Ultimo giorno di settembre, ultimo post del blogtour che non te lo sogni neppure.
Essendo un fenomeno di costume, Rambo ha disseminato rimandi e citazioni ovunque: mi piace presentarne qualcuna a cui sono legato o che ho incontrato cercando materiale per questo blogtour.
Rambambini
Gli anni Ottanta sono stati un decennio maschio con tanto rischio, pieno di storie adulte per giovani sognatori che volevano diventare grandi eroi. Poi però alcune tematiche “adulte” con i Novanta hanno fatto un salto carpiato e sono diventate per bambini: giusto per fare un esempio, le odiose tartarughe che hanno preso il nobile e serio tema dei ninja e l’hanno trasformato in qualcosa di buffonesco per ragazzini.
Lo stesso succederà quando Chirs Columbus alla regia e John Hughes alla sceneggiatura sbancheranno tutto lo sbancabile con Mamma, ho perso l’aereo (Home Alone, 1990): una bambinata in chiave americana che trasforma un serissimo tema a tinte forti in un prodotto per l’infanzia, che purtroppo piace tanto agli adulti.
L’anno precedente in Francia è uscito il vero film, quello duro, spietato, parossistico, assurdo, fosco e pazzo: in una parola, Un minuto a mezzanotte (36.15 code Père Noël, 1989) scritto e diretto da René Manzor.
Visto oggi temo che possa non essere capito, che sembri una versione Z di un film americano, addirittura potrebbe essere usata l’orripilante espressione “Euro Trash”, ma vi posso assicurare che quando nel 1989 giravano i trailer nelle TV italiane… era roba potente.
Thomas (Alain Lalanne) è un Rambambino, il figlio ricco e viziato di una famiglia in crisi – genitori assenti, distratti e tutto il resto – che è appassionato di eroi rambeschi: la fascia che porta in testa è quella di Rambo, la vestizione è quella di Commando e la stella ninja alla cintura completa il trittico. È un figlio degli anni Ottanta, com’eravamo noi giovani spettatori dell’epoca.
Vive in una grande casa più simile ad un castello ottocentesco, e l’ha riempito di armi e tecnologia varia. Non sa che questo Natale sta arrivare uno psicopatico omicida travestito da Babbo Natale… così come quest’ultimo non sa che sta per finire in una guerra che non se la sogna neppure.
In questo Natale rosso sangue, una enorme casa vuota sarà terreno di scontro fra l’eroe rambesco bambino e un Babbo Natale omicida: la guerra finta che il protagonista si divertiva a fare… ora deve diventare reale. Dimenticate le bambinate americane, qui siamo in Francia: ci sarà sangue, violenza e gambe rotte, ci sarà disperazione, azioni al rallentatore, grida e la gente si farà male sul serio. È una favola nera e quindi è parossistica, ma assolutamente reale e geniale. Thomas incarna tutti noi che sognavamo quelle storie di “assedio in casa” che non prevedessero caramelle e bacetti, ma trappole mortali e armi improvvisate.
La crisi della famiglia a cavallo fra ’80 e ’90 è completamente risolta negli anni Duemila: non c’è più la famiglia, fine del problema. Will e Lee sono due bambini lasciati in pratica a sé stessi: il primo vive in una famiglia di quaccheri senza padre e il secondo è uno sbandato in una famiglia di criminali o sedicenti tali. Quest’ultimo ha eletto il fratello maggiore a figura paterna, sebbene sia un emerito buffone, Will invece non ha nessuno, e così…
Un giorno mentre Will duplica delle videocassette per rivenderle (siamo negli anni Ottanta), Will vede per la prima volta il film Rambo (1982) e “capisce”: suo padre è tenuto prigioniero. Suo padre è Rambo!
Son of Rambow (2007) è un classicone moderno di Garth Jennings che purtroppo non promette ciò che mantiene: fa tutto giusto, ma forse sono i tempi o forse è una sceneggiatura non all’altezza che rovina tutto. La scontatezza totale della sceneggiatura, in cui succede sempre e solo ciò che è esattamente ovvio che succeda, rende il film noioso e praticamente immobile nella sua ovvietà. Le belle immagini non salvano una storia banalissima e per lo più parecchio inconcludente.
