Chuck Norris 26. The Cutter (2005)

Arriva la fine… e ha la barba tinta di Chuck Norris.

Seguite questo ciclo a vostro rischio e pericolo!

Gli anni Duemila continuano a fruttare citazioni e strizzate d’occhio al nostro eroe, grazie anche all’enorme successo dei fun facts che lo vedono protagonista: più sono storielle che non hanno assolutamente a che fare con la sua carriera, più il suo mito cresce. Buon per lui.
Se per esempio dovete affrontare un torneo di palla avvelenata… invocare Chuck può essere utile.

Comparsata (con marchetta alla Pepsi) da Palle al balzo (Dodgeball, 2004)

Dopo aver fatto l’uomo del presidente ed aver ormai concluso la serie “Walker, Texas Ranger” – sua casa sicura in cui ha passato gli ultimi dieci anni – succede qualcosa che per me è inspiegabile.
Dagli anni Novanta il nostro si lancia in filmucoli televisivi sempre più microscopici e inguardabili, ma per il suo ultimo film sceglie una casa particolare, che non può essere una scelta casuale: il 23 novembre 2005 esce in patria americana The Cutter… prodotto dalla Nu Image Films! (IMDb parla addirittura della Millennium Films, ma il suo logo in realtà non appare nel film: solo quello di “mamma” Nu Image.)

MHE (Mondo Home Entertainment) e Hobby&Work lo portano in DVD nel 2007 (ma IMDb dice 2006) con lo stesso titolo, ristampandolo poi nel 2010 per la collana da edicola “Chuck Norris. Il mito”.
Il sottotitolo Il trafficante di diamanti che riportano sia FilmTV.it che IMDb non si sa da dove arrivi: probabilmente da qualche passaggio TV a cui non so risalire.

Svogliatezza totale, anche nella grafica

Chuck Norris è stata una delle punte di diamante della Cannon, l’abbiamo visto, e mentre la casa moriva si è assicurato di regalarle i titoli peggiori per farla morire male. La nicchia di mercato lasciata vuota è stata occupata dalla Nu Image Films e poi da sua “figlia” Millennium Films: parliamo sempre di una generazione di cineasti israelo-americani ma stavolta più “aggiornati” rispetto a Golan e Globus. Norris non si è mai immischiato con loro – non so se per scelta o perché non l’hanno voluto – quindi è inspiegabile come mai Avi Lerner all’improvviso chiami questo relitto di un passato lontano.
È pur vero che in quel 2005 Lerner sta producendo filmettini con star marziali d’annata, come The Mechanik (2005) con Dolph Lundgren e Submerged (2005) con Steven Seagal (e un inutile Gary Daniels), senza dimenticare le secchiate di bestiacce che sta riversando in video: solo in questo 2005 presenta Metamorphosis, MosquitoMan, Raging Sharks, Snakeman, SharkMan… vi bastano?

Per finire, il 2005 è l’anno della morte del cinema: tra vecchie star appannate e bestiacce inguardabili, Norris non sfigura… ed arriva ad uccidere ciò che rimane del cinema proprio come aveva ucciso ciò che rimaneva della Cannon.

Il solito ruolo, il solito attore, la solita barba

Indovinate che ruolo fa Norris? Esatto: il poliziotto tosto che vive secondo le proprie regole: una carriera basata sulla fantasia…
John Shepherd – perché Chuck ha sempre e solo nomi fighi – in realtà non è più un poliziotto bensì una specie di investigatore privato: più precisamente è il nulla con la barba intorno, perfetto simbolo della vuota vacuità della sceneggiatura scritta da un tale Bruce Haskett, che per fortuna poi è scomparso nel nulla a lui tanto caro.

Ecco il rapporto di Chuck con gli sceneggiatori

Elizabeth Teller (Joanna Pacula) ingaggia il nostro Shepherd perché gli hanno rapito il nonno, celebre intagliatore di diamanti: sappiamo che è stato Daniel Bernhardt.

Daniel Bernhardt mette paura, quando fa il simpatico

In uno dei suoi ultimi ruoli marziali, prima di diventare comparsa hollywoodiana, Daniel interpreta un cattivo cattivissimo che ha trovato dei diamanti in una tomba egizia e cerca qualcuno per tagliarli: ho riassunto in poche parole una delirante sceneggiatura fatta di inutili lungaggini sbadigliose per nulla divertenti.

Ma davvero in Rete ci sono così tante storielle su di me?

Chuck indaga – con l’aiuto del Marshall R. Teague peggio pettinato della storia – e fra comparsate di attori-feticcio della Millennium e di attori già apparsi in “Walker, Texas Ranger”, la storia va via stancamente fino a darsi due menate con Daniel.

Giusto per ricordare chi è Daniel Bernhardt

Daniel ovviamente viene tenuto a basso profilo perché Chuck può essergli padre, ma quando si decidono ad usare la controfigura almeno il nostro svizzero preferito può sfoggiare una delle sue note tecniche di gambe. Solo una, però, che se no fa fare brutta figura al protagonista.

