Doom (2019) Annihilation

Arriva alla fine (per ora) la lunga e dura strada fuori da Doom.

Siamo giunti all’ultima parte di questo lungo viaggio. O almeno lungo per me, che dall’agosto scorso mi sto leggendo romanzi di Doom, sfogliando riviste di videogiochi e guardando gameplay su YouTube, scoprendo che niente eguaglia le emozioni del videogioco del 1994: all’epoca era unico, oggi è uno dei tanti.
Stesso discorso vale per i film fanta-horror-action sfornati in home video dalle casupole americane e girati nell’est Europa: escono a getto continuo, è difficile ricordarli dopo un minuto dalla visione, non hanno niente di speciale… Ma forse stavolta c’è un’eccezione…

Sorpresa sorpresa: un po’ di sana cazzutaggine in video!

All’incirca a metà settembre, quando ho scoperto l’imminente uscita di un nuovo film di Doom, i nomi del cast che ho letto erano quasi tutti slavi, infatti definivo la produzione “una bulgarata”. Dopo il 1° ottobre 2019, quando cioè il film è arrivato nel circuito dell’home video, curiosamente tutti i nomi slavi sono scomparsi, sostituiti da nomi palesemente anglofoni. Forse i nomi che c’erano prima erano semplice comparse? O magari ora sono tutti pseudonimi? Non si sa, ma curiosamente i titoli di testa del film sono pieni di nomi ammericani, quelli di coda… tutti slavi!

Una casa marziana!

Chi segue questo blog ben conosce la Universal 1440 Entertainment, la sezione della Universal Pictures che si occupa della spazzatura: minuscoli e infinitesimali filmacci quasi sempre legati a marchi già esistenti. Da Il Re Scorpione 3 (2012) la casa ha iniziato ad occuparsi di quei filmacci che la Universal non voleva toccare neanche con un bastone, producendo per lo più sequel a profusione: proprio dal mondo dei seguiti di Death Race proviene Tony Giglio.
Sono lontani i tempi in cui dirigeva film vagamente ambiziosi come U-429. Senza via di fuga (2004), dal 2010 è entrato nella parte oscura della Z, scrivendo (il comunque apprezzabile) Death Race 2 e rimanendo a farsi l’intera saga, prendendosi una pausa giusto per S.W.A.T. Under Siege (2017), altro marchio sforna-seguiti.

La Universal 1440 gli dà carta bianca e tutti i soldi del Monopoli che vuole, per questo Doom: Annaialèscion!

Il film che doveva uscire nel 2005

Come si spiega che fra i produttori risultino Lorenzo di Bonaventura e John Wells, cioè quelli che nel 2005 avevano prodotto il disastro totale del Doom con The Rock? Allora sono recidivi!
A pensar male (che di solito ci si azzecca) si potrebbe dire che i due, abituati ormai a produrre filmoni costosissimi, preferiscono buttar via qualche spicciolo piuttosto che scoprire che il nuovo Doom ha guadagnato senza di loro.
A pensar bene (e a rimanere ottimisti) si potrebbe dire che stavolta la sceneggiatura prometteva dannatamente meglio che in quella robaccia del 2005.

Che facciamo, ci buttiamo nel teletrasporto della produzione cinematografica?

Giglio sa benissimo come sia totalmente cambiato il cinema dal 2005 ad oggi, come sia morto e trasformato in uno zombie proprio come se ne vedono in Doom, quindi sa regolarsi di conseguenza: non ha senso scrivere una sceneggiatura-bomba, fedele al gioco, e poi cambiarla quaranta volte perché non ci sono soldi per farla. Molto meglio chiedere “Quanti soldi abbiamo? Due dollari? Bene: scriverò una sceneggiatura da due dollari”. E poi farlo sul serio.
Doom: Annihilation è un film palesemente minuscolo perché non ci sono soldi neanche per la locandina – particolarmente brutta – e quindi a sorpresa se la cava molto meglio della maggior parte dei film simili, perché è onesto e cerca l’intrattenimento sfruttando quel pochissimo che ha a disposizione.

La base su Phobos è fatta tutta coi Lego!

