Qualche giorno fa l’amico Federico sul suo Canale YouTube mi ha colpito direttamente al cuore, rispolverando uno Charlot violinista (The Vagabond, 1916) dal suo meraviglioso archivio in pellicola, in un’edizione tratta dal film antologico Quel povero diavolo (1956).
Rivedere scene così impresse nella mia memoria mi ha riportato a quegli ultimi anni Ottanta, quando in casa entrò il nostro primo videoregistratore (un Panasonic due testine) e il problema del costo elevatissimo delle videocassette vergini impose una decisione drastica: solamente prodotti fondamentali potevano avere il lusso di essere registrati su nastro. Le comiche di Stanlio e Ollio e quelle di Charlot rientravano ovviamente nella descrizione.
All’epoca i canali locali non avevano palinsesti dedicati al 100% a chiacchiere e televendite, come con il nuovo millennio, bensì c’era un’usanza strana, poi scomparsa per sempre: trasmettere film oggi introvabili e comiche ancora più rare. Che però all’epoca non erano rare, bastava girare qualche canale per beccare Charlot (scusate, ma nessuno all’epoca lo chiamava Charlie Chaplin!), Stanlio e Ollio e altro, in edizioni quasi tutte oggi perdute al di fuori dei preziosi archivi di collezionisti appassionati, come il citato Federico o Discovering Cinema. All’epoca avevo 12-13 anni e ignoravo di star vedendo ciò che nessun italiano avrebbe mai più rivisto, mi limitavo a registrare le “comiche” (scusate, così chiamavo i cortometraggi dei comici) per vederle e rivederle fino allo sfinimento.
Con l’esplosione delle VHS economiche anche Charlot sembrava venir recuperato dall’oblio dei canali locali, e mi mangio le mani per non essermi conservato la VHS M&R Productions che comprai intorno al 1990 o 1991 con il cortometraggio The Adventurer (1917), ribattezzato in mille modi diversi. Era la prima volta che vedevo una comica di Charlot, dall’inizio alla fine, abituato com’ero a film antologici che mischiavano più cortometraggi.
Su questo viale dei ricordi sono andato a recuperare le citate VHS costosissime (marca Scotch) comprate fra il 1986 e il 1987: oggi, 2023, si vedono ancora alla perfezione, alla faccia di chi diceva che il nastro magnetico era un supporto inaffidabile. Certo, sono state conservate con cura e non buttate in cantina o in garage come fanno tutti, sprecando tempo visto che a buttarle nel secchio fanno prima, tanto il risultato è lo stesso.
Così in questi giorni ho caricato su YouTube le poche cose che sono riuscito a conservare dell’epoca, piccoli reperti archeologici di canali locali che trasmettevano tesori preziosi con i quali sono cresciuto. In pratica, una botta di nostalgia canaglia.
Ecco i video caricati:
Charlot pittore (The Face on the Barroom Floor, 1914)
TVA 40 proprio in quegli anni si era trasferita nella Capitale e trasmetteva spesso cortometraggi come questo di Chaplin, che ha ricevuto il visto della censura italiana il 19 ottobre 1957: stando a Cinematografo.it il corto è raccolto nel film antologico “Quel povero diavolo” (1956), raccontato da Passoridotto.
Charlot dentista (Laughing Gas, 1914)
Da TVA 40, questo corto è noto anche come “Gas esilarante”, ha ricevuto il visto della censura italiana il 19 ottobre 1957: stando a Cinematografo.it il corto è raccolto nel film antologico “L’allegro mondo di Charlot” (1966). La rubrica “Home video” di Gabriele Rifilato (dal “Radiocorriere TV” del dicembre 1990) mi informa che questo corto è stato distribuito in VHS da Capitol.
Mix di Charlot (1961)
Un “mischione” di comiche che apre il film antologico “Emozioni e risate” (Days of Thrills and Laughter, 1961), trasmesso da Italia1 domenica 4 gennaio 1987. Il mischione fonde insieme i cortometraggi “Viva la libertà” (The Adventurer, 1917) e “La cura” (The Cure, 1917).
Charlot fa una cura (The Cure, 1917)
Su Tele Italia ho registrato in data ignota un film antologico di comiche di Charlot (probabilmente “L’eterno vagabondo”, 1954), purtroppo già iniziato, da cui estraggo questo “Charlot fa una cura”, o “La cura miracolosa”, che ha ricevuto il visto della censura italiana il 30 novembre 1934: stando a Cinematografo.it il corto è raccolto nel film antologico “Le comiche di Charlot” (1963).
