China Salesman (2017) Contratto mortale

Quando Willy l’Orbo ti consiglia un film, è una cosa seria. Perché Willy l’Orbo… c’ha occhio! (non ho resistito…)
Scherzi a parte, il nostro Willy mi ha informato dell’uscita in lingua italiana (Koch Media, maggio 2019) dell’ennesima roba di Seagal, che per l’occasione si scontra con Tyson: e Alien vs Predator muto!

I cinesi di quest’epoca sono gli unici al mondo ad avere i soldi – quelli veri, non le chiacchiere digitali – eppure servono almeno dieci case per sovvenzionare questo filmucolo: ma quanti soldi hanno chiesto i due noti protagonisti?
Così la prima metà di China Salesman se ne passa ad elencare i marchi e i loghi delle infinite case e produttori che hanno messo soldi in questo roba, che però sembra girata da un tubista nella propria cantina.

Quello che inizia è il solito prodotto cinese moderno: un’opera di becera propaganda politica che si prefigge di superare qualsiasi altra propaganda politica mai esistita prima. E nessuno può fargliene una colpa: siamo cresciuti con la propaganda politica americana che si andava a sostituire alla propaganda politica fascista: anche se parliamo di dilettanti, in confronto ai cinesi.
In Occidente sono considerati grandi fighi Mel Gibson, per cui uccidere gli infedeli è giusto, e Frank Miller, per cui morire per la patria è giusto: come faccio a criticare i cinesi, che qui addirittura parlano di pace e sperano in un futuro di amicizia e collaborazione?

Sono alle strette, e posso sollevare un’unica obiezione: una delle più note opere di propaganda nazista, Olympia (1938), può vantare una qualità artistica a cui nessuna propaganda non-nazista è mai riuscita ad arrivare. Diciamo che le propagande successive sono così impegnate nello spingere gli spettatori a morire che si scordano di curare anche la qualità dell’opera in sé. Se proprio devo subire, preferirei Hero (2002): bieca propaganda politica, ma un grande capolavoro di film.

Il vuoto con la propaganda intorno

Chiusa la parentesi politica, non rimane altro. China Salesman è il classico prodotto cinese, dove tutti i gwailo (diavoli bianchi) ce l’hanno con loro e li trattano a pesci in faccia, ma loro a capo chino lavorano duro e alla fine vincono. I neri invece sono più simpatici, perché in fondo i cinesi si sentono i neri del mondo e la storia purtroppo dà ragione loro: come sono stati trattati dagli occidentali dall’Ottocento in poi in fondo giustifica ogni acredine nei nostri confronti.

No, proprio nessuna propaganda, tranquilli: giusto una sgommatina…

La vicenda si svolge in Africa, continente molto ambito dai cinesi e si parla di telefonia mobile, anche qui “roba cinese” per eccellenza. Il protagonista vive una tipica storia cinese con una trama che servirebbero venti film occidentali per raccontare, con una media di 3.500 cambi di direzione della storia, dai cinque ai diecimila colpi di scena, una rosa di tematiche che vanno dalla denuncia della mutilazione genitale femminile al problema del proibizionismo, una trama impossibile da seguire perché è come se avessero condensato millemila pagine di Guerra e Pace in un volantino, e alla fine si entra in coma da iper-trama.

Alla seconda ora di scorrimento dei titoli di coda più lunghi della storia – ma quant’è costato ’sto film, dieci miliardi? – ci si risveglia e ci si pone una fatale domanda: ma Seagal e Tyson?

Non ce la faccio, non ce la posso fare…

Da sempre gli asiatici adorano i lottatori occidentali grossi e che fanno facce buffe. Steven Seagal quando ancora era vivo ha partecipato ad un’operazione simile con Clementine (2004), insopportabile drammone mariomerolesco coreano dove appare per qualche minuto. Qui è la stessa cosa: replicando la vuota nullità che impone a tutte le centinaia di suoi film, appare qua e là a fare niente.

Molto più attivo Mike Tyson, che interpreta un discendente delle tribù di Mbuto (o così mi sembra di capire) che vuole riportare all’antico splendore il suo popolo guerriero… o qualche stupidata simile, non ha proprio importanza.
All’inizio del film i due si menano dando triste spettacolo di sé: sembrano due vecchi che litigano al parco, con tanto di manine agitate in aria.

