Galaxy Quest (1999) Il miglior fanta-film di sempre

Secondo voi, qual è il più grandioso film di fantascienza di sempre? Non so cos’abbiate risposto, ma so che avete sbagliato: la risposta giusta è Galaxy Quest (1999) di Dean Parisot. Senza “se” e senza “ma”.
L’unico film che giunge là, dove l’epica classica si fonde con la nerditutine.

Il vero nome del vero mito

“Galaxy Quest” è la vostra serie televisiva di fantascienza preferita: prendete “Star Trek (Serie classica)”, fondetelo con “Star Trek: The Next Generation” ed avrete l’idea dell’entità del fenomeno: un gruppo di attori che per decenni sono adorati dal pubblico per ruoli che disprezzano.

C’è il giovane pilota Laredo che è gradevole esattamente quanto Wil Wheaton!

Non è una gara, ma di sicuro… Wheaton perderebbe!

C’è l’ufficiale scientifico dottor Lazarus che ha la faccia eternamente ingrugnata di Alan Rickman: potete citarmi tutti i film che volete, questo è il miglior ruolo dell’attore!

Il vero, grande ruolo geniale di Alan Rickman: lo pseudo-Spock!

C’è la tenente Tawny Madison, sexy, bionda e inutile che ripete le robe che dice il computer, la tipica fanta-sciacquetta interpretata con grandissima auto-ironia – e sarcasmo – da chi invece ha dimostrato che le donne sanno far faville nella fantascienza: Sigourney Weaver.

Per citare Spock, «Gli strumenti fluttuano»

E per finire c’è l’ingegnere Chen, il solito androide beota che sogna di diventare umano: non sarà molto umano, ma Tony Shalhoub è un androide assolutamente perfetto!

Monk batte Data per mille a zero!

Non esiste equipaggio senza capitano, e non esiste serie di fantascienza senza un attore protagonista dall’ego smisurato e dalla faccia più da schiaffi della galassia. Prendete le megalomania di Picard e fondetela con la faccia da schiaffi di Kirk, ed avrete il capitano Taggert, un Tim Allen perfetto al quadrato.

50% Kirk, 50% Picard, 100% mito!

Di cosa vive un attore di fantascienza? Di ricche convention dove orde di fan adoranti spendono sonanti bigliettoni per foto e autografi con i loro paladini.

Ho visto di peggio ai convegni politici in TV!

Malgrado tutti gli attori fanta-horror passino il resto della loro vita a partecipare a queste convention, perché devi limitarti a stare seduto e ad essere ricoperto di soldi, l’immaginario collettivo prevede che sia un’esperienza mortificante per un attore, perché viene ricordato per il suo ruolo peggiore ed è costretto a ripetere mille volte la stessa stupida frase ricorrente.

«Per il Martello di Grabthar!» L’incubo di ogni attore: il fan esagitato!

Se lo sguardo potesse uccidere…

Poi c’è la forma inferiore di fandom, costituita da chi chiede ad un attore spiegazioni scientifiche su eventi raccontati in un episodio: il cuore è al posto giusto, ma è la testa che non va.

Può spiegarmi perché non avete usato il flusso quantico???

Considerarsi un attore fallito, che accetta ruoli infimi in produzioni ridicole, non è piacevole, quindi è comprensibile che non si voglia rinunciare all’amore incondizionato di intere platee che ti considerano un eroe dello spazio. Anche se poi a casa giri come un barbone.

Anche ad anni di distanza, un personaggio ricorrente ti rimane… in testa!

Un attore di una serie di successo è come il pallonaro che incontri al bar: parla tanto e ne racconta di tutti i colori. Che succede se un giorno qualcuno dovesse rendergli conto di quanto ha raccontato per anni?
Che succederebbe se dei veri alieni impegnati in una vera guerra stellare decidessero che la loro unica speranza di sopravvivenza… è il fenomenale, audace capitano Taggert con la faccia da schiaffi?

Solo l’eroico Taggert può salvare la galassia!

Arriva un momento in cui bisogna scegliere se essere uomini o tòpoi, persone o personaggi: quando la maschera si adatta alla perfezione, diventa volto.

Dopo anni a fingersi astronauti… è il momento di diventarlo!

