Black Cobra 3 (1990) L’introvabile riesumato da Italia1!

Domenica scorsa, 20 settembre 2020, il meteo ha notato un improvviso peggioramento climatico: ero io, che evocavo la potenza di Cthulhu perché mi desse la forza di bestemmiare tutti e nove miliardi di nomi degli dèi di ogni religione della storia umana.

All’alba, precisamente alle 4.25, Italia1 ha trasmesso un film che in Italia nessuno ha mai visto negli ultimi trent’anni, semplicemente perché non è mai esistito nella nostra lingua, in qualsiasi formato… e la registrazione è venuta fuori rovinata, per non parlare di Italia1 che l’ha trasmesso con almeno venti minuti di anticipo.

Quando mi sono svegliato e l’ho scoperto, tutti i Figli delle Tenebre Eterne hanno cominciato a correre via, scandalizzati dalle antiche maledizioni etrusche che sono fuoriuscite dalla mia bocca.

Come ho passato la scorsa domenica mattina

Per evitare che l’universo collassasse sotto il peso dei miei improperi, Cthulhu in persona mi ha fatto notare che ora il film in questione è disponibile sul catalogo Mediaset Play, al che ho richiamato i Cavalieri dell’Apocalisse che avevo già sguinzagliato.

In attesa di eventuali repliche televisive, rimaneva il profondo rammarico di non aver potuto salvare una schermata del titolo con la scritta “Prima TV”, ma per fortuna il Zinefilo ha amici di qualità, ed uno di loro è corso in soccorso con questa splendida schermata, da condividere con chi sappia apprezzarla.

Per la prima volta in trent’anni, uno spettatore italiano può vedere questa scritta

Se in Rete trovate qualche informazione su Black Cobra 3, sono solo leggende metropolitane. Liberi di crederci, ma questo blog non cerca sogni bensì “solide realtà” (come diceva qualcuno), quindi vi invito ad un’indagine sulla misteriosa vita di un film che non ha mai avuto una vita.


Alla ricerca dei film perduti

Stando a quanto scrive lui stesso nella ricca introduzione al saggio Last Action Heroes ’80 (Bloodbuster 2018), Edoardo Margheriti – figlio del più celebre Antonio – dopo anni passati a lavorare insieme al padre come organizzatore e varie altre mansioni, ottiene finalmente la sua grande occasione: nel 1989 il produttore de La leggenda del rubino malese (1985) si offre di produrgli un film in cui può lavorare come regista. «Ovviamente accettai con entusiasmo», racconta Edoardo, e nasce così Black Cobra 2.

Finite le riprese, mentre ancora stanno montando il girato il produttore riceve proposte d’acquisto da tanti Paesi, visto che sono anni in cui il genere va alla grande: il prodotto piace già a scatola chiusa e addirittura – sempre stando a quanto racconta Edoardo – molti Paesi, fra cui America, Germania e Giappone, vogliono immediatamente un altro seguito in lavorazione.

«Preparammo Black Cobra 3: Manila Connection mentre ancora dovevamo terminare il montaggio e la post-produzione di Black Cobra 2».

Al giovane Margheriti non pare vero che dopo tutta quella gavetta appresso al padre ora si trova lanciatissimo nel genere che più va di moda, ma appunto questo aspetto sfugge alle sue previsioni: le mode passano. Parecchio in fretta. Il tempo di girarsi, ed è il 1990: tutti sanno cos’è successo negli anni Novanta. Che quello che andava prima, negli anni Ottanta, dopo non va più bene. Cominciano a crollare come birilli i film di Schwarzenegger e Stallone, toppano registi come James Cameron e John Carpenter… figurarsi il povero Margheriti!
Lui stesso racconta di come d’un tratto RAI e Mediaset, i principali acquirenti televisivi di cinema d’azione, fanno calare una sorta di saracinesca: basta cinema, da ora in poi solo fiction televisive. In un batter d’occhio si chiude l’epoca dei film avventurosi di cui Margheriti padre era maestro, e il giovane Edoardo non ci informa sul destino dei citati due film della serie Black Cobra: tutti li volevano… ma poi se li sono presi o no?
Qui inizia il mistero, perché da quel giorno nessuno ha più sentito parlare dei film in questione.

