Chi l’avrebbe detto che Mike Fallon, l’“assassino accidentale” di vecchi fumetti britannici che non conosce nessuno, sarebbe tornato in azione? Il suo corrispettivo a fumetti credo sia sepolto nei primi anni Novanta, dopo che – come raccontato – il tentativo di esportarlo negli Stati Uniti non sembra aver dato alcun frutto, invece pare stia andando meglio la sua vita filmica, con una seconda avventura decisamente più divertente della prima: se continua così, potrebbe addirittura diventare un buon personaggio.
Va infatti detto subito che se Accident Man (2018) era un film di arti marziali con qualche sottile venatura umoristica che solo il suo autore coglieva, stavolta l’asticella si è alzata e l’equazione è “meno botte + risate”. E funziona, perché invece di dieci combattimenti poco incisivi si è scesi a tre o quattro ma ghiottissimi, mentre le risate non sono tutte garantite ma sicuramente è un film più divertente da vedere rispetto al precedente.
Sto ovviamente parlando di Accident Man: Hitman’s Holiday, uscito non ho capito dove il 14 ottobre 2022 e spero di cuore esca in DVD italiano, perché deve assolutamente finire nella mia “Sezione Adkins” casalinga.
Il film è nato unicamente grazie allo sforzo di Scott Adkins, detentore dei diritti del personaggio a fumetti (che tanto conosce solo lui) che ha chiamato di nuovo l’amico Stu Small alla sceneggiatura ma questo è l’unico errore commesso. Sono anni infatti che Adkins commette almeno due gravissimi errori: per le regie si affida a Jesse V. Johnson, che al massimo potrebbe dirigere romantichelli per TV8, e per le coreografie a Tim Man, campione mondiale di noia.
Per fortuna questa volta Scott aveva un’idea ben precisa del film che voleva e stando alle sue interviste non se l’è sentita di chiedere a Johnson un così totale stravolgimento di stile. Tranquillo Scott, traduco io per te: Johnson al massimo può dirigere “Pomeriggio in famiglia”, qui invece serviva un regista d’azione con attributi fumanti. Tanto che infatti Scott ne ha assunti due!
Conosciuto George Kirby durante le riprese di Doctor Strange (2016) – era la controfigura di Benedict Cumberbatch mentre Scott faceva una particina inutile – i due sono rimasti in contato, e quando anni dopo Adkins si è visto segnalare un cortometraggio esplosivo diretto da lui e suo fratello Harry, noti come i Kirby Brothers, risulta subito chiaro che tutti loro abbiano in comune l’amore per lo stile d’azione di Hong Kong.
Scott ha sempre detto di amare – come tutti noi – lo stile d’azione creato da Sammo Hung, quello di tutti i film d’azione migliori, iconici nel mondo (tranne in Italia), e i giovani Kirby ce l’hanno nelle vene, quindi: bravo Scott, prima scelta azzeccatissima.
Quel narcolettico di Tim Man va bene per coreografare “Poirot sfida la Signora in Giallo”, non un vero film d’azione, quindi Scott stesso si è deciso a scendere in campo e a creare le coreografie insieme ai registi stessi, e a giovani leve come Hung Dante Dong (anche lui conosciuto sul set di Dr. Strange) e Andreas Nguyen. Al massimo Tim Man è passato a dire la sua, quindi attribuisco a lui le scene meno riuscite.
Il risultato è una serie di combattimenti simpatici con alcuni decisamente ghiotti, e qualche sequenza che penso sia già entrata nella storia del genere, in particolare quello contro il ninja Oyumi, interpretato dallo stesso Nguyen (sotto il nome di Andy Long). Già solo quel combattimento finale vale la visione dell’intero film. Quindi bravo Scott: seconda scelta azzeccatissima.
Purtroppo non posso parlarvi della terza scelta azzeccatissima, perché il geniale personaggio di Wong Siu-ling (Sarah Chang) dovrete scoprirlo da soli: posso solo dirvi quello che Scott rivela nelle interviste, cioè che si presenta come discendente del mitico Wong Fei-Hung, vero (o presunto tale) personaggio storico cinese diventato celebre negli anni Novanta grazie ad una fortunata (e splendida) serie di film con Jet Li, citati espressamente da Scott, prima di rendersi conto che i suoi intervistatori non hanno la benché minima idea di cosa stia parlando.
È chiaro che ora pretendo un terzo film interamente dedicato alla bis-nipote di Wong!
