Il 14 aprile 2023 sarà il Burt Gummer Day, e per prepararci a festeggiarlo è il momento di far entrare i vermoni nel Zinefilo, così da raccontare le sette epiche fatiche dell’eroe che non trema.
Dopo che il cinema è crollato in favore delle videoteche, la ruota gira e anche le videoteche iniziano a crollare, dopo poco più di un decennio di dominio incontrastato: sic transit gloria videi.
Per una saga che ha sempre meno soldi a disposizione, seguire il flusso è vitale e quindi si va tutti nel nuovo medium di moda: i canali televisivi tematici, raccoglitori indifferenziati di spazzatura maleodorante. In una parola, Sci-Fi Channel, che di lì a poco si chiamerà (e si chiama ancora) Syfy.
Il 28 marzo 2003 va in onda il primo episodio di una sfortunata serie TV dedicata ai vermoni tremoloni, il cui insuccesso indica che tutti i fan adoratori della saga lo sono (come sempre) solo a chiacchiere. Meglio tornare al formato filmico.
Della serie TV parlerò alla fine di questo viaggio fra le sette fatiche dell’eroe che non trema.
The Legend Begins
Come sempre, le riviste di settore ignorano totalmente la saga vermosa, forse non considerata abbastanza “seria” per il cinema horror, e troppo horror per il cinema “serio”, non saprei, quindi non ho altro da dire su Tremors 4. The Legend Begins se non che esce nelle videoteche americane il 2 gennaio 2004.

Lasciamo stare la TV, torniamo in videoteca
La consueta Universal lo porta in DVD italiano dal giugno del 2004 con il titolo Tremors 4. Agli inizi della leggenda e, stando a FilmTV.it, la sua prima apparizione televisiva è su Italia1 il 9 settembre 2006: il quotidiano “l’Unità” ci indica persino l’orario, 16,25. Si vede che Mediaset puntava tantissimo su questo titolo, subito scomparso dall’emittente.
Siamo nel Nevada del 1889, la cittadina mineraria si chiama ancora Rejection ma per il resto non è molto diversa da come sarà la Perfection di cento anni dopo: per esempio il Chang’s Market è già lì, pronto a spennare clienti.

Passano i secoli, ma i negozi spenna-clienti non passano mai di moda
Già cento anni prima del 1990 in cui è cominciata la saga, la cittadina ha la curiosa particolarità per cui tutti si vogliono bene: cinesi, messicani, pellerossa e bianchi vivono d’amore e d’accordo, e più sono diversi più si stringono forte forte e si riempiono di bacetti, tutti contenti che non ci siano neri in giro. Incredibilmente, infatti, questa continua ad essere l’unica saga cinematografica della storia del cinema a non avere attori di colore!
Purtroppo questa Arcadia dove non esistono differenze di cultura e di pelle ha lo stesso dei gravi problemi, visto che la miniera è ferma e velocemente Rejection si sta trasformando in una cittadina fantasma nel deserto. Sotto terra l’argento ci sarebbe ancora, ma nessun minatore vuole lavoraci visti i mostroni che si pappano la gente.
Per studiare la situazione e prendere seri provvedimenti arriva il proprietario stesso della società mineraria: un pomposo damerino di città di nome… Hiram Gummer.

«Niuno, qui, vuol misurarsi con me a Scarabeo?» (cit.)
Il nostro Michael Gross si diverte un mondo a stravolgere il proprio personaggio e a regalarci un suo antenato praticamente di senso opposto: sofisticato imprenditore cittadino, più avvezzo agli affari e alla buona tavola che alla vita del selvaggio West, non sa neanche tenere in mano un’arma ed è convinto di potersi spostare per il deserto in bicicletta.
Capito che i mostroni vermosi richiedono provvedimenti più drastici di una qualche frase forbita, Gummer decide di ingaggiare un uomo di polso, un risolutore di problemi adatto alla frontiera: un losco pistolero che sia più pericoloso dei mostroni.

È arrivato in città qualcosa di molto più pericoloso dei graboidi
E chi mai avrebbe potuto interpretare questo pendaglio da forca del West se non il nostro amato Billy Drago?
Billy ci ha lasciato nel 2019, ma ha fatto in tempo a segnare vari decenni di immaginario collettivo. Ciao, Billy, insegna agli angeli a fare la faccia da infame.