Iniziano le avventure dell’astronave NSEA Protector, guidata da un gruppo di attori di bassa lega che d’un tratto si ritrovano a fare gli eroi delle galassie, contro il malvagio Sarris creato dal maestro Stan Winston.

Uno degli sconfinati capolavori di un maestro senza tempo

Comincia un’attenta disamina di tutti i temi principali della fantascienza televisiva, non ultimo la questione più scottante: i figuranti senza nome che entrano in scena solo per andare a morire. (Le ricordate le “tute rosse” di Star Trek?)
Tipo la comparsa numero 6 che nel 1982 è morta prima del primo stacco pubblicitario, e che ora non si sente per nulla tranquilla, anche se interpretata da un perfetto Sam Rockwell.

Sam Rockwell riscatta tutte le comparse senza nome morte su pianeti lontani

Se fosse per loro, tutti se ne tornerebbero a casa di corsa, ma la situazione precipita e sono costretti e mettere in atto ciò che per anni hanno solo recitato. Quanto può durare il gioco? Fin dove riusciranno a spingersi? E cosa faranno quando l’assenza di nozioni tecniche si farà insormontabile?
Semplice, si affideranno a quelle forme di vita che nell’universo hanno più conoscenza in assoluto di una serie televisiva: i suoi fan nerd!

Nei computer dei fan c’è tutto!

In collegamento con i giovani fan tecnologici della serie, i nostri eroi potranno avere accesso ad ogni più minuscola informazione tecnica della nave, compreso sapere quali condotti prendere. E Sigourney/Ripley ne sa qualcosa di condotti d’areazione, sin dai tempi di Aliens (1986), infatti lancia il commento-citazione:

«Condotti: perché sono sempre condotti?»
(Ducts? Why is it always ducts?)

Ricordo quando Jimmy Cameron mi infilava sempre in un qualche condotto

Malgrado sia strapieno di citazioni e prese in giro della fantascienza in formato televisivo, questa non è né una commedia né una parodia o una presa in giro: Galaxy Quest è il più grande e profondo atto d’amore per un intero genere d’intrattenimento, tenuto in vita esclusivamente dalla passione dei suoi fan. E più sono schizzati, più la loro passione è genuina e vitalizzante.

Devo andare a salvare un’astronave, mamma: faccio tardi a cena

Dean Parisot alla regia e David Howard alla sceneggiatura creano un gioiello perfetto, con un perfetto dosaggio di commedia e dramma, emozione e simpatia. Perché c’è un momento per sghignazzare delle trovate tipicamente televisive di certe storie, e un momento per ricordarci che la narrativa non è fine a se stessa: è l’erede dei racconti degli eroi antichi, è una guida morale in forma di storia avventurosa.
Galaxy Quest è il cantico dei cantici dell’intrattenimento a base fantascientifico: lo si può prendere in giro, lo si può odiare o amare, ma rimarrà sempre il racconto epico di eroi spaziali, con momenti toccanti che faranno capire (a loro e a noi) perché queste storie esistono.

È il momento di capire perché la fantascienza è l’epica del futuro

Le canzoni degli eroi per esistere hanno bisogno di un pubblico appassionato, quindi Galaxy Quest è un atto d’amore anche per tutti i fan schizzati di fantascienza: quelli che, almeno una volta nella vita, hanno creduto che una vicenda televisiva con un’astronave potesse avere basi scientifiche. Per il Martello di Grabthar, rimanete sempre così!

Che la Fan-Forza sia sempre con voi!

Purtroppo il film non ha avuto alcun successo, forse qualcuno si è sentito preso in giro dalla storia – dimostrando di non aver capito niente della trama – per non parlare poi di lontani e dimenticati Paesi nuclearizzati tipo l’Italia, in cui praticamente non è stato distribuito se non in forme invisibili ad occhio nudo.
È davvero un gran peccato, sia perché è una storia splendida e un’ottima sceneggiatura – entrambi elementi di cui c’è un gran bisogno, al cinema – sia perché ogni fanta-fan dovrebbe imparare a memoria Galaxy Quest, così da apprezzare i “trucchi” usati sul serio dalle serie TV.