Scoperti in Arizona e su Phobos i Cancelli (Gates), cioè i soliti telestrasporti misteriosi, gli scienziati della UAC li studiano per trent’anni prima di provare a farci passare qualcuno… che diventa subito un mostro. La UAC vorrebbe chiudere tutto ma un personaggio preso paro paro dal gioco – il dottor Malcolm Betruger (Dominic Mafham) – si impunta e passa lui stesso attraverso il teletrasporto. Salta la luce e non sappiamo più cosa succeda.
Passiamo così in modalità Aliens, e non è un modo di dire: il primo terzo di questo film è palesemente ricopiato sul film di James Cameron, senza alcun tentativo di mascherarlo.

Dici che si capisce da quale film stiamo citando?

A bordo della Nola arrivano su Phobos gli UAC Marines Special Ops (leggi: “Colonial Marines”) con lo scienziato Bennett Stone (Luke Allen-Gale) al seguito (leggi: “Carter Burke”). La squadra è guidata da un superiore palesemente odiato da tutti, e l’effetto Gorman dà adito alla prima scelta azzeccata di sceneggiatura.

Colonial Marines con tanto di Burke!

Non so se Giglio si sia ispirato al romanzo del 1995 o semplicemente stia continuando a citare Aliens, ma decide che vuole una donna forte protagonista: il tenente Joan Dark, perfettamente interpretato da Amy Manson.
Una curiosità. L’attrice britannica nell’episodio 5×01 (2015) della serie “Once Upon a Time” interpreta l’arciera Merida, proveniente dal film d’animazione Brave. Ribelle (2012) della Disney-Pixar. Diciamo che è abituata a donne toste!

Amy Manson in “Once Upon a Time” (5×01) fa Merida della Disney

Quando inizia la storia, la squadra di soldati neanche rivolge la parola alla donna, che in una precedente missione ha fatto un casino e ha provocato la fuga del peggior terrorista vivente. Quindi abbiamo rispettato l’assunto di tutti i Doom, cioè il protagonista che arriva su Phobos perché ha fatto casini sulla Terra, ma stavolta l’episodio non è celebrativo: il protagonista non ha salvato innocenti disobbedendo ad un ordine ingiusto, ha palesemente toppato e tutti lo odiano.
Amy Manson è perfetta nell’interpretare Joan Dark, una soldatessa che si mostra sempre dura ma porta scritto negli occhi l’umiliazione e la vergogna degli errori commessi.

Rendere il marine donna: finalmente una buona idea!

Giunti su Phobos ed esaurito l’Effetto Hadley’s Hope – cioè la perlustrazione di ambienti deserti e pieni di insidie, con tanto di recupero di Newt nella forma di una giovane dottoressa – il film cambia totalmente registro: l’arrivo degli zombie ci fa cadere tutti nel solito remake di Resident Evil (2002), e la grintosa soldatessa Carley Corbin ricopia le gesta di Michelle Rodriguez in quel primo devastante film.
Tra parentesi, il personaggio è interpretato dall’attrice-modella-cantante danese Nina Bergman, che sicuramente meritava molto più spazio nella vicenda: già solo perché la Bergman ha posato per il poster di Call of Duty 4!

Rapida e inutile citazione del fucile a doppia canna di Doom II

Se quei due stuntman che interpretano un esercito di zombie sono l’aspetto peggiore del film, almeno ci regalano qualche ghiotta scena d’azione. Non so se anche in questo caso il cast abbia studiato tecniche militari per settimane, buttando soldi nel cesso, ma l’azione è ottima e soprattutto verosimile: non serve che sia “vera”, basta che sia divertente.
La nostra Joan Dark brilla su tutti, con scene d’azione degne di un videogioco e al momento di crisi… trova pure una motosega! Cos’altro vogliamo di più?

Tenente Dark, il caso Doom è tuo!

L’arrivo di nuovi personaggi inutili – tipo il cappellano Glover (Louis Mandylor) che è davvero di un’inutilità disarmante – infiacchisce tutto, così come la trovata di fare delle entità infernali in pratica degli Ingegneri alla Ridley Scott, rifacendosi a roba già vista mille volte e parecchio inflazionata: sono scesi sulla Terra settemila anni fa per insegnarci a scrivere e a far di conto, poi se ne sono andati. Ora vogliono ciò che è loro, cioè la Terra.