L’ANICA (Archivio del cinema italiano) non solo ad Edoardo regista attesta solamente Black Cobra 2, ma addirittura non riconosce l’esistenza né di Black Cobra 3 né di Black Cobra 4, diretto da Umberto Lenzi nel 1991 e noto anche come Detective Malone, sempre con Fred Williamson nel ruolo principale.
Stesso “buco” lo si trova in ItaliaTaglia: il database attesta l’esistenza di un visto censura italiano solo per i primi due Black Cobra e non riconosce altri episodi della saga, il che significa che qualunque sia stato il loro destino comunque non sono mai stati proiettati in sala.

Stando all’archivio del “Radiocorriere TV” (sempre grazie al ninja Lorenzo per avermelo fatto conoscere!), da quel 25 gennaio 1989 in cui la mitica Odeon TV ha mandato in onda in prima serata Black Cobra (1987) di Stelvio Massi, diversi sono stati i passaggi di questo primo film: del secondo, terzo e quarto episodio non esistono tracce. Però la rivista è uscita fino al 1995 quindi la ricerca vale solo fino a quella data.
Arriva invece fino al 2004 l’archivio del quotidiano “La Stampa”, e il risultato è lo stesso: non esiste uno straccio di prova che il secondo, terzo e quarto episodio di questa saga siano mai apparsi in TV. Se mai l’abbiano fatto, è stato per rimpiazzare qualcosa quindi non hanno lasciato traccia.

Su “Variety” dell’8 aprile 1991 viene recensito
il film uscito in VHS americano

Mi rivolgo dunque al mio voluminoso Libro Sacro comprato vent’anni fa in edicola, benedetto quel giorno, e cioè “Videoguida 1999”: 1.200 pagine con tutte le uscite VHS in Italia a quella data. (C’è qualche buco, come per esempio Un eroe per il terrore, ma nel 99,9% dei casi è un manuale affidabile.)
Esiste una VHS del Black Cobra di Massi targata Antoniana Film ed esiste una VHS del Black Cobra 2 di Margheriti (il cui regista però risulta Bob Collins e non il consueto Dan Edwards) targata Center Video, ma su eBay ho trovato anche una VHS Playtime (sempre di Bob Collins): nessuna traccia di un terzo o quarto film, evidentemente rimasti inediti in home video.
La Surf Video (Cecchi Gori) ripesca a sorpresa il quarto film in DVD nel 2008, ma il terzo? Sia su Amazon che su eBay ho trovato parecchie edizioni estere dei vari film, YouTube ne presenta alcuni completi, ma in lingua italiana del terzo film non esiste alcuna traccia.

Dal 1990 in cui è stato girato, Black Cobra 3 non è mai esistito… fino all’alba di domenica 20 settembre 2020, quando Italia1 lo manda in onda riesumandolo forse dall’antica tomba filippina dove Margheriti era andato a seppellirlo.
Cos’è successo oggi che non è mai successo nei precedenti trent’anni? Perché d’un tratto qualcuno si è ritrovato tra le mani un film che non ha mai dato prova di esistere in Italia? Non lo so, ma spero che succeda ancora, per i tanti film italiani seppelliti nelle tombe filippine.


Il nero che ti fa nero

Da sempre simbolo della blackspoitation, Fred Williamson ha lavorato molto in Italia e c’è da chiedersi se il nostro Paese sia stato molto più sensibile ai generi americani dell’America stessa. Con Black Cobra (1987) Williamson era chiamato a riprendere il tema di Shaft – il poliziotto nero che sparava ai bianchi, roba scottante negli anni Settanta e che purtroppo è ancora un tema caldo, malgrado lo Shaft di Samuel L. Jackson abbia la stessa carica sociale di un peto nella tempesta, e la stessa qualità – ma scritto con il classico pennarellone dello stile italiano, dove tutto è portato alle estreme conseguenze e dove si fondono più generi di moda.

