La prossima volta che vi capita di partecipare a quelle discussioni del tipo “I seguiti sono sempre peggiori dell’originale”, vi segnalo quattro titoli per chiudere la discussione: Aliens (1986), Star Trek II (1982), Taxxi 2 (2000) e Trasporter 2 (2005). Dopo di che potete lasciar cadere il microfono: discorso finito.
Dopo il successo di The Transporter (2002) era chiaro che un Luc Besson produttore in grande spolvero doveva tirare subito fuori un seguito. Parliamo di anni in cui Besson regista è praticamente finito, Besson sceneggiatore è meglio che non esca di casa, ma Besson produttore è un vero asso-piglia-tutto: porta in francia Ong-Bak (2003), produce quella bomba di Banlieue 13 (2004) e torna a far lavorare Jet Li con Danny the Dog (2005), giusto per citare qualche lavoro di questo periodo. Besson produttore la sa molto più lunga delle sue altre personalità combina-guai, come quella che fa il regista e quella che si ostina a fare lo sceneggiatore.
Indossato il completo scuro, con cappello e occhiali sempre scuri, canticchiando She Caught the Katy Besson va in giro a rimettere insieme la vecchia banda: lo sceneggiatore magico Robert Mark Kamen, preso; il fedele co-produttore Steven Chasman, preso; il grintoso protagonista Jason Statham, preso; il fido regista Louis Leterrier, fresco di Danny the Dog, preso; l’esperto di inseguimenti con macchine Michel Julienne, preso; il maestro dei combattimenti di Hong Kong Corey Yuen, preso; il fedele stunt coordinator Cyril Raffaelli che è stato appena-coprotagonista di Banlieu 13, preso. Bene, la vecchia banda è al completo: conoscete le canzoni, conoscete gli accordi e il ritmo giusto. Ma soprattutto sapete che non importa chi siate o cosa facciate per vivere e sopravvivere, c’è qualcosa – l’action! – che ci rende tutti simili: voi, me, loro. Everybody, everybody.
Con lo stesso entusiasmo di Elwood Blues salutiamo Transporter 2, che esplode in Francia il 3 agosto 2005. Nel ricevere il visto italiano, il 24 novembre successivo, sbuca fuori il titolo nostrano Transporter: Extreme, seguendo un’antica usanza italiana di dare titoli inglesi alle opere non inglesi: per esempio in quel momento in Spagna esce La monja che in Italia diventa The Nun. I titolatori so’ così, so’ ragazzi…
Spunta nelle sale italiane già dal 28 ottobre del 2005, destinato a rimanerci pochissimo. Fox Video lo porta in VHS e DVD dal 2006, il 24 aprile 2007 viene trasmesso in prima serata su SkyCinema1 (a pagamento) e Italia1 lo lancia dal 21 aprile 2008.
Ora, prendetevi due minuti per voi, accendete le casse, mettete play al video qui sotto e, arrivati a metà, alzate il volume al massimo: gustatevi uno dei migliori trailer mai apparsi, mentre riflettete su come la musica che accompagna la seconda metà del video sia un christian rock che parla di Dio…
Dopo 75 giorni di riprese avvolte dal gelo più totale, nel mese più freddo della storia di Francia, Statham dovrebbe essere contento che questo nuovo film si vada a girare a Miami (Florida), così da passare una cinquantina di giorni al caldo… peccato che becchino la stagione degli uragani. In questa squadra qualcuno porta jella! Inoltre fare un film molto più impegnativo del primo avendo meno tempo a disposizione, e con il pensiero costante di dover smontare tutto se arriva un uragano, non è stata proprio la passeggiata che poteva sembrare all’inizio.
In un’intervista del 2005 a MovieHole.net Statham racconta che la preparazione atletica è stata la stessa del primo film, ma stavolta ha dovuto imparare a guidare una Lamborghini: eh, chissà che dispiacere! «Hanno dovuto insegnarmi a stare calmo e non bruciare le gomme!» racconta l’attore ridendo. Ha dovuto imparare anche cose, come lo sci d’acqua, per sequenze poi escluse nel montaggio finale, «ma è sempre bene presentarsi più allenati di quanto serva».
