[Multi-Recensioni] Z, Vivarium, Security, Drive Angry

Mercoledì 5 ottobre 2022 è stata una seratona sulla TV in chiaro: so che voi siete tutti su piattaforme e servizi streaming vari, ma io frequento ancora la cara vecchia televisione, soprattutto quando presenta succulente prime visioni.

Purtroppo in terra etrusca basta una nuvola perché Rai4 perda il segnale: curioso che di millemila canali RAI solamente quello che fa film in prima visione scompaia sempre! Va be’, ho recuperato il giorno dopo su RaiPlay e così ne ho pure approfittato per gustarmi il palinsesto sovrapposto di Italia1, che a Rai4 ha risposto in maniera più che adeguata.

Eccovi dunque uno “sguardo recensorio” su una serata particolarmente ricca di film.


Indice:


~ Rai4 ~


Z
Vuole giocare

Per piccole case canadesi Brandon Christensen dirige e co-sceneggia, insieme al produttore Colin Minihan, un piccolo film dal titolo che mi era impossibile ignorare: Z (2019). Cosa c’è di più bello? Perché aggiungere dei sottotitoli?

La Midnight Factory lo presenta in DVD dal luglio 2021: lo trovate su RaiPlay, almeno per ora.

Quando un film mette subito in chiaro la Z che porta nel cuore

Il film è caratterizzato dall’avere un occhio nero, a forza di strizzarlo a precedenti illustri, da Babadook (2014), con il rapporto madre-figlio-mostro…

Ho capito la citazione, non serviva sporcare così la parete

… a Lights Out (2016), di cui viene ricreata quasi identica la celebre scena del “qualcosa” che appare in corridoio appena si spegne la luce.

Capisco la voglia di ricreare una scena così ispirata

Citazioni e scopiazzi sono sempre ben accetti, quando fatti bene, ma il problema è che il film si pone subito come non fresco, anche perché affronta temi più che abusati nel genere.

La vicenda segue Beth (Keegan Connor Tracy) angustiata dall’avere un figlio con un amico immaginario un po’ troppo invadente, che pare lo spinga a fare cose parecchio cattive. Per affrontare la situazione ci sono vari modi: sicuramente il più sbagliato è rivolgersi a uno psichiatra a forma di Stephen McHattie.

Se il vostro psichiatra è Stephen McHattie, state messi davvero male

Facciamo finta che non abbiamo mai visto i film citati, a cui aggiungerei pure La madre (2013) di Andy Muschietti, facciamo finta di non aver mai visto un horror in precedenza, lo stesso Brandon Christensen si mostra troppo “candido” per girare un prodotto del genere nel 2019: sembra che lui stesso non abbia mai visto niente di simile in precedenza. Andrebbe bene se avesse detto qualcosa di nuovo, il che non è: al massimo è un ripasso di tematiche già note.

Non resisto al titolo italiano della RAI

Non sembri però una critica, il film si lascia guardare con piacere, anche solo per gustarsi le “strizzate d’occhio”, e un paio di risvolti di sceneggiatura li ho molto apprezzati, per non parlare dell’ottimo finale che ho apprezzato, ma stiamo parlando di un prodotto decisamente “basico”, ad impatto emotivo davvero basso. Che sia per questo che si intitola Z?


Vivarium

Lorcan Finnegan, grande amante del genere fantastico di tipo “fàmolo strano”, scrive e dirige questo piccolo Vivarium (2019), una favola nera che a costo di passare per blasfemo oserei definire sulle orme del primo Tim Burton, non foss’altro per la scelta delle casette a schiera tutte color pastello. Forse alla base della trama potrebbe esserci la stessa critica al perbenismo omologato che pervadeva Edward Mani di forbice (1990), per citare appunto il film di Burton con le casette pastellate, ma forse invece c’è qualsiasi altra cosa, non essendo una trama che senta l’obbligo di fornire spiegazioni.

Eagle Pictures lo porta in DVD dal febbraio 2021: lo trovate su RaiPlay, almeno per ora.

Gemma (la sempre brava Imogen Poots) e Tom (il sempre odioso Jesse Eisenberg) vogliono mettere su famiglia e iniziano acquistando casa. Magari una bella casetta in provincia, una di quelle incastonate in una infinita schiera con tutte forme uguali, che ne dite?