Corso avanzato di “faccia da infame” 2004
Non è chiaro perché i nostri eroi continuino a sparare ai vermoni una volta chiaro che le pallottole fanno loro solo il solletico, ma si sa che gli americani respirano sparando, infatti è tempo che il nostro Hiram risponda alla chiamata del sangue Gummer e impari a maneggiare le armi da fuoco.
Chi mai potrà insegnare a un damerino di città a sparare come un eroe del West? Ovvio, “Black Hand” Kelly, il rude pistolero di Billy Drago: non potrei immaginare maestro migliore.

Dài, che hai altri tre film da fare a suon di pallottole
Il film rimane un prodotto per famiglie, se non proprio per ragazzi: niente sangue, niente horror, niente effettacci (giusto una testa di gomma inquadrata per un secondo, a fingere sia una testa mozzata), pochi morti e incruenti, insomma una commediola da pomeriggio di Rete4, in cui i vermoni – qui chiamati «dragoni delle viscere» (dirt dragons) – sono la parte meno interessante.

Ogni tanto fa capolino un graboide, ma non è più protagonista della saga
Il punto focale è ovviamente Gummer, l’antenato, protagonista assoluto dall’inizio alla fine: avrebbero potuto chiamare il film “La diseducazione di Gummer”, come cioè da raffinato affarista di città diventa pistolero matto del West.