A parte la Lamborghini, usata giusto in un inseguimento finale, l’auto con cui Frank Martin sfreccia per la vicenda del film è stavolta una Mercedes-Benz E-Klasse 2000 (stando ad IMCDb), segno che la BMW ha perso l’appalto dopo il primo film. Ora Frank Martin può derapare sulle spiagge di Miami, e i bagnini muti!
Oltre all’auto c’è un’altra novità nel film, l’arrivo del compositore francese Alexandre Azaria, e allora sì che l’asticella si alza parecchio, perché un eroe d’azione vale doppio se ha un gagliardo tema sonoro a seguirne le avventure.
Sempre a proposito di novità, come cattivone della vicenda ecco Alessandro Gassmann, scritto con una sola “n” finale perché per motivi misteriosi questa saga sbaglia i nomi, visto che nel precedente film Corey Yuen era scritto “Cory”.
Il nostro Alessandro nazionale interpreta lo spietato Gianni Chellini, che con un virus letale vuole scatenare una pandemia per eseguire ordini di poteri superiori, e solo lui ha il vaccino. Che lavori per Big Pharma? Più letale del suo virus è il suo auto-doppiaggio, che in una scena parla siciliano, in un’altra parla napoletano, e in un’altra senza inflessioni dialettali. Sentire un criminale internazionale che dice «Ueh, guaglio’» è un’emozione senza prezzo…
Il suo braccio destro, anzi la braccia destra, è Lola, interpretata dalla scheletrica modella statunitense Kate Nauta al suo debutto nel cinema: scopro ora che ha partecipato anche ad Avalanche Sharks (2014), ma non ricordavo scheletri in quel film!
Qui è un’assassina psicopatica con caricatori da dieci milioni di proiettili: con due pistolette mette a ferro e a fuoco l’intera città… a partire da Frank Martin.
Che ci fa il nostro “trasportatore” a Miami? La cosa è giustamente lasciata un po’ in sospeso, semplicemente fa da autista al figlio di un ricco uomo politico e si ritrova incastrato nei piani criminali di Chellini, così volente o nolente dovrà combattere prima per la sua vita, poi per salvare il ragazzino, poi la famiglia, poi il mondo e pianeti limitrofi. Va be’, chi se ne frega, quello che vogliamo sono scene d’azione mozzafiato che violino ogni singola legge newtoniana.
Il celebre critico americano Roger Ebert all’epoca si è lamentato che questo film è ancora più inverosimile rispetto all’originale: caro Roger, tu vieni dalla Terra delle Supertutine, quando si parla di verosimiglianza un americano deve solo tacere. Fermo restando che la forza di questi film è esattamente l’inverosimiglianza.
La squadra affiatata del Transporter riesce a compiere la magia, cioè ricatturare lo spirito del primo film ma aumentando sensibilmente la quantità dei combattimenti, oltre che l’inventiva delle situazioni. Statham ci crede e si butta a capo chino in ogni azione, risultando sempre credibile, soprattutto nelle scene più incredibili. Non si tira mai indietro e spacca tutto: come si a a non volergli bene?
Gran peccato per il combattimento finale contro Lola, che dura due secondi e purtroppo è la parte peggiore del film: la modella in seguito ha rivelato che si è ferita durante le riprese e già è stato un miracolo riuscire a raffazzonare quelle poche scene. Un’occasione mancata che fa davvero dispiacere.
Per il resto vale la regola aurea di ogni seguito: uguale, ma di più. E in questo caso anche meglio, visto che una volta dismessa ogni velleità da “film serio” ci si può divertire in mille modi assurdi. Per far però ricordare che questo film è in un qualche vago modo collegato ad un precedente titolo, facciamo tornare l’ispettore Tarconi (François Berléand), che insegna ai poliziotti di Miami la nobile arte della cucina.
Azione mozzafiato e fuori di testa, grugno serio in situazioni non serie, cazzutaggine e gagliardiaggine: non manca niente in questa ricetta perfetta per un seguito superiore all’originale, scritta quando Luc Besson si limitava a fare il produttore e a regalarci oro. Poi ogni tanto ha dato libero sfogo alle altre sue personalità e ha fatto danni.
