Children of the Corn 666 (1999) Il ritorno di Isaac

Che ne sapete voi di un campo di grano, della profezia di un culto pagano e di una sceneggiatura scritta con l’a… Va be’, ci siamo capiti.

La Dimension Films è fuori controllo, i fratelli Weinstein avrebbero bisogno dell’intervento di un bravo esorcista invece sono lasciati liberi di invadere il cinema – già morente – di seguiti indemoniati: Dal tramonto all’alba 2 (1999), Dal tramonto all’alba 3 (1999), e sta per arrivare Il Corvo 3 (2000), Scream 3 (2000), Highlander 4 (2000) e Hellraiser 5 (2000). In mezzo a quest’ammucchiata satanica, serve proprio un po’ di grano.
«Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo» dice Matteo (13,24-30): colui che semina brutti seguiti è Figlio del grano, aggiungo io…

Alla regia arriva la canadese Kari Skogland, autrice prettamente televisiva che però all’epoca ha provato anche a fare qualcosa di diverso, che ovviamente le hanno subito impedito di continuare. La povera Kari fa la fine che nello stesso periodo stanno facendo le registe dei film horror: vengono chiamate a girare robaccia assurda che neanche Colui che Cammina Tra i Filari potrebbe salvare dall’essere fetecchie immonde, e quindi le varie carriere vengono bloccate. Mai una volta che chiamino una donna a girare un blockbuster di sicuro successo, no: solo gli scarti andati a male.

Finalmente è manifesta la natura satanica di questi immondi filmacci

Cercando come sempre di sfruttare il periodo di Halloween, Children of the Corn 666: Isaac’s Return esce in patria americana il 19 ottobre 1999: la Buena Vista aspetta fino al febbraio 2006 per portarlo in DVD italiano, con il titolo Il ritorno di Isaac. La Eagle Pictures lo ristampa dal 2012.

Che c’è di meglio di una vacanza fra i campi di grano?

Una ragazza corre in auto fra i campi di grano, con accanto a lei un giornale dov’è scritto che un pastore pazzo è appena fuggito da un manicomio. Per strada si ferma per dare un passaggio a un pastore con la faccia da pazzo: a questo punto o i pazzi siamo noi, o hanno affidato la sceneggiatura ad un cerebroleso. O forse entrambe le cose: per vedere un film del genere, tanto bene non bisogna stare.
Dato il passaggio al matto, esce fuori che invece è la donna la pazza assassina… Ah no, scusate, questo è il classico colpo di scena dei film scritti bene: non è questo il caso. È solo una scena onirica che ci anticipa quanto scopriremo più avanti: questo film non ha una sceneggiatura, solo muco folle secernuto dalle meningi di John Franklin.

Ah… mi scappa una sceneggiatura!

L’idea ci poteva anche stare, richiamare l’attore del cattivo del primo film e non solo ripescare il suo personaggio – che era morto già due volte! – ma affidargli anche la sceneggiatura dell’intero film. Ripeto, l’idea ci stava bene. Peccato che John Franklin sia palesemente incapace di intendere e di volere e ciò che ha scritto ha valenza in tribunale per un’accusa di violazione dei diritti umani: quelli degli spettatori.
Il ritorno di Isaac non ha alcuna trama, solo una vaga sequenza di scene – anche girate bene, con una buona fotografia – che non hanno alcun legame le une con le altre.

Ma ve al ricordate Nancy Allen? Che brutta fine…

Potreste leggere sulle locandine che Hannah Martin (Natalie Ramsey) torna a Gatlin per sapere cos’è successo lì vent’anni prima e ritrovare la madre, poi la trova immediatamente ma scopre che è la povera Nancy Allen: possibile sia finita così in basso? Poi c’è Stacy Keach che appare e scompare e non si sa chi sia, poi dei ragazzi del luogo che arrivano, si limonano Hannah e se ne vanno. Oh, dite qualcosa anche a noi o dobbiamo immaginarla, la trama?

Ciò che una volta era Stacy Keach

In un’aria da “Twin Peaks” arriva pure il nano che parla strano, cioè Isaac (John Franklin), che fa ancora il Messia di Colui che Cammina Dietro il Grano… aspetta… come “dietro”! Prima era “tra”, poi “oltre”, e ora è “dietro”? Ma sta facendo manovra?
Isaac dice parole in libertà e non è che gli altri facciano meglio. Due pernacchie, un rutto e la sceneggiatura si scrive da sola.