Charlot nel parco (In the Park, 1915)
Su Tele Italia ho registrato in data ignota un film antologico di comiche di Charlot (probabilmente “L’eterno vagabondo”, 1954), purtroppo già iniziato, da cui estraggo questo “Charlot nel parco” o “Charlot e il borsaiolo”, che ha ricevuto il visto della censura italiana il 10 aprile 1958, finendo raccolto nel film antologico “Charles Chaplin Show” (1973).
Charlot avventuriero (The Adventurer, 1917)
Su Tele Italia ho registrato in data ignota un film antologico di comiche di Charlot (probabilmente “L’eterno vagabondo”, 1954), purtroppo già iniziato, da cui estraggo questo “Charlot avventuriero”, o “L’evaso”, che ha ricevuto il visto della censura italiana il 28 marzo 1923, e poi il 18 marzo 1952, finendo raccolto in diversi film antologici.
L.
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Woa fantastico! Un’infilata di titoli, grazie mille ottimo regalo 😉 Cheers
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Una botta di nostalgia canaglia che mi piaceva condividere ^_^
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Un’autentica sfilata di pietre (comiche) preziose la tua, tutte lî a testimoniare di una televisione che, fosse emittente di stato o regionale, ancora si ricordava di essere un servizio pubblico 😉
P.S. Probabilmente rischio di venir lapidato per questo, ma devo ammettere di aver sempre avuto una predilezione particolare per il Charlie Chaplin “parlato” rispetto al suo (senza nulla togliere, chiaro) classico Charlot…
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Non sei il solo, anzi temo d’essere io in minoranza nel preferire di gran lunga le sue comiche mute, anche se all’epoca in TV giravano in quantità infinitesimale: la sua opera l’ho conosciuta solo nel nuovo millennio e grazie ai pirati, che se aspettavo la distribuzione nostrana stavo fresco.
Credo di aver visto almeno una volta tutti i suoi film parlati, alcuni anche più di una volta, mi piacciono tutti e non si discute, però se devo parlare col cuore rimango legato alla sua geniale comicità fisica: le sue coreografie non hanno nulla da invidiare ai capolavori marziali di Hong Kong ^_^
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Li ho guardati tutti: attaccabrighe, tenero, geniale, sfrontato, un personaggio che non ce ne saranno piu. Faceva tutto lui, riusciva a costruire situazioni davvero geniali credo anche grazie un montaggio strepitoso. L’anno scorso ho spolverato qualche suo film, altri ne ho in lista. Ho visto anche il film con Robert Downey jr che lo interpreta. Preciso fino ad essere estenuante, caparbio fino all’inverosimile, ogni film ha un retroscena che è un altro film. Grande!
Dunque possiedi ancora un videoregistratore?
L’antro dell’etrusco è immenso, non ha vie di fuga, chissà che altro ci riserva 😄
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A parte un paio di vecchi vidreogistratori temo non più funzionanti, conservati per ricordo (uno ha superato i trent’anni di età!) ho ancora due videoregistratori perfettamente funzionanti, più giovani in quanto “solo” di vent’anni di età! Mi servono perché digitalizzo vecchie VHS per salvarne le eventuali edizioni italiane perdute o per recuperare chicche come queste, che ho sepolte in decine di VHS-raccoglitori che conservo da decenni.
L’antro dell’etrusco è piccolo ma denso, e neanch’io so più quanta roba c’è 😛
Comunque sì, Chaplin nelle sue comiche mute era geniale, lo preferisco di gran lunga ai film parlati, sebbene molto più famosi: temo che questi cortometraggi, un tempo arcinoti a tutti, siano un retaggio d’altri tempi non più ricordato, grazie al fatto che non vengono mai trasmessi in TV da più di vent’anni e la loro distribuzione in home video è stata quanto meno traballante.
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Non sono “ferrato” e proprio per questo credo che approfitterò delle chicche dispensate per compensare tale lacuna, grazie a Lucius, sempre più generoso benefattore! 🙂
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Un buon modo per ripassare dei grandi classici 😛
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Non ho visto molto di Chaplin, credo di ricordare, praticamente, solo Il grande dittatore, che la maestra delle elementari fece vedere alla classe in quinta (si stava studiando il periodo nazista).