Dopo questo secondo film scoppiettante ci sarebbe stato bene un terzo episodio, con nuove avventure di Frank Martin, le transporteur, peccato che – come vedremo la settimana prossima – un terzo film non esista. Non esisteeeeeeee Lalalalalalala non vi sento!
L.
P.S.
Per il doppiaggio italiano rimando al mio “Dizionario del Doppiaggio“.
- Road House (2024) Una sorpresa che ti swayza in due!
- One Down, Two to Go (1982) Trio mortale
- Three the Hard Way (1974) Dinamite, agguato, pistola
- Seagal 16. – Maratona seagaligna di fine anno!
- Seagal 14. – True Justice (7,8,9)
- Seagal 11. – Machete
- Seagal 10. – Un custode pericoloso di nome Ruslan
- Seagal 9. – L’ultimo killing point della notte
- The Tracker (2019) Dolph e la vendetta italiana
- Seagal 8. – Attacco fulmineo alla città violenta
Come “seguiti migliori dell’originale” ti butto lì anche “Zombi”, “l’impero colpisce ancora”, “il padrino parte II”, “Interceptor – Il guerriero della strada”, “Hellboy: The Golden Army”, “La casa 2″… Boh, altri me ne verranno.
Che spettacolo questo film, lo rivedo sempre volentieri, anche a pezzi in ordine sparso, tanto quello che conta sono le scene d’azione, mica la trama!
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Su “Zombi” e “La Casa 2” mi trovi d’accordo, sul resto preferisco sorvolare 😀
Comunque è chiaro che il luogo comune sui seguito è ingiusto, visto che di esempi ce ne sono eccome.
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Il cinema di Besson (quando era vivo) è sempre stato estremamente stilizzato, quindi dici bene la verosimiglianza non ha cittadinanza qui e va bene così! Il doppio salto dell’auto (Action Jackson… MUTO!), il cambio di pilota sulla moto d’acqua, il salto del palazzo con l’auto, una figata dietro l’altra, così come la tua lista dei migliori “numeri due” e poi wuesta: “Ma soprattutto sapete che non importa chi siate o cosa facciate per vivere e sopravvivere, c’è qualcosa – l’action! – che ci rende tutti simili: voi, me, loro. Everybody, everybody.” dovrebbe diventare la “sigla” ufficiale del Zinefilo 😉 Cheers
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Evocare Elwood Blues spacca sempre, in ogni situazione ^_^
Se Besson non fosse quello che ci ha regalato così tanti capolavori, si potrebbe anche perdonare quel Besson degli anni Duemila, anche se temo sia il gemello cattivo che ha preso il posto del geniale regista. Come produttore invece ha sempre avuto l’occhio giusto e soprattutto il gusto che ci piace.
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Ho sempre apprezzato Besson ma ciò che dici è anche vero: in quel periodo non veniva da un momento facile e vestire i panni del produttore ha avuto un senso molto positivo. Ho seguito questa saga dall’inizio alla fine e l’ho apprezzata fino alla fine. Devo ammettere anche io che il secondo aveva effettivamente il suo perché a discapito degli altri capitoli. Poi Statham quando fa film d’azione fa quasi sempre la sua porca figura!
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Statham è sempre convincente e ci mette tutto se stesso, anche nei film meno riusciti, quindi è un valore aggiunto.
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Pure io ricordo di aver preferito il secondo capitolo (ed essermi annoiato col terzo).
Riguardo ad Alien/Aliens e ST/STII non saprei, io preferisco i primi, ma, trattandosi di quattro opere notevoli, è solo questione di gusti personali.
Aggiungo un altro seguito migliore del primo capitolo: RING OF FIRE 😛
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Quale dei tanti film chiamati “Ring of Fire” intendi? Se parli di quello marziale del 1991, anche lì preferisco il secondo 😛
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Esatto, quello con Don “The Dragon” Wilson.
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Mi piacciono entrambi, sono una splendida parta di grandi eroi marziali dell’epoca, ma al secondo sono più affezionato.