L’idea è buona ma in pratica è annacquata in un’esecuzione che sembra quasi fare di tutto per NON parlare del figlio di Rambo, malgrado sia il titolo del film. Il sospetto è che il regista avesse in mente una semplicissima storia di formazione giovanile che però – data l’immensa banalità – ha cercato di rendere più succosa inserendo l’idea del protagonista di essere figlio di Rambo, idea però del tutto appiccicata senza molta convinzione. Peccato.
Strambi
Non è facile gestire un’emittente televisiva scalcinata, soprattutto se la tua segretaria e giornalista di punta è Fran Drescher non ancora “La Tata” e il tuo principale programma di intrattenimento è condotto da Michael Richards non ancora il Kramer di “Seinfeld”.
Ma se ti chiami “Weird Al” Yankovic non c’è problema, e il risultato è UHF. I vidioti (1989).
Dire che questo film faccia ridere è un parolone, è un film stupido come solo Yankovic poteva fare, un minestrone di parodie, satira, musica, sketch scemi e via dicendo: ovviamente quando lo vidi in famiglia ci fu parecchio gelo, ma poi rivisto con i compagni di scuola fu molto più divertente.
Vista la data, e vista l’eco mondiale del terzo Rambo, poteva mancare la parodia?
Visto che l’amico Stanley Spadowski era tenuto ostaggio della malavita, che voleva rilevare il canale di successo, il protagonista corre a salvarlo ma la paura lo fa delirare e si immagina un salvataggio alla Rambo: in pochi minuti riesce a spernacchiare i punti salenti dell’intero film di Stallone.
L’urlo alla Rambo fa agitare troppo il protagonista, così comincia a bombardare tutti i monumenti del mondo, dalla Torre Eiffel al Colosseo: una volta Rambo, non si torna indietro!
Delirante e cialtrone, non manca la battuta «Sono il tuo incubo», che Yankovic in originale recita con la perfetta imitazione della voce di Stallone, ovviamente perso nel doppiaggio.
Facciamo un saltino in avanti al 1993, quando un eroe sbaglia a mettersi la fascia in testa…
Hot Shots! 2 (1993) di Jim Abrahams non si discute: si ama a basta. Non foss’altro che la parodia del combattimento che apre Rambo III (1988) è affidata a due titani: l’avversario è il grande James Lew…
… e l’arbitro è il maestro Gerald Okamura, eminenza grigia del cinema marziale americano.
E già che stiamo parodiando una scena ambientata in Thailandia… vogliamo estendere al citazione a Kickboxer (1989), ambientato negli stessi posti?
Il film è una geniale presa in giro dello stile muscolare del decennio appena concluso, e usa Rambo solo come immagine riconoscibile: in realtà è tutto l’action ad essere preso di mira.
Visto che gli eccessi di Charlie Sheen faranno sembrare Rambo una femminuccia, direi che il passaggio del testimone è perfetto!
Autocitazioni
C’era grande emozione in quel 1990 quando uscì in Italia Tango & Cash (1989) di Andrey Konchalovskiy: era il periodo in cui Stallone voleva cambiare carriera e darsi alla commedia. Dopo questo film, seguito da Oscar. Un fidanzato per due figlie (1991) e Fermati, o mamma spara (1992), fu chiaro che non era proprio il caso. Ma già solo il tentativo gli attirò molta attenzione anche da parte di quei giornalisti italiani che di solito lo ignoravano.
Visto che voleva “cambiare pelle”, quale modo migliore per Stallone – notoriamente amante della battuta – se non prendersi un po’ in giro?
Così il suo detective fighetto Raymond Tango, con gli occhialetti da stronzo, ferma un camion su una strada deserta impegnando un gran numero di forze della polizia: non trovando niente di illegale, i poliziotti reagiscono male.
«Abbiamo controllato tutto, stronzo, non c’è niente dentro, e tu sei fuori dal tuo quartiere, bamboccione di città. Voglio il tuo distintivo, voglio la tua pistola e voglio la tua testa. Ma chi cazzo ti credi di essere?»
Un altro poliziotto interviene:
«Be’, lui si crede Rambo.»
Dare del Rambo al poliziotto fighetto Tango è davvero troppo, così lui risponde a tono:
«Rambo… è una pulce!»
Il doppiaggio italiano è gentile, l’originale è più frizzante: «Rambo… is a pussy», è una fighetta. Che detto da un fighetto… ci sta!
Per finire, quando tra un paio di mesi vi troverete a giocare a Tombola, ricordate: appena imbroccate due numeri… gridate “Rambo”!
L.
