White & Rose: eroi diehardi (2020)

Ci sono eroi gagliardi, poi ci sono quelli che salgono di livello, perdono una “g” e acquistano una “d”, diventando… eroi diehardi (pronuncia: daiàrdi)
Ad un solo mese di distanza sono usciti nell’home video americano due film identici che presentano due eroi diehardi al massimo del loro splendore Z: non so se arriveranno mai in Italia, ma vale la pena conoscere la Z che avanza.

A settembre 2020 la Universal 1440 – nota casa specializzata in seguiti da due soldi – presenta Welcome to Sudden Death, il mese dopo minuscole case invisibili ad occhio nudo presentano The Doorman. Due film-fotocopia ricalcati (male) su Die Hard (1988) e i suoi fratelli.
Non solo sono due esempi perfetti di eroi diehardi, in cui la Z è così potente che la pessima recitazione fa il giro e diventa motivo di divertimento spernacchiante, ma sono due esempi di come affrontare la stessa identica trama da due angolazioni diverse. Entrambe sbagliate.

L’attore marziale giusto nel posto sbagliato

Il primo eroe diehardo è il granitico Michael Jai White, una macchina umana da combattimento che dal 1995 in cui il suo Tyson l’ha fatto notare dal grande pubblico è diventato sempre più bravo: è l’unico attore marziale che migliora con il tempo!
Abituato da tanti anni a fare robbette minuscole, stavolta tocca il fondo, perché la Universal 1440 gli affida il remake di A rischio della vita (Sudden Death, 1995) con Van Damme. Vi lascio qualche attimo per metabolizzare l’entità di questo abominio.

Vi siete ripresi? No, non avete letto male. Quel filmaccio inutile con Van Damme, peraltro un sonoro insuccesso che ha confermato l’inevitabile declino dell’attore, è stato replicato ma in versione Z. E non era facile, essendo già di suo una stupidata di serie Z fatta con soldi di serie A. Immaginate cosa può venir fuori a rifarlo con i soldi della serie Z, cioè con un budget di due mele o poco più.

Aspetta… non può essere mica Ruby Rose, quella…

Il secondo eroe è un’eroina dieharda che andrebbe studiata in qualche laboratorio di ricerca cinematografica: lanciata da un mitico ruolo da infame nella serie “Orange is the New Black“, l’australiana Ruby Rose ha cominciato a scalare grandi produzioni come un missile, riuscendo ad azzeccare solo le bojate più costose e fallimentari. Da xXx. Il ritorno di Xander Cage (2017) a Shark. Il primo squalo (2018), se vedete una montagna di soldi che partorisce un topolino, Ruby Rose è lì. Si è sbagliata con John Wick 2 (2017), vero successo, ma ora ci sta più attenta.
Lo studio che andrebbe compiuto su di lei è questo: come può la nuova pompatissima Batwoman, eroina protagonista di una serie tutta sua, saltellante da una serie DC di successo all’altra, cadere nel baratro profondo della Z al cubo di un filmaccio diehardo? Come si può passare da Batwoman… a usciera d’albergo?

I due eroi diehardi partono da posizioni molto differenti, come abbiamo visto. White naviga nella Z da anni, è un attore marziale occidentale che deve vedersela con catorci umani e casi pietosi: è un re in mezzo agli zingari, vince tutto a occhi chiusi. Basta che si presenti in orario sul set, non serve nemmeno che si disturbi a recitare.
Ruby Rose invece gioca coi grandi, ha il talento giusto e riesce a bucare lo schermo ma è circondata da tanti attori talentuosi buca-schermo, e la concorrenza è spietata. Soprattutto in un periodo in cui le donne ammazza-tutti spaccano. Per fortuna l’alto traguardo di Charlize Theron in Atomica bionda (2017) è stato drammaticamente abbassato in questo 2020, da stupidate tipo Rogue con Megan Fox e Ava con Jessica Chastain. Purtroppo la povera Rose si trova dalla parte sbagliata di questa panoramica.

Però Ruby può stare tranquilla: è comunque più credibile lei in ruoli d’azione che Margot Robbie e le altre bambine di Birds of Prey (2020). Anche se non è che ci volesse molto.

