Lovecraft 2020 – Blogtour

Nell’agosto del 1890 nasceva Howard Phillips Lovecraft, destinato ad una vita non facile e ad un successo che definire postumo è riduttivo: per festeggiare i 130 anni dello scrittore di Providence, questo agosto – a blog unificati – cercherò di lasciarmi contaminare il più possibile dai media che hanno usato temi lovecraftiani.

Da domani, qui di seguito appariranno in costante aggiornamento post tematici provenienti dai miei vari blog: una pagina riassuntiva che vi invito a visitare per tutto agosto. Non so quanto materiale riuscirò a tirare fuori, ma di sicuro sarà un bel viaggio.


Film

La città dei mostri (The Haunted Palace, 1963)
di Roger Corman
con Vincent Price e Lon Chaney jr.

Primo film a portare su grande schermo alcune tematiche storiche di Lovecraft – il Necronomicon, i Grandi Antichi, il personaggio di Charles Dexter Ward – mascherando tutto come fosse di Edgar Allan Poe, autore quotatissimo all’epoca al contrario di H.P.L., del tutto ignoto al pubblico generico. È intrigante vedere concretizzati i vari concetti lovecraftiani, ma onestamente il film in sé ha una trama un po’ miserella per risultare soddisfacente.

La morte dall’occhio di cristallo (Die, Monster, Die!, 1965) di Daniel Haller
con Nick Adams e Boris Karloff
Il film si limita a togliere da Lovecraft tutti quegli elementi che probabilmente non sembravano adatti al cinema, senza però sostituirli con altro, quindi abbiamo una trama che forse sarebbe bastata per una delle serie del mistero per cui in effetti lo sceneggiatore scriveva, ma non per un film. Il protagonista si limita a passare il tempo girando per casa, giardino e serra alla ricerca di risposte che rimarranno alla fantasia dello spettatore.

La porta sbarrata (The Shuttered Room, 1967)
di David Greene
con Gig Young, Carol Lynley e Oliver Reed

Usare un falso Lovecraft e scrollarne via ogni pur vago riferimento al vero Lovecraft la dice lunga sull’interesse generato da questo autore ancora nel 1967, e di come sia improponibile agli spettatori.
Eppure la londinese Panther proprio in quegli anni Sessanta aveva iniziato a portare nelle librerie britanniche i suoi racconti, ma come sempre lettori e spettatori parlano linguaggi diversi.

La vergine di Dunwich (The Dunwich Horror, 1970)
di Daniel Haller
con Sandra Dee, Dean Stockwell e Ed Begley

The Dunwich Horror è il film che chiude le porte del cinema a Lovecraft: ci si è provato, ma è andata male. Da questo momento il nome di HPL spunterà in qualche produzione televisiva e nei film horror italiani a cavallo fra Settanta e Ottanta, tutti rivalutati in seguito ma comunque ben poco lovecraftiani, e in pratica dovranno passare quindici anni prima che Lovecraft torni in vita al cinema.

L’isola degli uomini pesce (1979)
di Sergio Martino
con Barbara Bach, Claudio Cassinelli e Richard Johnson

Il fatto che esattamente un anno prima de L’isola degli uomini pesce sia uscito in Italia L’isola del dottor Moreau (1977) la dice lunga sulla fonte primaria d’ispirazione.
Martino e Frugoni se ne fregano di qualsiasi logica narrativa, stanno solo lì a buttare sullo schermo atmosfere prese di qua e di là giusto per saziare la fame di orrore fantastico del pubblico: un impasto di Wells, una passata di Lovecraft, una spolverata di paganesimo, una bonazza bianca, una bonazza nera e il piatto è servito.

Necronomicon (1993) inedito in Italia
di Brian Yuzna, Christophe Gans e Shûsuke Kaneko
Jeffrey Combs, Richard Lynch e David Warner

I temi affrontati dai tre racconti erano ampiamente inflazionati, nel 1993, quindi sarebbe stato necessario una maggiore dose di coraggio nel trattarli in maniere più fresche invece di cambiare le parole per dire le stesse cose vecchie di quarant’anni. In un momento come i primi Novanta in cui l’horror è il “genere principe” dell’intrattenimento, dove eserciti di autori si stanno avventando nel rielaborare un numero straordinariamente esiguo di temi, Friedman e gli altri avrebbero dovuto osare di più che presentare una minestra fredda: fatta con ottimi ingredienti, questo sì, ma sempre minestra fredda rimane.