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Nel primo non si menano mai, mentre il secondo è I guerrieri della notte in versione Z, quindi molto pià divertente 😀
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La sensazione suscitata da questo esimio post su un film altrettanto esimio è breve ma incisiva: visto troppe poche volte. Stop. Rivedere il prima possibile. Stop. Prima che giunga un uragano. Stop! 🙂 🙂
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Assolutamente consigliata la visione, ri-visione, ri-ri-ri-visione e via all’infinito ^_^
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Che film signori miei! Che film! Volume a mille, stunt spettacolari, botte da orbi e via, senza paura. Come la faccia da bronzo di Jason, che è semplicemente perfetto col suo grugno. Dà perfettamente l’idea di uno che ne ha viste talmente tante che pure salvare un ragazzino da Gassman (con una N) e dall’infermiera assassina è normale come cambiarsi le mutande.
Come il primo, questo lo pescai in edicola e appena lo vidi, memore dell’uno, lo portai a casa immediatamente. Mi sarei accontentato di un onestissimo filmetto action/tamarro/arrogante come il primo, non potevo immaginare che l’asticella si sarebbe alzata così tanto. E infatti la misero così tanto in alto che non la sfiorarono nemmeno col 3° capitolo (Dio mio…).
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Indiscutibile ^_^
Che bello quando in edicola trovavi Statham, mi sono fatto diversi suoi film in DVD nel tempo: ora è pieno di supertutine o cartoni animati…
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Si, ok, però per un TRANSPORTER 2 c’è un IN THE NAME OF THE KING a rimettere equilibrio nella Forza… E potrei tirarti fuori mille altri esempi!
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Di film sbagliati purtroppo Jason ne ha fatti tanti, anche troppi, ma ci mette sempre il grugno giusto e la convinzione giusta. Il resto è in mano agli sceneggiatori, e quelli è difficile che ne azzecchino una 😛
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Questo non solo l’ho visto, ma l’ho visto due volte, e la seconda volta me lo ricordavo perfino: puro miracolo action! Mi ha divertito molto (ma chi cerca la verosimiglianza in questi film scusa?) così come mi ha divertito molto questo tuo post, grazie! Everybody…
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Ti ringrazio e tutti abbiamo bisogno di un Transporter da amare! ^_^
Le folli acrobazie e le trovate divertenti sono la spina dorsale del film, se avessero pensato alla plausibilità avrebbero rovinato tutto.
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Uno sgommante e “altamenante” -nel senso del saper menare ad alto livello- capolavoro action, punto (spiace per Roger Ebert, ma è così) 😉 Tra l’altro, adesso finalmente capisco perché un (altro) combattimento promettente faville come quello fra Jason Statham e Kate Nauta è durato così poco da sembrar quasi troncato di netto…
Comunque, qui si era arrivati talmente in alto che era difficile evitare di cadere nel prosieguo, cosa infatti puntualmente successa nel terzo Transporter.
P.S. Jason Flemyng (Dimitri) in quello stesso anno avrebbe vestito i panni di un giovane Bernard Quatermass per il remake BBC dell’originale “The Quatermass Experiment” (annata 1953) 😉
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Flemyng sta bene ovunque lo metti, e mi manca il remake che citi, credo…
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Qui in Italia è praticamente sconosciuto, tenendo conto che si rifà appunto più alla miniserie televisiva originale (della quale sopravvivono solo un paio di episodi, tra l’altro) che non al successivo film di Val Guest…
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Transporter 2 dove lo metti sta.
Il Trash che ci piace
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La saga di Transporter non la conosco, anzi, non conosco i due film di Transporter, però ti butto lì che per Joe Dante Gremlins: New Batch è meglio del primo film! :–)
Grazie per il link a Star Trek II!
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In effetti dovrei aggiungere “Gremlins 2” alla lista dei seguiti migliori degli originali, ma è una questione controversa, perché il primo è un pezzo di cuore della mia infanzia, il secondo è caruccio ma non mi ha conquistato. Titubo e tentenno 😛
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Io sono d’accordo con te, però immagino che Dante si sia divertito di più a girare il seguito… Che dalla sua ha anche un meraviglioso Robert Picardo! :–D
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P.S.
A pensarci però dovrei aggiungere “Evil Dead 2″…
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Eh beh, quello si, dai! :–)
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