Tie’, pure uno pseudo-phaser, se non si fosse capito a quale serie TV ci si riferisca

Ogni volta che Kirk s’è tolto la maglietta o Picard ha riempito la galassia con il suo ego ipertrofico; ogni volta che una tizia in minigonna ha detto qualcosa di inutile o la povera Deanna Troi ha detto «Avverto qualcosa»; ogni volta che una comparsa senza nome è morta inutilmente prima dello stacco pubblicitario o un eroe si è infilato in un condotto d’areazione; ogni volta che uno schema narrativo abusato e scontato ha comunque raggiunto l’obiettivo e ci ha fatto appassionare: Galaxy Quest è lì, a spiegarci che l’epica esiste da millenni perché da millenni alla gente piace sentirsi raccontare storie appassionanti con implicazioni morali, anche se le parole non cambiano molto.

Lunga vita e prosperità alle fanta-serie! (Può partire un tema di Jerry Goldsmith a caso.)

L.

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44 risposte a Galaxy Quest (1999) Il miglior fanta-film di sempre

  1. MisterZoro ha detto:

    Film eccezionale, che non manco mai di consigliare ad amici e non appena siamo sull’argomento.
    L’ho visto e rivisto molte volte, ha un meccanismo perfetto, interpreti strepitosi, strizza l’occhio ai fan (soprattutto di Star Trek, ma il discorso è comunque più ampio) e lo fa divertendo e divertendosi.
    Rickman è strepitoso, Tim Allen al suo meglio, Sigourney non mi è mai stata così simpatica, musiche epiche e non usa e getta come in molti, troppi film dal 2000 in avanti, e gli effetti speciali non hanno davvero nulla da invidiare a nessun prodotto di alto livello.
    E per una commedia/parodia/film di formazione uscito dopo gli anni 80 è davvero tanta roba!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Me lo sentivo che eri “della famiglia” ^_^
      Un meccanismo perfetto che sa dosare divertimento, satira e pathos: quando arriva il momento di Rickman di dire la sua battuta ricorrente, è impossibile rimanere con gli occhi asciutti! 😛
      Troppo spesso si pensa che l’intrattenimento televisivo sia robaccia, ma è lì che batte il cuore delle canzoni degli eroi…

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      • MisterZoro ha detto:

        Come mi conosci, bene, Lucius =D
        Ammetto di essermi trovato più volte a sperare che realizzassero, un giorno o l’altro, la serie tv di Galaxy Quest – Le Nuove Avventure (il trailer finale mi ingrifava talmente tanto che lo avevo estrapolato dal video e lo facevo vedere agli amici ignari, e loro “figo, quando esce?!” XD).
        Tim Allen sicuramente ci sarebbe stato, gli altri purtroppo (la Weaver, Rickman e Shaloub, successivamente Rockwell) temo fossero troppo fuori portata per sperarci concretamente.
        Si vociferava poco tempo fa della realizzazione di una serie tv in effetti, ma temo si sia arenato tutto, e comunque senza questi protagonisti non sarebbe la stessa cosa.
        Dovrò recuperare The Orville, magari…^^

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Il film è talmente perfetto così che qualsiasi cosa aggiungano temo che sia solo un rovinare la torta aggiungendo zucchero. Una serie TV che compia gli stessi “errori” con cui Galaxy Quest sarebbe strana… come infatti è strana “Orville”, che proprio non capisco. Sembrava una parodia, ma è “seria”, sembrava una serie che prende in giro gli schemi delle altre serie, invece li segue ciecamente: non fa ridere, non fa piangere… boh, dopo quattro o cinque episodi m’ha stufato e l’ho mollata.

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  2. Cassidy ha detto:

    Posso essere brutalmente onesto? Ho iniziato la mia cavalcata di recupero delle vecchie serie di Star Trek (mi mancano un paio di episodi di TNG per poi passare a Voyager) solo perché qualche mese fa ho deciso di rivedermi questo capolavoro (storia vera). L’ho sempre adorato perché è un film geniale in cui la finzione cede il passo alla realtà come hai sottolineato alla grande (il giuramento di Rickman passa dall’essere una scemenza comica al momento più drammatico e intenso del film), ma ora che sto vedendo tutti gli episodi, ad ogni epico varo dell’Enterprise rivede il varo tragicomico di questo film, ed è impossibile non pensare alla scollatura di Sigourney Weaver (e questo in senso lato…) ogni volta che entra in scena Deanna Troi che non si sa perché è l’unica con una divisa super scollata, cioè si sa il perché in realtà 😉 Insomma se una parodia deve mettere in ridicolo l’originale ma farlo con il giusto amore, “Galaxy Quest” è la parodia perfetta, un film ingiustamente sottovalutato e dimenticato. Per altro se non lo hai già visto, ti consiglio il documentario “Never Surrender: A Galaxy Quest Documentary” (2019) una vera gioia pieno di chicche e interviste, mi ha fatto scoprire che negli Stati Uniti questo film è un vero culto, per pochi ma davvero un culto 😉 Cheers!

