Howling 3 (1987) Vaffanlupo!

Certi misteri non troveranno mai risposta. Esiste la vite dopo la morte? Siamo soli nell’universo? Possibile che qualcuno abbia davvero consentito al folle Philippe Mora di girare un altro film sui lupi mannari?

«Il dilemma su come qualcuno abbia potuto permettere a Philippe Mora di dirigere un altro seguito di Howling (o un qualsiasi altro film, se per questo) dopo l’incredibilmente inetto Howling II arrovellerà le menti degli studiosi di cinema per i decenni a venire, sebbene la domanda più importante sia se questo nuovo film sia orribile come Howling II

Mi sento di sposare in pieno il modo in cui il “Dr. Cyclops” presenta l’uscita in videocassetta del film, su “Fangoria” del settembre 1988: da notare come la celebre rivista non abbia filato di pezza l’uscita cinematografica del film: come darle torto?

Uno dei tanti nomi dell’abominio

Ad un lettore che gli ha chiesto quale legame unisse mai la saga di Howling, che non sembra avere alcun collegamento né di trame né di personaghi, David McGillivray di “Shivers” (agosto 1992) così risponde:

«L’unico legame è il produttore Steven A. Lane. È lui che ha dato il via al film originale, diretto da Joe Dante nel 1981. Per noiose questioni contrattuali Steven non ha potuto usare gli stessi personaggi, nel terribile primo seguito.»

Se da una parte queste “noiose ragioni contrattuali” ci spiegherebbero perché la trama cambi parecchio registro, dall’altra però non possiamo non notare che nel secondo film viene addirittura mostrata Karen White mannara nella tomba e quasi protagonista della vicenda è suo fratello: diciamo che siamo molto vicini all’usare gli stessi personaggi, visto che di vivo dal primo film era rimasto solo Chris Halloran.
Molto più facile che ad evidenti limiti contrattuali si sia unita la naturale cialtroneria di registi e sceneggiatori improvvisati.

Un giorno dovrà rendere conto di questi crimini contro l’umanità

A sorpresa, è proprio il curatore della rubrica “The Video Eye of Dr. Cyclops” (in cui “Fangoria” presenta le uscite in VHS) a trovare parole tenere per stroncare il film:

«A differenza del predecessore, Howling III è una buona produzione, con effetti speciali passabili e più coerenza, ma fallisce perché manca di messa a fuoco e non si capisce se sia una satira o un film horror. Forse per quando arriverà a Howling XIV Mora avrà finalmente messo a punto il suo stile.»

Decisamente più frizzanti le parole di un lettore che scrive alla rivista nel marzo 1988:

«Dopo aver letto una buona recensione sono andato a vedere Howling III: che pazzo che sono stato! […] È così noioso che a metà proiezione ho iniziato a sghignazzare. Tutta la gente in sala ha iniziato a guardarmi storto, e sarebbe stato imbarazzante… se ci fossero state più di quattro persone a guardare questo stupido film.»

Nel 1994 Joe Queenan, il critico più odiato dalle star hollywoodiane, nel suo saggio If you’re talking to me, your career must be in trouble presenta una personale reinterpretazione di una celebre domanda. Se naufragaste su un’isola deserta e aveste come unico intrattenimento un videoregistratore e una serie di videocassette… con solo terzi episodi di saghe… non sarebbe meglio fissare un’ombra per il resto della vostra vita?

«L’Esorcista III è migliore de L’Esorcista II, così come Lo Squalo 3-D è migliore de Lo Squalo 2: questo non significa che L’Esorcista III e Lo Squalo 3-D non facciano schifo – lo fanno – ma semplicemente che quando parliamo di quanto facciano schifo dobbiamo ricordare che lo fanno un po’ meno dei titoli che li hanno preceduti.»

Queenan – che confessa apertamente di aver toccato il fondo della sua follia il giorno in cui ha scritto che Keanu Reeves sa recitare! – inizia un viaggio d’indagine nei “numeri tre” disponibili alla sua epoca, e sono davvero tanti, facendo notare i temi che sembrano ripetersi in questi film. (Non avevo mai notato come Rocky III e Karate Kid III avessero parecchi punti in comune! «Un italo-americano che non sa recitare né combattere che interpreta un grande campione, ma il cui maestro non vuole più allenare perché si è infiacchito e non può vincere uno sfidante palesemente più in gamba di lui.» Ecco perché nessun attore risponde alle telefonate di Queenan!) Per il giornalista il messaggio di Howling III sembra essere:

«Se lasciamo in pace la comunità dei lupi mannari marsupiali australiani, i suoi membri probabilmente finiranno per fare ciò che la gente normale fa: va a Hollywood per cercare di entrare nell’industria cinematografica.»

