Venerdì 13: la serie (1987) 21 – Foto-doppioni


Continuiamo a parlare della serie TV “Friday the 13th: The Series“, quella senza Jason.

Purtroppo continuiamo alla cieca: in quelle notti d’estate del 1996 Italia1 probabilmente ha mandato in onda almeno le prime due stagioni complete di questa serie, ma i quotidiani dell’epoca non riportano i titoli degli episodi.

Ringrazio di cuore la nostra amica Vasquez per avermi segnalato la presenza su YouTube di un canale con TUTTI gli episodi delle tre stagioni di questa serie: andate e prendetene tutti, prima che lo cancellino.


Episodio 1×21
?
(Double Exposure)

Andato in onda il 16 maggio 1988, l’episodio è diretto da Neill Fearnley, regista dalla carriera sterminata che proprio in quegli anni muoveva i suoi primi passi. È rimasto sempre in TV dove ha diretto un po’ di tutto: oggi lo trovate su TV8 a firmare prodotti romantichelli.

Una camera oscura per sviluppare doppelgänger

Stavolta dobbiamo aspettare metà episodio per conoscere l’oggetto infestato della settimana, perché prima assistiamo all’operato del bieco Winston Knight (Gary Frank), rampante telecronista di successo che vediamo crearsi un doppelgänger in casa, mediante quello che sembra un macchinario per lo sviluppo fotografico. Senza che ci venga spiegato nulla vediamo il clone di Knight girare nella notte, proprio all’ora in cui l’originale legge le notizie al TG, e compiere quei delitti che i giornali attribuiscono al “killer del machete” (machete killer). Capito? Una serie dal titolo “Venerdì 13” con un assassino del machete… blink blink, quanto ancora devo strizzare l’occhio, che mi si sta incastrando una palpebra?

L’unico testimone oculare è il nostro Ryan (John D. LeMay) ma ovviamente nessuno gli crede, finché i suoi racconti non stuzzicano la curiosità indagatoria del nostro Marshak (Chris Wiggins), che ne sa sempre una più degli sceneggiatori.

«Quel discorso di ieri sera mi ha fatto pensare, ho tirato fuori il registro e ho cercato tutti gli oggetti che potrebbero ricreare un duplicato di una persona.»

Il “registro” (manifest) sarebbe quello tenuto da zio Vendredi, dove sono archiviati tutti gli oggetti maledetti venduti in giro e quindi inseguiti dai nostri eroi da più di venti puntate. Come mai Marshak da un semplice racconto sconclusionato di Ryan sia giunto alla conclusione del duplicato lo sanno solo gli autori di questa serie, che raramente spiegano qualcosa a noi spettatori.

«Cose come specchi, uhm, prismi, quadri, insomma cose del genere.»

Mi sembra spaventosamente generica come ricerca, eppure va a buon fine, così abbiamo l’oggetto infestato della settimana: una macchina fotografica, venduta a un certo Kahn. (Lo so, vi starete chiedendo che diamine c’entri una macchina fotografica con una ricerca su specchi e prismi, ma qualsiasi domanda è inutile in questa serie.)

C’è un doppione ma nessuna spiegazione

Attentissime indagini e un uso smodato di materia grigia porta i nostri eroi ad una domanda scottante: non è che questo signor Kahn che ha comprato la macchina fotografica infestata… sia per caso invece l’emittente televisiva KAHN per cui lavora Knight? Ammazza che indagatori dell’incubo! Solo che l’incubo è quello che viviamo noi ad ogni puntata.

Poi però il nostro Marshak ha fatto indagini per conto suo – non si sa quando, forse in un universo parallelo che esiste solo nella testa degli autori – e ora sa tutto sulle immagini usate nell’occultismo: «Ogni duplicato ha una durata di vita limitata a sole cinque ore: se il negativo non viene bruciato entro le cinque ore allora muore l’originale». Ma dove le avrebbe trovate queste incredibili “regole del doppio”, guarda caso con riferimenti così precisi alla situazione attuale? Mah.

Ecco, bravo, fai stare zitto Marshak che è meglio

Comunque l’unica cosa sicura è che i nostri eroi devono recuperare la macchina fotografica infestata, se no chissà quanti altri omicidi avverranno. Perché dunque diamo per scontato che chiunque venga in possesso di una macchina crea-doppi la usi per creare cloni di sé da mandare in giro ad ammazzare la gente…

Mi pare di capire, ma non è chiaro, che Knight da semplice giornalista di successo si sia trasformato in Signore del Male per paura che lo sostituissero alla lettura del TG, ma niente è spiegato, come al solito, abbiamo solo personaggi che fanno robe spinti da motivazioni ignote, e in effetti l’unico modo per rimanere svegli con questa serie è sbattere la testa sul monitor cercando di capire l’assurdo agire di tutti.

