[Multi-Recensioni] Millennium Films su Prime Video (1)

La recente uscita in DVD di un film d’azione di stampo classico dedicato alla memoria di una colonna portante della Z, Danny Lerner, mi dà l’idea di spulciare il catalogo di Prime Video alla ricerca dei vari generi di cui si è occupata la Millennium Films, casa dedicata all’intrattenimento per chi porti la Z nel cuore.



Search and Destroy
(Polonia 2020)
In DVD Blue Swan dal gennaio 2021.
Non disponibile su Prime Video, per ora

Nel 2015 è scomparso uno dei più grandi autori di filmacci d’azione mai vissuti su questa Terra: Danny Lerner. Nato ad Haifa (Israele) è sempre stato un indipendente che ha lavorato con tutti mantenendo sempre il suo stile: la Z più dura e pura. Colonna portante della Nu Image Films prima e di sua figlia Millennium Films poi, ha sempre tenuto alta la dose di azione – militare o marziale – di eserciti di piccoli filmacci riservati solo agli amanti più folli di questi generi.

A lui è dedicato Search and Destroy, che esce nel 2020 – in Italia dal 2021 – quindi si potrebbero ipotizzare cinque anni di post-produzione, dopo la morte del regista. O magari qualcuno l’ha finito al posto suo, non saprei.

Inutile negarlo, questo filmaccio d’azione ha il sapore d’altri tempi ed è permeato di nostalgia per i filmacci anni Novanta, quando tutto era più semplice. Così abbiamo un bidimensionale tenente John Cutter che, ritiratosi per aver visto morire tutti i suoi uomini, è richiamato in servizio per affrontare il suo nemico di sempre: il macchiettistico Igor Rodin che s’è rubato una bomba nucleare, fuggendo su treno in palese citazione di Broken Arrow (1996).

Quant’è gagliardo il tenente John Cutter!

Gli attori sono tutti caratteristi che non ci provano neanche a recitare, anche perché non hanno alcuna sceneggiatura se non un miscuglio di vuote frasi fatte, l’azione è fiacca e priva di qualsiasi spessore: ah, il sapore dei filmacci d’un tempo…

Lerner ci ha regalato film decisamente più gustosi, dispiace ricordarlo con questa robaccia, ma rimane sempre un grande nome della Z e sono contento che la Blue Swan abbia portato in Italia questo omaggio, dall’intenso sapore dell’azione di una volta, quelli in onda su Italia1 e ormai scomparsi nel nulla. Siamo lontani da capisaldi come U.S. Seals (2000) o Operation Delta Force (1997), ma il cuore è lo stesso.



Good People
(USA-UK 2014)
In DVD e Blu-ray Eagle Pictures dal gennaio 2017.
Disponibile su Prime Video.

Il regista danese Henrik Ruben Genz si prende una pausa dalla sua carriera televisiva in patria per volare a Londra e gestire attori famosi provenienti da tutto il mondo per una storia di straordinaria inconsistenza, targata Millennium Films.

Tratta dal romanzo Brava gente (2008) di Marcus Sakey (Baldini Castoldi Dalai 2009), la storia dovrebbe essere un noir tesissimo invece sembra la Fiera delle Banalità: è una fiacca rielaborazione dell’abusatissimo tema “soldi maledetti”, priva di qualsiasi guizzo narrativo, per non dire di invenzione originale. Due americani a Londra (James Franco e Kate Hudson) sono poveri in canna e stanno per essere cacciati dal padrone di casa, poi però scoprono che nel loro seminterrato è morto un criminale lasciando una borsa strapiena di soldi. Tutti sanno dove andrà la storia, e la storia ci va dritta senza sbandare.

Il vostro amichevole carpentiere d’azione di quartiere

C’è il poliziotto britannico (Tom Wilkinson) e il super mega signore del male francese (Omar Sy), tutte macchiette che fanno (male) la loro parte, in una storia lenta e fiacca che dovrebbe portare alla resa dei conti finale, in cui l’umile carpentiere – schiacciato da eventi criminali più grandi di lui – dovrà affrontare criminali professionisti, utilizzando in modo creativo i suoi attrezzi del mestiere. Sulla carta è tutta roba buona, sicuramente il romanzo sarà ottimo, ma l’esecuzione filmica fa di tutto per sbagliare ogni singola scena.