Che peccato che Daniel poi sia evaporato nel nulla

Con la tristezza nel cuore e una qualità da porno amatoriale si chiude l’ultimo film di Norris, riuscendo a rendere perfetta la sequenza: dopo aver raggiunto l’apice della sua carriera con Delta Force (1986), di cui era solo co-protagonista, è riuscito ad imbroccare vent’anni di fila di prodotti sempre più inguardabili, di qualità volta per volta sempre più bassa. Non era facile, ma lui ce l’ha fatta.

Chuck comincia ad essere stanchino…

L’inguardabile The Cutter forse voleva tastare il terreno: dopo dieci anni di televisione, c’era ancora spazio per Chuck nel cinema di serie Z? Temo che non sia andata come sperato, semmai davvero ci avevano sperato.
Dopo questo film la carriera di Chuck può considerarsi conclusa, a meno che in futuro qualche folle la vada a riesumare. Ma ovviamente, lo sapete tutti, c’è una parentesi: dopo sette anni in panchina, all’età di 72 anni Norris viene chiamato… a fare il mercenario…

Ad arrivarci, a 72 anni così…

Sul tema sonoro de Il buono, il brutto, il cattivo (1966), che non c’entra una mazza di niente, entra in scena “Lone Wolf” Booker: la comparsata di un paio di minuti che Stallone vuole per I mercenari 2 (The Expendables 2, 2012), oggi in DVD Universal.

Chuck, com’è che più invecchi più la barba è scura?

In questo film caciarone fatto di secchiate di star che si divertono, Chuck non può fare altro che rimanere immobile e recitare uno dei fun facts che girano da vent’anni, che poi è l’unico motivo per cui è riuscito a rimanere noto negli anni Duemila.

— Dicevano che eri stato morso da un cobra reale.
— Sì, eccome. Ma dopo cinque giorni di dolore straziante… il cobra è morto.

Non c’entra niente con lo stile che Chuck aveva negli anni Ottanta, quando sbancava i botteghini e conquistava milioni di spettatori, ma mettiamola così: è un gagliardo saluto ad un eroe sul viale del tramonto.
Malgrado io non sia mai stato un fan di Norris, non potevo non pensare alla sua barba rossiccia al momento di caratterizzare il Garibaldi del mio “Risorgimento di Tenebra”.

«Ma è vero che durante lo scontro di aprile coi francesi [Garibaldi] è stato ferito ad una gamba?» chiede di nuovo il forestiero.
Tutti si sbellicano. «Sì, un francese gli ha sparato ad una gamba, e dopo tre giorni di agonia… il francese è morto!»

Questo passaggio del mio La notte dei risorti viventi (2014) è un palese omaggio all’ultimo Chuck: un modo per salutare il primo attore marziale occidentale. Non sarà stato il migliore – anche se sono punti di vista – ma di sicuro ha aperto la strada a tanti suoi colleghi e non ha mai negato spazio a nessuno.

Sono passati altri sette anni da I Mercenari 2 e Chuck non sembra intenzionato a rovinarsi la perfetta uscita di scena, tornando a fare filmacci: è dal 1988 che sta rovinando tutto ciò che di buono ha creato negli anni Settanta, quindi è un bene che si fermi nell’opera di totale distruzione del genere cinematografico che ha contribuito a creare.

Questo ciclo dunque finisce qui, e non mi resta che un saluto che parafrasi Douglas Adams: addio, Chuck, e grazie per tutta la barba.

Addio, Chuck, e grazie per tutta la barba

L.

P.S.
Con luglio si cambierà registro, e l’estate si farà davvero bollente! Non mancate ai vostri Venerdì col Zinefilo.

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15 risposte a Chuck Norris 26. The Cutter (2005)

  1. Cassidy ha detto:

    Per quanto il tema composto da Morricone sia sempre figo, non ho mai capito perché usarlo per il nostro Chuck, ma dici benissimo, in una scena ha riassunto i suoi anni duemila, e va bene così, una grande uscita di scena, meglio quei due minuti di tutto questo film. Chiudere una rubrica non è mai facile perché si termina (quasi) sempre con un titolo brutto forte, ma la chiosa finale mi è piaciuta molto così come tutta la rubrica, finalmente qualcuno ha messo nero su bianco i difetti (ultra noti a tutti) e i pregi (spesso sconosciuti) della barba più pericolosa del mondo. Gran rubrica, il Zinefilo colpisce ancora! 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ti ringrazio ed è sempre commovente chiudere un ciclo: di solito nell’aria c’è sempre l’idea che si aggiungerà un altro titolo, ma dopo sette anni di inattività siamo davvero vicini al dire che è davvero la chiusura della carriera di Chuck. O almeno della sua barba 😛

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  2. Sam Simon ha detto:

    Bellissimo articolo, “peccato” non aver visto The Cutter per capirne tutti i riferimenti… X—D

    A proposito, ai può inveire contro The Expendables? Ho visto solo il primo e volevo spaccare lo schermo della TV, ma non contenti ne hanno fatti pure altri!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Il difetto del primo è che voleva essere una “cosa seria”, quindi al di là del vedere insieme attori storicamente solitari non c’è altro, con la solita trama del vecchio che flirta con la ragazzina
      Il secondo film è tutt’altro genere, si abbandona ogni serietà e si passa al totale cazzeggio: attori famosi entrano, dicono due stupidate e se ne vanno. Te lo consiglio, è divertentissimo perché cazzone.
      Il terzo è pura spazzatura mefitica: è un insieme di stupidissimi e indigesti siparietti in cui attori dicono stupidate da soli e poi vengono mixati come fossero una squadra. Stanne lontano, perché m’è presa l’ulcera a vedere quella minchiata!

