Bruce Lee, l’uomo più forte del mondo (1979) True Game of Death


Con tutti i film “ispirati” a Bruce Lee che stanno uscendo – e che mi diverto a chiamare “brufale”, essendo titoli-bufala su Bruce – la casupola Dong Yu Enterprise dev’essersi chiesta: e noi chi siamo, i figli della serva? Così tira su al volo un montarozzo raccogliticcio di roba perché sa che là fuori è pieno di distributori senza scrupoli pronti a comprarsela. Tipo gli italiani.

Il consueto HKMDb ci informa che il film taiwanese 決鬥死亡塔 (“Duello Torre della Morte”) è uscito in un vago 1979 e viene distribuito a livello internazionale come The True Game of Death, con grande senso dell’umorismo visto che è la più falsa di tutte le operazioni similari.

Quando c’è “vero” nel titolo, è falso

L’italiana C.R.C. (Cinematografica Romana Cineproduzioni) nel gennaio del 1980 aveva portato nei nostri cinema Bruce Lee il campione (1978), perché non continuare? Così il 23 dicembre dello stesso 1980 riceve il visto della censura italiana Bruce Lee, l’uomo più forte del mondo, che però per trovare effettivamente programmato in sala dobbiamo aspettare il 25 febbraio 1981.

Resta un’annetto in sala e poi scompare per sempre: non esistono tracce di distribuzione in home video o trasmissione televisiva. Un altro film perso nella sua edizione italiana.


Il vero (falso) Gioco della Morte

Gli autori di questo film – non li nomino perché sono tizi sconosciuti dai nomi impronunciabili per noi occidentali – avevano due possibilità, dopo l’uscita de L’ultimo combattimento di Chen (1978), cioè la “versione ufficiale” dell’opera inedita di Bruce Lee, targata Golden Harvest: o si inventavano una storia diversa, anche se simile, come nel caso di Bruce Lee il campione (1978), oppure ricopiavano identico il film della Golden Harvest ma in versione cialtronesca. Scelgono la seconda opzione e va dato merito di essere riusciti in un’impresa titanica: girare un film così brutto e pezzente da far sembrare addirittura dignitosa quella robaccia de L’ultimo combattimento di Chen.

Il clone meno clone in circolazione

Protagonista della vicenda è Xiao Long, cioè il nome cinese di Bruce Lee, interpretato da un Lung Tien-Hsiang che non gli somiglia molto ma in compenso fa delle facce “alla Bruce Lee” da spanciarsi dal ridere. Di nuovo, per noi occidentali essere un coatto, un presuntuoso e un tronfio smargiasso sono tutti difetti, ad Hong Kong invece a quanto pare sono pregi invidiabili, visto che tutti i film pseudo-biografici mostrano un Bruce come teppista di strada. (Chissà, magari hanno ragione loro, visto che sono note sue frequentazioni giovanili poco raccomandabili.)

«Solo me ne vo / col nunchakò» (semi-cit.)

La vicenda si apre con Bruce che sta girando il suo Game of Death, solo che invece di una pagoda facciamo che lo sta girando in una stranissima struttura ferrosa in un giardinetto pubblico, e già qui capiamo i grandi mezzi a disposizione della produzione.

Va bene il budget basso, ma qui si esagera

Se in Bruce Lee Supercampione (1980) Linda Lee, la moglie americana (cioè straniera), viene appena citata di sfuggita, segno che non conta nulla agli occhi dei locali, qui addirittura è la cattiva della vicenda: sarà lei infatti ad avvelenare Bruce! Tranquilli, non è cattiva di natura – malgrado sia bianca – è che l’ha costretta la mafia! Non stupisce che l’abbiano ribattezzata Alice, per evitare problemi con l’agguerrita Linda.

«American woman / Stay away from me» (cit.)

Ricopiando la cialtronata di Robert Clouse, anche qui abbiamo dei criminali pittoreschi che vogliono sfruttare il successo di Bruce facendolo “iscrivere” alla malavita, ma lui non ne vuol sapere e quindi si mandano sgherri a farsi menare, finché Linda Lee risolverà il problema alla radice.

Mafiosi pittoreschi ossessionati da mappe e cartine

La trama ufficiale depositata per la commissione di censura italiana parla di un amico di Bruce Lee che, dopo la sua morte, inizia ad indagare per vendicarlo, ma nella copia che ho visto su YouTube non c’è niente di tutto questo. Qui semplicemente si ricopia il film di Clouse perciò Bruce si limita a inscenare la propria morte («ci vuole ben più del veleno per uccidermi», rimprovera alla moglie assassina) così poi da poter passare a mazzolare i cattivi.

