Nuovo appuntamento del “venerdì horror” del canale in chiaro Italia2, che lo scorso 20 gennaio 2023 presenta Necropolis. La città dei morti (As Above, So Below, 2014).
Uscito in patria americana nell’agosto 2014, esce velocemente nelle sale italiane già l’8 settembre successivo (fonte: FilmTV.it). È disponibile in DVD Universal dal gennaio 2015.
Nel recensirlo per “Rue Morgue” n. 149 (ottobre 2014) Sean Plummer, a cui il film è piaciuto, non può fare a meno di citare il fatto che durante la proiezione in sala alcuni spettatori si lanciavano in risatine di scherno. «Il film sul found footage hanno ormai esaurito il credito nei loro confronti, e il fatto che questo in particolare tratti in modo veloce e superficiale temi di sapere antico e misterioso senza alcun criterio rende difficile il difenderlo». Però alla fine il recensore si dice soddisfatto del nuovo lavoro dei fratelli John Erick e Drew Dowdle, balzati all’attenzione del pubblico con Quarantena (2008), che il citato Plummer addirittura definisce migliore dell’originale spagnolo [Rec] (2007) di Jaume Balagueró: onestamente ci andrei piano con certi paragoni, per quanto anch’io abbia apprezzato il rifacimento americano.
Dopo Quarantena 2 (2011) e prima di No Escape (2015) con Owen Wilson – quello sì che mette paura! – i fratelloni Dowdle ci portano nei mitici sotterranei di Parigi, luogo mitologico dove si ambientato storie nere sin dagli ottocenteschi feuilleton, cioè la narrativa d’intrattenimento a puntate. A naso mi sento di dire che negli ultimi duecento anni mai una storia nei sotterranei di Parigi sia stata scritta così male.
Protagonista e motore degli eventi è Scarlett Marlowe (la brava Perdita Weeks), ragazza che si presenta in modo strano, grazie a un doppiaggio discutibile: «Sono professoressa a University College, London». Quindi non la chiamiamo più Londra bensì London? O magari è una di quelle città americane che si chiama con nomi famosi? L’attrice però è gallese, è più facile che l’università… scusate, che l’University sia quella di Londra. Va be’…
Durante una spedizione non autorizzata in Iran Scarlett si è infilata in una serie di gallerie, per sfuggire a non meglio specificati inseguitori, e qui dopo aver martellato una parete (?) scopre la Chiave rosa (Rose Key), che spiega tutto. Ah, meno male, perché qui non ce se capisce ’na mazza, meno male che c’è la Chiave rosa. Quindi ora ci spiegano cosa sia questo reperto archeologico? No. È come i confetti Falqui: basta la parola…
Dopo aver visto il padre morto impiccato nelle gallerie iraniane – ma era vero o era un’allucinazione? Boh, lo vado a chiedere alla Chiave rosa – Scarlett a Parigi organizza una spedizione per trovare la pietra di Flamel (Flamel’s Stone), che allora sì che la Chiave rosa sarà spiegata, anche se già quella doveva spiegare e non ha spiegato alcunché. E cos’è la pietra di Flamel? Oh, basta domande!
Visto che Scarlett ha meno di trent’anni ma già conosce venti lingue e ha quindici lauree per gamba, pur rimanendo umile e semplice come la ragazza della catacomba accanto, ci spiega qualcosa che nessuno di noi poveri mortali, che abbiamo fatto solo le scuole pubbliche e a malapena parliamo una lingua, potrebbe mai aver anche solo intuito: è esistito un tempo lontano e misterioso in cui non c’era la scienza come noi la conosciamo, bensì una sua antenata… chiama alchimia! (Spero non siate svenuti per questa sfolgorante rivelazione.)
Ma davvero Scarlett ci sta spiegando cosa sia l’alchimia? Proprio così, i fratelloni Dowdle hanno fatto ricerche inedite e hanno scoperto un argomento mai trattato da essere umano: sapevate che alcuni alchimisti dicevano di poter trasformare il metallo in oro? Lo so, lo so, fa girare la testa questo tema inedito, mai affrontato dalla narrativa degli ultimi secoli, è una scoperta incredibile che spero valga ai Dowdle ciò che meritano: un Premio Nobel dritto sul capocollo.
All’insegna della buffonata per bambini inizia questo scherzo di film, perché mi rifiuto di credere che sia stato girato con fare serio: Scarlett sembra una piccola Alberto Angela che si ferma a descrivere ogni sasso in modo plateale, spiegandoci che i sassi sono duri mentre l’erba è morbida. Senza però avere la simpatia dell’Alberto nazionale.
