Charles Band e la sua Full Moon Entertainment non vuole certo raffreddare l’entusiasmo dei suoi fan per la saga Trancers, così continua a sfornare seguiti a testa bassa.
Stavolta però fa un passo indietro e lascia tutto nelle mani di C. Courtney Joyner, sceneggiatore del pessimo Prison (1987) e dell’ottimo Classe 1999 (1990): sarà una buona scelta, visto che dal punto di vista della regia è un esordiente totale?
Trancers III Deth Lives arriva nelle videoteche americane nell’ottobre 1992, mentre nel giugno 1993 la Video Arcadia lo porta in VHS italiana dal titolo Il potere della mente. Ogni riferimento al fatto di essere il terzo titolo di una saga è assente dalla locandina.
«Il mio nome è Jack Deth, e sono un cacciatore di trènsers». Il doppiaggio italiano stavolta ha fatto i compiti e sono tornati i Trancers del titolo. E lo spiegone iniziale oltre a riassumere i precedenti film ci racconta qualcosa di nuovo: recuperando l’idea nata nel cortometraggio del 1988, Jack Deth ora ha aperto un’agenzia investigativa a Los Angeles, quindi c’è speranza che questo film abbia addirittura una buona trama. Ovviamente una speranza vana…
Con una sorta di macchina del tempo ad autotrasporto arriva intanto in città una facciona da mostrone, una sorta di Terminator che cerca Jack Deth e, recuperatolo, lo riporta nella Los Angeles del 2352.
Qui viene portato al cospetto del primo ufficiale Harris (Stephen Macht) che gli spiega la situazione: i Trancers hanno sterminato un milione di soldati e la guerra va male.
Già che c’è gli presenta anche il colonnello Alice Stillwell (Megan Ward), cioè la prima moglie di Deth prima che questi si rinnamorasse nella Los Angeles del passato: per fortuna il personaggio è minore, perché è doppiato da mani in faccia. E pensare che quando il 10 febbraio scorso Rai4 ha trasmesso Summer of ’84 (2018) la Rete è esplosa di indignazione per il doppiaggio non all’altezza: mi sa che non sono abituati ai film doppiati direttamente per l’home video…
Ormai non sembra esserci più speranza di vincere la guerra contro i Trancers, quindi Deth dovrà tornare nella Los Angeles del 2005 e spazzare via il colonnello Daddy Muthuh (quella faccia da cattivo di Andrew Robinson) e il suo esercito di Trancers in continua crescita.
Perché non tornare invece qualche anno prima ed evitare che nasca, questo esercito? Boh, sottigliezze del viaggio nel tempo…
Sotto gli occhi del mondo sta nascendo un esercito di mostri ma nessuno se ne accorge, perché tutto è messo a tacere: l’unica giornalista coraggiosa che denuncia Muthuh è la nostra Leena (Helen Hunt).
L’incontro fra Leena e Deth è di quelli tristi. Sia perché nella vicenda lui è scomparso nel nulla e lei, dopo il dolore, si è dovuta rifare una vita, sia perché nel frattempo l’attrice ha iniziato a lavorare in TV con film seri, con ogni tanto qualche apparizione di buona qualità al cinema. Ma soprattutto il 23 settembre 1992, un mese prima che esca Trancers III, Helen Hunt e il comico Paul Reiser vanno in onda con il primo episodio di una serie di enorme successo, “Innamorati pazzi”.
Helen Hunt è appena diventata una stella e non ha più tempo per le cialtronate di Charles Band: il suo piccolo ruolo in Trancers III è solo il bacio d’addio ad un personaggio che comunque le ha donato molta visibilità.
Lo strappo fra il momento toccante e il ritorno nella mediocrità più cialtronesca fa male, davvero male. Ritrovarsi in un filmaccio di cattivi che vogliono conquistare il mondo e buoni che si muovono come nelle comiche di inizio Novecento è davvero spiazzante.
Il ritmo e lo stile del primo film l’hanno reso immediatamente un classico, stando alle dichiarazioni dell’epoca che ho trovato, ma poi il secondo titolo cambia stile e diventa quasi una parodia. Forse per cercare di riaggiustare il tiro, quello che Charles Band nel suo “Full Moon VideoZone” (serie di speciali per gli iscritti al Fan Club della casa) chiama «il terzo episodio della trilogia di Jack Deth» cambia di nuovo stile, e rifacendosi a tematiche da Terminator mette in campo l’emozione di vedere i propri cari morire e il peso della responsabilità su un suolo uomo.
Tutto questo funziona fino solo all’inizio, però, perché poi la Z si impossessa del film e una valanga di personaggi buffoneschi – recitati male e doppiati peggio – distrugge tutto e si finisce a fare gara di rutti.
Il colonnello “papà mamma” (quello infatti è il suono del nome Daddy Muthuh) è una barzelletta che vanifica ogni briciolo di serietà della storia, quando invece le premesse erano altre: a parte McNulty – l’unico grande assente del film – tutti gli altri personaggi tornano a salutare quella che è nata come una trilogia, e torna persino la corvette rossa!