Intanto mi iscrivo ai tuoi Archivi, così magari un giorno recupererò qualcosa! E meno male che esistono le iniziative private, che se aspetti i professionisti si perdono un sacco di cose…
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Essendo cresciuto con queste comiche a portata di mano mi fa effetto scoprire che non fanno parte dell’infanzia di tutti 😛
I film sono belli, ma sono molto particolari e spesso di una comicità triste, anche perché per Chaplin passare dal muto al parlato è stata un’evoluzione dolorosa, anche se ci è riuscito meglio di altri comici (come Buster Keaton) che sono stati schiacciati dal cambiare dei tempi.
Purtroppo RaiPlay presenta solo i film di Chaplin, rimasterizzati e tanto carucci per carità, ma ti consiglio caldamente di recuperare i tantissimi cortometraggi di Charlot, ormai temo ignoti agli italiani ma va sempre ricordato che è SOLO per quelli che Chaplin è diventato Chaplin, non per i film che sono arrivati a fine carriera.
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Da bambino sono cresciuto con Stanlio e Ollio (tra le varie) e potrei averli conosciuti persino come Cric e Croc, mi pare li chiamasse così mia nonna. Chaplin purtroppo l’ho visto poco o niente, pur avendo pochi anni meno di te, forse iniziava già a cambiare il vento.
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Avevo un 45 giri con la sigla di una vecchia trasmissione di Stanlio e Ollio, in cui appunto erano chiamati Cric e Croc, credo il loro primo nome italiano, ma in TV li vedevo già chiamare Stanlio e Ollio. E temo che abbiano ben presto soppiantato il povero Charlot nella TV italiana.
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Le Tv di oggi non hanno più bisogno di mandare trasmissioni riempitive, e per questo non vediamo più le comiche. Scioperi dei telegiornali, un qualche collegamento saltato, un “Ci scusiamo per il problema tecnico. Le trasmissioni riprenderanno appena possibile”, l’Eurovisione che tardava a partire…niente più…😥 E i canali locali trasmettono solo televendite. Una TVA era anche da queste parti: TVA Telecentro/Odeon Tv; sì, due canali insieme 😆
Anche per me Charlot è Charlot, e sempre preferito muto.
Quel biglietto manoscritto è da incorniciare, e… “Tua che fui…” è qualcosa di sublime.
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Sembra un italiano ottocentesco invece era l’altro ieri, prima delle invasioni itanglesi 😛
All’epoca non esisteva alcun limite alla pubblicità che un’emittente poteva mandare, c’erano interruzioni pubblicitarie a pioggia ma duravano mille volte meno di oggi: se ogni giorno hai svariate ore di pubblicità da mandare, non rimane molto per i “tappabuchi”. Speravo molto nelle emittenti passate in streaming, magari più libere, ma sono “troppo” libere: trasmettono quello che vogliono all’orario che vogliono, quindi è impossibile vedere alcunché.
Altri tempi, questi di Charlot, che allietavano noi giovani spettatori, inconsapevoli di star ammirando le ultime scintille di qualcosa che sarebbe scomparso per sempre.
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interessante! sai che su raiplay ci sono molti suoi film?
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Purtroppo sì, ed è un peccato che questo sforzo sia stato usato solo per i lungometraggi, quando Chaplin è Chaplin per il fiume di cortometraggi che l’hanno reso Chaplin, così che poi ha potuto fare film.
Invece di rimasterizzare ciò che era già salvato, potevano salvare ciò che è perduto.
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Mi chiedo se i responsabili di RaiPlay siano almeno al corrente dell’esistenza di quel Charlot “corto” che ha preceduto i film da loro trasmessi, ma temo di non voler conoscere la risposta (da quelle parti ciò che è dimenticato rimane dimenticato, vedi praticamente tutta la produzione fantastica/misteriosa di Biagio Proietti) 😞
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L’archivio RaiPlay serve per i romantichelli, natalizi e thrillerini che la RAI compra a secchiate: chiedere qualsiasi cosa di più è pura follia.