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    • MisterZoro ha detto:

      Ciao Cassidy, posso chiederti come hai recuperato questo documentario o diventa una domanda talmente retorica da non necessitare di risposta?L’hai visto sottotitolato in italiano o ENG-ENG e pedalare?

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      • Cassidy ha detto:

        Ciao MisterZoro, hai immaginato giusto e ti dirò che ho anche pedalato con la doppia lezione d’inglese, ogni cosa legata a questo film è misteriosa in uno strambo Paese a forma di scarpa 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Il documentario l’ho visto citato e mi ripromettevo di indagare. E questo film mi sono deciso a recensirlo leggendoti l’altro giorno, quando hai presentato il nuovo film del regista: come vedi siamo legati 😛
      Se ricodi, nell’episodio pilota di TNG Deanne era addirittura in minigonna e senza calze, poi magari qualcuno ha pensato che era un po’ troppo per la TV 😛
      RIckman ha fatto un mare di grandi film, ma dopo il suo giuramento per me questo è il suo apice assoluto.

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      • Cassidy ha detto:

        Ho immaginato che Dean Parisot ti avesse attivato i sensori, ho avvertito qualcosa, come Deanne 😉 Si l’ho notato subito ma sai cosa mi ha fatto molto ridere? L’episodio in cui Picard viene sostituito (per due ore) da un capitano nuovo molto più burbero per altro interpretato da Ronny Cox esperto in cattivi soggetti. Cox fa notare a Deanne che la sua divisa non è regolamentare e da quel punto in poi della serie, il personaggio inizia ad alternare il classico pigiamino d’ordinanza alle tutine scollate. Cheers!

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        ahahah è rimasto impresso anche a me! Finalmente qualcuno si è accorto che c’è una tizia che gira per il ponte di comando come se fosse il suo salotto 😀
        Quella puntata è mitica, col povero Riker scornato e l’equipaggio dell’Enterprise che non ha più un papone di manica larga ma un vero capitano 😛

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  3. Conte Gracula ha detto:

    Non ho mai avuto la fortuna di vederlo, perciò mi hai messo curiosità. E mi hai fatto pensare agli alieni di Futurama che guardavano in superdifferita la serie di Ally McBeal XD

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  4. Madame Verdurin ha detto:

    Condivido ogni parola che hai scritto, è un film fantastico, ero fierissima quando capivo le citazioni, ho riso a crepapelle ma ho anche pianto (inutile dire in quale scena) perché come dici tu non è solo una parodia ma un film ben fatto a tutti gli effetti. Che cast eccezionale, che bella idea. Non mi spiego il poco successo.! L’ho beccato nel brevissimo periodo in cui è stato su Netflix, ma ora che mi sono vista un po’ di Star Trek in più (non tutto tutto come fa Cassidy, intendiamoci) lo rivedrei molto volentieri. Hai fatto benissimo a ricordarlo!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Pensa che quando l’ho visto io, all’inizio del Duemila su Tele+, non avevo visto altro che lo Star Trek di Kirk, il resto di quell’universo lo avevo sempre tenuto a distanza, ma per fortuna Galaxy Quest parla una lingua universale ^_^
      E in “quella” scena non si può rimanere con gli acchi asciutti 😛

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  5. Kukuviza ha detto:

    A questo punto lo devo vedere. Finora non ne ho mai avuto l’occasione, ma da quel poco che ne avevo sentito parlare, pensavo che fosse una cagata assurda e invece siccome mi fido dei tuoi giudizi, Lucius, me lo guarderò senza paura.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Temo che la sua brutta nomea sia legata, oltre ad una orribile distribuzione, a qualche fan che si è sentito preso in giro e ha reagito male, dimostrando di non aver capito una mazza del film, visto che la trama si basa prevalentemente sull’amore dei fan: è un omaggio alla narrazione d’intrattenimento e al pubblico che la segue e la sostiene.
      Se lo vedi, sono curiosissimo di sapere che ne pensi 😉

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      • Giuseppe ha detto:

        Purtroppo sono stati in parecchi, credo, a non aver capito che l’essere “presi in giro” (volutamente virgolettato, essendo in questo caso SOLO un modo dire) con grande affetto da chi quella loro stessa passione la capisce e la condivide -perché è chiaro quanto negli appassionati cuori di Parisot e Howard il fan schizzato di fantascienza sia di casa o, in caso contrario, non sarebbero MAI riusciti a realizzare una splendente perla come questa- è cosa ben diversa dall’essere apertamente presi per il culo da chi del genere (e, per esteso, della narrazione d’intrattenimento in toto) vuole solo farsi sprezzantemente beffa… Ma la cosa non ci riguarda, non essendo noi caduti in questo increscioso e stupido equivoco 😉

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  6. Il Moro ha detto:

    Ti ho letto con un occhio solo per evitare spoiler, dato che ammetto di non averlo mai visto… ma ce l’ho lì già da un po’ che mi aspetta, quindi ora gli farò scalare qualche posizione nella mia “lista di visione”. Dimmi solo se devo guardarlo in originale o in italiano… 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Io l’ho sempre visto in italiano, come ho sempre visto in italiano Star Trek, quindi non sono di quelli che dicono “va visto in originale”. Star Trek ha tanti sfondoni doppiati male, ma non è su quello che si basa la sua forza, è sulla scelta degli schemi narrativi, e “Galaxy Quest” è una lucida analisi (scherzosa ma serissima) degli schemi narrativi dell’intrattenimento televisivo. Che è poi uguale a qualsiasi narrazione.
      Vedilo assicuramente, non dar retta ai fan permalosi che si possono sentire offesi (perché non hanno capito la trama), è un puro atto d’amore fatto maledettamente bene e con un cast stellare 😉

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  7. Willy l'Orbo ha detto:

    No, ma scusa…è una provocazione o una sfida? Ieri ti condanno a non esibire più Star Trek su queste pagine e oggi mi piazzi un post che trasuda trekie da ogni poro??? Sarai nuovamente processato per direttissima e stavolta sarò meno clemente!!! Ahahahahah! 🙂 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahah giuro che non ci avevo pensato 😀 Quando abbiamo avuto la discussione il pezzo ormai era pronto e non ho fatto il collegamento 😀 😀 😀
      Giuro che ora ti lascio il tempo di smaltire la dose trekie che hai dovuto subire ^_^
      Scherzi a parte, proprio per la tua allergia trekie dovresti vedere questo film, che sono sicuro ameresti, perché la satira sugli schemi narrativi esula dalla fantascienza: ogni genere ha i suoi stereotipi e schemi ricorrenti. E alla fine un film così bello e fatto bene sono sicuro opererebbe il miracolo: ti sarà impossibile alla fine non provare passione per la fantascienza televisiva 😛
      Ti sfido a rimanere con gli occhi asciutti fino alla fine di “Galaxy Quest”!!!

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Il tuo giuramento mi fa molto piacere! Ahahha! 🙂
        Al di là degli scherzi, in realtà ai tempi lo vidi e ne conservo un buon ricordo anche se offuscato assai, ma credo che le sensazioni positive rimaste siano dovute ai motivi da te descritti; comunque mi hai dato lo spunto per rivederlo e irrobustire queste impressioni…a patto che mi dimentichi i riferimenti…a quella saga brutta brutta! 🙂 🙂 🙂

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    • Giuseppe ha detto:

      A quella saga BELLISSIMA volevi dire, eh, Willy? 😀 😛

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  8. Pietro Sabatelli ha detto:

    Ma dici davvero? Peccato che l’hanno visto in pochi, compreso me…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Assolutamente consigliato, è un manuale di fantascienza, oltre che una splendida sceneggiatura unita con effetti speciali delle grandi occasioni. Non tutti possono permettersi di avere sua Maestà Stan Winston a creare il cattivo della vicenda, quindi anche dal punto di vista visivo tanto di cappello.
      Scoprirai una storia di cuore e passione come ne esistono davvero poche nella fantascienza al cinema.

