il Menotti – Dizionario del cinema di menare 1973


Sono anni che accarezzo questa idea folle e, come sempre, mi ci sono dedicato all’ultimissimo secondo: questa estate mi sono reso conto che nel 2023 festeggiamo i cinquant’anni di quella grandiosa “febbre marziale” che nel 1973 è esplosa in ogni forma narrativa in Italia, con i cinema che sciabordavano di mani menanti e calci spezzanti, di furori della Cina e di urli di Chen. Perciò ho iniziato a dedicare un po’ di tempo ogni giorno a uno studio assolutamente inedito.

Per la prima volta in Italia, presento uno studio fatto sui quotidiani resi disponibili on line per schedare tutte le uscite marziali di quel fatidico 1973, leggendomi tutte le uscite in sala di tutti i giorni di quell’anno, prendendo nota dei film “di menare” o comunque legati in qualche modo all’argomento.

Quello che segue è un vero e proprio dizionario enciclopedico dedicato ai film marziali usciti nelle sale italiane nel 1973, con la schedatura completa creata partendo dalle informazioni ufficiali del visto di censura (grazie al mitico ItaliaTaglia.it), con titoli originali e grafia dei nomi presi dal fenomenale HKMDb (Hong Kong Movie Database), con tramette e note scritte da me (dove non meglio specificato): queste due le ho scritte dopo la visione effettiva del film (grazie alla mia collezione personale ma anche al mitico Giustiziere Giallo che ha salvato fior di titoli rari dall’oblio, presentandoli per intero su YouTube), non ho usato alcuna fonte sparsa nel web, perché il mio intento è creare un contenuto indipendente, non ripetere cose già esistenti (e spesso imprecise).

Il fenomeno marziale in Italia rimane a tutt’oggi completamente ignorato da qualsiasi studio: è il momento di mettere ordine nel caos, schedare l’incredibile numero di titoli apparsi in sala quell’anno – 90 film di menare nel solo 1973! – e lasciare ai posteri un punto di partenza per future generazioni di appassionati marziali.

Quello che segue è un semplice “dizionario di menare” – dopo il Mereghetti e il Davinotti, ora c’è pure il Menotti! – quindi il lettore non interessato all’argomento può fermarsi qui: per gli altri… aspetto vostre segnalazioni, integrazioni e consigli. (Ma solo se informati: niente googlate o sbirciate in altri siti!)


il Menotti
Dizionario del cinema di menare

1973


A colpi di karatè
(Triangular Duel, Taiwan 1972)
Regia di Joseph Kuo, con Wen Chiang-Long, Nancy Yen e Chiang Nan (Nomi inventati in Italia: Men Kong Loong, Nancy Yan e Ciang Nan)
Visto italiano: 28 giugno 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Nimofilm: dal 7 agosto 1973 (Roma) ~ In TV: dal 1983 su piccoli canali locali ~ In VHS: AVO Film (senza data) ~ In DVD: Elleu (data ignota) / QuintoPiano-Hobby&Work 2006
Trama della VHS: «I colpi del Karaté più spettacolari magistralmente interpretati da maestri insuperabili in una splendida cornice.»
Trama: Kon Loong (che in italiano diventa qualcosa come Chang Luè, interpretato da Wen Chiang-Long) è un giovane portatore di risciò che fa da autista personale e Tin-Kin (in itailano Tien-Ki, Chiang Nan), maestro marziale dai gusti molto particolari: tornato dal Giappone, ha aperto una scuola dove insegna il karatè invece del classico kung fu. (Malgrado gli allievi indossino il gi, le tecniche che eseguono non hanno nulla di giapponese!) Il gran consiglio dei maestri non vede di buon occhio che Tien Ki non insegni anche l’uso delle armi e questo cavillo genera una tipica guerra di scuole marziali, con gli allievi di Tien Ki che prendono botte da tutti finché l’esterno Chang Luè, che studia da tipo dieci minuti, diventa il campione vendicatore dell’intera scuola.
Note: Deliziosa la scelta del doppiaggio italiano di usare un’espressione come «gioco di gambe» per riferirsi all’addestramento marziale degli arti inferiori: nessuno stile di combattimento potrà superare la passione calcistica nostrana! L’unico pregio del film è la presenza, nel ruolo della grintosa sorella del maestro Tien Ki, di Nancy Yen Nan-See, brava interprete di film marziali che in quest’epoca viene sdoganata anche in Italia (Cin-Fu l’uomo d’acciaio, Wang, la furia che uccide, Quelli del palmo d’acciaio), sebbene temo nessuno l’abbia notata.

Agente 007 Si vive solo due volte
(You Only Live Twice, Gran Bretagna 1967)
Regia di Lewis Gilbert, con Sean Connery, Tetsuro Tanba e Donald Pleasance
Visto italiano: 4 agosto 1967. In sala per DEAR Film: dal 4 ottobre 1967. Riportato in sala nel 1973 della “febbre marziale” ~ In VHS: Warner Home Video
Note: Il film è il primo in Occidente a mostrare i ninja giapponesi, sebbene su schermo non si veda altro che alcuni tizi con un kimono grigio. Nel 1959 il giornalista Ian Fleming è stato per tre giorni in Giappone per lavoro, durante i quali è venuto a conoscenza di quella figura appena inventata, il ninja (che non ha nulla a che vedere con i ninja della tradizione), che ha subito inserito nel romanzo che scriverà di lì a poco, il quale poi ispirerà il relativo film. La «vecchia fortezza nelle montagne» della vicenda è in realtà il castello di Himeji, costruito nel 1581 da quel Toyotomi Hideyoshi noto, fra l’altro, per essere stato il più grande massacratore di ninja: vedere i ninja moderni nel luogo creato da chi ha massacrato i veri ninja storici è uno spettacolo imperdibile.

Anche i cinesi mangiano fagioli
(Excelsior, Chinese Oversea, Hong Kong 1974?)
Regia di Wu Min-Hsiung, con Chang Yi, Raymond Lui e Lung Fei
Visto italiano: 18 settembre 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Transeuropa Film: dal 23 novembre 1973 (Torino) ~ In TV: dal 24 marzo 1981 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «Due ragazzi cinesi, orfani, vengono separati da una serie di circostanze drammatiche. Si ritrovano in campo avverso da grandi. Uno è stato adottato da un funzionario di polizia e l’altro dal gestore di una casa da gioco e trafficante di droga. Ma l’antica amicizia è più forte e i due giovani, riescono a sgominare la banda dei malviventi.»

Artiglio mortale del Ta-Kang (L’)
[scritto anche L’artiglio mortale del Ta-Kang-Ju-Jang e L’artiglio mortale di Takango]
(The Awaken Punch / Fury of the King Boxer / Village on Fire / Buddhist Shaolin Avengers / The Fury of the Black Belt / Black Belt Fury, Empire, Hong Kong 1973)
Regia di Fong Lung-Seung, con Henry Yu Yang, Susanna Au-Yeung e Tien Feng (Nomi inventati in Italia: Yang Yu, Fong Tien, regia di Fong Zi Yu)
Visto italiano: 17 aprile 1973. In sala per Eureka Film International: dal 16 maggio 1973 (Torino) ~ In TV: dal 1° luglio 1981 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito
Trama: Cheung Da Gong (o Chang Tang Wan nel doppiaggio italiano, interpretato da Henry Yu Yang) è quello che oggi chiameremmo un pit fighter, combatte negli incontri clandestini organizzati nei paesi e nei ritagli di tempo salva i commercianti locali dalle esose richieste di pizzo della mafia locale. Di lui si innamora una delle ragazze salvate ma Cheung non ne vuol sapere: la sua vita violenta non è fatta per l’amore, metterebbe solo a rischio chiunque gli sia accanto. Tornato al paese natio per la morte del padre, Cheung viene avvicinato dal bieco Li detto Ventaglio Nero (San Kuai) il quale vuole acquistare la terra del nostro eroe per conto del suo capo, un signorotto locale che spadroneggia in paese: il fenomenale lanciatore di coltelli signor Wong (Tien Feng). Non viene mostrato, ma a un certo punto è chiaro che tornato al paesino Cheung giura di non combattere più, forse per rispetto all’anziana madre, quindi diventa muto testimone delle angherie dei cattivi: quando però Wong, per convincerlo a vendere la terra di famiglia, gli uccide madre e sorella, il furioso Cheug giura vendetta al Cielo e passa poi a massacrare i vari cattivi.
Note: Ricca è la proposta di furti musicali. All’inizio del film, dopo aver affrontato i mafiosi, parte il celebre tema sonoro di Nino Rota per Il padrino (1972), mentre nel finale, con la furia dell’eroe, si possono ascoltare i momenti sonori più salienti composti da Ennio Morricone per C’era una volta il West (1968).

Assassini del karatè (Gli)
(The Karate Killers, Gran Bretagna 1967)
Regia di Barry Shear, con Robert Vaughn, David McCallum ed Herbert Lom
Visto italiano: 16 dicembre 1967. In sala per MGM: dal 17 febbraio 1968 (Roma). Riportato in sala nel 1973 della “febbre marziale” ~ In TV: dal 25 gennaio 1983 su Canale5 ~ In VHS: inedito
Trama: Il dottor Simon True cercava un modo per risolvere il problema della sete nel mondo desalinizzando l’acqua marina, invece ha scoperto un procedimento per trasformare l’acqua in oro: la formula fa chiaramente gola ai più cattivi in circolazione, come l’organizzazione T.H.R.U.S.H. Deceduto lo scienziato, i nostri agenti preferiti – Napoleon Solo (Robert Vaughn) e Ilya Kuryakin (David McCallum) – si mettono a lavoro e iniziano a girare il mondo per raggiungere le cinque figlie del dottore, che potrebbero avere la chiave per recuperare la formula, sulle cui tracce si è già messo il bieco Randolph (Herbert Lom) e i suoi maneschi servitori. Da Roma a Londra fino a Tokyo, i due agenti vivranno mille avventure pericolose all’inseguimento della formula segreta, evitando le trappole mortali di Randolph e le mani violente dei suoi sgherri.
Note: Il film ripropone l’episodio doppio 3×28-29 The Five Daughters Affair (31 marzo – 7 aprile 1967), della serie TV “Organizzazione U.N.C.L.E.” (The Man from U.N.C.L.E.). Non esiste il più vago motivo per giustificare il “karate” citato nel titolo originale, né esiste qualcuno che sappia quando e dove il film sia stato proiettato in patria, ma l’unica ipotesi è che nella grande passione degli anni Sessanta per il karate si sia cercato di stuzzicare (cioè truffare) gli spettatori con un titolo “acchiappone”. Malgrado il termine “karate” non venga mai pronunciato, possiamo ipotizzare che nelle intenzioni degli autori i maneschi servitori di Randolph utilizzino l’arte marziale giapponese per le loro aggressioni, quando chiaramente così non è.

Avventure di Takla Tan (Le)
(Kiganjô no bôken / Adgenture in Kigan Castle, Giappone 1966)
Regia di Senkichi Taniguchi, con Toshirô Mifune, Tatsuya Mihashi e Makoto Satô
Visto italiano: 5 maggio 1973. In sala per D.E.A. Film: dal 2 ottobre 1973 (Torino) ~ In VHS: Durium Home Video
Trama del visto italiano: «Un prete buddista libera un giapponese dalla schiavitù e grazie al suo aiuto riesce a ritrovare le reliquie di Budda. Durante il viaggio di ritorno nel deserto essi vengono fatti prigionieri. Il re che li ha catturati li ritiene spie e vuol farli giustiziare però concede tre giorni di libertà per portare a destinazione le reliquie a Takla Makan. Se non ritornerà puntualmente sarà arso sul rogo il prete buddista. Takla Makan nonostante gli ostacoli torna in tempo e smaschera i veri colpevoli che tramavano contro il re.»

Bambole e karatè
– vedi Layton… Bambole e karatè

Billy Jack
(Billy Jack, USA 1971)
Regia di Tom Laughlin, con Tom Laughlin e Clark Howat
Visto italiano: 22 ottobre 1971, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Dear International: dal 17 luglio 1971 (Roma): riportato in sala nel 1973 della “febbre marziale” ~ In VHS: Warner Home Video (data ignota)
Trama: Il mezzosangue Billy Jack (Tom Laughlin) vive in una comunità di persone libere (pseudo-figli dei fiori) le quali come segno di protesta alzano il pugno al cielo: è chiaro che questo farà nascere dei problemi. Quando nascono problemi con le forze di polizia locali scopriamo che Billy Jack è un ex Berretto Verde, pronto a scatenare una guerra che neanche te la sogni, da solo contro l’autorità locale lo stesso anno in cui David Morrell ha completato di scrivere First Blood, il romanzo di Rambo.
Note: Filmetto semi-amatoriale che però ha lodevoli primati, visto che Laughlin mostra abilità marziali per nulla scontate sugli schermi dell’epoca, fondendo i “pre-ramboidi” del periodo con il nascente western marziale.

Boxer dalle dita d’acciaio
[I giornali riportano anche l’accezione boxeur]
(A Girl Fighter, Union Film, Taiwan 1972)
Regia di Yang Shih-Ching, con Polly Shang-Kuan e Tien Peng
Visto italiano: 14 giugno 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per FIDA Cinematografica: dal 6 luglio 1973 (Roma) ~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito ~ In TV dal settembre 1980. Sin dall’inizio del Duemila è replicato con regolarità all’incirca una volta l’anno nelle notti di Mediaset ~ In VHS: inedito
La trama: In un paesino rurale il figlio del capo della provincia ha appena passato la notte a massacrare una coppietta del posto. Il giudice locale affigge un bando di assunzione per un “capitano di giustizia”, qualcuno talmente pazzo da andare ad arrestare il potente signorotto, ma nessuno si è presentato per un lavoro del genere. «Possibile non ci sia un uomo di coraggio in questo paese?» Un uomo infatti non c’è… c’è una donna! Suma (Polly Shang-Kuan) scorterà il prigioniero affrontando durante il viaggio mille pericoli, ai quali risponderà con violenza fisica inaudita per un personaggio femminile.
Note: Polly Shang-Kuan contende con la mitica Angela Mao la palma di prima eroina del gongfupian: niente nobili principesse armate di lame, bensì popolane grintose che prendono a calci i maschietti. Curioso notare come i pregiudizi contro le poliziotte presentati in questi film saranno riproposti molto simili l’anno successivo, ne La poliziotta (1974) di Steno con Mariangela Melato, e due anni dopo con La poliziotta fa carriera (1976) inizia la saga filmica in cui Edwige Fenech prende a calci i maschietti.

Braccio violento del kung fu (Il)
(The Good and the Bad / Tiger vs Dragon / Kung-Fu, the Invisible Fist / Death Rivals of Shaolin, Empire, Hong Kong 1972)
Regia di Ng See-Yuen, con Chan Sing e Kurata Yasuaki
Visto italiano: 5 aprile 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Eureka Film International: dal 27 aprile 1973 (Torino) ~ In TV: dal 10 febbraio 1982 su piccoli canali locali ~ In VHS: AVO Film ~ In DVD: inedito
Trama: In un Giappone a un passo dall’invasione della Cina, agli inizi del Novecento, il fenomenale maestro di karate Jai Tai (Kurata Yasuaki) viene incaricato di un lavoro di spionaggio: deve andare a Shanghai a raccogliere le preziose informazioni che le spie giapponesi hanno sottratto ai cinesi, così da organizzare meglio la futura invasione. Questa operazione viene tenuta d’occhio da vicino da due poliziotti cinesi infiltrati: il capitano della polizia Li Chang (Chan Sing) e il giovane agente ardimentoso Su Tung (Wong Yuen-San). Teoricamente la vicenda ruota sul tema “operazione sotto copertura”, con i due poliziotti che devono cercare di non farsi sgamare dall’astuto giapponese cattivo e i suoi seguaci cinesi traditori, ma in pratica tutto finisce in maniera sbrigativa in una parata di combattimenti a mani nude.
Note: Tutto l’impianto spionistico finirà a calci e mazzate, nel solito lunghissimo combattimento finale tipico del genere, in questo caso con le coreografie di Bruce Leung, uno dei “cloni minori” di Bruce Lee ma ottimo atleta, che di lì a poco avrà anche una buona carriera da protagonista.

Bruce Lee l’arte del kung-fu
– vedi Il vendicatore dalle mani d’acciaio.

Chen il flagello del kung fu
(Infernal Street / Return of the Dragon, Hong Kong 1973)
Regia di Shen Chiang, con Yu Tien-Lung e Tsao Chien
Visto italiano: 12 aprile 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Prestige Film: dal 7 giugno 1973 (Genova) ~ In TV: dal 27 luglio 1982 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito
Trama: Il dottor Chau (Tsao Chien) ha provato ad opporsi agli spregevoli giapponesi che trafficano droga nel suo paese, con l’aiuto di cinesi rinnegati, ma è stato battuto in duello e costretto a chiudere la propria scuola. Ora gestisce un ambulatorio a gestione familiare cercando di curare le vittime della droga, ma suo figlio Chi Shou (Yu Tien-Lung) è una testa calda e usa le proprie capacità marziali per malmenare i trafficanti, scatenando una serie di contromosse e contro-vendette, con i giapponesi sempre più infidi e Chen sempre più violento.
Note: Chiaro rifacimento di pessima qualità di Dalla Cina con furore (1972), con giovane protagonista vagamente somigliante a Bruce Lee. Il tema delle scuole rivali rimane intatto, così come l’infamità dei giapponesi – con relativi “ospiti stranieri” – ma per il resto la sceneggiatura è fuori fuoco e l’esecuzione decisamente insalvabile.