La regola dei seguiti la sappiamo tutti: uguale ma di più. Scott ha adottato invece una variante: non troppo uguale ma soprattutto un po’ meglio. Accident Man, colpevoli la regia piatta di Johnson e i combattimenti piatti di Tim Man, era un film che non si capiva se fosse serio ma venuto fuori involontariamente comico o comico venuto così male da sembrare serio. Visto che il personaggio originale lo conosce solo Adkins, e solo lui trova divertente il suo personalissimo umorismo britannico – totalmente diverso da qualsiasi altro umorismo britannico visto al cinema – è chiaro che solo stando nella testa di Scott si capisca il vero stile del film.
Qui per fortuna l’attore-produttore ha deciso di spiegarsi meglio nel suo umorismo, che è suo unico e personale, rendendo tutto decisamente più divertente rispetto al primo. È sempre un umorismo particolarissimo ma almeno stavolta comprensibile.
Abbandonata Londra per i casini visti nel primo film, ora l’assassino professionista Mike Fallon (Scott Adkins) vive a La Valletta (Malta) dove continua la sua attività: possibile che così tanti abitanti di Malta diventino vittima di richieste d’omicidio? Posso capire una rutilante città come Londra, ma che Fallon lavori così tanto nell’uccidere gente a La Valletta sa un po’ di implausibile.
Così come guarda caso becca sul posto l’ex collega Finicky Fred (Perry Benson), con cui riallaccia la vecchia amicizia, a tal punto che rischia la vita e nove milioni di dollari pur di salvarlo. Ok, i passaggi logici di questa trama andrebbero un attimo limati, ma tanto non è per la trama che va visto il film.

Due amiconi assolutamente improbabili
Rapito il neo-amicone Fred, Fallon si ritrova costretto a proteggere Dante (George Fouracres), figlio demente della potentissima boss di Cosa Nostra Zuuzer (Flaminia Cinque): non sapevo che Malta fosse territorio della mafia italiana. Va be’, di nuovo, facciamo finta che tutte queste baggianate abbiano un senso, tanto la vera trama del film è che Scott deve affrontare cinque fra i più spietati assassini del mondo. Il perché non ha importanza.

La temutissima mafia italiana di Malta
Non ho capito per quale motivo nella carrellata finale sia stata cancellata la seconda migliore assassina della vicenda, Freya Du Preeze, l’Angelo della Morte, assente anche dai titoli di coda e quindi non sappiamo chi sia ad interpretarla: possibile la produzione si sia dimenticata un’attrice per strada?
Sappiamo comunque che è interpretata dalla grintosissima Zara Phythian, è lei che apre le danze con uno splendido combattimento in spazi ristretti, dando filo da torcere a Fallon ed è lei che ha l’onore di beccarsi uno dei “calci alla Boyka” che scaldano il cuore di noi fan malati.
Gli altri assassini sono abbastanza inutili, a parte truccarli in modo pittoresco e far dire loro stupidate non li hanno studiati in alcun modo: Poco the Killer Clown (Beau Fowler) che viene usato in ogni trailer è una stupidata che solo il personalissimo umorismo di Scott poteva concepire. Siccome ha una patologia per cui non prova dolore, sta fermo mentre Fallon lo massacra di botte: scusa, Scott, questa roba proprio non mi fa ridere.
Il pezzo forte del film è ovviamente il big boss finale, il ninja Oyumi (Andreas Nguyen / Andy Long): il cuore marziale di Hong Kong è lo stesso di Adkins quindi i due si sono trovati alla perfezione. Certo, il 46enne Adkins non è in grado di raggiungere l’esplosività del giovane Nguyen, ma il talento e il mestiere sopperiscono alla perfezione e la scena è assolutamente meritevole d’essere gustata in pieno.
Ecco un’anteprima ufficiale:
Nel desolante panorama marziale contemporaneo piccoli gioielli come questo fanno tirare un po’ il fiato, non tanto come film in sé – quelli semmai possono arrivare solo dall’Asia – ma come contenitore di qualche scena marziale piacevole da gustare, che di questi tempi è già tanto.

Il terzo film lo voglio con Fallon e Wong Siu-ling superstar!
Scott per me ha aggiustato il tiro, scrollandosi di dosso quei due cadaveri che lui stima tanto ma che in realtà gli hanno fatto fare film improponibili per noia e sonnolenza, e puntando su una maggiore simpatia dei personaggi, anche se c’è sempre il problema che il suo umorismo lo capisce solo lui quindi deve lavorarci ancora sopra.