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Te ne aggiungo uno: “Smettila di fare il Rambo!” da Ritorno al futuro 3. In inglese Marty diceva a Cane pazzo Tannen di smetterla di fare il “jerk” (lo stronzo), in entrambi i casi la battuta fa ridere perché anacronistica. Jerk non si diceva nell’inglese dell’ 1800, così come non esisteva Rambo.
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Grazie della chicca. Di citazioni e rimandi ne esistono a secchiate, ne ho messa giusto qualcuna a cui ero affezionato 😛
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E, oltre all’autocitazione in Tango & Cash, ci metterei anche la citazione in Beverly Hills Cop 2, dove John Ashton apostrofa il super-armato collega Judge Reinhold con un “Ma chi sei? Il figlio di Rambo?” 😀
Quanto a Un minuto a mezzanotte, non c’è niente che non funzioni a dovere in quel film così “diversamente e spietatamente natalizio”, solo credo anch’io che oggi manchi del tutto (o quasi) un pubblico ancora capace di capirlo. E, di questo passo, si assottiglierà sempre più pure il pubblico che si ricordi – apprezzandone, di conseguenza, il saperne riderci sopra- del genere parodiato in UHF. I vidioti e (molto meglio) in Hot Shots 2…
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Malgardo da ragazzo mi sia piaciuto il primo, gli altri Beverly Hills Cop non li considero. Il secondo mi annoiò a morte – a parte ovviamente la Brigittona – e il terzo l’ho odiato a morte. Quindi non ricordo neanche le parti buone 😛
Oggi il genere parodia è incarnato dai vari “X Movie”, cioè raccolte di traballanti sketch messi insieme da una trama vaga e amalgamati alla bell’e meglio. Il problema è che sono parodie di eventi così piccoli e locali che perde il senso stesso di “parodia”: è come se facessi un film dove faccio la parodia del mio vicino di casa…
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Sì, la dimensione attuale della “parodia” ormai è proprio quella…
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Mi dispiace che Son of Rambow non ti sia piaciuto.
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Le premesse erano ottime e il regista è molto bravo, ma la sceneggiatura secondo me non è mai riuscita a sollevarsi: avrei capito partire dall’ovvio e scontato per poi sorprendere, ma rimanere sull’ovvio e scontato è stato deludente.
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Va bene ho capito… volevi che il bambino scatenasse una guerra che non se la sognavano nemmeno 😂😂
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ahahah sarebbe stata una idea 😀
Scherzi a parte, l’inventarsi un padre immaginario – in mancanza di una figura paterna sostitutiva – è sempre un buon soggetto, e immaginare di essere il figlio di Rambo è una bella idea, così come il filmino casalingo, però poi serve un’esecuzione, una sceneggiatura, e lì è caduto tutto. Il rapporto fra i tantissimi (troppi) personaggi non viene mai spiegato se non lasciato intuire, lo schema classico da “romanzo di formanzione” è zoppicante perché non c’è altra formazione se non le riprese di un filmino, l’ovvio rapporto fra i due giovani protagonista è appunto ovvio, quindi lo sceneggiatore è assente: come a dire, “tanto lo sapete come va in questi casi, no?”
Alla fin fine Rambo non c’entra nulla, qualsiasi altro personaggio andava bene perché l’idea del padre assente non ha alcun valore nella sceneggiatura. Con altri equilibri e con un bravo sceneggiatore – e magari un po’ meno personaggi di quella giungla di tipi strani – sarebbe stato un gioiellino di film.
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Molto d’accordo, “Un minuto a mezzanotte” è stato ingiustamente dimenticato, o per lo meno, ricordato solo da quelli che lo hanno visto (troppo pochi). “Son of Rambow” ho iniziato a guardarlo l’altra settimana con la Wing-Woman, ma aveva i sottotitoli a caso, quindi ho dovuto desistere, ma tornerò alla carica perché mi ispira. “Hot Shots!” è leggenda, non si discute, mentre il film con “Weird Al” Yankovic me lo ricordo abbastanza bene, deve averlo incrociato in un passaggio tv, probabilmente una sola volta. Ricordo che non mi fece proprio impazzire, anche se alcune trovate visive (tipo la scena di cui hai inserito la foto, quella con l’arco) mi erano piaciute, dovrei provare a rivederlo, forse oggi l’umorismo scemo di “Weird Al” sarebbe più vicino alla mia scemenza 😉
Per dirla alla Rambo, questo Blogtour è «Missione. Compiuta.», anche se penso che avremmo ancora per giorni degli echi, ci ritroveremo a sbraitare «Non è finito niente, niente!» 😉 Cheers
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ahahah sarebbe il modo perfetto di recensire il quinto Rambo, quando sarà: pensavate che il blogtour fosse finito? Invece non è finito niente, niente! 😀
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Amore eterno e non intaccabile per lo spassosissimo Hot Shots! 2, uno tra i film andati a memoria durnte l’infanzia e l’adolescenza (ovviamente assieme a tutta la combriccola Zucker/Abraham/Zucker: ogni scena, ogni battuta, niente aveva più segreti, eppure ed ogni visione si ride ancora di gusto nonostante tutto.