Chen… e continuò a massacrare a colpi di kung fu
(A Roaming Hero / Black Belt / Black Belt the Roaming Hero, Hai Hua Cinema, Taiwan 1973)
Regia di Tsai Shi-Chang, con Yu Ching-Lung, Chi Lan e Chiang Ming
Visto italiano: 10 ottobre 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per General International Film: dal 7 novembre 1973 (Genova) ~ In VHS: inedito

Chen, la furia scatenata
(Fong Sai-yuk / The Prodigal Boxer / Kick of Death, Taiwan 1972)
Regia di Ulysses Au-Yeung Jun, con Meng Fei e Yasuaki Kurata
Visto italiano: 1° giugno 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per BI.DI.A. Film: 10 ottobre 1973 (Torino) ~ In TV: dal 19 luglio 1980 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito ~ In DVD: Elleu-MHE 2008 ~ In TV: dall’11 novembre 1980 su piccoli canali locali
La trama: Il giovane scapestrato Fong Sai-yuk (che però il doppiaggio italiano trasforma in Chen, interpretato da Meng Fei) non dà ascolto né ai consigli del padre Fong (Sze-Ma Wah-Lung), ricco mercante, né a quelli della madre marziale (Pai Hung). Un giorno però scatena le ire del bieco Tan (che in italiano diventa Chan, interpretato dal noto caratterista giapponese Yasuaki Kurata), cattivo maestro di una scuola marziale: inizia una spirale di vendetta e violenza che ricalca Dalla Cina con furore (1972). Di vendetta in vendetta, alla fine Fong partecipa ad un torneo marziale dove potrà malmenare a piacimento i cattivi, in un finale non chiaro perché semplicemente troncato di netto nella devastata edizione italiana su pellicola.
Note: Probabilmente è il primo film a presentare l’eroe popolare cinese Fong Sai-yuk in chiave marziale: avrà maggior successo negli anni Novanta con il volto di Jet Li.

Chin Hsiang, l’uragano giallo
[I giornali riportano anche Chim Hhiang, Chi Schu, King Husiang o solamente L’uragano giallo]
rilasciato visto di censura anche con il titolo alternativo di Kung-Fu Cobra contro Drago
(The Sister of the San-Tung Boxer, Yangtze, Taiwan 1973)
Regia di Wang Hung-Chang, con Wang Ping e Charlie Chin
Visto italiano: 6 ottobre 1973. In sala per Transeuropa Film (ma anche Cineromana): dal 1° dicembre 1973 (Roma) ~ In TV: dal 9 marzo 1979 su piccoli canali locali~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito
Trama: Il perfido Ciu Chang (Chao chiang) è a capo di una banda criminale di Shanghai nota come le Accette Nere, differenziando i propri interessi fra la riscossione del pizzo e le bische truccate, dove vince sempre e solo il banco. (Non si capisce perché la gente continui a giocarci!) La banda è abituata a far fuori chiunque si opponga, ma stavolta non sanno che è giunta in città la sorella di una delle loro vittime: dallo Shantung è appena arrivata Ma Su Cheng (che in italiano diventa Su Ma Cheng, interpretata da Wang Ping). Insieme a Tan (Charlie Chin), la donna comincerà a smantellare la banda delle Accette Nere, sia con stratagemmi che a colpi marziali, fino a un sanguinosissimo scontro finale.
Note: Fra gli assassini stranieri ingaggiati dal cattivo per far fuori la protagonista c’è un samurai giapponese (Jack Long) ma soprattutto un curioso pellerossa, con tanto di tomahawk, interpretato da quel Tsai Hung abituato a ruoli “pittoreschi”.

Chung Weng colpisce ancora
– vedi Wan Chung colpisce ancora

Ciclone di Hong Kong (Il)
– vedi Ku-Fang, il ciclone di Hong Kong.

Cin-Fu l’uomo d’acciaio (vado lo spacco e torno!)
[I giornali riportano anche come King-Fu o Kung-Fu]
(Iron Man / Chinese Iron Man, Taiwan 1973)
Regia di Joseph Kuo, con Wen Chiang-Long e Nancy Yen
Visto italiano: 19 giugno 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Eureka Film International: dal 15 luglio 1973 (Roma) ~ In TV: dal 5 dicembre 1978 su piccoli canali locali ~ In VHS: AVO Film (senza data) ~ In DVD: inedito
Trama della VHS: «Da una rissa apparentemente banale nasce la necessità di un confronto tra i campioni di arte marziale cinesi e quelli giapponesi.»
Trama: Liang Hsiao Hu (che in italiano diventa Cin-Fu, interpretato d Wen Chiang-Long) è il cuoco di un ristorante cinese nella multietnica Shanghai, ed essendo molto sensibile alla questione razziale mal sopporta le rudi angherie dei giapponesi, passando gran parte del suo tempo a malmenarli. La scuola di karate locale chiede vendetta alla scuola cinese da cui proviene Cin-Fu, e il gioco delle vendette incrociate prosegue fino a un torneo marziale finale.
Note: Palese rifacimento di Dalla Cina con furore (1973) ma senza epica (il protagonista si limita poi a costituirsi) e in pratica senza sceneggiatura: è una sequenza di scene che spesso si rifanno dichiaratamente a quelle con Bruce Lee. Da segnalare l’irresistibile scena in cui il protagonista combatte i giapponesi con in testa il cappello da cuoco!

Cin-Fu lo sterminatore cinese
Strano titolo-fusione di Cin-Fu l’uomo d’acciaio (vedi) e Kung-Fu, lo sterminatore cinese (vedi): il titolo appare in cartellone all’Edelweiss di Roma nel novembre 1973 e non è chiaro quale dei due film indichi.

Cina rovente
– vedi Femmine e spade per una belva gialla.

Cina violenza e furore
(Boxers of Loyalty and Righteousness, Taiwan 1972)
Regia di Chien Lung, con Jimmy Wang Yu e Sun Chia-Lin
Visto italiano: 3 maggio 1973. In sala per Eureka Film International: dal 17 maggio 1973 (Roma) ~ In TV: ? ~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito
Trama del visto italiano: «Ciang-kuei, un funzionario della corte di Sacewan aggredisce ed uccide il reggente e il comandante Ieh-Zin suo fido seguace. Al tradimento assiste il piccolo Ieh-zin. Dopo il delitto Ciang-kuei si impadronisce del potere e comincia a governare con il terrore. Passano circa vent’anni prima che Ieh-zin, ormai adulto, torni a Scewan per vendicare sul traditore la morte del padre. […]»

Cinese dal braccio di ferro (Il)
(Superior Youngster / Hong Kong Cat Named Karado / Super Kung Fu Kid / Karado, the Hand of Death, Taiwan 1973)
Regia di Joseph Kong Hung, con Nick Cheung e Bolo Yeung
Visto italiano: 4 maggio 1973. In sala per Variety Film: dal 26 maggio 1973 (Imperia) ~ In TV: dal 30 gennaio 1992 su piccoli canali locali ~ In VHS: AVO Film (1991) / Video Club 1993
Trama della VHS: «Un giovane cinese estremamente forte, soprannominato Braccio di Ferro per la potenza dei suoi arti, riesce a convincere il fratello a tornare finalmente sulla retta e a ristabilire l’onore del casato. Nel momento in cui egli decide di non essere più la pecora nera della famiglia, purtroppo, ci lascia anche la pelle. La vendetta sarà dura e spietata come i micidiali colpi di karatè del fratello inferocito.»
Trama: Ah Lung (Nick Cheung Lik) è un giovane irruento che si trova spesso in risse, tanto che viene soprannominato “Piccolo Cesare”, probabilmente per sfotterlo. La madre si preoccupa per lui così lo manda a cercare il fratello Mengao (James Nam), che nessuno in famiglia sa essere il braccio destro del boss locale Tieng (Bolo Yeung). Quest’ultimo, convinto che il giovane Ah Lung sia una spia dei militari, ordina di ucciderlo proprio a Mengao, così i due fratelli si riuniscono, ma il “Piccolo Cesare” non vuole saperne di lavorare per un criminale e questo è motivo di frizione con Mengao. Arrivano poi Fang e Liu, fratelli di sangue di Tieng e i tre alzano il livello di criminalità locale: il “Piccolo Cesare” dovrà malmenarli tutti in un lunghissimo combattimento finale.
Note: A parte il brevissimo uso da parte del protagonista dei nunchaku – che il doppiaggio italiano chiama «fruste»! – non c’è altro da ricordare delle scene d’azione. Irresistibile, durante il primo scontro fra il protagonista e Bolo Yeung, il tema musicale palesemente rielaborato da Gime Some Lovin’ (1966) dei The Spencer Davis Group.

Cinque dita d’acciaio
– vedi E lo chiamavano cinque dita d’acciaio

Cinque dita di violenza
[I giornali riportano anche 5 dita della violenza]
(King Boxer / Five Fingers of Death / Invincible Boxer, Shaw Bros, Hong Kong 1973)
Regia di Cheng Chang-Ho, con Lo Lieh, Wang Ping e Tien Feng
Visto italiano: 22 gennaio 1973, con divieto ai minori di anni 14. In sala per Warner Bros: dal 26 gennaio 1973 (Roma) ~ In TV: inedito ~ In VHS: Warner Home Video (Gli Scudi) 1996 ~ In DVD: RCS-Fabbri Editori 2004
Trama: L’orfano Zhiao (Lo Lieh) è fa “carriera” nella scuola marziale del maestro Suen Hsin-Pei (Fang Mian), nel senso che inizia come sguattero ma piano piano fa esperienza, e segretamente il maestro gli sta insegnando la fenomenale tecnica della Mano di Ferro. Quando la scuola viene minacciata dalla scuola rivale, gestita dal perfido maestro Meng Tung-Shan (Tien Feng), sarà proprio Zhiao, all’apparenza il più umile degli allievi, a vincere i pittoreschi cattivi della scuola rivale.
Note: Questo è il film di arti marziali che ha fatto esplodere la “febbre marziale” nell’Italia del 1973: non è stato il primo, ma è stato quello meglio distribuito e più influente sull’immaginario collettivo, in seguito scalzato dal successo di Bruce Lee: prima di quest’ultimo, per mesi e mesi Lo Lieh è stata la stella marziale in Italia.

5 dita e una pistola
(Death Comes in Three, Hong Kong 1973)
Regia di Paul Chang Chung, con Jenny Hu e Alan Tang
Visto italiano: 14 giugno 1973, con divieto ai minori di anni 14. In sala per Medusa Distribuzione: dal 31 agosto 1973 (Roma) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito
Trama del visto italiano: «Ultimi giorni della seconda guerra mondiale. Tre giovani ufficiali giapponesi con Han, un interprete cinese, catturano una donna, il marito e un bambino di sei anni. Dopo aver violentato la donna, i tre giapponesi uccidono barbaramente moglie e marito sotto gli occhi del bambino terrorizzato e quelli dell’indifferente Han. Sono passati ventotto anni. Kei, il bambino, è ora un uomo ed ha vissuto solo con lo scopo di compiere la sua vendetta. L’unico che forse possa dirgli dove sono i tre giapponesi è Han.

Cinque minuti di violenza
– Incredibile titolo sbagliato con cui il quotidiano “La Stampa” il 22 febbraio 1973 recensisce Cinque dita di violenza (vedi): «In Oriente si fa il tifo per le arti marziali, come e peggio che da noi nel football. […] Alla fine di pellicole come queste bisogna gettare via tutti gli attori perché si sono rotti».

Cleopatra Jones – Licenza di uccidere
(Cleopatra Jones, Warner Bros, USA 13 luglio 1973)
Regia di Jack Starrett, con Tamara Dobson, Bernie Casey e Shelley Winters
Visto italiano: 11 ottobre 1973. In sala per DEAR International: dal 5 dicembre 1973 (Genova) ~ In TV: dal 15 gennaio 1983 su piccoli canali locali ~ In VHS: Warner Home Video 1985 ~ In DVD: inedito
Trama: L’agente speciale Cleopatra “Cleo” Jones (Tamara Dobson) entra in scena ordinando la distruzione completa di un campo di papaveri in Turchia del valore di trenta milioni di dollari, e questo non fa certo piacere alla regina del crimine Mommy (Shelley Winters), la cui contro-mossa è tanto immediata quanto spietata: mandare la polizia a far chiudere il «rifugio del drogato» gestito da Reuben Masters (Bernie Casey), cioè uno dei centri di aiuto ai tossicodipendenti voluti da Cleopatra Jones. L’agente torna subito a casa, a Los Angeles, sventagliando di piombo gli sgherri di Mommy che cercano di ucciderla. Cleo non si fida del nuovo poliziotto arrivato nel distretto, sospetta sia un uomo di Mommy, e per le sue indagini su quanto accaduto al rifugio si rivolge alla signora Johnson (Esther Rolle) per ingaggiare i suoi due figli, Melvin (Caro Kenyatta) e Matthews Johnson (Albert Popwell), istruttori di karate. Guidando una rombante Chevrolet Corvette Stingray C3 del ’73, nuova di zecca e targata CLEO, sfoggiando improponibili capi di moda assolutamente folli, e trovandosi a proprio agio sia sparando che picchiando a colpi di karate, Cleopatra sgominerà l’organizzazione di Mommy.
Note: Un po’ parodia, un po’ cafonata, un po’ cialtronata, la sceneggiatura scritta dall’attore Max Julien è un modo un po’ traballante con cui la bianchissima Warner Bros continua a cavalcare l’onda della blaxploitation, sbattendo in scena un po’ di “folklore nero” senza stare troppo a preoccuparsi di scriverci intorno una storia vera. La forza della pellicola è chiaramente la grintosità dell’attrice protagonista, che spara e mena senza sosta: la 26enne Tamara Dobson non ha alcuna conoscenza marziale né capacità atletica, eppure viene impegnata in scene marziali dove vince tutti i bianchi cattivi. Le sue tecniche sono rozze e approssimative, ma serve a ricordare l’importanza delle arti marziali nella cultura nera dell’epoca.

Colpo per colpo
(Fist to Fist / Dragons of Death / Fists of the Double K, Emperor Film, Taiwan 1972)
Regia di Jimmy L. Pasqual, con Henry Yu Yang e Huang Tsung-Hsun
Visto italiano: 1° giugno 1973, con divieto ai minori di anni 18. In sala per Alpherat Distribuzione: dal 6 giugno 1973 (Roma) ~ In TV: ? ~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito
Trama: Chang (Henry Yu Yang) è un giovane poliziotto cui viene affidata una missione molto pericolosa, da svolgersi in un territorio particolare che sorge al confine fra tre province, così che i cattivi possano sfruttare i buchi legislativi. Chang dovrà sventare l’organizzazione del perfido boss Fang (che in italiano diventa San Ye, interpretato da Huang Tsung-Hsun), che detiene il potere nella zona grazie ad alcuni spietati lottatori al proprio servizio: Drago Volante, lo Sfregiato, Mano d’Acciaio, Tigre e Coda di porco, ognuno con un’abilità particolare. Quando i cattivi rapiranno una ragazza cieca cara a Chang, la sua furia sarà irrefrenabile e da solo massacrerà l’intera banda.
Note: Il film neanche ci prova a inventarsi una trama, la prima metà è puro chiacchiericcio inutile e la seconda è composta esclusivamente da combattimenti privi di interesse. Da notare giusto la comparsata (inutile) di Simon Yuen, che sarà mitico Drunken Master, e Yuen Wah nel ruolo del bandito che lancia una lama a forma di boomerang. Il resto è puro rumore di fondo.

Colpo segreto del kendo (Il)
(Shokin kasegi / Killer’s Mission, Toei, Giappone 1969)
Regia di Shigehiro Ozawa, con Tomisaburô Wakayama e Yumiko Nogawa
Visto italiano: 31 agosto 1973. In sala per DEA: dal 22 novembre 1973 (Albenga) ~ In TV: dal 7 marzo 1980 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «In un paese cinese vi sono varie bande di ladri che rubano l’oro estratto dalle miniere. Il governatore allora incarica un medico, Ichibei, noto nel paese per il suo coraggio e la sua bravura nella lotta a catturare il famigerato bandito Lupo e a recuperare l’oro rubato. Ichibei accetta ma in contro partita chiede la metà dell’oro rubato per poter costruire un ospedale nel paese. Dopo varie pericolose avventure egli riesce a recuperare l’oro e a giustiziare tutti i malvagi

Con una mano ti rompo con due piedi ti spezzo
(One-Armed Boxer / The Chinese Professionals, Golden Harvest, Hong Kong 1972)
Regia di Jimmy Wang Yu, con Jimmy Wang Yu, Lung Fei e Ma Chi
Visto italiano: 13 aprile 1973. In sala per Nuova Linea Cinematografica: dal 14 aprile 1973 (Roma) ~ In TV: dal 15 febbraio 1980 su piccoli canali locali / il 25 aprile 1990 su Italia7 ~ In VHS: inedito
Trama: La scuola marziale del perfido Chao (Tien Yeh) vuole togliere di mezzo la scuola marziale del bravo Han Tui (Ma Chi), così da avere mano libera per i propri traffici criminali, così chiama i migliori lottatori dell’Asia per colpire i rivali. Uno dopo l’altro, gli allievi di Han Tui cadono come mosche, invece Yu Tien-lung (Jimmy Wang Yu) si dimostra un osso particolarmente duro: servirà il vampiresco maestro di Okinawa (Lung Fei) per batterlo, staccandogli pure il braccio destro. Salvato da una ragazza, di cui si innamora, Yu si allena duramente per irrobustire l’unica mano rimastagli così da tornare nella scuola dei cattivi e farli tutti fuori.
Note: Se come attore Wang Yu è sempre stato pessimo, come regista dimostra una freschezza visiva davvero sorprendente, con trovate tanto geniali quanto spesso folli ma soprattutto con una voglia di intrattenere il pubblico del nuovo genere che per convenzione si considera nato proprio con questo film: il gongfupian, il cinema di arti marziali, di cui la Golden Harvest sarà sempre paladina inarrivabile.

Crash, che botte! Strippo, strappo, stroppio
(noto all’estero come Supermen Against the Orient, Italia 1973)
Regia di Bitto Albertini, con Robert Malcolm, Sal Borgese e Lo Lieh
Visto italiano: 20 novembre 1973. In sala per I.N.D.I.E.F.: dal 28 dicembre 1973 (Torino) ~ In TV: dal 10 gennaio 1979 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito ~ In DVD: Bandiera Gialla (Cecchi Gori) “Gli Incredibili Cult” 2005
Trama: L’agente dell’FBI Robert Wallace (Robert Malcolm) ingaggia i Tre Supermen per sventare un’operazione criminale ad Hong Kong, facendosi aiutare da due “agenti” reclutati sul posto: «il famoso campione Palmo d’Acciaio» (Lo Lieh) e la grintosa Suzy (Shih Szu), per una serie di rocambolesche scene d’azione in salsa italiana.
Note: Le avventure comiche dei Tre Supermen con le tutine rosse anti-proiettile sono state un grande successo italiano dell’epoca, e qui testimoniano quanto la “febbre marziale” fosse potente, visto che è stata ingaggiata la grande stella marziale internazionale Lo Lieh, che all’epoca era quello che Bruce Lee sarebbe stato in seguito, con la differenza che Lo Lieh non ha mai avuto alcun tipo di conoscenza marziale.