Benvenuti dove le strade non hanno nome, ma dove tutto è color pastello

Una volta che il curioso agente immobiliare ha mostrato le inquietantissime casette color pastello, i nostri due protagonisti si guardano in giro con aria stralunata: è escluso che vivremo qua, si dicono, non sapendo che purtroppo la trappola è già scattata. Il tempo di girarsi e dell’agente immobiliare non c’è più traccia. Così come non c’è più uscita dal quartiere-pastello, dove tutto è identico e dove ogni angolo riporta sempre al numero 9.

Dove sono finiti Gemma e Tom? Perché la realtà sembra essere modificata in quello strano quartiere? E soprattutto… chi ha messo un neonato davanti alla loro porta, con la scritta “Accuditelo e sarete liberati”?

Nella provincia profonda nessuno può sentirti urlare

Finnegan crea un film folle dove tutte le coordinate logico-temporali vanno a farsi benedire e dove i due protagonisti cadono sempre più dentro una realtà straniante e isterica. Di sicuro lo spettatore rimane inchiodato fino alla fine per cercare di capire il “motivo” di tutto, ma l’autore malvagio non fornisce alcuna soddisfazione. Se vi piacciono i film con una trama, temo che questo non faccia per voi. Forse è tutta una metafora, non lo sapremo mai.

L’esperienza è sicuramente meritevole e due o tre svolte di sceneggiatura sono molto intriganti: azzarderei pure a dire che a un certo punto forse, ma un forse grande così, l’autore si lascia sfuggire un indizio che potrebbe spiegare il tutto, ma di sicuro non è un episodio di “Ai confini della realtà”, perché quelle sono storie costrette a vedersela con la logica in cui viviamo: qui ci si può permettere di andarsene per fratte, come diciamo noi giovani.

SPOILER: Clicca qui per una mia ipotetica “spiegazione” del film
A un certo punto il ragazzino torna a casa con un libro incomprensibile, nel quale però scorgiamo una illustrazione che sembra decisamente il messaggio che veniva allegato alle sonde Pioneer lanciate nello spazio: e se una razza aliena, intercettato il messaggio in cui si parla di una razza divisa fra uomini e donne, volesse studiare meglio il loro comportamento, magari in un labirinto per cavie a forma di sobborgo color pastello?

~ Italia1 ~


Security

Non serve molto a riempire di gioia il cuoricino di un c(z)inefilo: metti lì un centro commerciale assediato, e per me già hai vinto tutto. È il caso di Security, prodotto dalla sempre ottima Millennium Films: ricordo che l’ho già recensito, quindi qui riassumo quanto già detto.

La Blue Swan lo porta in DVD e Blu-ray a noleggio da ottobre 2017, in vendita dal 28 febbraio del 2018.

Diretto da Alain Desrochers, Antonio Banderas interpreta Eddie, ex soldato che trova per puzza un lavoro da guardia notturna di un grande centro commerciale, e come da copione il suo “superiore” è il ragazzetto dal ciuffo perfetto Vance (Liam McIntyre), che gli unici scontri a fuoco che ha conosciuto sono quelli dei videogiochi.

La situazione è un classicone: il vero combattente che torna in una patria che ha servito ma che ora gli mostra indifferenza, e deve sottostare ad un’autorità costituita che non gode della sua stima. Il fatto d’essere uno stereotipo non è affatto una critica: è un ottimo stereotipo, quindi non rimane che mandar giù pop corn e gustarsi il seguito.

Ma ti ricordi quando sfornavi biscotti nel Mulino Bianco? Eh, bei tempi…

Prendete Distretto 13 (1976) di Carpenter e calatelo nelle ambientazioni di Zombi (1978) di Romero: siamo lontani mille miliardi di anni luce da questi capolavori, ma anche solo la loro “puzza” in questo film fa guadagnare punti a iosa al regista.

Quando un centro commerciale chiude per la notte, diventa il fantasma di una decadente società dei consumi incapace di proteggere se stessa: le guardie di sicurezza sono soldati di frontiera messi ad arginare un invasore troppo più forte di loro.

Chi è che mi ha lanciato ‘sta palla? Ora citiamo pure E.T.?

Proprio come nel film di Romero i protagonisti dovevano affrontare orde di morti viventi sfruttando le risorse a loro disposizione, qui Banderas organizza la squadra cercando di ottenere qualcosa dai pivelli: c’è un intero tempio del consumismo a loro disposizione, troveranno pur qualcosa che potrà salvar loro la vita.