Non mi rimane che ricordare come Adkins abbia rivelato che la sua casa di produzione Six Demon Films, che ha curato anche quest’opera, deve il suo nome al “sacchetto dei sei demoni” di Grosso guaio a Chinatown (1986): quando uno ha Carpenter nel cuore, è sempre e comunque uno di noi.
L.
– Ultimi film con Scott Adkins:
- [Cine-Comics] Accident Man 2 (2022) Hitman’s Holiday
- Castle Falls (2022) Adkins vs Lundgren
- [Cine-Comics] Accident Man (2018)
- Scott Adkins – The Art of Action (2020)
- Savage Dog (2017) Adkins il selvaggio
- Legacy of Lies (2020) Le bugie di Scott Adkins
- Triple Threat (2019) Tre tigri contro tre tigri
- Scott Adkins vs Marco Giallini (2018)
- Nunchaku al cinema: Extreme Challenge (2001)
- Undisputed III (2010) Boyka, il maestro zoppo
La settimana del ToHorror mi ha tenuto lontano da questo film, conto di vederlo a stretto giro, quindi ti ho letto con un occhio solo, già affidarsi a due chiamati Kirby come il grande Jack, per un film d’ispirazione fumettistica è un’ottima mossa, citare Carpenter poi pone l’impresa nella giusta prospettiva. Grazie per l’avanscoperta, visto che si tratta di un miglioramento rispetto al primo capitolo, mi lancerò sul film con più gusto 😉 Cheers
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Sono curioso di sapere che ne pensi del film. E’ la prima volta che vedo Scott compiere un passo nella giusta direzione e spero continuerà così. E’ comunque un piccolo prodotto con vasti margini di miglioramento, ma almeno non è fastidioso come i film medi con Adkins degli ultimi anni.
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Quando dici Malta, Valletta e arti marziali mi viene subito in mente quel filmaccio con Sho Kosugi e Van Damme intitolato Aquila Nera 😀
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Ecco, Scott è riuscito a fare meglio di quello storico titolo: ci voleva poco, ma Scott ha dimostrato di saper sbagliare con grande maestria 😀
Se Malta in quel film sembrava grigia e pezzente, qui è luminosa e sgargiante: me la sono goduta come personaggio della storia 😉
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Questo è uno di quei film per i quali guarderò solo i combattimenti saltando allegramente tutto il resto!
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Ci sta 😛 Scott per me ha compiuto un passo nella giusta direzione ma c’è ancora parecchio da camminare.
Il combattimento col ninja lo trovi intero sul Tubo, ma ti consiglio caldamente anche quello contro l’innominata Angel of Death 😉
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Se Scott continua a fare passi in questa direzione c’è perfino il serio rischio che comincino a distribuire il fumetto, in modo che non sia più lui il solo a conoscerlo 😛
E, comunque, una casa di produzione dal nome così carpenteriano merita di fare la migliore strada possibile 😉
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Creare una propria casa di produzione è un’ottima idea, con la speranza magari di non limitarsi a produrre propri film ma anche quelli di qualche giovane talento, così da creare propri “eredi”. Anche se queste cose raramente saltano in mente agli eroi marziali.
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Sarebbe cosa saggia, da parte loro, pensare per tempo a lasciare questo tipo di eredità. Specialmente per chi torna alla marzialità dopo anni sprecati nel tentativo di diventare attore “serio” (e quindi ridotto ad essere l’ombra di ciò che era stato un tempo)…
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Se questi eroi mettessero un attimo da parte il loro ego e prendessero atto che non è un mestiere con cui andare in pensione, magari potrebbero crearsi una scuderia di giovani eredi che terrebbero alto il loro nome anche in futuro. Ma no, meglio fare film marziali a 60 anni, è più dignitoso…
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Si recupera, sembra divertente
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Distributori italiani?! DISTRIBUTORI ITALIANI?! Lo vogliamo doppiare/distribuire (appunto) questo film? Seguito migliore dell’originale, Adkins, sequenze marziali: credo non ci sia bisogno d’altro per giustificare cotanta richiesta! 🙂
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E nel caso spero tirino fuori un ottimo DVD come per il film precedente, con tanto di audio-commento di Scott a raccontare il dietro le quinte 😉
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Speriamo! 🙂
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