Intramontabile cazzata del cuore ❤
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Condivido! Io ho adorato anche il primo, ma il secondo con la parodia rambesca era assolutamente irresistibile ^_^
All’epoca i trailer andavano a getto continuo, e a forza di vederli li sapevo a memoria, sia del primo che del secondo 😛
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Buono anche il primo, ma per trovate e ritmo il secondo gioca veramente in una categoria superiore.
Mi sono fatto intere visioni concentrando l’attenzione solamente sulle “seconde linee”, su sketch che avvengono sullo sfondo durante l’azione principale, è un film letteralmente infarcito…basta, ho una bruschetta nell’occhio (dal ridere)
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E’ vero, lo stile Abrams & C. prevedeva sequenze ricchissime, dove bisognava tenere d’occhio ogni singola comparsa 😛
Che tempi…
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Il film francese va visto!!
Ovviamente sotto Natale 😉
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Sì, il perfetto film di Natale, con tanti cattivi sentimenti 😛
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Ennesimo viaggio compiuto grazie a un blogtour che ad ogni “curva” riserva sempre emozioni a profusione, quest’oggi ci siamo dimenati tra spunti filmici (recupererò Un minuto a mezzanotte che mi pare si trovi anche su youtube), citazioni, risate, prodotti opinabili, ironiche autocitazioni…e alla fine resta la sensazione di quanto sia bello il mondo, anzi, i mondi che ci apre il cinema! 🙂
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Sottolineo “che ci apriva”, purtroppo è un verbo da usare al passato. Quella roba che è oggi il cinema serve al massimo a farci venire in mente bei ricordi, di quando il cinema serviva a questo: a sognare. Oggi sono solo echi di sogni lontani, remake-prequel-sequel-reboot di roba del passato che non ha niente da dire, non dice niente, lo dice male, e dura uno o due giorni. Mentre si riaggancia a qualcosa che durerà per sempre e vive di luce riflessa.
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Hai ragione ma la luce riflessa o il ricordo è pur sempre meglio del buio totale. E tra le pieghe dei riflessi trovo ancora tanti stimoli e qualche sogno. Scusa per la vena poetica 🙂
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Il film francese me lo sono perso ma mi sa che merita un recupero.
Gli st-Rambi invece li ho visti a getto continuo dal film di Yankovic (dimenticabile…) al capolavoro che risponde al nome di “Hot Shots 2”. Devastante! Ogni singola scena è una parodia di un film famoso. Ah, bei tempi quando pure per fare le parodie bisognava aver studiato (bene!) e non bastava buttare sequenze sceme alla c@zzo.
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Parole sante! ^_^
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Pingback: Rambo – Un blogtour che non ve lo sognate | Il Zinefilo
Mitico Weird Al, idolo della mia infanzia! 😁
Guardavo Fat a ripetizione quando lo passavano su uno dei primi canali di video musicali, prima di Mtv, credo fosse proprio Video Music.
Quei muscoli finti fanno impressione!
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Yankovic è un genio assoluto, impazzivo per i suoi videoclip e li riguardo sempre, ogni volta che mi capitano. Per fortuna su YouTube ce ne sono tantissimi, di quelli storici come, da “Like a Surgeon” a “Smells like a Nirvana”, fino a produzioni più recenti come “Amish Paradise”.
VideoMusic era grandissima, la seguivo da almeno il 1987 e registravo – su VHS e musicassetta – tutti i video che mi piacevano: erano le mie personali compilation!
La prima volta che ho visto “Fat” credo di essere svenuto dal ridere 😀
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Hot Shot 2 la ritengo la migliore parodia di Rambo e del cinema action in assoluto.
Probabilmente anche migliore del primo film della saga Hot Shot
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