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Mi hai ricordato che qualcosa in VHS di Charlot avevo pure in casa mia, registrato chissà dove e chissà come! È vero che giravano questi corti al tempo, anche Stanlio e Ollio li mandavano a manetta (ricordo che odiai quando cominciarono a mandarli colorati…)! Grazie per questo impagabile lavoro di conservazione! :–)
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ho ancora almeno tre cassette da tre ore l’una strapiene di Stanlio e Ollio, ma senza la versione a colori: anch’io la detestavo! 😀
Per quello rimando a Discovering Cinema, un collezionista fenomenale che ha roba da far girare la testa ^_^
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Ho visto, proprio un bel canale! :–)
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“Le comiche” e “Charlot”…sono cresciuto insieme a loro e a quelle di Stanlio e Onlio. Mi ha fatto riaffiorare quei ricordi di infanzia ed è stata una botta di emozioni. Due termini ormai dimenticati, appartenenti alla nostra generazione. Grazie Lucio
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Proprio per aver vissuto anch’io questo tuffo nei ricordi ho voluto condividerlo ^_^
Anche perché temo che finiti quei tempi sia tutto materiale scomparso nel nulla, anche in versione americana, non l’ho più visto andare in onda e Chaplin è noto solo per i suoi lungometraggi, il che è davvero un gran peccato.
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E stanno facendo la stessa fine in film di Totò, le commedie di Eduardo De Filippo e i film di Jerry Lewis…non vengono più trasmessi. Le nuove generazioni – i miei pargoli di undici anni in primis – sono attratti dai social e preferiscono lo zapping di videoclip di una manciata di minuti. Mi pare assurdo che oggi che hanno la possibilità di scelta dei contenuti, siano attratti da personaggi insulsi e “comici” per i motivi sbagliati.
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In effetti è paradossale: da ragazzino sarei impazzito all’idea di poter scegliere fra una grande mole di film, invece di elemosinare dalla TV o dalla videoteca quelle poche briciole che si riuscivano ad avere – i miei hanno speso parecchio per comprare tutte le VHS di Eduardo, grande mito della nostra famiglia – e oggi invece neanche si ha tempo per un film intero, che c’è qualche polemica da social da seguire o qualche meme che dura un attimo e poi scompare…
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Persone diverse, e generazioni diverse, hanno diverse sensibilità. Da bambino c’era una manciata di persone che criticavano il mio amore per i cartoni giapponesi (per fortuna la maggior parte degli adulti che avevo intorno aveva il buon gusto di farsi i fattacci suoi) e mia madre mi ha sempre criticato per i Simpson perché li riteneva diseducativi e volgari, per poi guardare delle telenovelas vergognose in cui la situazione media era “tizia fidanzata si fa mettere incinta dal futuro cognato” 🤦
Non avendo figli ed essendo nato vecchio, non trovo attrattiva nella maggior parte delle cose che fanno divertire i ragazzini, pur avendo un’età mentale non troppo lontana dal dodicenne medio 😛 quindi non so se nel mezzo della roba che si infliggono ci sia qualcosa di valore 🤔 può darsi che nel mucchio di monnezza ci sia un singolo elemento di valore che colpisce l aloro sensibilità e salva l’intera baracca. E magari tra dieci anni considereranno una parte di quella roba inguardabile, come è successo con me con una piccola parte della roba che guardavo da bambino 🙂
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Almeno per noi bisognava che passassero dieci anni per cambiare le mode: oggi cambiano in dieci giorni, per cui non c’è tempo di sedimentare nulla. I cartoni animati giapponesi li abbiamo visti per anni, ci sono entrati dentro e fanno parte di noi: una serie seguita per un mese e poi abbandonata per sempre quale ricordo potrà mai lasciare? Giusto questo mi chiedo.
L’attenzione frastagliata ho paura che non crei affezione e non generi empatia, per non parlare della perdita totale di narrazione che è sotto gli occhi di tutti: lo dimostra il successo di “Avatar 2”, che in quanto a narrazione è inferiore a un videogioco per Commodore64, ma chi se ne accorge? Se non ricordi di aver visto quelle minchiate già mille volte, pensi che è roba nuova. (Infatti a me per anni hanno preso in giro nella mia passione Trek, a irridermi perché “In Star Trek IV salvano le balene, dài, che stupidata è?” E ora in “Avatar 2” salvano le balene e tutti gridano al capolavoro!)
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D’accordo, lungi da me dall’affermare che non vi sia “valore”. Con tutta probabilità non posso coglierne il “valore” per una questione non tanto anagrafica ma di approccio al medium ed evoluzione tecnologica. L’aspetto paradossale è che all’aumentare delle possibilità e scelte, è aumentata esponenzialmente la “monnezza” e la facilità di accesso non stimola lo spirito critico. Alcuni youtuber seguiti dai miei due pargoli sono degli emeriti deficienti. Non gli impedisco di vederli, ma spiego le motivazioni del mio spregio, cercando di capire le loro evidentemente in senso opposto.
