Sword of God (2018) Padre Maronno polacco

La saga “kinghiana” di Uwe Boll mi ha fatto venir voglia di un po’ di Medioevo Z, e visto che sono usciti un paio di titoli nuovi ne approfitto per scoprire cosa ci riserva questo genere.
La Blue Swan (Eagle Pictures) nel novembre 2019 porta nelle nostre videoteche il polacco Krew Boga (“Il sangue di Dio”), presentato nel settembre 2018 al Gdynia Polish Film Festival, ribattezzandolo Sword of God. L’ultima crociata, visto che l’inglese è la lingua ufficiale italiana.

Il giovane (perché mio coetaneo!) regista televisivo polacco Bartosz Konopka scrive e dirige questo film con mano sicura e un’idea ben chiara: tecnicamente dovrà essere un gioiellino, con una fotografia spettacolare e ogni inquadratura studiata per ottenere il massimo effetto. Però dovrà rimanere senza sceneggiatura né dialoghi: dovrà essere il nulla più visivamente accattivante possibile. Missione riuscita.

Il vuoto con Dio intorno

Su un’isola naufragano due crociati polacchi. Chi sono? Che isola è? Siamo sicuri siano Crociati? Basta, lo sapete che nella Z profonda nessuno può sentirti fare domande, quindi di risposte non ne avremo.
L’unica cosa che sappiamo è che il predicatore dei due è Donald Pleasance Polacco, che per comodità chiamerò DPP (Krzysztof Pieczynski).

Donald Pleasance Polacco, il predicatore sull’isola misteriosa

L’isola è abitata dai Bianconi (nome che mi sono inventato per ’sti tizi che non si sa chi siano), una popolazione che vive all’età della pietra e si pitta di bianco per motivi che risiedono in qualche trauma infantile dello sceneggiatore. Mentre il predicatore DPP subito si scaglia contro questi pagani e cerca di inculcare loro l’amore di Dio a bastonate, il suo compagno viene immediatamente catturato dallo stile di vita dei Bianconi e ne diventa il Profeta.
Perché l’altro dei due Crociati è Padre Maronno (Karol Bernacki)…

Il polacco a cui appiopparono la santità

… e siccome dopo due o tre frasi senza alcun senso all’inizio del film sceglie di non parlare più, grazie alla sua opera di redenzione dei Bianconi diventa… il redimimo!

Redìmimi! (cit.)

Succedono cose, braccia si muovono, strilli si odono nella notte, DPP dice esclusivamente cose prive di senso, scelte accuratamente per la loro estraneità alla vicenda narrata, persone si muovono, bei paesaggi, fine del film.

Il re dei Bianconi parla polacco, per aumentare le cose senza senso del film

Se volessi fare il figo, il critico con gli occhiali e la pipa (come dice Cassidy), quello per cui se un film è stato presentato a un festival automaticamente è pregno di significato, e chi non lo capisce è scemo, potrei mettere su parecchie impalcature su questo montarozzo di fango.
Potrei parlare di uno scontro di culture tra paganesimo e cristianesimo, o meglio ancora di religione delle origini e religione istituzionalizzata, e di come la seconda tenda sempre a rifiutare il divino in favore della gerarchia di poteri ecclesiali, risultando incomprensibile per chi – come i pagani – con il divino vivono a stretto contatto.
Sullo sfondo di questa guerra di religione in miniatura, combattuta fra i pochi abitanti di un’isola sperduta (un non-luogo, quindi una Utopia di moriana memoria), e sullo sfondo di una natura selvaggia e crudele che sembra negare qualsiasi presenza divina, abbiamo il “diretto interessato” che non prende parte ma assiste muto: il Crociato che si cuce la bocca e rimane muto per tutta la vicenda è palesemente simbolo del silenzio di Dio, che assiste impotente al male compiuto in suo nome.

Potrei andare avanti a lungo, ma sarebbero solo speculazioni a caso: non ci sono prove che Konopka abbia scritto e diretto altro se non una mosceria lenta e paracula per farsi bello nei festival. Belle immagini e personaggi vuoti sullo sfondo funzionano sempre.

Tutto bello, tutto vuoto

C’è più profondità religiosa nel Padre Maronno vero, quello di Maccio Capatonda, che in qualsiasi ipotizzabile intenzione di questo filmetto lento, di cui però vanno gustate le meravigliose scene: se l’autore avesse messo nella sceneggiatura la stessa attenzione dedicata alle immagini, staremmo parlando di un gioiello prezioso. Invece abbiamo solo Padre Maronno il redimimo!

L.

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32 risposte a Sword of God (2018) Padre Maronno polacco

  1. Zio Portillo ha detto:

    Ok. Ho dovuto leggerla due volte perché alla prima ho sputato mezzo caffè sul pc… Ottimo post per un film che forse non meritava tutta questa attenzione. Meglio riguardarsi tutto Padre Maronno.

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  2. The Butcher ha detto:

    Un crociato polacco che assomiglia a Donald Pleasence e che ha un background simile a padre Maronno? Corro a vederlo!

