Venerdì 13: la serie (1987) 12 – Il guaritore


Continuiamo a parlare della serie TV “Friday the 13th: The Series“, quella senza Jason.


Tre anni di buio

Canali piccoli e grandi, gratuiti e a pagamento, si affollano a trasmettere i film della saga di Venerdì 13, presentando in prima visione le varie uscite, ma niente: della serie TV non frega proprio più niente a nessuno.

Il 1993, 1994 e 1995 vanno via così, puliti, senza una sola speranza di liberare gli episodi rimasti murati vivi negli archivi segreti di Italia1. Poi finalmente qualcosa si sblocca, qualche carceriere ha pietà per quegli episodi rinchiusi da anni, e decide di liberarli.

Lunedì 22 maggio 1996 si festeggia la Liberazione di “Venerdì 13” su Italia1: in prima serata un filmaccio ghiottissimo (Gunmen, di cui prima o poi dovrò parlare), poi ciclismo, poi calcio (Corea-Juventus!), poi rally (pure!), poi “Studio Sport”, poi cos’altro, regionali di bocce su prato? Nazionali di racchettoni sul bagnasciuga? Va be’, alle 2.50 va in onda Italia a mano armata (1976) di Franco Martinelli (no, in realtà è di Marino Girolami, ma non ditelo a chi compila le Guide TV!), e alla fine, per chi sia riuscito a resistere fino alle 5 di notte (cioè all’alba di martedì 28 maggio), finalmente torna “Venerdì 13”.

Italia1, 8 giugno 1996

Malgrado questo nuovo ciclo inizi con Il cupido che uccide, i numeri corrispondono e siamo autorizzati a pensare che siano stati replicati gli episodi già presentati da Zio Tibia, malgrado i quotidiani dell’epoca raramente specifichino il titolo. Arriviamo così all’8 giugno 1996, dove va in onda in prima serata Codice Magnum (1986) con Schwarzy, in seconda serata Giustizia privata (1986) con Michael Paré (che devo decidermi a recensire) e in terza serata Kreola (1993) con Demetra Hampton, in mezzo a sport a secchiate e a “Fatti e Misfatti”. Finalmente alle 4 di notte va in onda un nuovo episodio inedito di “Venerdì 13”. Che fatica…


Episodio 1×12
Il guaritore
(Faith Healer)

Andato in onda l’8 febbraio 1988, l’episodio è diretto da… è lui o non è lui? Ebbene sì, è diretto da David Cronenberg! Non credo di aver bisogno di spendere parole di presentazione sul cineasta canadese, mi basta ricordarvi che per una rassegna ragionata di tutta la sua opera c’è la Bara Volante sempre aperta.

Finalmente si comincia a fare sul serio, in questa serie

Mi diverte ricordare che Cronenberg più di dieci anni dopo tornerà nel franchise interpretando Jason X (2001), e per puro caso l’altro giorno ho trovato il relativo romanzo-novelization, di cui ho tradotto il primo capitolo: non sapevo che avrei incontrato Cronenebrg, oggi, quindi è un chiaro segno che il MACC (Motore ad Alta Coincidenza Cinematografica) è sempre in agguato.

Sono già stato in “Venerdì 13”, ma non avevo incontrato Jason

L’episodio non sembra essere presente fra quelli usciti in VHS italiana fra il 1988 e il 1989, ma le informazioni sono così rare e vaghe che non lo posso dire con certezza.

L’oggetto infestato della settimana è il Guanto degli Sforza (Sforza Glove): «È un oggetto del 1500, venne fatto per Antonio Sforza da uno dei suoi medici di corte. Il suo scopo era assicurare la buona salute alle famiglie più importanti dell’epoca», ci spiega il solito Marshak (Chris Wiggins), tornato nella serie e subito pronto alla sua solita mania di protagonismo. «Sono stato io a portarlo qui da Roma, durante uno dei miei numerosi viaggi di affari». E certo, chi è che non passa da Roma e si frega un guanto degli Sforza? Se poi pensiamo che gli Sforza in realtà erano una famiglia di Milano si apprezza di più la megalomania di Marshak: so’ bravi tutti a trovare guanti degli Sforza a Milano, provate a trovarli a Roma!

Per fortuna a farci fare due risate arriva Micki (Robey), che di punto in bianco è esperta pure lei: nel proprietario del guanto, Antonio Sforza, riconosce un alchimista. «Io ho studiato il Rinascimento italiano all’Università»: me lo immagino il corso di Rinascimento che parla di Antonio Sforza da Roma che c’aveva un guanto solo.