Ecco il piano. Tu, Bollore in camicia, vai in frutteria e prendimi un lime o un limone.
Tu, Sesso Confuso, vai in drogheria e vedi di trovarmi dello sciroppo di zucchero.
E infine tu, Basette Bionde precedentemente noto come Ciuffo Perfetto, trovami del rum.
Tenetevi pronti, e al mio segnale… fatemi un daiquiri…

Quello che segue non è certo un film immune da critiche, stiamo sempre parlando di un piccolo prodotto per l’home video, ma confrontandolo con la robaccia che gira in questo periodo è davvero un filmettino da rispolverare per una serata a sognare Carpenter e Romero.


Drive Angry
Destinazione Inferno

Prima collaborazione di una serie di cinque con cui Nicolas Cage “impreziosisce” i film d’azione della mitica Millennium Films, con prodotti non certo memorabili ma comunque divertenti da vedere.

Alla regia e sceneggiatura di Drive Angry (2011) c’è Patrick Lussier, montatore di professione che ogni tanto dirige qualche filmaccio assurdo: nella sua filmografia di sicuro questo è il suo miglior titolo, forse perché comunque la Millennium Films aveva cominciato ad imporre standard di qualità minima.

La Warner Home Video lo presenta in DVD dall’agosto 2011.

Milton (Nicolas Cage) è un non si sa chi proveniente dall’Inferno con una missione di vendetta. Sulla sua strada incontra la grintosa Piper (Amber Heard, ex signora Depp!), che col capello perfetto se la tira a bordo di una Dodge Charger R/T del 1969, molto più interessante del film in sé.

Inseguito da un Contabile infernale (William Fichtner) e diretti alla caccia di un Santone diabolico (Billy Burke), Milton e Piper passeranno il tempo a sparare in coreografie elaborate studiate per sfruttare il 3D, all’epoca ancora in voga prima della scomparsa totale, in attesa di tornare come “novità”.

Decisamente di qualità inferiore le scene d’azione con le automobili, chiaramente rifatte al computer con risultati che temo sembrassero insufficienti già all’epoca. (Purtroppo della mia prima visione del film, quel 2011, non mi è rimasto neanche l’ombra di un ricordo.)

Da apprezzare però come nella seconda parte si salga tutti a bordo di una Chevrolet Chevelle Malibu del 1971, segno che la Millennium Films aveva capito cosa funzionasse in video molto meglio del faccione di Cage.

Che Lussier non fosse minimamente interessato alla sceneggiatura lo dimostra il fatto che abbi chiesto l’aiuto di Todd Farmer, uno che ha iniziato la carriera firmando Jason X (2001): è chiaro che si tratta di un copione scritto all’inferno. Ma tanto non sono i dialoghi il forte del film, né la confusionaria trama totalmente inconcludente, è solo un prodottino divertente con pistole che sparano e macchine che rombano. Se ci si comincia a chiedere come mai i personaggi muoiano e risorgano continuamente ci si rovina lo spettacolo.

Nicolas Cage che beve dal cranio del suo nemico: senza prezzo!

Ah, c’è anche un delizioso fanta-fucile, ma di quello ne parlerò nella rubrica apposita.



L.

Informazioni su Lucius Etruscus

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41 risposte a [Multi-Recensioni] Z, Vivarium, Security, Drive Angry

  1. Fabio ha detto:

    Certo che guardarmi “Vivarium” proprio quando uscì in pieno lockdown,rinchiusi in casa senza poter uscire,me l’ero proprio andata a cercare,mi dissi che era proprio il film giusto da guardare in quel periodo,ma una cosetta più allegra e scacciapensieri non potevo trovarlo all’epoca? Eh Eh!!!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahah per fortuna quel film l’ho scoperto solo ora, perché temo non sarei sopravvissuto a vederlo in quelle condizioni 😀

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      • Giuseppe ha detto:

        Eh, io invece ne venni a conoscenza proprio allora, anche se saggiamente pensai di rimandarne la visione a tempi migliori (o, comunque, un po’ meno pandemici)… Interessante la tua spiegazione a riguardo, anche se temo che le cose siano ancora più intricate 😉
        “Drive Angry”? Cazzatona disimpegnata e divertente, in sintesi quasi come se un episodio di “Supernatural” fosse stato adattato per il grande schermo dalle persone sbagliate 😀
        Riguardo a “Z”, quando un film solertemente scopiazza e omaggia titoli precedenti come in questo caso la mia memoria inizia a fare cilecca, nel senso che non ricordo più con precisione se oltre agli originali ho visto anche il “derivato”…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Sai che non ci avevo pensato? In effetti sì, “Drive Angry” sembra proprio una tipica puntata di “Supernatural” (o magari una sotto-trama in più puntate) trasformata in film, ma senza la simpatia dei fratelli Winchester a guidarla.
        Il problema di bambini che vedono fantasmi è che ormai sono legioni e diventa difficile distinguere le decine di film in cui appaiono, e poi mi chiedo: a quando un film dove un bambino NON vede fantasmi? 😀

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      • Giuseppe ha detto:

        Magari un rovesciamento del classico Shyamalan… Ecco, una volta tanto potrebbero essere i fantasmi a vedere il bambino (con lo spettro impaurito dai bambini, che essendo di piccola statura lo porterebbero a battute del tipo “AAAHH! Vedo la gente CORTA”) 😛

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        ahhahahh perché gli autori non hanno mai idee così geniali? 😀

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      • Giuseppe ha detto:

        Ah, quell’inquietante babau sul muro potrebbe anche essere citazione indiretta di un episodio di Doctor Who, “Fear Her” 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Gli autori di “Z” mai avrebbero pensato di essere così analizzati, nella loro opera multi-mega-citazionista a tutto tondo 😛

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  2. Fabio ha detto:

    Giuro di essere andato fuori di testa con “Drive Angry 3D” quando uscì,una stronzatona che mi aveva divertito come un cretino lo ammetto,Nick Cage che fugge dall’inferno,un William Fichtner più divertito che mai,uno stereotipo ambulante di un santone satanico simpaticamente soprannominato “senza palle”(letteralmente,gulp!),Amber Heard oh che che è sempre un gran bel vedere,concludo in gloria con la stilosissima “Spegni Anime”,quasi quasi me ne compro una per un dollaro!

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    • Fabio ha detto:

      No mi correggo,non era “senza palle” era il piu’ sobrio “senza cazzo”,mi ero confuso con la tavola calda per camionisti del suddetto film “Bull by the balls”,tra l’altro meravigliosa l’insegna al neon che viene mostrata,mi spaccai dalle risate!

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Ho già dimenticato tutto! Posso capire che dopo la prima visione di dieci anni fa non mi sia rimasto nulla, ma ora a meno di una settimana dalla visione non ricordo giù più nulla 😀

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      E’ un insieme di elementi “giusti”, la Millennium si stava affinando gli artigli per uscire dai piccoli film d’azione per pochi appassionati e puntare al bersaglio grosso. Non lo considero un filmone ma di sicuro mi ha divertito vederlo 😉

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  3. Fabio ha detto:

    In fondo quel demente di sceneggiatore di Todd Farmer mi fa simpatia,soprattutto per la sua tradizione di apparire come attore nei film che sceneggia(con la mano sinistra del diavolo),per poi morire male in scena,shi shi shi!!!

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  4. Alberto P. ha detto:

    Di questi ho visto solo Drive Angry e nemmeno dall’inizio, ti riporto ciò che scrissi sui social.
    Una delle più grosse tamarrate che io abbia mai visto, in pratica Il Corvo incontra Machete, con tanto sangue, sparatorie, sesso e nudi. L’idea per quanto trita e ritrita poteva pure funzionare se in mano ad un altro regista, il problema è che non tutti sono esattamente Robert Rodriguez, ma vedere Nick Cage che beve da un teschio vale il prezzo del biglietto.

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  5. Cassidy ha detto:

    Mi piace la tua possibile spiegazione su “Vivarium”, si vede che hai masticato tanta fantascienza classica, forse più del regista del film mi viene da dire 😉 “Z” è inadatto alla vita ma era roba per le tue pagine per forza, “Security” invece come da copione è già un nuovo classico del palinsesto di Italia 1, “Drive Angry” è il Nick Cage Show come al solito, ma dopo il tanto sbandierato processo, non posso più sentir parlare di Ambra Sentito, basta, siamo alla saturazione ormai. Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Per quanto Amber qui sia davvero di una bellezza radiosa, non posso più vederla dopo i suoi spettacolini al banco degli imputati 😀
      Banderas che un film alla Carpenter è qualcosa che merita di essere visto, oltre a ricordare a tutti chi davvero ha costruito il genere con le proprie mani.

