Nuovo film proveniente dal corposo acquisto su eBay dal ricco catalogo di mcvan11, che in pochi giorni si è svuotato la videoteca casalinga in favore degli amanti della Z.
Oggi tocca ad Air Marshal, che inizia girare in video dal 2003.
A parte il DVD MHE del febbraio 2005 – dal titolo Air Marshall, con due “l” finali – non ho trovato tracce di altra distribuzione italiana.
Alain Jakubowicz è principalmente un montatore, e sin dagli anni Settanta si è occupato di montare più di ottanta film, fra cui Delta Force (1986), America 3000 (1986), Il guerriero d’acciaio (1993), Shadowchaser 4 (1996), Crocodile (2000), Submerged (2005) e altra Z varia.
Con il nuovo millennio ha voluto provare la strada della regia, e si sa che la Nu Image Films accoglie tutti: i nostri amici produttori Boaz Davidson e i fratelli Avi e Danny Lerner accolgono a braccia aperte Jakubowicz e gli permettono di esordire alla regia. Dopo di che gli diranno: «Ciao, Jakubowicz, mandaci una cartolina».
Sembra un viaggio di tutto riposo per Brett Prescott (Dean Cochran), di professione sceriffo dell’aria (air marshal), visto che il volo sembra tranquillo: come si faccia a stabilire a priori la “tranquillità” di un volo non è spiegato, inoltre mi sembra qualcosa che porti parecchio sfiga. È come se prima di decollare qualcuno dicesse “tranquilli, non succederà niente”: scatterebbero così tanti “grattamenti inguinali” da far vibrare l’aereo.
Comunque Brett ha altri pensieri, gli sta per nascere un figlio e non sa come chiamarlo. Qualcuno gli consiglia Tranquillo, visto che è la parola del giorno, e visto che il figlio un giorno sicuramente ballerà il Tranqi Funky. Quindi Brett non ha tempo per pensare ad ipotetici problemi del volo tranquillo, che comunque nel caso affronterà… a petto nudo!
Com’era facile immaginare, il volo sarà tutto fuorché tranquillo, e avere cinquanta sfumature di mediorientali è un sottilissimo sistema degli autori per farcelo immaginare.
Non dimentichiamo che i ragazzi della Nu Image Films e della Millennium Films sono di origine israeliana e dintorni, e guarda caso in tutti i loro film i cattivi hanno la pelle dei colori sbagliati del Medio Oriente. Essendo una casa indipendente e lontana da Hollywood, se ne può fregare del politicamente corretto, delle pari opportunità, della tolleranza e tutto il resto, ma visto che vende film in gran parte a Paesi anglofoni, ecco che nei loro film il bianco anglofono è il buono, tutti gli altri colori sono i cattivi.
Quindi non c’è da stupirsi che d’un tratto tutti i figuranti mediorientali dell’aereo risultano essere terroristi: ehi, siamo in zona 11 settembre, evento citato espressamente nel film, quindi che pretendete?
I due in primo piano nella foto qui sopra rappresentano le due correnti all’interno della cellula terroristica, che come la sinistra italiana ambisce ad una scissione perenne fino ad assumere la forma di un virus, così da prosperare indisturbata.
Quello davanti, con i capelli bianchi, è Elijah ed è interpretato da quell’israeliano Eli Danker che era il vecchio carcerato su sedia a rotelle di Undisputed 2 (2006). Quello dietro di lui, Jamal, è interpretato dal giordano Ammar Daraiseh. Sono entrambi attori originari della parte “giusta” del Medio Oriente, ma hanno la faccia giusta per interpretare quella “sbagliata”, agli occhi di quegli occidentali che compreranno il film.
Il primo prende in ostaggio l’aereo per chiedere il riscatto, visto che a bordo c’è niente meno che il senatore Chambers: una deliziosa partecipazione del mitico Tim Thomerson.