Da Bangkok con ordine di uccidere
[I giornali riportano anche l’accezione Da Bangkok per uccidere]
(The Yellow Killer / Kung Fu-ry! – Mad Dog Dragon, Hong Kong 1972)
Regia di Jimmy Shaw Feng, con Pai Ying e Li Hsiang
Visto italiano: 23 giugno 1973, con divieto ai minori di anni 18. In sala per F.P. Cinematografica: dal 23 giugno 1973 (Roma) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito
Trama del visto italiano: «Chang ha avuto una infanzia difficile, ma in seguito è riuscito ad entrare in un’Accademia Militare dove è stato addestrato alla lotta ed ha imparato l’uso delle armi. In seguito, però, per disgraziate evenienze, si è dato al crimine diventando un famoso Killer, alle dipendenze di un certo Mister Loo, un losco trafficante; accorgendosi della malvagia opera di Mr. Lo, egli lo abbandona, ma viene perseguitato perché venuto a conoscenza di troppi pericolosi segreti. […]»

Da Hong Kong: l’urlo, il furore, la morte
(The Cannibals, Park Films, Hong Kong 1972)
Regia di Kao Pao-Shu, con Chen Chen e Chang Yi
Visto italiano: 22 marzo 1973. In sala per Medusa Distribuzione: dal 24 marzo 1973 (Udine) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Trama: Mentre fa lezione nella propria scuola marziale prendendo a calci tavolette di legno, il maestro Pao (Chang Yi) scopre della morte di suo fratello, aggredito dai banditi mentre trasportava un carico d’oro per conto del Governo. Il colpo è stato organizzato dal perfido Tseng (Chen Hung-Lieh) ma all’ultimo secondo il criminale è stato tradito da quattro suoi uomini, che si sono fregati il malloppo: a cercarli, dunque, ora ci sono sia gli sgherri di Tseng che il furioso Pao. Quest’ultimo ha capito che i ladri si nascondono fra gli operai dell’ignaro signor King (Yuan Shen), la cui grintosa figlia Chin Lin Tang (Chen Chen) sarà fenomenale alleata nella furia vendicativa del maestro marziale.
Note: Sulla rivista “Tempo” del 29 aprile 1973 Morando Morandini (futuro celebre compilatore di un noto “Dizionario dei film”) cita Kao Pao-Shu sia perché lo stupisce scoprire essere una regista donna, sia perché avverte i lettori che stanno per arrivare in Italia tre suoi film: probabilmente questo fa parte di quel pacchetto. L’altra particolarità “femminile” di questa pellicola è l’avere una co-protagonista marziale molto attiva: per il resto non c’è altro che si lasci ricordare.

Dal Giappone con furore
(Yakuza deka / Gangster Cop / Yakuza Detective, Giappone 1970)
Regia di Yukio Noda, con Sonny Chiba, Ryôji Hayama e Machiko Yashiro
Visto italiano: 11 luglio 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per D.E.A.: dall’11 settembre 1973 (Roma) ~ In TV: unico passaggio noto, 5 settembre 1987 su Odeon TV ~ In VHS: inedito
Trama: Hayata (Sonny Chiba) aiuta il trafficante di droga Ishiguro (Ryôhei Uchida) a fuggire dalla polizia, e dopo una notte di bevute salva la vita anche al di lui capo Mano: oltre a dei soldi, Hayata guadagna la fiducia dei trafficanti. Era quello che voleva, visto che chiaramente Hayata è un poliziotto sotto copertura. L’organizzazione di Mano si trova sotto attacco di criminali concorrenti, guidati da Natsui: Hayata lavorerà per entrambi così da affondare entrambe le organizzazioni.
Note: Primo film della saga del “Detective della Yakuza” (Yakuza deka), quattro film usciti in Giappone fra il ’70 e il ’71 con protagonista Shiro Hayata: questo primo è l’unico distribuito in Italia. Il giovane Chiba è già molto famoso come fenomenale atleta e combattente quindi l’intera vicenda è cucita addosso ad una sorta di super-poliziotto che non disdegna qualche gadget alla James Bond, fra un’acrobazia e l’altra. Una storia non eccelsa ma che in fondo serve solo da contorno per le scene d’azione con un Sonny Chiba in grande spolvero.

Dalla Cina con furore
(Fist of Fury / Chinese Connection, Golden Harvest, Hong Kong 1972)
Regia di Lo Wei, con Bruce Lee, Nora Miao e Tien Feng
Visto italiano: 28 febbraio 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Titanus: dal 1° marzo 1973 (Roma) ~ In Super8: Silma, probabilmente dopo il 1978 (5 bobine da 180 mt.) ~ In TV: dal 1° ottobre 1984 su Italia1 ~ In VHS: Futurama / Domovideo / Eden Video (tutte di data ignota) ~ In DVD: Legocart 2000 / Legocart Remastered (senza data) / Storm Video 2003 / Fabbri Editori 2004 / DNC-Dall’Angelo Pictures (senza data), quest’ultima edizione contiene la ridigitalizzaione Fortune Star del 1993
Trama: Nella Shanghai di inizio Novecento la scuola marziale del perfido Suzuki (Chikara Hashimoto) vuole togliere di mezzo la scuola rivale cinese, così ne fa uccidere il maestro. Sconvolto, il giovane allievo Chen (Bruce Lee) decide di passare alla vendetta personale, andando a malmenare gli odiati giapponesi a casa loro. Questo darà vita a una serie di vendette incrociate che potrà concludersi solo con il sacrificio finale del lottatore, non prima di aver fatto fuori tutti i cattivi.
Note: Secondo film di Bruce Lee da divo marziale, anche se in Italia è arrivato per primo, una miglior cura tecnica lo rende un prodotto superiore a quelli diretti da Lo Wei, il quale crederà per tutta la vita di essere stato l’artefice del successo di Bruce Lee, malgrado tutti i fatti lo abbiano sempre contraddetto. Indimenticabile il tema sonoro del film, con cui Joseph Koo ruba di peso ma addirittura migliora il tema di Quincy Jones per la serie televisiva “Ironside” (1967).

Dalla Sicilia con furore
– Contrazione di Ku Fu? Dalla Sicilia con furore (vedi) apparsa in cartellone al cinema Galleria (Alessandria) il 5 ottobre 1973.

2 samurai per 100 geishe
(Italia 1962)
Regia di Giorgio Simonelli, con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia e Mario Carotenuto
Visto italiano: 30 agosto 1962 (poi, in versione censurata, 20 dicembre 1962). In sala per Alpi Cinematografica: dal 24 dicembre 1962 (Torino). Riportato in sala nel 1973 della “febbre marziale” ~ In Super8: AVO Film (3 bobine da 120 mt.) ~ In TV: dal 1° luglio 1981 su piccoli canali locali ~ In TV: ? ~ In VHS: inedito ~ In DVD: A&R Productions 2020
Trama del Super8: «A Franco e Ciccio li abbiamo visti nelle più svariate vesti, ma mai così divertenti e scatenati come in questo dei “samurai” e delle “geishe”.»
Trama: Lo spregiudicato avvocato Sciabica (Gianni Agus) accompagna i due “polli” Franco (Franco Franchi) e Ciccio (Ciccio Ingrassia) in Giappone per ritirare una ricca eredità, avendo già ordito un piano per metterci le mani. Il problema però è che il notaio giapponese (Mario Carotenuto) fa rispettare la regola per cui i due fratelli debbano diventare samurai, prima di poter incassare la ricca eredità. Intanto vari altri pittoreschi personaggi si preparano ad aggredire i due ereditieri per vari motivi, affiancandogli due truffatrici mascherate da geishe: Ku Fu (Moa Tahi) e Mizzika (Rossella Como), ma tranquilli: l’FBI tiene tutti sotto controllo.
Note: Grande “mischione” culturale che fonde vari stereotipi orientali in voga all’epoca in Italia.

E così divennero i 3 Supermen del West
(Italia 1973)
Regia di Italo Martinenghi, con Jorge Martín, Sal Borgese e Frank Braña
Visto italiano: 22 agosto 1973. In sala per ?: dal 14 dicembre 1973 (Novara) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito ~ In DVD: Bandiera Gialla (Cecchi Gori) “Gli Incredibili Cult” (senza data)
Trama: Il professor Panzarotti (Gigi Bonos) a Roma ha inventato la macchina del tempo e l’FBI la vuole, perché c’è il rischio finisca nelle mani sbagliate. Revoca dunque le meritate vacanze dell’agente Brad (Frank Braña) e lo incarica di recuperare l’invenzione, facendosi eventualmente aiutare dai suoi amici Supermen. George (Jorge Martín) e Sal (Sal Borgese) intanto hanno venduto il Colosseo a un americano, proseguendo la loro naturale carriera truffaldina, e scontrandosi con l’onesto Brad finiscono tutti e tre dentro la macchina del tempo, ritrovandosi catapultati nel selvaggio West, nel Kansas del 1867. Finiti subito nei guai con lo sceriffo (Fernando Bilbao), riusciranno ad evadere di prigione e a raggiungere la banda di Navajo Joe (Ignazio Spalla), che ha rubato la macchina del tempo non conoscendo il suo valore. Tra una rapina in banca, una scazzottata nel saloon e una partita di calcio coi banditi, i tre Supermen sapranno risolvere ogni problema.
Note: Nuova commediola salterina per le tre tutine anti-proiettili, in una vicenda priva di qualsiasi concretezza e serietà, puro intrattenimento buffonesco ma tante sequenze acrobatiche e combattimenti ben diversi delle scazzottate tipiche dell’epoca, con l’uso anche di gambe sicuramente frutto della “febbre marziale”.

E lo chiamavano cinque dita d’acciaio
(The Hero / Rage of the Masters / The Destroyer / Chess Boxing Destroyer, Hai Hua Cinema, Taiwan 1971)
Regia di Wang Hung-Chang, con Jimmy Wang Yu e Lisa Chiao Chiao
Visto italiano: 18 aprile 1973. In sala per Eureka Film International: dal 20 giugno 1973 (Torino) ~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito
Trama del visto italiano: «Lun, un lottatore malvagio e violento, è stato radiato, per indegnità, dalla scuola di Kung-Fu diretta dal maestro Fan. Per vendicarsi dell’espulsione, Lun assolda dei lottatori che distruggono la scuola ed uccidono il maestro. Poi, liberi da qualsiasi impedimento, cominciano a spadroneggiare nella casa da gioco della città terrorizzando gli abitanti. […]»

Femmine e spade per una belva gialla
(Duel with Devil, Filmline Enterprises, Taiwan 1971)
Regia di Chien Lung, con Chiang Pin, Chang Ching-Ching e Yi Yuan
Visto italiano: 15 maggio 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Eureka Films Internatinoal: dal 19 ottobre 1973 (Torino) ~ In Super8: AVO Film 1973, con il titolo Cina rovente. Spade per una belva gialla ~ In TV: dal 12 novembre 1978 su piccoli canali locali ~ In VHS: Magnum 3B (data ignota)
Trama: Il perfido maestro Ting (Ko Yu-Min), a capo della Fortezza delle Cinque Tigri, vuole tendere un agguato al buon ufficiale Wang ma i suoi piani sono ostacolati dall’intervento del cavaliere Tang Shi Ye (Chiang Pin), che chiamano “Belva Gialla”, un giustiziere mascherato che opera nella zona. Intanto Yu Sheng (Chang Ching-Ching) si allena da anni per affrontare chi le ha distrutto la famiglia, e finalmente il maestro le rivela che è stato proprio Belva Gialla. Altri credono che Belva Gialla sia cattivo e man mano cresce il numero di personaggi che lo cerca, tutti alla disperata ricerca di una sceneggiatura assente ingiustificata.
Note: Ennesimo dozzinale wuxiapian della taiwanese Filmline Enterprises, con troppi personaggi e zero sceneggiatura. E come al solito Yi Yuan in veste di cattivo: la sua presenza identifica al volo i peggiori titoli dell’epoca, prontamente acquistati dagli spregiudicati distributori italiani.

Furia del vento giallo (La)
[I giornali riportano anche Il vento e la furia gialla]
(The Rage of Wind / Han Bo Warrior / The Ninja Warlord, Eternal Film, Hong Kong 1973)
Regia di Ng See-Yuen, con Chang Sing, Kurata Yasuaki e Irene Ryder
Visto italiano: 4 agosto 1973, con divieto ai minori di anni 14. In sala per F.P. Cinematografica: dal 6 agosto 1973 (Varazze) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «Un cinese di Chusan, Chan Quan, torna dopo aver fatto fortuna come pugile in U.S.A. e dopo aver sposato un’americana. Egli si è ritirato dal ring dopo aver ucciso in combattimento un pugile. Intanto, a Chusan dominano piccoli gruppi di giapponesi che preparano l’invasione del Giappone e che non trovano una efficace opposizione. In un paio di occasioni, Chan Quan interviene personalmente e si attira l’odio del giapponese Taka Jama, che cattura la moglie di Chan Quan e il nipote. […]»

Furia gialla
(The Fast Sword, Golden Harvest, Hong Kong 1971)
Regia di Wong Fung, con Chang Yi e Han Hsiang-Chin
Visto italiano: 17 aprile 1973. In sala per Fida Cinematografica: dal 6 maggio 1973 (Torino) ~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito ~ In TV: dal 28 aprile 1980 su piccoli canali locali
Trama: Il pastore Kung-Cheng (che in italiano diventa Yen, interpretato da Shih Chun) medita la vendetta: gli arriva infatti voce che l’assassino del padre, il principe Tu Kai-Su, sia tornato in paese e abbia dato una grande festa a corte, quindi è l’occasione giusta per la vendetta a suon di spade. Tornato a casa, Yen trova un uomo di legge, auto-invitatosi fingendo di essere un suo amico: è l’agente Tu-No (Chang Yi) dell’Accademia dei Sei Ventagli. I due sono entrambi fenomenali combattenti e non vorrebbero battersi, perché basta loro accennare un po’ delle proprie capacità per far capire che sarebbe uno scontro pari sì ma cruento, e a risolvere la situazione ci pensa la madre cieca di Yen: suo figlio ha ucciso e quindi è giusto che vada a processo, dove potrà raccontare la triste storia che l’ha portato a vendicarsi. Il bravo poliziotto capisce la situazione e durante il viaggio verso il tribunale proteggerà l’arrestato dagli attacchi degli sgherri del principe ucciso.
Note: Particolarità del film sono un piccolo ruolo per Sammo Hung, come sgherro del principe, la grintosa sorella del protagonista e la mamma che è sì cieca ma sa tenere testa a tutti.

Furia gialla mani di ferro
Strano titolo-fusione di Furia gialla (vedi) e Mani di ferro (vedi): il titolo appare in cartellone all’Alpi di Torino (Zona Centro) il 12 ottobre 1973 e non è chiaro quale dei due film indichi, essendo entrambi in circolazione nei cinema cittadini in quella data.

Furore della Cina colpisce ancora (Il)
[I giornali riportano anche Il terrore della Cina colpisce ancora e La furia della Cina colpisce ancora]
(The Big Boss / Fists of Fury, Golden Harvest, Hong Kong 1971)
Regia di Lo Wei, con Bruce Lee, James Tin Chuen e Han Ying-Chieh
Visto italiano: 12 aprile 1973. In sala per Titanus: dal 13 aprile 1973 (Torino) ~ In Super8: Silma (5 bobine da 180 mt.) ~ In TV: dal 19 aprile 1985 su Italia1 ~ In VHS: Futurama / Domovideo / Eden Video (tutte di data ignota) / E.P.I. 1998 ~ In DVD: Legocart 2000 / Legocart Remastered (senza data) / Storm Video 2003 / DNC-Dall’Angelo Pictures (senza data), quest’ultima edizione contiene la rimasterizzazione Fortune Star del 1993
Trama: Chen (Bruce Lee) dalla poverissima campagna cinese emigra nell’ancor più povera Thailandia in cerca di lavoro, e grazie al cugino (James Tien) è assunto in una fabbrica di ghiaccio, non sapendo che è solo una facciata con cui il “grande capo” (Han Ying-Chieh) spaccia droga. Quando un paio di operai troppo curiosi scompaiono, comincia una serie di vendette incrociate fra la massa lavoro e il capo spietato fino al bagno di sangue totale. Solo un paio di personaggi rimarranno vivi a fine film.
Nota: Dopo una lunga carriera nel cinema sin da bambino e la delusione di una mancata carriera americana, questo è il primo film marziale di Bruce Lee, in un genere appena nato e di cui Bruce diventerà subito simbolo internazionale.

Gamba d’acciaio e karatè
– Titolo misterioso apparso in cartellone al Beccaris di Settimo (Piemonte) il 25 agosto 1973.

Giganti del karatè (I)
Titolo presentato in cartellone dall’arena Alabama di Roma il 2 settembre 1973 ma che non può essere il film omonimo, che uscirà in Italia solamente nel 1978: probabilmente è un errore di stampa del quotidiano che riporta la notizia, dato poi che nello stesso periodo gira in sala I giganti del brivido, documentario del 1971 di David Winters, con Paul Newman.