Tyson, l’ultimo degli Mmmmmmmmmbuti!

Mentre Tyson ha ancora tracce di vita in corpo, e lo scontro con i buttafuori è intrigante – ammazza che pagnotte che tira! – quando poi deve affrontare il più morto dei viventi tutto crolla. Basta un sopracciglio di Tyson per vaporizzare Seagal, o quella forma pizzettosa che assomiglia a lui, quindi è impossibile credere sul serio che basti agitare le solite manine in aria per fermare i pugni di Tyson.
La scena è triste e non sono riuscito a catturare un solo fotogramma: il montaggio serrato e l’uso di almeno dieci stuntman per far finta che Seagal sia vivo rendono impossibile ritrarre la sequenza.

Non c’è altro da dire se non che ci sono nuovi motivi per stare lontani dai film di Seagal, in quanto hanno raggiunto nuove vette di inguardabilità grazie al gusto cinese: per fortuna i suoi più grandi fan sono fermi agli anni Novanta.

L.

amazon– Ultimi film con Seagal:

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24 risposte a China Salesman (2017) Contratto mortale

  1. Evit ha detto:

    Questa è da non leggere a letto se un’altra persona ti dorme accanto. Ho dovuto far finta di avere problemi alla prostata e sono andato in bagno a finire di leggermela così potevo ridere quanto volevo.

    Ma davvero appaiono pochissimo? Questa idea di Tyson vs. Seagal buttata così in pochi minuti del film?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      La deriva cinese di Seagal sta aprendo nuovi universi di orrore: quando si pensa di aver toccato il fondo, ci si accorge che si era ancora in cima! 😀
      Seagal vs Tyson si svolge nei primi minuti di film, giusto a sbrigare questa pratica di cui gli autori sono poco convinti, poi ci si può dedicare alla super-trama del protagonista cinese.

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      • Evit ha detto:

        NUOOOOOOOOOOOO queste sì che sono fregature! Potremmo pensare ad un inganno ma secondo me i cinesi dopo una maratona di film anni ’90 di Seagal hanno detto “ti immagini questo contro Tyson?” “Nooo, che idea. Chiamiamoli!” Arrivati sul set sono apparsi subito chiari i limiti e i avranno pensato che dovevano inventarsi qualcos’altro. Così hanno preso il primo copione di propaganda a caso e hanno continuato con quello

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Temo che solo i fan italiani siano rimasti fermi ai Novanta, i cinesi conoscono il Seagal dei Duemila, sia perché i protagonisti sono tutti giovani sia perché già lavorano con lui. (Che sicuramente non ricorderà loro il suo addestramento giapponese, per evitare di scatenare razzismi 😛 )
        Con “Ip Man 3” Tyson è stato sdoganato in Asia e mi stupisce non abbia lavorato molto di più, come di solito fanno i forzuti occidentali nei film di Hong Kong.
        Dopo aver “affrontato” Steve Austin e Van Dam (occhio alla grafia!), Seagal è abituato ad apparire ogni tanto con qualche nome noto in locandina, ma lo sanno tutti che è una truffa: è come per i film di Bruce Lee degli anni Settanta 😀

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      • Evit ha detto:

        Ammazza, truffe in stile anni ’70 sul nome di Seagal vuol dire essere… non alla frutta ma all’ammazzacaffè!

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  2. Cassidy ha detto:

    Non riesco più a vederli questi film Cinesi, la propaganda mi aggredisce, fanno sembrare “Rocky IV” un film morigerato! Tutte le case di produzione con i loro soldi, hanno dovuto pagare i mille vizi da divi di quei due, mi sembra il classico film dove la parte interessante, sono le storie dal set, ma in Cina forse non sono trapelate neanche quelle 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Infatti il messaggio di propaganda sarebbe il meno, se però poi intorno ci fosse un film che meriti di essere visto. E non è questo il caso.
      Sarebbe bello se trapelassero notizie sul costoso mantenimento dei due corpulenti protagonisti della locandina (non certo del film), che di sicuro non pasteggiavano a ciotole di riso 😀

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  3. Sam Simon ha detto:

    Seagal quando ancora era vivo… Epico! X–D

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  4. Kukuviza ha detto:

    Mettere Tyson davanti al povero Steven vuol dire proprio volergli male. Ma perché a sto punto non gli fanno fare ruoli da mente? Oppure da lottatore mentale dotato di psicoforza, che trasforma in trensers tutti quanti? Oppure visto che hanno i miliardi da spendere, che lo rendano in digitale quando devono fare le scene da menare.