Un episodio diretto con… guanto bianco!

La scoperta di questo guanto cambia la vita di Stewart Fishoff (Miguel Fernandes), il classico guaritore-truffatore che dietro lauti compensi e conti correnti svuotati promette solennemente di truffare ogni malato in circolazione: nessun portafoglio rimarrà ignorato, è un impegno sacro.

Facciamo finta di accettare il fatto che il guanto di Antonio Sforza, prelevato a Roma da Marshak e consegnato a zio Vendredi, stia lì, per terra, fra la spazzatura di un marciapiede: lo sappiamo che questa serie ha la fantasia nella camera degli autori. (Però pure ’sti autori, ogni tanto un po’ di tabacco al posto della fantasia, no?) Il nostro amico truffatore Fishoff trova il guanto, mediante una serie di incidenti fortunati (a seconda dei punti di vista) scopre il funzionamento e quindi può iniziare la sua carriera di guaritore “vero”: il guanto infatti guarisce sul serio dalle malattie, dalle paure, dalle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, manco fosse Battiato, ma il problema è che la “mano” di Antonio Sforza non annulla, si limita a fare da tramite. Il guanto si “imbibisce” di malattia che poi scarica su qualcun altro.

’Sta mano po’ cura’, o po’ ammazza’… o entrambe!

I crediti non lo riportano, ma la rivista “CineAction” (n. 43) dà per scontato che David Cronenberg – sette mesi dopo nei cinema con Inseparabili – abbia messo mano anche alla sceneggiatura, oltre alla regia, e mi sembra un’ipotesi più che plausibile: questo episodio è così cronenberghiano che anche se l’avesse diretto un altro tutti avremmo gridato “va’ com’è cronenberghiano!”. La caduta della carne sotto l’umiliazione della malattia è resa in modo potente, e contrasta parecchio con lo stile della serie, fino a quel momento parecchio leggerino.

«Il guaritore è carico di immagini ripugnanti di malattie e metamorfosi biologiche, girate con distacco clinico.»

Sposo in pieno le parole di James Grainger che, su “Rue Morgue” n. 83 (ottobre 2008), parla di questa serie, e ovviamente cita Cronenberg perché è una delle poche cose buone da poter citare.

Sono tre etti di Cronenberg, signo’: che faccio, lascio?

Il truffatore Fishoff, che avvia un’impresa che cura gente e ne ammazza altra, ha un arci-nemico in Jerry Scott (Robert Silverman), una figura che viene trattata sempre maluccio dalla narrativa americana: il cacciatore di truffatori, che smaschera santoni e guaritori perché smettano di derubare chi crede in loro. Non so perché, ma in narrativa questi personaggi fanno sempre il salto della quaglia e a fine vicenda diventano peggiori degli infami che vorrebbero smascherare.

Jerry Scott ha passato la vita a smascherare sedicenti guaritori come Fishoff, ma stavolta qualcosa è cambiato, anzi ne sono cambiate due: Fishoff è davvero in grado di guarire… e Scott è malato. Siamo tutti scettici, con le malattie degli altri, ma quando tocca a noi ci beviamo pure la varechina trumpiana, perciò è facile comprendere la scelta di Scott di non essere più il morigerato scientista d’un tempo.

David ci va giù duro di Cronenberg

L’episodio è spettacolare, appassionante e di gran lunga superiore a tutti quelli precedenti: parte del merito va a Cronenberg, parte al fatto che i tre protagonisti sono messi sullo sfondo così non hanno dato fastidio alla narrazione. Mi sento infatti di sposare in pieno lo sfogo di Anthony Timpone, storico giornalista cinematografico e colonna portante di “Fangoria” che nel marzo 1989, nell’editoriale del n. 6 della rivista-figlia “GoreZone” scrive:

«Sono quasi diventato fan della serie “Venerdì 13” l’anno scorso, quando David Cronenberg ha diretto il potente episodio Il guaritore. Però è davvero difficile mandar giù il tema farlocco [hokey premise] della serie. Perché quegli insulsi protagonisti non si rivolgono a un aiuto esterno per rintracciare gli oggetti maledetti? La serie funzionerebbe meglio se tutti insieme, Jack, Micki e Ryan, ne venissero estromessi.»