Oh, che volete da un film direct-to-video?

Visto che parliamo di creature con artigli, che gridano tutto il tempo, mi è difficile pensare a loro come letterati e matematici, ma va be’: Giglio doveva buttarla un po’ in caciara ma per fortuna quella è la parte secondaria della storia. Solo riempitivo in attesa di trovare il Big Fucking Gun.

Ora cominciamo a ragionare…

Una curiosità. Tutti i membri della squadra muoiono perché rimangono a corto di munizioni, e qui scatta la domanda: perché i loro fucili sparano solo due colpi e mezzo e poi non hanno altri caricatori? Portarsi qualche pallottola in più, no?
Invece il BFG-9000 può sparare per sempre senza mai bisogno di ricaricare. Diciamo che è un po’ sbilanciato l’aspetto delle armi…

Mi sa che ora comincia davvero il film!

Con in mano il BFG, la Dark diventa la vera eroina di Doom, e l’essere interpretata da un’attrice palesemente non palestrata né “dura” migliora la situazione, la rende più umana e più vulnerabile. La trama degli alieni sumeri che ora hanno bisogno del teletrasporto lascia il tempo che trova, perché il resto del film merita solo per vedere la Dark sterminare mostri.

Coraggio, Sumeri: insegnatemi la matematica!

Oh, quando dico “mostri” forse esagero: a parte un paio di tizi vestiti da zombie e un tizio con un costume gommoso da imp (o supposto tale) non c’è molto altro. Giusto nella scena che si svolge nel “mondo natale” dei mostri (o quello che cacchio è) si vede un uso sconsiderato di computer graphic casalinga per fare mostri improponibili.

Se questo è il mondo dei mostri, capisco perché vogliano la Terra

Ma, come dicevo, Giglio sa che non ci sono soldi per i mostri del videogioco quindi non ci prova nemmeno a metterli in campo: si fa bastare una tuta gommosa e via così. La storia alla fin fine non ne soffre.

Gli imp combattono con le infiammazioni gastriche!

Non stiamo parlando di un filmone, ma per lo standard della Universal 1440 – cioè la cialtronata che ti dà mal di testa – devo sottolineare il buon risultato: almeno la visione è divertente e la protagonista azzeccatissima, e questo è molto di più di quanto offrano in media i film del Duemila!
Non so quanto sia costato, ma è la prova che non sono i soldi a fare un film: probabilmente il budget di Doom: Annihilation corrisponde allo stipendio di The Rock nel 2005, magari anche meno, ma è divertente e tanto basta.

I’m a Big Fucking Girl in a Big Fucking Doom

Ah, visto che si lascia la porta aperta ad eventuali seguiti, non rilassatevi troppo con la fine di questo viaggio: la strada fuori dall’Inferno può continuare!

L.

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22 risposte a Doom (2019) Annihilation

  1. Cassidy ha detto:

    Arrgh! Non posso leggerti, contavo di vedere questo film stasera, ieri mi sono rivisto quello con The Rock, aizzato dal tuo post. Quindi ci rivediamo presto 😉 Cheers!

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  2. Austin Dove ha detto:

    Sembra interessante come opera derivativa^^

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  3. Conte Gracula ha detto:

    Quindi siamo nell’ambito della cazzatona divertente, anziché in quello della cazzatona e basta 😛
    È già un progresso.
    Non vado matto per i film molto sbilanciati sull’azione, ma sono sicuramente meglio delle trame complicate che, scritte o revisionate da persone poco capaci, finiscono per essere dei colabrodo rattoppati col fan service 😦

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non parlerei proprio di così tanta azione, direi anzi che l’equilibrio forse ricalca il precedente film, con una piccola differenza: le parti parlate sono migliori, le parti d’azione sono migliori, i personaggi sono migliori, tutto è migliore 😛
      Oddi, ci voleva davvero poco ad essere meglio del Doom del 2005, ma era facile anche essere peggio, per una produzione Universal 1440: a sorpresa invece è qualcosina carina.