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  6. Il Moro ha detto:

    L’unico che ho visto è Drive Angry, Del quale però non serbo il minimo ricordo. Quello delle casette in periferia sembra interessante, ma non abbastanza, infatti ho subito guardato lo spoiler. 😉

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  7. Iuri Vit ha detto:

    Vivarium mi ha incuriosito. Credo gli darò la caccia.

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  8. Lorenzo ha detto:

    Tranne Z li ho visti tutti. Quello con Banderas mi era parso divertente, Drive Angry me lo sono completamente dimenticato, Vivarium l’ho visto pochi mesi fa e mi era piaciuto (anche se forse, condensato in un episodio tipo Ai confini della realtà, sarebbe stato meglio).
    Da quanto ho capito io, effettivamente il quartiere residenziale è stato fabbricato da degli alieni, che usano gli esseri umani per allevare i propri figli (infatti si vede il cuculo all’inizio del film) ma non credo sia quello il punto principale. Io ci ho visto una critica alla quotidianità, al dover seguire un percorso obbligato fatto di lavoro, famiglia e figli da cui non si riesce più a fuggire.
    Ma potrei anche non aver capito niente, magari questo film, come la canzone, “un senso non ce l’ha” 😛

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Di sicuro l’autore ha voluto fare una “opera aperta” dove ognuno può vederci ciò che vuole, ma anch’io la penso come te, la scelta di quel tipo di quartieri a schiera tanto vituperati nella narrativa americana (però continuano a costruirli e continuano a viverci!) mi sembra proprio indicativa della critica a un certo modo di vivere ma soprattutto di pensare.

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  9. Lory ha detto:

    Esatto, seratona che ho seguito (i primi due),seppur Vivarium lo avevo già visto, ne possiedo anche il DVD ma nonostante lo ricordassi bene, me lo sono riguardato a distanza di quasi un anno dalla prima visione.
    Di Z purtroppo nonostante una buona partenza seppur l’argomento sfruttato, sono rimasta perplessa; mentre Babadook film che non ho amato particolarmente riusciva a colpire il bersaglio tracciando un percorso che elaborando ti portava a un finale intelligente e comprensibile, Z non riesce nello stesso gioco ovvero resti con un po’ di domande che non avranno risposta.

    Diverso il discorso di Vivarium, film pessimista tuttavia realista nel raccontare il senso o non senso della vita, l’omologazione, il dover fare come fanno tutti e vivere nello stesso modo per non essere fuori dal contesto che altri hanno tracciato. Lavorare fino a distruggersi e posso andare avanti, non un film perfetto ma direi girato bene, fotografato altrettanto e forse un po’ veloce nel racconto ma l’inquietudine è quello che riesce a lasciarti cosa non da poco per un prodotto così. Sono contenta che lo hai visto, non conosco gli altri due film ma grazie per il racconto.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      E’ stata davvero una seratona, e per fortuna RaiPlay mi ha permesso di recuperare i due film. Grazie della segnalazione, temo che se non mi avessi avvertito avrei perso “Vivarium”, che invece merita di essere visto, anche solo per andare un po’ fuori di testa ^_^

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      • Lory ha detto:

        Si, concordo, film che anch’io conobbi grazie a pochissimi blog che ne parlarono all’epoca e non potendolo recuperare in rete come ti ho raccontato, ne comprai il DVD come spesso faccio se proprio ci tengo a vedere qualcosa che per qualche verso mi ha colpito e Vivarium rispetto ai prodotti di questo tipo che girano di certo si tiene bene a galla, lo vidi a distanza con un amico e ricordo ne parlammo per giorni.
        Su Z che inizialmente avevo scambiato con “Come play – gioca con me”, altro piccolo film che se ti capita ti consiglio tra i tanti che hai nominato, dicevo, Z, peccato, perché veramente qualcosa non torna nel film:
        S
        P
        O
        I
        L
        E
        R

        Chi ha ammazzato il marito?
        Lei si era impiccata, poi è viva….. forse sono riusciti a salvarla?!?
        Si da per certo che questa entità esista, dunque un bambino ne butta un altro giù dalle scale……boh, o io ho perso qualcosa, qualche passaggio oppure se si vuole tutto buttare sull’aspetto psicologico c’è qualcosa che non mi torna davvero 🤔

