Jiu Jitsu (2020) Alieni di menare (3)

Dimitri Logothetis, dal cognome che affonda le radici nella più storica araldica europea, non considerava soddisfacente la sua opera di minuziosa distruzione del già morente cinema marziale: aver prodotto Kickboxer: Vengeance (2016) e addirittura diretto Kickboxer: Retaliation (2018) non gli abbastava, sentiva che era rimasta in piedi qualche briciola di ciò che in altre epoche veniva chiamato “cinema marziale occidentale”. La sua opera di distruzione doveva essere totale, e non a caso sta lavorando al futuro Kickboxer: Armageddon.
In attesa del bacio della morte, Logothetis ci regala un altro film legato al sotto-genere “Alieni di menare“, perché evidentemente sentiva che c’era ancora qualcosa di vivo e doveva provvedere ad estirparlo.

Il 20 novembre 2020 in un mondo già piagato e sofferente esce Jiu Jitsu e addirittura la blasonata Paramount lo distribuisce in DVD americano.
Non ho trovato tracce di distribuzione italiana.

Indovinate quale stile marziale è totalmente assente dal film?

Mi immagino Logothetis come un cuoco davanti ad un grande pentolone, intento a preparare un pastone per i suoi spettatori. Davanti non ha una ricetta, ha dei grafici di tendenza delle chiacchiere in Rete: di cosa si parla di più nelle chiacchiere da bar digitali? Di fantascienza, di alieni, di Nicolas Cage e di quanto sono fighi i film d’azione asiatici. La ricetta si è fatta da sola.
Come uno chef che prepari degli spaghetti alla carbonara con la cioccolata, essendo due fra le cose più apprezzate dai suoi clienti, Logothetis mette insieme cose che non c’entrano una mazza e anzi rovinano tutto, probabilmente pensando invece di moltiplicarne l’effetto positivo. Il che, ben inteso, sarebbe anche potuto essere… se Jiu Jitsu fosse stato un film, invece che un peto sfuggito al suo autore.

La recensione potrebbe finire nel momento esatto in cui specifico che protagonista è Alain Moussi, che è il nulla con i muscoli intorno. Dal punto di vista atletico è indiscutibilmente dotato, e se un giorno incontrasse un vero regista e un vero sceneggiatore potrebbe addirittura… no, niente. Alain Moussi è così privo di spessore e carisma che dubito possa ambire ad un ruolo superiore a “quarta colonna da destra”.
Qui interpreta… ah ah ah ah ci avete creduto, eh? Alain Moussi non può interpretare altro che il vuoto dei suoi occhi spenti!

Solo il primo di una lunga serie di madornali errori

Dopo chiacchiere incomprensibili senza alcun motivo, arriva Tony Jaa e comincia a menare la gente. Chi è questo personaggio? Perché sta pestando tutti? Stavamo assistendo all’interrogatorio di Alain Moussi che non si ricorda chi è né perché sia ancora facendo i film di Logothetis, perché ora assistiamo a cinquanta minuti di Tony Jaa che mena gente?

Intanto Tony mena, e ne mena uno, e ne mena due, e ne mena tre, cinque, dieci, venti, cinquanta, cento, mille. E sono passati dieci minuti, e sono passati venti minuti, sono andato a dormire, mi sveglio la mattina e Tony è ancora là che mena gente. Sono stati pubblicati dei bandi di gara per assumere personale dai paesi vicini perché non si sa più chi far menare, e passano mille minuti, e passano giorni, settimane, anni, Tony invecchia ma continua a picchiare gente. Diventa nonno, e davanti al caminetto, circondato dai suoi nipotini, continua a menare gente. Passiamo al figlio di Tony che continua ininterrottamente l’opera del padre, poi il nipote e il bis-nipote, poi quando finisce l’umanità, rimane l’ultimo dei Tony Jaa, che si mena da solo.
E in tutto questo, sono passati mille minuti di film e non sappiamo ancora di che cazzo parli la trama.