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C’è anche la questione “cuore”: non sempre al cuore piace ciò che piace alla testa 😛
Anch’io da ragazzino vedevo cose considerate biasimevoli, negli Ottanta i cartoni animati giapponesi erano giudicati spazzatura che stava distruggendo la cultura italiana. (Che teneri, a credere che esistesse una cultura italiana 😀 )
Non necessariamente quello che si guarda per divertimento o per farsi due risate (io ero fan sfegatato di Francesco Salvi!) corrisponde poi al medium d’elezione o al gusto narrativo: il geopolitico Lucio Caracciolo prima di tutto definisce se stesso un “romanista”, e credo che a discutere con lui di calcio si finisca a botte, a riprova che testa e cuore possono andare in direzioni diverse ^_^
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Sfondi un portone a due ante aperto! La mia passione per i videogiochi ha attirato gli strali prima dei miei genitori per il “tempo perso” e attività rimbambente; tuttora dalla maggiore parte delle persone ritenuta un’attività infantile, al più adolecenziale, priva di qualsiasi contenuto e perfino dignità culturali. Pertanto per primo e sulla mia pelle ho sperimentato questa forma di “incomprensione” e ostracismo. Mi fa specie che oggi nei confronti dei miei figli mi ritrovi a ritentere in modo similarmente sprezzante gli “youtuber”. Segnale che sto veramente invecchiando (male)? 😉
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Quando un giorno i tuoi figli saranno youtuber milionari ti diranno “Ti ricordi di quando dicevi che sprecavano tempo su YouTube?” 😀
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Ommadonna! 😂😂😂
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Personalmente ritengo che una quantità minima (sottolineo “minima”) di monnezza possa aiutare lo spirito critico, facilitando l’allenamento del gusto grazie a contrasto forti. Ovviamente non posso pronunciarmi sui tuoi figli, non so chi seguano e quanto li seguano.
E non essendo padre, non so come si possa stimolare la curiosità verso il passato… forse potrebbe emergere nel momento in cui una persona sviluppi una nicchia di interessi, di solito questo porta ad approfondire il passato della nicchia stessa, per lo meno. Per esempio, sviluppando interesse per i videogiochi, ho sviluppato un interesse sempre maggiore per il vecchiume, nonostante certi design molto vecchi siano per me difficili da affrontare 😛
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Stimolare la curiosità in generale è cura dei genitori e auspicabilmente della scuola. Il confronto con il passato è inevitabile e ineludibile, con l’attenzione di non finire nella palude della nostalgia canaglia e del “si stava meglio, quando si stava peggio”. Il nocciolo della questione è che io credo fermamente che oggi “si stia meglio” e quindi le nuove generazioni hanno molte più opportunità e stimoli. Non mi dò pace quando noto che invece questa abbondanza e varietà. che si traduce in libertà di scelta e di formazione, non vengano sfruttate e si tenda a una massificazione e un conformismo per certi versi escludente.
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C’è un qualche strano contrappasso per cui più si ha accesso all’informazione meno lo si utilizza: per 2.500 anni nessuno ha mai creduto che la Terra fosse piatta, oggi – con accesso alla più grande mole di informazioni della storia umana – lo credono in tanti. Se mai un giorno gli intellettuali toglieranno la testa dall’ano di Marx magari studieranno questo strano fenomeno 😛
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Sì, mio buon bavone, è un po’ scoraggiante. Ovviamente, con giorni di 24 ore non si può approfondire tutto, ma qualcosa sarebbe auspicabile, perché è interessante vedere che le cose non spuntano fuori dal nulla, sono anelli di una catena lunga di invenzioni più o meno riuscite 🙂
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Ah, comunque credo che il problema di non cogliere il valore di qualcosa sia più anagrafico che legato alla tecnologia. Io per esempio non riesco ad afferrare il divertimento di certi meme ironici da giovani, non capisco in quale punto dovrebbero far ridere 😅
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Secondo me, è di approccio alla tecnologia nel senso che come io uso Istagram non sarà mai come lo usa un ragazzo di venti anni. Se fosse anagrafico, non proverei a toccarlo nemmeno da lontano con una pertica 😉
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Ah, ok, avevo capito male XD
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Tra l’altro: chi detiene i diritti di questi corti e dell’opera di Chaplin, ora?
