Non resisto ai DVD che in Italia ingannano gli spettatori infilando la parola “Alien” totalmente a casaccio, quasi sempre sopra filmacci pezzenti che appartengono alla serie Z della serie Z.
C’è però sempre la speranza di trovare scopiazzi dall’universo di Alien, se non proprio plagi, quindi il sangue acido che mi scorre nelle vene mi spinge all’acquisto compulsivo.
Outpost 37 purtroppo non ha nulla a che vedere con l’universo alieno, ma Koch Media lo porta in DVD e Blu-ray dal marzo 2021 con l’irresistibile titolo di Alien Outpost.
Jabbar Raisani di mestiere lavora agli effetti speciali di grandi film e produzioni televisive, da Iron Man (2008) a “Il Trono di Spade”, poi ogni tanto si diverte e mettersi sulla sedia del regista e sforna cortometraggi, oppure il suo unico film: questo!
Risulta anche come sceneggiatore, al fianco di Blake Clifton, che essendo texano lavora per Robert Rodriguez come tecnico, poi nel buio della sua cameretta finge di essere sceneggiatore, ma per fortuna ha firmato solo questo Alien Outpost.
Nel 2021 la Terra è stata invasa dagli alieni: ah, vedi a stare sempre a parlare dei No Vax che succede? Che si perdono le notizie davvero importanti! Siamo stati appena invasi dagli alieni e non ce ne siamo accorti, troppo concentrati sulle nuove leggi razziali, quelle giuste, non come quelle del secolo scorso, che in quel momento erano giuste pure quelle ma poi anni dopo si sono accorti che erano ingiuste. Ad accorgersene subito che ogni legge razziale è ingiusta poi si passerebbe per essere umani: così invece siamo alieni già pronti a fraternizzare con gli invasori.
Infatti nel 2022 e gli Heavy si ritirano, probabilmente schifati dall’odio razziale che alberga nei cuori di tutti gli umani. Ora non ci rimane che capire chi cacchio siano ’sti Heavy. Gli Heavies sono gli alieni e forse il loro nome indica il loro peso: è politicamente corretto identificarli dal loro peso corporeo, “Pesanti”, o è body shaming? Oppure è un termine alla napoletana per indicare lo stress emotivo? «Tu si’ pesante!»
Dopo la FEW (First Earth War), una guerra combattuta contro chi esagerava nell’uso di sigle e acronimi, arriviamo al 2023 e per distruggere gli ultimi alieni rimasti sulla Terra, che girano pure senza mascherina, sono nati degli avamposti (outposts) USDF (Fronte Unito di Difesa Spaziale), segno che la piaga degli acronimi non è stata debellata dalla guerra.
Passano altri dieci anni, quindi siamo nel 2033, e di questi avamposti ormai ne sono rimasti pochi, visto che gli Heavy sono stati tutti cacciati via. O messi in lockdown forzato.
I protagonisti della vicenda sono autorizzati ad entrare in uno degli ultimi avamposti del pianeta: l’Outpost 37 che dà il titolo originale al film.
Il tutto è girato nel solito banalissimo stile del mockumentary, il finto documentario che alterna scene girate sul posto con interviste in studio agli interessati, una roba che temo fosse già vecchia nel 2014 di questo film.
Comunque ci viene spiegato che questo Avamposto 37 si trova fra India e Pakistan, il luogo più pericoloso al mondo perché gli alieni attaccano in continuazione, non si sa perché proprio lì e solo lì. Curioso però… che questi alieni infami sembrino umani vestiti alla mediorientale…
Malgrado vediamo dei soldati sparare a umani arabeggianti, ci viene detto che gli alieni sono grossi e con spesse armature, forgiate con un metallo inesistente sulla Terra. Era impossibile penetrare quell’armatura finché la Darpa (Agenzia per i progetti di ricerca avanzata di difesa) ha messo le mani su un paio di caduti in battaglia e ne ha studiato la tecnologia, sfornando dei proiettili speciali… copiati dai miei racconti!
Questo Outpost 37 ha iniziato a girare per il mondo dal settembre 2014, mentre io già il mese precedente avevo pubblicato La notte dei risorti viventi, in cui nella Roma del 1849 un cacciatore di zombie usava proiettili al fosforo rosso.
«HIPR, proiettili corazzati al fosforo ad alto potenziale. I Rossi.»
Così sono descritti i proiettili speciali del film: io mi sono divertito a usare il rosso come tallone d’Achille dei morti viventi come omaggio allo stesso colore che annullava i poteri di Terence Hill in Poliziotto superpiù (1980), quale sarà l’ispirazione di Outpost 37?
Le toste giornate all’Avamposto 37 passano così, tra cameratismo spicciolo e spari a Testa-di-Stracci Ali. Che guarda caso l’unico mediorientale amico pure lui è un infame traditore, anche se non per colpa sua. Nel dubbio, un colpo in fronte risolve ogni scontro culturale.
Però la domanda risuona nei cuori di tutti quei pazzi che hanno pensato di vedere ’sta stupidata di film: ma dove sono gli alieni? Già dalla prima scritta iniziale ci viene detto che il nostro pianeta è stato invaso da esseri alieni… possibile non se ne veda manco mezzo? No, sono ingiusto: mezzo alieno si vede, per tipo due fotogrammi.
La trama demenziale lascia supporre che in qualche modo gli alieni catturino umani, impiantino loro qualcosa che li fa agire a loro comando, rimandandoli poi a casa solo per farli “esplodere”: e così il sottilissimo richiamo all’Isis e in generale all’integralismo religioso mediorientale è piazzato.