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        La mia sensazione è che neanche gli autori sappiano rispondere a queste domande, perché si sono limitati a prendere pezzi di vari film e a fonderli insieme, dimenticandosi però di scrivere qualcosa che accomunasse tutte le parti.
        E’ ben girato e alla fine si guarda, ma certo un minimo di sforzo nella storia potevano farlo 😛

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Ti scrivo qui perché non so come altro contattarti: stasera su Rai4 fanno “The Secret – Le verita’ nascost” con una sempre bravissima Noomi Rapace: è lo smaccato plagio de “La morte e la fanciulla” di Polanski (cioè del testo teatrale originale) che però ti consiglio comunque, curioso di sapere che ne pensi 😉

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  10. Willy l'Orbo ha detto:

    Il ritorno del post carrellata! Evviva! 🙂
    Serata mitica che hai fatto bene a “incorniciare”. Tre film visti e uno che vedrò (Vivarium) con incertezza sul fatto che mi possa convincere del tutto ma al contempo con molta curiosità. Sui film visti concordo con quanto hai espresso: Z è basico, strizzatore d’occhio seriale ma si segue con piacere e ha qualche guizzo, Drive Angry è un prodottino divertente, Security è proprio una chicca che, nel suo piccolo, mi scalda il cuore! 🙂
    p.s. a proposito di film in tv ti segnalo stasera alle 21 su Canale 20 Mediaset In Darkness – Nell’oscurità, potrebbe essere interessante!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      I ragazzacci della Millennium Films ci scaldano il cuore sin da quando lavoravano per la NU Image Films: qualsiasi sia il genere in cui si lancino, ce lo guardiamo e ce lo gustiamo ^^
      Curioso di sapere che ne pensi dello stranissimo “Vivarium”.
      P.S.
      Segnato e già pendrive calda, pronta a registrare! ^
      ^

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  11. GRENDIZER ha detto:

    Z non copia Babadook o simili : in realtà la sua fonte primaria ( ma forse il regista neppure lo sa ) viene dai vecchi racconti horror a fumetti della EC comics degli anni 50 ( pubblicati da noi dalla 001 Edizioni) che tanti film horror e di fantascienza hanno ispirato .
    Uno di questi episodi, ripetuto più volte negli albi in forma diversa, vede un bambino con un amico immaginario che col suo comportamento fa saltare i nervi a qualche adulto cattivo che ha in antipatia il bambino stesso ( un genitore adottivo o un maestro di scuola ).
    Inutile dire che finirà male ( per l’adulto).
    Solo che questi racconti durano 10 pagine, non un film di un ora e mezza .
    Ecco perché Z non funziona.
    Vivarium non mi ha detto nulla di che : un episodio de “a confini della realtà dilatato per durare il triplo”.
    Questo tipo di storie funziona solo se brevi e fulminanti ; in questo modo non si sente il bisogno di spiegazioni.
    Ma quando il film dura quasi 2 ore, uno la spiegazione ( per altro lampante dopo 20 minuti : anche il titolo è parecchio spoilerante ) la vorrebbe !
    Troppo facile infilare indizi senza spiegare nulla.
    Inoltre la trama ricorda un altro film che non ricordo il nome, quello della coppietta che va a vivere in una ca che esaudisce qualsiasi desiderio: a un certo punto la donna desidera un figlio, che da neonato cresce inaspettatamente veloce affino a diventare adulto.
    Non dico di più perché molto migliore di Vivarium .

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      I fumetti delle EC sono alla base della cultura popolare americana, un numero impressionante di film vi si possono far risalire, ma proprio per questo sono collegamenti “generici”: sarebbe come se un film italiano su due che non riescono a sposarsi fosse tacciato di plagio dei “Promessi sposi” 😀

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      • GRENDIZER ha detto:

        Un bambino che dichiara di avere un amichetto immaginario che poi tale non è, che continua a dire “X mi ha detto questo” o “ X dice che se continui a trattarmi male si arrabbierà” non mi pare tanto generico .
        E’ un idea troppo elaborata per essere un caso.
        Io lo chiamo proprio copiare.
        E ce ne sarebbero altri di esempi: bisogna ricordare che i fumetti EC erano letti da tutti quei bambini che da adulti sarebbero diventai registi del cinema fantastico degli anni 70 e 80.
        Temo però che gli autori di Z abbiano copiato da qualche film o cartone che a sua volta scopiazzava i fumett EC.