Giustiziere giallo (Il)
(The Righteous Fist / Furious Ultimatum, Taiwan 1972)
Regia di Wang Hung-Chang, con Wang Yong e Lisa Chiao Chiao
Visto italiano: 5 aprile 1973, con divieto ai minori di anni 14. In sala per Eureka Film International: dal 6 aprile 1973 (Torino) ~ In TV: dal 19 aprile 1980 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama: Il perfido Chu Tung (Chien Te-Men) spadroneggia in paese con la sua banda di sgherri e con una fenomenale alleata (Julie Lee) fenomenale a mani nude e letale con la frusta: entrambi fanno capo al boss Yu (Chao Chiang) che vuole a tutti costi spazzare via la scuola marziale di Yang (Han Chiang), che in italiano diventa Shang Wus. In questo momento teso torna in paese Ienao, o così recita il doppiaggio italiano (Wang Yong), medico che anni prima ha lasciato la cittadina e ora vi ritorna per aprire uno studio, e magari riallacciare i rapporti amorosi con la figlia del maestro Yang. Il boss mette fuori combattimento Ienao spezzandogli le mani e riesce a scacciare il maestro Yang, così da poter diventare signore assoluto in paese insieme al complice giapponese Chumu San (Hsieh Hsing), ma non ha calcolato la forza marziale di Ienao… e la violenza delle sue cinque dita!
Note: Non è nota la data precisa di uscita in patria di questo minuscolo film, ma è plausibile che sia dopo il 28 aprile 1972 in cui è uscito Cinque dita di violenza, con il protagonista a cui vengono spezzate le mani e diventano più forti di prima con la sola volontà marziale. Per non parlare del finale con il cattivo a cui vengono strappati gli occhi.

Harakiri
(Seppuku, Giappone 1962)
Regia di Masaki Kobayashi, con Tatsuya Nakadai e Akira Ishihama
Visto italiano: 20 luglio 1963. In sala per Euro International Films: nel luglio 1966, pressoché ignorato sebbene avesse vinto la Palma d’Argento a Cannes 1963; riportato in sala nel 1973 durante la “febbre marziale” ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «Un giovane samurai, Motome, ridotto alla miseria e alla povertà, causa la malattia della moglie e del figlio, decide di recarsi a chiedere aiuto presso un castello feudale di Edo. Ma anziché esser mandato via con un compassionevole dono in denaro egli è obbligato dai samurai residenti nel castello, a fare harakiri in rispetto alle severe leggi d’onore che regolano la vita di un samurai. Motome resta terrificato, senza scelta, portato a questo triste passo dall’estrema povertà, la sua morte, teoricamente nobile e dignitosa, è assolutamente orribile. […]»

Iena dalle zanne d’acciaio (La)
[I giornali riportano anche La jena dalle zanne d’acciaio]
(?, ?)
Regia di ?, con ? (Nomi inventati in Italia: regia di Chen Li, con Men Wang e Fen Hsing)
Visto italiano: 2 ottobre 1973. In sala per Gold-Herald: dal 1° dicembre 1973 (Torino) ~ In TV: dal 17 aprile 1979 su piccoli canali locali, con entrambe le accezioni del titolo (iena e jena) ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «Nel XVII secolo i principati feudali che componevano l’Impero d’Oriente, obbedivano al Gran Kan, dittatore strapotente ma giusto, il quale aveva una schiera di fedelissimi guerrieri che inviava a controllare e a sedare le rivolte. Il nobile guerriero Satomè ha l’incarico di accertare la fedeltà dei feudi delle isole Rykyn, il quale principato non è fedele al Gran Kan, e cerca con l’aiuto della sorella e della bellissima Sataè, che ha in cura il Principe Ereditario, di eliminare i traditori. […]»

Inferno nella mano (L’)
(il visto italiano afferma essere A Real Man del 1971 ma è chiaramente The Brutal Boxer / Blood Fingers, Hong Kong 1972)
Regia di Guan Shan, con Chan Sing, Mars e cameo di Jackie Chan
Visto italiano: 28 aprile 1973, con divieto ai minori di anni 18. In sala per Iannoni Mario: dal 6 luglio 1973 (Arona) ~ In TV: dal 31 maggio 1979 su piccoli canali locali ~ In VHS: Magnum 3B 1986 / AVO Film (data ignota)
Trama della VHS: «Quattro maneschi cugini (e il loro padre e zio) picchiano tutti, ma alla fine ci sarà chi riuscirà a sistemarli per le feste…»
Trama: Cho e suo fratello bruce-clone Chang dalla campagna cinese arrivano nella rutilante Bangkok in cerca di un futuro grazie a loro zio, il quale però ha fornito un indirizzo errato e i due finiscono al cospetto di un boss locale, il gran maestro Udo Shan. Questi, capito che i due sono bravi lottatori, li ingaggia nelle proprie attività – Cho lo manda nella fabbrica di legname e Chang lo fa istruttore nella propria palestra – ma poi escono fuori altre parentele ad ingarbugliare tutto: nel dubbio, tutti a picchiarsi che non si sbaglia mai!
Note: delirante filmaccio composto esclusivamente di gente ignota che si picchia male, cercando chiaramente di rifarsi allo spunto de Il furore della Cina colpisce ancora (1972): da segnalare giusto un’apparizione di Jackie Chan nel ruolo di uno degli sgherri del boss e di Mars, suo storico cascatore che qui ha un parte parlante.

Invincibile Super Chan (L’)
(Forced to Fight / The Invincible Super-Chan / Superchan, Taiwan 1971)
Regia di Sun Yang, con David Tang Wei, Yang Yang e Han Hsiang-Chin
Visto italiano: 3 agosto 1973. In sala per I.I.F. Italian International Film: dal 4 dicembre 1973 (Sanremo) ~ In TV: dal 14 marzo 1981 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito ~ In DVD: QuintoPiano-Hobby&Work 2006
Trama: Il contadino Chan (David Tang Wei) entra in scena che già mena la gente, per motivi ignoti. Finito di picchiare tutti, un tizio gli dice che se vuole essere il più forte della Cina, e quindi essere nominato principe dello Yucatan (?), deve battere Mo Yan Chan (Lui Ming), esperto nella Mano della Tigre in cui guarda caso Chan si imbatte un secondo dopo. L’avversario è fenomenale e Chan fatica a tenergli testa, ma per fortuna arriva sua moglie Ling (Han Hsiang-Chin), che stava per farsi suora, e correndo dal Tempio Shaolin gli porta la spada, con cui in un attimo Chan uccide Mo Yan Chan, la cui testa porterà sulla tomba del padre della moglie. Mentre Chan seppellisce la spada, per cui secondo la legge non può più essere sfidato, intanto il principe Shui Tai Hai (William Lan) dei Draghi Verdi reprime nel sangue alcuni rivoltosi, quando viene raggiunto dalla figlia di Mo Yan Chan che chiede vendetta contro l’uccisore Chan. Ammazzata la donna perché gli dava noia, Shui Tai Hai va a sfidare Chan, il quale non ne vuol più sapere di combattere: un secondo dopo i due iniziano a combattere. Fatto fuori l’ennesimo avversario, Chan si ritrova capo dei Draghi Verdi ma non vuole esserlo, così subisce la sfida del tizio di inizio film, che vuole comandare lui. Questi uccide la figlia di Chan e gli crocifigge la moglie: da questi leggeri segnali Chan capisce che lo sta sfidando, quindi per la millesima volta disseppellisce la propria spada, che non ce la fa a rimanere sepolta per più di cinque minuti.
Note: Immondo guazzabuglio sconclusionato che non è chiaro sia nato già così o sia peggiorato dalla raffazzonata edizione italiana. Una curiosità: nel duello contro Shui Tai Hai vediamo la mano di Chan fuoriuscire dall’acqua impugnando la spada, anticipando di dieci anni la stessa scena, molto più celebre, di Excalibur (1981).

Jena dalle zanne d’acciaio (La)
– vedi Iena dalle zanne d’acciaio (La)

Kamikaze del karatè (I)
[I giornali riportano anche I kamikaze da karatè]
(Man of Iron / Warrior of Steel, Shaw Bros, Hong Kong 1972)
Regia di Chang Cheh, con Chen Kuan-Tai e Ching Li
Visto italiano: 20 aprile 1973, con divieto ai minori di anni 18. In sala per Production International Films: dal 13 giugno 1973 (Torino) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «Hong Kong. La strada della malavita, Chanow Road è il dominio di un vecchio boss che controlla le bische e il rackett con l’aiuto del nipote Chen. Yu, il figlio del vecchio boss, arrogante e violento provoca Chow, l’unico che tenta di opporsi allo strapotere della banda. Chow reagisce. Irrompe nella casa di Lady, la bellissima donna di Yu, picchiandone le guardie del corpo. È il suo modo di conquistare la ragazza. Ma gli uomini di Yu restituiscono la visita, distruggendo la casa di Chow e picchiandone il fratello. […]»

Karatè pugni e fagioli
– Contrazione di Storia di karatè, pugni e fagioli (vedi) apparsa in cartellone al cinema Splendor (Aosta) il 5 ottobre 1973.

Kid il monello del West
(Italia 1973)
Regia di Tonino Ricci, con Andrea Balestri, Cristiana e Mirko Ellis
Visto italiano: 13 ottobre 1973. In sala per Ramo Film: dal 28 dicembre 1973 (Borgomanero) ~ In TV: dal 28 maggio 1981 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama: Il capitano (Mirko Ellis con la voce di Cesare Barbetti) si stabilisce in una città fantasma per organizzare con i suoi complici una grande rapina alla banca di River City, non sapendo che in quella città ci vanno a giocare dei ragazzini molto intraprendenti, guidati da Kid (Andrea Balestri). Scoperto il piano, i ragazzini anticipano i criminali e organizzano la loro rocambolesca cattura.
Note: Figlio di tempi in cui si usavano i ragazzini per scimmiottare gli adulti, la particolarità del film è che nella cittadina della vicenda c’è la piccola Butterfly (forse Clara Park), una ragazzina asiatica che nello scontro finale con i banditi saprà affrontare gli adulti a suon di arti marziali. Da notare come questo titolo sia diretto da Tonino Ricci subito dopo il suo “western marziale” Storia di karatè, pugni e fagioli (vedi).

Killer dagli occhi a mandorla (Il)
(The Killer / Sacred Knives of Vengeance, Shaw Bros, Hong Kong 1972)
Regia di Chor Yuen, con Chin Han, Tsung Hua e Wang Ping
Visto italiano: 4 maggio 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Warner Bros: dall’8 maggio 1973 (Roma) ~ In TV: inedito ~ In VHS: Warner Home Video, novembre 1988, con il titolo La vendetta del Dragone Nero ~ In DVD: inedito
Trama della VHS: «“The Killer” è un film giocato sull’assassinio e l’intrigo. Chiao Tzu-fei contrabbanda armi per conto della banda del “Black Dragon”, ma quando le sue imprese vengono smascherate da Wang Hsing-tien, ingaggia Hsieh Chun, un nobile ma allo stesso tempo furbo spadaccino per preparare una terribile vendetta. Quando Hsieh Chun incomincia a dubitare delle sue stesse mosse, nel film esplodono le esplosive arti marziali dei fratelli Shaw.»
Trama: Il boss del porto chiede al manesco Hsiao Hu (Tsung Hua) il favore di andare a malmenare dei tizi in una scuola, perché sono i membri della banda del Dragone Nero. In realtà Hsiao Hu è stato ingannato e ha malmenato degli innocenti, e ora ha tutti contro, mentre ritrova la compagna d’infanzia Yu Chiao (Wang Ping) con cui lavorava nel circo come lanciatore di coltelli. La donna però è ambita dall’ispettore Ma (Chin Han) e c’è sempre il Dragone Nero da affrontare, in lunghi combattimenti sulla spiaggia.
Note: È un mistero come la Warner Bros abbia potuto distribuire questo film di rara inutilità, così come è inspiegabile la produzione della blasonata shaw Bros, essendo questo quasi un prodotto semi-amatoriale.

King-Fu l’uomo d’acciaio
– vedi Cin-Fu l’uomo d’acciaio (vado lo spacco e torno!).

Ku Fu? Dalla Sicilia con furore
(Italia 1973)
Regia di Nando Cicero, con Franco Franchi, Gianni Agus ed Enzo Andronico
Visto italiano: 31 agosto 1973. In sala per Juma Film: dal 30 agosto 1973 (Torino), ma appare già in anteprime romane dal 28 aprile precedente ~ In Super8: Filmautori (5 bobine da 120 mt.) ~ In TV: dal 26 novembre 1983 su piccoli canali locali / 15 maggio 1988 su Italia1 ~ In VHS: Capitol International Video (data ignota) ~ In DVD: RaroVideo/Nocturno/Minerva (senza data)
Trama del Super8: «Il braccio violento di un cinese di origine siciliana stermina ad uno ad uno i più grandi maestri del Kung Fu in un torneo per la conquista di Roma.»
Trama: Franco (Franco Franchi) è un giovane allievo del “Mandarino di Sicilia” Don Vito che deve fare il salto di qualità in vista di un torneo-concorso indetto dal Comune di Roma per un posto fisso. Dalla campagna il nostro eroe arriva dunque nella Capitale, pronto a far sentire tutto il proprio furore. La sua destinazione è la ben misera palestra di “lotte orientali” gestita dal maestro Kon Chi Lay (Gianni Agus), in cui si ritroverà schiacciato nella rivalità con la scuola “I Draghi del Kung Fu” del cavalier Lho Kon Te (Enzo Andronico), anch’egli interessato al posto offerto dal Comune di Roma. Sarà una lotta spietata fino all’ultima scenetta comico-parodistica.
Note: Irresistibile presa in giro del fenomeno marziale, sia al cinema che in palestra, che curiosamente anticipa la nascita ad Hong Kong del genere “kung fu comico”: Franco Franchi anticipa di cinque anni Jackie Chan nel subire astrusi e dolorosi esercizi dal proprio anziano maestro.

Ku-Fang, il ciclone di Hong Kong
[I giornali riportano anche Ku-Fung o Chu Jung]
(The Avenger / The Queen Boxer / Fearless Karate Girl, Hong Kong 1972)
Regia di Florence Yu, con Chia Ling e Peter Yang Kwan
Visto italiano: 10 aprile 1973. In sala per Eureka Film International: dal 12 maggio 1973 (Torino) ~ In TV: dal 18 marzo 1983 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama: A Shanghai sbarca la giovane Ma Su Chen (Chia Ling) con una vendetta nel cuore, ma per tre quarti di film rimarrà sullo sfondo a guardare per aria. Intanto seguiamo le inutili e noiose vicende (scritte malissimo) della solita mala locale e del vendicatore Fan Kao To (o Fang Kau Ton nel doppiaggio italiano, interpretato da Peter Yang Kwan) che si ribella e malmena i mafiosi. Nella noia più totale ci si sveglia solo nel finale, quando la protagonista si decide a scendere in campo e si prende tutto per sé il lunghissimo combattimento finale contro l’intera mafia di Shanghai.
Note: A parte l’essere diretto da una donna il film non ha altro da offrire. Svogliato, pigro, confusionario, inutilmente lento, poggia l’intero motivo d’essere nel lungo combattimento finale della protagonista, che va lodata per la grinta che impiega, purtroppo del tutto inutile. Da notare i titoli di testa che rubano il celebre tema sonoro di Isaac Hayes per il film Shaft il detective (1971) e alcune musiche interne prelevate di peso dalla colonna sonora di Joseph Koo per Dalla Cina con furore (1972).

Ku-Fung, lo sterminatore cinese
[I giornali riportano anche Ku-Fung e Ku-Fu]
(The Gallant / The Gallant Boxer, Taiwan 1972)
Regia di Yang Su, con Jimmy Wang Yu, Li Hsiang e Yi Yuan
Visto italiano: 26 giugno 1973. In sala per Eureka Film International: dal 13 settembre 1973 (Genova) ~ in TV: dal 6 gennaio 1981 su piccoli canali locali, anche con il titolo Lo sterminatore cinese ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «Cheng Yu, appena uscito di prigione ricerca il suoi accusatore Lee San e nel mentre incontra il suo braccio destro Ma Ngan che gli dice come Lee San abbia provveduto a preparargli la trappola per accusarlo ingiustamente e impossessarsi della sua parte del tesoro. Lee San fa prigioniera la fidanzata di Cheng e in un finale movimentato avviene una lotta disperata fra i due e Cheng uccide il suo avversario. […]»

Kung flagello del Kung-Fu
– trascrizione errata di Chen il flagello del kung fu (vedi) apparsa in cartellone al cinema Sanremese (Sanremo) il 15 giugno 1973.

Kung-Fu Cobra contro Drago
– vedi Chin Hsiang, l’uragano giallo.

Kung-Fu l’uomo d’acciaio
– vedi Cin-Fu l’uomo d’acciaio (vado lo spacco e torno!).

Kung-Fu, furia violenza e terrore
[I giornali riportano anche Kin-Fu]
(The Roaring Lion, Hong Kong 1972)
Regia di Ng Tan, con Cliff Lok e Shih Kien (o Sek Kin)
Visto italiano: 16 maggio 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Eureka Film International: dal 20 giugno 1973 (Genova) ~ In TV: dal 9 giugno 1980 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito ~ In DVD: Fabbri Editori 2002 / QuintoPiano-Hobby&Work 2006 ~ In TV: dal 12 agosto 1980
Trama: Durante una sommossa in una fabbrica di legname il perfido proprietario finisce ucciso, costringendo quattro operai a fuggire in Thailandia per non essere accusati d’omicidio: fra di essi c’è Liang (Cliff Lok), il lottatore migliore del gruppo che parte con la morte nel cuore, visto che lascia a casa una madre malata, alla quale ha giurato di non combattere mai più. In Thailandia però i quattro amici saranno schiavizzati alla stessa maniera, in una fabbrica del posto in cui a fine giornata si contano i morti. Il perfido proprietario, Chi Pao detto la Tigre (Shih Kien, o Sek Kin), con suo figlio Sen Pao (che diventa Ten Pai Ho nel doppiaggio italiano, interpretato da Pai Ying) è scappato dalla Cina perché ricercato e ha insediato il suo regno criminale in terra thailandese, dove schiavizza gli esuli e fa prostituire le esule. Per punire i nuovi venuti, poco disponibili, la Tigre li usa per gli incontri di lotta truccati, dove devono perdere e finire anche menomati: solo dopo un congruo succedersi di cattiverie il nostro eroe deciderà di infrangere il giuramento e cominciare a combattere, passando l’ultimo terzo del film ad affrontare tutti i cattivi da solo.
Note: Malgrado il soggetto del film sia palesemente “ispirato” da Il furore della Cina colpisce ancora (1971) – e guarda caso in entrambi i film c’è l’attore Lee Kwan a interpretare l’amico del protagonista – gli autori hanno pensato bene di rubare temi sonori di Joseph Koo da Dalla Cina con furore (1972), alternandoli con gli immancabili “prestiti sonori” da C’era una volta il West (1968) di Ennio Morricone.

