Shuttlepod – Donne Trek si raccontano

Il primo podcast gestito da chi ignora tutto di Star Trek

Ringrazio di cuore Sam Simon per avermi fatto conoscere “Shuttlepod“, un podcast dove intervistano attori che hanno lavorato nelle passate edizioni delle varie serie TV di “Star Trek”. Per mia fortuna le puntate caricate su YouTube hanno la possibilità di attivare i sottotitoli: mi trovo meglio con l’inglese scritto rispetto al parlato, così sono video perfetti per me.

I due “volti da copertina” nonché curatori delle interviste teoricamente sono Connor Trinneer e Dominic Keating, cioè due attori apparsi nella serie “Star Trek: Enterprise” (nei ruoli, rispettivamente, di Trip e Reed) i quali sono campioni olimpici di ignoranza su Star Trek: vi sfido a trovare qualcuno che sappia meno sul franchise scelto per una serie di interviste. Per fortuna le due puntate che ho visto, e di cui parlerò qui, invece di Keating – uno che fa domande e poi non fa rispondere gli ospiti, cioè uno che andrebbe allontanato con la forza da un qualsiasi podcast –  c’è Mark Cartier, produttore e regista che invece spesso se ne esce con una conoscenza da fan spinto.

Connor e Mark hanno intervistato alcune storiche attrici di Star Trek, ed è stata una occasione interessante per capire come sia evoluta la “questione femminile” nell’ambiente televisivo.

Dal 1988 c’è sempre modo di far tornare Tasha Yar nell’universo Trek

Il 15 gennaio 2023 “Shuttlepod” ha intervistato Denise Crosby, una delle rarissime persone ad essere nate a Los Angeles, e delle ancor più rare persone ad essere nate ad Hollywood, cioè tutte zone dove ci si trasferisce per fare cinema essendo nati altrove: Denise invece è nata proprio nel cinema, essendo infatti la nipote del leggendario Bing Crosby. (Anche se non ha mai avuto rapporti con quel ramo della sua famiglia, abbastanza disastrato.)

Dopo un’adolescenza fricchettona, Denise diventa modella e capisce subito che quell’esperienza non le piace, venendo trattata come carne da bancone: durante un servizio fotografico scappa, va dal parrucchiere e si fa tagliare quasi a zero la sua bionda chioma, a simboleggiare la volontà di riprendere in mano il proprio corpo. All’epoca non esistevano modelle di “Playboy” con capelli così corti, ma proprio per questo Denise è riuscita a risaltare.

Denise a 22 anni, su “Playboy” (marzo 1979)

Dopo videoclip e piccoli ruoli, per varie coincidenze arriva all’episodio pilota della serie “Star Trek: The Next Generation” (che trovate su Netflix), con cui la Paramount si appresta ad espandere uno dei suoi universi narrativi più famosi.

Come già raccontato, Gene Roddenberry era rimasto colpito dal personaggio di Vasquez in Aliens (1986) – e chi non lo è stato? – e voleva averne una propria versione sull’Enterprise, nei panni della responsabile della sicurezza Tasha Yar, per cui era stata scelta l’attrice Marina Sirtis: Denise Crosby era stata ingaggiata per il ruolo della consulente sensitiva Deanna Troi, finché all’ultimo secondo le due attrici sono state scambiate il ruolo. Direi che hanno fatto bene.

Marina in effetti è fisicamente “più Vasquez”, ma Denise ha più grinta

Le premesse erano ottime, in un’astronave che storicamente aveva avuto una bionda per mera segretaria ora, sul finire degli anni Ottanta, un’altra bionda aveva un ruolo autoritario, quindi Denise ha aspettato, puntata dopo puntata, che il proprio personaggio prendesse vita, che arrivasse il momento di fare qualcosa oltre a stare in piedi a guardare uno schermo, cosa per la quale aveva proposto – tra il serio e il faceto – di usare un semplice manichino con i suoi vestiti di scena. Visto che le puntate passano e il suo personaggio rimane un mero cartonato sullo sfondo, è il momento di andare a parlare con Gene.

