[Rai4 in Prima TV] Influencer, Padre, Prigione 77


Mamma RAI continua a comprare piccoli film sparsi per il mondo e a trasmetterli in prima visione su Rai4 a getto continuo: ecco tre novità fresche fresche, ambientate in tre continenti diversi, che potete ancora trovare (non so fino a quando) sulla piattaforma RaiPlay.


Indice:

  • Influencer – L’isola delle illusioni (2022)
    Si parte dal continente asiatico, precisamente in Thailandia, dove una influencer invece di gustarsi le bellezze locali lavora a capo chino sullo smartphone per condividere finte esperienze con la sua finta comunità social: perché quando finisci vittima di una psicopatica, nessun follower verrà a salvarti.
  • Padre (The Padre, 2018)
    Passiamo nel continente americano, precisamente in Colombia, dove una ragazzina cerca di lasciare il proprio Paese per emigrare negli Stati Uniti senza però riuscirci. Incontrato un prete che chiaramente ha qualcosa da nascondere, decide di sfruttarlo per esaudire il proprio sogno.
  • Prigione 77 (Modelo 77, 2022)
    Arriviamo nel continente europeo, nella Spagna dell’immediato post-franchismo. Il dittatore è morto, la dittatura sta crollando e sta arrivando la democrazia: tutto bello… ma in carcere nessuno ha avvertito gli aguzzini che i prigionieri ora andrebbero trattati come esseri umani.

Influencer – L’isola delle illusioni (2022)

Un autore legato all’horror di tensione come Kurtis David Harder dirige e co-sceneggia (insieme a Tesh Guttikonda) una storia forse non solida né plausibile ma lo stesso intrigante. In prima visione su Rai4 il 22 maggio 2024.

Madison (Emily Tennant) è una tipica influencer degli anni Duemilaventi, passa la giornata a fissare lo schermo del suo smartphone sorridendo alla fotocamera, per inondare i social di foto che la ritraggono in paesaggi splendidi da condividere con i suoi tanti seguaci, così che né loro né lei si godano in realtà dette meraviglie né le relative esperienze, impegnati come sono tutti a fissare uno schermo.

Madison è in Thailandia ma non fa alcuna differenza, visto che passa il tempo in totale solitudine a lavorare, scrivendo “storie”, postando foto, gestendo gli sponsor e via dicendo: non sembra proprio una vacanza, visto poi che il suo fidanzato aveva da fare e l’ha lasciata lì da sola. Dopo settimane di questo ritmo, Madison accetta di buon grado l’offerta di CW (Cassandra Naud) di dedicare un po’ di tempo anche a una vera vacanza, visitando qualche nel posto.

CW è in vacanza nello stesso albergo di lusso di Madison e le due ragazze iniziano a vivere la città. Quando però CW propone a Madison di andare a visitare un classico posto amato dai turisti – la spiaggia incontaminata che nessuno conosce… lontana da tutto e tutti… dove nessuno può sentirti urlare – forse sarebbe stato meglio che un po’ di buon senso avesse preso il sopravvento. Ma le influencer hanno talmente poco contatto con la realtà che sarebbe chiedere troppo.

Vediamo se indovinate quale delle due è una influencer

Non posso raccontare altro perché dove il film pecca in elaborazione della trama compensa in colpi di scena e risvolti di sceneggiatura, quindi anche se all’inizio sembra tutto un po’ banalotto, pur con un paio di trovate molto ghiotte, procedendo nella visione lo si rivaluta: stiamo sempre parlando di un prodotto che non ha alcuna ambizione di volare alto, però nella gestione dei personaggio è più curato di quanto sembri all’inizio.

Non conta dove sei, conta condividerlo

Do per scontato che Influencer sia una tagliente critica al mondo social in cui viviamo, una realtà posticcia che consente storture di ogni sorta e ci fa credere esista qualcosa che in realtà è pura finzione (cioè una rete di rapporti interpersonali di spessore). Non sarà certo questo film a far tremare il mondo dell’intrattenimento da social, ma diciamo che come condimento per una storia thriller molto oscura ci sta bene.