Fumetti

Dampyr: andarsene a fare in Cthulhu (2020)
Schema ragionato degli elementi lovecraftiani-chambersiani in vent’anni di fumetti di Dampyr.

Ogni mio proposito di scrivere un pezzo serio su questo viaggio verso Carcosa è crollato sotto il peso dell’Elenco del Telefono di Cthulhu, e sì che ci ho provato di cuore: l’evoluzione che ha subìto la testata mi ha reso impossibile mantenere qualsiasi proposito. Odiando il genere fantasy, ma soprattutto la lievitazione dei personaggi all’infinito, questa saga ventennale non fa per me.

Call of Wonderland (2012)
di Dan Wickline, Matt Triano e Nacho Arranz

La giovane Julie Sands si reca in biblioteca per le sue ricerche in merito ad una tesina su Lovecraft, ma stavolta trova ad attenderla una nuova bibliotecaria che le consegna un diario personale di Lovecraft finora sconosciuto, che inizia dal 20 agosto 1907. Giorno del 17° compleanno dello scrittore.
Non conoscendo la saga non so bene quale sia il suo stile, a giudicare solo da questa storia mi sembra tutto confusionario e buttato un po’ via a casaccio, ma comunque l’idea del diario inedito di Lovecraft è ghiotta e l’azione va giù liscia con piacere.

It Looks Back (2018) Lovecraft Noir
di JSB

Senza alcun indugio veniamo gettati nella Chicago del 1927, in una notte oscura in cui conosciamo l’investigatore privato Brennan “Sully” O’Sullivan.
Una storia fulminante e fantastica, con disegni incredibilmente essenziali quando non proprio simbolici, pura passione per Lovecraft ma soprattutto per il genere horror con la voglia di giocarci, più che parlare seriamente. Una lettura appassionante e divertente: questo viaggio non fa che regalarmi grandi chicche.

Broken Moon (2016) A Lovecraft World
di Philip Kim e Nat Jones

È un mondo oscuro, si intuisce un’umanità imbarbarita e si parla di bunker. Le strade sono piene di mostri e dal mare fuoriescono i kraken. Non è un bel mondo.
È un’umanità in cui ci sono i pescatori che vivono di stenti, capitanati da Korbin, e i motociclisti che depredano e vivono da barbari, capitanati da Lorren. Non un bel mondo dove crescere un bambino.
Una storia perfetta, appassionante, divertente, epica e dalle proporzioni titaniche, il tutto disegnato da applauso. Cosa si può volere di più da un fumetto?

Zorro vs Cthulhu (2019)
di Jason Pell e Puis Calzada

«Mgepog ng nafl. Mgeph’lloig ng…» La sacerdotessa ha mal di pancia o sta invocando i Grandi Antichi: opto per la seconda ipotesi.
Deliziosa stupidata divertentissima, puro intrattenimento che lascia la credibilità sullo zerbino ed entra in casa solo per fare caciara. Zorro che cavalca Cthulhu volante è pura gioia per gli occhi, simbolo di un tipo di narrativa pensata per intrattenere più che per venerare gli Antichi.
Spero di cuore che i Grandi Antichi tornino a visitare l’universo di Zorro, e a proposito: buoni cento anni di vita al personaggio!

North 40 (2009)
di Aaron Williams e Fiona Staples

Nella provincia profonda nessuno può sentirti urlare, e questa storia è appunto ambientata nella più sperduta provincia americana: lì dove risiede il cuore di tenebra della narrativa horror di ogni epoca e autore.
Per cercare di risvegliare una ragazza dal suo torpore e conquistare il suo interesse, il giovane impacciato Robert si fa arrivare alla biblioteca locale un antico grimorio dall’aspetto più che intrigante: un manoscritto pieno di formule e diagrammi… chi non si risveglierebbe dal torpore per questo?


Libri

Le montagne della follia (Oscar Fantastica 2019)
a cura di Giuseppe Lippi

Antartide, ultimo inesplorato luogo della Terra. Una spedizione di studiosi guidati dal professor Lake in viaggio verso il Polo Sud fa una scoperta sensazionale: ai piedi di una catena montuosa di ciclopiche dimensioni, sepolti in una caverna nel ghiaccio, giacciono degli esseri mostruosi. Ma i ricercatori hanno appena il tempo di avvisare del loro ritrovamento il campo base che le comunicazioni si interrompono. Una seconda spedizione inviata in aiuto troverà solo i cadaveri degli scienziati e dei cani. Delle strane creature nessuna traccia. Cos’è successo?