Il personaggio di James Franco è un inetto totale per l’intera vicenda, poi negli ultimi dieci minuti si trasforma nel giustiziere della notte: servirebbe una buona struttura per farci digerire la trovata, ed non c’è niente del genere, visto che l’esecuzione è pessima e fa di tutto per essere anticlimatica. Non un film da ricordare.



Homefront
(USA 2013)
In DVD e Blu-ray Eagle Pictures da agosto 2018.
Disponibile su Prime Video.

Visto che nel precedente film James Branco fa il buono, perché non rispolverare un suo (sbagliatissimo) film in cui invece fa il cattivone da fumetto? La prima volta che ho visto Homefront l’ho disprezzato, ora invece sono più morbido nel giudizio: è solo un film banale dalla trama vuota, ma le scene di combattimento sono ghiotte.

Dal 1997 al 2005 lo statunitense Chuck Logan ha raccontato le avventure del suo personaggio Phil Broker in sei romanzi, l’ultimo dei quali viene usato da Sylvester Stallone come base per la pessima sceneggiatura di questo film: a dimostrazione che Stallone crede siano ancora gli anni Ottanta. (La saga di Logan è tutta inedita in Italia, tranne Absolute Zero, la terza avventura di Phil Broker, edita da Piemme per ben cinque volte dal 2003 al 2009.)

Broker (Jason Statham) è un ex tante cose (militare, poliziotto, supereroe) che dopo un’operazione sotto copertura trasloca per vivere con tranquillità insieme alla figlia. E quale amena località sceglie? Va a finire in mezzo ai bifolchi più bifolchi, in un paesino marcio di faide e dove la gente si ammazza per niente: magari avrebbe dovuto scegliere con più attenzione. Una lite a scuola diventa una faida insanabile che porterà sangue e morte mentre Gator (James Franco) fa le facce da cattivo, vistosamente in imbarazzo per il ruolo ridicolo chiamato ad interpretare. È Stallone, baby, lui è rimasto a Rambo (1982) e non conosce altri schemi narrativi.

Scusa, Jason, ma davvero stai interpretando un film scritto da Sly?

Nel romanzo la vendetta dei criminali è contro Nina Pryce, esperta soldatessa della Delta Force in congedo medico, che guarda caso è anche la moglie di Broker e insieme affronteranno i vari pericoli: un’idea decisamente più intrigante. A Stallone questo rapporto di coppia non piaceva – perché, appunto, è rimasto agli anni Ottanta, quando l’idea di una donna forte al fianco di Rambo era considerata follia – così ha avuto la geniale idea dell’eroe in lutto per la perdita della moglie che cerca di crescere la figlia da solo. Ma quanta originalità!

Il film è puro nulla, ma le scene di lotta sono puro “Statham Style” che merita di essere apprezzato.



Conan the Barbarian
(USA 2011)
In DVD e Blu-ray 01 Distribution dal 2011.
Disponibile su Prime Video.

Dimostrazione palese, semmai ce ne fosse stato bisogno, che i grandi hype, il finto entusiasmo montato ad arte all’uscita di un film che fa litigare il popolo del web, è tutta aria fritta, visto che il minuto successivo all’inizio dei titoli di testa già tutti hanno dimenticato l’esistenza di questa nullità. Però serviva a Jason Momoa per scrollarsi di dosso i suoi ruoli televisivi e dimostrare di essere abbastanza inutile per poter entrare nella serie A del cinema.

Sicuramente Momoa ha il fisico giusto e predisposizione adatta per il nostro cimmero preferito – anche se qui il doppiaggio italiano preferisce “cimmèrio” – e sicuramente il mio cuore alieno è contento che l’intera vicenda del film ruoti intorno ad una Maschera di Acheron, come il pianeta di Aliens (1986), ma la sceneggiatura è così finta che si smette di seguirla già prima dell’arrivo del titolo.

Il fisico è giusto ma è la storia che non va (semi-cit.)

Cresciuto da papà Ron Perlman, Conan diventa grande e grosso e mena la gente, mentre il Mago Buffone e la maga Ciccia Arcù fanno cose stupide che non vale la pena seguire. Quattro personaggi (due buoni e due cattivi) non è proprio il kolossal che ci era stato spacciato, e la vicenda è così infinitamente minuscola che è un insulto quel titolo in locandina. Visto che il nome Conan non viene quasi mai pronunciato, questo protagonista poteva essere chiunque: preferisco chiamarlo Onan il Solitario. L’intera operazione infatti tende alla miniatura, quindi invece che l’eroe di un’epica pugna abbiamo solo una dimenticabile pugnetta.


