Panna Rittikrai’s Angels 1 – Spirited Killer (1994)


Visto che Cassidy sta ripercorrendo la carriera del mitico Iko Uwais, che ha messo il cinema marziale indonesiano sulla mappa degli appassionati del genere, approfitto di questi ultimi venerdì dell’anno per tornare a parlare di marzialità, raccontando di qualcuno molto meno citato ma fondamentale nel rendere un’altra cinematografia (quella thailandese) imprescindibile per chiunque abbia un cuore marziale.

Un giorno, nel 1979, dalla foresta esce un ragazzo diciottenne di grande talento marziale che inizia ad allenare gli attori del cinema d’azione thailandese, facendosi notare sempre di più e facendo carriera: meno di dieci anni dopo è un nome importante dell’ambiente, e può iniziare a piazzare nei film i suoi allievi.

Krittiya Lardphanna (กฤติยา ลาดพันนา) ha infatti da tempo fondato una propria squadra di cascatori ma anche di lottatori (la P.P.N. Stunt Team, diventata poi Muay Thai Stunt Team), dalla quale usciranno almeno tre grandi talenti marziali che faranno tremare tutti i continenti.

Il nome d’arte internazionale di questo fenomenale artista marziale è Panna Rittikrai. Nel 2014 ha perso la sua battaglia contro un brutto male, andandosene a 53 anni ma lasciando dietro di sé una grande eredità: se ancora oggi persino noi italiani parliamo di cinema thailandese lo dobbiamo esclusivamente a lui, e ai talenti che ha saputo addestrare e lanciare.

Li ho chiamati Panna Rittikrai’s Angels, come vedremo questi venerdì marziali di dicembre 2022.


Il Terminator-Zombie marziale

Panna è interessato all’aspetto marziale dei film, la qualità o qualsiasi altro aspetto temo non lo abbia incuriosito molto, almeno nella prima parte della sua carriera, quando dichiaratamente sforna filmetti per spettatori di bocca buona. Il punto di riferimento è ovviamente Hong Kong, all’epoca regina incontrastata dell’azione, che però ha sempre sfornato prodotti “molto alti” ma anche “molto bassi”: Panna propendeva verso questi ultimi.

Nel 1987 ha iniziato una serie di film dal titolo ปลุกมันขึ้นมาฆ่า (Plook mun kuen ma kah), qualcosa come “Risvegliato per uccidere”, all’incirca, cioè degli “horror marziali” di grana grossa dove uno straccio di trama sta solo lì a riempire le brevi scene fra un combattimento e l’altro. Il film che interessa a noi è il quarto ed ultimo della saga, uscito nel 1994 e giunto fino a noi grazie a una “comparsa eccellente”.

Quando un dottore lavora solo per aiutare il prossimo…

Il dottor Duang segue una deontologia medica tutta sua, così gira per i villaggi rurali vendendo a caro prezzo un suo intruglio dalle fenomenali proprietà: chi lo beve diventa giovane e immortale. Peccato che i polli che ci cascano muoiano sul colpo, così da non poter lasciare recensioni negative. Tanto ormai hanno pagato, no?

Un brutto giorno una delle sue vittime si salva e avvisa i suoi compaesani del villaggio di Saidang, i quali raggiungono il dottor Duang e ne nasce una discussione fra gentiluomini che si risolve con il medico mazzolato a sangue, e lasciato nel fiume una volta credutolo morto.

Cinque anni dopo i nostri bravi villani (nel senso di gente del villaggio) si trovano davanti un uomo misterioso che sembra imbattibile: non lo sanno ancora, ma è un Terminator-Zombie con cui il redivivo Duang vuole vendicarsi dei suoi aguzzini, spazzandoli via a mazzate.

Il giorno degli zombie menanti

Se considerate che la sceneggiatura non prevede spiegazioni articolate come quella che ho appena fornito, né viene mai rivelato come facesse questo Duang a creare invincibili lottatori ai propri comandi, né perché li usasse visto che lui stesso è invincibile (non si sa perché), è chiaro che qui la trama non conta niente: serve solo una scusa per menarsi a valanga.

Alcuni siti dànno Panna come regista di questi film, ma è molto più facile che sia semplicemente il regista delle scene d’azione, il che è anche più importante. Comunque come sua consuetudine chiama una secchiata di atleti nell’ottica totalmente contraria a quella americana: ad Hollywood per i ruoli marziali chiamano attori incapaci e insegnano loro due cacchiate prima delle riprese; in Asia della recitazione non frega niente a nessuno, l’importante è che sia un bravo atleta.

Qui abbiamo una squadra di ginnasti, una squadra di atleti di Taekwondo e il folto gruppo di cascatori-lottatori della P.P.N. Stunt Team, una fiumana di gente di altissimo livello atletico-marziale che scena dopo scena si riversa davanti all’obiettivo della cinepresa, in combattimenti che lasciano stupiti per la quantità (e qualità) di stili marziali diversi affrontati.

«Tie’, come te pare ’sto stile cinese?» «Cinese»

Dagli stili cinesi, con o senza armi, agli stili giapponesi nulla è lasciato in disparte, e per giustificare questi ultimi ecco che arriva una sotto-trama di alta qualità: al villaggio di Saidang sta arrivando una squadra di archeologi thailandesi per studiare le preziose reliquie locali, ma anche una squadra giapponese di ladri di reliquie preziose. Tranquilli, il Terminator-Zombie non fa distinzione di razza e cultura, lui mena tutti!