Se vuoi conquistare un uomo… regalagli una mitragliatrice Gatling
La visione è divertente, anche se le parti con i vermoni sono pochissimo interessanti. Però il Gummer damerino di Gross è assolutamente irresistibile, quindi basta da solo a giustificare il film.
Le armi di Burt
Prima del nostro eroe, va citato “Black Hand” Kelly, che entra in scena sfoggiando una signora pistola.
Si tratta di una Colt Model 1873 Single-Action Army, la celebre Peacemaker, che tutto faceva tranne la pace!
La pistola è apparsa dovunque sin da quando esiste il cinema americano, ma mi piace citare un’altra rivisitazione storica coeva a questa, cioè L’ultimo samurai (2003), dove appare tra le mani del colonnello Bagley (Tony Goldwyn).
Ma ora torniamo al nostro eroe che non trema.
Anche l’antenato di Burt Gummer è generoso, e per lo scontro finale coi vermoni va dal Richter’s Firearms e fa una ricca spesa per i suoi nuovi amici e concittadini.
A Juan regala uno Sharps 1874 calibro 52 Buffalo Rifle
Dato il nome, mi pare giusto che il primo ad usare questo fucile al cinema sia stato il nostro amico Charles Bronson in White Buffalo (1977).
A Chang fornisce un Remington .45-120 Rolling Block Militarized, ampiamente usato nei film di ambientazione ottocentesca.
A Christine affida Un fucile a ripetizione Henry 1860, «di calibro minore ma impressionante per volume di fuoco»
È un fucile “western” che però è apparso poco al cinema, al contrario del suo similare Winchester, ma merita una citazione il suo essere finito tra le mani della mitica Patricia Tallman ne La notte dei morti viventi (1990). Alla faccia del “calibro minore”!
Alla grintosa Lu Wan passa una calibro 8 Remington Mark III, che per giustificare la ridotta dimensione definisce “Derringer”.
È una pistola molto particolare che è apparsa quasi mai al cinema.
A Tecopa tocca un LC Smith Shotgun calibro 10 a canne mozze Coach Gun
Questo fucile nei pochi western in cui appare è quasi sempre nella versione “ridotta”.
Per il gran finale Burt non ha badato a spese o buon gusto, sfoggiando un «micidiale» cannone da guerra da due pollici. Roba dannatamente grossa.
Tranquilli, IMFDb mi spiega che questo super-mega-fucilone è stato costruito appositamente per le riprese, il che spiega come mai esca immediatamente di scena dopo un solo faticoso colpo.
La filosofia dell’antenato di Burt mi sembra chiara: per un grande verme non serve un grande fucile… ma un fucile grande!
L.
P.S.
Non dimenticate lo Speciale Tremors de “La Bara Volante”.
– Ultime bestiacce:
- Ray Harryhausen 2 – UFO e lucertoloni siciliani
- Ray Harryhausen 1 – Dinosauri e mostri dei mari
- Siren (2016) La Chiller Films torna in TV!
- Tremors 7 (2020) Shrieker Island
- Tremors 6 (2018) A Cold Day in Hell
- Tremors 5 (2015) Bloodlines
- Tremors 4 (2004) Agli inizi della leggenda
- Tremors 3 (2001) Ritorno a Perfection
- Tremors 2 (1990) Aftershocks
- Tremors 1 (1990) La nascita di Burt Gummer
Era un film simpatico, aveva i suoi difetti (come hai giustamente detto, le parti con i vermi erano incredibilmente deludenti), ma faceva il suo lavoro. Purtroppo non sono mai andato avanti con Tremors e forse sarebbe il caso di recuperare il quinto e sesto capitolo.
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Mediaset ci ha regalato anche il settimo in italiano, e anche a me mancano gli ultimi episodi. Se vuoi salire anche tu su questa carrozza diretta al 14 aprile (Burt Gummer Day), sei il benvenuto ^_^
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Con sommo piacere! Quindi hanno fatto un settimo capitolo?! Ma che meraviglia!
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Da tempo inedito, finalmente qualche settimana fa l’ha presentato in esclusiva Italia2: lo recensirò il 14 aprile stesso, alla fine del viaggio, prima di passare alla serie TV 😉
Fammi sapere se non lo trovi in giro, che se vuoi te lo passo.
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Ti ringrazio. Io ho il cofanetto blu ray con i sei film che ho preso recentemente. Se avessi bisogno, ti chiederò il settimo capitolo. Grazie mille.
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Anch’io ho quel cofanetto, ma in versione DVD (formato che preferisco di gran lunga), e chissà, magari se un giorno uscirà un cofanetto aggiornato col settimo potrei fare una pazzia 😛
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Intanto sto vedendo alcune immagini di questo settimo capitolo. Ammetto che l’ambientazione non è niente male e certe immagini hanno anche una bella fotografia con il blu e il verde acqua. Cavolo, dovrei fare anch’io una maratone di Tremors a parlarne sul blog.
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Fammi sapere, così ti linko 😉
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Eh, sarà un progetto per un futuro lontano lontano XD
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Il Tremors che Italia 2 tiene sempre nei suoi archivi, quest’anno lo ha rispolverato perché aveva il settimo film in prima visione, quindi doppio evento. Il film lo hai riassunto alla perfezione, i vermoni sono e saranno sempre più una rarità la lo spettacolo è garantito dall’ultimo eroe dell’azione, anzi in questo caso il primo visto che Michael Gross si diverte a rendere dandy l’antenato Gummer, prima che l’americanicità lo renda un uomo arsenale. Menzione speciale per Billy Drago, quando manca la sua faccia in grado di fare brutto. Cheers!
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L’accoppiata Gross-Drago è oro puro, giusto per ricordare agli autori di filmoni con effetti speciali che alla fine sono gli attori e le loro facce a tenere in piedi un intero film. Prendi dei bravi caratteristi, e non ti servirà alcun effetto digitale.
E’ assurdo che la Universal sfrutti sempre più questo franchise ma spenda sempre meno per i nuovi episodi: qui temo che gli attori si siano dovuti portare da casa pure i vestiti 😀
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Poco ci mancava che dovessero portarsi da casa pure la pellicola per girare il film, mi sa 😛
Comunque, il tema portante in questo prequel è davvero la “diseducazione” di Hiram Gummer che alla fine getterà i primi semi della futura filosofia di vita del pronipote Burt, e il divertimento risiede molto più lì che non nei vermoni ridotti in pratica al ruolo di comparse…