La demenziale sceneggiatura è solo una scusa per mandare dei personaggi nelle catacombe di Parigi, perché Scarlett per la sua spedizione chiama in aiuto degli speleologi da paura, gente rotta ad ogni esperienza, che conosce le catacombe come le proprie tasche… infatti appena compiuti dieci passi già uno ha un attacco di panico. Ammazza che speleologo! Hanno girato tutta Parigi per trovarlo!
Il film in pratica è finito, è tutto un agitare la cinepresa qua e là, cercando di creare situazioni claustrofobiche che però vengono distrutte da dialoghi diarroici e una sceneggiatura da denuncia penale. Il risultato temo sia opposto alle previsioni dei Dowdle, perché lo spettatore è contentissimo man mano che quei decerebrati dei professionisti muoiono come i coglioni che sono. Il dispiacere è che non possano tornare in vita per morire ancora cento volte, così si imparano a infilarsi in sceneggiature di questo tipo.
Necropolis è un titolo giusto, perché è chiaro che tutti gli sceneggiatori attuali siano cittadini di una città di morte cerebrale, dove basta un niente per tirar fuori una semplice scusa per un film horror da “cinepresa mossa” e non si riesce a fare neanche quel niente.
Dispiace scoprire che Italia2 sta scendendo sempre di più nelle catacombe dove Mediaset ha murato vivi i film per ripescare solo il peggio del peggio per il suo “venerdì horror”.
L.
– Ultimi film da Italia2:
- Ouija 2 (2016) L’origine del male
- Deep in the Darkness (2014) Nella profonda oscurità
- The Last Exorcism 2 (2013) Liberaci dal male
- Spiders 3D (2013) Aliens in Bulgaria!
- Dead Silence (2007) Quando Whannell incontra Wan
- Necropolis (2014) La città degli sceneggiatori morti
- Mockingbird (2014) In diretta dall’inferno
- Werewolf (2012) La bestia è tornata
- Hurricane Heist (2018) Allerta uragano, fasto e furioso!
- Animal (2014) Il segreto della foresta
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Esatto, solo che questo fa ridere, la protagonista del film fa solo rabbia 😛
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ahahah, ma già quando c’erano le lire c’era l’Albertone che faceva i documentari?
Comunque, niente, sti filmacci sempre peggio, bisogna fare un alfabeto secondario che vada oltre la Z, perché la Z sarebbe già un ottimo risultato.
Insomma sta chiave rosa poi si è capito cosa faceva? ha aperto qualche porta rosa?
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Era solo un apostrofo rosa fra le parole “filmaccio” e “Z” .-D
Ridendo e scherzando Alberto nostro sta lì da almeno trent’anni, a dir poco: andavo ancora a scuola, nei primssimi Novanta, quando ho letto il libro scritto col padre, sulla paleoantropologia, e intorno al 1994 seguivo la sua trasmissione sulla RAI: non ricordo se si chiamasse già “Ulisse”, ma era interessante..
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Alberto sembra sempre il giovane figlio di Piero, invece come dice Lucius è da un pezzetto che è lì.
Approfitto del Zinefilo per una comunicazione personale a Kukuviza: ho letto finalmente “Neanche gli dei” di cui avevamo parlato qui https://nonquelmarlowe.wordpress.com/2022/01/10/se-una-notte-un-personaggio-1/
Due romanzi in uno, di cui uno con la descrizione di una specie completamente aliena, assolutamente non umanoide. Asimov era davvero fenomenale, e io non so perché avevo lasciato questo libro a prender polvere così. Grazie di avermi spinto a ripescarlo 😉
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Il Zinefilo crea ponti fra appassionati: è un blog… pontefice! 😀
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A me il commento di Vasquez appare con
Impossibile mostrare questo commento
Cosa ha scritto? Mi è capitato di recente, da te, che un commento fosse così e pensavo che la persona avesse scritto davvero così, per ironia, ma ora ho dei dubbi 😅
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Era un semplice link di YouTube, forse WordPress ha pensato a dello spam e non lo mostra agli altri…
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Ah, ok! Akismet ci è andata pesante come sempre, insomma.
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🤣
Il commento di oggi è “Comment: Impossible”!