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  3. Kuku ha detto:

    Fa quasi tenerezza Chuck seduto composto mentre guarda il monitor…
    Ma alla fine sti diamanti vengono tagliati o no?

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  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Mi mancherà mooooolto questa rubrica ma mi fido del tuo preannunciato venerdì bollente prossimo venturo! 🙂
    Ho letto la tua rece con malinconia, ammirazione (per la citazione di Chuck “in Garibaldi” da te imbastita) e con scienza e coscienza avendo ovviamente visto il film 🙂
    Condivido le tue osservazioni, aggiungo che lo scontro tra il nostro e Daniel qualche brividino me lo regalò, in realtà per i nomi coinvolti non per la reale resa tra controfigure, mosse centellinate e ospizi incombenti! 🙂

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  5. Giuseppe ha detto:

    E così pure la parabola zinefila di Chuck è arrivata al suo epilogo: lui ci mancherà, i suoi filmacci un po’ meno…
    Adesso aspettiamo con ansia il bollente cambio di registro 😉

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  6. Lorenzo ha detto:

    Ho trovato per caso questo blog, e sto leggendo tutta la tua retrospettiva su Chuck Norris 😀
    Non mi vergogno a dire che io, a 15 anni, negli anni ’80, ero un super fan di Chuck.
    Avevo tre poster suoi in camera: un poster di Missing in Action (trovato chissà come in una cartoleria del mio paese in mezzo ai poster di Sabrina Salerno ed Iron Maiden), comprato subito col terrore che se lo prendesse qualcun altro ( 😀 ). Due locandine giganti (ognuna era composta da due poster del formato 70×100) che occupavano due pareti intere della mia stanza: Invasion USA e Delta Force.
    Ricordo i raid nelle videoteche per cercare le cassette dei film che mi mancavano. Passare al setaccio il giornalino dei programmi TV per sapere se fossero in palinsesto i suoi film. Il canale Odeon TV che trasmetteva solo i film della Cannon, il grandissimo ciclo “Gli ultimi guerrieri”, dove oltre ai suoi film in prima visione trasmisero anche i vari American Ninja, la serie di Trancers, e poi le imitazioni italiane nonché i film di ninja filippini. Una notte aspettai fino a tardi per vedere Massacro a San Francisco, penso l’unica volta che lo trasmisero in TV, e ci rimasi male perché Chuck era il cattivo. Riuscii anche a vedere Delta Force 2 ed Hellbound al cinema (ovviamente da solo e a fine luglio).
    I miei coetanei amavano più che altro l’horror, ma io no, a me piacevano il genere commando e il genere ninja (ancora meglio se erano combinati), le imitazioni di bassa lega, altro che Stallone o Schwarzenegger, io seguivo Michael Dudikoff, Sho Kosugi, Ron Kristoff, Mark Gregory, Miles O’Keefe, Michael Monty, Chris Connelly e compagnia.
    Tornando a Chuck Norris, ho visto tutta la sua produzione (mi manca solo Trial by fire), e ritengo che il suo periodo migliore sia stato tra Una Magnum per McQuade ed Hellbound, con l’apice nell’85/86 (Delta Force e Invasion USA i miei preferiti). La produzione precedente, quella dei polizieschi ed arti marziali, la trovo un po’ noiosa. Quella sucessiva semplicemente terribile, tra falso moralismo e deliri religiosi.
    Andai a vedere Expendables 2 ma la sua partecipazione mi lasciò perplesso, non era un omaggio a Chuck Norris ma un voler cavalcare gli allora celebri “facts”. Pure lui, per sfruttare l’improvviso ritorno di popolarità, penso abbia fatto buon viso a cattivo gioco.
    Comunque, grazie Chuck per le ore di svago che mi hai regalato 😀

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      “Gli ultimi guerrieri”, che m’hai ricordato… Che bei tempi!! ^^
      Ti ringrazio per aver lasciato questa tua testimonianza e saluto in te un “fratello marziale”, visto che citi nomi che una volta erano il massimo del massimo ed oggi temo siano ricordati solo dai fan più attenti. (E di lunga mermoria!)
      Di sicuro il periodo che citi corrisponde alla massima espansione della notorietà del Chuck attore di cinema, che crollò immediatamente sostituita da una fama immotivatamente grande per il Chuck attore di TV, che ha a quanto pare totalmente sostituito la precedente.
      Però di sicuro il suo cinema più marziale era così avanti rispetto all’epoca che si può chiudere un occhio sulla qualità del prodotto e gustarsi scelte innotavive, come il fare un film ninja nel momento esatto in cui il fenomeno cominciava ad esplodere in America.
      Grazie ancora per essere passato e alla prossima ^
      ^

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