Elephant White
(USA 2011)
In DVD e Blu-ray 01 Distribution dal 2011.
Disponibile su Prime Video.

Ecco un estratto dalla mia recensione:

Per quelli (spero pochi) che non sappiano chi sia il regista Prachya Pinkaew, ricordo che è uno dei principali artefici del successo di Tony Jaa: mentre l’atleta thailandese ci metteva il fisico e Panna Rittikrai le roboanti coreografie, Pinkaew cucinava il tutto con una geniale visione del cinema regalando agli spettatori occidentali cose che mai si erano viste.

Curtie Church (il bravo Djimon Hounsou) fa il killer buono che è alto un thailandese e mezzo, mentre Kevin Bacon fa Kevin Bacon e kevinbaconeggia in giro, senza alcun motivo. Poi ci sono cose stupide e, visto che siamo in Thailandia, ci sono elefanti in giro…

Tutto quello che finisce in mano statunitensi sembra omologarsi alla mediocrità: a volte è un’ottima mediocrità, divertente e stuzzicante, altre volte rimane una minestra scondita.
Non fraintendetemi, Elephant White è un film tecnicamente ineccepibile e tolte molte scene noiose è anche un ottimo film d’azione, ma il grandissimo difetto è che ha un ottimo soggetto che si sposa però con una pessima sceneggiatura.

Quanto talento sprecato

Tutta la storia è fatta in modo che si capisce subito tutto nei primi dieci secondi di film, così quando arriva il colpaccio di scena finale risulta uno spettacolo tristissimo.

In mani esperte sarebbe stato un ottimo film, invece è uno spreco di talento registico e di attori di solito bravi, qui buttati a casaccio. Un’altra prova, semmai ce ne fosse bisogno, che a parte John Woo tutti i geni asiatici diventano mediocri coi soldi americani…



Major Movie Star – Pericolosamente bionda
(Private Valentine, USA 2008)
In DVD 01 Distribution dal settembre 2011.
Disponibile su Prime Video.

Deliziosa e sbarazzina reinterpretazione moderna dello storico Soldato Giulia agli ordini (Private Benjamin, 1980) con la biondissima Goldie Hawn.

Jessica Simpson, al suo ultimo ruolo cinematografico, gioca con la propria immagine e in pratica dà vita a ciò che tutti pensano di lei: un’attricetta vanesia e non troppo intelligente. Per vari guai la povera diva Megan Valentine, specializzata in ruoli con animali parlanti, con il suo abito di Dolce e Gabbana e il trucco sfatto si ritrova in un campo di addestramento militare, scoprendo che quando ha firmato per arruolarsi (in chiaro stato confusionario) la cosa sembrava decisamente più affascinante.

Mentre il suo agente (Steve Guttenberg) cerca di tirarla fuori, il soldato Valentine non può far altro che cercare di sopravvivere alla vita militare, scandita dagli ordini del sergente d’acciaio Louisa Morely (una Vivica A. Fox assolutamente perfetta), mentre il disprezzo che riscuote fra le commilitone si trasforma in complicità man mano che la vera natura di Valentine viene a galla.

G.I. Jessica pronta all’azione!

Guarda caso tutta la denuncia sociale del film originale con Goldie Hawn è misteriosamente scomparsa, così una storia dove l’esercito era solamente un simbolo delle varie forme sociali che incastrano le donne in una vita preordinata, controllata e obbligata qui diventa invece un’elegia a quei santi delle Forze Armate che ci proteggono e difendono la democrazia a casa degli altri. Infatti solamente il primo terzo del film del 1980 viene usato per rifarlo, pressoché identico, mentre tutto il resto viene messo sotto il tappeto. Curiosamente proprio oggi in cui l’indipendenza femminile sembra un argomento caldo, non si può più concepire una donna libera come nel 1980.

Comunque il film – tra i cui produttori troviamo i consueti “ragazzi Millennium” Boaz Davidson e Avi Lerner – è esattamente quello che sembra, una divertente e divertita commediola leggera con sentimento, veloce e simpatica, senza alcuna pretesa e quindi onesta e piacevole. La Simpson si cala alla perfezione nella parte ed è sempre convincente, quindi per me è sufficienza piena.



Solitary Man
(USA 2009)
Inedito in home video
Disponibile su Prime Video.