Anche quando fa la spesa, Bob Malone è il duro più duro!

Per esempio in questo terzo episodio Margheriti non resiste ad inserirci l’azione “rambesca” su sfondo filippino che contraddistingue tutti i film action italiani (e non solo) dell’epoca, malgrado il personaggio di Bob Malone sia più un poliziotto da città. Voi ve lo immaginate un film dell’ispettore Callaghan in cui viaggia in Africa a vivere un’avventura tra le liane? Ecco, Malone è un Callaghan nero, quindi calarlo in un tipico scenario bellico-avventuroso alla Antonio Margheriti denuncia subito l’andazzo di questo film: il figlio che copia il padre.

Ma sì, facciamo una scena davanti alla cascata usata in TUTTI i film action degli anni Ottanta

Da RoboCop (1987) a Blue Steel (1990), la scena della rapina al supermercato è un classico irrinunciabile, che all’epoca potete trovare in ogni forma, quindi il nostro poliziotto supercool non poteva iniziare in modo diverso la sua nuova avventura.

Non è un film d’azione d’annata se non c’è la rapina sventata al supermercato

Con la differenza che bisogna essere parecchio cazzuti per non vergognarsi a sparare ai cattivi… da dietro la carta igienica!

Scene di alto lirismo che rendono unico il cinema italiano

Finita la parentesi metropolitana, dimentichiamoci che Bob Malone sia un poliziotto, con tanto di capo nero che strilla sempre (giusto per rimanere sui luoghi comuni dell’epoca), dimentichiamoci di cosa è stato in passato: ora è un eroe d’azione in tutto e per tutto identico a quelli di papà Margheriti, cioè un avventuriero esotico con il cazzotto pronto e una buona pallottola per tutti.
A Malone piace vincere facile, perché a Manila lui  è alto almeno un filippino e mezzo, quindi ad un certo punto rischia di passare per un bullo: che duro è, se affronta solo chi è grande la metà di lui? Forse che Margheriti stava seguendo il modello “mena il tappo” che Seagal in quegli anni stava sdoganando?

Bob Malone è pronto a fare neri tutti i filippini

La trama di facciata vorrebbe che il tenente Greg Duncan (Forry Smith) è incaricato dall’Interpol e dalla CIA di cercare un deposito d’armi nel sud-est asiatico e per farlo può chiamare chi vuole, basta che sia esterno alle relative organizzazioni così da evitare… boh, mica s’è capito. Ovvio che Duncan scelta Malone, amico del padre, e appena iniziata la missione incontrano la giornalista impicciona Tracy Rogers (Debra Ward) che essendo esperta di tecnologia può essere utile.

Quando dico “tecnologia”, è sempre del 1990 che sto parlando!

Da ciò che ho scritto potrebbe addirittura sembrare che il film abbia una trama, mi spiace aver dato questa falsa idea: l’approfondimento della sceneggiatura è inferiore per lunghezza alle parole che ho usato per riassumerla, per l’intera vicenda non vediamo altro che i tre eroi andare in giro a picchiare gente e sparare ai militari cattivi. Per un film action dell’epoca questo è più che sufficiente.
Da esattamente metà film tutti buttano nel secchio il copione e il film va con il pilota automatico, perché si parte per una assurdamente lunga “azione finale” presa un po’ troppo alla lontana, dove tre i Rambi diventano pacifisti: piuttosto che sparare ai cattivi cercano di spaventarli e farli svenire. In effetti quaranta minuti di sparatorie sarebbero stati troppi, per questo di solito i film d’azione dosano i propri elementi usando una roba strana che qualcuno chiama “sceneggiatura”.

«Noi siamo un trio, all’erta e pieni di brio» (cit.)