Jamal invece non pensa ai soldi bensì ad immolarsi, per colpire il Grande Satana. E il primo colpo che spara… è contro il nostro sceriffo dell’aria: la pallottola attraversa il portafoglio della vittima e buca la bandiera americana in esso contenuta. Simbologia a palate!
Per spiegare il resto della vicenda devo aprire una delle famigerate parentesi etrusche. Una decina d’anni fa mi ero appassionato alle avventure letterarie di Mack Bolan, il padre di tutti gli eroi anni Settanta e Ottanta.
In una sua avventura più recente, Il nido del corvo (1986), il nostro eroe si trova a bordo del Volo 741 da Monaco di Baviera a New York quando dei terroristi prendono possesso del velivolo. I tapini non sanno che a bordo viaggia l’eroe d’azione più d’azione di sempre, un uomo capace di uccidere un cattivo con la sola imposizione dell’alluce, un combattente che sarebbe capace di far fuori tutti i terroristi senza neanche avere dopo il fiatone, ma i cattivi in questo romanzo stanno tranquilli, e ballano il Tranqi Funky pure loro: Mack Bolan è in letargo.
Adducendo mille scuse, tutte plausibili, ogni volta che l’eroe della vicenda potrebbe entrare in azione e far fuori i terroristi non lo fa, per vari motivi del tutto giustificati. Il risultato è che assistiamo alla storia di un dirottamento aereo in cui l’eroe a bordo, che potrebbe fermarlo, non fa niente. Sta seduto e pensa. E pensa. E finisce il dirottamento e la storia va avanti. Ma allora che senso ha avuto? Perché mettere un eroe a bordo di un aereo se per tutta la vicenda si limiterà a pensare?
Purtroppo il Brett Prescott di questo film in pratica segue le orme di Bolan. Prova a fare qualcosa, glie ne va dato atto, ma la sua totale incapacità rende ogni sua azione inutile: qualsiasi cosa faccia, torna sempre nelle mani dei terroristi. Praticamente ogni scena d’azione è risolta dai passeggeri, che devono fare quello che lo sceriffo dell’aria è incapace di fare.
A parte mettersi in posa per le foto di scena e lanciare, al momento sbagliato, una fiacchissima “frase maschia” («Mai scommettere contro i newyorkesi!»), il nostro eroe non fa niente: la situazione è salvata dai passeggeri.
Quando il pilota viene ferito, subentra un ragazzino che è esperto di videogiochi dove si guidano aerei (idea che tre anni dopo sarà ripresa dal geniale Snakes on a Plane), ma poi il nostro eroico Brett lo scansa, che ci pensa lui a guidare l’aereo. Peccato che appena seduto chieda: «Dove sono i freni?» Ma allora che ti sei seduto a fare, se non sai guidare? Almeno il ragazzino qualche idea giusta ce l’aveva.
L’epopea dell’eroe incapace ha un lieto fine, grazie anche alla squadra speciale super addestrata che fa fuori i terroristi a terra in due secondi, in una scena buttata via a sciupo. Diciamo che l’insufficiente sceneggiatura di Aaron Pope e la regia non certo appassionante di Jakubowicz tirano fuori uno dei meno divertenti fra i film d’azione tipici della Nu Image/Millennium. E sì che gli elementi c’erano tutti.
Ah, ma alla fine il figlio come l’ha chiamato? Tranquillo, perché su questo funky mi sciallo e non strillo.
L.
– Ultimi titoli Millennium Films:
- Terminator Woman (1993) Strambi sbirri dai mille titoli
- Takedown (2000) Hackers 2
- The Last Patrol (2000) Last Warrior Dolph!
- Direct Contact (2009) Millennium Dolph!