Chiamate David Lynch, che i nani e i matti so’ arrivati!

A questo punto non mi stupisce più che all’epoca non una rivista abbia citato questa roba, quando invece le saghe parimenti cialtrone di Hellraiser, Halloween e via dicendo comunque un servizio lo portavano a casa. Almeno lì erano nomi storici e un merchandising molto attivo: qui c’è solo grano sprecato e gente incapace di fare ciò che fa.
Di questo film abbiamo solo la fedele recensione del Dr. Cyclops di “Fangoria” (gennaio 2000):

«Che vi piaccia o meno, è tempo di tempo di strappare qualche soldo in più da questo franchise inerte. Almeno questa inutile uscita ha avuto il buon senso di collegarsi direttamente al film originale […]. Franklin sembra un Dudley Moore in dopo-sbornia, ma più basso e molto meno spaventoso. […]
La regista Kari Skogland sembra aver puntato sul fatto che un montaggio serrato e inquadrature strane potessero trasformare un copione inetto in qualcosa di anche solo vagamente guardabile. Non è stato così, e il vostro Dottor Cyclops ha guardato l’orologio ogni dieci minuti. (Con un film così misericordiosamente corto, è successo solo otto volte.)»

Chiedendosi se la Dimension abbia dei cloni in cantina da usare come attori, la recensione si chiude “minacciando” che la storia è aperta a futuri seguiti, anche se il povero Dottor Cyclops prega che così non sia. Purtroppo invece sarà proprio così.

Mio Dio… perché tutto questo?

Il destino di Isaac è di morire come un coglione ogni volta che è protagonista di un film: nessuno sceneggiatore è mai riuscito a farlo uscire di scena in modo almeno dignitoso.
Addio Isaac, tu che ora cammini “dietro” il grano: prega per noi, perché la saga va avanti…

L.


Bibliografia

  • The Video Eye of Dr. Cyclops, da “Fangoria” n. 189 (gennaio 2000)

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32 risposte a Children of the Corn 666 (1999) Il ritorno di Isaac

  1. Evit ha detto:

    “«Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo» dice Matteo (13,24-30): colui che semina brutti seguiti è Figlio del grano, aggiungo io…”

    E colui che lo porta in Italia… di chi è figlio lui?

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  2. Austin Dove ha detto:

    Non ha senso: nel primo dicono che uccidono gli adulti per sacrificarli a sto dio, ora il Messia è un adulto?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Una delle tante assurdità di questo sesto episodio è che… non ci sono bambini! Ci sono due ragazzi sui vent’anni e poi tutti ultraquarantenni, se non di più. E non viene data la minima spiegazione, ma in fondo i fratelli Weinstein non hanno mai sentito il bisogno di spiegare la robaccia con cui hanno invaso le videoteche: i loro Hellraiser cambiano totalmente regole ad ogni episodio, ma tanto i fan parlano sempre di mythology

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      • Austin Dove ha detto:

        Fa strano però^^
        Cmq, quando inizi la saga di hatchet? Non è trash non tanto ma ha molti elementi che potrebbero interessarti

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Da tempo vorrei iniziarla perché quel poco che ricordo del primo film mi sembra buono, o almeno mi è rimasto un buon ricordo della visione. (Non riconosco l’etichetta “trash”, soprattutto dopo il 2005 in cui TUTTO il cniema in home video è spazzatura, cambia solo il grado di odore molesto!) E poi ho anche qualche fumetto tratto da quell’universo.
        Però questo dicembre c’è tanto da dire su Rambo e venerdì… comincia un ciclo parecchio grosso. Però tranquillo, Hatchet arriverà sicuramente 😉

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  3. Evit ha detto:

    A questo punto direi che la Dimension Films con questa serie facesse qualche trucco per pagare meno tasse. Film volutamente in perdita per ridurre il quantitativo da dover sborsare al governo a fine anno, non c’è altra spiegazione.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ormai è chiaro, lo do per scontato. Una volta sceso dal baraccone – dove comunque ha mangiato per anni – Doug “Pinhead” Bradley ha usato parole di fuoco per descrivere l’operato dei fratelloni Weinstein.
      Non mi stupisce che uomini d’affari facciano affari, è la natura del gioco, né che i fan bevano tutto a occhi chiusi – sai bene come sono fatti i fan! – ma mi stupisce invece che i registi e i tecnici ingaggiati dalla Dimension credano vagamente di star facendo cinema. Almeno gli attori, intervistati, lo dicono chiaramente che è roba fatta per soldi 😛

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      • Evit ha detto:

        Perché, questa roba ha dei fan???

