Siccome sono un pazzo furioso, non pago delle millemila iniziative in cui sono impegnato mi invento quest’altra rubrica: è troppo forte la voglia di condividere le armi in narrativa che mi hanno colpito.
Le foto sono tutte ad alta risoluzione ma non sono “cliccabili”, quindi se volete zoomare dovete aprirle in un’altra finestra.
La citazione della settimana
«Miike si buttò a terra rotolando con il fucile in pugno. […] Il fucile che gli aveva regalato Berger Sartana era una variante dello Sharp calibro 50 da bisonti. Quattro canne rotanti. Ginocchio a terra, Miike puntò la prima volta e premette il grilletto. Il meccanismo fu quasi più fragoroso dello sparo. CLACK-BAAANG! Il primo dei comancheros fu inchiodato al carro.»
Per il numero speciale “Nero West” (marzo 2008) della mitica “M-Rivista del Mistero” di Andrea Carlo Cappi, il compianto Stefano Di Marino racconta l’avventura di un asiatico di nome Takashi Miike nel Far West, con tanto di fanta-fucilone a ripetizione. (Ogni riferimento al regista giapponese omonimo è puramente voluto.)
Ancora un fucile per dinosauri
«Così vanno le cose nel mondo dei safari temporali». Grazie al nostro amico Giuseppe ho scoperto che il racconto di L. Sprague de Camp di cui ho parlato la settimana scorsa è stato adattato a fumetti (dichiaratamente) dal decano Roy Thomas, con i disegni di Val Mayerik: il risultato è Un fucile da dinosauro (A Gun for Dinosaur!), apparso nella testata “Worlds Unknown” n. 2 (luglio 1973) e giunto in italia su “Capitan America” n. 128 (Editoriale Corno, marzo 1978).
Il racconto segue fedelmente la storia di de Camp, con il granitico Mr. Rivers (ritratto qui come un Magnum P.I. ante litteram) che si rifiuta di portare un cliente mingherlino a cacciare dinosauri nel tardo mesozoico, perché chiaramente non in grado di imbracciare il «Continental 600, l’arma adatta per un dinosauro».
Il disegnatore Mayerik non si sforza molto nell’inventarsi un fucilone per dinosauri, semplicemente mostra un’arma a canna lunga forse un po’ più “corpulenta” di un normale fucile e basta: sarebbe stato bello avere un fanta-fucile classe 1973.
Gomorra Fett
Siamo alla terza puntata della serie Disney+ “The Book of Boba Fett” e la mia delusione è sempre più profonda: probabilmente il mio apprezzamento per “The Mandalorian” è stato solo un caso, visto l’abisso narrativo in cui stanno cadendo Filoni e Favreau. Vista la quantità di fan che non amano quella serie, è sempre più chiaro il mio non essere fan, visto che sto profondamente disprezzando questa.
Tutta la creatività della serie precedente è scomparsa, in questa infatti la parola d’ordine è “leccare il deretano dei fan” a doppia lingua (ecco perché gli autori sono due), quindi i fucili di Boba Fett e Fennec Shand sono gli stessi, anche se non li usano. Perché questa serie è “Gomorra per bambini”, quindi la violenza è tutta pucciosa.
Sebbene sia un imbarazzante vuoto narrativo, fa comunque la sua bella figura Black Krrsantan (che spero arrivi presto su “Galaxy of Heroes”), personaggio nato dalla saga a fumetti Darth Vader (Marvel 2015) e passato poi all’eroina yè-yè Doctor Aphra: qui sfoggia un ghiotto fucilone, ma tranquilli, neanche lui lo usa. In questa serie ci si colpisce solo con i bacetti.
Se non altro F&F hanno ascoltato gli appelli del nostro Willy l’Orbo e finalmente… arriva il Rancor! Oh, intendiamoci, anche lui dà bacetti e abbracci pucciosi, è tipo Baby Taz dei Looney Tunes, ma se non altro c’è.
Bloodstone
Numero “numero 1” in casa Marvel, dove in realtà ogni anno tutte le testate ripartono da uno: questo mese mi cade l’occhio su “Death of Doctor Strange – Bloodstone” n. 1. Ma quindi Strange già sta morendo? Così giovane… I testi sono di Tini Howard e i disegni di Ig Guara.
Grazie a una pietra che porta al collo, la protagonista è una cacciatrice di mostri, e fa fuori le creature con un fucile di precisione che imbraccia spesso e volentieri, senza spiegarci che diamine c’entri la citata pietra: visto che usa un normale fucile con normali proiettili, chiunque può essere un cacciatore di mostri. Boh.
Non indago oltre, che l’albo è solo una valanga di vignette sciabordanti lunghissimi testi incomprensibili a chi non sappia a memoria vita morte e miracoli di tutti i personaggi coinvolti, ma è da notare il fatto che il fucile appaia in continuazione tra le mani della protagonista, senza che sia posta molta attenzione su cosa spari. Visto che fa fuori mostri, magari sono proiettili magici…
L.
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Dinosauri & Star Wars, cioè ottimo post e…comecomecome? Il Rancor??? Ho il cuore che batte a mille! Puccettoso??? Va bene uguale! Ripesco subito gli episodi dallo streaming!!! Grazie per la notizia, bellissima ed attesa! 🙂 🙂 🙂
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Tanto Padron George è già lì che sta ultimando la nuova serie di figurini col Baby Rancor ^_^
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…e io son già lì pronto a comperare tali figurini! Ahahahah! 🙂
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Il Rancor sembra quello bebè di “The Bad Batch”, peccato perché Boba meritava di più di Rodriguez che dirige in versione “Spy Kids”. Blood Stone è un personaggio fighissimo, peccato la utilizzino pochissimo e questa saga della morte di Strange per ora mi sembra la solita sòla, da maxi saga Marvel. Cheers
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Non so cos’abbiano fatto a F&F, quale lavaggio del cervello o quale offerta “che non si può rifiutare”, ma risulta davvero difficile pensare che questa serie sia scritta da loro: per me la sceneggiatura esce in automatico da un droide protocollare 😀
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L’hai trovato, quell’adattamento, e complimenti per la velocità! E’ proprio lui, quello che lessi sul numero di Capitan America in questione 😉
Riguardo a Boba “Gomorra” Feet cosa dire, se non che l’universo di Star Wars a guida (dittatoriale) Disney non mi sembra esattamente avviato a un futuro poi così radioso: F&F si sarebbero decisamente trovati meglio nel vecchio universo espanso della Dark Horse dove, specialmente nella saga degli Yuuzhan Vong, si andava avanti a tutt’altro che bacetti e gentilezze sparse…
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Continuo a pensare che la Disney rosichi da morire per il successo di “The Mandalorian”, così NON-Star Wars, e stia facendo di tutto per riportare all’ovile F&F, facendogli firmare prodotti per bambini totalmente al di sotto dei loro standard.
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Ipotesi assai plausibile. Del resto, i Mandaloriani avevano un ruolo importante nelle produzioni DHC (in particolare nelle avventure della Vecchia Repubblica), ragion per cui il successo di una serie dalle radici ancora piantate nel precedente universo espanso per la Disney dev’essere stato qualcosa di doppiamente insopportabile…
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Per questo mi piace il gioco “Galaxy of Heroes”, perché è così irriverente da attingere anche ai blasfemi fumetti Dark Horse ^_^
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