Siccome sono un pazzo furioso, non pago delle millemila iniziative in cui sono impegnato mi invento quest’altra rubrica: è troppo forte la voglia di condividere le armi in narrativa che mi hanno colpito.
Le foto sono tutte ad alta risoluzione ma non sono “cliccabili”, quindi se volete zoomare dovete aprirle in un’altra finestra.
Ancora il fucilone pieghevole
Grazie al fenomenale IMFDb (il database delle armi nei film) ho scoperto l’esistenza di Southland Tales (2006), film a me ignoto che ho recuperato per catturare qualche schermata del CornerShot – lo strumento che consente di sparare dietro gli angoli! – così da continuare questa sorta di tradizione domenicale, ma la visione ha vinto ogni mia resistenza a causa della bruttezza del film.
Immaginate un film dove TUTTI siano attori famosi, anche la comparsa sullo sfondo è un volto noto, non so come abbiano fatto a mettere insieme decine di personaggi noti in un solo film, visto poi che è una robaccia delirante totalmente fuori di testa. Un sogno bagnato di visioni religiose fuse con poesia scolastica e cattivo gusto. Alla fine sono andato avanti a cercare il “fucilone pieghevole” senza trovarlo: mi limito dunque a riciclare la schermata dell’IMFDb.
Per finire, trovo decisamente inquietante scoprire che questo febbraio 2022 la Koch Media ha ristampato in DVD questo film, già uscito anni fa per Universal. Non può essere un caso che io scopra l’esistenza di questa roba e dopo viene ristampata: c’è chiaramente un Grande Sceneggiatore che ci guida tutti. La verità è là fuori…
L’ultima pistola di Hitler
(ma forse no)
Su Netflix mi sono visto un recente film con Spider-Man e Batman, cioè Tom Holland e Robert Pattinson. Scherzo, è un film corale con tanti attori fra cui anche questi due.
Le strade del male (The Devil All the Time, 2020) di Antonio Campos, tratto dal romanzo omonimo del 2011 di Donald Ray Pollock (Elliot 2011, appena ristampato da Mondadori), è una storia nerissima la cui morale è “la sfiga non dorme mai”, vista la quantità di brutte cose che succedono ad ogni singolo personaggio.
Ciò che qui conta è il ritorno a casa dalla guerra del soldato Willard (Bill Skarsgård), che sebbene sia stato impegnato sul fronte del Pacifico porta in regalo un curioso souvenir:
«Questa dovrebbe essere la pistola che Hitler usò per farsi saltare il cervello.»
Forse una volta chiuso il teatro di guerra del Pacifico il nostro Willard ha fatto il giro del mondo per tornare a casa, così da passare per Berlino…
Fra le mani dell’attore campeggia la tipica Luger P08 che il cinema adora sin dagli anni Sessanta (anche se è ampiamente usata sin dagli anni Dieci), essendo una pistola così “strana” da risultare esotica su schermo.
La scena mi ha colpito perché mi ha subito ricordato quel capolavoro del saggio I diari di Hitler (Selling Hitler, 1986) di Robert Harris (Mondadori 2014), un’indagine spettacolare che ricostruisce l’incredibile vicenda dei falsi diari del Führer, roba che a raccontarla non ci crederebbe nessuno eppure ha inchiodato a lungo scienziati e giornalisti.
«Con questa pistola il Führer si tolse la vita.»
Siate sinceri, se voi giraste per Berlino e in un negozio di antiquariato e paccottiglia post-bellica trovaste una pistola con questa etichetta, ci credereste? Anche senza sapere che il gestore di quel negozio si scoprirà essere un prolifico falsario, che ha inondato il mercato con oggetti palesemente farlocchi, qualche dubbio dovrebbe venire, invece Gerd Heidemann (il giornalista-collezionista che si farà fregare coi falsi diari di Hitler) compra a occhi chiusi la pistola con cui il Führer si è suicidato, arma da cui – guarda caso – manca un solo proiettile: quale prova migliore?
Harris ci racconta che il collezionista un giorno ha mostrato l’arma a due suoi amici, i quali subito gli hanno detto che era stato truffato: quella pistola non poteva essere l’arma di Hitler. Come lo sapevano? Che studi avevano fatto? Che documenti avevano? Niente… solo che uno di loro, Otto Guensche, da giovane era stato il soldato che fisicamente aveva trascinato il cadavere di Hitler fuori dal bunker, raccogliendo personalmente la pistola da terra. Se mai è esistito un testimone oculare, Guensche ne ha tutti i requisiti.
Harris infine sottolinea che se già non bastassero queste prove a squalificare l’acquisto del collezionista Heidemann, c’era pure il fatto che dall’antiquario aveva comprato una pistola FN belga, quando invece
«era noto che Hitler aveva usato una pistola decisamente più potente, una Walther da 7,65 millimetri.»
Ah… ma allora pure la Luger P08 di Villard è una patacca! Chi l’avrebbe mai detto? Certo che Hitler ne ha usate di pistole per spararsi…
Chissà, magari il falsario aveva visto il film Gli ultimi 10 giorni di Hitler (The Last Ten Days, 1973) di Ennio De Concini dove in effetti il Führer teneva a portata di mano una FN belga, modello 1922.
Molto più accurato La caduta. Gli ultimi giorni di Hitler (Der Untergang, 2004) di Oliver Hirschbiegel, dove Hitler usa una Walther PPK da 7,65 millimetri.
Invece nella miniserie “Il giovane Hitler” (Hitler: The Rise of Evil, 2003) tenta il suicidio con una Frommer Stop, poi – tenendo fede al nome dell’arma – si ferma, anche perché dev’essersi reso conto… che era la pistola sbagliata!
L.
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Ormai che domenica sarebbe senza il fucilone pieghevole??? 🙂
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E’ una tradizione domenicale imprescindibile 😛
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E questa volta abbiamo anche un interessante excursus storico/truffaldino ad accompagnare la vera arma della settimana (il fucilone pieghevole, invece, è finito in un film tanto evanescente che non lo si sPIEGA) 😉
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Chissà che in futuro non uscirà fuori qualche altra ultima pistola di Hitler 😛
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