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All’epoca della prima visione ero rimasto un po’ deluso dal Gummer damerino: noi vogliamo vederlo sprecare quintali di munizioni! Ma poi l’ho rivalutato, film tutto sommato divertente.
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E’ un po’ un Mito di Origini che gioca appunto con il personaggio, chiaramente rimasto l’unico a vendere i film: quei due minuti in cui si vedono i graboidi non hanno più ormai molto interesse.
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Uumh non so,ha me l’idea di un prequel non ha mai convinto piu’ di tanto,quando ti infili in questa trappola narrativa,rischi seriamente di finire in un bel ginepraio. Per essere chiari,come e’ possibile che una simile vicenda accaduta 100 anni prima non sia diventata una storia tramanda nella famiglia Gummer di padre in figlio,non metterei in mezzo nemmeno l’aver taciuto la vicenda per favorire l’economia del micro paesello,dato che e’ rimasto un buco di culo in mezzo al nulla con 4 abitanti in croce! Meno male che c’era il buon Billy Drago,e ci metterei anche la bella uccisione ad opera del nativo con la mega sega per tronchi che troviai molto divertente,per il resto tanti sbadigli! Come ho gia’ detto mi sono fermato al quarto film della saga,per quo attendero’ con impazienza i prosdimi post della saga😁!
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E’ lo stesso motivo per cui l’Enterprise di Kirk era di polistirolo e quella di tutte le serie prequel del Duemila è super-mega-fantastilosa: è il dramma dei prequel, che però sono l’unica forma narrativa nota agli americani.
Il problema è che quando una serie ha successo lo fa per caso, nessuno degli autori ha mai pensato a come continuarla, quindi le cose sono due: 1) ingaggi bravi sceneggiatori, e quindi è impossibile, per il cinema americano; 2) fai una stupidata prequel che non c’azzecca una mazza e ti fai odiare, ma tanto i fan comprano a occhi chiusi 😛
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Se proprio volevano fare un prequel,avrebbero potuto seguire il solco segnato dal secondo film,dove attraverso analisi scientifiche si indicavano i Graboid come forme di vita di origine preistorica,perche’ non fare un film in stile “La guerra del fuoco” con una tribu’ di uomini delle caverne alle prese con i vermoni? Io c’e’ li avrei messi i neanderthal contro i graboid,ma probabilmente avrebbe richiesto troppo budget,ma poteva diventare una bella cosa,tipo “Un milione di anni fa’” di Don Chaffey in salsa vermosa😮!
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Temo che il motivo per cui tutti, in ogni saga e serie di film, scelgono la forma del prequel è la riconoscibilità del personaggio: le case sono convinte che gli spettatori vogliano nuove avventure di un personaggio, quindi se sono nell’impossibilità di andare avanti allora vanno indietro, ma sempre legati al personaggio. Harrison Ford è troppo vecchio per Han Solo? Allora facciamo Han Solo giovane, poi Han Solo ragazzino, sono personaggi diversi ma è sempre Han Solo e i fan pagano il biglietto.
Non dico che sia un sistema che funziona, per me una buona storia è sempre il prodotto migliore, al di là dei personaggi, ma di sicuro è così che ragiona la casa: un Tremors senza Michael Gross o comunque uno che faccia Gummer o un simil-Gummer, è fuori discussione, quindi non possono andare né troppo avanti né troppo indietro.
E i graboidi prima hanno cento anni, poi trecento, poi sono preistorici: non parlerei di scienza, ma delle solite supercazzole pseudo-scientifiche tipiche di tutti i film. Anche perché non è certo la “biologia graboide”, che cambia ad ogni film, la forza di questi titoli 😛
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ciao Lucius Etruscus non devi credere a quello che c’è scritto su IMDb non è sempre tutto vero ti faccio un esempio io sto aspettando che venga doppiata la nuova seria Dragon The Nine Realms che è ambientata 1300 anni dopo Dragon Trainer 3 però su IMDb c’è scritto che qui da noi è arrivata nel 2021 ma dove che non è ancora uscita ho cercato dapper’tutto solo il videogioco per PS4 è uscito qui e la serie per ora nessuna traccia.
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Probabilmente fra i meno brillanti della saga: carino, ma decisamente troppo sopra le righe pure per la saga stessa
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Rispetto al secondo e terzo film, con le loro invenzioni “mostruose”, l’ho gradito decisamente di più, perché invece di inventarsi il quarto graboide ha preferito giocare con i personaggi.
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Si questo aspetto ci può stare, ma l’idea di un prequel nel mezzo di una saga mi lascia sempre un po così.
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Appuntamento ormai imperdibile e post che mi “pappo” con estrema letizia! 🙂
Concordo, film divertente e che segna l’evoluzione della saga, da graboide-centrica a Gummer-centrica! 🙂
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Mi sa che l’intero budget di questi film va a Michael Gross, che è l’unico motivo per vederli 😛
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Comunque un buonissimo motivo! 🙂
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a me fece parecchia ansia quando il graboid inizia a togliere sistematicamente le assi del pavimento eh 😂
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Uno dei pochi momenti in cui film prova, timidamente, a ricordare le sue lontanissime origini vagamente horror 😛
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Quando l’ho rivisto, col recente passaggio tv, mi ha molto colpito l’ingegno nel far sembrare che Rejection fosse più grande delle 2 facciate di cartone a disposizione, con la carrellata in cui la donna indica verso la telecamera (quindi non visibile allo spettatore) tutti gli edifici della città. Encomiabile inventiva secondo me. Il resto è puro Burt Gummer show, molto apprezzato come sempre.
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Di sicuro va lodata la bravura nel tirar fuori qualcosa dal niente a disposizione: non avevano soldi né ambientazioni né graboidi, eppure sono riusciti a tirar fuori un film godibile, di sicuro più divertente del secondo e terzo.
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