Sì, Tony, però anche meno, eh?

Il livello di cialtroneria della scena è di quelli alti che solo un occidentale può raggiungere. Il numero di inquadrature sbagliate che rovinano le tecniche è deprimente, per non parlare di vari errori di posizione dei cascatori che evidentemente non c’era tempo di sistemare: Logothetis sa solo che i piani sequenza asiatici spaccano, che Tony Jaa è amato da tutti gli occidentali, mette insieme le due cose e chi se ne frega del risultato.
Già che c’è, ogni tanto fa anche combattere in soggettiva, tipo videogioco, che è una tecnica dall’incredibile pregio di risultare insopportabile in ogni occasione. Oh, ci sarà un modo di usarla bene, no? No.

Jake (Alain Moussi) si unisce a Tony nel menare, che dopo aver recitato per cinque minuti gli scoppiava la testa. Non sappiamo chi siano questi personaggi, non sappiamo chi stiano menando né perché, non sappiamo chi sia ’sta gente nel deserto, non sappiamo neanche se sia un deserto, non sappiamo dove siamo, non sappiamo quando stiamo andando su questa Terra e miagoliamo nel buio, tanto per citare i Guzzanti: sappiamo solo che questa nuova porcata di Logothetis farà più male del solito.
Poi Jake cade in una grotta dove vive Nicolas Cage ed è chiaro che farà decisamente più male del solito.

«Ciao, io sono Nicolas e sono il vuoto che c’è dentro di te» (semi-cit.)

Sembra l’ultimo templare del film di Indiana Jones, invece è… boh, Logothetis non ha voglia di spiegarci la trama del film e si va avanti. Arriva gente, si parla del più e del meno, si discute dei problemi dello Stato e dell’hashish legalizzato, come nella canzone di Stefano Rosso, e finalmente a metà film pare di intuire quale sia la fottuta trama.
Da quel poco che ho capito, tra i fumi della noia, gli sbadigli, il buco nero del fastidio e l’acido di stomaco di assistere a ’sta robaccia immonda, un giorno è arrivato sulla Terra un alieno che ha insegnato agli umani il jiu jitsu espressamente perché lo affrontassero, e da allora ogni certo numero di anni questo viaggiatore stellare ritorna per affrontare nove guerrieri umani, così, per farsi due risate. Se non si trovano nove guerrieri, lui ammazza tutti gli umani del mondo, probabilmente costringendoli a guardare i film di Logothetis.

Non sono sicuro sia davvero questa la trama, i continui flashback incrociati con la diarrea filmica mettono a dura prova e arrivato a tre quarti di film ho mandato a fanculo Logothetis e l’alieno.

L’alieno che c’è venuto, e io ce lo mando

Come appassionato di cinema marziale sin da tenera età dovrei essere contento di vedere un film che rinunci alla trama e alla sceneggiatura in favore di un fiume costante di combattimenti, chiamando peraltro validi atleti come Moussi e Jaa, ma anche il bravissimo Marrese Crump, che apprezzo dai tempi di Wrong Side of Town (2010), ma torniamo alla carbonara con la cioccolata: non è che se metti insieme cose buone esce fuori qualcosa di buono.

L’ottimo Marrese Crump purtroppo non ha mai avuto una vera occasione come eroe d’azione

Il non sapere chi siano i personaggi che combattono rende distaccato lo spettatore, così come imbastire una scena di lotta drammaticamente lunga senza avere un bravo coreografo crea solo noia totale.
E poi, a voler essere proprio precisino, come mai questo alieno ha insegnato il jiu jitsu agli umani… e nessuno dei guerrieri che lo affrontano usa tecniche di jiu jitsu? Eseguono tutti classiche tecniche cinematografiche del proprio repertorio, tipo Moussi che ricicla il suo calcio volante alla Van Damme: un film dal titolo completamente immotivato.

