La saga è andata troppo avanti, è troppo innovativa: perché non cominciamo a provare qualcosa di vecchio? Di solito funziona, no?…
Il lettore di “Fangoria” Blayne Turner scrive disperato alla rivista nel dicembre 1990, chiedendo in ginocchio che smettano di produrre seguiti di questa saga mannara.
«The Howling è uno dei migliori film di lupi mannari mai creati, e sono stanco di questi seguiti da due soldi che non hanno nulla a che vedere se non per il titolo. Dopo il quarto film credevo che le cose non potessero andare peggio: il quinto ha provato che mi sbagliavo.»
Steven Lane e Clive Turner invece continuano a voler proseguire con i seguiti mannari, e il consueto Dr. Cyclops ne parla in modo frizzante su “Fangoria” (1990) alla sua uscita in home video:
«Come i precedenti seguiti, anche questo non ha nulla a che vedere né con i romanzi di Brandner né con il film di Joe Dante. Naturalmente legarlo al marchio Howling probabilmente aiuta a vendere meglio che intitolarlo Il Castello del Lupo Mannaro o qualche altro titolo che rifletterebbe meglio sia la storia sia la banalità.»
Il recensore è stato un signore a definire “banale” questo film: servirebbe un dizionario delle parolacce da tutto il mondo per iniziare a descrivere i sentimenti che la visione scatena nello spettatore…
Uscito in home video americano nel febbraio 1990, arriva in Italia solo nell’aprile 1993, quando la Vivivideo lo presenta in VHS con il titolo Howling V. Cambiare casa di distribuzione ad ogni titolo spiega perché questi film siano per lo più ignoti agli italiani, essendo impossibile presentarli in un qualsiasi ciclo omogeneo.
Infatti a parte un passaggio televisivo su un piccolo canale regionale il 15 agosto 1995, non esistono altre notizie italiane. La Eagle Pictures (altra casa ancora) lo porta in DVD dal 2002 con il titolo Howling V. La rinascita.
Solamente nella seconda metà degli anni Novanta ho cominciato a sentir parlare dell’Est Europa come della nuova Mecca del cinema, dove cioè girare a bassissimo costo gli esterni – ma spesso anche gli interni – di film che in patria statunitense costerebbero troppo, e questo grazie all’ingordigia italiana: nei primi Novanta la nostra Cinecittà era tornata ad essere ampiamente utilizzata per i grandi successi americani, ma ovviamente alzare i prezzi fino a farla costare più di Hollywood ha avuto il risultato che ora ci girano i documentari sull’erbaccia…
Invece Romania e Bulgaria sono location ampiamente utilizzate sin dagli anni Ottanta, ma c’è da dire che di solito si tratta di produzioni invisibili ad occhio nudo, i cui film non vede nessuno quindi il “gusto europeo” non entra preponderante nell’immaginario collettivo com’è oggi, in cui la morte del cinema ha fatto sì che la quasi totalità di qualsiasi film è girata in quei posti.
Dopo un’attenta e quasi ossessiva ricerca dei più anonimi, insignificanti e inutili attori su piazza – ricerca che, mi sento di rilo, ha ottenuto esattamente il risultato sperato – ci si ritrova a Budapest, dove per motivi che non mi interessano inizia una cialtronata per cui Clive Turner dovrà rispondere ad un Tribunale Celeste: è inutile che si nasconde dietro palesi falsità come vaghe ispirazioni ai romanzi di Gary Brandner…
Quei pochi recensori che si sono occupati di questa nullità di film hanno riempito le loro recensioni di offese, ma poi hanno citato tutti lo stesso giudizio: il film vuole essere una specie di Dieci piccoli indiani in chiave mannara. Non sono d’accordo, perché se questo fosse vero significherebbe dietro Howling V c’è una qualsiasi intelligenza pseudo-umana, e questo è sconfessato dai fatti: nulla in questo film è umano.
Potremmo essere ancora più ottimisti e pensare che il film sia un omaggio a La notte del licantropo (1974), quello sì tentativo – zoppicante e più che fallito – di rifarsi al canone christiano e addirittura anticipando Invito a cena con delitto (1976). Se il celebre film dell’Amicus mancava totalmente l’obiettivo, con una messa in scena al di sotto di qualsiasi sufficienza, Howling V non ha neanche l’obiettivo: è solo inutile ciarpame.
Il Conte Qualcosa invita una masnada di buffoni a passare una notte al castello (per fare solo quello, eh no, magari!) per scoprire chi di loro è un lupo mannaro, ed esattamente un decimo di secondo dopo aver messo il primo dito del piede nel maniero, tutti i personaggi corrono ad infilarsi in stanze buie e cantine oscure per essere uccisi (giustamente) uno dopo l’altro. Il colpo di scena sarà lo stesso del citato film del 1974…
Con parole in libertà e scene da denuncia penale, il film procede senza MAI mostrare neanche un pelo che possa far pensare ad un lupo mannaro. Alla fine c’è un fotogramma che se fate in tempo a coglierlo potrebbe assomigliare a qualcosa di quel tipo, e poi vediamo una Luna piena. Tutto qua il grado di “mannarità” del film.
