Dead Drop (2013) L’infiltrato

Quando su Prime Video scopri un’esclusiva edizione italiana di uno dei filmacci con Luke Goss, non puoi opporti al richiamo della Z: ogni resistenza è inutile…

Forse qualcuno dei lettori ricorderà la Badhouse Studios, casa messicana che proprio con questo film ha iniziato la sua produzione di filmacci con eroi d’azione anglofoni. Abbiamo già incontrato Misfire. Bersaglio mancato (2014) e Lotta all’ultimo sangue (2017) con Gary Daniels, Larceny (2017) e Dead Trigger (2017) con Dolph Lundgren, Cops and Robbers (2017) con Michael Jai White fino a Seized. Sotto ricatto (2020) con Scott Adkins.

E tutto è iniziato con Dead Drop, portato in video americano nel 2013 e diretto da quel R. Ellis Frazier che ha firmato tutti i titoli sin qui citati.

Ignoto all’home video italiano, sbarca su TV8 il 15 ottobre 2015 – mi spiace essermelo perso – e al momento è disponibile solo su Prime Video, con il titolo Dead Drop. L’infiltrato.

I titoli di entrambe le lingue non c’entrano niente con il film

Michael Shaughnessy (Luke Goss) ha appena rischiato la vita dopo tre anni di operazione sotto copertura in Guatemala, quindi è arrivato il momento di destinarlo ad altra missione, ma lui non ci sta: solo lui conosce a menadito i criminali fra cui si è infiltrato, quindi deve tornare e completare la missione. Il problema è che tutti lo credevano morto, quindi sarà difficile spiegare il suo ritorno in scena.
È successo qualcosa di strano a bordo di quell’aereo in cui Michael ha affrontato il boss Santiago (Nestor Carbonell), il quale l’ha buttato fuori: come s’è salvato il nostro eroe? E perché il boss d’un tratto non si fidava più di lui? Brani di passato si alternano al presente, in cui Michael deve tornare a fare pulizia.

Neanche l’aglio alle pareti tiene lontano Luke Goss!

Con la triste lentezza che contraddistingue le opere della Badhouse, Michael comincia la sua ricerca di Santiago interrogando tutti i vari sottoposti e facendo man mano piazza pulita di tutta l’organizzazione: ma non aveva detto che voleva tornare sotto copertura?

L’uomo che sparava dagli angoli delle pareti

Santiago però è sfuggente, si muove in continuazione per non cadere nelle trappole dei suoi nemici e quindi Michael dovrà fare del male a tanta gente prima di attirare l’attenzione del boss.

La faccia che fai quando scopri che Luke Goss ti sta cercando

Nella sonnacchiosa lentezza della vicenda si cerca di ravvivare un po’ la scena chiamando il cecchino Cole Hauser, ma il giusto condimento non ce la fa a salvare la pietanza sciapa.

Solo Cole Hauser può fare il cecchino con un mitragliatore

C’era anche la possibilità di avere una bella scena di “Fight in an Elevator“, ma il combattimento al chiuso di un ascensore dura due secondi e non succede gran che.

Non succede molto, in quell’ascensore

Ottanta minuti scarsi di film dovrebbero garantire una storia spumeggiante e mettere al riparo da qualsiasi lungaggine, ma quando hai una trama che starebbe larga già in otto minuti… ecco che tutto diventa pura noia.
Benjamin Budd, il consueto sceneggiatore di queste produzioni Badhouse, ci prova a far finta che questo sia un thriller basato sulla vendetta, che man mano ricostruisce gli eventi misteriosi accaduti sull’aereo e che scopriremo solo negli istanti finali, il problema però è che non scopriremo proprio niente. Semplicemente Budd non ha nulla in mano, non sa che dire e quindi si limita a non dire niente. Prende alla gola lo spettatore e aspetta che perda i sensi.

Su, non cercare una trama o una sceneggiatura, dormi e basta

La visione è così fastidiosamente noiosa che il film pare durare venti ore, quella stramaledetta barra di visione non si muove mai, sembra che sono passati dieci giorni da quando hai iniziato e non sei neanche a metà film, e quando finalmente finisce una terrificante e soporifera scena di puro nulla scopri che è durata trenta secondi, anche se ti sono sembrate trenta vite.

Se gli altri film citati sono comunque un minimo divertenti da vedere, questo della Badhouse è davvero il peggiore in assoluto, una vetta di ignominia da cui mi sento di mettervi in guardia… anche se lo so che il richiamo della Z è impossibile da ignorare.

L.

– Ultimi film con Luke Goss:

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13 risposte a Dead Drop (2013) L’infiltrato

  1. Zio Portillo ha detto:

    No, no, mi fido, tranquillo Lucius. Ignoro pure il richiamo della Z, manco fosse quello di Cthulhu!

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  2. Sam Simon ha detto:

    Con argomento così convincenti come si può saltare un film così? Ti sounds la vita! X–D

    (scherzo, eh, lo salto eccome!)

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  3. Cassidy ha detto:

    Un grosso no, niente Luke Goss non riesce proprio più ad azzeccarne una, ma in ogni caso l’uso delle immagini è delle didascalie proprio al momento giusto del post, lo rendono meglio del film di oggi, considerato che il buon vecchio Luke è stato anche mezzo vampiro nella sua carriera di attore, l’aglio non basta a tenerlo lontano dalla Z 😉 Cheers

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  4. Madame Verdurin ha detto:

    Nel mio film di oggi c’è una bella lotta in ascensore, qui mi pare che siamo a un livello tutto diverso però… non ci provo nemmeno a guardarlo, alla fine dei titoli di testa sarei già addormentata…

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    …”anche se lo so che il richiamo della Z è impossibile da ignorare”, mi sono fischiate le orecchie 🙂
    Con questo film comunque si scende in abissi insondati e insondabili perché ho la sensazione di averlo visto ma non ho la controprova, il fatto che sia una sensazione non supportata da ricordi combacia con la noia imperante di un’opera il cui apice e sola salvezza è, come spesso accade, la tua esimia recensione!
    Ci sta anche che non l’abbia visto ma lo confonda con i tanti prodotti simili, in cui Luke tra l’altro è sempre più specializzato, con lui la Z diventa la “zzzzzzzz” delle ronfate 🙂

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