        Ne approfitto per citare un curioso plagio che riguarda proprio i EC ; un episodio del fumetto è uguale identico a uno de “ ai confini della realtà “,
        Parla di un tizio che compra un filtro d’amore per far colpo sulla ragazza che gli piace, ma una volta ottenuto la donna, si stufa di tutte le sue attenzioni e vuole un filtro che la faccia disamorare!
        Anche il finale con loro due in Paradiso, è identico.
        Mi domando chi ha copiato chi, o se c’è stato una regolare acquisto dei diritti della storia da parte di uno o dell’ altro .

        Mah.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        L’oceano di fumetti EC e i loro discendenti della Warren hanno affrontato così tante tematiche fanta-horror che è impossibile per un qualsiasi film non incappare in qualcosa già apaprso su quelle pagine: visto che ci sono film famosi che avevano già detto cose simili o creato atmosfere similari, mi piace pensare che “Z” l’abbia fatta molto più semplice e abbia fatto quello che fanno tutti i film horror di basso profilo: ripetono le cose di moda in quel momento, al di là della loro origine.

        L’argomento “bambini che (forse) parlano con fantasmi e fanno cose cattive spinti da questi” potrei farlo risalire a “Giro di vite” (1898) di Henry James, più e più volte scopiazzato in vari modi, ma di nuovo dubito che le piccole produzioni che usano e abusano dei soliti ragazzini che vedono fantasmi abbiano ambizione di rifarsi a James, semplicemente ripetono un canone ormai abusatissimo ovunque.
        “Z” cita così pesantemente i film che ho indicato nel pezzo che è davvero molto difficile pensare che si siano sforzati di andare a copiare un fumetto degli anni Cinquanta, quando avevano tutto lì, bello pronto da usare paro paro, come hanno fatto con la scena del corridoio buio.

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  12. Lory ha detto:

    Ciao Lucius!
    Grazie, credo sia per me vero l’appuntamento con The secret stasera? Visto che non posso registrarlo spero davvero di non crollare 👍 Tra l’altro “La morte e la fanciulla” è un film che ho in lista, Polanski 👍👍 mi sto passando tutta la sua cinematografia partendo dai suoi primi film in bianco e nero…..ultimo visto “Cul de sac”
    grande Polanski!

    Non voglio rovinarti il post su Halloween, l’ho letto e uno dei titoli mi ha suggerito un altro titolo da suggerirti (stesso verbo è voluto 😉) , se già non lo hai visto DEVI recuperare “Dead end – quella strada nel bosco”, 2003 di Fabrice Canepa e Jean-Baptiste Andrea, mi ringrazierai….un film cialtrone, surreale, divertente, ma nello stesso tempo non male, ha il suo perché 👌

    @Giuseppe: potresti darci la tua interpretazione di Vivarium?

    @ Grendizer: Sui gusti non si discute e se Vivarium non ti ha detto niente, ci sta. Il film che citi e che te lo ricorda è “Room – La stanza del desiderio”, 2019 di Christian Volckman. L’ho visto anch’io e a qualche mese di distanza dalla mia prima visione di Vivarium, ricordo anch’io di avere avuto la stessa sensazione, ovvero The Room me lo aveva ricordato. Sono due film usciti nel 2019 entrambi, questo è uno strano caso di soggetto per certi passaggi uguale, ma non è possibile una copiatura. Io invece ho preferito Vivarium, The Room parte bene, come per la maggior parte dei film soprattutto horror perde potenza e il finale mi ha lasciato fredda. Vivarium non è certamente un capolavoro, io in questo caso ho dato più peso al messaggio che al significato vero e proprio, non sono rimasta indispettita da qualcosa che non mi è stato spiegato, ma tutto sommato ‘entusiasta’ di un racconto che per quanto mi compete ho trovato originale e comunque ti lascia addosso un’inquietudine a distanza di tempo, è difficile scordarlo. È chiaramente il mio punto di vista ovvio.