L’apice della pellicola si ha nei primissimi minuti, quando l’attricetta – non ho voglia di cercarne il nome – si lamenta di essere sempre chiamata a ricoprire ruoli da oca che dice cose stupide, e confessa che non è affatto facile recitare male. Invece il seguito dimostra l’esatto contrario…
Il bello della saga di Howling è che mi sta facendo rivalutare le saghe sue coetanee: Jason, Myers, Freddy e Pinhead in questi stessi anni stanno dando il peggio di sé, eppure scopro che la stupidità è meglio del nulla totale che traspira da queste stupidate mannare. Quindi, ad essere onesti, un risultato il film lo porta a casa: ti fa riappacificare con la mediocrità, sempre meglio della nullità…
L.
Bibliografia
- Marc Shapiro, The Howling Chronicles, da “GoreZone” n. 19 (autunno 1991)
- The Video Eye of Dr. Cyclops, da “Fangoria” n. 94 (luglio 1990)
- “The Postal Zone”, da “Fangoria” n. 99 (dicembre 1990)
- Howling 8 (2011) Reborn
- Howling 7 (1995) New Moon Rising
- Howling 6 (1991) Mostriciattoli
- Howling 5 (1989) La rinascita
- Howling 4 (1988) Ritorno al romanzo
- Howling 3 (1987) Vaffanlupo!
- Howling 2 (1985) Quella lupa di tua sorella
- Howling 2 (1979) Il romanzo
- [Comics] The Howling (2017) Revenge of the Werewolf Queen
- Howling 1 (1981) Soundtrack
ciao, bell’articolo; credo che farò un articolo di questa lunghezza a settembre: ho finito Scream Queens <3<3<3 bellissimo, te lo consiglio, è estremamente citazionistico^^
prima hai detto di un 10 piccoli indiani col mostro: anni fa ci avevo provato anche io, se vuoi ecco il link 🙂
https://creepypasta.forumcommunity.net/?t=58827447
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Come rifare (male) “La notte del licantropo”, il quarto capitolo ancora lo ricordavo, ma questo proprio zero, cancellato dalla mente, anche se sono certo di averlo visto. D’ora in poi mi terrò a gran distanza da questo capitolo, mi farò bastare la tua recensione, per altro su « una notte al castello (per fare solo quello)» sono scoppiato a ridere (storia vera). Cheers!
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Magari avessero avuto la pensata di omaggiare la grande tradizione italiana di castelli come sfondo per storie boccaccesche 😛
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Da assiduo spettatore delle saghe slasher da te citate a fine rece devo dire che è proprio così: i sequel mannari sono così balordi da lasciarti un ricordo meno negativo (Non esagero con un “positivo” 🤣) dei seguiti di Jason & co. Se poi questo sia un merito lo stabilirà un etereo tribunale della Z 😉😅
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Un giorno tutti gli autori di filmacci di serie Z compariranno davanti ad un Tribunale Celeste – presieduto da Stephen Baldwin! – e dovranno rispondere del loro operato 😀
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Baldwin ❤😅
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Devo ancora leggere il post, ma ci tengo a dirti che già la locandina suscita orrore… per i motivi sbagliati! Il film sarà all’altezza?
Vado a scoprirlo.
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Temo che scoprirai come… sì, è all’altezza! 😀
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Ok, letto. C’è un vecchio gioco di società, poi rivisto in chiave commerciale, in cui uno o più giocatori sono lupi mannari e la notte puntano uno degli altri, che stira le zampe (nella finzione del gioco, ovviamente).
I rimanenti cercano un capro espiatorio da giustiziare, sperando di stendere uno dei lupi.
Si continua finché i lupi muoiono o muoiono tutti gli altri.
Ecco, da come parli del film, sembra la brutta copia di questo gioco XD e dire che la location est-europea, per una volta, sarebbe perfetta per la storia!
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Ma davvero esiste questo gioco?????
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In commercio ce ne sono due versioni, Lupus in tabula e, mi pare, Wherewolf, ciascuno rivisitato e reso un po’ più complesso (ma resta facile facile) ma mi sembra di ricordare che sia un gioco ben più vecchio. Dovrei rivedere l’enciclopedia dei giochi 😉
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Ancora?!?! Pensavo che il IV° capitolo fosse la pietra tombale della saga ma qua stiamo ravanando nel sacco dell’umido. Arrivare a rivalutare le saghe horror parallele significa che questo Howling 5 è qualcosa di indecente.
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Già dal secondo Howling (salvando Sybil Danning!) la saga è crollata nel’indecenza, e andrà sempre peggio… perché siamo lontani dalla vetta!!!
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Ti prego, dimmi che non si va oltre al 5° capitolo, ho un’età, non posso reggere oltre…
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Mi spiace, ti conviene chiudere gli occhi, perché ci sono più capitoli di quanto il buon gusto prevederebbe 😛
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Riassumendo: in questa saga il lupo perde il pelo (i licantropi si vedono sempre meno, per quello che può ancora servire) e i produttori non perdono il vizio di perseverare in questi pessimi sequel… che però hanno il merito (l’unico) di far sembrare un tantino meno pessimi pure i peggiori sequel della concorrenza 😉
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Non avrei saputo dirlo meglio 😛
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Guarda caso, esiste una storia dei fumetti EC che jha nticipato questo film e quello del 1974 di decenni : parlava di dei tizi che naufragano su un isola e uno di loro è un lupo mannaro ; bisogna quindi scoprire chi è , prima che si pappi tutti .
Gli EC erano davvero avanti a tutti ( a meno che non copiassero qualche misconosciuto racconto , visto che molti lo facevano ).
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