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  3. Cassidy ha detto:

    Tra Robert “Bronzi” Kovacs che somiglia a Charles Bronson e questo Krzysz… Krzyszt… Insomma questo con il codice fiscale al posto del nome che è identico a Donald Pleasance, che film potrebbero tirare fuori in polonia? Ma soprattutto, che anno è in Polonia!? Vuoi vedere che sono rimasti indietro nella linea temporale, incastrati alla fine degli anni ’70? 😉 Cheers!

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  4. Conte Gracula ha detto:

    Quindi, più che un film sarebbe un salvaschermo di lusso: nessuna trama, solo belle immagini.
    Esiste un gioco di ruolo sulla colonizzazione dell’Islanda, Sagas of the Icelanders, che con gli stessi temi (sempre che il film ne abbia) può fare di meglio, almeno sul versante della trama 😛

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Penso che i giochi di ruolo in generale abbiano sempre più trama dei film, che comunque sono prodotti limitati nei mezzi e nelle tematiche, mentre i gdr possono spaziare ovunque senza doversela vedere con produttori, distributori, censori e comitati di genitori. Per questo mi piacciono gli universi narrativi espansi, perché ciò che un medium non può raccontare lo può fare un altro.

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  5. Sam Simon ha detto:

    Ahahahah! Oh, gli somiglia davvero al Dr Loomis! :–D

    Comunque con quelle recensioni stellari come si fa a non parlare di capolavoro? Mi piace ReelFilmReview: “Un’esperienza mistica”. Giudizio che si può interpretare in vari modi!

    Mi ha ricordato un film che vidi al festival del cinema di Siviglia qualche anno fa. Presentato come un incrocio tra Alien e Brazil, lo andai a vedere pieno di speranza. Non ricordo il titolo originale, ma per me sarà sempre: Tubi. Una nave vuota e tante inquadrature di tubi. Un’ora e mezzo di tubi.

    Poi rilessi quell’introduzione ed era più subdola di quanto avessi capito all’inizio: se uno voleva ci voleva ritrovare le atmosfere di Alien e Brazil… ma anche no!

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  6. Willy l'Orbo ha detto:

    Ahahahah! Se è un sogno non svegliatemi! DPP, i bianconi, il Padre Maronno polacco, il redimimo…sei un genio della Z sia perché hai trovato un senso alla pellicola (con la speculazione finale molto bella e convincente ma non credo nella mente del regista) sia, soprattutto, perché mi hai fatto divertire con un film la cui visione (ebbene sì, ho avuto la sventura di vederlo), al di là delle belle immagini, procura noia a palate. Solo Lucius e lo zinefilo possono riuscire in simili imprese! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Contento di averti dato una nuova chiave di lettura per questo film, visto che sei sempre un passo avanti a me in quanto alle novità della Z 😛
      Hai visto che immagini splendide e che ricercatezza? E’ davvero un peccato che non esista sceneggiatura, perché poteva essere davvero un gioiello di film.

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        “Un passo avanti a me in quanto alle novità della Z”, esagerato, così mi lusinghi! 🙂
        Diciamo che andiamo di pari passo e spesso con consonanza di idee! 🙂
        Sul “potere” delle assai belle immagini così come sulla lacuna di qualsivoglia sceneggiatura concordo e devo dire che è un doppio tratto che ho ritrovato in cospicua parte della recente filmografia dell’est Europa (spesso con tematiche simili ma non solo), polacca, russa, addirittura ucraina…
        Devono collegare soldi e ricerca che permettono di dare una veste visiva lodevole alle loro opere a una maggior cura delle idee alla base dell’opera stessa, diamogli tempo e attendiamo fiduciosi! 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        I progressi tecnici di quella cinematografia sono spettacolari, anche perché dal crollo sovietico ormai non ci arrivava più niente e rivedere film slavi a decenni di distanza è stata una bella sorpresa. Una decina d’anni fa ho scoperto che la fantascienza russa ha fatto passi da gigante, ma quando poi rimane “sola” – cioè non è tratta da romanzi – si hanno casi come il recente film (non ricordo il titolo, quello dell’alieno bello che cade sulla Terra!) tecnicamente di serie A ma come sviluppo non si può guardare.
        E’ anche vero che la distribuzione italiana è nota per importare solo robaccia, come il cinema marziale degli anni Settanta: i capolavori erano tutti inediti e arrivarono ondate di robaccia da due soldi che saturarono il mercato. Quindi magari nell’Est Europa è pieno di capolavori ma non lo sapremo mai 😛

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Concordo con la tua analisi sia nel generale che nel particolare (il film di cui non ricordi il nome, non mi sovviene il titolo neppure a me ma credo di aver capito quale intendi), concordo altresì sulla disgraziata distribuzione italiana che, chissà, magati ci priva di capolavori inondandoci di Z est europea, ma in fondo, essendo alfieri zinefili…siamo contenti anche così! 🙂 🙂 🙂

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  7. Kukuviza ha detto:

    Il redimimo sembra un po’ il Paul Bettany polacco.
    Gi hai fatto pure una recensione alta a sto screensaver!

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  8. Giuseppe ha detto:

    Una “meraviglia” che, a questo punto, non so se vedere comunque o meno… bah, male che vada alla fine terrò il film come salvaschermo (con Padre Maronno in sottofondo) 😛

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  10. loscalzo1979 ha detto:

    “Che cazzo di film ho appena letto????”
    “Bella domanda, se lo stanno chiedendo tutti in sala”

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