Kung-Fu, l’arte di uccidere
[I giornali riportano anche Kong-Fu o King-Fu]
(The Invasion / The Bold Brothers, Yangtze, Hong Kong 1972)
Regia di Suen Ga-Man, con Charlie Chin e Ingrid Hu (Nomi inventati in Italia: Chin Hsiang Lin, regia di Sung Chia Wen)
Visto italiano: 27 aprile 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Transeuropa Film: dal 16 maggio 1973 (Torino) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «La Manciuria del 1935 è invasa dai giapponesi che con l’aiuto di bande cosacche terrorizzano il paese con l’intento di spogliarlo di tutto. Il vecchio capo di un villaggio si oppone alla richiesta del capo dei giapponesi che vorrebbe espropriarlo dalle terre perché ricche di minerali. […]»
Note: Durante le prime proiezioni a Torino la casa distributrice ha provato a farsi togliere il divieto ai minori, che però viene confermato il 3 luglio successivo.

Kung-Fu, l’uragano giallo
– vedi Chin Hsiang, l’uragano giallo.

Kung-Fu, lo sterminatore cinese
– vedi Ku-Fung, lo sterminatore cinese

Kung-Fu, urlo di morte
[I giornali riportano anche Kung Fu l’urlo della morte]
(Darkest Sword, Huatai, Taiwan 1970)
Regia di Chien Lung, con Chang Ching-Ching, Chiang Pin e Yi Yuan
Visto italiano: 31 luglio 1973. In sala per Seven Stars Cinematografica: dal 5 dicembre 1973 (La Spezia) ~ In TV: dal 25 marzo 1980 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama: Il perfido Kwei (Yi Yuan) aspetta anni che il suo maestro forgi una meravigliosa lama chiamata Spada Nera solo per poi rubargliela, lasciandolo esangue a invocare vendetta. Grazie alla fenomenale arma Kwei ora può fare il bullo in giro, poi si incapriccia di una scuola marziale di cui comincia a far fuori gli allievi, perché vuole “stanare” il suo campione, il nobile cavaliere Tung Chang (Chiang Pin). Quest’ultimo, insieme alla valorosa Sun Chen (Chang Ching-Ching), riusciranno a tenere testa al perfido spadaccino anche con il ritrovamento della leggendaria Spada d’Oro.
Note: Primo film della piccola casa taiwanese Huatai Film Company, di brevissima durata: è facile ipotizzare che i distributori italiani ci si siano rivolti per spendere pochissimo, ottenendo film inguardabili che valgono molto meno di quanto sono stati pagati. Questo in particolare è un molesto calderone di mille fili narrativi buttati dentro in maniera maldestra, ci sono spunti per una saga filmica da decine di ore invece è tutto compresso malamente nei canonici novanta minuti di confusione.

Layton… Bambole e karatè
[I giornali riportano anche solo Bambole e karatè]
(Carré de dames pour un as / Demasiadas mujeres para Layton / An Ace and Four Queens, Francia-Italia-Spagna 1966)
Regia di Jacques Poitrenaud, con Roger hanin e Sylva Koscina
Visto italiano: 16 dicembre 1966. Riportato in sala dalla CI.TI. nel 1973 della “febbre marziale” ~ In VHS: inedito

Lo chiamavano 5 dita d’acciaio
– vedi E lo chiamavano cinque dita d’acciaio

Magnifici 4 di Hong Kong (I)
(Hero of the Heroes, Taiwan 1968)
Regia di Tsai Chiu-Lin, con Li Hsuan e Lui Ming
Visto italiano: 18 maggio 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per M.G.D. Film: dall’11 luglio 1973 (Torino) ~ In TV: dal 26 marzo 1980 su piccoli canali locali, anche con il titolo I magnifici di Hong Kong ~ In VHS: inedito ~ In DVD: QuintoPiano-Hobby&Work 2006 / Elleu-MHE 2008, con il titolo I magnifici quattro di Hong Kong
Trama: L’eroico Lei Pang interviene per sottrarre la refurtiva al suo perfido fratello To Pai, il quale poi ingaggia dei mercenari per aiutarlo in uno scontro finale fratricida, a cui partecipano vari altri personaggi incontrati per strada.
Note: Delizioso piccolo filmetto corale che però vanta ottime coreografie, ovviamente all’arma bianca trattandosi di puro wuxiapian: da sghignazzare nelle scene esageratamente melodrammatiche ma da apprezzare le scene d’azione.

Magnifici tre del karatè (I)
– probabile grafia alternativa de I tre magnifici del karatè, ma non è sicuro.
Negli stessi mesi era stato riportato in sala I magnifici tre (1963) con i comici Walter Chiari, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, per non parlare della prima visione I magnifici tre di Trinità (visto di censura: 29 gennaio 1973) e del fatto che l’espressione stessa “i magnifici tre” è stata ampiamente usata sui quotidiani come lancio pubblicitario, non necessariamente legato alla trama del film in questione. Il mistero consiste nel fatto che I tre magnifici del karatè ha ricevuto il visto della censura italiana il 6 novembre 1973 mentre la prima apparizione in cartellone de I magnifici tre del karatè risale al precedente 29 aprile! Sono quindi due film diversi? Nel caso, del primo si è persa ogni traccia, sempre che non sia un semplice errore di scrittura. Del secondo, uscito nelle sale italiane nel 1974, parlerò in occasione delle celebrazioni di quell’anno.

Mani che stritolano
(Lady Whirlwind / Deep Thrust, Golden Harvest, Hong Kong 1972)
Regia di Wong Fung, con Chang Yi, Angela Mao e Sammo Hung
Visto italiano: 5 aprile 1973. In sala per Fida Cinematografica: dal 6 aprile 1973 (Roma) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Note: Scomparso da decenni dalla distribuzione italiana, l’unica traccia nostrana del film è quella all’interno del film Il braccio violento del Thay-Pan (1978), produzione italiana che fonde tre titoli di Hong Kong fra cui appunto questo. Così almeno è rimasta traccia italiana di Angela Mao che entra in una bisca clandestina per vendicarsi del trattamento subìto dal marito, e comincia a malmenare tutti, fra cui il giovane Sammo Hung.

Mani d’acciaio testa di bronzo
– Titolo misterioso che forse è un errore di scrittura per Testa di bronzo e dita d’acciaio (vedi), apparso in cartellone all’Eldorado di Roma il 28 agosto 1973.

Mani d’acciaio: furia cinese
(Tough Duel, Taiwan 1972)
Regia di Hsiung Ting-Wu, con Tien Peng e Wong Ching-Chun
Visto italiano: 7 giugno 1973. In sala per ?: dal 3 luglio 1973 (Genova) ~ In TV: dal 2 ottobre 1980 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «Tu Hsinwu, un detective in missione speciale per smascherare una banda di rapinatori che opera sui treni, si trova su un espresso su cui viene commessa una rapina. Tu cerca di fermare i banditi, ma non ci riesce: i rapinatori fuggono con il malloppo. La pista che Tu segue per arrivare alla banda lo riconduce al proprio villaggio di Lam Hau dove scopre il quartier generale dei banditi. […]»

Mani di ferro
(The Crush / Kung Fu Fighting / The Right Way, Yangtze, Hong Kong 1972)
Regia di Tu Kuang-Chi, con Jason Pai Piao e Chen Hung-Lieh
Visto italiano: 21 luglio 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Fida Cinematografica: dal 10 agosto 1973 (Roma) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «In un paese della Corea, una banda di giapponesi terrorizza la popolazione e cerca di distruggere una scuola di lotta e karatè che attua il Tae-Kwan-Do, una micidiale arte che fa dei piedi una vera e propria arma difensiva. I giapponesi, coscienti della potenza di questa lotta, con il loro capo Akyama, tentano in tutti i modi di distruggerli, recandosi più volte alla loro scuola e compiendo soprusi ed assassinii, con la forza delle spade contro le mani nude dei coreani. […]»

Mano d’acciaio la terrificante violenza del karatè (La)
– misterioso titolo apparso esclusivamente sul quotidiano “l’Unità” il 1° maggio 1973, programmato al cinema capitolino Adam, e replicato il successivo 3 maggio: non si conoscono altre apparizioni di questo film ignoto.

Mano della vendetta (La)
– vedi Wu-Kung la mano della vendetta.

Mano piena di vendetta (Una)
(One-Armed Swordswoman, Taiwan 1972)
Regia di Chin Sheng-En, con Chang Ching-Ching e Lui Ming
Visto italiano: 26 giugno 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Eureka Film International: dal 5 settembre 1973 (Trieste) ~ In TV: 4 novembre 1979 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama: È una vita dura quella della spadaccina vendicatrice, che a ogni metro di strada deve passare a fil di spada teppisti, criminali e pure ninja: così ci viene presentata l’eroica Li Feng (che nel doppiaggio italiano diventa Pang Yu Fon, interpretata da Chang Ching-Ching) che «perdona una volta sola». La donna però cade in una trappola del vigliacco Li Pelin (Lui Ming) il quale la colpisce a tradimento su una spalla con una lama avvelenata: salvata all’ultimo secondo dal misterioso maestro mascherato Chen, la donna per fermare l’azione del veleno dovrà rinunciare al proprio braccio sinistro, per mano dello stesso Chen. Dopo tre anni di allenamento Pang è diventata fenomenale “spadaccina monca” e finalmente ritrova il maestro Chen, che però nel frattempo è diventato un infame e la seduce per poi abbandonarla. L’odio di Pang è potente e comincia a sfidare tutti quelli mascherati come Chen, offendendo quindi frotte di menomati e storpi. Quando finalmente ritrova Chen scopre che era stata ingannata, sedotta da un falso Chen. Entrambi gli eroi affronteranno Li Pelin e i suoi sgherri in un lungo e sanguinoso combattimento finale.
Note: Versione al femminile, e meno nota, di un canone molto in voga all’epoca: il crippled masters, che io chiamo “Maestri sciancati”, di cui l’esponente più famoso in quei primissimi Settanta era sicuramente il Fang interpretato da Jimmy Wang Yu, lo “spadaccino monco”.

Mano sinistra della violenza (La)
(The New One-Armed Swordsman / Triple Irons, Shaw Bros, Hong Kong 1971)
Regia di Chang Cheh, con David Chiang e Ti Lung
Visto italiano: 29 marzo 1973. In sala per Fida Cinematografica: dal 4 aprile 1973 (Roma) ~ In TV: dal 26 gennaio 1988 su piccoli canali locali ~ In VHS: AVO Film (data ignota) ~ In DVD: AVO Film 2008 (ridoppiato), contenente la rimasterizzazione Celestial Pictures
Trama: Per fermare l’imbattibile spadaccino Lei Li (David Chiang) che gli ostacola i traffici criminali, il perfido maestro Lung Er Zi (che in italiano diventa Subo Lung, interpretato da Ku Feng) ordisce un tranello in cui il buono si ritrova a perdere il braccio destro, passando da celebre giustiziere a umile cameriere. Arriva in paese un altro fenomenale spadaccino, Feng Junjie (in italiano Feng Shung, interpretato da Ti Lung) e non capisce perché Li si rassegni al fato, e lo incita a partecipare anche lui al torneo marziale del perfido Lung: Li rifiuta, ma poi viene a sapere che il torneo era una trappola e l’amico Feng è morto, così rispolvera la sua spada e affronta il cattivo con la sola mano sinistra.
Note: Per vendicarsi della tracotanza di Jimmy Wang Yu, storico “spadaccino monco” che obnubilato dal successo si mostra ingrato, la Shaw Bros si vendica prima cacciandolo e poi girato questo rifacimento del celebre Mantieni l’odio per la tua vendetta (1968) che gli ha donato il successo, facendolo interpretare a un giovane divo dell’epoca come David Chiang. Il risultato, com’è facile immaginare, non raggiunge la potenza del primo film.

Mantieni l’odio per la tua vendetta
(One-Armed Swordsman, Shaw Bros, Hong Kong 1967)
Regia di Chang Cheh, con Jimmy Wang Yu, Lisa Chiao e Tien Feng
Visto italiano: 29 maggio 1969, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Gold Film: dal 13 dicembre 1969 (Torino); riportato in sala nel 1973 durante la “febbre marziale” ~ In TV: ? ~ In VHS: inedito ~ In DVD: AVO Film 2008 (ridoppiato), contenente la rimasterizzazione Celestial Pictures
Trama: Da bambino Fang assiste al sacrificio del padre per salvare la vita dello spadaccino Qi Rufeng (Tien Feng), il quale cresce il piccolo come fosse suo figlio. Per vari motivi, Fang adulto (Wang Yu) perde un braccio e si allontana dalla casa di Qi Rufeng, ma quando scopre che dei cattivi stanno arrivando per colpirlo, usa l’arte di combattere con la sola mano sinistra per salvare il suo padre adottivo.
Note: Primo grande episodio della saga dello “spadaccino monco”, destinata a infiammare tutti gli anni Sessanta: questo film conoscerà un rifacimento nel 1971 con La mano sinistra della violenza (vedi) e uno anche in tempi recenti, con The Blade (1995) di Tsui Hark.

Melinda
(Melinda, MGM, USA 1972)
Regia di Hugh A. Robertson, con Calvin Lockhart, Vonetta McGee e Jim Kelly
Visto italiano: 1° marzo 1973, con divieto ai minori di 14 anni, confermato il 12 giugno. In sala per Titanus: dal 12 giugno 1973 (Trieste) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito
Trama: Frankie J. Parker (Calvin Lockhart) è un presentatore radiofonico dalla sterminata opinione di se stesso, passando le giornate a fare la voce sexy nel microfono e poi passando la sera a rimorchiare, con consequenziale ginnastica da letto: è questo il “destino” di Melinda (Vonetta McGee), appena conosciuta. Innamoratosi, Frankie ha una brutta sorpresa quando torna a casa e trova la donna massacrata, reato per cui viene incolpato lui: chi è che lo vuole incastrare? L’uomo comincia ad indagare e scoprirà che a Melinda davano la caccia dei pezzi grossi nelle istituzioni: grazie ai suoi amici, tutti allievi di karatè del maestro Atkins (Jim Kelly), il finale sarà all’insegna di calci e pugni.
Note: Probabilmente la MGM vuole battere la Warner Bros nel suo progetto marziale de I 3 dell’Operazione Drago (vedi), quando porta su schermo un film che millanta di parlare alla comunità nera, con tanto di divo marziale Jim Kelly, appena diventato campione di karate (1971). Come film è una totale nullità, ma è intrigante il finale con i protagonisti che affrontano i cattivi con uno stile marziale raffazzonato e rozzissimo, ma le sequenze al rallentatore e persino l’uso di donne che picchiano uomini (un elemento in fortissimo anticipo sui tempi occidentali) rendono degna d’essere vista la scena finale.

Ming ragazzi!
[I giornali riportano anche Ming, ragazzi!, con la virgola]
(Italia 1973)
Regia di Antonio Margheriti, con Alberto Terracina e Fernando Bilbao
Visto italiano: 8 settembre 1973. In sala per Compagnia Cinematografica Champion: dal 21 settembre 1973 (Roma), ma girava in anteprima nella Capitale già dal 2 maggio ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Trama: Parsifal (Fernando Bilbao) e Dino (Alberto Terracina) sono due italiani che si trasferiscono in Australia per entrare nell’edilizia. Distrutto tutto a causa della incredibile forza di Parsifal, i due accettano la proposta di Wang (Frank Nuyen): riceveranno 50 mila dollari se voleranno ad Hong Kong per recuperare il piccolo Han Ciu (Salute!), figlio di Wang e di Mig-Not (Seyna Seyn) rapito dal perfido maestro Ming (George Wang con la voce di Renato Turi). Quest’ultimo incaricherà il fido braccio destro Fan-Ku (Robert Luao con la voce di Oreste Lionello) di preparare mille trappole per i due stranieri, i quali usciranno sempre vittoriosi a suon di sganassoni.
Note: Il produttore Carlo Ponti e il regista Antonio Margheriti chiaramente cercano di ricreare con altri attori il successo dei film con Bud Spencer e Terence Hill, anche se con uno stile decisamente troppo infantile, e già che ci sono creano mille battutine sulla “febbre marziale” del periodo, venute decisamente meglio nel precedente Ku Fu? Dalla Sicilia con furore. Sicuramente la successiva coppia formata da Paul Smith e Antonio Cantafora avrà più fortuna, nel genere “pseudo-Bud & Terence”, anche perché protagonista di film molto meglio distribuiti, al contrario di questo che è in pratica dimenticato.

Mio nome è Shangai Joe (Il)
(Italia, 1973)
Regia di Mario Caiano, con Chen Lee, Carla Romanelli e Klaus Kinski
Visto italiano: 3 ottobre 1973, con divieto ai minori di 18 anni, decaduto il successivo 22 gennaio 1974 dopo aver applicato tagli censori. In sala per C.B.A.: dal 28 dicembre 1973 (Torino) ~ In TV: dal 26 novembre 1979 su piccoli canali locali ~ In VHS: Golden Video (data ignota) ~ In DVD: inedito
Trama: San Francisco, 1882. Appena sbarcato, l’emigrante che tutti chiamano Shangai Joe parte per il Texas in cerca di una vita migliore: a parte sabbia, sole e disprezzo non troverà altro nello Stato americano, malgrado sia provetto lanciatore di coltelli, esperto carpentiere, un mago a giocare a carte nonché maestro dell’arte del combattimento. Con tutte queste doti, ottiene giusto un posto da vaccaro al soldo del boss locale Spencer (Piero Lulli). Scoperto che questi è uno schiavista, Joe scappa lasciandosi un brutto ricordo alle spalle, tanto che ora il boss vuole la sua testa. Fuggendo con la sua amata Cristina (Carla Romanelli), il nostro eroe dovrà affrontare i vari cacciatori di taglie che Spencer gli ha sguinzagliato contro, come Burying Sam (Gordon Mitchell), Tricky il baro (Giacomo Rossi Stuart) e Jack, psicopatico cacciatore di taglie esperto di coltelli che è un ruolo perfetto per Klaus Kinski.
Note: Zoppicante e rozzo molto di più del più piccolo western italiano dell’epoca, l’unico aspetto di alta qualità è la splendida colonna sonora di Bruno Nicolai, anche se in realtà è ripresa para para dal suo Buon funerale, amigos!… paga Sartana (1970). In un momento di incredibile citazionismo, a Tricky il baro Shangai Joe cava gli occhi, rifacendosi palesemente a quel Cinque dita di violenza (1972) che ancora spopola nelle sale dell’epoca. Al samurai Mikuja (Katsutoshi Mikuriya) che alla fine impugna vigliaccamente una pistola – in una scena che mi piace pensare sia una citazione del finale de La sfida del samurai (1961) di Kurosawa – mozza la mano come di nuovo in Cinque dita di violenza, ed esorta poi l’avversario con la frase «Mira al cuore, Mikuja: al cuore!» Così viene reso omaggio anche a Sergio Leone e al «Dritto al cuore, Ramon!» di Per un pugno di dollari (1964).