Cosa posso dire per essere buono con questo episodio? Che stavolta la nostra Robey aveva dei capelli quasi umani, perché ci ha pensato Ryan a imbruttire la scena con un maglioncino sicuramente infestato, tant’è brutto: spero poi lo abbia riposto nel Museo degli Oggetti Maledetti.

L.

– Ultimi post su “Venerdì 13”:

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31 risposte a Venerdì 13: la serie (1987) 21 – Foto-doppioni

  1. Vasquez ha detto:

    Quando ho visto il giornalista di fronte al suo doppio che attendeva istruzioni, sai che mi aspettavo quasi che gli ordinasse: “Àmbula!” ?🤣
    Sì, purtroppo un altro episodio indifendibile, con mio sommo dispiacere: i tre sono proprio inutili, anzi a volte, non si sa come, riescono persino a peggiorare le situazioni…

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  2. Willy l'Orbo ha detto:

    Sai che l’inizio di trama (il giornalista che compie i delitti di cui parla al TG tramite il suo doppio) pareva interessante? Poi ovviamente rovinano tutto ma, in tempi di magra, mi accontento! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      In mano a un vero sceneggiatore questo spunto poteva diventare molto interessante, ma questa serie i veri sceneggiatori li scacciava col machete 😀

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        L’unico slasher in cui le vittime (e al contempo i carnefici) sono gli spettatori! 🙂

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      • Conte Gracula ha detto:

        Mi viene in mente uno spunto simile in non ricordo quale antologico: un ragazzo un tantino morto di figa incappa, non ricordo come, in un barattolo di una tinta che, versata su una foto, permette di tirare fuori in carne e ossa il soggetto fotografato.
        Inutile dire che fa esperimenti con la sua… documentazione fotografica personale, nel tentativo di ricavare un’amante compiacente.
        C’era anche la questione di smaterializzare ciò che veniva “evocato” con il diluente.
        Ricordo che uno degli esperimenti presentava un problema: un soggetto a mezzo busto veniva materializzato a mezzo busto! Dunque serviva una foto a figura intera, per avere finalmente davanti la ragazza dei sogni.

        Comunque, non era un episodio chissà che pruriginoso, alla fine era una commedia sentimentale su un ragazzo superficiale (c’era una ragazza normale e reale che gli andava dietro, ma lui se ne accorgeva sul finale solo quando lei levava gli occhiali e si rivelava essere graziosa) e con un finale horror aperto: lui esce di casa con la ragazza reale e la tinta cola su una rivista horror!

        Ora: c’entra poco con l’episodio di Venerdì 13 di oggi, ma mi viene in mente che, nella metà del tempo, chi ha scritto la storia si è degnato di dare uno straccio di regole alla tinta, come la questione delle foto a mezzo busto. E non è che siano passate ere geologiche tra le due storie!

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Episodio interessante, Conte Gracula, mi pare architettato meglio di quello del post odierno! 🙂

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      • Conte Gracula ha detto:

        Ed era una cosina di massimo venti minuti, più probabilmente quindici 😛
        Se ricordassi il titolo dell’antologico…

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Se ricordassi “fai un fischio”, mi interesserebbe 🙂

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Volevo scrivere sceneggiatori ma effettivamente ci sta abbastanza anche spettatori, lapsus freudiano, ahahah! 🙂

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  4. Conte Gracula ha detto:

    Riguardo a specchi, prismi e macchina fotografica, credo che il senso fosse cercare oggetti la cui funzione fosse quella di creare duplicati di immagini da animare (che fino a specchio e fotografia ok, ma il prisma è poco azzeccato comunque).

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  5. Conte Gracula ha detto:

    Bene, finito di leggere.
    Riguardo alla durata del clone, è stranamente precisa… per caso, il clone salta fuori dalla foto in fase di sviluppo? Magari la stronzata è che finché lasci la carta fotografica in ammollo, il clone va in giro, ma se la lasci troppo, si rovina la foto e il clone va a male (non so come funzioni lo sviluppo delle foto, per me è già stregoneria quello, anche senza i cloni 😂).
    Ma comunque, a meno che zio Vendredi non tenga copia del Necronomicon delle istruzioni degli oggetti maledetti, non spiega perché l’originale debba schiattare dopo un tot di ore…
    Un oggetto pericoloso ma utile, lo userei per far fare le faccende al mio clone mentre mi diverto, altro che uccidere la gente!

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  6. Sam Simon ha detto:

    È sempre più arduo trovare dei punti positivi in questa serie, noto… X–D

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