mazza di niente per tutto il film se non stare ferma a guardare il vuoto della sua sceneggiatura.
Non siamo arrivati a dieci minuti che un’avvocatessa trapana il ginocchio di un tizio legato a un letto… oh, ferma ferma, che cazzo succede? Ma vi scade il latte? Perché tutta questa fretta?
In pratica di un romanzo di 300 pagine il film racconta le prime 290 nei primi dieci minuti, assicurandosi che non ci sia un solo fotogramma comprensibile, poi rallenta fino alla morte cerebrale per il resto della sua inutile durata.
Chris Gerolmo si è distinto scrivendo quel piccolo capolavoro che è Mississippi Burning (1988), che l’ha portato a scrivere ma anche dirigere Cittadino X (1995), splendido film televisivo che racconta sul serio la storia del serial killer sovietico che Child 44 (2015) fa solo finta di raccontare. Questa doppietta vincente dove ha portato Gerolmo? Da nessuna parte.
Dopo aver vivacchiato qua e là, è finito a fare questo indegno filmetto, e quindi credo sia altamente meritato l’oblio in cui è finito. Merita tutto il mio profondo disprezzo, sebbene sia stato geniale nel creare un abominio tale.
Il succo del romanzo è che una fenomenale assassina – una donna, non la solita ragazzina che fa le faccette – viene ingaggiata da una ricca avvocatessa per certi sporchi affari, mentre le indagini di Davenport si fanno sempre più vicine. La situazione fra i tre personaggi si fa esplosiva e vi assicuro che la lettura è più che appassionante.
Gerolmo non credo abbia letto il libro, si è limitato a vomitare su un foglio e a consegnarlo con su scritto “sceneggiatura”. Così abbiamo un’assassina che non uccide anzi la vista del sangue non le piace, abbiamo un’avvocatessa che farebbe impallidire un gerarca nazista e un Davenport assente, impegnato a sembrare vivo e a guardare nel nulla dei propri occhi.
Un film diarroico da cui dovete stare il più lontano possibile, invece il romanzo – e il successivo L’assassina – è altamente consigliato.
L.
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Qualche volta invece succede l’opposto, ovvero che il film sia meglio del romanzo. Ad esempio, quasi nessuno sa che Forrest Gump è tratto da un libro: proprio perché il romanzo non era un granché ed era stato nettamente migliorato dallo sceneggiatore, poi il suo autore (Winston Groom) non è riuscito a mantenere le aspettative altissime che il film aveva generato, e quindi è rimasto inattivo addirittura per 18 anni (dal 1998 al 2016). Poi è tornato in pista, ma immagino che il suo ultimo romanzo sia un’altra ciofeca, dato che su ibs è disponibile solo in inglese (e quindi nessuna casa editrice estera l’ha voluto acquistare).
Un altro esempio celeberrimo è Psycho, tratto da un gialletto che Hitchcock trovò per puro caso su una bancarella. E in fondo la genialità consiste proprio in questo: nel saper tirar fuori un capolavoro anche partendo da una base molto modesta.
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Il gusto è molto personale, e un film girato con grande perizia tecnica come “Psycho” non vuol dire sappia approfondire i personaggi, come invece fa l’ottimo romanzo di Bloch: sono cose diverse, per questo è bello sia vedere i film che leggere i romanzi, perché si possono prendere elementi diversi.
Nella mia esperienza personale è rarissimo, quasi impossibile che un film mi piaccia più di un romanzo, perché è qualsiasi abilità tecnica non riuscirà mai a trasmetterti la stessa profondità di una descrizione letteraria. Anche perché un film di 100 minuti non può andare così a fondo come un romanzo di due o trecento pagine.
L’unico caso che ricordi è “Il bacio della donna ragno”, uno splendido film che è tratto da un libro scritto in forma di dialogo quindi non molto in grado di descrivere i personaggi. Ma, ripeto, è una questione puramente personale.
Questo “La missione di Clara Rinker” è solo spazzatura, non è neanche un film, quindi esula da qualsiasi contesto umano 😀
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Mi hai ricordato il modo in cui Yotobi definì “Il fidanzato ideale”: “Questo non è un film, ma una pessima idea”. 🙂 Grazie per la risposta! 🙂
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A ma viene in mente Il nome della rosa: il libro mi ha annoiato molto, il film mi è piaciuto 🙂
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A me invece ha annoiato il film. Lo spettacolo teatrale invece mi è piaciuto. Riguardo alla serie tv, ti segnalo questo splendido articolo: https://kasabake.wordpress.com/2019/03/26/in-nome-della-prosa/. Grazie per aver letto ciò che ho scritto! 🙂
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Il film, visto in sala, è stato davvero un gran bello spettacolo. Al di là della scena di sesso sempre tagliata dalla RAI, che invece in sala faceva un figurone (soprattutto agli occhi del dodicenne che ero!), l’ambiente medievale era spettacolare e mi è piaciuto parecchio.
