Nuovo appuntamento per la collana estrema meno estrema in circolazione, anche se stavolta finalmente comincia ad avere senso la sua etichetta.
Il regista prettamente televisivo Tom Shankland, con partecipazioni anche in serie TV illustri, un giorno ha sentito l’esigenza di girare qualcosa di diverso: un thriller a tinte fosche, con tanto sangue ma anche… equazioni algebriche! Così, a sorpresa.
Il 30 luglio 2007 presenta il suo wΔz al tedesco Stuttgart Fantasy Filmfest Nights e inizia a partecipare a tutti i festival di Germania e d’Europa. Girata voce che c’erano torture e scene toste, il film finisce nelle mani dei fratelloni Weinstein che neanche lo guardano: sono abituati a comprare robaccia in giro e a buttarla a casaccio in videoteca, questo film è troppo di buona qualità rispetto al letame fumante a cui sono abituati i nostri baldi fratelli, quindi do per scontato che sia un puro errore il suo finire in DVD americano il 12 agosto 2008, con il nuovo titolo The Killing Gene (che l’altro era troppo intellettuale), ma soprattutto nella famigerata “Dimension Extreme“.
Koch Media lo porta in DVD e Blu-ray italiani dal 2010.
Bastano i primi secondi di film per capire che non c’entra niente con casa Weinstein: piombano in scena Stellan Skarsgård e Melissa George, cioè due attori veri, quando invece la “Dimension Extreme” predilige gente di passaggio che neanche finge di saper recitare. Per questo penso a un errore.
Helen Westcott (Melissa George) è una detective appena arrivata in un distretto che si vede lontano un miglio puzzare di marcio: non per la criminalità che infesta la strada, bensì per i poliziotti del suo distretto, uno più fetido dell’altro. La situazione è parecchio tesa con il suo collega Eddie Argo (Stellan Skarsgård), che si dimostra molto sgradevole e paternalista con lei.
Se il film uscisse oggi sarebbe molto caricato l’aspetto da pseudo-bullissimo di genere, ma per fortuna i primi anni Duemila non erano ancora il Medioevo morale di oggi quindi la dinamica fra Helen e Eddie non ha nulla a che vedere con questioni di genere: chiunque abbia lavorato un giorno in vita sua sa che appena arrivi becchi il collega stronzo che fa lo stronzo, indipendentemente da sesso, età, fede ed estrazione sociale. La stronzaggine non conosce discriminazioni di sorta.
In un clima lavorativo particolarmente teso i nostri due detective si ritrovano fra le mani un terribile omicidio: una donna con ferite multiple ma soprattutto una strana scritta sulla pancia.
Dopo aver pensato che la scritta fosse “WAZ”, non a caso potete trovare scritto in questo modo il titolo del film in giro, Helen ha l’idea vincente: sono simboli algebrici. Quindi ora parte tutta una tramona thrillerona e con l’aiuto di un matematico i nostri eroi cominciano a… No, due secondi dopo hanno risolto tutto: si tratta dell’inizio dell’Equazione di Price, formulata nel 1970 da George Robert Price. Oh, la facevo più difficile.
Qui capiamo subito che la sceneggiatura di Clive Bradley non sarà a prova di bomba, infatti d’un tratto il film sembra… correre da fermo. Correre perché i due investigatori protagonisti scoprono troppo in fretta elementi chiave sul comportamento dell’assassino seriale, fermo perché niente ha senso, né è spiegato.
Dopo aver studiato biologia evolutiva sulla rivista “Condominio Oggi”, il nostro baldo sceneggiatore butta a casaccio supercazzole scientifiche che non si capisce cosa c’entrino con la vicenda. L’equazione di Price dimostra l’altruismo e aiuta a trovare il gene dell’egoismo: ma che vuol dire? Ovviamente non è vero niente, ma soprattutto la “spiegazione” non ha alcun senso. Peraltro lo scienziatone interpellato cita proprio «the selfish gene», che se il doppiaggio italiano avesse tradotto con “il gene egoista” si sarebbe capito il richiamo al grande capolavoro omonimo del 1976 di Richard Dawkins, che se però l’autore avesse letto avrebbe stracciato la propria sceneggiatura.
Eddie sembra sapere tutto ma poi sembra non sapere niente, l’equazione di Price d’un tratto scompare nel nulla, Helen continua le sue indagini convinta che nel distretto ci sia del marcio, intanto tutti sanno che l’assassina seriale è Selma Blair, perché stanno morendo tutti quelli che l’hanno aggredita e stuprata. E possibile che i geniali indagatori non ci avevano fatto caso prima?
A metà film non esiste più alcun thriller, visto che tutti sanno tutto ma non lo dicono, e al suo posto c’è un puro death wish, visto che abbiamo Selma Blair che si fa giustizia da sola di chi l’ha violentata, come una pura giustiziera della notte. Ma con una differenza.
