Revelation (1999) La profezia di Jeff Fahey

La narrativa religiosa è un fenomeno più che consistente negli Stati Uniti, e André van Heerden è specializzato nel raccontarla in piccoli film televisivi: dopo aver scritto e diretto alcuni documentari religiosi, sale di livello girando quelli che teoricamente sarebbero “fanta-thriller a sfondo religioso” ma che in realtà sono messe cantate, con volti noti nel cast.
Prima di partecipare insieme a padre Kirk Cameron alla Saga di Lost Behind, con gli stessi autori-produttori si dedica ad un film a sé. Visto che i suddetti patroni sono i fratelli Peter e Paul Lalonde, quando giri un film con Pietro e Paolo come compagni capisci che il Cielo ti guarda. Ma ti guarda anche Zio: il dio della Z!

Che film potrebbero mai produrre due fratelli che si chiamano Pietro e Paolo?

Uscito in patria americana il 7 maggio 1999, l’unica distribuzione italiana di cui ho trovato traccia è il DVD Vistarama (Quito Piano) senza data che ho trovato sulle prime bancarelle del 2020, ma già possedevo nell’Archivio Etrusco la registrazione del passaggio televisivo su TeleRoma56 del 16 giugno 2019. Sempre con il titolo Revelation. La profezia.
Non ho trovato tracce di qualsiasi altro tipo di distribuzione italiana.

Una scritta iniziale ci informa che tre mesi prima degli eventi sono scomparse milioni di persone dalla faccia della Terra, quindi ci fa subito capire che il film si svolge nello stesso universo narrativo della trilogia Left Behind (di cui ho già parlato abbondantemente).
Purtroppo tra le persone scomparse non ci sono gli sceneggiatori di film religiosi, rimasti sulla Terra a scrivere pessimi copioni. Per esempio mentre ancora scorrono i titoli di testa Pietro e Paolo ci devono spiegare che il protagonista ha perso la moglie tanto pia, che a lungo ha cercato di portare la Luce nel cuore di lui, arido e sordo alle parole del Signore. Ecco un testo pregno pronunciato dalla donna:

«Apri soltanto uno spiraglio nel tuo cuore, ti scongiuro: si tratta dell’eternità!»

Chi è che potrebbe rimanere insensibile a queste parole? Ho messo subito in pausa il film e sono corso in chiesa…
Va specificato che Pietro e Paolo stanno portando avanti la loro saga da prima che i romanzi di Tim LaHaye diventino sceneggiature televisive, curate anche dai due fratelli, quindi diciamo che sono i pionieri del genere filmico “rimasti indietro”, e almeno dal 1998 di Apocalypse raccontano le storie dei miscredenti rimasti sulla Terra dopo che l’Ascensione ha portato i pii religiosi in Cielo.
Fra i miscredenti rimasti indietro c’è uno dei più amati eroi della Z: Jeff Fahey.

L’entusiasmo di Jeff nel partecipare a questo film

Qui interpreta Thorold Stone, un uomo distrutto dal chiamarsi Thorold, ma anche dall’aver perso in un attimo la sua amata famiglia. La moglie pia è scomparsa in un lampo perché è ascesa in Cielo (essendo pia, Dio l’ha piata!), ma il capolavoro lo abbiamo quando a scomparire è la figlioletta.
Vediamo Thorold, sempre triste per il suo nome, che spinge la figlia sull’altalena, mentre lei grida «sempre più in alto!», al che Thorold dà una spintona… e puf, la figlia non c’è più. Ma quanto ha spinto???

Quando spingi così tanto l’altalena… che la bambina ascende in Cielo!

Finito l’unico momento degno di nota del film, inizia la solita storia scritta da esaltati religiosi, che parlano con la stessa sottigliezza di un ultrà allo stadio. Così gli atei sono ovviamente tutti brutti e cattivi, volgari, maleducati e – come già diceva Dostoevskij – parlano continuamente di Dio. Addirittura il nostro Thorold, che neanche dopo la scomparsa della moglie riesce a sentire anche solo un briciolo di Dio nel proprio cuore, usa termini come «l’Onnipotente»: quale ateo userebbe quel termine?
Insomma, Corrado Guzzanti con il suo telepredicatore era stato ottimista: i mitici Chuck e Nora delle TV locali italiane erano dei moderati tolleranti, e soprattutto simpatici. Qui parliamo degli hooligans di Dio, pronti a spaccar teste col manganello del Signore.

