Tremors 5 (2015) Bloodlines


Il 14 aprile 2023 sarà il Burt Gummer Day, e per prepararci a festeggiarlo è il momento di far entrare i vermoni nel Zinefilo, così da raccontare le sette epiche fatiche dell’eroe che non trema.


Perché passano più di dieci anni prima che la Universal si decida a cacciar fuori un altro Tremors? Capisco la ricorrenza del 25° anniversario del primo titolo, ma anche il ventennale sarebbe stata una buona occasione. Non è che, ipotizzo, questa saga che piace a tutti e fa strappare i capelli a orde di fan, poi alla fine dei conti non incassa quanto dovrebbe? Tanto che mamma Universal la seppellisce in cantina insieme a tanti altri fallimenti, tipo il suo lupo mannaro.

Non ho citato a caso quel madornale errore a forma di Del Toro, perché la sua ben più deliziosa versione Z (Werewolf: la bestia è tornata, 2012) è fra i primi franchise a venir rispolverato dalla Universal al momento di fondare la casa che ancora oggi vuol dire “cialtronata”: la Universal 1440 Entertainment. Se non vi piace la caciara spernacchiona, scappate appena leggete questo nome!

Visto che la Universal è adorata con la faccia in terra dalle emittenti italiane (ipotizzo che non chieda i mille miliardi a film che di solito pretendono Warner e Fox), tutti i titoli della Universal 1440 li conoscete a memoria, perché passano fissi ogni settimana su almeno uno dei canali Mediaset, a ripetizione. È l’alba di una nuova Z: quella di qualità Universal.


L’alba del 1440

Come detto più volte, nessuna rivista di cinema si è mai sporcata le mani con questa saga vermosa, e quando i sedicenti fan riempiono YouTube di video adoranti e organizzano interviste con i protagonisti, state tranquilli che è SEMPRE e SOLO del primo Tremors (1990) che parlano: gli altri titoli della saga sono un semplice strascico.

Visto che nessuna fonte ufficiale parla di questa saga, che tecnicamente non esiste, sono costretto a piazzarvi la mia idea personale: la Universal si è ampiamente sfondata i graboidi di quei pazzi della Stampede e dei loro vermoni, che non incassano quanto dovrebbero ma rompono tanto, così ha aspettato i canonici dieci anni perché scadano i diritti del marchio, si è tenuta tutta per sé il franchise e ha dato a Wilson, Maddock, Underwood e Roberts un bel calcione nel sedere: che se ne vadano a fare in graboide. Ora si balla solo al ritmo della Universal 1440.

E i quattro della Stampede escono di scena

Sarebbe molto facile per me dire che lo stile della nuova sotto-casa è “pochi soldi e volti noti da sbattere in locandina”, ma in realtà questo è lo stile di tutte le case attive nel nuovo millennio. Forse per capire la formula di questa casa, nei suoi primi anni di vita, ci viene utile citare il film con cui apre l’attività.

Reputo inguardabile Il Re Scorpione 2 (2008), girato con mezzi di fortuna – malgrado teoricamente sia un fantasy a tema egizio pieno di effetti speciali – con una trama demenziale e una messa in scena piatta e vuota che al confronto i filmetti bulgari della UFO/BUFO sono da Oscar. Poi nasce la Universal 1440 e presenta Il Re Scorpione 3 (2012), che non ha assolutamente nulla a che vedere né con il secondo titolo né tanto meno con il primo: si va in Thailandia e già l’ambientazione fa metà dell’opera, si chiamano veri lottatori a fare i cattivi con tanto di boccacce, si chiama un esercito di ninja (che ci fanno i ninja in Thalandia?), si prende Billy Zane col parrucchino a fare Billy Zane col parrucchino, salti al rallentatore, caciara ovunque, e il risultato è talmente folle che non puoi rimanere a fissarlo a bocca aperta.

Solo la Universal 1440 può mettere i ninja in Thailandia!

Ecco, per me Tremors 5: Bloodlines – nelle videoteche americane dal 6 ottobre 2015 e poi di corsa nei canali televisivi indifferenziati come Syfy – è così, una stupidata assurda ma lo spettacolo c’è e non si può negarlo. Forse lo stile della nuova casa è questo: prendere elementi che si sa piacere a noi spettatori di bocca buona (belle ambientazioni, personaggi pittoreschi, scene assurde, battutacce da mani in faccia) e frullare tutto insieme, alla “come viene viene”. Chissenefrega della trama o di sciocchezze come la sceneggiatura, qui è la somma delle parti che conta, non la loro fusione in un’opera completa.

