Continuo a presentare la meravigliosa opera di Vasquez, che tenendo fede al proprio nome si è stretta la fascia in testa, ha imbracciato il suo smart gun ed è scesa nei piani inferiori della stazione di Hadley’s Hope: là dove teneva preziose videocassette sciabordanti edizioni italiane perdute.
Grazie all’acquisto di un semplice cavetto USB di acquisizione audio-video – che raccomando a chiunque voglia seguire le orme della nostra Colonial Marine – Vasquez ha recuperato le proprie VHS dalle insidie dei facehugger della polvere e le ha riportate in salvo, digitalizzando film la cui edizione italiana è ormai dimenticata ma soprattutto condividendo con tutti questo suo patrimonio.
Il film che ci regala questa settimana è Beverly Hills Cop – Un piedipiatti a Beverly Hills (1984) di Martin Brest, prima avventura di Axel Foley: ricordo la recensione di Cassidy.
Questo è uno di quei film che nella memoria lego a filo doppio con Italia1: erano quei grandi titoli americani che non avresti mai noleggiato in videoteca, perché tanto li beccavi in TV.
In un’epoca che non saprei datare se non un vago “primissimi anni Novanta” addirittura Italia1 lanciò un’iniziativa per cui mandava in onda a sera tardi dei film famosi in lingua originale con sottotitoli (credo italiani), per implementare lo studio dell’inglese: l’unico che registrai è stato proprio questo di Eddie Murphy, e per un po’ sono anche riuscito a conservarlo. Parliamo di un’epoca in cui le videocassette vergini avevano un costo importante, inaccessibile per la mia paghetta minuscola, quindi per conservare film potevo solo “lavorare ai fianchi” mia madre: insieme attaccavamo su due fronti mio padre, noto “butto tutto” professionista, per convincerlo a conservare una videocassetta con un film, il che voleva dire comprarne un’altra vergine.
Con il senno di poi, la resistenza di mio padre era ampiamente giustificata: avendo lui come “ostacolo”, io e mia madre abbiamo comunque tappezzato casa con centinaia di videocassette (l’ultimo censimento fatto si aggirava su circa seicento VHS, ma era un fiume difficilmente arginabile): figurarsi cos’avremmo fatto se invece mio padre ci avesse dato mano libera!
Ecco il video con i titoli di testa del film, finché YouTube non mi cancella anche questo profilo.
Titoli di testa
Titoli di coda
L.
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600 videocassette! Quella sì che era una videoteca, altro che la mia! Penso che anche il mio, di papà (noto conserva-tutto cronico perché “non si sa mai può sempre servire”) si sarebbe arreso! 😀
Questo film lo adoro e basta! E qui si limita solo a scroccare una camera d’albergo e un paio di accappatoi 😛
Che strana quella scritta “COP” in rosso. Quasi non si legge…
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La conserva-tutto è mia madre, quindi sono cresciuto facendo la media fra due filosofie contrapposte 😛
La nostra attività di registrazione è iniziata nel 1986 ed è andata avanti fino almeno al 2002, quindi c’era tutto il tempo di ammonticchiare cassette per tutta casa ^_^
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Quasi da costruisci una casa nella casa 😛
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Post da leggere con “The heat is on” in sottofondo 😉 Mi avete sbloccato il ricordo delle serate con insottotili, esperimento durato pochissimo, in ogni caso ulteriore stima per Vasquez, aver conservato tutto questo malgrado il “butto tutto” famigliare è stata una vera sfida! Cheers
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Inoltre riusciva anche a conservare le trilogie intere, come questa di BHC: tanto di cappello ^_^
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Mitico film, mitico aneddoto (600 vhs! Praticamente sei la Città del Vaticano della religione delle videocassette 🙂 ), mitico post!
Grazie alla premiata ditta della domenica zinefila! 🙂
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Le VHS andavano e venivano, era un fiume in piena, a volta ci ripensavamo e registravamo su film che non ci interessavano più, a volte si lavorava di calcoli trigonometrici per sfruttare una cassetta per due film, poi arrivarono le cassette in edicola e fu dramma vero! 😀
Malgrado varie purghe sostanziose, ancora oggi a casa ho come minimo un paio di centinaia di VHS “per ricordo”, cioè di registrazioni che mi stanno troppo a cuore per darle via, e per colpa di Evit che mi ha contagiato con le edizioni italiane d’un tratto sono tornate a crescere le cassette in casa 😀
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Ogni volta che leggo commenti come quello sopra, entro nella macchina del tempo e ripenso a quante manovre facevo anche io tra registrazioni e vhs, pur non raggiungendo i tuoi leggendari numeri! 🙂
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Visto la settimana scorsa! In Bluray, però… Ora devo scriverci su qualcosa! :–D
E non sapevo sta cosa delle versioni originali, bello!
Comunque…. 600! E io che credevo che con 200 ne avessimo già parecchie… X–D
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Ci vuole un attimo a riempirsi casa, e pensa che ogni cassetta doveva avere una giustificazione, non è che si poteva registrare a caso: sia perché per anni le cassette vergini sono costate tantissimo sia perché mio padre cercava di arginare il nostro entusiasmo. Ma il tempo passava e le cassette crescevano in casa. E più gusti cinematografici sviluppavo, più crescevano! 😛
Beverly Hills Cop per me sarà sempre quello visto su Italia1, con la nebbia e i contorni sfumati: chissà che effetto fa vederlo in alta definizione, non lo riconoscerei! 😀
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Mi ricordo ancora i primi tempi della videoregistrazione in cui le videoteche sul catalogo offrivano (per alcuni film) anche le versioni in betamax e video2000
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Sono “nato” con il VHS quindi all’inizio della mia attività (1986) non ricordo le videoteche avessero altri formati. Al massimo c’erano in casa le vecchie pellicole del matrimonio che man mano si facevano riversare in VHS, appunto.
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Eh ma siamo lì…parlo proprio di quegli anni… “Vhs” è stato il formato vincente che per un periodo ha corso in parallelo agli altri 2
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https://it.m.wikipedia.org/wiki/Betamax
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Video2000
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Ah, gli impagabili aneddoti di famiglia in epoca VHS: chi non ha mai condiviso esperienze simili? Forse non sempre raggiungendo lo stesso numero di videocassette che però, alla fine, dovendo fare i conti col decrescente spazio domestico, diventavano in ogni caso maledettamente TANTE da dover sistemare (le mie non erano proprio 600 ma farcele stare tutte rimaneva un problema, lo stesso poi puntualmente ripresentatosi con i DVD) 😉
E naturalmente un grazie grosso come una casa (piena di VHS) a Vasquez per questo raro BHC italico d’annata… 🙂 👍👏👏
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Se poi ricordi c’è stata l’epoca dei “contenitori di plastica”, un modo non solo per proteggere dalla polvere i nastri delle cassette ma anche per infilarci copertine manufatte e farsi in casa le proprie collane tematiche, ben disposte sugli scaffali. Solo che poi diventavano così tante che lo spazio ulteriore dato dai contenitori di plastica diventava ingestibile.
Credo che tutti all’epoca abbiamo condiviso esperienze comuni, chissà se un giorno diventeranno di moda come i finti anni Ottanta di oggi 😀
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Non sarebbe male, no (e chi se li dimentica quei contenitori) 😉
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