Si capisce che è il diavolo o dobbiamo mettere più fiamme?

Intanto la trama pseudo-fanta-thriller prosegue con un piano diabolico dell’altrettanto diabolico Parker (David Roddis), che ha un’idea geniale. Si sta avvicinando il giorno del giudizio, ma se tutti sono impegnati coi caschi di realtà virtuale (con un software chiamato Giorno dei Prodigi), che la sua azienda sta per distribuire, non se ne accorgeranno e il Signore non li chiamerà a sé. Perché se non senti il campanello quando il Signore bussa alla tua porta, poi non ti lamentare che ti tocca rimanere sulla Terra.
Contro questo piano stanno lavorando quei ribelli che il mondo disprezza, chiamando Gli Avversi (The Haters) con una traduzione italiana da applauso. Quando in Italia si parlava italiano, nei tempi antichi, l’Avversiere era appunto il diavolo, cioè l’avversario di Dio, quindi la Terra formata da miscredenti, che credono in quella cosa brutta e cattiva chiamata “scienza”, considerano i cristiani degli avversari e quindi il traduttore sceglie “avversi”: applausi a scena aperta. Se il film uscisse oggi, avrebbero lasciato Haters.
Fra gli Avversi c’è la cieca di Sorrento, in arte Carol Alt.

La cieca Carol Alt che però vede col cuore… pieno d’ammmmòre

Carol ci regala la frase-capolavoro che vale l’intero film:

«Non sono vegetariana perché amo gli animali, ma perché odio le piante.»

Novantadue minuti di applausi: se tutto il film avesse lo stesso stile nei dialoghi.

Jeff torna alle origini, entrando in realtà virtuale

Nel precedente Apocalypse il mondo è stato salvato da un falso Messia, Franco Macalousso (Nick Mancuso, citato anche qui ma in realtà non si vede mai), che ha unito la Terra e portato la pace mettendo al bando i cristiani: e le altre religioni? Non esistono altre religioni.
Visto che ora nel mondo comanda la scienza (?), Thorold è convinto che moglie e figlia siano stati rapiti dagli alieni: ai suoi occhi è un’ipotesi molto più plausibile rispetto all’Ascensione. Ma l’unico modo per arrivare all’astronave madre… è attraverso Dio! Quindi Thorold ora vuole parlare con l’Onnipotente (così lo chiama, essendo ateo) per fargli una domanda tipo: “Scusi, signor Dio, ha mica visto un’astronave aliena con la mia famiglia a bordo?”

Attraverso la realtà virtuale del diavolo il nostro eroe potrà arrivare a Dio… no, basta, non mi fate andare oltre, che a tutto c’è un limite.

«Hai un momento Dio? No, perché sono qua, insomma ci sarei anch’io» (cit.)

Questi film pseudo-fanta-religiosi, in realtà messe cantate, sono tutti uguali: le scene principali si svolgono con i protagonisti seduti intorno a un tavolo a discettare di questioni religiose, mentre ogni tanto vediamo il cattivo di turno fare le boccacce così che tutti capiscano che è il diavolo.
Ogni personaggio parla come un volantino parrocchiale e potete star certi che quello che si professa più ateo diventerà la prima pecorella del Signore, come sempre avviene in tutte le produzioni americane.

Diciamo che Revelation vale la pena d’esser visto solo per le facce imbarazzate di Jeff Fahey, che oltre a fare il finto ateo deve pure tornare nella realtà virtuale che gli ha dato i natali: i giovani d’oggi conoscono Il tagliaerbe (1992)? Che bomba che è stato, oltre ad essere l’unico film di un certo spessore interpretato da Fahey.
Per il resto è la solita roba “da reclutamento”: che sia per l’esercito di Dio o degli Stati Uniti, si tratta sempre di sceneggiature di grana grossa di scarsissimo interesse.