Morte nella mano (La)
(The Chinese Boxer / Hammer of God, Shaw Bros, Hong Kong 1970)
Regia di Jimmy Wang Yu, con Jimmy Wang Yu e Lo Lieh
Visto italiano: 6 marzo 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Transeuropa Film: dal 9 marzo 1973 (Roma) ~ In TV: ? ~ In VHS: inedito
Trama: La scuola marziale del maestro Li Chun-Hai (Fang Mian) viene sfidata dal perfido giapponese Diao-Erh (Chao Hsiung), che sfida gli allievi e li malmena tutti, finché non è fermato e picchiato dal maestro in persona: se ne va, ma assicura che tornerà, e non sarà solo. Tornato con altri maestri giapponesi, stavolta compie una strage e la scuola marziale è spazzata via. Si salva solo Lei Ming (Jimmy Wang Yu) che, addestrando duramente le proprie mani alla tecnica della “mano di ferro”, vendicherà i compagni uccisi e massacrerà i maestri giapponesi, fra cui il biondo Kitashima (Lo Lieh).
Note: Gran parte del cast riapparirà a ruoli invertiti in Cinque dita di violenza (1972), dove di nuovo si parla di mani “forgiate”.

Morte vestita di bianco (La)
– vedi Wang Yu Teng la morte vestita di bianco

Oggi a me… domani a te
(Italia 1968)
Regia di Tonino Cervi, con Montgomery Ford (Brett Halsey), Wayde Preston e Bud Spencer (Carlo Pedersoli)
Visto italiano: 26 marzo 1968. In sala per P.A.C.: dal 2 aprile 1968 (Torino). Riportato in sala nel 1973 della “febbre marziale” ~ In TV: dal 6 dicembre 1979 su piccoli canali locali / 29 settembre 1983 su Rete1 (Rai1) / 29 agosto 1986 su Italia1 ~ In VHS: Cecchi Gori (senza data) ~ In DVD: Cecchi Gori (senza data) / Fabbri Editori 2006 / Gazzetta dello Sport 2017
Trama: Bill Kiowa (Montgomery Ford) ha passato anni in carcere a meditare vendetta contro il perfido Elfego (Tatsuya Nakadai), che gli ha stuprato e ucciso la moglie indiana per poi far ricadere la colpa su di lui. Appena messo piede fuori dalla galera e recuperato il ricco bottino custodito da un suo amico, Kiowa ingaggia tre pistoleri per aiutarlo a stanare e uccidere Elfego, a capo ormai di una banda di schegge impazzite di varie nazionalità: l’impresa sarà più dura del previsto.
Note: Scritto da Cervi insieme al giovane Dario Argento, il film fonde il classico spaghetti western con qualcosa di nuovo: il cattivo non solo è giapponese ma usa anche una spada, seguendo la moda del cinema giapponese che negli anni Sessanta conquista l’Italia. Dopo questo film nasceranno contaminazioni superiori, come Sole rosso (vedi), finché dopo la “febbre marziale” del 1973 dalle spade giapponesi si passerà alle “mani menanti” cinesi.

Padrino di Hong Kong (Il)
(The Notorious Bandit / Hands of Death / The Tongfather / Godfather of Hong Kong, Taiwan 1974)
Regia di Tien Peng, con Tien Peng e Yi Yuan
Visto italiano: 28 settembre 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Roc Film Production: dal 18 ottobre 1973 (Roma) ~ In TV: dal 25 agosto 1979 su piccoli canali locali / 31 maggio 1989 su Odeon TV ~ In VHS: inedito
Note: Incomprensibile mischione di tematiche criminali con secchiate di attori che si alternano sullo schermo, sempre senza copione: infiniti tempi morti per una trama totalmente incomprensibile. Da segnalare giusto l’eterno infame Chen Hung-Lieh che al contrario del solito interpreta un “buono”, vittima dei cattivi mafiosi giapponesi.

Palma d’acciaio. Un turbine di violenza
(The Invincible Iron Palm, Hong Kong 1971)
Regia di Chu Mu, con Alan Tang e Ingrid Hu
Visto italiano: 29 marzo 1973. In sala per Eureka Film International: dal 4 aprile 1973 (Torino) ~ In VHS: inedito
Trama: Due cugini (interpretati da Alan Tang e Charlie Chin) lungo la strada per tornare alla casa di famiglia salvano una fanciulla da un bieco stupratore: i due non sanno che l’aggressore poi si presenterà in paese e, con il suo fido braccio destro maestro di kung fu, a suon di sganassoni si imporrà come signorotto locale, con tanto di riscossione pizzo e creazione di una sala da gioco truccata. Come se non bastasse, c’è pure un bullo (Pai Ying) a dar loro fastidio, e mentre i due cugini si interrogano sul da farsi un loro parente viene ucciso: è il momento di allenarsi duramente nel kung fu, diventare invincibili e passare a malmenare tutta la scala gerarchica criminale del paese.

Per un pugno di spade
(The Eight Dragon Swords, Filmline Enterprises, Taiwan 1971)
Regia di Chin Sheng-En, con Chiang Pin e Chen Hung-Lieh
Visto italiano: 19 aprile 1973. In sala per Eureka Film International: dal 31 maggio 1973 (Torino) ~ In VHS: inedito ~ In TV: dal 10 ottobre 1984
Trama: Un fenomenale combattente (Chiang Pin) noto come Superdrago va in giro a fare giustizia malmenando gente varia, con però una curiosa abitudine: se i suoi avversari perdono dovranno seguirlo e comportarsi bene. Così prima ferma un uomo che ama importunare le donne, lo batte e questi dovrà astenersi dalla sua molesta passione, poi fa lo stesso con un ludopatico baro. Il primo (Su Ching-Lung) ha un ombrello lancia-dardi, il secondo (Chang Jen-Chieh) una lancia sputa-fuoco, ma nulla possono contro il cappello con lame di Superdrago. L’eroe però finirà nei piani del perfido Feng (Chen Hung-Lieh) che vuol impossessarsi di una giada magica e ha al servizio lo zoppo Fulmine, l’orbo Lampo e il monco Mano di Ferro: non sarà uno scontro finale dignitoso.
Note: La trama confusionaria, ondivaga e raffazzonata è solo la scusa per mostrare deliziose armi da taglio fantastiche: la fantasia creativa per le armi di ogni personaggio fa da contraltare all’incapacità di scrivere una sceneggiatura coerente. Un wuxiapian di bassissima fattura ma che è riscattato da armi strane e molto ghiotte.

Piedi d’acciaio
(Dragon Blows, Taiwan 1973)
Regia di Wong Tin-Lam, con Lisa Chiao Chiao e Charlie Chin
Visto italiano: 14 luglio 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per CISI: dal 6 settembre 1973 (Torino) ~ In TV: dal 23 aprile 1979 su piccoli canali locali ~ In VHS: AVO Film (senza data)
Trama della VHS: «Nel magico mondo Orientale esiste un’arma più micidiale delle altre. Un uomo esperto di arti marziali ne fa uno strumento di vendetta.»
Trama: Shien Lien (in italiano Shu Me, interpretata da Lisa Chiao Chiao) è una fenomenale combattente che sa anche padroneggiare il colpo segreto di Lin Tien, una tecnica letale che però il suo maestro impone venga usata esclusivamente in situazioni disperate. A controllare il carattere irruento e ribelle della donna il maestro manda un altro suo allievo (Charlie Chin), che però fatica a starle dietro. Shien Lien salva una bambina da alcuni malintenzionati e così si fa carico di aiutarla a ritrovare suo padre Sze-Ma Chin (in italiano Sze Ma Ki, interpretato da Lu Ping), non sapendo che così si sta attirando le ire di un perfido boss locale (Huang Tsung-Hsun) che vuole la bambina per rubarle il prezioso medaglione con il Drago di Giada, chiave per diventare capo-banda della regione. Sarà un lungo viaggio denso di pericoli, con i nostri eroi aiutati a propria insaputa da due figure misteriose: Yu Hai-Shan (Chen Chiu) e una donna vestita da uomo (Hu Chin). Che siano i veri genitori della bambina?
Note: Doppia dose di “donne marziali”, anche se il co-protagonista per l’intera vicenda assume un atteggiamento paternalista che stona con la situazione: è come se il gusto asiatico ancora non si fosse abituato all’idea di donne forti e indipendenti che ormai appaiono sempre in più film marziali. Da segnalare nel ruolo di cattivo Huang Tsung-Hsun, che aveva da poco interpretato l’infido cuoco giapponese della scuola di Dalla Cina con furore (1972). Infine, da notare come nel finale, durante l’esecuzione del terribile colpo segreto di Lin Tien, si senta il celebre tema sonoro di Bernard Herrmann per la colonna sonora di Psycho (1960).

Piedone lo sbirro
(Italia 1973)
Regia di Steno (Stefano Vanzina), con Bud Spencer (Carlo Pedersoli), Adalberto Maria Merli e Raymond Pellegrin
Visto italiano: 24 ottobre 1973. In sala per TE.FI.: dal 25 ottobre 1973 (Torino) ~ In Super8: SIL.MA. 1980 ~ In TV: dal 13 novembre 1982 su piccoli canali locali / 6 settembre 1988 su Italia1 / 16 ottobre 1989 su Rai1 ~ In VHS: Creazioni Home Video (anni Ottanta) ~ In DVD: Medusa, giugno 2004 / 01 Distribution 2009 / RaiCinema, agosto 2023
Trama: Il commissario Rizzo detto Piedone (Bud Spencer) gestisce a modo suo la criminalità del proprio quartiere di Napoli, chiudendo un occhio su piccola illegalità a patto che le cose non degenerino. Il suo metodo ovviamente non può incontrare il favore del nuovo commissario capo Tabassi (Adalberto Maria Merli), che invece esige rispetto ferreo di ogni legge, non avendo ancora capito la realtà cittadina in cui è finito. La situazione sta per esplodere quando i marsigliesi cominciano a far girare tanta droga in città, e a questo punto Piedone dovrà usare le maniere forti, ma anche capire di chi può davvero fidarsi.
Note: Gli scontri fisici con protagonista Bud Spencer sono tipici del personaggio, ma nella rissa finale a bordo della nave francese fra i marinai coinvolti ce n’è uno biondo che palesemente usa uno stile acrobatico di lotta d’ispirazione asiatica, e addirittura usa tecniche di gamba. Per quanto sia un particolare minore, è lecito supporre sia un effetto della “febbre marziale” in cui è nato questo film.

14 amazzoni (Le)
(The 14 Amazons / The Fourteen Amazons, Hong Kong 1972)
Regia di Cheng Kang, con Lisa Lu Yan e Ivy Ling Po
Visto italiano: 31 agosto 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Dear International: dal 18 agosto 1973 (Trieste) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «Il Generale Ci An Yang della potente dinastia degli Yang, viene barbaramente ucciso da una potente tribù nemica comandata da un perfido capo tartaro e dai suoi figli. La sua vedova e la mamma, non essendo riuscite a convincere l’imperatore a mandare altre truppe alla frontiera per vendicarne la morte, riuniscono sotto la loro bandiera un pugno di valorosi combattenti con alla testa 14 donne, tutte parenti del fu Generale Yang e con vari stratagemmi riescono a distruggere l’odiata famiglia nemica

4 dita della furia (Le)
(The King of Boxers / Shogun Avenger / Hands of Death, South Sea Film, Hong Kong 1972)
Regia di Kung Min, con Meng Fei e Pawana Chanajit
Visto italiano: 27 marzo 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Euro International Films: dal 18 marzo 1973 (Torino) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «Il giovane cinese Scian in un viaggio in Tailandia conosce Cinsciagian e lo inizia alla scuola di karaté del suo paese. Ritornato in Cina Scian deve vedersela con Mirò Dupiem, cattivo maestro di karaté che gli insidia la sorella Liu Cen. Scian ha la peggio e viene ucciso. La sua morte però sarà vendicata da Cinsciagian che ucciderà Mirò con una mossa segreta insegnatagli dal suo amico Scian. Lieto fine dunque con i buoni che trionfano sui cattivi

4 dita della paura (Le)
– Titolo misterioso che forse è un errore di scrittura per Le 4 dita della furia (vedi), apparso in cartellone al cinema Catalano di Ciriè (Torino) il 9 e 10 giugno 1973.

Quelli del palmo d’acciaio
(Evil Slaughter / Murder Masters of Kung Fu, Taiwan 1973)
Regia di Tyrone Hsu Tien-Yung, con Nancy Yen, Tien Peng e Lung Fei
Visto italiano: 13 ottobre 1973. In sala per F.A.R. International Films: dal 21 dicembre 1973 (Genova) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Trama del visto italiano: «Il signor Lin, proprietario di una palestra dove si insegna al lotta cinese, è in difficoltà economiche a causa del suo idealismo, per il quale si mantiene fedele ai principi tradizionali di usare la lotta soltanto come difesa e non come strumento di violenza. Lo aiuta, rilevando una parte della palestra, un certo Cien Lun, il quale in realtà è a capo di una banda di contrabbandieri di droga e vuole servirsene per i suoi traffici e come scuola di delinquenza. […]»

Rebellion ultimo samurai
– vedi L’ultimo samurai.

Regina del karatè (La)
(Queen of Fist / Kung Fu Mama, Taiwan 1973)
Regia di Chien Lung, con Hsieh Chin-Chu e Lung Fei
Visto italiano: 23 giugno 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Telemondo Cinematografico: dal 24 agosto 1973 (Roma) ~ In TV: dal 10 novembre 1984 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama: La giovane Shi Yang prova a vendicare la morte di suo fratello malmenando i criminali responsabili della sua morte, ma fallisce: lo stesso minaccia il boss di Shanghai, Lin Ye (Lui Ming), avvertendolo che sta arrivando in città la propria madre, una lottatrice talmente fenomenale che la chiamano “La regina di Canton”. Il boss vuole far pagare alla donna i soldi che gli doveva il di lei fratello defunto, ma non conosce l’identità di questa lottatrice, mamma Ma (Hsieh Chin-Chu), intanto giunta in città con la sua compagnia di artisti da strada. Visto che ogni tentativo di prevalere sulla donna e i suoi amici finisce con i cattivi malmenati, questi decidono di chiamare un “rinforzo”: un perfido lottatore giapponese (Lung Fei). Lo scontro finale tra lui, Ma e le relative nipoti menanti sarà all’ultimo sangue.
Note: Unico film giunto in Italia dei due soli prodotti dalla infinitesimale casa taiwanese Jung An, e la semi-amatorialità produttiva si vede tutta, con un prodotto comunque di qualità similare alle produzioni locali, cioè inguardabile. L’unica particolarità consiste nelle tre donne che attivamente combattono per tutta la vicenda. E anche qui, come in altri titoli coevi, viene usato il celebre tema sonoro di Isaac Hayes per il film Shaft il detective (1971).

Sangue sul Fujiyama
(Chiyari Fuji / Bloody Spear at Mount Fuji, Toei, Giappone 1955)
Regia di Tomu Uchida, con Chiezô Kataoka, Ryûnosuke Tsukigata e Chizuru Kitagawa
Visto italiano: assente: l’unica prova che questo film sia mai passato per l’Italia è l’essere stato proiettato dal cinema La Cappella Underground di Trieste il 14 giugno 1973. Impossibile sapere se sia stato doppiato, ma probabilmente è stato presentato solo con dei sottotitoli.
Trama: La vicenda segue un gruppo di viaggiatori che per caso condivide un’ampia parte del proprio viaggio alla volta di Edo, un insieme eterogeneo di persone che vanno dal venditore ambulante al nobile samurai. Quest’ultimo ha al suo seguito Gonpachi (Chiezô Kataoka), un lanciere che ha il compito di custodire (e alla bisogna usare) l’antica lancia che da generazioni appartiene alla casata del nobile samurai, anche se quest’ultimo pensa più al bere che alla nobiltà. Durante il viaggio i protagonisti vivono diverse avventure del Giappone medievale, incontrano varie figure – fra cui un massaggiatore cieco – e infine anche pericoli potenzialmente letali, come un ladro che si annida tra loro e una banda di samurai violenti. Arriverà purtroppo il momento in cui Gonpachi dovrà snudare l’antica lama ed usare la lancia per difendere il proprio padrone.
Note: Delizioso affresco del Giappone storico, o almeno quanto negli anni Cinquanta lo si voleva mostrare, con varie storie che si intersecano e personaggi a cui ci si affeziona, capaci di raccontare storie di varia natura ed estrazione, dalla miseria della povertà alla maledizione della nobiltà di sangue. La scoperta che la lancia, protagonista dell’intera vicenda, in realtà non è l’antico cimelio di famiglia bensì una copia recente è quasi il simbolo di come vengano ritratte le caste alte nell’opera: tanta apparenza, tanti rituali, ma in realtà è tutta una copertura per persone deboli e meschine.