Cthulhu. I racconti del mito (Mondadori 2019)
a cura di Giuseppe Lippi
A ottant’anni dalla morte di Lovecraft, le sue famose storie dell’orrore, in particolare quelle del raccapricciante “mito di Cthulhu”, continuano a far discutere gli appassionati, incerti se collocarle nella categoria del fantastico più originale o delle cronache di un possibile domani, di un oggi “laterale” in cui antichi misteri si aprono come crepe nel tessuto della realtà. Questo ricco volume costituisce la più esauriente vetrina italiana dei mostri di Lovecraft, con i racconti e i romanzi che ne hanno decretato il successo in ogni parte del mondo.

Sherlock Holmes vs Cthulhu: The Adventure of the Innsmouth Mutations (2019)
di Lois H. Gresh

I professori Fitzgerald e Moriarty viaggiano fino ad Innsmouth, la roccaforte del Culto degli Antichi Dei. Holmes e Watson li seguono attraverso l’oceano e scoprono un piano diabolico per evocare gli Antichi e portarli nel nostro mondo, così da liberare un’energia maligna che annienterebbe l’umanità.
In un’epica battaglia della logica contro la forza, Holmes dovrà sconfiggere Cthulhu e rinchiuderlo nella sua oscura dimensione.


Locandine italiane d’annata

La città dei mostri (1963)

La morte dall’occhio di cristallo (1965)

La porta sbarrata (1967)

La creatura (1988)


Varie ed eventuali

Cthulhu il grande (2015)

Incredibile serie di miniature pubblicizzate dal mensile per fumettari “Previews” (agosto 2015) dedicate a Cthulhu, la divinità oscura creata da Howard Phillips Lovecraft.


L.

Informazioni su Lucius Etruscus

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21 risposte a Lovecraft 2020 – Blogtour

  1. Daniele Artioli ha detto:

    Bellissima idea, lo seguirò sicuramente! Tra l’altro di materiale sicuramente non n emanca, visto che i temi e le suggestioni di Lovecraft sono stati recuperati in moltissime opere in praticamente tutti i media. Proprio qualche giorno fa ho visto The Void, ad esempio, che nel minestrone di influenze che ha raccolto ha anche una nota di orrore cosmico alla Lovecraft.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Le atmosfere di Lovecraft sono ovunque, soprattutto nelle opere non legate a lui: quelle “ufficiali” sono rarissime e spesso non lasciano il segno. E’ un autore strano, che ha generato solo totale indifferenza fino agli anni Settanta, poi è diventato unico andando all’eccesso opposto: non sembrano esistere altri autori!
      Così si tende ad attribuire a Lovecraft anche ciò che lui ha derivato da altri, facendolo creatore di cose che lui ha semplicemente raccontato: vite aliene giunte dalle stelle, piramidi, popoli antidiluviani, tutta roba che nell’Ottocento già piegava le librerie degli appassionati, eppure sembra che abbia inventato tutto HPL: questo sarà anche un viaggio destrutturante, spero 😛

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  2. Cassidy ha detto:

    Sarà un agosto bollente! Super iniziativa ma anche super lavoro, il materiale da cui pescare di certo non mancherà 😉 Cheers

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  3. armiere guns ha detto:

    bella idea bravo bravo….

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  4. Sam Simon ha detto:

    Splendido!!! Non vedo l’ora di fare questo viaggio con te!

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  9. Willy l'Orbo ha detto:

    Visto che si parla di un autore che mi piace assai…allaccio le cinture per un viaggio entusiasmante! 🙂

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  10. SAM ha detto:

    Di fumetti su Lovecraft ne hanno fatti a bizzeffe, alcun pubblicati di recente anche in italia.
    Tra i cartoni ti consiglio un episodio della seconda serie dei DSigimon (!) che a sopresa, pesca piene mani , dichiaratamente da Chtulu ( protagonisti:fari, nebbie , Chtulu e una razza di uomini pesce che vuole una ragazzina come partoriente di una nuova razza!)

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