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  9. Zio Portillo ha detto:

    Film meraviglioso ma pure molto, troppo, sottovalutato/dimenticato. E’ un doppio carpiato perché in un colpo solo mette alla berlina tutti i cliché della fantascienza, i fan esaltati, gli interpreti intrappolati in un ruolo,… Ma tutto viene omaggiato in modo sincero dicendo tra le righe “Ehi, io sono come voi! Amo sta roba!”. Però in questo omaggio ci si auto-percula dandosi del pazzo da solo. Era ovvio che cotanta genialità venisse denigrata dai fai integralisti che si sono sentiti toccati nell’orgoglio.

    Per fare operazioni del genere bisogna per forza conoscere a menadito la materia originale. E chi meglio di un fan duro&puro può fare un film del genere?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Proprio il termine “fan” prevede una sorta di fanatismo che è come l’integralismo, per cui se non la pensi esattamente come lui sei il nemico. Invece si può amare qualcosa anche se se ne conoscono i difetti, o forse proprio per quello. Anche perché serie come Star Trek sono uccise dai loro fan più integralisti, incontentabili per definizione e quindi critici a prescindere. (E se è così è troppo così, e se è cosà è troppo cosà, e c’è poco Picard, e c’è troppo Picard, e vi all’infinito.)
      L’intrattenimento usa schemi fissi, in ogni genere, ma saperli identificare non significa godersi meno lo spettacolo: già lo sappiamo che l’eroe si toglierà la maglietta, così come l’eroina avrà sempre il capello perfetto, non per questo ci piace di meno la loro avventura 😉

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      • Giuseppe ha detto:

        Ovviamente 😉
        Purtroppo il fan autentico nel senso di appassionato, competente nonché ragionevolmente critico credo che non esista più (salvo qualche “riserva” sparsa qua e là) da una vita: il fandom ormai è un club esclusivo, nel senso che tende a escludere chiunque non sia un ottuso e convinto integralista (in pratica, la morte definitiva del vero fan di cui sopra)… 😦

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  10. MisterZoro ha detto:

    Quanta gente fortunata che non l’ha ancora visto.
    V’invidio, sinceramente.

    “Mai darsi per vinti, mai arrendersi!”

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  11. Evit ha detto:

    E pensare che non l’ho mai visto! Me lo segno

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ASSOLUTAMENTE consigliato! Non serve aver visto mai neanche un episodio di Star Trek o altro, non è una parodia: è un omaggio-analisi di un intero genere di intrattenimento, che spiega perché queste storie esistano.

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      • Evit ha detto:

        Ho approfittato della presenza di Galaxy Quest su Netflix (secondo me hai dei lettori a Netflix!) per vedermelo finalmente. Cariiiiiino, non saprei dire di più. Non mi ha entusiasmato quanto te, ma fa comunque piacere leggerti estasiato ogni tanto.
        È vero, non c’era bisogno di conoscere Star Trek per apprezzarlo. È simpatico e qualche risata ad alta voce me l’ha strappata dopotutto.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Un film scomparso da venet’anni che riappare su Netflix? Ohibò, mi sa che davvero il Zinefilo è letto dalle persone giuste ^_^
        Per favore, osservatori muti dei palinsesti, mi ritirate fuori i film d’azione con Michael Dudikoff???
        Dunque mi stai dicendo che davanti alla scena madre di Alan Rickman sei rimasto impassibile? Hai un macigno al posto del cuore!!! 😀

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      • Evit ha detto:

        È stata una visione molto piacevole, non mi fraintendere. Tanti i momenti simpatici e anche qualche risata. Non lo comprerei in home video però 😄

        Vedrai che arriveranno anche i Dudikoff. Magari sono su Prime video!

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  12. loscalzo1979 ha detto:

    Io l’ho trovato divertentessimo infatti, oltre che, appunto, come dici te, un vero atto d’amore alle serie SCI-FI e al fandome.

    Ogni tanto lo ridanno in TV ancora, anche in tempi recenti

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