Mi sento di consigliarne una visione, anche se sul finale ci sarebbe stato da lavorarci meglio.


Padre
(The Padre, 2018)

Strana produzione canadese – diretta dal giovane canadese Jonathan Sobol di cui potete apprezzare Il fornaio (2022) con Ron Perlman su Prime Video (passate da Cassidy per saperne di più) – con attori di ogni nazionalità, portata dalla Sony nei cinema americani e in Italia direttamente in DVD, nel 2018: Rai4 lo presenta in prima visione il 4 giugno 2024.

Com’è noto, ogni essere umano nel mondo sogna unicamente di emigrare negli Stati Uniti, dove si sta bene e c’è pace e felicità per tutti. Così Mariana (Juana Arboleda) vuole mollare la Colombia povera, dove si vive nella polvere e nessuno ti vuole bene, ma non riesce ad entrare negli States.

Un giorno nel suo paesino povero arriva Gaspar (Luis Guzmán), che è corrotto perché tutti i non-americani lo sono. Sta guidando un gringo taciturno (Nick Nolte) alla ricerca di un prete americano e offre una ricca taglia per chi sappia fornire informazioni. Mariana capisce subito di chi stanno parlando così come capisce subito che non vale la pena incassare la taglia: molto più proficuo andare dal ricercato… e ricattarlo.

Il prete in questione, Tim Roth, lo si vede già da lontano che ha fatto qualche casino in patria e sta scappando, quindi la giovane colombiana ha gioco facile con lui: gli offre l’aiuto di chi conosce il posto e saprà farlo sfuggire alle ricerche del gringo ma come ricompensa vuole un aiuto ad entrare in America, in un modo o nell’altro.

Come si fa a considerare “cattivi” questi due?

Lo sceneggiatore semi-esordiente Stephen Kunc fa un onesto lavoro nel mettere in scena una storia piccola, con pochi particolari e decisamente non originale, però il tutto è curato con piacevole leggerezza, i personaggi sono simpatici e colpiscono perché sono tutti “negativi”: non c’è alcun moralismo nella vicenda perché tutti i protagonisti fanno qualcosa di sbagliato o di illegale, quindi viene mostrata un’umanità sofferente con cui è facile empatizzare.

Una strana coppia di truffatori

La vicenda scivola via velocemente e non lascia molto, come detto non è una trama né complessa né inedita, però è un piccolo film simpatico che ottiene qualcosa di sempre più raro: non dà fastidio nella visione anzi fa simpatia. Al giorno d’oggi è un grandissimo pregio.

Mi sento di consigliarlo, anche solo per gustarsi Roth e Nolte che fa sempre piacere veder recitare.


Prigione 77
(Modelo 77, 2022)

Il regista di Siviglia Alberto Rodríguez dirige e co-sceneggia (insieme a Rafael Cobos) un film durissimo ispirato a veri eventi storici, una denuncia sociale molto tagliente anche se purtroppo la “morale” risulta un po’ sfocata, o forse non c’è affatto ed è una semplice ricostruzione di una pagina oscura della storia spagnola. Rai4 lo manda in onda in prima visione l’8 giugno 2024.

Con la morte del dittatore Francisco Franco nel 1975 la Spagna inizia un percorso in cui cerca di ricostruirsi: un percorso in cui le condizioni di vita dei detenuti nelle carceri è l’ultimo degli argomenti all’ordine del giorno.

Quando nel 1977 Manuel (Miguel Herrán) entra in prigione, accusato di un piccolo furto per cui si professa innocente, le leggi e l’apparato giudiziario sono ancora quelli della dittatura: tutti gli dicono che ci vorranno quattro anni già solo prima che il suo caso sia visto da qualcuno. Che Manuel sia innocente o colpevole non ha alcuna importanza, è una persona qualunque, non legato a potenti, quindi il sistema può schiacciarlo senza problemi.

