Ma a voi sta piacendo quella roba che Disney+ spaccia per serie televisiva con il titolo “Moon Knight“? Dopo quattro episodi sto ancora aspettando che la sceneggiatura esca fuori con le mani alzate, dopo aver posato a terra i potenti luoghi comuni con cui sta provocando danni ovunque.
Stavolta a sorpresa io, notoriamente allergico alla Marvel, conoscevo già il personaggio mentre ho sentito gente chiamare la serie “Quella del nuovo eroe Marvel”. Moon Knight – di cui ho già raccontato le origini e i vari nomi proposti dai traduttori italiani – lo conosco sin dai primi anni Novanta, quando me lo ritrovavo negli albi de “Il Punitore” (StarComics) e sbuffavo, perché rubava pagine a Frank Castle. I due personaggi si sono incontrati e scontrati più volte, come per esempio quella volta nel 2009 quando inizia la saga a fumetti Down South, con il Punitore che va a fare capolino a casa del Cavaliere della Luna.
La mitica collana “100& Marvel” lo porta in Italia nel settembre 2010, e credo di averla letta per la prima volta di lì a poco: visto che la ricordo molto ghiotta, ne approfitto per rileggermela: sia per consolarmi della profonda delusione riguardo la serie TV, sia per condividere la mia rilettura.
«Combattere può pagare le bollette, ma uccidere… appaga.»
Mike Benson sa come si inizia una storia in modo maledettamente efficace, così ci fa trovare il nostro eroe impegnato in un combattimento clandestino dove i più fortunati escono con le ossa rotte. Jefte Palo ci regala alcune tavole di combattimenti cattivi che scaldano il cuore: basta poco per conquistare un lettore di narrativa di genere.
«Non siamo a Las Vegas, non si viene qui per combattere: solo per nascondersi.»
Siamo in terra messicana e la notte brava del protagonista, fra alcol e mazzate, viene notata da uno degli uomini del boss Alcantara (un criminale che ha “stoffa”! Capito? Alcantara… stoffa… faceva più ridere prima di scriverla.) Al boss i federales corrotti hanno rapito la figlia e ci vorrebbe un gringo capace, uno straniero non riconducibile a lui, che gliela liberasse, dietro lauto compenso. Il più classico degli spunti da ghiotto romanzaccio d’azione, di quelli che fino agli anni Novanta potevi trovare persino in TV, tipo Perfect Target (1997) con Daniel Bernhardt, il cui inizio è praticamente identico.
È la regola della narrativa d’azione sin dagli anni Sessanta: il primo accordo non è mai sincero, chi paga il protagonista per un “lavoro” ha già in mente di ucciderlo una volta che l’avrà svolto. Quindi come molti altri eroi prima di lui, anche il nostro Cavaliere senza tutina bianca si ritrova sul groppone la ragazza fatta evadere e tutti gli uomini del boss che lo vogliono morto. E come molti altri eroi prima di lui… i suoi nemici non sanno con chi hanno a che fare.
«Dio non può aiutarti, adesso. Io sì.»
Quando sei in Messico e ti becchi una taglia sulla testa, puoi star sicuro che sulle tue tracce si metteranno… dei luchadores dalla battuta pronta come i Fratelli Zapata, pronti a distruggere la città per far fuori i nostri fuggiaschi. Non si può concepire una storia messicana senza pittoreschi lottatori mascherati…
I due lottatori mercenari pensano che sia una missione come tante altre, in cui potranno distruggere tutto, fare battutacce e intascare i soldi, ma non hanno capito che tre entità fenomenali sono arrivate in città: Moon Knight, il Punitore e un demone azteco che sta tagliando le teste dei criminali locali. Visto come si sta preparando il sirtaki di violenza, è strano che Guy Ritchie non abbia tratto un film da questa storia.