Primo minuto di “Star Trek: TNG”: le donne stanno dove rimarranno, sullo sfondo

Per evitare i problemi vissuti con lo “Star Trek” degli anni Sessanta, Roddenberry negli Ottanta ha accettato di tornare a guidare la serie a patto di averne pieno controllo: e con “pieno controllo” si intende “diritto di vita e di morte su tutto e tutti”. Parlando con scrittori e produttori, Denise capisce che la serie è totalmente in mano a Gene e solo lui può sapere dove stia andando, se cioè ci sia un futuro per Tasha Yar. La risposta è chiara e onesta:

«Si parlerà del capitano, del primo ufficiale e di Data: è solo di questo che parlerà la serie.»

Gene in pratica sta replicando la formula del primo “Star Trek”, dove solo Kirk, Spock e McCoy erano i veri protagonisti, con gli altri ad avere giusto qualche inquadratura occasionale. Denise spiega che non può passare sette anni a fare da tappezzeria, e Gene si mostra generoso: l’attrice ha firmato un contratto quindi la Paramount può farle causa o farle male in tanti modi, invece Gene – che ha diritto di vita e di morte sulla serie – la lascia andare senza conseguenze. Si gira la puntata della sua morte, e tanti saluti.

Lo struggente addio olografico finale

In diverse interviste successive anche Marina Sirtis testimonierà la mancanza di qualsiasi peso del suo personaggio, che a parte dire «Sento qualcosa» non ha mai fatto molto altro in sette stagioni, ma solo Denise ha il coraggio di scendere dall’Enterprise, tornandoci poi per qualche ghiotta comparsata.

Dopo quasi quarant’anni Tasha Yar fa ancora parlare di sé

Passa qualche anno, Gene Roddenberry lascia la Terra per il suo viaggio fra le stelle, e qualcosa cambia (per fortuna) nella sua concezione di un prodotto televisivo: mentre ancora “The Next Generation” è in onda Rick Berman e Michael Piller creano per la prima volta un prodotto completamente diverso, non solo perché abbandona il formato “incontriamo un pianeta, scendiamo e risolviamo il problema”, ma perché si abbatte il concetto di tre protagonisti e il resto cartonati: “Star Trek: Deep Space Nine” (sempre su Netflix) è il primo prodotto corale di questo universo, e il trattamento dei personaggi (anche femminili) è diametralmente opposto all’èra Roddenberry.

L’8 gennaio 2023 “Shuttlepod” intervista Nana Visitor (pronunciato “Nanà”, come la protagonista dell’anime “Nanà Supergirl”!), la cui esperienza Trek è diametralmente opposta a quella di Denise Crosby.

Un saluto bajoriano a tutti!

Newyorkese fino all’osso, Nana inizia la sua carriera come ballerina e ha fatto in tempo a fare un provino per All That Jazz (1979), parlando direttamente con Bob Fosse: per i giovani all’ascolto, Bob Fosse era il dio in Terra del balletto americano dell’epoca, e quel film autobiografico – o sedicente tale – era la roba più calda in città. Avete presente la canzone e il balletto di Christian De Sica e Carlo Verdone in Borotalco (1982)? Ecco: quello era All That Jazz

Mettere nel curriculum l’aver anche solo fatto un provino per quel film significa già iniziare con mille punti di vantaggio.

Nana Supergirl e l’occasione jazz mancata

Anche Nana arriva a “Star Trek” per vari motivi – peraltro aveva recitato in un piccolo film proprio insieme a Denise Crosby – ma al suo arrivo alla Paramount le cose sono cambiate dai tempi di Roddenberry: c’è il divieto assoluto per gli attori di contattare gli scrittori, i quali non possono neanche mettere piede sul set. Gli autori se ne stanno chiusi nella loro stanza e, si badi, non c’è neanche una donna fra di loro. Nana ha sentito dire che in “DS9” c’erano due registe donne, ma lei si ricorda solo di Kim Friedman, che ha diretto sei episodi su 176 totali.