È il momento di stilare un identikit dell’eroe diehardo, calandolo nell’epoca storica in cui agisce. Sono lontani i tempi del romanzo Nulla è eterno (1979) di Roderick Thorp, capostipite del genere diehardo: lì un vecchio poliziotto ritrovatosi in un grattacielo di Los Angeles sbaragliava i terroristi che tenevano in ostaggio l’edificio, e salvando la figlia. Dieci anni dopo, al momento di portare il romanzo al cinema, il poliziotto si abbassa l’età e diventa Bruce Willis, pronto a lanciare un sotto-genere d’azione tutto da solo.
Se Bruce giustifica le sua capacità dicendo che è un poliziotto (ma i poliziotti di New York sanno fare tutte quelle cose?), Seagal alza l’asticella ed è un ex Navy Seal in Trappola in alto mare (1992), il che giustifica meglio le sue capacità. Meno giustificabile è il pompiere Van Damme in A rischio della vita (1995), mentre non ha questi problemi Jet Li in Meltdown (1995), perché è Jet Li e quando smonta tutti i terroristi con le sole mani è più che plausibile. Decisamente meno credibile è Bryan Genesse in Shadowchaser 2 (1994): come fa un operaio ubriacone a sbaragliare i terroristi? Con la forza della Z!

Bryan Genesse affronta i terroristi col nunchaku, e John McLane… muto!

Gli anni Novanta sono finiti, ora gli eroi diehardi per giustificare le proprie capacità hanno bisogno di una scena introduttiva, e – come anticipato – essendo i due film in questione delle fotocopie scelgono la stessa identica idea.
L’eroe è in missione militare, compie un atto di eroismo che però risulta inutile e vede morire le persone che invece doveva proteggere. La scena dopo lo vediamo svegliarsi sudato: era un sogno-flashback che ci ha spiegato in pochi minuti il suo passato e il suo stato d’animo.

Anche nei suoi sogni White mena la gente!

La differenza è che White nel suo passato fa fuori i terroristi schiaffeggiandoli con i suoi pettorali guizzanti, Rose ammazza cento cattivi con la sua pistolina – mentre i suoi compagni dotati di mitra non ne beccano manco uno – ma le sfugge un cattivo col bazooka. Diciamo che White conduce il gioco per uno a zero.

Ruby Rose che ammazza un esercito con una pistoletta

Gli eroi diehardi di solito hanno mestieri umili ma onesti. Poliziotti, cuochi, pompieri, ma il tempo passa e si fanno sempre più umili, così White è l’ultimo dei più umili agenti di sicurezza di uno stadio di basket. Grazie a Cassidy scopro che le riprese si sono svolte allo stadio canadese Bell MTS Place nell’agosto 2019: su facebook ci sono ancora i post dell’epoca, sulla pagina del palazzetto, e un tizio commenta «Dovrete pagarmi per guardare quel film»!
Rose invece è così disperata da accettare il lavoro di doorman, come recita il titolo del film: “portiera” evoca tutt’altro, in italiano, cioè quell’eroina dieharda che domina tutto il palazzo con i suoi poteri impiccioni e moralizzatori, mentre “usciera” evoca un’altra figura di potere, stavolta negli uffici pubblici, cioè quella che decide se tu puoi muoverti liberamente nell’edificio. E di solito non puoi. Forse “la donna che usciva la gente” rende meglio!

Ruby Rose: la donna che usciva la gente

L’eroe diehardo per definizione ha un minorenne a cui tiene nel palazzo in cui lavora: l’unica eccezione è Seagal, che lui non tiene a nessuno e massacra i terroristi per hobby, non ha certo bisogno di avere motivazioni affettive.
Che sia una parente o una semplice amica non importa: è comunque necessario che ci sia un minore possibilmente femminile in pericolo nell’edificio. Solo Genesse si ritrova a salvare un ragazzino, di solito sono bambine. (O spogliarelliste poppute, nel caso di Seagal: chiamalo scemo!)
Visto che White sta facendo il remake di Van Damme, si ritrova due figli: il maschietto che non fa niente, e la femminuccia che va in giro da sola così da essere sicura di finire nei guai. Rose è sola al mondo, ma guarda caso scopre di avere una famiglia proprio nel palazzo dove lavora, e proprio nel momento in cui arriva il pericolo. Così ha una nipotina fresca fresca da far rapire ai cattivi.

In Canada è vietato girare un film dove non sia presente Michael Eklund

Chi prende in ostaggio un intero edificio con una secchiata di uomini armati lo fa per qualcosa di grosso. Nel caso di White abbiamo il solito Michael Eklund – attore fisso in ogni film canadese di serie Z – che tiene in scacco dei ricconi allo stadio per vendetta personale e per vari pacchi di milioni di dollari. Il terrorista si fa fare un bonifico dalla riccona e poi aspettano lì tre giorni lavorativi perché i soldi arrivino.
No, scherzo, ma mica tanto: appena eseguito il passaggio digitale, non si capisce perché i soldi siano lenti a passare, come se la cifra alta influisse sulla procedura bancaria.

Ma te lo ricordi Jean Reno?