No, devo essere più positivo, malgrado la pensi allo stesso modo, e lodare finalmente un episodio davvero appassionante di questa serie, ma so già che è stata una meteora e che dalla settimana prossima si tornerà a fissare allibiti le mirabolanti e aerobiche acconciature di Robey.

Che bocca grande che hai… che occhi grandi che hai… che capelli grandi che hai…

L.

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16 risposte a Venerdì 13: la serie (1987) 12 – Il guaritore

  1. Cassidy ha detto:

    Visto ieri, ancora grazie 😉 Tutta la parte del guanto nella monnezza e della sua bislacca storia degli Sforza diventati Romani fa alzare non uno, ma entrambe le sopracciglia. Lo hanno affidato a Cronenberg perché gli effetti del guanto sono proprio roba sua, si vede che non ha cambiato una virgola della trama, si è limitato a dirigere bene e a portare i suoi pretoriani, come Robert Silverman, che qui sfoggia la malattia deformante sul suo corpo, come faceva in “The Brood”. Insomma carina la rossa che fa da tappezzeria, insieme al resto dei protagonisti, ma l’episodio funziona proprio perché lo hanno messo nelle mani, o nel guanto, di Cronenberg. Grazie mille per la citazione, ti aggiungerò alla rubrica 😉 Cheers

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  2. Vasquez ha detto:

    ahahah che spettacolo!
    “IL” guanto, uno solo, degli Sforza di Roma, tutti monchi 🤣
    Hai scritto “I crediti non lo riportato, ma la rivista ecc…” e io avevo letto “I cretini non lo riportano…” e ho pensato: cavoli! non mi pareva in questo episodio Micki e Ryan fuggissero col guanto e poi non volessero riportarlo…
    Che altro dire? Non ricordavo la puntata, forse non l’ho mai vista prima che me la passassi, di sicuro nel 1996 ero immersa mani e piedi negli X-Files (con cui “Venerdi 13” ha in comune il doppiatore del protagonista maschile), e già stare dietro alla serie di Chris Carter era una bella impresa, quindi in ogni caso questa sarebbe passata in secondo piano.
    Io non avevo pensato a tutte le cose che mi hanno fatto sbellicare in questo tuo pezzo (l’unico guanto, Micki all’università, gli Sforza di Roma…sicuramente un ramo cadetto della famiglia, chissà se il primo che si allontanò scrisse anche lui un best seller… “Spare – Il monco”…), non ci avevo neanche fatto caso a dirla tutta. Ed è un peccato, perché mi era piaciuto tantissimo -finalmente un episodio horror con tutti i crismi- …e non potrò rivederlo mai, più per colpa tua!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahhah mi spiace di averti rovinato la puntata, la mia è una deformazione che io stesso vorrei perdere, ma è più forte di me: appena in una vicenda horror gettano delle premesse stupide, io le noto, mi secco e per me è tutto rovinato. E purtroppo negli horror è molto facile trovare premesse stupide. O fare stupidaggini tipo “Rimaniamo tutti uniti, ma scendo un attimo in cantina da solo”.

      Mai e poi mai avrei notato invece che Ryan e Fox condividessero la stessa voce, e più che alla mia distrazione auditiva vorrei imputare la cosa alla bravura del doppiatore, che ha saputo essere serio (con le dovute proporzioni) con Fox e buffonesco con Ryan.
      Visto che solo un minuscolo numero di questi episodi è uscito in VHS nel 1989, mi chiedo: sono state doppiate tutte le puntate ma solo in parte sono uscite su VHS? Le ha doppiate Italia1 direttamente? Non mi sembra di aver notato voci diverse, eppure sono molti di più gli episodi trasmessi che quelli usciti in videoteca. Un mistero che fa il paio con il guanto unico dei Monchi-Sforza di Roma 😀

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      • Vasquez ha detto:

        Quella cosa del “Da questo momento non dividiamoci, però adesso ci dividiamo” ha iniziato a dare fastidio anche a me, anche perché basterebbe che non facessero notare che i personaggi hanno improvvisamente deciso di non dividersi, ovverossia basterebbe davvero poco per evitare certe incongruenze. Come anche qui: bastava veramente un minimo di cura in più…però io mi lascio prendere lo stesso, mi dico “va be’, alla fine non è importante, vediamo dove vogliono portare la storia”…a volte con più sforzo da parte mia certo, ma se non fai così, più della metà dei film horror (e di fantascienza, e di soprannaturale…) in circolazione risultano indigesti…