Chiudo con uno schemino riassuntivo.

La saga filmica dei Rimasti indietro
ispirata dai romanzi fanta-religiosi (1995-1998)
di Tim LaHaye e Jerry B. Jenkins

  • 1998 – Apocalypse, con Leigh Lewis
  • 1999 – Revelation. La profezia (Revelation) con Jeff Fahey [Quinto Piano]
  • 2000 – Tribulation, con Gary Busey
  • 2000 – Prima dell’apocalisse (Left Behind) con Kirk Cameron [Eagle Pictures 2003]
  • 2000 – Prima dell’apocalisse II (Left Behind II: Tribulation Force) con Kirk Cameron [Eagle Pictures 2005]
  • 2001 – Judgment, con Mr. T
  • 2005 – Gli esclusi. Il mondo in guerra (Left Behind III: World at War) con Kirk Cameron e Louis Gossett jr. [Sony Pictures 2006]
  • 2014 – Left Behind. La profezia (Left Behind) con Nicolas Cage, remake del primo film con Kirk Cameron [Notorious 2016]

L.

– Ultimi film con Jeff Fahey:

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23 risposte a Revelation (1999) La profezia di Jeff Fahey

  1. Cassidy ha detto:

    Partiamo dalla questione fondamentale: «essendo pia, Dio l’ha piata!» mi ha steso e costretto a interrompere momentaneamente la lettura causa risate (storia vera).
    La scena dell’altalena sembra uscita da un film di Mel Brooks, per il resto sembrano quei film con Jack Ryan tratti da Tom Clancy, sono legati tra di loro, ma il protagonista cambia e a nessuno importa minimamente, se uscissero oggi oltre a perdere la bellissima “Avversi” parlerebbero di qualcosa tipo God-universe. Jeff Fahey sempre nei nostri cuori, da quando falciava i prati fino ad ora che pascola sui prati non proprio verdi della Z. Cheers!

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  2. Sam Simon ha detto:

    Che fenomeno assurdo quello dei Christian movies… Stranamente, che io sappia, in Italia non se ne fanno mentre negli USA è cosa comune. Penso a quel fenomeno paranormale di film indy che sta in cima alle classifiche fantasy di imdb tutto girato in una stanza con il tizio che alla fine si scopre essere Gesù, per esempio. Ora mi sfugge il titolo.
    Però la Spagna ne produce di immondiZia così, eh, ho avuto il dispiacere di vedere La llamada e boia… Non credevo ai miei occhi!

    Comunque è vecchia “Non sono vegetariana perché amo gli animali, ma perché odio le piante.”, io la uso da un sacco! :–D

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Mi piace pensare che l’Europa abbia un gusto più sottile per la religione, rispetto agli hooligans del Signore come si reputano gli americani, o più semplicemente da noi vige un sentimento di facciata: tutti gli europei sono religiosi, ma nessuno di loro si sente minimamente legato ai precetti morali che questo comporta. Se tutti quelli che indossano una collanina con un crocifisso dovessero seguire i comandamenti che quel simbolo prevede, avremmo prigioni e Parlamento vuoti 😀
      Però sono sicuro che il giorno in cui il Vaticano iniziasse a sovvenzionare produzioni cinematografiche, avremmo “Vacanze di Natale a Betlemme” in tutti i cinema 😀
      La battuta sui vegetariani non l’avevo mai sentita, ma è anche vero che ormai da anni sono estinti: da quando è uscita la moda dei vegani non ho più sentito parlare di vegetariani.

