[Fight in an Elevator] Sonequa vs Universo Specchio

Riesumo la rubrica “Ascensori di menare“- in omaggio a questo post di Cassidy sul blog “The MacGuffin.it” – per una puntata speciale dedicata a “Star Trek: Discovery“. (Per la gioia di Willy l’Orbo!)

La serie televisiva creata da Bryan Fuller ed Alex Kurtzman continua il fiacco gioco dei prequel, tutta una scusa per usare due elementi della Sacra Tetralogia Trekie: i giochi temporali e l’Universo Specchio. (Gli altri due sono i Borg e Q, che per fortuna qui ci vengono risparmiati.)
Per varie vicende, la protagonista col nome da uomo – Michael Burnham, interpretata dai capelli di Sonequa Martin-Green – si ritrova a fingersi la versione di se stessa dell’Universo Specchio, con relative situazioncine da “commedia degli errori”, visto che nell’altro universo gli umani sono tutti estremamente cattivi e lei invece è buona buona.

Quei momenti in ascensore in cui hai voglia di picchiare chi ti sta vicino…

Dunque la scena prevede la nostra Michael che sta raggiungendo in ascensore il ponte di comando, ritrovandosi al fianco Danby Connor (Sam Vartholomeos), l’ufficiale che ha scalzato dal potere l’altra versione di lei. Non serve neanche una provocazione, perché tanto nell’Universo Specchio ci si mena tutti come fosse niente, e i due cominciano a pestarsi come uva in una vendemmia.

E il metoo… muto!

Visto che tra gli attori principali della serie c’è la mitica Michelle Yeoh, non mancano le scene di scontro fisico, ben poco memorabili: il montaggio serrato per mascherare l’ovvio, che cioè non è l’attrice malese ultracinquantenne ad eseguire le mosse, rende tutto una pappetta inguardabile. Qui nell’ascensore invece i due attori si impegnano in una gradevole scena di scontro fisico duro, fatto di prese e leve, sia in piedi che a terra, e la trovata lodevole è di far intervenire anche l’anti-gravità per dare più sapore alla scena.

L’anti-gravità migliora sempre un combattimento

Tutto dura una trentina di secondi, eppure è tra le poche scene meritevoli della serie. In fondo “Discovery” è una serie politicamente corretta, attenta alle pari opportunità, biodegradabile e ad anni-luce zero: abbiamo la prima coppia apertamente gay dell’universo di Star Trek (ovviamente interraziale, che siamo moderni), ma c’è anche l’icona lesbica Tig Notaro in un piccolo ruolo (sarebbe una stand-up comedian, ma credo sia più famosa per la sua dolorosa e coraggiosa lotta al cancro al seno), abbiamo un personaggio con profonda crisi di identità fisica (leggi: “sessuale”) e in una scena scopriamo un membro dell’equipaggio su sedia a rotelle. Perché l’Enterprise non ha barriere architettoniche, che vi credete!

Tutta questa violenza nasce dalle stupide uniformi dorate

Insomma, la serie pensa ad ingraziarsi vergognosamente i benpensanti curando molto poco tutto il resto: è difficile scrivere una buona sceneggiatura quando hai la lingua attaccata al deretano di ogni comunità che abbia peso politico. Comunque la prima stagione è gradevole e ci regala pure qualche sganassone in ascensore. (La seconda sono tornato indietro nel tempo per avvertirmi di non vederla, e non trattengo certo il fiato per la terza.)

L.

– Ultime puntate di “Ascensori di menare”:

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14 risposte a [Fight in an Elevator] Sonequa vs Universo Specchio

  1. Cassidy ha detto:

    Sento parlare di questa serie in modo abbastanza disastroso, Bryan Fueller con “Hannibal” aveva regalato gioie, qui deve aver dimenticato la voglia di sconvolgere negli altri pantaloni. Va benissimo differenziare i personaggi, ma se poi sono scritti così male chi vorrà fare il tifo per loro? Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      La prima stagione è ancora salvabile, un paio di personaggi intriganti guidano il resto del cast che fa solo da tappezzeria sfocata, ma poi ci si addentra sempre più nell’Universo Specchio e a meno di non essere un fan duro e puro di quell’elemento narrativo onestamente dopo un po’ si perde un po’ di interesse. Gli autori ci provano e piazzano un paio di colpi di scena gradevoli, ma per me troppo tardi. La seconda è tutta un gioco temporale e, di nuovo, a meno tu non sia un fan duro e puro dei giochi temporali non ha altri motivi per essere vista.
      Mi sembra d’aver capito che il 15 ottobre parte la terza stagione, ma non ci sono davvero motivi per vederla, al di là del completismo…

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      • Giuseppe ha detto:

        E infatti sarà per completismo che tenterò di completare il tutto, tenendo anche conto dei miei cronici ritardi nei confronti delle ultime serie tv (siano Netflix o altro). Di Discovery non ho nemmeno iniziato la seconda stagione, per dire…
        Tornando a noi, credo che Fuller e Kurtzman abbiano insistito sull’Universo dello Specchio perché sanno benissimo quanto una gran massa di fan contemporanei ci si riconosca: il livello generale ormai raggiunto dal fandom, infatti, è pari pari a quello dell’Impero Terrestre e lo scontro Burnham-Connor è né più né meno del tipo che intercorre tra due fan intenti a discutere di quanto questa o quella cosa siano canon o no (alla fine vince il canon del più forte, almeno fino alla prossima discussione) 😀 😛