Un totale che è minore della somma delle sue parti

La Universal lo porta in DVD italiano nell’ottobre di quello stesso 2015. Bisogna aspettare il 23 ottobre 2017 perché Premium Cinema Energy trasmetta il film (a pagamento) in prima serata, e bisogna aspettare ancor di più perché Italia2 lo presenti in chiaro, il 1° febbraio 2019. Da quel momento Italia2 è la casa dei graboidi.


Burt for Africa

Sud Africa (nei pressi di Johannesburg, mi dice l’IMDb), gente strana fa cose strane di cui me ne frega davvero poco: ciò che conta è che sbucano i vermoni e quindi bisogna chiamare l’unico al mondo che sa come affrontarli.

Il vostro nuovo programma preferito

Il nostro Burt Gummer, l’eroe che non trema – e che in questo film scopriamo chiamarsi per esteso Bertram Gummer – conduce una sorta di serie televisiva survivalista con cui vende alcuni suoi prodotti specialistici, tipo succhi di cactus e orripilanti robe simili.

A noi fa sempre sorridere il personaggio ma mette invece tristezza pensare che le cose che sta parodiando sono ancora in voga, malgrado già nel 1984 Wes Craven le volesse prendere in giro con Nancy che piazza “trappole” per Freddy in Nightmare (1984).

Il survivalismo… sopravviverà sempre: lo dice il nome!

Come fossimo tornati a Tremors 2, arriva la spalla comica che non è comica, il simpatico che non sarebbe simpatico neanche sotto tortura: Travis B. Welker (Jamie Kennedy), il coglione di turno che rovina ogni scena in cui appare. Va be’, purtroppo l’ho già detto che non è certo per le sceneggiature che la Universal 1440 è famosa.

Travis trascina Burt in Africa ma, come in Tremors 3, anche stavolta i super-mega-fucili spariscono subito di scena, ma tranquilli: le battutine di Travis uccidono graboidi (e spettatori) a colpo sicuro.

Niente rimane in vita, quando Travis fa le sue battutine

In mezzo a sceneggiatori esordienti troviamo John Whelpley, quello – guarda caso – del terzo film, ma volete la mia idea? Alla voce “sceneggiatura” hanno messo tre nomi a caso, perché questo film è tutta farina del regista.

A ordire questo quinto titolo c’è una nostra vecchia conoscenza, Don Michael Paul, un attore che poi con il nuovo millennio ha pensato di diventare regista perché in fondo fra tanti pessimi prodotti qualcuno in più chi lo nota? Ci ha così regalato Lake Placid 4 (2012), Jarhead 2 (2014), Sniper 5 (2014) e numerali sparsi: in pratica è l’autore di punta della Universal 1440, giusto per dire in che mani sia la casa.

Ogni mattina, in Africa, un regista si sveglia e lavora per la Universal 1440

La storia e lo stile di questo Tremors 5 mi ricorda troppo da vicino i coevi titoli citati perché non ci sia lo zampino di Don anche alla sceneggiatura. Al contrario dei grandi autori di serie A, cioè una masnada di cialtroni che per prima cosa si puliscono il sedere con i film precedenti, Don rispetta le basi: ci sono i Graboid (del primo film) che poi sputano fuori gli shriekers (del secondo film) che a loro volta tirano fuori i “culi volanti” (del terzo film), e finalmente il cerchio si chiude quando scopriamo che questi ultimi a loro volta sputano fuori Graboid.

È vero, quest’ultimo passaggio nato dal quinto film chiude un discorso lasciato aperto dai pessimi ragazzi della Stampede, però faccio notare a chi credere che ’sta roba sia anche solo scientificamente plausibile, che questa non è biologia: QUESTA. È. SPARTA!

Fatto bene, ma plausibile come un pozzo senza fondo nel centro di Sparta

Grazie a degli effetti speciali visivi da applauso – siamo lontani anni luce dalle fetecchie al PC di casa viste finora – Don può divertirsi a divertirci, con personaggi buffoneschi e implausibili che si agitano in quel di Sud Africa con motivazioni fumose e ininfluenti, alle prese con vermoni che non assomigliano neanche di sfuggita a quelli dei vecchi film: questi… rotolano!

Perché ora i graboidi volano rotolando?

I personaggi di contorno sono appunto un contorno per il piatto forte, che è e rimane e rimarrà per sempre Burt Gummer.