Sanjuro
(Tsubaki Sanjûrô, Toho, Giappone 1962)
Regia di Akira Kurosawa, con Toshirô Mifune, Tatsuya Nakadai e Keiju Kobayashi
Visto italiano: 13 gennaio 1968. In sala per Titanus: dal 24 giugno 1968 (Torino). Riportato in sala nel 1973 della “febbre marziale” ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito ~ In DVD: MHE (senza data) / A&R Productions 2020 (molto probabilmente ridoppiato)
Trama: Torna il protagonista de La sfida del smurai (1961), che continua a farsi chiamare con il nome inventato di Sanjûrô (Mifune). Di nuovo si ritrova coinvolto, per puro caso, in una faida popolana che però stavolta è di alto lignaggio, visto che sono due fazioni politiche che si stanno affrontando a suon di colpi bassi. Salvati gli uomini del ciambellano Mutsuta (Yûnosuke Itô), Sanjûrô si allea con loro per sventare i piani del perfido sovrintendente Kikui (Masao Shimizu) e del suo braccio destro Muroto (Tatsuya Nakadai). La tecnica con cui Sanjûrô affronterà i problemi del paese sono gli stessi già visti nel precedente film: fingerà di allearsi con il bieco sovrintendente così da infiltrarsi e minare il nemico dall’interno.
Note: Tratto dal racconto Nichinichi hei-an (“Giorni di pace”) di Shûgorô Yamamoto, il sito TohoKingrom.com spiega che il film originariamente doveva essere più fedele al testo originale ma poi il progetto si è arenato, Kurosawa ha diretto La sfida del samurai che ha riscosso un successo sterminato, e subito la Toho gli ha chiesto un seguito similare: è stato recuperato dunque “Giorni di pace” ed è stato pesantemente modificato perché sembrasse una nuova avventura del Sanjûrô tanto amato dal pubblico.

7 belve venute dalla Cina
(Cold Wind Hands, Filmline Enterprises, Taiwan 1972)
Regia di Chui Tin-Ho, con Lin Kuang-Tseng e Feng Hai
Visto italiano: 24 maggio 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Medusa Distribuzione: dal 31 maggio 1973 (Torino) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito

Sette diavoli del kung-fu
– Titolo misterioso apparso in cartellone al Diamante di Roma il 15 settembre 1973 (in replica anche il giorno dopo) che probabilmente è un errore di scrittura per 7 diavoli del Tai-Kik (vedi).

7 diavoli del Tai-Kik
(Duel with Samurai, Filmline Enterprises, Taiwan 1971)
Regia di Chin Sheng-En, con Chen Hung-Lieh e Chiang Pin
Visto italiano: 6 aprile 1973. In sala per Eureka Film International: dal 8 maggio 1973 (Trieste) ~ In TV: dal 30 novembre 1981 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama: Il samurai Kogeo (la storica faccia da infame di Chen Hung-Lieh) sbarca in Cina con suoi due compagni – Kumiko (Aroshi nel doppiaggio italiano, interpretata da Chiang Ching-Hsia) e Toshiro (?) – per sfidare le Sette Tigri di Lung Cheng, fenomenali guerrieri giapponesi che in realtà cascano come mosche. I tre poi affrontano anche il loro maestro Feng Mao (Yen Chung) che nulla può contro il Tai Kik, «il supremo potere di noi giapponesi». Passano poi a massacrare gli allievi del maestro Cheng Wan-Chieh (Yu Sung-Chao), nella loro missione di dimostrare come la lotta giapponese, che leggenda vuole discenda da quella cinese, sia nettamente superiore nonché imbattibile. Si salva solo Yao Chien-Ping (nel doppiaggio italiano Chen Ping, interpretato da Chiang Pin), che Kumiko usa come oggetto sessuale, finché il suo perfido fratello Kageo non glielo ammazza. In realtà Chien-Ping sopravvive, va da un maestro eremita che gli insegna ad usare la spada di Yan Kai Tai, «la spada assoluta», così da poter battere il perfido Kogeo dopo un lunghissimo combattimento.
Note: Rozzo e superficiale, il film va apprezzato solo per la presenza del sempre mitico Chen Hung-Lieh, sempre cattivissimo, e per la spietata giapponese che combatte con le arti magiche: per il resto non c’è altro da segnalare.

7 spade di violenza
(Redress, Hong Kong 1969)
[I giornali riportano anche l’accezione Le spade di violenza]
Regia di Kiu Chong, con Chen Si-Si e Thompson Kao Kang
Visto italiano: 3 aprile 1973. In sala per Fida Cinematografica: dal 10 aprile 1973 (Torino) ~ In TV: dal 28 marzo 1980 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito ~ In DVD: QuintoPiano-Hobby&Work 2006 / Elleu-MHE 2008
Trama: Quattro sicari al soldo del generale Pinao assalgono un convoglio che porta del denaro imperiale, e della rapina viene incolpato Chang Chu (che in italiano diventa Chan Ghe, interpretato da Thompson Kao Kang). Questi però è sopravvissuto e riesce a sfuggire, affidandosi alle cure e alla difesa della signorina Hsin (che in italiano diventa Chian, interpretata da Chen Si-Si). I quattro sicari (fra cui due volti noti come Jason Pai Piao e Chen Kuan-Tai) iniziano a dare la caccia al sopravvissuto e alla sua protettrice, in grado di incastrare il generale.

Sfida alla morte
(The Bloody Fight / Bloody Duel: Life & Death / Life and Death, Hong Kong 1972)
Regia di Ng Tan, con Pai Ying e Tang Ching
Visto italiano: 7 luglio 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Flora Film: dal 3 settembre 1973 (Trieste) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito

Sole rosso
(Soleil rouge / Red Sun, Italia-Francia 1971)
Regia di Terence Young, con Charles Bronson, Toshirô Mifune, Alain Delon e Ursula Andress
Visto italiano: 19 ottobre 1971. Riportato in sala nel 1973 durante la “febbre marziale” ~ In TV: dal 5 marzo 1983 su Italia1 ~ In VHS: Creazioni Home Video (senza data) / Mondadori Video, febbraio 1991
Trama: Una delegazione giapponese diretta a Washington viene assaltata dai banditi e uno di loro, Link (Charles Bronson), viene catturato e costretto ad aiutare il samurai Kuroda (Toshirô Mifune) a rintracciare il capo-banda Gauche (Alain Delon) e recuperare la preziosa katana da lui rubata: se la missione non avrà successo nel tempo prestabilito, Kuroda dovrà togliersi la vita. Durante il lungo viaggio i due uomini, profondamente diversi sia per cultura che per educazione, avranno modo di conoscersi meglio e, fra una incomprensione e un colpo basso, potranno sviluppare una certa simpatia, quando non addirittura rispetto per le reciproche differenze. E forse il pistolero scoprirà un po’ di samurai in sé.
Note: il successo del film aprirà la via a rifacimenti più o meno dichiarati, come per esempio La spada del sole (1981), con di nuovo Mifune ma in un piccolo ruolo, però la forza dell’originale e la potenza del grande cast sarà irriproducibile.

Spade di violenza (Le)
– vedi 7 spade di violenza

Spade per una belva gialla
– vedi Femmine e spade per una belva gialla.

Storia di karatè, pugni e fagioli
(Italia 1973)
Regia di Tonino Ricci, con Dean Reed, Cris Huerta e Iwao Yoshioka
Visto italiano: 14 giugno 1973. In sala per Sanmpaolo Film: dal 15 giugno 1973 (Roma) ~ In TV: dal 18 novembre 1979 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama: Lo smilzo e sveglio Sam (Dean Reed) e il pingue e affamato Piccolo (Cris Huerta) cercano senza successo di rapinare i viandanti, finendone derubati loro stessi, e alla fine finiscono in un monastero dove rubano il braccio di un santo, scoprendo poi che non è facile rivenderlo in paese. Condannato all’impiccagione per aver cucinato un cane, il cuoco Moikako (Iwao Yoshioka), salvato dal cappio dai nostri Sam e Piccolo, l’allegra brigata si impegna nell’attività di falsari ma finisce tutto a schifìo, mentre Piccolo cerca qualcosa da mangiare.
Note: In un’epoca di decostruzione dello spaghetti western anni Sessanta mediante l’umorismo – con eroi come Alleluja (George Hilton 1971), Provvidenza (Tomas Milian 1972), Spirito Santo (Gianni Garko 1972), Scopone (Anthony Steffen 1974) e via dicendo – in un’epoca in cui la coppia Bud Spencer-Terence Hill ha acceso la passione per le scazzottate innocue e bambinesche nonché un gusto per le scene d’azione che strizza l’occhio alle comiche del muto… be’, in tutto questo Sam e Piccolo proprio non riescono ad azzeccarne una. Ricopiano tutto quello che va di moda in quel momento, ma in peggio. I due protagonisti cercano di essere simpatici, e come tutti quelli che cercano di essere simpatici anche loro non ci riescono. L’unico loro pregio è evitare di essere proprio fotocopie della coppia Spencer-Hill, come invece di lì a poco faranno Paul Smith e Antonio Cantafora, prima con la serie Carambola e poi con quella Simone e Matteo.

Sterminatore cinese (Lo)
– vedi Ku-Fung, lo sterminatore cinese

Tayang il terrore della Cina
[I giornali riportano anche Ta Jang]
(Wang Yu, King of Boxers / The Screaming Tiger / Ten Fingers of Steel / Screaming Ninja, Hong Kong 1973)
Regia di Chien Lung, con Jimmy Wang Yu e Lung Fei
Visto italiano: 28 aprile 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Telemondo Cinematografico: dal 9 maggio 1973 (Genova) ~ In TV: dal 20 marzo 1979 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama: Tai-Yung (che nel doppiaggio italiano diventa Tayang, interpretato da Jimmy Wang Yu) è in Giappone per una vendetta personale, in cerca dell’uomo che gli ha distrutto la famiglia, quando viene derubato da una ladruncola di strada, Ying Chu (che in italiano diventa Yentsa, interpretata da Chang Ching-Ching), che però è in realtà vittima di una organizzazione locale di malfattori, comandata da Ying Wu (che in italiano diventa Ling Cheng, interpretato da Lung Fei): esce fuori che il capo criminale è l’uomo che Tayang cercava per la sua vendetta, lo stesso che anni prima ha guidato una spedizione di “pirati giapponesi” a colpire un paesino della costa cinese in cui abitava Tayang. Il protagonista ci metterà parecchio a organizzarsi, lasciando morire tutti i suoi nuovi amici per mano del cattivo, ma poi arriverà puntuale il lungo combattimento finale in ambientazione bucolica.
Note: «Le sue mani uccidono più di una spada». Malgrado si atteggi da duro e assuma pose alla Bruce Lee – come quando si finge vetturino di risciò come Bruce in Dalla Cina con furore (1972) – Jimmy Wang Yu continua a non mostrare alcun tipo di conoscenza marziale, malgrado si lanci in una rutilante sequenza di combattimenti d’ogni sorta… anche contro lottatori di sumo! Molto più brava Chang Ching-Ching, anche se combatte solo per qualche momento. Da segnalare la continua critica ai giapponesi – anche qui uno di loro ha i “baffetti alla Hitler” – ma anche gli irresistibili baffoni dell’eterno cattivo Lung Fei.

Tenaglia cinese (La)
(The Fist That Kills / Ninja Fist of Fire / Fingers That Kill, Taiwan 1972)
Regia di Wong Tin-Lam, con Chang Ching-Ching e Chiang Ming
Visto italiano: 13 luglio 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Cineromana: dal 30 agosto 1973 (Settimo) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Note: Su “Stampa Sera” dell’8 settembre 1973 il film viene presentato come «Il seguito di Piedi d’acciaio [vedi] con gli stessi attori e stesso regista».

Terrore del Kung-Fu (Il)
– vedi Il terrore di Kon-Fu – Andava, ammazzava e ritornava.

Terrore di Kon-Fu – Andava, ammazzava e ritornava (Il)
[I giornali riportano anche Il terrore del Kung-Fu]
(The Death Duel, Taiwan 1972)
Regia di Joseph Kuo, con Chiang Nan, Lu Ping e Yi Yuan
Visto italiano: 17 luglio 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Cassia Distribuzione Cinematografica: dall’11 agosto 1973 (Roma) ~ In TV: dal 24 ottobre 1979 su piccoli canali locali, con il titolo Il terrore del kung fu (ammettendo che sia lui!) ~ In VHS: inedito

Testa di bronzo dita d’acciaio
[I giornali riportano anche solo Testa di bronzo]
(Bronze Head and Steel Arm, Taiwan 1972)
Regia di Chin Sheng-En, con Tien Peng e Lisa Chiao Chiao
Visto italiano: 22 maggio 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Transeuropa Film: dal 9 maggio 1973 (Genova) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito

3 dell’Operazione Drago (I)
(Enter the Dragon, Warner Bros/Golden Harvest, USA-Hong Kong 1973)
Regia di Robert Clouse, con Bruce Lee, John Saxon e Jim Kelly
Visto italiano: 28 novembre 1973, con divieto ai minori di 18 anni; il 14 marzo 1974, dopo un ricorso, il divieto viene abbassato ai 14 anni. In sala per DEAR International: dal 28 dicembre 1973 (Torino) ~ In TV: dal 31 marzo 1990 su Italia1 ~ In VHS: Warner Home Video 1985 ~ in DVD: Warner Home Video, agosto 1999 / Edizione Speciale 2 Dischi 2004 ~ in Blu-ray: Warner Home Video 2013
Trama: Il maestro marziale Lee (che in italiano diventa Lo, interpretato da Bruce Lee) viene ingaggiato dalle autorità per partecipare al torneo organizzato da un signore della droga, Han (Shih Kien), sulla propria isola al di fuori da ogni giurisdizione. Lo accetta la missione anche perché con Han, ex allievo dello stesso maestro, ha più di un conto personale aperto, non ultimo la morte della giovane sorella. Sull’isola arrivano anche avventurieri americani come Roper (John Saxon) e Williams (Jim Kelly), sfuggendo grane personali. Uomini totalmente diversi che si ritrovano a combattere un nemico comune.
Note: Uscito ad Hong Kong neanche una settimana dopo la morte di Bruce Lee, l’evento luttuoso è un fenomenale trampolino di lancio per il film, diventato iconico in ogni angolo del mondo TRANNE in Italia, dove è pressoché sconosciuto per colpa di una distribuzione ridicola. Vanno segnalati piccoli ruoli della mitica classe dell’Opera di Pechino: Sammo Hung, Jackie Chan, Yuen Biao e Yuen Wah, tutti “compagni di scuola” e tutti coinvolti nella lavorazione.

3 Superman a Tokio
[I giornali riportano anche Tre supermen a Tokio]
(Italia 1968)
Regia di Bitto Albertini, con Jorge Martín, Willi Colombini e Sal Borgese
Visto italiano: 2 maggio 1968. In sala per I.N.D.I.E.F.: dal 19 maggio 1968 (Roma), riportato in sala durante la “febbre marziale” del 1973 ~ In Super8: I.E. International (4 bobine da 120 mt.) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito ~ In DVD: Bandiera Gialla (Cecchi Gori) “Gli Incredibili Cult” 2005
Trama del Super8: «Situazione drammatica dominata dal fuorilegge della capitale giapponese. Viene richiesto l’invio speciale di tre agenti speciali.»
Note: Minestrone di idee balzane sulla cultura asiatica tipica della narrativa italiana dell’epoca, ma merita di essere citato il noto caratterista romano Ennio Antonelli nel ruolo di… un ninja panciuto!

Treccia che uccide (La)
(Stranger from Canton / Stone Cold Wu Tang / The Karate Killer, Yangtze, Hong Kong 1973)
Regia di Yeo Ban-Yee, con Jason Pai Piao e Thompson Kao Kang
Visto italiano: 14 aprile 1973. In sala per Eureka Film International: dal 27 giugno 1973 (Gorizia) ~ In TV: difficile da stabilire, visto che le guide TV lo confondono con La freccia che uccide (1955) ~ In VHS: Magnum 3B 1988 / AVO Film (data ignota)
Note: Guazzabuglio confusionario, forse per colpa di una pessima fattura ma forse anche per tagli italiani e un doppiaggio che non aiuta di certo. Di sicuro è un film derivativo da Dalla Cina con furore (1972), ma stavolta la scuola marziale protagonista nasconde dei ribelli contro l’Imperatore cinese, ricercati dal perfido Ang Kang (Thompson Kao Kang) dalla treccia che uccide. Quello che è chiamato Chen dal doppiaggio italiano è Jing Fong, interpretato da un giovane Jason Pai Piao che veste sempre con l’abito bianco del “vero” Chen. Preso distrattamente a cuore la causa dei ribelli, Chen comincia a menare tutti senza lasciare mai alcuno spazio alla trama, che è assente ingiustificata del film.

Tutti per uno… botte per tutti
(Italia 1973)
Regia di Bruno Corbucci, con Timothy Brent (Giancarlo Prete), George Eastman e Leo Anchóriz
Visto italiano: 28 settembre 1973. In sala per Capitolina: dal 19 ottobre 1973 (Roma) ~ In TV: ? ~ In VHS: inedito ~ In DVD: Hobby&Work 2007
Trama: Cresciuto nella rurale Cheese Valley, Dart Coldwater jr. (Timothy Brent) parte dal paesino alla volta di Fort Delivery per diventare Texas Ranger, con tre nomi di “colleghi” a cui rivolgersi per farsi guidare nella nuova professione: Athos (George Eastman), Aramirez (Leo Anchóriz) e Portland (Chris Huerta), scoprendo in realtà tre ex ranger che ormai vivono d’espedienti. Dopo essersi scontrato con ognuno, e aver provocato una rissa in cui hanno la peggio degli uomini di scorta, Dart propone ai tre nuovi amici di diventare tutti loro uomini di scorta della dottoressa Alice Ferguson (Karin Schubert), perché il giovane ranger ha capito che la sua ambulanza in realtà trasporta tanto oro, destinato ai ribelli messicani. Inizia una rocambolesca avventura in cui tutti vogliono l’oro, buoni e cattivi, ma nessuno riesce a metterci le mani sopra.
Note: Deliziosa operazione con cui Corbucci prende I tre moschettieri (1844) di Alexandre Dumas e li porta nel West con lo stile del Trinità che Enzo Barboni aveva inaugurato nel 1970, ma ampliato nelle parti comiche e soprattutto fuso con la “febbre marziale”. Ad un certo punto infatti la carrozza con l’oro finisce in mano a Cin-Chao, «lo sfasciacarrozze cinese», la cui insegna recita «Cin-Ciao’s Flying Dragon. Rent a wagon». Questi fomenta i propri uomini dicendo: «Noi dobbiamo essere grati all’Eterno, che ci ha fatto dono della nobile arte del kung fu, che ci permette di vivere in questo Paese dove chi mena per primo mena due volte. […] Il kung fu è l’unica arma che noi abbiamo per spezzare le reni agli sceriffi e a tutti quelli che ce l’hanno con la nostra comunità, questo angolo di Cina nel cuore dell’America». È una parentesi volta a ricordare il grande peso che quella nuova moda ha in Italia, infatti alla dottoressa in pericolo una donna cinese dice: «Il mio uomo ti aiuterà, lui viene dalla Cina con furore: ha cinque dita di violenza, ti aiuterà», citando i primi due grandi film che hanno fatto esplodere la marzialità nei cinema italiani, all’inizio di quel 1973. Segue una rissa marziale che dimostra quanto l’Italia del 1973 fosse nettamente superiore ad Hong Kong, all’epoca già grande cinematografia mondiale: la qualità dei combattimenti marziali di Bruno Corbucci fa impallidire tutti i minuscoli filmacci fetenti che i distributori italiani stavano riversando nelle sale italiane. Un’ultima curiosità: qui Eastman interpreta un baro che combatte facendo trucchi di carte, chissà se Antoine Fuqua ha voluto rendergli omaggio con il similare personaggio interpretato da Chris Pratt ne I magnifici 7 (2016).