Insomma, come per le precedenti serie anche “DS9” ha tutto l’aspetto di essere un’altra “sagra della salsiccia”, per dirla in modo ruspante, per questo l’attrice rimane di stucco quando la sua prima scena, cioè la presentazione del personaggio nel lungo episodio pilota, si svolge in maniera del tutto inaspettata: il suo maggiore Kira è una “tipa tosta”, che entra in scena sbraitando contro il capitano della stazione spaziale. Nana fa notare che all’epoca era totalmente impensabile un ruolo del genere, per un’attrice: entrare in scena trattando male il “maschio protagonista” era qualcosa per nulla scontato.

Kira la furiosa nella sua prima entrata in scena

Per la sua esperienza cine-televisiva, Nana racconta che i personaggi femminili sono “segnati” già dai capelli: se sei mora, sei cattiva e magari ucciderai qualcuno; se sei bionda, sei buona e probabilmente verrai uccisa. Ecco la profondità creativa dei ruoli offerti alle attrici. Ritrovarsi ad interpretare uno dei migliori personaggi in assoluto di tutto l’universo Trek era qualcosa di impossibile da prevedere.

Fra i migliori personaggi Trek

“DS9” è una serie corale, ci sono tanti personaggi e tanti episodi in cui volta per volta ognuno può essere protagonista di una vicenda, che avrà poi ripercussioni: niente “cerchi chiusi”, niente serialità estrema, i personaggi crescono e mutano con il tempo. Nana interpreta un ufficiale bajoriano responsabile della sicurezza sulla stazione DS9, che però è una struttura cardassiana: semplificando, i cardassiani sono i nazisti della galassia, e i bajoriani hanno subìto da loro quello che hanno subìto gli ebrei nella Seconda guerra mondiale. Perciò è come se una donna ebrea fosse chiamata a curare la sicurezza di Auschwitz, e Nana riesce magistralmente a rappresentare questo eterno dolore che il personaggio si porta dentro.

Nella recente intervista l’attrice rivela che l’unica volta in cui è riuscita a contattare gli autori per far cambiare loro idea è stato quando hanno previsto una storia d’amore fra il suo personaggio e Gul Dukat (interpretato dal grande Marc Alaimo), per avere un’idea della totale follia della proposta è come se Anna Frank si innamorasse di Hitler. Per fortuna questa pazzia non è stata attuata.

Se Roddenberry a distanza di vent’anni ha riproposto identica la formula narrativa di “Star Trek”, per fortuna serie come “DS9” e poi “Voyager” – con il primo capitano donna! – hanno saputo far progredire un po’ la civiltà umana del futuro, abbattendo i cartonati e prediligendo i personaggi. Purtroppo era solo la prima parte della “reazione dell’elastico”: tirato troppo verso il maschilismo, l’elastico ha iniziato una corsa verso l’aberrazione opposta, con le serie moderne che hanno dimenticato qualsiasi narrazione e pensano unicamente ed esclusivamente ai genitali dei personaggi, e che ogni più singola minoranza con un peso su twitter sia rispettata a bordo dell’Enterprise. Speriamo si sbrighi questo elastico a tornare su posizioni più dignitose, cioè quelle che prediligono la narrazione alla leccata di culo social.

In attesa che passino i tempi bui di “Star Trek”, non ci resta che seguire i podcast dove gli attori dei tempi d’oro ci regalano aneddoti e curiosità.

L.

P.S.
Vi ricordo che Sam Simon sta recensendo tutti gli episodi di “Star Trek: Enterprise“.

– Ultimi post su “Star Trek”:

Informazioni su Lucius Etruscus

Saggista, blogger, scrittore e lettore: cos'altro volete sapere di più? Mi trovate nei principali social forum (tranne facebook) e, se non vi basta, scrivetemi a lucius.etruscus@gmail.com
Questa voce è stata pubblicata in Saggi e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

19 risposte a Shuttlepod – Donne Trek si raccontano

  1. Sam Simon ha detto:

    Spettacolare lo Shuttlepod Show!!! Sono contento che ti sia piaciuto! E ti piacerà ancora di più ora che Keating è fuori gioco per motivi di salute e Mark conduce con Connor. :–)

    Splendide le interviste che hai descritto qui sopra, e meravigliose Denise e Nana. Hanno tanto da raccontare e lo fanno splendidamente, e in questo show parlano di molto oltre a Star Trek (che io che mi sparo podcast e interviste di Star Trek da anni magari preferisco pure). :–)

    Piace a 1 persona

    • Lucius Etruscus ha detto:

      Mi spiace per la salute di Keating ma rimane un pessimo curatore di podcast, visto che le due puntate che ho visto con lui non ha fatto mai parlare gli ospiti, impegnato com’era in inutili commenti e battutine per tutto il tempo.
      Connor e Mark invece lasciano molto spazio all’ospite e ho trovato molto interessanti le carriera al di là di Star Trek, che infatti rimane solo uno dei tanti aspetti del podcast.