- Tornado (2005) Il vento che uccide
- Air Marshal (2003) Un eroe fatto d’aria
- [Multi-Recensioni] Millennium Films su Prime Video (1)
- Autómata (2014) Futuro coi robotti
- Shadowchaser 4 (1996) Assedio alieno
- Shadowchaser 3 (1995) Terrore sull’astronave
Splendido il dettaglio della seconda (ed inutile) L nel titolo sulla copertina! E se mi citi un Guzzanti d’annata così in un post già lo adoro a prescindere. :–)
Il fatto che i produttori siano israeliani effettivamente spiega molto delle trame (se così vogliamo definirle) di questi film.
Ma sarà voluta la cosa che risolvono tutto i passeggeri in una sorta di lettura metaforica profondissima per cui non ci servono eroi, ma bisogna stare tutti uniti Co tro il pericolo, o sarà semplicemente il risultato di una scrittura approssimativa in cui non riescono nemmeno a far sembrare il protagonista un eroe? X–D
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Temo che sia “la seconda che hai detto”, tanto per rimanere nel campo Guzzanti, però magari il “metaforone” era lì, sotto una storia grezza 😛
La Nu Image Films e poi la Millennium Films sono case fondate da israeliani “figli artistici” dell’israeliano Menhem Golan, che insieme a suo cugino ha fondato la Cannon: paradossalmente gran parte dell’action americana è di stampo mediorientale!
Forse era il suo essere “diversa” dallo stile hollywoodiano a garantire una qualità impensabile per i filmacci locali, ma sta di fatto che ogni film d’azione americano dalla B alla Z è inguardabile in confronto alla qualità Cannon prima e Millennium Films poi. E quest’ultima casa ancora oggi sforna film di cassetta di altissima qualità, con star di alto profilo. Dalla saga “Attacco al potere” a una giungla di film con Nicolas Cage, Robert De Niro, John Travolta e via dicendo.
A parte Sly e Schwarzy, che però sono finiti negli anni Ottanta, i titoli migliori nel genere “azione e/o guerra” sono prodotti da israeliani e, nei migliori dei casi, diretti da israeliani. Tanto per citare un prodotto a caso, la saga di Boyka ^_^
Ecco perché l’America è così amica di Israele: ha bisogno dei suoi film d’azione 😀
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Ecco spiegata tutta una strategia politico-militare vecchia di almeno 80 anni! X–D
Non sapevo della cosa, molto interessante! :–)
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Le case americane di film d’azione di solito non avevano i mezzi, facevano filmetti minuscoli che poi al confronto con i prodotti di Canon ed eredi impallidivano. Non è solo questione di soldi, è questione di avere agganci con istituzioni militari che consentono l’uso di veicoli di grande effetto su schermo: i film d’azione della Millennium buttano in scena carri armati, elicotteri, blindati, camion, treni e via dicendo, mentre la statunitense AIP portava degli attori raccogliticci nella Pineta di Ostia a spararsi a vicenda 😀
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In Israele effettivamente quei mezzi lì te li ritrovi un po’ dappertutto, troppo facile così!
Comunque io a quella pineta di Ostia alla fine mi sono un po’ affezionato… :–D
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Dillo a me! Spero sempre di trovare nuovi filmacci di quel genere ^_^
Sarebbe ora che una di queste piattaforme, così prolifiche oggi, presentasse l’edizione italiana dei cinque film “Operation Delta Force”, onesti film d’azione bellica in Est Europa che vantano veicoli che manco Fast and Furious si potrebbe permettere 😀
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Boia, ho visto il trailer ed è impressionante! Strano che nessuno l’abbia menzionato quando è morto Hal Holbrook qualche giorno fa, per qualche ragione non è tra i suoi film più famosi… X–D
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Non sono film che facciano bella figura nel curriculum 😛
Povero Hal, è stato un grande caratterista, è sbucato ovunque, fra cinema e TV 😉
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Sarebbe da mettere un “tag” per indicare il cinema a stelle e strisce post-11 Settembre. Se già erano autoreferenziali prima, gli americani dopo quella tragedia sono diventati qualcosa di allucinante. Prima di venire bacchettato, puntualizzo che la mia critica è limitata alla sola parte cinematografica.