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  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Già l’avrei voluto vedere se ne avessi detto peste e corna…poi così, quando mi dici che nel suo piccolo diverte ed intrattiene (e ci sono chicchine gustose)…mi fai crescere una gran voglia!
    Spero lo doppino in italiano il prima possibile ma non so se sia una speranza vana…quando sai qualcosa, ti scongiuro, dammi buone nuove! 🙂

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  5. Zio Portillo ha detto:

    C’hai 10$? Tiè, beccati il film c@zzone ma divertente da 10$. Non ti frego soldi, ma ti dò un onesto prodotto del valore di 10$ che però ti fa divertire. C’hai 60mln di dollari? Tiè, beccati sta merd@ fumante spacciata per filmone! Oh, ti aggiungo pure gli attoroni, che vuoi di più? Non ti lamenterai mica?
    Qualcosa non torna…

    San Blum, raccatta i tuoi soliti 5mln puliti puliti e ridai dignità pure a DOOM che se la merita.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahah non so di che film si tratti ed onestamente spero di non beccarlo mai 😀

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      • wwayne ha detto:

        Allora mi sa che il titolo di questo filmaccio non salterà mai fuori. Grazie per la risposta! 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        La trama è un canone, una “romeo-e-giuliettata” in salsa pseudo-fanta-romance. Ricordo una recente versione con il ragazzo nato e cresciuto in una stazione spaziale che non potrebbe vivere sulla Terra ma ovviamente per amore ci prova. Al genere romance piace da morire l’amore contrastato, e la deriva “fanta” usa incredibili stratagemmi perché uno dei due amanti abbia qualcosa di fuori dal normale che impedisca l’amore. Ma nulla potrà impedire l’ammmmòre 😀

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  6. Giuseppe ha detto:

    Ah, adesso un titolo della Universal 1440 Entertainment riesce ad essere pure divertente? Cos’è, mi starai mica diventando un sentimentale? 😛 E va bene, niente veri demoni neppure stavolta (e forse non è un male neppure stavolta), ma per gli alieni sumeri con un debole per le armi da due colpi e mezzo posso pure chiudere un occhio: l’altro lo terrò aperto per vedere il film (appena lo trovo in qualità decente) 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Eh, con la vecchiaia mi faccio più tenero 😀
      Disprezzando profondamente la Universal 1440 e il suo stile ero già pronto a spernacchiare questo film fino alla disidratazione, invece mi sono ritrovato a gustarmi la visione: siamo sempre nella Z più Z, ma una protagonista apprezzabile, buone scene d’azione e un fucilone gagliardone per me rendono il film meritevole di visione. Che è più di quanto possa dire di qualsiasi altro film della casa 😀

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  7. Il Moro ha detto:

    “niente eguaglia le emozioni del videogioco del 1994: all’epoca era unico, oggi è uno dei tanti.”
    In questa frase c’è una grande verità applicabile al videogioco come al cinema e a qualsiasi altro media, ed è quello che sta alla base dell'”effetto nostalgia” che tanto ci sta ammorbando negli ultimi anni con la riproposizione di tutto quanto andava negli anni ’80. All’epoca usciva un bel film all’anno, ovvio che tutti lo amassero, oggi escono un mucchio di film in più, e quelli veramente belli si devono confrontare con un livello medio diverso.
    Manco sapevo dell’esistenza di questo film, lieto di sapere comunque che il franchise di Doom non ha prodotto solo porcherie al cinema!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Era anche un periodo che premiava i pionieri: oggi è obbligatorio andare sul sicuro quindi si ripropongono sempre le stesse cose sperando che chi le ha comprate le ricompri. Difficile che con questo sistema nasca qualcosa di “innovativo” com’è stato Wolf3D/Doom.
      Il videogioco del 2004 e del 2016 mi sembra identico a qualsiasi altro gioco dello stesso genere, mentre Wolf3D/Doom lo riconoscevi a chilometri, ed erano gli altri a doversi rifare al suo stile.

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  8. Pietro Sabatelli ha detto:

    Che poi dico io, le cose o si fanno bene oppure non farlo affatto…come in questo caso…

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