Il nero gagliardo, il bianco d’azione e la ragazza pepata; i gialli cattivi e la CIA ’nfame; apparecchiature tecnologiche e cazzotti vecchia scuola: ogni schema narrativo dell’epoca è rispettato, nessun distributore del mondo si sarebbe potuto lamentare perché le mode culturali dell’epoca c’erano tutte ed erano curate secondo i canoni contemporanei: non so perché in Asia comprassero film dove gli asiatici sono cattivi, ma il genere piaceva così tanto che si vendeva pure lì. In fondo noi italiani amiamo fino all’orgasmo i film americani dove gli italiani sono sempre mafiosi, parlano broccolino e fanno gesti strani con le mani.

Mi piacerebbe essere così ottimista da pensare che Edoardo abbia avuto un guizzo di “modernità” e abbia inserito una donna armata – anche se in realtà fa ben poco – perché si si è reso conto che il 1990 è l’anno spartiacque delle “donne toste e armate”, ma nulla in questo film lascia supporre altro se non una supina riproposizione di schemi preesistenti: temo sia solo una felice coincidenza.

Donne toste e armate: roba di scottante attualità, quel 1990

Black Cobra 3 è un film studiato a tavolino per essere venduto alla cieca ai distributori: l’essere arrivato un pelino troppo tardi purtroppo ha rovinato i piani italiani, mentre forse all’estero ha avuto un qualche tipo di vita distributiva.
D’altro canto è proprio questo il suo maggior difetto: è un onesto prodotto di intrattenimento tipico dell’epoca, ma è troppo tipico. Edoardo non fa che ripercorrere gli stessi identici passi del padre senza aggiungere o togliere nulla, anzi forse togliendo proprio la freschezza dei film di Antonio prediligendo il manierismo: rifare identico il lavoro del padre non è ciò che ci aspettiamo da un figlio d’arte. Per carità, è una pratica comune e onorevole, ma onestamente viene ricordato Edoardo De Filippo per aver tracciato la via, non suo figlio per averla percorsa identica.

Antonio Margheriti è fra i grandi padri dell’action italiano moderno (almeno moderno all’epoca), e in Black Cobra 3 viene ripetuto identico ogni suo dettame: ma appunto è una copia, senza la freschezza dell’originale. Rimane comunque un film divertente, con i suoi limiti o forse proprio grazie ai suoi limiti.


Le armi del film

La pellicola si apre con un agente in missione che impugna quello che mi sembra proprio un Colt AR-15, della famiglia dell’M16, sdoganato al cinema da Gene Hackman in Fratelli della notte (1983).

Un fucile di “gran moda”, all’epoca

Lo stesso fucile sarà usato da Duncan mentre il protagonista Malone si presenta all’azione con un fucile a pompa con calcio corto che non so identificare. Tanto ci sparerà due colpi per puzza, non si capisce perché se lo porti dietro.

Il fucile a pompa di Malone mi sembra troppo generico per identificarlo

Alla fine sbuca fuori pure un sempre gagliardo M60, la mitragliatrice del Vietnam che usava il giovanissimo Laurence Fishburne in Apocalypse Now (1979) ma che è diventata decisamente nota in mano a Stallone nel finale (e nei poster) di Rambo (1982).

Quando il gioco si fa duro, l’M60 fa la sua apparizione

L.

– Ultimi film con Fred Williamson:

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19 risposte a Black Cobra 3 (1990) L’introvabile riesumato da Italia1!

  1. Cassidy ha detto:

    “Una buona pallottola per tutti” lasciatelo dire, questa è davvero brillante 😉 Ma poi che carta igienica è che ferma le pallottole? Quanti veli ha? 😉 Grazie per avermi ricordato l’esistenza di Mediaset Play, dovrò guardarlo più spesso il suo catalogo. Gran ricostruzione hai incrociato le informazioni al meglio, era proprio finita un’epoca, ma di botto! Con gli anni ’90 non era più tempo per Bob Malone e soci. Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Tieni d’occhio Mediaset Play (oltretutto gratuita!) perché misteriosamente appaiono chicche introvabili, tipo i due “Cobra Mission” (tanto per rimanere sui titoli serpentosi) di Fabrizio De Angelis, entrambi ignoti alla distribuzione italiana, magari anche loro finora sepolti in una tomba filippina.
      Non so spiegarmi perché dopo trent’anni di completo silenzio tutto d’un tratto sia uscito fuori questo film, in qualità da DVD malgrado non esista manco la cassetta: spero però che questa ondata di recupero continui 😉