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Hellraiser ed altre stupidate Dimension Films hanno orde di fan, ovviamene fuori di testa e convinti esista un Canone, invece non ho incontrato prove di un fandom legato a Children of the Corn, anche perché le riviste dell’epoca non ne fanno menzione.
        Di solito gli universi narrativi nascono da un primo episodio di grande successo, mentre il primo Children of the Corn – che al confronto dei seguiti è un capolavoro! – era già stato spernacchiato all’uscita e considerato spazzatura, quindi i suoi “figli” dubito che abbiano chissà che seguito.
        Ma i fratelloni Weinstein non buttano via niente, anzi: proprio per ragioni fiscali, una saga che fa schifo e non fa guadagnare un dollaro è oro colato! 😀

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      • Evit ha detto:

        Immagino che l’idea iniziale era quella di “c’è scritto Stephen King, qualche stronzo se lo vedrà”, quindi c’era l’idea di un mezzuccio per fare soldi, presto diventato un mezzuccio per pagare meno tasse. Maledetti film-mezzucci

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Infatti sulle locandine italiane di tutta la saga campeggia sempre “Stephen King” bello in vista: so’ soldi!!!

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  4. Cassidy ha detto:

    Leggo la prima frase prima del Banner, e già scoppio a ridere in mezzo al bus come tutte le mattine (storia vera). Quanto ci facciamo che hanno messo su un sesto capitolo, solo per poter inserire il 666 nel titolo? Mi sembra la storia della prima bozza per “Halloween 6” che voleva giocarsi la stessa tripletta ma è finito male, inoltre mettersi in scia a “Twin Peaks” uhm brutta mossa. Nancy Allen qui era nella sua fase consumata, roba da disperarsi ricordandola nei film di De Palma! Cheers

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  5. MisterZoro ha detto:

    Rimango sempre contrario all’accanimento terapeutico in tutte le sue forme.
    Questa saga è la prova che ho sempre avuto ragione…

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  6. Conte Gracula ha detto:

    Riguardo a “Colui che cammina” e ai filari, forse vogliono provare tutte le preposizioni, semplici e articolate: il prossimo sarà colui che cammina “sui filari”, o “dai filari”… non avrebbe meno senso dei film 😛

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  7. Willy l'Orbo ha detto:

    Inizio (soprattutto) e fine recensione da applausi scroscianti 👏👏👏
    Tanto che si dimentica quasi la somma si scene senza collegamento, i nani…ma forse li perdono solo perché non l’ho visto!!! 🤣😂

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  8. The Butcher ha detto:

    Titolo stupendo! Pensa se quel 666 stava a significare che questo era il 666° seguito della saga. A questo punto non me ne sorprenderei neanche.

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  9. Celia ha detto:

    Il like ovviamente è partito alla prima frase del post.
    Il resto è sghignazzo libero…

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  10. Zio Portillo ha detto:

    Ciao Lucius e ciao a tutti! Volevo solo dirvi che la puzza di merd@ di questo 666 si sente fino a qua. Ho le finestre spalancate da stamattina ma non se ne vuole andare…

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  11. Giuseppe ha detto:

    Che ne sai tu dei figli del grano
    Han la faccia come il deretano
    Si sta meglio a tenerli lontano
    Tu che ne sai
    Il pubblico in sala seduto gridava “Bastardi!! Per rimborsarci il biglietto
    speriam non sia troppo tardi!”
    Che sequel è
    Che danno è
    Questo grano non ingrana più per me
    Mi fa senso
    Questo penso
    Ma tu che ne sai
    I suoi figli lascio volentieri a te
    Spero solo tu sia furbo e svelto di mano
    Così li puoi far smarrire per sempre in quel cazzo di campo di grano 😜😄

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