Il calcio è giusto ma è la testa che non va, per dirla alla Litfiba

L’operazione di Logothetis mi ricorda Crash! Che botte (1973) di Bitto Albertini, in cui venne chiamato un idolo marziale dell’epoca come Lo Lieh a partecipare ad un film d’azione italiano: se però quel prodotto nostrano era una commedia, quindi i tanti difetti concorrono al divertimento generale, qui ci viene presentato un film di fantascienza marziale, genere “serissimo” (con tutte le dovute proporzioni), quindi mettere insieme elementi abissalmente diversi non aiuta la storia. ah ah ah ah “storia”, che battuta…
Se Bruce Lee usava l’assenza di metodo come metodo, Logothetis usa l’assenza di sceneggiatura come sceneggiatura: sembrerà strano, ma il risultato non è quello sperato. Abbiamo solo ridicoli personaggi persi nella nebbia della noia che menano gente a caso, e non sappiamo mai per chi parteggiare visto che sono tutti odiosi, dal primo all’ultimo, buoni e cattivi: come spettatore ho tifato per la distruzione della razza umana, se questo voleva dire togliere di mezzo anche Logothetis.

Bei combattimenti, ma troppo lunghi e calati in un film troppo brutto

L’unico pregio di questo film è che ora Skylin3s (2020) mi sembra un capolavoro di “alieni di menare”, e molte scelte stilistiche di Albert Pyun che sembrano qui avere un’eco mi sembrano di qualità altissima, in confronto alla versione di Logothetis.
Lo chiamerei “Effetto Covenant”: quando cioè un film di rara bruttezza ti fa rivalutare tutto quello che prima pensavi fosse brutto. Ho fede che Logothetis saprà regalarci un nuovo film talmente brutto che anche questo ridicolo Jiu Jitsu sarà da rivalutare.

L.

P.S.
E ora, tutti sulla Bara Volante!

– Ultimi “Alieni di menare”:

– Ultimi film con Tony Jaa:

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16 risposte a Jiu Jitsu (2020) Alieni di menare (3)

  1. Conte Gracula ha detto:

    Probabilmente prima avrebbe dovuto chiamarsi Jew Jutsu, questo film: riallacciandosi all’idea della Bibbia come storia di alieni che creano l’umanità, avrebbe visto il popolo ebraico come erede di una tradizione marziale extraterrestre, ma avranno pensato “troppo controverso, poi come gestiamo i palestinesi nel film?” e sono passati a rivisitare lo spunto di Mortal Kombat 😛

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  2. Conte Gracula ha detto:

    Quando hai scritto dell’alieno che torna a menare gente ogni tot ho pensato a Mortal Kombat (Tony Jaa sarà Liu Kang?) e solo adesso mi è venuto in mente anche il minotauro, ma ovviamente non c’entra.
    Il giorno che l’autore scoprirà della leggenda del minotauro, creerà una roba di fantascienza con un attore marziale alieno come minotauro in un labirinto spaziotemporale e Teseo Moussi pronto alla pugna.