La vita in galera è dura ma lo è ancor più il sapere che fuori si sta ricostruendo un Paese che se ne frega delle proprie vittime, un Paese che sta passando dalla dittatura alla democrazia ma sono solo parole: i ricchi e i potenti continuano a spadroneggiare mentre gli ultimi della terra sono schiacciati. Anche quando nel 1978 arriva l’amnistia, è solo roba politica: i detenuti legati a partiti, quelli giusti, vengono liberati, ma gli altri che hanno commesso gli stessi reati rimangono dentro.

Fuori il mondo cambia (forse), “dentro” rimane tutto uguale

La vicenda ci mostra almeno tre anni nella vita carceraria di Manuel, con la nascita del COPEL, un sindacato di detenuti che riscuote grande successo e fa ben sperare, ma la vita in carcere non segue le regole dei sindacati.

La regia è volutamente cupa, per ovvi motivi, ma per fortuna l’autore non scade in facili “effettacci”: lascia capire le torture da parte delle guardie senza incedere in scene violente, visto che questo non è un film carcerario bensì la ricostruzione di un terribile momento storico. Quando cioè la giusta ribellione contro una dittatura si è dimenticata per strada parte della propria popolazione, cioè quella carceraria.

La giusta rabbia degli ultimi della terra

Non è chiaro se la soluzione finale adottata da Miguel sia la “morale” professata dal regista o semplicemente gli autori sono stati fedele alla cronaca dell’epoca, comunque personalmente trovo il finale non la parte migliore del film.

Dal punto di vista narrativo Prigione 77 lascia troppe zone d’ombra, forse perché ambisce ad essere una ricostruzione e non una narrazione, il che però grava sul prodotto finale, che lascia spesso delusi per i troppi “salti in avanti” non chiarissimi: non è un servizio speciale del TG, è un film, quindi un pizzico di narrazione in più non avrebbe guastato.

Rimane comunque una visione che mi sento di consigliare, non certo però per una seratina allegra.

P.S.
Per un’altra recensione di quest’ultimo film, passate dal Prigioniero Simon!



L.

– Ultime prime visioni di Rai4:

Informazioni su Lucius Etruscus

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14 risposte a [Rai4 in Prima TV] Influencer, Padre, Prigione 77

  1. coulelavie ha detto:

    Influencer avevo in mente di guardarlo…

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  2. Sam Simon ha detto:

    Tim Roth e Nick Nolte mi sembrano due motivi sufficienti per dare una chance a un film! :–)

    Su Modelo 77: prima di tutto grazie per il link! Poi sono contento che questa opera di Rodríguez abbia trovato una distribuzione in Italia (anche se La Isla Minima rimane il suo film migliore per adesso, secondo me). E sul finale… Se non ricordo male, scapparono alcuni detenuti in modo rocambolesco, quello che il film non racconta è che furono tutti riacciuffati nel giro di pochi giorni. Rodríguez ha voluto lasciare un po’ di speranza in una storia cupa che più cupa di così non si può, credo!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      In effetti è un film molto cupo e “disperato”, nel senso che non lascia molta luce in fondo al tunnel. Però è un pregio il fatto che non abbia fatto una roba “pesante” ma un film che si guarda con piacere, anche se certo la tematica è molto forte.

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  3. Cassidy ha detto:

    Tim e Nick mi bastano, grazie per il consiglio e per la citazione, tre titoli gustosi! Cheers

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  4. Andrea Lanza ha detto:

    a me influencer è piaciuto ma Prison 77 l’ho trovato un buon film, molto ben scritto e ottimamente recitato. Padre era noioso purtroppo, non pedestre ma una rara rottura di cazzo

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Post carrellata e tutti film che meritano una visione…direi ottima combinazione! Sul primo, Influencer, confermo, avendolo visto: l’ho trovato molto carino, un modo piacevole passare la serata anche se (concordo pure qui) il finale è un po’ tirato via. E gli altri due? Ovviamente cadranno ben presto tra le mie grinfie! 🙂

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  6. Pingback: Modelo 77: recensione del film

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