Prodotto da nomi storici dell’action come Boaz Davidson e Avi Lerner, colonne portanti della Milennium Films, Solitary Man è scritto diretto da quel Brian Koppelman che ha iniziato la carriera sceneggiando film da John Grisham (La giuria e The Street Lawyer, entrambi del 2003) ma avendo esordito con il pessimo Il giocatore (1998), con il giovane e inutile Matt Damon, non poteva che tornare alle sue radici inconsistenti. Come la sceneggiatura del pessimo A testa alta (2004) con The Rock lasciava presagire.

Insieme al suo inseparabile compagno di merende David Levien scrive e dirige un film il cui unico pregio è iniziare con la splendida canzone Solitary Man cantata da Johnny Cash nel 2000: l’originale del 1966 di Neil Diamond noi italiani lo conosciamo con il titolo Se perdo anche te (1967), cantata da Gianni Morandi.

Il tema “Uomo maturo che combatte la paura della vecchiaia scopandosi ragazzine” è leggermente, ma proprio leggerissimamente abusato, e al decimomilionesimo film diciamo che l’argomento ha perso mordente. Non ho mai sopportato gli “adorabili mascalzoni” che cadono sempre in piedi perché hanno eserciti di donne che li rialzano: perché allora le donne si lamentano di loro, se poi sono sempre lì a raccoglierli? Non so, questo ricchissimo filone non dà spiegazioni, si limita a mostrare vecchi attori affascinanti che si incaprettano ragazze sempre più giovani. La trama non sembra essere un requisito necessario.

Ma che gli fa Michael Douglas alle donne?

Ben (Michael Douglas) appena l’età, la salute e scelte sbagliate presentano il conto risolve tutto scopandosi qualsiasi cosa assomigli a una donna, e tutte ci stanno – dai 18 ai 38 anni – perché è un “adorabile mascalzone” strappamutande. Il che rende questo tipo di narrativa davvero sterile, né alcuni dei milioni di film sul tema cerca di mostrare qualcosa di diverso dal già mostrato. Che sia una scusa per far lavorare eserciti di attrici in piccoli ruoli?


L.

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27 risposte a [Multi-Recensioni] Millennium Films su Prime Video (1)

  1. Sam Simon ha detto:

    Onan! Ahahahah! X–D

    Applausi a scena aperta! X–D

    Comunque quanto talento sprecato in questa carrellata di Z! Pure il mio amato Kevin Bacon…

    Che a James Franco piacesse il genere invece si sapeva, ha pure omaggiato Wiseau con un intero film! :–D

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Di sicuro Franco ama il cinema e quando ne ha occasione si lancia in produzioni molto lontane dal commerciale hollywoodiano, ma poi per pagare le bollette lo vediamo in filmettini del tutto dimenticabili.
      Grazie a Prime ho recuperato alcuni suoi film che non avevo mai sentito nominare, “Good Time Max”, “The Letter”, produzioni molto personali e lontanissime dai fasti del cinema di massa, il che da una parte mi fa stimare Franco come artista ma dall’altra sento di non essere in sintonia con gli argomenti che lo appassionano.

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      • Sam Simon ha detto:

        Io ammetto di conoscerlo solamente per gli Spider Man di Sam Raimi, non ho visto le sue produzioni più personali. Però sicuramente anche a me fa simpatia un attore/regista di Hollywood che si mette in gioco per le cose che ama!

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Come attore ha fatto un miliardo di film, è molto bravo e te lo consiglio caldamente: nelle commedie di Seth Rogen (di cui è amicissimo) è irresistibile e molto autoironico. Poi c’è il Franco autore che ha una visione tutta sua, comunque rispettabile.

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  2. Cassidy ha detto:

    “Search and Destroy”, invece non potrei essere più d’accordo di così su “Onan” e su “Homefront”. Che senso ha rifare la divertente commedia con Goldie Hawn senza quel velo di critica sociale? Che tempi strani che viviamo. Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Viviamo strani remake 😛

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      • Giuseppe ha detto:

        NON mi aspettavo che ci fosse la benché minima critica sociale nel nuovo “Soldato Julia”, divertimento a parte (del resto si sa, non si può fare ironia su chi esporta democrazia) 😉
        Però ci sono remake assai peggiori, di sicuro, come appunto lo è il dimenticabilissimo Onan il Solitario 😀
        Gli altri titoli, a meno di sviste o buchi di memoria, credo mi manchino tutti…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Nell’ottica della solita propaganda, il film con la Simpson l’ho trovato divertente, così per curiosità mi sono rivisto il classico con la Hawn e sono rimasto a bocca aperta. ma questa non è una commedia! Incredibile come siano riusciti a spogliare di qualsiasi contenuto un film di denuncia sociale, mascherato da commedia, per neutralizzare qualsiasi messaggio potesse ancora trapelare dal tema. Così l’indipendente Julia, che sfida ogni istituzione per essere padrona della propria vita, si trasforma in biondina che esegue gli ordini di tutti gli uomini che la circondano, però è tanto caruccia 😀