      Comunque sfido chiunque nell’universo a sapere MENO di Star Trek rispetto a Connor, la quantità di figuracce che fa durante l’intervista è incredibile 😀
      Non so perché continuino a fare il “quiz finale”, visto che fra Connor e l’ospite di turno non hanno la minima idea di cosa sia questo universo.

      Piace a 1 persona

      • Sam Simon ha detto:

        Ahahahah! Seguiti da Trekker, ma senza alcuna idea di cosa sia Star Trek, è un’idea geniale. D’altronde per loro stessa ammissione sono partiti con lo show dopo aver parlato con McNeill e Wang del loro Delta Flyers (e immagino che ci facciano i soldi con sta roba, anche se non capisco come visti i mezzi messi in campo e il numero di views non certo stellare – evidentemente Patreon funziona alla grande negli USA) non perché gli interessasse riprendere in mano Star Trek!

        Piace a 1 persona

      • Lucius Etruscus ha detto:

        A naso, se in America lanciano la pubblicità “Iscriviti a questo canale patreon e potrai porre domande agli attori di Star Trek”, le iscrizioni fiottano a prescindere, anche se poi ti metti a parlare di Star Wars 😀
        Chi se lo vede su YouTube sono i non iscritti, quindi penso che i numeri bassi siano dovuti al fatto che se lo vedono di più attraverso patreon. O almeno lo spero per loro 😛

        Piace a 1 persona

      • Sam Simon ha detto:

        Io immagino di si, perché anche se la stanza sopra il teatro gliela danno gratis, ci sono parecchie spese per fare uno show di una tale qualità…

        Piace a 1 persona

      • Giuseppe ha detto:

        Non solo un pessimo curatore di podcast ma, almeno stando al parere di un discreto numero di sfortunati fan (come avevo già detto a Sam), pure un grandissimo pezzo di stronzo: tempo fa lessi di una ragazza alla quale, durante una convention, il caro Dominic rivolse un simpatico “bitch” dopo averle chiesto come se la passava ma in modo scherzoso eh, secondo lui… Pur cercando di presentare la cosa sotto un aspetto positivo (ma riuscendoci solo in parte, credo), lo stesso STIC prendeva atto di come durante gli incontri col pubblico lui prendesse letteralmente il possesso del palco, non lasciando praticamente spazio a nessun altro.
        Tornando a Denise Crosby, ancora oggi piange il cuore nel sapere com’è stato buttato via il suo personaggio (né del resto il suo carnefice Armus ha avuto fortuna come villain, essendo stato dimenticato del tutto dopo quell’episodio)… Grande sfortuna, la sua, essere arrivata troppo in anticipo rispetto a una serie come DS9, che le avrebbe offerto ben altre possibilità.
        P.S. Si tornerà a parlare di DS9, ma al momento è meglio che non ti dica come (essendo pure io tutt’altro che sicuro di trovare la cosa di mio gradimento)… 😉

        Piace a 1 persona

      • Lucius Etruscus ha detto:

        Non so poi perché attori che ogni anno partecipano a convention e quindi ricevono soldi per un loro ruolo, non abbiano mai trovato il tempo di mettersi seduti e guardarsi i cacchio di episodi dove appaiono, così da non arrrivare alla domande dei fan totalmente ignari, facendo poi la faccia come dire “Eh, io ho roba importante da fare, mica ‘ste cazzate”. Però i soldi dei fan te li prendi, quelli non sono da nerd!
        Va be’, spero di beccare sempre e solo Connor e Mark, che almeno lasciano spazio agli ospiti per raccontare le loro storie, sperando non mi tocchino DS9 ^_^

        "Mi piace"