Purtroppo le ottime premesse portano ad un terzo atto molto sbrigativo, dove scopriamo che il Punitore non si sa che c’entri, visto che appare per un paio di vignette e non fa assolutamente nulla – giusto il tempo di gustarsi un bicchiere di whisky Macallan invecchiato quarant’anni: «è liscio come il culo di un bambino», ah, che fine recensore enologo! – e fa ancora meno Moong Knight, visto che il massacro finale è tutta opera dello strano demone azteco che non ci viene presentato né spiegato. Ho seri problemi con i finali Marvel, dove avviene molto meno di quanto le premesse autorizzerebbero a pensare, ma oggettivamente far risolvere tutto a un personaggio terzo che non ha partecipato alla storia è un mezzuccio che non mi aspettavo.
Comunque 115 pagine di questo fumetto valgono dieci volte più di quella fastidiosa mosceria che Disney+ ha il coraggio di chiamare “serie TV”
L.
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Non conosco la serie, il fumetto mi pare stimolante, in ogni caso la combo citazione di Perfect Target con Daniel Bernhardt (recensito anche da me medesimo) più lottatori mascherati val bene…il post! 🙂
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Come tutti gli eroi Marvel ha storie con alti e bassi, ma sicuramente a fumetti mi sembra gestito meglio che in una serie senza spessore. Soprattutto se come in questi casi attinge alla narrativa d’intrattenimento più ghiotta 😉
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Questa miniserie finirà anche frettolosamente, ma rispetto alla serie Disney resta oro, mamma mia che scempio hanno fatto di un gran personaggio, che disastro. Cheers
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Questa saga a fumetti dimostra che Moon Knight ha tanto da dare, in mano a un bravo autore, e di sicuro chi lavora alla serie Disney non lo è.
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Moon Knight – Giù nel Sud
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???
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Se Lavoisier fosse vissuto oggi, avrebbe trovato qualche difficoltà ad applicare l’enunciato «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma» ai prodotti Disney+: sul “nulla si crea” ci siamo, ma il resto dovrebbe almeno essere aggiornato in “tutto si distrugge, niente rimane da trasformare” (povero “Moon Knight”, dove passa la Disney non cresce più l’erba)…
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Non può essere un caso, sbagliarle tutte, ci dev’essere un piano diabolico preciso di decostruzione di ogni marchio che funzioni: deve crollare tutto in modo che rimanga solo poca roba, più facile da gestire 😛
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A questo punto, è la spiegazione più plausibile 😛
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Non conoscevo il personaggio (di supereroi so solo quello che è passato dal cinema e dalla tv, non sono un lettore di fumetti supereroistici se non molto saltuariamente), ma la serie non mi sta davvero entusiasmando per niente; credo sia la prima volta con un prodotto Marvel che non ho interesse a sapere come vada avanti la storia, disinteresse totale per trama, personaggi, connessioni… non ho letto quale sia l’opinione generale su Moon Knight, ma per me è un grande no.
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Neanch’io mi sono informato sulla reazione dei fan storici, che tanto ha poco valore: se è uguale è troppo uguale, se è diversa è troppo diversa, quindi non ci azzecca mai 😀
Come ogni altro personaggio Marvel anche Moon Knight ha una lunghissima storia editoriale con relativi cambi di mode, gusti, stili e tematiche, quindi ogni autore lo reinventa com’è giusto che sia, ma quella televisiva Disney è proprio la maniera perfetta per distruggere il personaggio, a colpi di noia. Peccato perché entrambe le versioni del costume sono rese benissimo in video, e si vede che ci hanno speso soldi, ma è proprio una noia sonnacchiosa.
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io guardando il trailer della serie sono rimasto abbastanza meh; non lo ho mai letto ma gioco da anni a Marvel Puzzle Quest, un ottimo gioco per conoscere i personaggi con biografie riassuntive, e là diceva che lui era tipo lo spirito vendicatore tornato dall’aldilà per i suoi assassini
boh
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Alla Marvel sono tanti i vendicatori, Moon Knight fondeva un po’ la mania esotica dell’Egitto per offrire una sorta di anti-Batman: invece di un aereo a forma di pipistrallo ce l’ha a forma di mezza-Luna, invece dei Batarang (o come si chiamano) ha delle falci di Luna, invece di tutto nero è vestito tutto bianco e via dicendo.