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Aspettavo a gloria questa recensione e ora avrei troppe cose da dire! 🙂
    Inizio dalla fine e poi torno al principio: nel finale applausi per il neonato (e veritiero) “Effetto Covenant”, all’inizio, come ieri, hai gettato un “semino di curiosità ed impazienza”…Kickboxer: Armageddon che promette di essere così immondo da rappresentare sul serio l’Armageddon…quello vero!
    Andando al cuore della recensione, in primis evidenzio la “distorsione logico-Z-attrattiva Lucius-Willy”, conosciuta con la semplice (???) sigla DLZALW ( 🙂 ), consistente nell’attrazione che si crea nel sottoscritto quando descrivi film in cui si preparano gli spaghetti con la cioccolata e che si accentua mano a mano che quella cioccolata non cambia colore ma si trasforma in qualcosa di più sfinterico.
    Aggiungo che la trama (trama???) mi ha un pocolino ricordato Mortal Kombat, sempre sia lodato. Ma pocolino e detto a bassa voce, non vorrei ritrovarmi Goro in casa a chiedere ragioni di quanto affermato.
    Infine, la parte su Tony Jaa mi ha fatto scompisciare, dimostrando che le tue recensioni conferiscono senso di esistere anche alle peggiori porcate! Grazie di tutto! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Piacere mio ^_^ Mi piacerebbe averti instillato un’anti-curiosità, cioè la voglia di ignorare questo film, ma conoscendoti temo sia impossibile 😛
      In più punti ho davvero pensato a Mortal Kombat, e non mi stupirebbe scoprire che anche il regista-autore ci ha pensato, ma – e sembra incredibile – siamo ben al di sotto di quella qualità. Il che è tutto dire!
      I nomi coinvolti sono tutti splendidi atleti in grande spolvero, il problema è che sono lasciati a se stessi e non sono così bravi da non aver bisogno di coreografi, o anche solo di un regista che sappia scegliere l’inquadratura giusta.
      In mano ad uno bravo, questo poteva essere un gran bel filmetto ghiottissimo, invece del nulla insito negli occhi di Nicolas Cage 😀

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Concordo con le tue riflessioni, soprattutto sulla necessità di coreografi e/o registi atti a valorizzare le splendide doti atletico-marziali, e anche a me sarebbe piaciuto un gran bel filmetto ghiottissimo (alla fine, non prevale sempre il mio lato “cinemasochistico”). Ma, in assenza di tutto ciò…mi accontento con discreta gioia del nulla insito negli occhi di Cage! Doppiatemelo, quanto prima! 🙂

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  4. Cassidy ha detto:

    Dopo 5 minuti dei duemila anni del brutto piano sequenza di Tony Jaa ho capito che un film con Cage che picchia gli alieni era proprio quello che sembrava, una cazzatona. Quindi ho attaccato a ridere per l’inutile idiozia di Jake, il sacco di muscoli che mena a comando, per la solita recitazione di Cage nove chilometri sopra le righe e tutto il resto, la scena di Cage con il cappellino di carta di giornale in testa per me è il riassunto del 2020. Notizie positive, visto che ho già passato le colonne d’Ercole di questo “film” ora potrò godermi “Skyliners” quasi tranquillo 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Per me, se vedi “Skyline 3” con in mente “Jiu Jitsu”, ti piacerà decisamente di più che a considerarlo come semplice terzo film della saga 😛
      Fare un film senza trama dove si mena e basta è qualcosa che richiede un grado di professionalità parecchio alto, mentre qui voliamo così basso che non si può neanche parlare di “volare”. Avere bravi atleti, come in questo caso, non serve a niente se poi li butti a casaccio, bruciando tutte le scene buone per palese incapacità registica.
      Se l’operazione stuzzicherà la curiosità di qualche bravo autore, magari avremo film similari ma magari diretti bene: incrociamo le dita 😉

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  5. Giuseppe ha detto:

    Logothetis ha cercato di mettere insieme spaghetti alla carbonara e cioccolata, dici? Sì, sembra pure a me! Ma il fatto che il risultato di uno sbaglio non sia divertente nemmeno per sbaglio mi fa pensare che, forse, possa aver confuso la cioccolata con qualcos’altro 😛
    Zero trama/sceneggiatura, alieno a casaccio, marzialità totalmente sprecata… peccato (e, comunque, nemmeno Nicholas Cage si merita di finire in un’insensatezza del genere)

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Da non-fan numero uno di Cage quale sono non mi ha stupito vederlo apparire in roba del genere: se addirittura Keanu Reeves è entrato nella Z, con l’assurdo “Siberia” (2018), figuriamoci uno come Nicolas 😀
      Grande dispiacere invece per ottimi atleti buttati alla rinfusa, a metterci l’anima in combattimenti immeritevoli.

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  6. Il Moro ha detto:

    e nientee, solo per l’articolo ho già riso come un cretino. ma almeno sui titoli di coda Tony Jaa ha poi smesso di menare gente?

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