Finalmente dopo un’ora di nulla la vicenda pare sbloccarsi, con i nostri eroi che scoprono una zona in cui una strana struttura sembra focalizzare l’attenzione aliena: si tratta di una discoteca locale dove si può entrare senza green pass. Da bravi tutori dell’ordine, i militari vanno lì a manganellare gli alieni untori.
In realtà si scopre che non è una discoteca bensì una Heavy Spire, una guglia usata dagli alieni sulla Terra come rifornimento. Sapevate infatti perché è finita la Prima Guerra della Terra? Perché gli alieni sono rimasti senza munizioni! E ora, dopo solo dieci anni, finalmente riescono a farsele mandare da casa. Ammazza che alieni invasori, possiamo dormire sonni tranquilli.
Capolavoro assoluto è la scritta con cui il film ci informa del funzionamento della guglia, visto che i soldi per mostrarla in azione non ci sono: «L’Heavy Spire ha interrotto l’SDS dell’USDF e ha permesso a centinaia di Ammo Pods di rifornire gli Heavy sulla Terra». Ormai il film usa un proprio linguaggio personale.
Un praticello in Sud Africa, nei dintorni di Johannesburg, è l’unica ambientazione di un film di invasione aliena completamente privo sia di invasione che di alieni, visto che l’unico messaggio che interessa agli autori è la solita apologia della guerra in Medio Oriente che ha riempito la narrativa americana degli ultimi vent’anni.
A parità di storia di vita militare e di ostensione di fucili di varie marche e modelli allora è molto meglio Sniper 4 (2011), girato negli stessi luoghi ma con risultati decisamente migliori.
La solita poveracciata che decide di affrontare temi che non ha i soldi per mostrare e quindi si finisce come sempre a riprese ballerine di niente avvolto nel nulla, con la solita esaltazione della guerra santa americana che non fa mai male. (Anche se ai morti da entrambe le parti un po’ di male l’ha fatto.)
Speravo ci fosse almeno una citazioncina dall’universo di Alien, invece niente: pura vuotezza senza motivo. Però la grafica gagliarda del DVD italiano fa la sua porca figura nella sezione “Cloni & Scopiazzi” della mia collezione aliena.
L.
– Ultimi film di fantascienza:
- Beyond Skyline (2017) Alieni di menare (4)
- [Italian Credits] Laser X: Operazione Uomo (1966)
- Voyagers (2021) “Il signore delle mosche” nello spazio
- Wifelike (2022) Le ginoidi sbarcano su Paramount+
- Cyber-Tracker 2 (1995) Dagli archivi segreti di Italia1
- [Italian Credits] Il mostro del pianeta perduto (1955)
- Foe (2023) Il nemico (di se stesso)
- Rebel Moon (2023) Facce ‘na saga, Zack!
- Deadlock 2 (1995) Fuga dalla Zona 14
- Alien Invasion (2023) Lo xeno-clone dallo spazio
con tutte queste sigle mi immagino i soldati a canticchiare La “BRUM” del “M” Ha un “PSS” nella “M” E noi l’aggiusteremo Con il “GNAM GNAM GNAM”!
Quando ti arrivano i diritti per i proiettili al fosforo paga da bere.
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ahaah tu ci scherzi, ma questo è il film con più alta dose di sigle che mi sia capitato, dai tempi di “Goodmorning Vietnam” in cui Robin Williams appunto sfotteva i militari per tutte le loro sigle.
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Guarda, come premessa poteva venirne fuori anche un film degno, ma si nota dai fotogrammi che hai infilato nel post che non vale la pena perdere tempo con questo Outpost 37.
Curiosità: in Spagna gli “heavy” sono i metallari (o metallusi, come dice una mia amica piemontese), cioè coloro a cui piace la musica hard rock e metal!
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Gli alieni metallari sarebbero stati già qualcosa, molto divertente, invece qui abbiamo un alieno inquadrato per tre fotogrammi e poi un mare di chiacchiere infarcite di sigle. La serie Z della serie Z!!!!
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Mi sembra tanto uno di quei film girato per metà dal regista davanti al computer di casa sua, artigianato ok però resta davvero solo quello. Messi insieme due spiccioli per un solo costume da alieno si è cercato di completare la storia con quattro attori e poco altro, di sicuro il 2021 non è un buon anno 😉 Cheers
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Quando gli alieni ci invaderanno si faranno grasse risate a vedere certi film “preveggenti” 😀
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Questo vuol dire che verranno ASAP sui loro UFO con propulsori FTL, dopodiché emetteranno un EMP al quale noi dal nostro POV tenteremo di opporre del TNT, decifrando allo stesso tempo il PIN per accedere agli Ammo Pods prima che l’Heavy Spire blocchi la procedura tramite PUK e SPID… alla fine vinceremo noi WASP, riuscendo pure a non far abbassare il MIB 😀
Sugli HIPR, poi, direi che ci sono gli estremi di una causa per plagio… 😉
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ahahah tu ci scherzi, ma seguendo la filosofia di questo film hai parlato con proprietà di linguaggio! ^_^
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che brutti effetti speciali
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Sai che mi pare di averlo visto? Ma, considerando quanto ne rimembro, o lo vidi con un occhio e mezzo chiuso o la “CSC” (Centrale di Salvaguardia del Cervello) lo ha automaticamente cancellato per non farmi andare in tilt! 🙂
In ogni caso, tra acronimi/sigle, “diritti d’autore”, citazioni di Poliziotto superpiù, alieni assenti ingiustificati, la tua recensione è una goduria di Z! 🙂
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Questi film che Eagle/Minerva/Koch portano in Italia con “Alien” nel titolo tendono ad assomigliarsi tutti, ed è per questo che li schedo: per distinguerli l’uno dall’altro 😛
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