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Nel mio caso invece i miei primi turbamenti sessuali li ho provati ammirando le poppone di Wendy Windham, che le esibiva in delle scollature audacissime per la tv dell’epoca. Probabilmente la mia fissa per le tettone è nata lì! 🙂
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Wendy, che m’hai ricordato!!!!!! 😀
Quanti ricordi…
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Pensa che le ho anche dedicato un post (molto ironico e autoironico). Tra l’altro nella classifica dei miei post staziona al quarto posto, con ben 2.179 visualizzazioni: evidentemente sono in tanti a ricordarla con affetto! 🙂
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Idem. Il film l’ho visto appena uscito, poi qualche anno dopo ho provato a leggere il romanzo: a fare lo slalom tra citazioni latine, greche e lingue antico-medievali (senza ovviamente traduzione) mi sono ampiamente sfondato la uàllera e l’ho mollato 😀
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Oh meno male, allora non ero il solo a stamparsi le cose da leggere, ma per evitare di dover correre dietro ai fogli, il più delle volte risolvevo con un colpo di pinzatrice (storia vera). Detto questo riassumere tutto il libro nei primi minuti è davvero un ideona, bravi! Mi hai messo più interesse per i romanzi, per il film mi farò bastare il tuo post 😉 Cheers
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Ovviamente ti sconsiglio il film e consiglio i due romanzi. La caccia a Clara Rinker la ricordo molto appassionante.
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Ora immagina un 2005 alternativo, in anticipo di dieci anni: hai un lettore dvd portatile, ma un colpo di vento stregato preme il tasto eject e ti ruba il dvd.
Il disco sta per finire suo binari… lo acchiappi al volo o aspetti che il treno passi e ne faccia scempio? XD
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Visti i film che giravano nel 2005, sono io stesso che butto il DVD sui binari 😀
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Beh, ma il Conte ha specificato che si tratta di un 2005 alternativo, quindi potevano benissimo essere alternativi pure i film e così magari avresti rischiato di buttare sui binari un autentico capolavoro 😀
Comunque, credo ci siano state più azione e thrilling nella tua agile mossa di recupero di quei fogli che non in tutto questo malaccorto e svogliato adattamento cinematografico (dove l’arma micidiale dell’assassina doveva essere appunto il vuoto di sceneggiatura) 😉
P.S. Cosa tiene in vita Mark Harmon oggi? Semplice, i truccatori di NCIS (tanto ormai, per il pubblico tv, Harmon esiste solo in sua funzione e chi se ne frega più del resto)…
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Avrebbero potuto inserire il mio aneddoto nella sceneggiatura, ma poi veniva fuori molto più “action” della storia stessa e la faceva sfigurare 😀
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Ahahah che ridere il tuo aneddoto ferroviario! Quello sì che sarebbe da inserire in un film.
Ma a che dimensione avevi messo il carattere per far stare in dieci fogli mezzo libro? Non ti ci voleva una lente alla Sherlock per leggere?
Cmq pazzesco questo film che condensa tutto in due secondi per poi non mettere dentro niente di rilevante. Cosa gli è venuto in mente per fare una cosa del genere? Se non sanno sceneggiare, che almeno copino, visto che avevano il libro!
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All’epoca avevo ancora gli occhi buoni, se non ricordo male usavo un Times New Roman corpo 10 a riempire un intero A4: dieci fogli così e aveva una fetta di romanzo più che consistente per la serata in treno.
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Interessante analisi sulla differenza film/libri anche se, essendo un giudizio prettamente personale, l’opionione è diversa per ognuno di noi. “Il nome della rosa” film all’epoca mi piacque molto, provai pure a leggere il romanzo ma Eco non fa proprio per me. Personalmente lo trovo illeggibile.
Come film migliori dei romanzi metto “Master e Commander” con Ciccio Crowe (i libri marinareschi di O’Brian sono prolissi all’inverosimile! Paragrafi interi a descrivere vele, nodi, scafi,…) e sopratutto “Il signore degli anelli”. Per alcuni bestemmierò, ma Tolkien è una palla al c@zzo! Le prime 300 pagine del romanzo ci ho messo MESI a leggerle. Due palle così!
P.S.: Lucius, mi sono permesso di sbirciare la “tua” pagina su Wikipedia. Ma quante cose tratti?!?! Passiamo dalle arti marziali a vari registi cinematografici. E fin qua… Poi passiamo a varia letteratura, fumetti, archeologia (!), paleontologia (!!!), matematica e filosofia (!!!!!) fino alla chiusura col botto: astronomia (!!!!!!!!). Ma quanti interessi c’hai?
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ahahah all’epoca sono stato un wikipediano molto attivo per alcuni anni, prima di mollare tutto. Finché non la conosceva nessuno, Wikipedia era una cosa: appena è diventata famosa, il comportamento degli amministratori è cambiato e così il rapporto con quelli “in basso”.
La mia curiosità non ha confini né i saggi che leggo ed ascolto, e informazioni con cui arricchire le pagine Wiki sono ovunque, e per anni lì ho riversato ogni mia energia ^_^
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Finché li traducevano leggevo i romanzi di Sandford e devo dire che Lucas Davenport me lo sono sempre immaginato molto diverso!
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Ahi Wikipedia Italia che mi combini? Nella voce dedicata a Harmon danno il film diretto da Sandford
https://it.wikipedia.org/wiki/Mark_Harmon
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Non è più la Wiki di una volta 😉
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