Lo fa se entri da WordPress, se entri da google potrai gustarti un grandissimo Neri Marcorè 😉
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WordPress mi stupisce sempre anche dopo anni di frequentazione XD
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Dopo anni a replicare tutti i film di Tremors tranne il quarto capitolo, due settimane fa Italia 2 ha ripescato anche il capitolo western. Quindi per i loro venerdì e sabato horror, solo titoli pescati grattando il fondo del barile, come questo “found footage” aderente al filone con la non-trama che è un pretesto per spedire carne da cannone nelle catacombe. Cheers!
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In effetti Italia2 va spesso in loop, a consultare il palinsesto sembra il giorno della marmotta: sempre gli stessi film! Tranne ovviamente quelli che invece non replicano mai, lasciando strani buchi in giro.
Questo ora possono benissimo riportarlo dove l’hanno raccolto.
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Servono degli speleologi per visitare le catacombe di Parigi? Da ciò che so, sono agevolmente visitabili da un pubblico normale e immaginavo che al massimo potessero essere ben sorvegliate per ovvi motivi (vandalismo, turisti che si perdono) e magari qualche zona chiusa al pubblico per ovvi motivi, cioè nascondere la chiave rosa perché la pietra filosofale di Flamel fosse al sicuro da mani pericolose 😛
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Quelle sono le catacombe note a tutti, qui invece scoprono catacombe nuove, fresche fresche, talmente segrete e sconosciute che sono a un metro dall’entrata 😀
E’ davvero un film imbarazzante, giustamente dimenticato.
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Un giorno lo rifaccio a Cagliari, questo film. Abbiamo catacombe pure noi e immagino costino meno di quelle romane 😛
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ahaha guarda, a occhi chiusi già ora ti dico che sarà mille volte migliore di ‘sta roba 😀
Mi raccomando non scordarti la Chiave Rosa e di spiegarci cosa sia l’alchimia 😛
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L’alchimia è cosa per iniziati, si impara solo guardando Necropolis 😛
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E ovviamente piazzo male il commento XD saranno solo dieci, dodici anni al massimo, che giro per blog, mica posso aver già imparato!
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Tanto ti leggo da dashboard di WP, quindi potresti anche aver commentato un post di un altro mio blog di dieci anni fa e lo vedrei uguale 😛
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La pietra di Flamel? Ma è chiaro come il sole che ci si riferisce a Nicholas Flamel, praticante di quella cosa completamente sconosciuta a chiunque prima di sentirne parlare in questo filmetto: l’alchimia (ah, giusto, qui non si fa MAI un riferimento a quel Flamel, altrimenti c’era il rischio che si potesse capire qualche cosa) 😜
Un bel pasticcio, questo, su tunnel catacombali capaci di trasportar la gente in altre dimensioni, scritto, diretto e interpretato in maniera che allo spettatore si sfrangino i maroni… la Chiave rosa riesce ad aprir quella stanza agognata dove la sceneggiatura perduta nascosta si riposa, ma alla fine lei mai verrà trovata, con il pubblico che ormai ne ha a iosa e la pazienza sua da tempo è terminata 😀
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Perché, mi chiedo perché non ti chiamano a scrivere i testi di questi film??? ^_^
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Sarebbe come mettere i festoni a una colonna di fango secco 😅
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Visto, e ben ricordo che provai una certa, urticante, irritazione nel visionare un film dal quale mi aspettavo ben altro divertimento…però almeno ho scoperto che la Chiave rosa è la soluzione per tutto! 🙂
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Ricordo che all’epoca è stata complice una massiccia campagna pubblicitaria a tamburo battente, c’erano mini-trailer che andavano mille volte al giorno e diciamo che la casa ha speso più in pubblicità che in sceneggiatura (come sempre!), per cui anch’io quel 2014 speravo in un qualcosa di più del niente assoluto che è questo film. Non mi aspettavo un capolavoro, bastava del semplice intrattenimento, invece è solo una catacomba vuota.
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Una catacomba vuota in cui sono caduto una volta…ma non ripeterò lo stesso errore! 🙂
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Visto al cinema all’epoca, avevo trovato la prima parte abbastanza carina e anche “soffocante”, nella misura in cui un pochino di claustrofobia paterna l’ho ereditata.
Il resto è una buffonata girata da cani, zeppa di momenti esilaranti e personaggi scemi. Altro che andar nell’eterno dolore…
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Di sicuro scariche di claustrofobia questo film le regala, non scenderei mai in quelle catacombe neanche da turista, figuriamoci da “avventuriero”, ma è un effetto degli spazi angusti, non certo della regia 😉
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Una bruttura così brutta che ne esci abbruttito.
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Dovevano scriverlo sulla fascetta: “Un film che abbrutisce” 😀
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😆
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