Onore, bandiere sventolate, eroi veri o per caso che mostrano fieri il petto al nemico con l’asciugano in testa,… Nei primi anni del 2000 fummo invasi più e peggio di prima da questo filone. Alcuni prodotti validi, altri (come questo) molto meno.
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Il problema è solo dei distributori, perché la narrativa di genere ci parla di dirottamenti aerei da decenni prima l’11 settembre, solo che non essendo di scottante attualità non godevano in Italia della stessa attenzione.
Come raccontavo a Sam Simon, essendo gran parte dell’action americano di origine israeliana, ed avendo da quelle parti problemi con gli aerei da molto prima del 2001, ecco che è un tema “caro” al cinema. Per esempio Menahem Golan ha romanzato la vera vicenda di un terribile dirottamento aereo con il suo “La notte dei falchi” (1977), che probabilmente è noto solo ai cultori della Cannon: per alzare la posta, dieci anni dopo Golan ha preso il film e l’ha rifatto identico, con un paio di attori americani: stavolta l’ha chiamato “Delta Force” (1986) e ha avuto decisamente più successo 😛
Le “emergenze in volo” negli anni Settanta erano temi purtroppo caldi, quindi la cinematografia nel 2001 non ha avuto bisogno di aumentare la dose: già produceva quel tipo di film a getto continuo. Per fortuna molti titoli ce li siamo risparmiati, altri (come questo) sono usciti così di nascosto da non lasciare molte tracce, ma i film di dirottamenti e/o disastri aerei sono tanti da sempre, non avevano bisogno del 2001. Così come il patriottismo spicciolo e le bandiere mostrate ovunque: elementi non nati certo all’epoca. Magari ci si è fatto più caso da allora, ma l’America è in guerra con il mondo da un secolo, quindi non aveva certo bisogno dell’11 dicembre per spacciare patriottismo dozzinale nei film 😛
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Un eroe fatto d’aria, ma purtroppo senza specificare l’origine di quell’aria non proprio sanissima nell’odore direi 😉 Temevo di veder proliferare film con “Marshall” dell’aria dopo gli attentanti dell’undici settembre, ma Mark Bolan era comunque il più avanti di tutti, ora mi hai piantato in testa gli articolo 31, che è comunque un modo per farmi dimenticare degli strafalcioni di questa trama 😉 Cheers!
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C’è molta più sceneggiatura nel video degli Articoli 31 che in questo film 😀
Purtroppo i prodotti migliori della Millennium dell’epoca si ostinano a rimanere inediti o introvabili in lingua italiana, per questo mi ha stupito beccarne uno per puro caso. Anche se della stessa qualità dell’aria viziata 😛
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Forse hanno usato una sceneggiatura destinata a L’aereo più pazzo del mondo: il maresciallo dell’aria imbranato è uno spunto che si scrive da solo!
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In effetti qui fa abbastanza ridere, anche se in modo involontario 😛
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Musica, libri, analisi “filmico-politica” e soprattutto Z, non manca nulla per rendere questo post assolutamente godibile, anzi, godurioso!
Tra l’altro i film d’azione ambientati sugli aerei mi ispirano molto, la tua recensione ha provato a fiaccare questa libidine orba e un po’, lo ammetto, l’ha incrinata ma la vocina in fondo alla Z che mi suggerisce “guardalo, guardalo” la sento ancora quindi procederò tosto al recupero…”tranquillo”! 🙂
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ahaahah Ho fallito ancora nel mio tentativo di mettere in guardia dalla visione del film, ma in fondo con un prodotto d’annata della Millennium Films non si può proprio resistere 😛
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Avendo comprato anni fa il DVD alla bellezza di 2 euro (già era un furto, visto che il contenuto filmico vale sì e no la metà ad essere MOLTO generosi) non posso che concordare con ogni singola parola della tua recensione 😉
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Allora l’ho pagato il giusto, con l’euro speso su eBay 😛
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