Visto poi che Jack Deth nasce come una sorta di Bogart del futuro, ci sta tutto il finale con la quasi-citazione da Casablanca, «Questa sarà l’inizio di una grande avventura… o no?» Tutto però cozza con un gusto terrificante, che ammazza ogni atmosfera.
Per lasciare un finale aperto, Jack Deth e sua moglie Alice sono pronti a nuove avventure nel tempo, con l’aiuto dell’androide Shark (interpretato dall’enorme R.A. Mihailoff, abituato ai “terzi film” visto che è stato Leatherface in Non aprite quella porta 3): ma sarà così?
Lo scopriremo fra una settimana.
L.
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Parli spesso di film e cicli che non ho mai visto, ma qui siamo addirittura sul “non l’ho mai sentito”.
Clamoroso, visto che il genere rientra (in linea teorica) tra quelli di mio interesse.
Certo che, se non guardo le immagini, mi sembra che tu stia descrivendo un episodio apocrifo e poco divertente di Una pallottola spuntata…
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Tutta questa cura nel doppiaggio, per poi fare uscire il film con un titolo degno di un thriller da pomeriggio di Canale 5, mai capito il perché, e che fatica capire che era il terzo “Trancers”, solo la presenza Tim Thomerson era l’indizio chiave, in compenso per i capitili successivi sono riusciti a fare ancora più casino con i titoli italiani, ma questo è un salto nel tempo buono per la prossima settimana 😉 Sullo sbuccia-mela sono morto dal ridere, mentre American Gladiators era la vera misura dei telespettatori di fine anni ’80, la lotta con i cotton fioc giocanti non si dimentica. Cheers!
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ahahah è vero, sono dei grandi cotton fioc spacciati per armi micidiali 😀 Ricordo che tipo Italia1 provò a portare in Italia American Gladiators ma riuscii a vederne solo qualche minuto 😛
Peccato che una saga con un primo episodio così divertente sia scesa così in basso: e siamo solo al terzo titolo!
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Io lo guardavo spesso, ne sono arrivati un tot di episodi.
I cotton fioc sono sicuramente il simbolo di quel programma.
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Appunto! E quindi, con l’affetto che nonostante tutto riservo ancora a questa saga, ti chiedo: sei davvero sicuro di voler scoprire cosa succede nel quarto? 😛
Peccato, però: Tim Thomerson aveva il physique du rôle adatto alla bisogna e, con una maggiore cura, gli si sarebbe persino potuta cucire addosso una discreta serie fantascientifica a basso budget…
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Il problema è che lo stile narrativo è sceso drammaticamente, fino a diventare parodia di un filmaccio di serie Z. Se hanno continuato a sfornare seguiti evidentemente c’era un ritorno di pubblico, ma trovo triste che giocare con i temi della serie A si sia trasformato nel giocare con i temi della serie Z, con sceneggiature semper più deliranti e con trovate stupide. Ho MOLTA paura di ciò che mi attende…
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Andrew Robinson!!!!! Nel 1992 era finito così in basso? :–(
Meno male poi ci ha regalato il miglior personaggio di tutti gli Star Trek mai esistiti: Garak, il “sarto” di Deep Space Nine!
Però almeno è passato dalla bonazza in questo film…
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Ho visto pochissimo DSN, non sapevo che Robinson vi avesse brillato: addirittura un personaggio così buono? Mi toccherà recuperarlo 😉
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Per me DS9 è la serie migliore di Star Trek, e Garak il suo personaggio più bello!
Come con tutte le serie di Star Trek tranne TOS, devi aspettare la terza stagione prima che ingrani la marcia, ma quando lo fa. .. Inarrivabile!
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Come, non conosci il suo Garak? Ma è OVVIO che ti toccherà recuperarlo! 😉
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…e alla fine di un film non indimenticabile emerge il il trend topic del momento…il doppiaggio di Summer of 84! Mi aspetto che di qui a poco la gente scenda in piazza per cotanto argomento! 🙂 🙂 🙂
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E’ una cosa che davvero mi lascia di stucco e di gesso: si sono accorti oggi che fuori dalla serie A esiste il pessimo doppiaggio… ma dov’erano fino a ieri? 😀
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Han visto un brutto mondo…il mondo senza Z! 🙂
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Ma guarda che mi hai fatto venire una voglia di vedere sti trènsers che non ti dico!
La faccia di Jack Deth ha un che di ammaliante.
Me lo ricordo Innamorati pazzi! mi piaceva moltissimo anche la siglia, mi metteva allegria.
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Il Jack Deth di Thomerson è un personaggione, con una innegabile carica di simpatia nel suo atteggiarsi a Bogart del futuro. Certo, la freschezza e genialità del primo film è ormai un lontano ricordo, ma di sicuro Jack è l’anima di questi seguiti.
Sai che recentemente i due attori hanno detto che potrebbero tornare a fare una stagione di “Innamorati pazzi”? 😛
Peccato sia ormai scomparso dall’Italia, era una serie davvero divertente e ben scritta, a quanto ricordo.
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