Nel caso di Rose invece il cattivo Jean Reno (ve lo ricordate Jean Reno? Che brutta fine) vuole dei preziosissimi quadri antichi rubati dai nazisti e poi nascosti nelle pareti di una stanza dell’albergo della catena Carrington, che ora tiene in ostaggio.
Viene espressamente citato il celebre Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi (1600) di Caravaggio, ma quello che vediamo inquadrato è curiosamente… una copia speculare! Mi sa che quando hanno stampato il quadro per le riprese hanno fatto casini con Photoshop.
Il quadro sembra un’ottima scelta visto che in effetti risulta ancora disperso, però è stato rubato nel 1969 a Palermo: che c’entrano i gerarchi nazisti di Berlino citati nel film?

Mi spiace, terroristi, ma mi sa che il quadro è un tarocco

I terroristi seguono sempre lo stesso piano: prendono possesso di una grande struttura e poi si dividono i compiti. I capi stanno fermi per ore in attesa di essere fermati dall’eroe diehardo di turno, mentre i sottoposti camminano per corridoi bui e solitari in attesa di essere tramortiti e messi fuori combattimento. Non so perché i terroristi non riescano a concepire piani diversi, magari che so: invece di rimanere dieci ore fermi potrebbero fare la loro cosa in una sola ora, così da avere più possibilità di successo. Non so, magari ci sono dinamiche che non conosco, ma è un dato di fatto che una volta preso d’assedio lo stabile, il capo sta seduto a dire cose cattive (di solito stupide) e i sottoposti vanno e vengono, salgono scale, scendono scale, aprono porte, chiudono porte, fino all’apice della genialità: la frase «Chi c’è lì?» detta in un corridoio buio. La risposta nasce dai cuori di tutti noi spettatori: «’Sto cazzo!»
Agli eroi diehardi basta fare le stesse cose dei terroristi sottoposti: se tutti camminano qua e là, prima o poi si incontrano e si menano, per semplice calcolo delle probabilità.

Quando un terrorista con il coltello incontra un’eroina vestita male…

La parte “di menare” è di solito il momento che giustifica il film. A parte Bruce Willis che si limitava a sparare, gli altri eroi diehardi sono sempre attori marziali… tranne Rose! Se quindi abbiamo White che all’interno di un film noioso e piatto rifulge di luce propria al momento di menare i terroristi, nel caso di Rose la situazione è drammatica, perché l’attrice non ha alcuna conoscenza marziale e quindi i momenti che dovrebbero giustificare l’intero film… semplicemente lo affossano ancora di più.

Solo in tre contro White? Ma così non vale… so’ pochi!

Per compensare il fatto che l’attrice sia palesemente fuori parte, le hanno donato la velocità del lampo e del baleno, così quando affronta il terrorista tira dei colpi così veloci che bisogna essere Flash per riuscire a capire che cacchio è successo, così lo spettatore medio pensa “Va’ come mena la Ruby”, invece è solo un mezzuccio per mascherare il nulla della scena.

Basta parlare di Ruby, è il momento della signora White!

Fra i terroristi sottoposti c’è sempre quello più “capo” degli altri: i capi terroristi non si affrontano con la forza ma con l’intelligenza, mentre il capo dei sottoposti lo si mena come una zampogna. E chi si ritrova White come capo dei sottoposti? Sua moglie!

Giuro che l’ho abbassata la tavoletta del bagno!

La signora Gillian White ha una lunga gavetta, in pratica ha iniziato la sua carriera nella metà degli anni Novanta come il marito Michael, e scopro che i due hanno anche un’altra passione in comune: le arti marziali. (Si sono sposati in Thailandia con Tony Jaa ad officiare la cerimonia, giusto per dire!) Sebbene la scena sia breve, vedere i coniugi White che si menano è comunque il momento più alto dell’intero film.

Provate a discutere con una moglie così!

A Rose tocca menarsi con il norvegese Aksel Hennie, un personaggio sgradevole in una scena girata al buio per nascondere il fatto che nessuno dei due attori è in grado di fare ciò che dovrebbe.

Lo so, non ci si crede, ma è questo il cattivone da affrontare

Il confronto finale tra gli eroi diehardi e il cattivone finale è sempre spettacolare, è l’apice della vicenda. Purtroppo però questo vale solo per gli anni Novanta, visto che nel 2020 è invece il momento in cui il film morente smette di respirare.
Nel caso di Rose il cattivo muore di noia ed esce di scena in modo stupido. White invece è costretto a rifare il film di Van Damme quindi a ricreare l’imbarazzo dell’epoca: sbagliavo a ritenere ridicolo lo scontro fra Van Damme e Powers Boothe, cioè fra un attore marziale e uno non marziale, perché quello fra il bravissimo White e la carota lessa Eklund è decisamente molto più inguardabile.