    Sull’argomento scopiazzature diciamo che Z si rifà a molti film simili nel racconto bimbo – amico invisibile e film originalissimi è altrettanto vero che diventa difficile trovarne e credo soprattutto negli horror.
    Vorrei anch’io citare due esempi di film abbastanza conosciuti : “Scappa – Get out”, tempo dopo vidi “The skeleton Key”, film più vecchio, beh, a me lo ha ricordato abbastanza.
    Altro esempio e mi piace citarlo perché due belle visioni: su YouTube c’è il video di Denis Villeneuve, 2008 “Next Door” guardandolo non si può non pensare a “El hoyo – Il buco”, 2019.
    👋👋👋

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    • Lory ha detto:

      “Next floor”, di Denis Villeneuve mi correggo 🙄

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Se non hai visto l’originale di Polanski non so a questo punto se consigliarti questa versione, ma visto che poi temo sarà difficile recuperarla altrove forse ti conviene provare. Ovviamente quella con Sigourney Weaver è una versione decisamente migliore 😉
      E pensa che proprio ora sto preparando per venerdì una recensione polanskiana ^_^

      “Dead End” è un titolo familiare, la trama è troppo generica per distinguerla dalle tante simili e non essendo nel mio database personale vuol dire che non l’ho visto negli ultimi quindici anni, quindi me lo segno per recuperare. Grazie della dritta 😉

      “Skeleton Key” l’ho visto nel 2010 ma non riesco a ricordarlo molto: davvero ha elementi simili a “Get Out”? Devo provvedere.
      Ammazza i compiti che mi hai dato oggi!!! 😀

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      • Lory ha detto:

        Ahahahah, compiti sì, ma solo se ti intrigano, amo parlare di cinema e condividere ma non guardare niente che non ti interessa, non mi offendo.
        Dead end nel tuo blog ci sta da dio, il video di Villeneuve che mi sono appena rivista dura 12 minuti circa, è una cosa veloce. El hoyo lo hai visto? O almeno lo conosci, visto che facevo qs. riferimento?

        Ho visto e letto con un occhio il tuo post sul film di stasera e l’originale 👍 anch’io ho pensato che magari non riesco a recuperarlo per cui stasera se non mi cala la palpebra è ok.
        Polanski è davvero bravo!

        Skeleton Key me lo ha ricordato “Scappa….”, tra l’altro lo trovo un buon film.

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    • Giuseppe ha detto:

      La mia interpretazione? Presto detto, fermo restando il peso delle evidenti e condivisibilissime critiche sociali che il film porta avanti: tramite l’agenzia immobiliare (una sorta di Safarà, per chi ha familiarità con gli albi di Dylan Dog) i due sfortunati protagonisti sono finiti in una dimensione differente dalla nostra, dove le entità che la popolano (forse, e dico solo forse, possiamo provare a farcene un’idea indiretta tramite l’inquietante pargolo affidato alla coppia) decidono di “giocare” con loro secondo logiche a noi incomprensibili, tanto da mettere in dubbio il reale significato della liberazione promessa alla coppia una volta esauriti i doveri genitoriali. Anche se, più che il ruolo di genitore adottivo, sembrano ricoprire quello di semplici giocattoli per un bimbo non umano, e si sa che i bimbi finiscono sempre per romperli (i loro giocattoli)…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        A proposito di idee che tornano, mi diverte ricordare l’episodio del ragazzino terribile del film “Ai confini della realtà” (1983) 😛

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      • Lory ha detto:

        Grazie mille della risposta Giuseppe, la soluzione ‘alieni’, altra dimensione sembra abbia molto in comune con la spiegazione di Lucius che lui scopre abbina al libro del figlio. Devo dire che non mi sono mai troppo soffermata sulla trama al primo livello di lettura ma sono andata di più sull’astratto, la metafora, il messaggio che ci sta dietro che mi sembra ci accomuna tutti.
        L’ho intesa in modo davvero pesante purtroppo e pessimista: quello che è il percorso di una vita nel futuro ormai prossimo o il presente per certi versi: il cibo che non ha più sapore, l’aria che non ha alcun odore, lavorare per comprare una casa e passare una vita a pagarla, vivere per lavorare è diventato lo scopo, all’inizio la coppia viene spinta a cercare casa, in fretta, come fosse una condizione essenziale. Il fatto che saranno liberi solo dopo che il bambino diventerà adulto sembra in modo un po’ forzato fare pensare, che una volta cresciuto saranno liberi (forse) di pensare veramente a loro stessi……
        Probabilmente ci sta benissimo lo spunto di altri, alieni o chi per essi che ti guardano cercando di realizzare cosa è in fondo la nostra vita, arrivando persino ad imitarne i gesti, non saprei, il tutto è girato in modo inquietante e questo alla fine è quello che resta.

        Lucius, “Ai confini della realtà”, lo voglio cercare 👍 grazie!

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