Sarà questo il messaggio di Mora?

La comunità di licantropi australiana

Philippe Mora è disperato perché in questo 1987 è morto Andy Warhol, il suo idolo nonché misura di quanto il regista sia parecchi decenni indietro rispetto alla nuova leva di cineasti che sta incantando il mondo. Nella storia viene espressamente citata la cultura pop di Warhol come fossero ancora gli anni Sessanta – infatti i licantropi australiani sono in tutto e per tutto “figli dei fiori” – e non ci sarebbe niente di male se questa roba indescrivibile fosse un film: non lo è.

Possibile non ci fosse un qualsiasi altro attore disponibile?

Il caratterista Barry Otto, che ha votato la propria vita al Riporto e all’essere parodia di se stesso, interpreta il professor Harry Beckmeyer, più che convinto che ci siano licantropi in Siberia e in Australia, e lo sappiamo anche noi visto che Mora pensa bene di mostrarceli entrambi, con scenette che voglio sperare siano volutamente stupide come omaggio alle peggiori comiche della storia. Una specie di viaggio nella cialtroneria come studio antropologico. Altrimenti vorrebbe dire che Mora oltre che essere fra i peggiori registi del mondo è anche tagliato fuori dalla razza umana…

Perché i lupi mannari australiani hanno gli occhi storti?

Mentre il professor Beckmeyer arriva a Sydney, qui un assistente alla regia ferma una ragazza in un parco e la convince a recitare da protagonista nel film che stanno girando nei dintorni della città: sembra il classico adescamento di uno stupratore seriale ma nella testa di Mora non c’è spazio per la malignità, infatti è tutto vero e la protagonista (non ho neanche voglia di cercare il suo nome) diventa star del cinema di serie Z. Che è sempre un milione di anni luce superiore al liquame maleodorante che secerne Mora.

Che sia un’auto-citazione?

Mentre un rotondo regista vanaglorioso e stupidamente affezionato a Warhol – sarà una citazione? – gira la sua porcata – doppia citazione! – intanto la protagonista è scappata dai genitori “figli dei fiori” (leggi: “licantropi”) e la quantità di immondizia che comincia ad accumularsi su schermo raggiunge velocemente livelli insopportabili, mentre tu guardi e ti ripeti come un mantra: “non può essere vero… non può esistere ’sta roba”…

Mora cita il proprio The Beast Within (1982)

Non esistendo alcuna sceneggiatura, non si sa perché d’un tratto la protagonista partorisce un mostriciattolo…

Che teneri i mannari cuccioli…

… che lentamente dal suo ventre va a infilarsi nel suo marsupio. Ah, perché la donna ha un marsupio. In fondo, è australiana, no?

Un film che ti prende alla gola

Nessuna lingua umana ha così tante imprecazioni da poter soddisfare la voglia di distruggere con il napalm questo letame. Purtroppo quello squinternato di Mora è ancora in attività e sta deponendo film dallo sfintere come la Regina Aliena depone uova: per fortuna la maggior parte della sua spazzatura è inedita in Italia, ma per il resto… state in guardia!

Possibile che il successo di Un lupo mannaro americano a Londra (1981) di John Landis abbia distrutto così potentemente la saga di Howling, tanto da farla cadere nell’abisso più immondo? Dalla Universal alla Hemdale è stato un salto enorme verso il basso, ma finire in questa fetente cialtronata vuol dire scavare fino al centro della Terra: cosa ha fatto questa saga per subire un destino così disumano?

L.