La stragrande maggioranza dei combattimenti è all’arma bianca, con spade di varia fattura, ma a un certo punto abbiamo un combattimento a metà film che con il senno di poi possiamo salutare come “germe del cambiamento”: Panna infatti si lascia una finestra di sperimentazione per qualcosa che chiaramente in seguito sarà sviluppata con grande successo.

Posata la spada, è il momento della magia…

Questa parentesi sperimentale Panna la dedica a quello che sarà il suo allievo più famoso: Panom Worawit, che quasi vent’anni dopo sarà conosciuto a livello internazionale come Tony Jaa.

Il giovane Tony che finge di saper usare la spada

È subito chiaro che Tony non ha la benché minima padronanza dell’arte della spada, per i primi minuti che sta in scena fa solo il “figurante agonizzante”: prende infatti un calcio e per lunghi minuti si limita a stare per terra, rotolandosi. Poi però per fortuna molla la spada… e inizia la magia.

Il giovane Tony, appena ventenne, è l’unico che abbia una lunga scena di combattimento con il Terminator-Zombie, e Panna chiaramente vuole mettere a frutto le doti che il suo giovane allievo dimostra chiaramente di avere: quelle atletico-acrobatiche. Inizia così a menarlo in tutte le maniere così da dargli la possibilità di volar via con capriole, salti e tuffi di ogni genere e fattura, alcuni dei quali ritroveremo – in versione decisamente migliore – nei film che hanno reso celebre l’atleta.

Anvedi come mena Panna!

Panna chiaramente si prende una lunga scena per provare alcune idee marziali che anni dopo saranno la sua punta di diamante, ma che qui sono ancora grezze e traballanti, il che rende questo film ancora più delizioso, essendo una “palestra” marziale.

Essendo però un prodotto asiatico, non può mancare l’umorismo e i siparietti comici di grana grossa, fra cui l’entrata in scena… di Bruce Lor!

Applausi a scena aperta!

L’incapace con il nunchaku serve solo a far avere al cattivo una nuova arma, così che Panna possa mostrare che pure con il nunchaku non lo frega nessuno.

Non c’è arma con cui Panna non sappia menarti

Visto che il Terminator-Zombie ha ammazzato tipo mille persone, spopolando l’intera regione, e visto che ora al suo fianco c’è pure il cattivo dottor Duang, entrambi invincibili, gli autori non sanno come chiudere la storia. Ma chi se ne frega, facciamo che arriva un tizio e dà ai superstiti una spada magica: due colpi con quella, e i cattivi muoiono all’istante.

Ma chi è quel tizio? Da dove arriva ’sta spada magica? Troppo tardi per le domande: il film è già finito.

A noi non ci ammazzi mica: c’abbiamo la spada magggìca

Dopo il grande successo di Tony Jaa questo film è stato riesumato e distribuito nel mercato internazionale (doppiato da schifo, come al solito) con il titolo Spirited Killer, con Tony in locandina: la classica truffa che avviene ogni volta una comparsa poi diventi famosa.

Mi chiedo però come abbiano reagito gli americani, davanti a un film prodotto da una casa il cui logo ha la musica rubata dal tema di Ritorno al futuro (1985) di Alan Silvestri, e in cui la vicenda sia scandita dalla colonna sonora, altrettanto rubata, de L’ultimo dei Mohicani (1992) di Randy Edelman e Trevor Jones. Non parlo di qualche nota, parlo di interi brani riproposti pari pari. Mi auguro che nel doppiare il film abbiano cancellato la traccia della colonna sonora.

Il film che ruba ai ricchi americani per dare ai poveri thailandesi

Un divertente piccolo film grezzo e volutamente caciarone che non ha la benché minima velleità di essere altro se non puro intrattenimento marziale, per bocche buone ma dal palato fino. Non è certo da prodotti come questo, sfornati in quantità, che Panna Rittikrai andrebbe ricordato, ma è da qui che è nata la sua arte, dove si è sviluppata e si è addestrata.

Nella sua breve vita Panna è riuscito a rendere la propria intera Nazione famosa nel mondo partendo da lavori di serie Z al quadrato, ma in fondo è questo il percorso di ogni lottatore: si parte da zero e con forza di volontà e determinazione si percorre la via migliorandosi sempre di più. Nessuno nasce menato… ci pensa poi Panna a menarlo.

L.

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10 risposte a Panna Rittikrai’s Angels 1 – Spirited Killer (1994)

  1. Cassidy ha detto:

    Ben felice si ispirare questo finale di anno tutto di menare sulle pagine del Zinefilo! Certo che rubare impunemente la musica così agli americani, anche quello lo hanno pescato dai vecchi film di arti marziali cinesi, gran rubrica, ci voleva questo omaggio a Panna Rittikrai 😉 Cheers

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  2. Willy l'Orbo ha detto:

    Che bello questo ritorno alla marzialità e il contestuale omaggio a Panna (che non conoscevo)! E visto che per noi il cuore di un film è il menarsi a valanga (e magari con una certa capacità) direi che Panna ci ha lasciato in eredità, per restare nei paraggi del suo nome, proprio quella crema che ci fa leccare i baffi! 🙂

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