In decenni di fumetti ha cambiato stile e tematiche, ci sta che la Disney voglia crearsene una propria copia edulcorata da vendere ai bambini, ma il problema è che in quattro episodi non ha detto una stra-mazza di niente se non banalità imbarazzanti. Non critico la reinvenzione del personaggio, critico la totale assenza di una sceneggiatura almeno dignitosa.
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io non sto guardando la serie
ma dalle rece i primi due episodi non sembravano male
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Dipende da chi scrive le recensioni. Aspetta di vedere la serie, vedrai che non corrisponde a ciò che hai letto.
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io non mi abbono di certo a Disney plus, soprattutto ora che la qualità sta crollando in favore dei soldi (es: The Kardashians) 😛
rimango nell’ignoranza^^
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Dopo quella porcheria di Loki le serie televisive Marvel non mi beccano più, ma il personaggio di Moon Knight lo trovo intrigante. Per il momento ho accumulato un bel pò di suoi fumetti sul tablet, presto o tardi inizierò anche a leggerli!
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Fammi sapere, che vorrei leggermi qualche altra sua ghiotta saga ma essendo io allergico allo stile Marvel non riesco a trovarne una adatta, con più azione e meno tutine 😛
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Non ho letto i fumetti e non conoscevo il personaggio, ma sono d’accordo con te, la serie è inguardabile! Tutte cose già viste, brutti effetti speciali, attori spaesati… Mah!
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Chiamare poi Ethan Hawke in un ruolo del genere, boh, mi sembra proprio cattiveria 😛
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Ho letto un’intervista al regista che si vantava del fatto che Ethan Hawke avesse accettato il ruolo ancor prima di leggere la sceneggiatura… Ora, per quanto io abbia dei brutti trascorsi con Hawke, se avesse letto prima il copione (o visto il suo vestito) poi col cavolo che avrebbe firmato!
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ahaha lo penso anch’io 😀
Al Jimmy Fallon Show Hawke ha detto che essendo abituato a lavorare da sempre nel cinema indipendente, cioè senza soldi, ritrovarsi in una produzione Marvel l’ha lasciato senza fiato, con pacchi di soldi spesi ogni giorno, quindi magari si sarà voluto regalare una vacanza dalla povertà 😀
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Moon Knight è un po’ il batman della Marvel e somiglia a Daredevil: ambientazioni scure e squallide, strada, lotta contro Kingpin, alleanze fragili con il Punisher… ma deve gestire altre due identità (!) e finanziare la sua lotta contro il crimine senza farsi beccare dal commercialista.
Questo supereroe quasi senza poteri dalla salute mentale molto precaria rompe con lo stile “Spider-Man” o “Avengers” conosciuto dal grande pubblico ed è una buon alternativa per lettori maturi. Non ho (ancora) visto la serie TV, ma temo il peggio… Oddio… mi dicono dalla regia che stanno per fare la serie di She-Hulk!
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Sento di essere d’accordo con te, anche se ho letto dall’amico Cassidy che invece lui non ama questo accostamento “pipistrelloso”. La serie l’ho trovata di una vuotezza disperata, ma è lo stile Disney: il Vuoto al Potere.
She-Hulk “dal vivo” è un progetto già fallito quarant’anni fa, l’ho anche raccontato nel blog nelle parole di Brigitte Nielsen che avrebbe dovuto interpretare l’avvocatessa verde, ma tanto queste serie TV vengono via un dollaro al chilo, quindi sotto a chi tocca. Non c’è bisogno di alcuna sceneggiatura, quindi sono tutte facili facili 😀
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