  2. loscalzo1979 ha detto:

    interessante e bel progetto, recupero senz’altro

    Piace a 1 persona

  3. Cassidy ha detto:

    Ah quindi si pronuncia Nanà? Ho appena scoperto di avere un cane Trekkie allora 😉 Bellissimo pezzo e ringrazio a mia volta per avermi fatto scoprire il Podcast, magari i presentatori non saranno il massimo della competenza, ma il contenuto resta gustoso. Cheers

    Piace a 2 people

  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Mi pare che fosse da un bel po’ che non realizzavi un post “ad uso e consumo” di Star Trek, quindi…ti perdono! Ahahahah! 🙂

    Piace a 1 persona

  5. Lorenzo ha detto:

    Mi sfugge un passaggio: Denise Crosby si sentiva un oggetto col lavoro di modella, quindi prende e se ne va durante un servizio fotografico (senza conseguenze lavorative, ovviamente), si taglia i capelli per segno di protesta, e poi grazie al nuovo look risalta su Playboy, nota rivista accademica? 😀
    Io prenderei con le pinze questi aneddoti, specialmente se raccontati dalla diretta interessata. Secondo me, col senno di poi, si è pentita amaramente di aver mollato Star Trek 😛

    Piace a 1 persona

    • Lucius Etruscus ha detto:

      Fermo restando che le dichiarazioni degli interessati vanno sempre prese con le pinze, soprattutto quando raccontano eventi di quarant’anni prima, la questione era molto più complessa ma l’ho molto riassunta: non è che sia “risaltata”, semplicemente hanno continuato il servizio invece di prenderla a calci perché comunque qualcuno ha detto “va be’, mettiamoci pure la modella semi-calva che comunque fa esotico”. Denise era una ragazza con poche certezze e soprattutto con il peso di un cognome ingombrante: tutti davano per scontato che sarebbe stata la biondina perfetta nipote di suo nonno, perciò ha voluto seguire tutt’altre strade, in totale contrapposizione all’immagine che si aveva di lei.
      Anch’io alla scoperta del destino di Tasha Yar ho subito pensato che l’attrice si sarebbe pentita di uscire da un universo così grande, visto poi che non è che abbia fatto chissà che – sebbene sia tornata più volte e abbia girato una serie di documentari sul fandom che hanno riscosso molto successo – ma dal suo racconto mi sembra invece tutto consequenziale al suo pensiero, visto poi che di lì a poco ha rifiutato un ruolo in “Babylon 5”, cioè in pratica la “Deep Space Nine” di un’altra casa. Non voleva fare la biondina da tappezzeria, e purtroppo all’epoca questo era il ruolo che le offrivano. Tanto per i fan sarà sempre Tasha Yar e da decenni si fa tutte le convention Trek, di certo ha sempre guadagnato dalla serie anche se non c’era 😛

      Piace a 1 persona

      • Lorenzo ha detto:

        Quindi il servizio era lo stesso? Si stava facendo fotografare da Playboy, si sente improvvisamente un oggetto, va via, si rapa, torna e continua a farsi fotografare nuda?

        Piace a 1 persona

      • Lucius Etruscus ha detto:

        Sì. E visto che questa storia la raccontava già nel 1988 (come raccontato nel mio precedente post citato), non la si può accusare di aver infiocchettato l’aneddoto col tempo 😛
        Rimane comunque una storia priva di importanza, non è certo per quello che va ricordata l’attrice e per questo non ho dedicato spazio alla cosa: non è che lì sia nato lì il suo tipico “caschetto biondo”, visto che nel 1986 di “Eliminators” era tornata coi capelli lunghi 😛

        "Mi piace"

      • Lorenzo ha detto:

        Chiaro che non ha importanza, solo che raccontato così l’aneddoto non ha senso, per questo che durante la lettura mi ci sono soffermato. Secondo me non è vero, è una cosa che si è inventata per giustificare qualcosa di cui non va orgogliosa, ma appunto non ha importanza se non per lei.
        In quanto al podcast… Non so, non credo di voler sapere dettagli sugli attori che hanno impersonato personaggi tanto amati: verrebbe meno la magia della finzione 🙂

        Piace a 1 persona

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.