Oh, avevo giusto bisogno di una tuta gialla

Dopo aver ricreato la scena dei motociclisti con immotivate tutine attillate da requisire, Xiao Long può finalmente arrivare all’eterno luogo del suo gioco mortale: la pagoda da scalare.

Ma quante pagode ci sono ad Hong Kong?

Inquadrata una pagoda a casaccio, magari è una cartolina del posto, si va subito in interni a girare la consueta scalata. Ah, ormai le pagode hanno capito come funziona perciò appena entrate trovate già dei nunchku pronti, tipo souvenir per turisti.

Toh, mi servivano proprio dei nunchaku in tinta con la tutina

Abbandonate le versioni alternative, qui ci si mantiene fedeli al film Golden Harvest, quindi i nemici sono solo tre e si parte da un clone di Dan Inosanto, che ovviamente ne è solo la versione di serie Z.

Giusto una “ispirazione”…

Come secondo cattivo, chi chiamare ad emulare Ji Han-Jae, il celebre maestro di hapkido voluto da Bruce nel suo lavoro inedito? Ovvio, un ciccione baffuto giapponese che faccia sumo strano, chi altri?

Lottatori di un certo livello

Con questo secondo lottatore si ride di gusto, sono convinto che se Bruce Lee avesse visto ’sta roba avrebbe riso pure lui. L’unico peccato è che tutta la sequenza finale è girata al buio, mi sa che la produzione è così pezzente da non aver neanche luci di scena.

Quando scopri che quelli di prima fila non sono i posti migliori

Al terzo e ultimo piano bisognerebbe superare in ridicolaggine il sumo strano, non è facile ma qui gli autori giocano duro e mettono in campo il solito pugile nero… ma con il mantello! Quale pugile non acceca l’avversario con un mantello? E Kareem Abdul-Jabbar muto!

Il meglio del peggio del film

Dubito che la Dong Yu Enterprise, nata morta, si sia scomodata a chiedere alla Golden Harvest il permesso di utilizzare vere sequenze con Bruce Lee estratte dai suoi film, così come il permesso di ricopiare gran parte del loro Game of Death, temo che la legislazione sui diritti d’autore a Hong Kong sia abbastanza “fluida”, almeno all’epoca.

Dispiace che sia perduto in lingua italiana questo “vero falso” Gioco della Morte, perché è di una comicità da spanciarsi: almeno fa passare il tempo, quando invece le “brufale” di solito sono noiose.

L.

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16 risposte a Bruce Lee, l’uomo più forte del mondo (1979) True Game of Death

  1. Cassidy ha detto:

    Ma perché un mafioso dovrebbe avere un mappamondo? Non è il capo della Spectre. Ma poi se il protagonista fosse entrato nella pagoda del parchetto con una tuta verde, gli avrebbero cambiato i nunchaku? Se fosse un film di Mel Brooks sarebbe uno spasso 😉 Cheers

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  2. Willy l'Orbo ha detto:

    Mitico! Mi ha fatto scompisciare leggere il post, con crescendo nella carrellata dei lottatori (pochi ma buoni!), mi immagino che effetto “deflagrante” può avere vedere il film! 🙂

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  3. loscalzo1979 ha detto:

    Mi sembra assurdo che siano riusciti a scansare OGNI possibile causa legale, considerando tutte le oscenità fatte (incolpare la moglie di bruce della morte, scopiazzare pari pari un film ecc), erano in ferie i tribunali quel giorno XD

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ipotizzo che anche se qualcuno degli interessati avesse voluto prendersi la briga di fare causa, a chi l’avrebbe fatta? Parliamo di una casa minuscola, nata e morta, con chi se la sarebbero presa? Tanto ormai nel giro di un attimo il film ha fatto il giro del mondo, comprato da tutti i distributori perché economico, quindi alla fine il danno è stato fatto. Visto però che almeno in lingua italiana è un’opera perduta, diciamo che sono stati vendicati 😛

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  4. Andrea Lanza ha detto:

    Nella versione italiana però è davvero un amico di Bruce Lee che si fa chiamare come lui per sgominare un’organizzazione mafiosa

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