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  3. Conte Gracula ha detto:

    Un mio amico, cattolico praticante, avrebbe scritto meglio questa storia: a suo dire, la Gerusalemme celeste descritta nell’Apocalisse sembrerebbe un cubo Borg, uno spunto visivo molto interessante XD

    Da religioso eretico, non ho mai capito questa passione per il concetto dell’Ascensione (normalmente roba per pochi: Gesù, la Madonna e mi pare anche Lao Tsu – ma forse questo non vale) però la scena con l’altalena sembra un motivo valido per esplorare il tema, più della conversione di Cameron, che da rincorrere sottane in genitori in blue jeans è passato a indossarne una come don Kirk…

    E ora, tutti a pregare col Playstation VR, con Oculus Rift, con quel che vi pare per la realtà virtuale, trovate il siniore prima che lui trovi voi!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Come spunto fantascientifico è ghiotto, infatti le altre opere non religiose che lo sfruttano (Simpson, American Dad, “Facciamola finita” con Seth Rogen) sono molto divertenti. Invece quelle che fingono di raccontare una storia fanta-thriller e invece si limitano a tenere sermoni a raffica non sono affatto divertenti.

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      • Giuseppe ha detto:

        Già. A questo punto, perfino il folle “Stridulum” di Giulio Paradisi diventa quasi un capolavoro a confronto di cotanti fanta-sermoni… comunque, mai un capolavoro del livello di “essendo pia, Dio l’ha piata!” 😀 👏👏👏

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Invece di “Ascensione” dovrebbero chiamarla “Piata”: siate pii… e sarete piati! 😀

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  4. Il Moro ha detto:

    Che poi l’idea di base dei “lasciati indietro”, secondo me, non è neanche male. Certo, andrebbe sfruttata bene e non fatta girare dai ragazzi dell’oratorio.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Questi filmetti religiosi hanno aperto la via, poi sono arrivati prodotti più complessi come la serie “Leftovers” (2014) che chiaramente è la versione “seria” di Left Behind, poi c’è il capolavoro assoluto “Facciamola finita” (2013) di Seth Rogen che mostra l’Ascensione ad Hollywood: quale attore sarà mai così pio da meritarsi il Regno dei Cieli? 😀
      Su questa stessa linea secondo me nasce il fumetto “Y – L’ultimo uomo sulla Terra” (2002), dove sono solo i maschi a scomparire nel nulla dal pianeta, tranne il protagonista.
      Direi che i romanzi pseudo-fanta-thriller di LaHaye abbiano portato nuove idee al genere, e una volta tolto di mezzo l’elemento religioso può essere una buona base di partenza per una storia di genere fantastico.
      Certo, se poi chiamano Nicolas Cage ad interpretare padre Kirk Cameron nel remake di “Left Behind” allora è ovvio che il crollo è così verticale che nessun inferno è sufficientemente capiente 😀

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  5. Madame Verdurin ha detto:

    E’ previsto un crossover con una delle altre serie Z di cui ti stai occupando, tipo “Lasciati indietro a Natale” oppure “L’Apocalisse sbagliata” o “Se finisce il mondo mi sposo?”

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  6. Zio Portillo ha detto:

    Pensa che ho visto un paio di questi film senza manco sapere il filone cui appartengono. Sapevo del “Christian Rock” e della sua costola cinematografica (tipo il mieloso “Cosa mi lasci di te” che è la biografia di Jeremy Camp che ha fatto piangere mia moglie e dormire il sottoscritto…), ma non sapevo esistesse proprio un genere specifico. Io sono più terra terra… Per me le chiese sono quelle che fanno le recite parrocchiali come “Grease” o “Aggiungi un posto a tavola” (che a ben pensarci è biblico pure quello! Vuoi vedere che pure in questo siamo arrivati per primi?).