Almeno White ci regala gioia marziale per gli occhi

L’eroe dieahardo è per definizione “duro a morire”, quindi subisce mille e mille ferite alle quali bada appena, invincibile al dolore e immune alla perdita di sangue. Il che è strano, visto che la forza di John McClane è che lo vediamo soffrire e soffriamo insieme a lui: correre a piedi nudi su un pavimento ricoperto di cocci di vetro è stata la scena-incubo di un’intera epoca, quindi l’eroe tutt’altro che invincibile attira di più l’attenzione degli spettatori.
Gli eroi marziali invece sono diehardi duri e puri, manco si accorgono di essere feriti quindi alla fine non parteggiamo mai per loro, e ci dispiace che i terroristi siano così beoti da cadere sotto i loro colpi.

Due film identici, due eroi diehardi molto diversi, due prodotti di una Z profonda in cui nessuno può sentirti menare. White è a casa sua, mentre Ruby Rose per l’intera vicenda porta impresso negli occhi il dolore di essere caduta così in basso.

L.

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19 risposte a White & Rose: eroi diehardi (2020)

  1. Cassidy ha detto:

    L’etichetta “eroi diehardi” è bellissima come questo doppio post a tema, ti ringrazio per le tante citazioni 😉 Ruby Rose è una sorta di “Kristen Stewart di menare” anche se a ben guardare hanno le stesse capacità marziali (nessuna), entrambe bucano lo schermo senza fare nulla, una volta quelle cosi facevano soldi come super modelle. La Rose è riuscita a confermare che non ci sarà nella seconda stagione di Batwoman, non ho seguito la serie ma tra maschera e parrucca, la produzione risparmierà facendo recitare la sua controfigura.
    Hai analizzato alla perfezione il modello di “Die Hard”, anche Bruce Willis ai tempi era un’anomalia perché arrivava dalla commedia, ma ha gettato (letteralmente) il sangue nella parte, per lo meno Michael Jai White ha tutto per fare il super uomo dall’inizio della sua carriera, spero solo che il suo sia un matrimonio perfetto, se dovesse litigare con la sua signora, bisognerebbe far intervenire la guardia nazionale! 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ora sono curioso di vedere “Batwoman”, perché non mi capacito che girata l’ultima scena di una delle ricche serie DC di serie A poi Ruby sia partita per la Romania per girare un minuscolo filmaccio da due soldi. Quante macchine di dirigenti Warner ha rigato??? 😛

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  2. Sam Simon ha detto:

    Gli eroi daiàrdi sono splendidi! E Jean Reno, poverino, ma ha problemi a pagare le bollette?

    Molto bello anche che i lavori si facciano sempre più umili col passare del tempo… X–D

    Ma a chi è venuto in mente di fare di Jessica Chastain una diva dell’azione?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      E Megan Fox? Sono mode, quella roba imbarazzante di Charlie’s Angels già doveva mettere in guardia il pubblico, che non è che siccome una è bella è pure capace di fare i film d’azione, invece tante hanno voluto cavalcare quest’onda, andando giù.
      Avere l’espressione sempre ingrugnita non fa di Ruby Rose un’eroina d’azione, sia perché pesa 10 chili quindi nessuno può credere possa abbattere nemici grandi il triplo di lei, sia perché proprio non è capace. Spero di cuore cambi genere, insieme alle altre dive.

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    “non so se arriveranno mai in Italia, ma vale la pena conoscere la Z che avanza”, quel “non so” è la parte più triste del post (soprattutto il film con White lo vogliooooo in Italia!), per il resto bellissimo e divertente perché quando parli te di filmacci diventano magicamente spassosi e appetitosi, perché quando inventi neologismi come “diehardo” e ci costruisci un pezzo vado in sollucchero e perché il link zinnefilo è stata la ciliegina sulla torta! 🙂 🙂

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  4. Giuseppe ha detto:

    Quanta “diehardaggine” in un solo post (con tanto di dettagliata descrizione delle caratteristiche del personaggio tipo): diciamo che, per essere due film-fotocopia ugualmente sbagliati, almeno nel primo caso la presenza dei coniugi White un minimo di differenza la fa 😉
    Riguardo a Ruby Rose, nel suo caso probabilmente sarebbe bastato togliere/sostituire del tutto le parti “marziali” per avere un risultato migliore (magari proprio un confronto armato alla John Woo: se menare non rientra nelle tue competenze, allora mettiti a sparare)…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      In effetti se si fossero ispirati al capostipite con Bruce Willis avrebbe avuto più senso, con Ruby che spara, si infila in pertugi e salta dai palazzi. Ma sarebbe servito un regista e dei bravi tecnici, meglio affittare un albergo romeno e metterci un gruppo di attori a camminare in lungo e in largo, fingendo di combattere fra di loro. E’ tutto molto più facile 😛

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  5. Il Moro ha detto:

    Gli eroi daiardi è un neologismo per cui vai premiato! peccato che si possa applicare quasi solo a filmacci… 😅

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