«Sei come Rambo!» (You’re like freakin’ Rambo)

No, perché Rambo doveva ammazzare solo persone, che cascano come mosche: Burt Gummer deve ammazzare graboidi che non muoiono manco a cannonate. Ma tranquilli, riuscirà lo stesso a scatenare una guerra vermosa che non ve la sognate neppure.

Io sono il peggior incubo dei Graboid

A proposito, fra i personaggi privi di qualsiasi spessore e totalmente implausibili che citavo c’è quello interpretato da Pearl Thusi: guarda a volte la coincidenza, è un’archeologa e come una celebre collega dei videogiochi… porta pantaloncini corti e attillati, è esperta di arco e frecce e ha una canottiera che la fa correre con l’effetto Baywatch.

Quali altre prove volete che questi film sono semplici minestroni in cui inserire singoli elementi di chiaro richiamo per il pubblico, indipendentemente se abbiano senso l’uno con l’altro?

Non sarà una scena molto plausibile, ma si lascia guardare…

Sono d’accordo con Dave Alexander di “Rue Morgue” (n. 162, dicembre 2015), rivista che ha sempre ignorato la saga ma stavolta (non si sa perché) recensisce l’uscita in home video del quinto episodio. «Poteva essere un film migliore, ma anche peggiore» si barcamena il recensore, che palesemente porta i graboidi nel cuore ma non può lodare troppo quello che è diventato un prodotto mordi-e-fuggi di bassissime pretese, indicando nel solo Burt («the lovably paranoid gun-obsessive hunter») il motivo per vederlo.

Però non può negare che le ambientazioni sudafricane siano state ispirate – soprattutto dopo che negli anni Novanta, grazie a sgravi fiscali, abbiamo visto il Sud Africa venir usato massicciamente ma di solito maluccio dai film di basso profilo – così come le creature sono troppo fatte bene, comparate con la qualità media di questi film “di cassetta”, per criticarle, e ancora il miscuglio di elementi frullati non sempre in modo omogeneo alla fine non dà fastidio.

«C’è possibilità che una nuova generazione di ragazzini sghignazzerà con Burt che sparge sangue graboide arancione per tutta la Savana: scende quasi una lacrimuccia, al pensiero.»

Adoro l’odore di sangue graboide, la mattina…

Alla fin fine, chioso io, è un’allegra caciarata auto-ironica non sempre ispirata ma sempre con il cuore al posto giusto, il che è raro da trovare in film di poche pretese.

Chiudo citando Jonathan Hatfull che recensisce il film nella sezione home video della rivista “Sci-Fi Now” (n. 112, 2015):

«All hail Burt Gummer


Le armi di Burt

Lo dico subito, Michael Gross qui si atteggia molto più del solito, si diverte un mondo e il suo Burt è più Burt che mai. Tanto che lo vediamo atteggiarsi con una Colt Single-Action Army calibro .45 come il più tipico eroe del West.


Durante il suo spettacolo survivalista Burt sfoggia un Remington modello 700

Mentre al momento di andare a caccia di graboidi imbraccia un Lee-Speed Sporter calibro 303

Ma non disdegna un Winchester modello 70, che non si nega a nessuno. Ah, e questo fucile era tra le mani di Burt anche nel primo Tremors.


Sventagliare di piombo i culi volanti non è facile, di notte, ma avere un Vektor R5 può aiutare.

Purtroppo sono lontani i tempi in cui Burt usava i fucili di Schwarzenegger: qui invece anticipa i fucili che userà Steve Seagal.


Per finire con i fuochi d’artificio, nello scontro finale il nostro eroe che non trema tira fuori l’artiglieria pesante: una mitragliatrice FN MAG 58 che spiega ai vermoni chi è in cima alla catena alimentare.

State guardando la mitragliatrice di Burt, vero?

L.

P.S.
Non dimenticate lo Speciale Tremors de “La Bara Volante”.

– Ultime bestiacce:

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22 risposte a Tremors 5 (2015) Bloodlines

  1. Vasquez ha detto:

    “Sai rotolare, testa di caxxo?!?”😀

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  2. Cassidy ha detto:

    Don Michele Paolo, il Ron Howard della serie Z, dagli un budget microscopico e lui il seguito DTV del tuo film famoso lo sforna, per questo è il preferito della Universal. L’altra però 😉 Il Randy di “Scream”, con pretese da divo come vedremo nei seguiti è ancora più urticante qui che nella saga di Wes Craven e non sembrava possibile, per fortuna Burt è inossidabile anche in Africa, per altro la cacciatrice in canotta, diventerà una sorta di personaggio ricorrente, pur cambiando sempre, anche se quella di “Tremors 5” è quella che sfoggia le armi migliori. Mi è venuta fuori ambigua la frase ma va bene, ha senso 😉 Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Rispetto alle formule della Stampede, fatta da autori nati e cresciuti con il cinema di una volta, la gestione 1440 mi sembra molto più conscia dei propri mezzi e soprattutto dei gusti del pubblico, quindi perfetta per l’epoca contemporanea. C’è molto più cazzeggio, che invece era un po’ carente nei precedenti episodi, quindi al di là dei difetti alla fine è una visione divertente 😉

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  3. coulelavie ha detto:

    Sarà… ma per me Burt era meglio come il padre di famiglia in casa Keaton…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Anche per me, ci sono cresciuto, ma la carriera l’ha portato altrove.

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      • coulelavie ha detto:

        Mi fa ridere che qualcuno abbia pensato che uno con quella faccia da buono potesse fare quel ruolo in Tremors. Eppure glielo hanno dato…

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      • Giuseppe ha detto:

        Il suo Burt dimostra che non c’è miglior duro di chi una volta è stato tenero 😉
        Quanto a “Bloodlines” possiamo dire che per gli effetti, le ambientazioni e un giusto rispetto (cosa non scontata) delle basi questo film vola un tantino più in alto dei tre sequel (rectius: due sequel e un prequel) precedenti, tanto da riuscire a farsi perdonare la poca utilità dei personaggi di contorno nonché una sceneggiatura, diciamo così, “slabbrata”… 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Sono curioso di vedere se i prossimi seguiti saranno all’altezza di questo, che decisamente è più divertente della gestione Stampede.

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  4. Madame Verdurin ha detto:

    Questo l’ho visto recentissimamente col passaggio dell’intera saga in tv e concordo con te, anche se nessuna cosa ha senso di per sè o in rapporto con le altre alla fine ci si diverte, e a un film così non chiediamo altro, oltre naturalmente a Burt. Travis è effettivamente uno dei personaggi più fastidiosi, insensati e mal scritti che io abbia mai visto, ma per fortuna non riesce a rovinare la “magia” dei Graboid.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Dopo il primo film gli autori tentano disperatamente di riformare una coppia di “amiconi mattacchioni”, fallendo miseramente. La Universal 1440 rispetta le “puntate precedenti”, al contrario degli autori di serie A, ma quell’elemento forse sera meglio cambiarlo, che di “spalle comiche” non se ne può più 😛

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  5. loscalzo1979 ha detto:

    “In pratica ogni singolo film ha il suo mostro, diverso da tutti i precedenti!” questo probabilmente è la cosa che ha fatto, fra virgolette, affezionare di più i fan al franchise: ogni volta vuoi vedere che evoluzione si inventano.
    Per il resto, Burt è il punto fermo che ti fa dire “va tutto bene, c’è Burt”

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  6. Willy l'Orbo ha detto:

    Concordo pienamente: film, sotto vari punti di vista, piacevole e col cuore al posto giusto! 🙂
    E il cuore al posto giusto, come sempre, ce l’ha anche il post, che ho letto tutto d’un fiato fino all’epilogo con le t…ehm, con la mitragliatrice! 🙂

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  7. Lory ha detto:

    Tremors mi manca, pure lui….🤷‍♀️ il primo lo cercherò per curiosità.
    Intanto vengo a sapere che Jarhead, non ha solo un sequel, ma due……🤦‍♀️

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Il primo Tremors te lo consiglio, è una di quelle rare fusioni riuscite tra horror e commedia.
      “Jarhead” è un ottimo film di tagliente denuncia sociale sulla guerra, roba d’altri tempi, infatti la situazione è stata subito ribaltata e nei due seguiti si raccontano semplici azioni di guerra contro le “teste di stracci”: non proprio una sottile disamina della situazione mediorientale…

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      • Lory ha detto:

        Infatti il primo Jarhead mi era piaciuto, gli altri li lascio dove sono. In biblioteca avevo anche visto il libro che prima o poi sicuramente leggerò.

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  8. Il Moro ha detto:

    Niente ha senso in questo film, eppure ha tutto perfettamente senso: noi vogliamo vedere Burt che fa il duro, gente che sale sui tavoli per non toccare il suolo, graboidi che mngiano la gente e graboidi che esplodono. Cosa pretendere di più? Magari togliere il comico che non fa ridere (o dargli delle battute che fanno ridere) avrebbe migliorato il tutto, ma ci facciamo bastare degli effetti speciali ben fatti!

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