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  3. Il Moro ha detto:

    L’unico che ho visto di questi è Onan, ehm, Conan. Ma è come se non avessi visto neanche quello, perché non ne ricordo un fotogramma. Oserei dire che non è un film che resta impresso…

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  4. Lorenzo ha detto:

    Ne ho visti un po’, e quelli che ho visto rappresentano esattamente ciò che NON mi piace vedere: troppo brutti per essere film seri, ma non abbastanza per essere gustosi filmacci Z.

    Jessica Simpson me la ricordavo cantante, non sapevo avesse tentato la carta della recitazione 😀

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Applausi per il post carrellata e per…Onan il Solitario! Ahahahaha! 🙂
    Dovrei averli visti tutti eccetto il primo e quello con Jessica Simpson; su Elephant White sono più per il bicchiere mezzo vuoto: che spreco! Invece per Homefront voto il bicchiere mezzo pieno: secchiate di banalità ma, complici le scene in cui l’azione prevale, mi diverte! Good people, Onan e Solitary man, dimenticabili e infatti la mia memoria ha già eseguito l’ordine di cancellazione!
    Ribadisco, infine, che spero che questa tipologia di post ci accompagni ancora, più e più volte! 🙂

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  6. wwayne ha detto:

    Parlando del tema “Uomo maturo che combatte la paura della vecchiaia scopandosi ragazzine” mi hai fatto tornare in mente quell’altra sciocchezza intitolata Nonno scatenato: anche quel film è Z pura, ma è così trash da diventare divertente.
    Good people avevo provato a guardarlo, ma mi erano bastati i primi minuti per capire che non meritava il mio tempo.
    Homefront invece è ottimo: c’è azione, c’è una sceneggiatura di qualità (del resto Sly è stato anche candidato all’Oscar in quella categoria), ci sono tante scene riuscite e soprattutto ben costruite (il modo in cui si arriva all’esplosione del laboratorio è davvero una chicca).
    L’unico lato negativo è l’eccessiva tensione: io quando guardo un action movie mi aspetto di rilassarmi e godermi una patacconata dietro l’altra senza troppi pensieri, Homefront invece ti tiene sui carboni ardenti dal primo all’ultimo minuto. Diciamo che è più un thriller che un film d’azione, anzi che è un’ottima contaminazione tra i due generi. Lo dico senza alcuna ironia.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Come vedi, la pensiamo in maniera diametralmente opposta, visto che per me è proprio la sceneggiatura di Sly il peggior difetto del film. Sono lontani gli anni Settanta in cui ha vinto quell’Oscar…

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      • wwayne ha detto:

        Ma Sly non se n’è accorto, e continua a fare dei film in quello stile. Del resto il suo pubblico continua a seguirlo proprio perché propone quella formula, quindi sarebbe sciocco cambiarla. Curiosamente Arnold, pur proponendo dei film praticamente identici, il suo pubblico l’ha perso (e infatti l’ultimo Terminator non è stato un grande successo). A cosa attribuisci la differente fine di 2 artisti che pure si assomigliano moltissimo?

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Non mi sembra proprio che il suo pubblico lo segua, Sly: malgrado questo Homefront sia stato strombazzato come “il film scritto da Stallone”, non se l’è giustamente filato nessuno, e non hanno risultati migliori tutti i film scritti da Sly, segno che tutti quelli che lo adorano non lo adorano così tanto da pagare un biglietto per vedere i suoi film 😀

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      • wwayne ha detto:

        Questo è un grande problema del cinema moderno: la pirateria (e in seguito anche la pandemia) ha portato tanti cinefili ad aspettare che un film esca in streaming anziché mettere mano al portafogli e pagare il prezzo del biglietto per vederlo al cinema. Un tempo invece non c’era scelta, se eri un fan di Sly e volevi vedere un suo film o pagavi o niente. Grazie per la risposta, e buona giornata! 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Non era assolutamente così, ma il discorso si allargherebbe troppo. Buona giornata.

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  7. Kuros ha detto:

    Però Solitary Man non è un film d’azione, ma è una commedia.

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