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  5. Zio Portillo ha detto:

    In attesa di rivedere Iron Mike su ring (12/09/2020), mi gusto i suoi workout. A 53 anni il fisico è ancora discretamente asciutto e può essere tirato con una dieta adeguata poche settimane prima dell’incontro. Quello che sorprende è la velocità con cui muove i colpi e la potenza che esprimono quando vanno a segno contro il povero sparring. Pensando a come ha vissuto e a come non si è allenato per anni, la memoria muscolare delle sue fibre è qualcosa di incredibile.

    Fatta sta premessa, l’idea di mettere Tyson contro Seagal potrebbe essere stata buona. Peccato che il film se la giochi in locandina e basta…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      In effetti all’inizio, quando Mike butta giù gli sgherri di Seagal, anche se sta fingendo riesce ad emanare una potenza che ti spettina attraverso lo schermo! In “Ip Man 3” è ancora meglio, ed anzi tanto di cappello davanti ad un atleta che si ritrova a fingere con grande bravura dei colpi che invece è abituato di solito a portare a segno sul serio.
      Quelli che sin dagli anni Novanta dicevano “quel lottatore è bravo, sa fare sul serio quelle cose” non riuscivano ad apprezzare la bravura che ci vuole per saper fingere: non è detto che un atleta sappia tirare per finta colpi che di solito tira sul serio. Cito spesso Don “The Dragon” Wilson proprio perché è un vero campione del ring che però in video tirava dei colpetti ridicoli che sembravano mosci. Tyson nei film dove appare mena come un fabbro e non dà mai l’idea di star fingendo, cosa che invece sta facendo. Di nuovo, tanto di cappello!

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      • Giuseppe ha detto:

        Eh, Tyson per queste cose ha di sicuro buon occhio. Sono i suoi avversari, semmai, a dover sperare di non avere anche un buon ORECCHIO (battuttaccia scontata) 😛
        Seagal, invece, riesce di suo a dare sempre nuove e più basse sfumature alla parola “inguardabile” e uno scontro con Iron Mike non aveva proprio senso dall’inizio, né qui né altrove… a questo punto è quasi meglio la propaganda.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Infatti è a quella che gli autori si dedicano, sbrigata la scena “acchiappa-visite” dello scontro dei due occidentali, del tutto inutile ai fini della trama.

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  6. Willy l'Orbo ha detto:

    Prima di capire la portata della mia segnalazione (e quindi…se c’ho occhio! Ahhahahah!) me lo sono voluto vedere. Col senno di poi ho capito che era una forma di penitenza per la segnalazione suddetta 🙂
    Tuttavia, ci sono alcune cose davvero inenarrabilmente inenarrabili in questo film che credo uno le debba vedere per comprendere l’abisso (e farsi qualche grassa risata tra enormi ronfate).
    Lo scontro iniziale Tyson-Seagal (la controfigura via) mi ha fatto schiantare: dalla motivazione (bevi o non bevi? Allora bevi il piscio!) ai rallenty più inguardabili di sempre, dai pugni di Tyson che spaccano tavoli, colonne, bottiglie e altro ancora alla palesissima controfigura di Seagal nello scontro (assai più magra del balenottero mummificato Steven), dallo schiaffetto che tale controfigura tira a Tyson…sull’orecchio (chi di orecchio ferisce di orecchio perisce) alla presenza tra i rissaioli di una fotocopia pezzente di Steve Austin, senza dimenticare la battuta finale di Tyson (“vafanculo, bevilo te il piscio!” applausi) a altre bizzarrie (gli sguardi, le movenze…) che non so come rendere tramite lo scritto…
    Poi il film diventa una gran pisolata “arricchita” però (si fa per dire) dalla scena becera e patetica in cui tribù africane smettono di sparare alla vista della bandiera cinese (mai vista una scena così patetica, bene ribadirlo), dal presunto salvataggio di una bambina dalle usanze del luogo (bisogna assistere per capire il luridume della sequenza) o dal protagonista cinese talmente superuomo che ad un certo punto gli dicono “Gingonli (una roba simile) sei la nostra unica speranza” manco fossimo in Guerre Stellari…
    Ho scritto così tanto perché mi sentivo in colpa e volevo farti capire, Lucius, che pure io ho patito le pene dell’inferno! 🙂 🙂 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahaa giuro che non volevo che scontassi una pena così enormemente superiore al crimine 😀
      La tua descrizione dello scontro Seagal-Tyson è migliore dello scontro in sé, di parecchio, non ultimo il notare il cosplayer di Steve Austin, una pezzentata che aggiunge tanta tristezza al tutto.
      La scena della ragazzina “salvata” è assurda. L’argomento è spinoso, perché se seguiamo la Prima Direttiva e rispettiamo le culture diverse dalla nostra, non dobbiamo manco salvare le ragazzine dal loro terribile destino di mutilazione. Ovviamente il protagonista è buono, ha valori vicini ai nostri e la salva, rischiando una sommossa della tribù… che invece lo perdona. “Perché le culture diverse spesso non si capiscono e si creano fraintendimenti”. Ma chi è, Nelson Mandela? Chi è che davanti ad uno straniero impiccione reagirebbe così?
      Com’è finita la storia? Amici come prima… e via a mutilare la ragazzina! Quindi che senso ha avuto salvarla? E salvarla da cosa, visto che è la sua cultura, le è stato insegnato che è giusto così e sarà lei stessa da grande a far mutilare sua figlia?
      Quello che mi consola è che la cinematografia cinese sta crescendo cialtrona come quella americana: questo mi rende quel popolo molto più vicino e comprensibile 😛

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Non mi ero esposto nel descrivere la scena incriminata della ragazzina ma lo hai fatto in modo esimio tu, chiarendo come il menzionato episodio vada a costituire l’ennesima tessera di un mosaico delirante, becero, patetico, cialtrone…e quindi, come dicevi, a noi cultori del trash più vicino/comprensibile! 🙂
        La Cina sta conquistando tutti i mercati…e mi pare non si voglia far mancare nemmeno quello della Z!!! 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Il trucchetto di mostrarsi sensibile ai temi dei diritti umani la dice lunga sul grado di paraculismo cinese, così si mostra sensibile malgrado le tante accuse di violarli, quei diritti umani di cui si occupa quando sono riferiti ad altre culture. Proprio come gli americani che criticano gli altri quando fanno quello che fanno loro, per questo quello cinese è un pericolo meno spaventoso: si stanno americanizzando, quindi già sappiamo come funziona la loro propaganda 😛

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Sottoscrivo in toto la tua analisi! 👏👏👏

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  7. Maria Francesca Mannoni ha detto:

    Ciao Lucius, cavolo ma sei coraggioso davvero, io da fan sta roba non ho nemmeno voluto vederla, “il più morto dei viventi” mi ha fatto smascellare sul serio, mi viene un dubbio, ma siamo sicuri che Seagal sia ancora vivo? o magari è solo un’ombra cinese 😀

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Da quando ho aperto il blog la mia missione è andare là dove nessun buon gusto arriva e informarne il mondo, per evitare ad altri la stessa esperienza 😀
      Da vent’anni Seagal non dà traccia di vita, ripete la sua formula romena per film che poi le TV italiane fanno a botte per comprarsi: perché cambiare? Non esiste più alcun tentativo di verosimiglianza o plausibilità, non esiste storia che giustifichi il suo aspetto o il suo apparire catatonico in ogni scena, eppure il pubblico continua ad amarlo: perché cambiare?
      Mentre altri credono ancora che esista il cinema, lui ha intuito subito che non c’era più niente e s’è inventato una formula Z che poi tutti gli altri hanno seguito (Wesley Snipes, Van Damme, Lundgren, Val Kilmer, Luke Goss, Cuba Gooding jr., solo per citare i più famosi, ricopiano identico lo stile di Seagal): se un giorno il cinema rinascerà, qualcuno potrebbe accorgersi degli anni passati a vedere quel “qualcosa” a forma di Seagal, ma è difficile che questo avvenga 😛

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  8. Pingback: Seagal 17. – Maratona finale! | Il Zinefilo

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