L’unico elemento di trama riuscito del film è che la giustiziere sottopone le sue vittime alla tortura che ha dovuto subire lei. I suoi aggressori quella fatale notte l’hanno massacrata davanti a sua madre, dicendole che se voleva che smettessero avrebbe dovuto incitarli ad uccidere lei, la genitrice. Ora la giustiziera pone le sue vittime, cioè i suoi carnefici, davanti alla stessa scelta, dando vita a scene di grande impatto emotivo e visivo.
La mia idea è che il confusionario sceneggiatore avesse diverse idee in mente, tutte confuse, e le abbia messe insieme a casaccio, ed è stato così desideroso di fare lo spiegone finale che si è dimenticato di lasciare indizi durante la strada. Così abbiamo un film che per tre quarti è totalmente incomprensibile, visto che i personaggi parlottano di robe che sanno solo loro, poi alla fine tutto è spiegato con grande impatto: la spiegazione è ottima, l’idea finale è molto azzeccata, ma i tre quarti di film precedenti sono troppo sguarniti. Un migliore equilibrio avrebbe sicuramente reso questo film un gioiellino oscuro.
Gli attori sono tutti bravi e il film è oscuro e cattivo quanto basta, perciò è un peccato vederlo inciampare nell’equilibrio narrativo, comunque è sicuramente superiore ai filmacci “estremi” della Dimension, non foss’altro che ha veri attori, una vera fotografia e un finale davvero “estremo”. Avrebbe proprio bisogno di un buon remake, con una sceneggiatura meglio distribuita.
L.
– Ultimi film Dimension Extreme:
- Eden Lake (2008) Un tranquillo Fassbender di paura
- Steel Trap (2007) Trappola d’acciaio
- w Delta z (2007) The Killing Gene
- Nightmare Detective (2006) Indagatore dell’incubo
- Teeth (2007) Denti
- Black Sheep (2006) Pecore assassine
- SMS (2006) 3 giorni e 6 morto
- Broken (2006) Nessuno vi salverà
- [Multi-Recensioni] Horroracci su Prime Video (1)
- Children of the Corn 9 (2011) Genesis
Ho letto prima i nomi sulla locandina e ho capito che o i fratellini avevano preso un abbaglio, oppure un buon film per una volta. Dovrebbero fare i remake dei titoli così, per migliorarli e farne bei film, ma tanto lo sappiamo che nessuno lo farà mai, meglio investire sui titoli belli e conosciuti e farne brutti rifacimenti che fanno agitare “Infernet”, si incassa di più. Poveri noi! Cheers
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Qui i numeri c’erano tutti, ma in pratica per tre quarti di film è tutto sballato, ogni equilibrio è sbagliato, poi alla fine lo spiegone è tosto e potente, un’ottima idea purtroppo rovinata da una pessima sceneggiatura.
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Ammazza,ma era proprio una rete a strascico questa collana “Extreme”,giù a gettare le reti e tirare su i film che gli capitavano a tiro,tutti a caso,oggi è capitato addirittura un film con un cast di qui ricordo bene i nomi,thiè pure Melissa George,bella e brava!
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Per me i fratelli Weinstein manco leggevano i titoli: tutto quello che trovavano all’estero e costasse meno di dieci dollari lo compravano a scatola chiusa, si inventavano una locandina splatter e lo buttavano in videoteca 😛
Qui per puro errore ci sono signori attori, ma il film è fatto davvero male, ed è un peccato perché è una trama potente e cattivissima, ma gestita a livello amatoriale. Gli attori no, ma il film è sicuramente degno della collana “Estreme”.
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Questa volta, anche se di certo per sbaglio, i fratelli Weinstein l’hanno fatta giusta. E poteva essere ancora più giusta, con un bel po’ di amatorialità in meno (che attrici e attori ad hoc già ci sarebbero stati) 😉
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Un film tostissimo che quindi dispiace ancor di più venir rovinato da una sceneggiatura claudicante.
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Visto e concordo per filo e per segno con quanto hai scritto: due attori validi, scene di buon impatto, idea di base certamente buona ma sviluppo della vicenda che inciampa a più riprese rendendo un po’ “farraginosa” una visione che poteva/doveva (visti gli elementi in campo) essere più appagante. Alla fine mi ha lasciato qualcosa di buono ma con rimpianto, quindi voto anche io per il remake con sceneggiatura meglio distribuita! 🙂
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Tanto fanno remake a raffica, ci scapperà pure uno di questo 😛
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“visto che abbiamo Selma Blair che si fa giustizia da sola di chi l’ha violentata, come una pura giustiziera della notte” Che è ESATTAMENTE la trama di un film dell’Ispettore Callaghan, tra l’altro:
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Sì, è un tema meno frequentato ma quando appare funziona sempre, e Clit non se l’è fatto scappare 😉
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