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Non ne ho idea. Visto il livello di totale oblio direi qualche grande major: solo le grandi case riescono a murare vivi i film e farli scomparire per sempre 😀
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Mah, forse le cineteca hanno ancora del materiale e magari anche restaurato (tipo Bologna).
Ogni anno a Pordenone c’è il Festival del Cinema muto, arrivano spettatori fin dall’America, non posso credere che non abbiano le opere di Charlie Chaplin in toto.
Si può anche visitare la sua casa volendo, in Svizzera, aperta al pubblico, chi c’è stato spesso ci torna, me ne hanno parlato davvero bene.
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Sicuramente ce le hanno, ma queste opere esistono se sono distribuite: stare chiuse in un museo significa essere dimenticate per sempre. Così come nelle loro varie edizioni italiane sono perse per sempre: quand’anche esistessero ancora delle pellicole, sono chiuse nelle cantine dei collezionisti quindi è come se non esistessero più.
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Opera meritoria, sei un benefattore!
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ahah grazie, Chaplin ne sarebbe lieto 😛
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Io credo di andare controcorrente dicendo che ho sempre fatto difficoltà con le comiche brevi di Chaplin e ho invece consumato le cassette guardando e riguardando i suoi film classici. Luci della città, La febbre dell’oro, Il Monello, Tempi moderni, Il circo registrati dalla RAI forse addirittura in prima serata e visti e stravisti e rivisti. Ho come l’impressione che le comiche brevi abbiano delle trovate troppo raffinate per il formato. Cioè, mi pare che i film siano curatissimi a livello maniacale e gli effetti comici siano precisi al millimetro, mentre nelle comiche, gli effetti simili non vengano sviluppati come avrebbero meritato. Non so se riesco a spiegarmi.
(Ma quegli effetti sonori da dove arrivano? :D)
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Gli effetti sonori rendono queste chicche ancora più chicche, perché i corti di Charlot (come degli altri comici) negli anni Cinquanta e Sessanta venivano “appiccicati” insieme in film antologici da proiettare al cinema, che però venivano presentati come storie uniche, non raccolte di “comiche”. Perciò a volte c’era una voce narrante che cercava di fare da raccordo fra le scene, per dare forma all’informe – del tipo “Charlot cerca lavoro: prima fa il dentista, poi il pittore, poi lo arrestano, poi evade, ecc.”), oppure c’erano casi in cui si condiva il tutto con effetti sonori che oggi possono sembrare strani ma ancora negli anni Ottanta avevano il loro perché, infatti ridevo da morire 😛
Che i film di Chaplin siano splendidi non si discute, ci mancherebbe, ma quella sua grande precisione maniacale nella costruzione della scena deriva proprio dai tantisssimi corti che ha fatto, tutti con coreografie studiate al millimetro. Se una volta ti capita ti invito a guardare una qualunque sua comica dove si azzuffa con qualcuno – cioè una qualunque 😀 – e guarda bene i movimenti: non c’è una sola mossa lasciata al caso, è tutto preciso al millimetro. La costruzione della scena, la disposizione degli oggetti per essere utili al momento giusto, le gag fisiche, quelle visive e le espressioni, tutto è studiato al millesimo: una palestra eccezionale per passare poi al lungometraggio 😉
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Certamente, il Chaplin dei film è il Chaplin delle comiche. Si vede lo stile, la comicità tipica sua e diversa da quella degli altri comici, molto più raffinata e pensata. L’unica cosa è che comunque quando faceva le comiche, soprattutto quando era sotto contratto con altri, doveva rispettare delle tempistiche molto più strette, anche di budget, mentre quando faceva i suoi film poteva farlo secondo i suoi tempi. Per girare Luci della città ci ha messo 4 anni, un tempo pazzesco, (che nel frattempo il sonoro stava prendendo piede e c’era il serio rischio che il film si rivelasse un fallimento, visto che era un film muto), quindi per forza aveva la possibilità di perfezionare il più possibile, di portare a un livello superiore quello che già faceva nelle comiche, secondo me.
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Ma sono mai stati trasmessi cartoni animati muti in bianco e nero?
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Boh, i cartoni in bianco e nero che ricordo bene o male un po’ di parole le avevano.
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