L’agente speciale Sam Turgenson dell’FBI (Alan Fawcett) sta inseguendo Vincent Moretti, il teste chiave contro un cartello della droga, che gode della protezione dell’agenzia federale: peccato che non voglia più questa protezione, e stia scappando.
Dopo un rocambolesco inseguimento, gli agenti di Turgenson lo acciuffano… però questo Moretti ha qualcosa di strano…
… infatti è il nostro svedesone preferito!
Per sfuggire all’FBI Moretti ha ingaggiato un ex agente cacciato a pedate dal bureau, un cane sciolto di nome Jason Price: Dolph Lundgren nostro, gagliardo e tosto.
Un modo splendido di iniziare Hidden Agenda di Marc S. Grenier, presentato al Festival di Cannes il 13 maggio 2001 e uscito negli Stati Uniti il 26 febbraio 2002 direttamente in video.
Trasmesso da Rai2 nella prima serata di giovedì 29 maggio 2003 con il titolo Identità ad alto rischio, non sono noti altri passaggi in TV: con lo stesso titolo esce in VHS e DVD Eagle Pictures nell’aprile 2002.
Il film è disponibile su Prime Video.
Price è un agente freelance che si vende al miglior offerente, che segue le proprie regole ma che soprattutto… ama la ristorazione! Quando non gira l’America a risolvere problemi infatti lo trovate nel suo ristorantino “Breezes” a Snug Harbor, Chesapeake Bay (Maryland).
Lo vediamo aggirarsi fra i tavoli nel suo completo sciccoso, a fumare sigari e lanciare sorrisi a tutti: questo è il Dolph che ci piace.
In realtà Price è stato un pezzo super-grosso della protezione testimoni, e grazie alle risorse dell’NSI ha creato un sistema chiamato Daedalus, appunto un labirinto di informazioni che rimbalzano e permettono a spie e testimoni di sparire nel nulla senza che i cattivi possano trovarli. Tutto questo però Price l’ha creato prima della caduta del Muro di Berlino, dopo di che si è messo in proprio usando Daedalus solo per i suoi clienti paganti.
Parte una trama inutilmente arzigogolata che sta lì solo a far girare i protagonisti vari posti sparsi per il Paese, perché sono ancora anni in cui il cinema di cassetta cerca di sembrare più grande di quello che è: la spy story classica prevede che l’eroe passi da un posto all’altro e qui si rispetta il copione. Ma per fortuna poi Dolph mena pure, che è quello che vogliamo vedergli fare.
La noiosissima e intricatissima trama spy girerebbe su un fattore principale. Il gruppo Icarus (che mica ho capito che cacchio è) manda un assassino chiamato il liquidatore (The Cleaner) a far fuori un cliente di Price e Price stesso rischia grosso: quando dal nulla sbuca fuori Renee Brooks (Maxim Roy) e puzza lontano un miglio, comincia un gioco pericoloso: saprà Price resistere alla voglia di spupazzarsi la donna, con il rischio che sia un’assassina?
La prima volta che ho visto il film è stato nel novembre 2012, e a sette anni di distanza il giudizio si è un po’ abbassato: ricordavo un film divertente e piacevole ma devo ricredermi.
Il problema è che la trama punta troppo su una immotivatamente intricata spy story alternata da tante ottime scene d’azione: se l’action è ancora ghiotta, l’esagerato intrigo di personaggi, nomi, spie e spiate ammazza ogni piacere nella visione.
In fondo alla sceneggiatura c’è Les Weldon che ha appena firmato quel crimine al buon gusto dal titolo The Replicant (2001) con Van Damme, per il quale ha scritto anche quell’altra inutile stupidata di The Order (2001). Per fortuna poi si è buttato sugli squali, prima con Raging Sharks (2005) poi con il capolavoro di ignominia Shark in Venice (2008).
Uno sceneggiatore insomma che non vorreste mai vedere scritto nei titoli di testa, al servizio di un regista che passava di lì: il mestiere di entrambi in realtà è quello di produttori, ma ogni tanto si divertono a fare filmacci. E il risultato si vede.
Le parti ottime del film sono quelle in cui Dolph gigioneggia e si diverte un mondo, fuma il suo sigaro, fa la facciuzza mollicona alla co-protagonista oppure mena la gente, che è sempre il suo ambiente naturale. Il problema è che sono tutti aspetti minori della storia, prevalentemente incentrata sull’intrigo di spie e con secchiate di personaggi che entrano ed escono con gran fastidio.
Andrebbe visto in ogni caso perché Dolph è sempre Dolph, ma una trama pretenziosa rovina parecchio una visione che invece poteva essere divertente.
L.
– Ultimi post con Dolph Lundgren:
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- Hard Night Falling (2019) Auguri, Dolph Lundgren!
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Pensa te… Il 29 maggio 2003 compivo 24 anni e probabilmente mi stavo ammazzando da qualche parte per festeggiare. Ripensando a quel periodo (e a con chi stavo!) avrei fatto meglio a passarlo a casa con Dolph che fa la spia piaciona con la mano “de fero o de piuma” a seconda di chi si trovava di fronte.
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Ogni compleanno passato con Dolph vale doppio 😀
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Tipo i cani che ogni anno loro equivale a 7 nostri?
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ahah, uno dei pochi casi di un film d’azzzione con troppa trama!
Dolph capellone è da svenimento
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Vero che è il look giusto per lui? 😀
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Mi ha ricordato un film con Mario Tessuto che guardavo ieri sera…anche se forse è più stile Mal dei Primitives.
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Dolph che fa il verso al suo rivale, il ristoratore Rocky vale mille punti! Troppe svolte e arzigogoli, quando hai Dolph non serve altro 😉 Cheers
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Non me lo ricordo, potrei averlo visto e averne cancellato traccia? Lo so, tu non puoi rispondere alla domanda ma la delusione “dei particolari secondari” emersa alla tua seconda visione mi fa propendere per il fondato sospetto. Comunque approfondirò la questione perché, come da te sottolineato, Dolph è sempre Dolph e una visione primigenia (qualora assente) la meriterebbe a prescindere! 🙂
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Fammi sapere, sai che i soci del Dolph Fan Club sono sempre ben curati ^_^
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Ma il Dedalus è robaccia informatica? No, perché dopo vent’anni, che sia ancora funzionale se gestito e aggiornato dal suo autore e basta, è utopia – mentre il travestimento di Dolph è distopia, sembra uscito da Non è un paese per vecchi XD
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La trama è troppo vasta per spiegare i singoli particolari: è tutto lasciato alla tua immaginazione! 😀
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Allora mi immagino pure il resto del film e non lo guardo XD
Scherzi a parte, i pretesti usati per le “trame” dovrebbero essere un po’ più curati. O più semplici.
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Ma è incredibile, se non mi avessi detto che era Dolph sotto quel travestimento riuscitissimo io non l’avrei mai riconosciuto! 😀
In effetti quel tal Dedalus, le piacionerie al ristorante e le scene d’azione mi ricordano anche qualcosa, ma è troppo poco per dire se l’abbia poi davvero visto in quel maggio del 2003…
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Dolph: Master of Disguise! 😀
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