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      • Lorenzo ha detto:

        Ho le locandine originali sia di Black Cobra sia di Cobra Mission: sarà un segno del destino? Ordinate in videoteca nei lontani anni ottanta 😛

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Quando le videoteche avevano anche i poster, bei tempi…

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      • Giuseppe ha detto:

        Ai bei tempi ti poteva capitare che anche un cinema di zona vendesse locandine, al pari delle videoteche, ma ormai tutto fa parte di un passato remoto e dimenticato 😦
        Comunque, che Italia 1 riuscisse a recuperare un margheritiano film “fantasma” come Black Cobra 3 non me l’aspettavo assolutamente! Adesso cos’altro ci riserverà il palinsesto? In caso, si spera NON sempre a notte fonda…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Non sarebbe stato male un ciclo dedicato a Bob Malone, ma già le chicche di Margheriti e Mattei che Cine34 ha tirato fuori nei mesi scorsi sono state un gran bel regalo, visto che sono tutte introvabili al di fuori di vecchie cassette al limite della visibilità.

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      • Anonimo ha detto:

        Regali assolutamente graditi, su questo non ci piove! Peccato che pure Cine34 qualche volta si faccia prendere (di rado, per fortuna) dal vizio della prima e UNICA visione, come è successo con quelle nostrane imitazioni di Star Trek/Star Wars ad opera di Al Bradley/Alfonso Brescia che mi vedevo al cinema a fine anni ’70, vedi “Anno zero – Guerra nello spazio” programmato ad aprile e poi del tutto scomparso dal palinsesto (non mi risulta nemmeno una replica)… 😦

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Vagliando scrupolosamente il palinsesto di Cine34 da quando è nata, sono abbastanza convinto di aver registrato quella chicca spaziale, ma ora sorge il problema: dove l’avrò messo? Ricordo di aver pensato ad un ciclo del Zinefilo del tipo “Star WarZ” con i vari “figli delle stelle” in salsa italiana, ma dove l’avrò messo il materiale messo da parte? E’ messo così da parte che non so più dove sia, questa “parte” 😦

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  2. wwayne ha detto:

    La migliore rapina al supermercato di tutti i tempi è quella nella scena iniziale di Cobra: introduce il protagonista in maniera semplicemente perfetta, e ti fa capire fin dal primo minuto che assisterai ad un action strepitoso.
    Fred Williamson lo ricordo con affetto, perché è apparso in tutti i migliori post – apocalittici all’italiana: 1990: I guerrieri del Bronx, I guerrieri dell’anno 2072, I predatori dell’anno Omega… il primo di questi film si trova su Youtube, completo, gratuito e in italiano: magari fosse sempre così facile recuperare le perle di quegli anni! 🙂

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Tre post al prezzo di uno! E pagherei soldi profumati per ognuno, quindi il fatto che lo zinefilo sia gratuito mi fa tirare un sospiro di sollievo 🙂
    Con i tre post intendo la tripartizione (i problemi di registrazione, la storia della distribuzione, il commento al film vero e proprio, oltre all’appendice sulle armi) che mi ha fatti vivere il pezzo con sentimenti diversi ma sempre all’insegna dell’interesse!
    E condivido l’auspicio, speriamo in nuove prelibatezze riesumate dall’oblio! 🙂

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  4. Evit ha detto:

    Ecco cos’era quel bestemmione trasportato dal vento che abbiamo sentito tutti qui a Firenze domenica mattina

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  5. loscalzo1979 ha detto:

    Solo una Pandemia mondiale poteva far accadere un’evento simile

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