    Ammetto che un “Natale a Betlemme”, fatto ai tempi d’oro, con Boldi che viene scambiato per Gesù e ad ogni frustata urla il classico “Bestia che dolore!”, De Sica “Delicatissimo!” che fa il solito romano bigamo, Enzo Salvi “Mammamia come sto!”,… sarei andato a vederlo… Ok, puoi togliermi il saluto. Ti capisco.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahh altro che saluto: avrei perso l’anima! 😀
      Scherzi a parte, il cinema biblico è sempre esistito, da quando esiste il cinema, perché il pubblico interessato all’argomento esiste da duemila anni e spende bei soldi, quindi sarebbe assurdo per il cinema non sfruttarlo.
      La particolarità di questo genere in particolare è spacciare per storie di fantascienza delle palesi “moralità” spicciole, scritte malissimo e con pessimo gusto. Nessuno critica i filmoni biblici con Charlton Heston o i più semplici film evangelici da trasmettere a Natale e Pasqua, ci mancherebbe, ma qui – nella saga di Left Behind – siamo ad una qualità Z così inguardabile che pure gli squali volanti della Asylum sembrano Hitchcock! 😀

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  7. Nick Parisi ha detto:

    Mi ha sempre lasciato perplesso l’atteggiamente americano (sopratutto della cosidetta fascia della “bibble belt”) riguardo alla religione, anni fa un mio conoscente che aveva sposato una ragazza USA aveva anche provato ad invitarmi in una di quelle specie di show cantati che spacciano per cerimonie religiose, al primo contorcimento dell’officiante ero già fuori dell’edificio. Riguardo ai film del God-Universe (uso anche io questa definizione), ne ho visti un paio ma sono troppo lontani dal mio mondo e dalla mia concezione di fantastico per piacermi.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Se anche facessero solo finta di essere film d’argomento fantastico, si potrebbe giudicarli da quel punto di vista: la quantità di sermoni e pippotti moral-biblici che spaccianoli rendono automaticamente fuori da qualsiasi genere che non sia religioso. E da quel punto di vista dubito che il gusto europeo in generale e italiano in particolare possa minimamente trovare un punto d’incontro.
      Ciò non ha impedito a questi film di avere comunque un buon trattamento nella nostra distribuzione.

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  8. Willy l'Orbo ha detto:

    Ahahahahahha! Da Dio che l’ha Piata all’altalena con cui si ascende in cielo, da Carol Alt che odia le piante (battuta più bella di sempre) agli avversi, dagli hooligans di Dio che picchiano col manganello del Signore a sua maestà Z Fahey…a tanto, tanto altro! Non c’è storia, quando recensisci la Z la vera profeZia la trovo nei tuoi post! Ave Lucius! 🙂 🙂 🙂

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  9. Kukuviza ha detto:

    L’inJeffabile fahey colpisce ancora! non sapevo che la sua carriera avesse avuto questa deriva! trama allucinante, ma non ho capito: lui nega l’esistenza di Dio, ma poi attraverso di lui vuole arrivare agli alieni? ma non possono andare un po’ più sul semplice se vogliono fare proseliti?
    la scena dell’altalena agghiacciante! non so, quasi un ridicolo involontario. Invece la battuta dei vegetariani è mitica!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Malgrado vivano nel Paese più cristiano del mondo, gli americani sembra si sentano minacciati continuamente nella loro religione e nei film cristiani gli atei sono cattivissimi e trattano malissimo i poveri cristiani: neanche Nerone è stato così cattivo come gli atei! 😀
      Da qui l’esigenza di scrivere storie dove chi non è cristiano o è un bruto disumano oppure è uno che poi si convertirà quindi è salvabile. Ma tutti dovranno usare tesi scientifiche che gli sceneggiatori cristiani non conoscono: è come un vegano che scriva i dialoghi di un cannibale, dev’essere bravo perché ne nasca qualcosa di buono. E non esistono sceneggiatori bravi 😀
      Quindi le motivazioni e le opinioni degli atei nei film cristiani sono follia pura: io voglio sperare che sia solo cialtroneria, perché se davvero i cristiani americani pensano quello che mostrano nei film, la situazione è molto più grave del previsto.
      Mi piace pensare che il gusto europeo sia diverso perché da noi c’è stata molta più discussione su questioni religiose, pratica ignota oltre oceano, dove l’integralismo è la moneta universale, quindi da noi la si può pensare in modo diverso, si può litigare e anche odiarci, ma le motivazioni dell’altro non sono incomprensibili, come invece pare essere da quanto traspare dalla narrativa americana.

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