Bibliografia

  • Joe Queenan, If you’re talking to me, your career must be in trouble. Movies, mayhem, and malice, 1994
  • David McGillivray, da “Shivers” n. 2 (agosto 1992)
  • The Terror Teletype, da “Fangoria” n. 59 (dicembre 1986)
  • The Video Eye of Dr. Cyclops, Howling III, da “Fangoria” n. 77 (settembre 1988)

– Ultimi post simili:

Informazioni su Lucius Etruscus

Saggista, blogger, scrittore e lettore: cos'altro volete sapere di più? Mi trovate nei principali social forum (tranne facebook) e, se non vi basta, scrivetemi a lucius.etruscus@gmail.com
Questa voce è stata pubblicata in Inediti, Licantropi e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

15 risposte a Howling 3 (1987) Vaffanlupo!

  1. Zio Portillo ha detto:

    Che bel post! Se mai un giorno mi venisse il prurito di recuperare i seguiti di “The Howling” dovrò rileggermi questo speciale e tirarmi due schiaffi per rinsavire.

    Piace a 1 persona

  2. Cassidy ha detto:

    Come al solito ero sul bus intento a leggerti, ho aperto la pagine del Zinefilo, proprio mentre leggevo “Vaffanlupo!” e “The marsupials” in cuffia mi è partito “Licantropo Vegano” degli Elio e le storie tese. Ho riso fortissimo tutto insieme in un colpo solo (Storia vera).

    Joe Queenan però ha ragione, i capitoli tre vivono spesso di confronto diretto con il secondo e “Karate Kid” è “Rocky” in versione per ragazzi, ma lo è sempre stato fin dal primo capitolo 😉

    Parafrasando un vecchio film Italiano: Quando le donne avevano il marsupio. Ora capisco perché di questo terzo film, ricordo solo il senso di fastidio che ho quando lo sento nominare! 😉 Vuoi dirmi che i piani erano quelli di fare un “The Howling IV” ambientato in Alaska?? Per fortuna quel pazzo di Philippe Mora è stato fermato, spero con una pallottola d’argento sparata a bruciapelo! Cheers!

    Piace a 1 persona

    • Lucius Etruscus ha detto:

      Per ora Mora ha abbandonato i licantropi ma è andato a girare un numero impressionante di film, anche famosi: possibile nessuno sia riuscito a fermarlo???

      "Mi piace"

      • Giuseppe ha detto:

        Forse c’è una possibile spiegazione: deve aver pubblicamente minacciato “O mi lasciate continuare a girare un numero impressionante di film, anche famosi, o abbandono tutto e ricomincio con i licantropi: a voi la scelta!”… e chi avrebbe mai più voluto correre il rischio di trovarsi ancora davanti a del letame su pellicola come questo terzo Howling? Fai qualsiasi cosa, Philippe, ma rimani per sempre lontano dai lupi! 😉
        P.S. Un appunto a Joe Queenan su di un terzo capitolo: se davvero pensa che lo Lo Squalo 3-D sia migliore (a qualsiasi titolo, che piaccia o che si limiti solo a fare meno schifo) del secondo, o non l’ha mai visto o non se lo ricorda e, in caso, farebbe bene assai a rinfrescarsi la memoria…

        Piace a 1 persona

      • Lucius Etruscus ha detto:

        Anche definire Howling 3 meglio del 2 è altamente discutibile: a parità di schifezza, almeno il secondo ha Sybil Danning!!!

        "Mi piace"

      • Giuseppe ha detto:

        Vero! 😉

        Piace a 1 persona

  3. Conte Gracula ha detto:

    Ovviamente non c’è nessuna spiegazione al perché i lupi abbiano il marsupio… a parte l’essere mannari australiani, immagino.
    Perché non dargli le ali, a questo punto? The Furious Furry Wereangels!

    Piace a 1 persona

  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Leggendo la rece, mi pare che più di altre volte emerga il tuo profondo sforzo nel parlare di un simile letamaio (visto con dolore qualche annetto fa) tanto che i punti in cui si sente afflato di liberazione sono quelli in cui metti in dubbio (eufemismo 🙂 ) le capacità registiche di Mora! 🙂 🙂 🙂

    Piace a 1 persona

  5. Sam Simon ha detto:

    Ahahhah, sapevo che non era finita con Mora!

    E certo che per votare la propria vita al riporto bisogna essere messi parecchio male… X–D

    Piace a 1 persona

  6. Pingback: Howling 4 (1988) Ritorno al romanzo | Il Zinefilo

  7. Pingback: Howling 7 (1995) New Moon Rising | Il Zinefilo

  8. Pingback: Howling 8 (2011) Reborn | Il Zinefilo

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.