        Sarebbe bello poter rispondere alle tue domande, ma la distribuzione italiana credo rimarrà un mistero che nemmeno Mulder e Scully possano risolvere.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Infatti metà (anzi, diciamo tre quarti) dell’horror e fantascienza li trovo indigesti, perché basterebbe loro un briciolo in più e invece niente, tutti uguali. “Ah, proprio qui non mi prende il cellulare…”
        Se al mondo esistesse un solo sceneggiatore, si renderebbe conto che i cellulari non sono un ostacolo, come vengono trattati da trent’anni, bensì uno spunto ghiotto: una volta che sto chiuso in una cabina nel bosco di notte con un maniaco di fuori, prendo il telefono e… chi chiamo? Ci sarebbero praterie di nuovi soggetti da scrivere, invece niente, tracciato piatto…

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  3. Conte Gracula ha detto:

    Lo spunto generale del guanto mi sembra una ribollita del bisturi di Jack, hanno fatto bene a incastrare Cronenberg per bilanciare ^^

    Comunque non sottovalutare la dama rossocrinita, tu non lo sai ma lei c’ha i poteri!
    Starò scherzando? Sarò serio? Quanto saranno poderosi questi poteri poterosi? Lo scoprirai solo continuando questa rubrica!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Tutti gli oggetti ala fine sono tratti in modo simile, con questi sceneggiatori non si può avere molto di più 😛

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      • Conte Gracula ha detto:

        Ma qui il potere è quasi lo stesso, il problema è quello 😛
        Tra l’altro, a spacciarlo per un guanto da alchimista, avrei visto meglio che si potesse usare per combinare o separare sostanze senza avere altri strumenti, ma per valorizzare una cosa simile ci vorrebbe uno sceneggiatore che non solo ha fantasia, ma pure una buona cultura scientifica.
        O un buon consulente di chimica, magari migliore del vulcanologo chiamato da Amazon per avvallare una pessima svolta di sceMeggiatura in Gli anelli del potere 😅

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      • Vasquez ha detto:

        Trovato! L’unico Guanto è come l’Unico Anello! Così diventa: un Guanto per domarli, un Guanto per trovarli, un Guanto per guarirli e nel buio cronenbergarli…rima un po’ zoppa ma migliorabile.
        Uff! Che fatica! Non è mica facile fare lo sceneggiatore 😛

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      • Conte Gracula ha detto:

        Lo so, è tosta XD ma visto che lo fanno anche i passanti alla fermata del bus, perché non noi? 😂

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  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Terzo post in poche ore su Venerdì 13, palinsesti mitici, promesse di recensioni da acquolina in bocca (e che mi aspetto prima o poi mantenute), gli Sforza da Roma, Cronenberg, un episodio che ottiene la promozione etrusca…se è un sogno non svegliatemi! 🙂

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  5. Giuseppe ha detto:

    Eh, ma bisogna capirli: se nel mondo anglosassone d’oltreoceano la Francia in genere è ridotta alla sola Parigi, qualcosa di storico che abbia a che fare con l’Italia lo si porta direttamente da Milano (o da qualsiasi altra città) a Roma per non confondere troppo il pubblico di quelle parti… massimo risultato col minimo sforzo compreso il guanto degli Sforza, visto che non si sono nemmeno sforzati a fare il paio (poco male, adesso ti sei rilanciato nell’universo del Dottore e, nel suo spin-off Torchwood, troverai DUE guanti assai potenti) 😀
    Peccato per la meschina collocazione oraria, un episodio diretto da David Cronenberg avrebbe meritato ben altra visibilità pur essendo nel ’96 molti spettatori già in altre faccende (vedi X-Files, DS9 e le spesso ingannevoli repliche di TNG) affaccendati, e temo proprio che questa serie non fosse più in cima ai loro pensieri (se mai prima lo era stata davvero)…
    P.S. “Che bocca grande che hai… che occhi grandi che hai… che capelli grandi che hai… E ora mi sa tanto che qualcos’altro ancora mi canterai” 😛

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahah neanche il discografico di Robey l’ha mai promossa così! 😀
      Mandare un episodio di Cronenberg alle 4 di notte è pura criminalità, ma visto come trattavano le serie blasonate è un miracolo già solo che questi episodi siano andati in onda.

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