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Non ti anticipo niente, visto che ancora ci devi arrivare, ma la seconda stagione dimostra che nella prima si sono presi “troppe libertà”: la lingua non era abbastanza aderente al fandom o forse non sufficientemente umettata, così nella seconda si è scesi parecchio. Nella terza gli autori andranno a trovare i fan a casa, si siederanno e si faranno scrivere da loro una scena a testa, ma anche così i fan non saranno contenti. Perché per definizione i fan non sono mai contenti, perché il nuovo è troppo nuovo e il vecchio è troppo vecchio: ecco perché gli sceneggiatori dovrebbero fare il loro lavoro senza pensare ai fan, che tanto scontenteranno sempre.
        La prima stagione ha ancora una propria personalità, nascosta sotto il politicamente corretto, le pari opportunità, il metoo, i LBTGT e non so più quante lettere, e un numero giusto di citazioni da fan, ma la seconda è crollata nella melassa fandom. Compiendo l’errore che compiono tutti: è uguale ma diverso, così da scontentare tutti! Perché il fan capisce la leccata ma la sente “diversa”, il non fan sente solo la leccata e così entrambi non gradiscono.

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      • Giuseppe ha detto:

        E, aggiungo io, chi rischia di gradire meno di tutti è il fan che, purtroppo per la memoria corta di produttori e sceneggiatori vari, legge pure i relativi fumetti accorgendosi dello spreco o del (non sempre) furbo riciclo di idee proveniente appunto dall’universo cartaceo: ad esempio, parlando dell’accoppiata Pike/viaggi temporali, ho come il sospetto che da “Early Voyages” verrà qualche imbeccata…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        La sensazione è che qui gli autori non sappiano neanche cosa sia un fumetto, e che abbiano sparato a casaccio com’è loro abitudine, piazzando giusto un paio di leccate a fare da continuity. Fammi sapere che ne pensi quando vedrai la seconda stagione 😉

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  2. Madame Verdurin ha detto:

    Mi sono sorbita mio malgrado buona parte di questa serie, che non mi piace affatto (anche se picchiarsi in ascensore è sempre cosa buona). Sono d’accordo con te sul fatto che Discovery sia così attenta ad essere politically correct verso tutti che si dimentica del resto. E infatti si dimentica, del resto.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      E’ una serie studiata a tavolino dimenticandosi che le serie di successo raramente lo sono, visto che non sono le minoranze che premiano una serie ma il grande pubblico. La voglia di farsi ben volere da ogni minoranza di peso – per fare una “TV responsabile” – e quella di slinguazzare i fan con rimandi del tutto fini a se stessi, ha creato una serie senza personaggi, con una protagonista intrigante all’inizio ma che diventa ben presto anonima, infilata in vicende noiose e inutilmente complesse.
      La scena dell’ascensore sicuramente è il momento migliore dell’intera serie 😛

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Ahahahah! La citazione iniziale ha attenuato la mia prevedibile reprimenda!!! 🙂

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  4. Lorenzo ha detto:

    Non so se ci hai fatto caso, ma da un po’ di anni a questa parte buona parte delle locandine sono composte da grappoli di facce (come quella che hai postato) 😀
    Per quanto riguarda il “tokenism” sono d’accordo con te.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      E’ vero, ormai non le studiano neanche più le locandine, si limitano a buttarci le facce degli attori con la dimensione che varia a seconda dell’importanza. (Ma neanche tanto, visto che vedo dei protagonisti con la facciuzza da comprimari!)

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  5. Il Moro ha detto:

    Sono uno dei quattro a cui è piaciuta questa serie. Ha un mucchio di difetti, dei quali il più grave secondo me è l’insopportabile personaggio della protagonista che sa fare tutto e risolve ogni problema da sola. Ma comunque si lascia guardare come serie di fantascienza (non come serie di Star Trek) e la seconda stagione finisce in un modo che mi lascia ben sperare per la terza, dove finalmente si dovrebbe vedere qualcosa di un ulteriore futuro. Devo dire che mi interessa molto di più la terza di discovery che quelle nuove, annunciate o già in corso, con il capitano pike, la sezione 31 e lower deks, che non mi attirano proprio per niente. Per non parlare della seconda stagione di Picard, se mai la faranno, che la prima mi ha fatto abbastanza cagare. Anche se so già che le guarderò lo stesso,perché sono un fan masochista.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Nei primi episodi il personaggio di Michael è molto intrigante, ma poi ci si perde in trovate tipiche dell’Universo Specchio – che sembrano uscite da un pulp anni Cinquanta! – che mi ha rovinato un po’ la fine stagione, ma nel complesso la prima stagione non mi è dispiaciuta, pur con i suoi difetti. La seconda con i giochi temporali mi ha ucciso…

      Povero dottor Bashir, che in DS9 non conosceva la Sezione 31 quando invece era nota a tutti anni prima di TOS 😀
      Anson Mount è un grande ma nei panni di Pike proprio non mi convince. E raramente una serie mi ha così profondamente deluso come “Picard”…

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