Ultimo samurai (L’)
(Jôi-uchi: Hairyô tsuma shimatsu, Giappone 1967)
Regia di Masaki Kobayashi, con Toshirô Mifune e Yôko Tsukasa
Visto italiano: 21 dicembre 1967. In sala per P.A.C. (Produzioni Atlas Cinematografica): dal 18 aprile 1968 (Torino); riportato in sala nel 1973 durante la “febbre marziale” ~ In VHS: inedito
Trama: Il samurai Sasahara (Toshirô Mifune) non è di quei nobili guerrieri di cui raccontano le leggende, è un mediocre “impiegato” che saggia le armi del suo signore e vive incastrato in un matrimonio d’odio con una donna terribile. L’unica sua speranza è che il figlio possa avere una vita migliore, invece il signore lo obbliga a sposare una propria concubina che vuole tenere vicino, e questo manda all’aria ogni indottrinamento di Sasahara, che inizierà a mettere in dubbio l’infallibilità del suo signore e giungerà persino alla violenza.

Uomo dalla mano d’acciaio contro il Drago Rosso (L’)
(Blood Leopard / Blood of the Leopard, Huatai, Taiwan 1972)
Regia di Chien Lung, con Chang Ching-Ching e Chiang Pin
Visto italiano: 18 luglio 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Cassia Distribuzione Cinematografica: dal 28 luglio 1973 (Roma) ~ In Super8: AVO Film (3 bobine da 120 mt.) ~ In TV: dal 1° novembre 1979 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama del Super8: «Bruce Lee, di ritorno con la sua troupe di acrobati, trova il villaggio assediato da un capobanda detto il “Rosso”. Bruce Lee l’ha fatto diventare “giallo”.»
Trama: In paese c’è una banda di spietati criminali e assassini capitanata da Yeng, che essendo infame e spregevole non poteva altro volto se non quello di Chen Hung-Lieh. Durante una delle risse sanguinose con cui riempie le giornate, però, il perfido Yeng finisce ucciso per un incidente, al che gli avversari – la compagnia Wong dell’Opera di Pechino – si danno alla fuga perché sanno cosa sta per succedere: il perfido fratello di Yeng, chiamato Drago Rosso (Yi Yuan), scatenerà una vendetta ancora più sanguinosa. Dopo aver massacrato un folto numero di teatranti e aver impiccato il maestro della compagnia, Drago Rosso si dedica a concupire la moglie del morto, mentre intanto i suoi uomini si impegnano in lunghi e noiosi combattimenti con i teatranti superstiti, finché il solito chilometrico scontro finale non avrà la meglio sul cattivone.
Note: Secondo film della piccola casa taiwanese Huatai Film Company, di brevissima durata: è facile ipotizzare che i distributori italiani ci si siano rivolti per spendere pochissimo, ottenendo film inguardabili che valgono molto meno di quanto sono stati pagati. Questo in particolare è il solito minestrone dai mille spunti e dai mille personaggi, tutti privi di qualsiasi caratterizzazione: da segnalare giusto la presenza della sempre brava Chang Ching-Ching, eroina marziale in seguito dimenticata.

Uomo dalle dita d’acciaio (L’)
– Titolo misterioso apparso in cartellone del cinema Moderno di Torino il 22 novembre 1973, in replica il giorno dopo: forse è un errore di scrittura.

Uomo della grande muraglia (L’)
(The Devilish Killer, Filmline Enterprises, Taiwan 1971)
Regia di Chin Sheng-En, con Chiang Pin, Li Hsuan e Yi Yuan
Visto italiano: 16 maggio 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Cineromana: dal 14 luglio 1973 (Caselle) ~ In TV: dal 5 agosto 1979 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito
Trama: L’uomo della Grande Muraglia (Yi Yuan) si presenta a casa della nobile famiglia Chang e pretende di avere la Spada del Tuono, lì conservata: il padre di famiglia si oppone ma non prima di aver fatto fuggire i figli, incitandoli a salvare la spada e a vendicare la morte del genitore. Ucciso il padre, l’uomo della Grande Muraglia insegue i figli che però sfuggono, separandosi. Affidatisi a vari maestri marziali, i figli si allenano a lungo ma per vendicarsi, e sconfiggere il perfido nemico, dovranno unirsi e imparare le sei forme di scherma illustrate sul fodero della Spada del Tuono. Solo così potranno ottenere l’attesa vendetta. Intanto però c’è tempo per mille altre sotto-trame di rara inutilità.
Note: Ennesimo infimo wuxiapian taiwanese con Yi Yuan in veste di cattivo, una produzione dozzinale con la solita secchiata di personaggi mal descritti, storia appena accennata e tanta noia.

Uomo di Hong Kong (L’)
(Les tribulations d’un chinois en Chine / Up to His Ears, Italia-Francia 1965)
Regia di Philippe de Broca, con Jean-Paul Belmondo, Ursula Andress e Jean Rochefort
Visto italiano: 23 novembre 1965. In sala per DEAR Film: dal 2 dicembre 1965 (Roma). Riportato in sala nel 1973 della “febbre marziale” ~ In TV: dal 31 marzo 1980 su Reteuno (Rai1), poi su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito ~ In DVD: Dolmen Home Video (senza data)
Trama: Arturo (Jean-Paul Belmondo) è un ricco che non prova alcun piacere nella vita, annoiato com’è da una intera vita passata tra agi e privilegi, così tenta più volte il suicidio – fallendo regolarmente – finché il suo «tutore e consigliere» Goh (Valéry Inkijinoff), che si auto-definisce filosofo cinese, spinge il ricco uomo a sfruttare un risvolto della sua fortuna (durante un viaggio a Hong Kong subisce infatti un tracollo finanziario) e a stipulare un’assicurazione sulla propria vita di due milioni di dollari con La Centenaria, con beneficiaria la fidanzata Alice (Valérie Lagrange) e Goh stesso, il quale si prefigge di uccidere lentamente e a sorpresa l’amato allievo. Da annoiato ricco pigro, Arturo si ritrova solo e sperduto ad Hong Kong, povero e con il fido Goh che può ucciderlo in ogni istante: il protagonista si ritrova a vivere mille avventure asiatiche insieme al fidato maggiordomo Leon (Jean Rochefort).
Note: Libero adattamento di Daniel Boulanger del romanzo Le tribolazioni di un cinese in Cina (1879) di Jules Verne, che fornisce un’occasione per passare in rassegna i vari stereotipi europei sull’Asia in generale e Hong Kong in particolare.

Uragano giallo (L’)
– vedi Chin Hsiang, l’uragano giallo.

Urlo, il furore, la morte (L’)
– vedi Da Hong Kong: l’urlo, il furore, la morte

Vado li spacco e torno
[I giornali riportano anche Vado lo spacco e torno]
– vedi Cin-Fu l’uomo d’acciaio

Vendetta del Dragone Nero (La)
– vedi Il killer dagli occhi a mandorla.

Vendicatore dalle mani d’acciaio (Il)
(Fist of Unicorn / Unicorn Fist / Bruce Lee & I / Unicorn Palm, Hong Kong 1973)
Regia di Tang Ti, con Little Unicorn, Kitty Meng e Kurata Yasuaki
Visto italiano: 3 agosto 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per IIF (Italian International Film): dal 3 agosto 1973 (Roma) ~ In TV: dal 12 gennaio 1987 su EuroTV ~ In VHS: Durium (senza data ma dopo il 1985) con il titolo Bruce Lee l’arte del Kung-Fu ~ In TV: su Odeon TV il 4 settembre 1987 con il titolo Bruce Lee l’arte del Kung-Fu ~ In DVD: inedito
Trama della VHS: «Un film diretto e supervisionato dallo stesso Bruce Lee che illustra l’arte del Kung-Fu e ne svela i segreti. Un film utile per comprendere una delle grandi arti marziali orientali e un contributo sulla personalità e la bravura del suo protagonista, tragicamente scomparso prima del tempo.»
Trama: Lung (Little Unicorn) da ragazzino è sopravvissuto per un pelo a un feroce assassino che gli ha ucciso la madre e da allora lo sta cercando. Si è addestrato nel kung fu con Bruce Lee (in immagini di repertorio manomesse) e ora, dopo quindici anni, è maestro del “Colpo del Cielo e della Terra” (che poi sono giusto due mani spinte forti sul petto dell’avversario). Vagabondando fa amicizia con una famiglia contadina e vi si stabilisce, ma quando il bieco Wong manda i suoi sgherri a spadroneggiare in paese il nostro Lung dovrà resistere a reagire (non si sa perché), cedendo solo nel finale in cui ucciderà tutti i cattivi.
Note: La minuscola e fugace Star Sea inizia la sua (breve) vita producendo un film che richiama una secchiata di attori noti per aver lavorato con Bruce Lee e li frulla a casaccio, in una storia raffazzonata al volo, assicurando una decina di minuti a testa. Tutti i caratteristi diventati noti nel mondo dopo la morte di Bruce trovano qui il loro spazio, mentre uno dei amici personali di Bruce, Unicorn Chan (o Little Unicorn) prova a fare l’eroe protagonista quando chiaramente non ne ha i numeri: la sua carriera marziale infatti non inizierà mai. Va comunque segnalato l’ottimo scontro fra i due grandi maestri coreani Ji Han-Jae e Hwang In-Shik: il primo era stato diretto da Bruce Lee nella pagoda di Game of Death (anche se il girato ancora non era uscito in sala), il secondo era stato chiamato da Lee nel finale de L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente. Mentre sono immancabili i “prestiti sonori” dall’Ennio Morricone di C’era una volta il West (1968), va segnalato infine nel ruolo del saltimbanco balbuziente il giovane Mars, atleta che di lì a qualche anno diventerà fedele collaboratore di Jackie Chan.

Violenza sadica per 10 vergini
(Onna ukiyo buro / Tokyo Bath Harem, Nikkatsu, Giappone 1968)
Regia di Tan Ida (Motomu Ida), con Ryôji Hayama, Jirô Okazaki e Naomi Tani
Visto italiano: 9 dicembre 1972, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per INDIEF: dal 13 luglio 1973 (Roma) ~ In TV: dal 3 agosto 1980 su piccoli canali locali ~ In VHS: inedito ~ In DVD: inedito
Trama: Il bieco Fujida, «alto conservatore dei beni pubblici», approfitta della sua alta posizione alla corte dello shôgun per organizzare un traffico segreto di donne: al suo fido samurai Hanzaburô Kanbayashi (che il doppiaggio italiano rende con Kobayashi, interpretato da Hiroshi Izumida) fa rapire ai bagni pubblici le impiegate più attraenti e poi, mediante lo spedizioniere Bizen-ya (Jôji Ôhara), fa imbarcare su navi straniere alcune mentre altre saranno avviate alla prostituzione. I suoi sgherri però commettono un errore e rapiscono Kyo (che il doppiaggio italiano rende con Kyoko, interpretata da Naomi Tani) credendola una popolana: la donna invece è la figlia di un samurai e questo crea scalpore. Tutto il paese si attiva per ritrovarla, ma soprattutto è deciso a salvarla Shinzo (che il doppiaggio italiano rende con Shinza, interpretato da Ryôji Hayama), che riuscirà a sgominare l’organizzazione di maniaci rapitori.
Note: I distributori di questo film hanno provato sin dal 1969 ad ottenere il visto della censura italiana senza risultato: per tre anni alla pellicola è stata vietata la proiezione in pubblico per l’estrema scabrosità delle scene, perché al di là dell’esigua trama il vero punto focale della storia è la pruriginosità della situazione. La vicenda infatti si apre con la principessa Takichi (che il doppiaggio italiano rende con Komachi, interpretata da Jirô Okazaki) che si fa torturare dall’amante lesbica Tamiko, si prosegue poi con scene di aggressione sessuale a giovani donne, le quali vengono legate, spogliate e non mancano scene in cui, litigando fra di loro in prigionia, si danno a quello che nei film americani chiamano catfight, lo “scontro tra gatte” che serve solo a mostrare donnine discinte che si dimenano. Malgrado non manchi un pizzico di denuncia sociale – il proletario Shinza fa lunghi sproloqui contro le ingiustizie dei ricchi potenti e la conclusione della vicenda è più che amara, in linea con la sfiducia nel potere che contraddistinguerà l’inizio degli anni Settanta – l’unico intento del film è mostrare donne nude in situazioni frizzanti che nel decennio successivo saranno ripetute dalla commedia all’italiana, mentre invece nel ’69 la censura nostrana le reputava oscenità da vietare in sala. A dare un “tono marziale” alla pellicola c’è lo scontro finale fra Shinza e i cattivi, a suon di katana.

Wan Chung colpisce ancora
[I giornali riportano anche Chung Weng e Wang Kung]
(Deadly Fists / Revenge of the Iron Fist Maiden, Taiwan 1972)
Regia di Wu Fei-Chien, con Chiang Pin e Wong Gam-Fung
Visto italiano: 11 agosto 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per F.A.R. International Films: dal 2 novembre 1973 (Torino) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito

Wang Fung come uccidere Wang Ping
– Titolo misterioso apparso in cartellone al cinema Falchera di Torino il 12 settembre 1973, in replica il giorno dopo.

Wang Yu l’imbattibile
[I giornali riportano anche le accezioni Wang l’imbattibile, Wang Kung l’imbattibile, King-Fu l’imbattibile e Wang Yu l’invincibile]
(The Invincible, Huatai, Taiwan 1972)
Regia di Lo Chen, con Jimmy Wang Yu, Paul Chang Chung e Helen Ma
Visto italiano: 11 maggio 1973, con divieto ai minori di 14 anni. In sala per Filmaico: dal 17 agosto 1973 (Trieste) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito
Note: Terzo film della piccola casa taiwanese Huatai Film Company, di brevissima durata: è facile ipotizzare che i distributori italiani ci si siano rivolti per spendere pochissimo, ottenendo film inguardabili che valgono molto meno di quanto sono stati pagati.

Wang Yu Teng la morte vestita di bianco
(The Desperate Chase / Blood of the Dragon / Blood of the Ninja, Hong Kong 1971)
Regia di Kao Pao-Shu, con Jimmy Wang Yu e Lisa Chiao Chiao
Visto italiano: 13 giugno 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Titanus: dal 12 luglio 1973 (Genova) ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito

Wang, la furia che uccide
[I giornali riportano anche Bang la furia che uccide]
(Chaochow Guy / Chiu Chow Guy, Filmline Enterprises, Taiwan 1971)
Regia di Chin Sheng-En, con Tien Peng e Nancy Yen
Visto italiano: 23 maggio 1973, con divieto ai minori di 18 anni. In sala per Variety Film: dal 23 agosto 1973 (Novi Ligure) ~ In TV: inedito ~ In VHS: AVO Film
Trama della VHS: «Per vendicare il proprio fratello ucciso a tradimento dagli uomini del sergente Cheng, una ragazza convince Wang, giovane contadino, a combattere per lei. Lo scontro si rivelerà durissimo, e per riuscire nell’impresa Wang dovrà ripassarsi tutte le tecniche di Karate.»
Trama: Siamo in un periodo dove i soldati detengono il potere e uno di loro (Chin Li-Sheng), maestro di una scuola marziale, ha organizzato un torneo dove suo fratello (Huang Fei-Long) batte tutti: chiunque riesca a vincerlo avrà un premio in denaro. Arriva Shang Ying-Hwa (Wang Kuan-Hsiung), vince e subito il militare lo fa uccidere. Shang ha una sorella (Nancy Yen) la quale conosce tutte le sue tecniche speciali ma, essendo una donna, «non sta bene» che combatta perciò decide di cercare un campione a cui insegnare i fenomenali colpi del fratello morto, così da vendicarlo: lo trova in un giramondo coraggioso (Tien Peng). Vinta la ritrosia dell’uomo, il quale è convinto di non aver nulla da imparare da una donna, il rapporto maestra-allievo procede spedito e il giramondo può affrontare il fratello del militare, richiamato dalla Corea (dove ha migliorato il proprio stile) espressamente per ucciderlo. Gli insegnamenti della maestra non servono a molto, però, e il nuovo campione viene battuto: stavolta tocca alla donna scendere in campo e vendicare il proprio fratello a colpi di karate (come il doppiaggio italiano chiama lo stile marziale usato nel film).
Note: All’inizio del duello finale, quando la protagonista si appresta ad affrontare ben due cattivi in contemporanea, la colonna sonora cita chiaramente Duel, il brano di Ennio Morricone per C’era una volta il West (1968).

Wu-Kung la mano della vendetta
[I giornali riportano anche Wu Hung, Wooking o solo La mano della vendetta]
(Devil and Angel, Hong Kong 1973)
Regia di Lo Lieh, con Lo Lieh e Gracy Tong
Visto italiano: 30 aprile 1973. In sala per Medusa Distribuzione: dal 2 aprile 1973 (Gorizia), ma la prima ufficiale è il successivo 2 maggio a Torino ~ In TV: inedito ~ In VHS: inedito


L.

Informazioni su Lucius Etruscus

Saggista, blogger, scrittore e lettore: cos'altro volete sapere di più? Mi trovate nei principali social forum (tranne facebook) e, se non vi basta, scrivetemi a lucius.etruscus@gmail.com
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38 risposte a il Menotti – Dizionario del cinema di menare 1973

  1. Andrea Lanza ha detto:

    Voglio il libro cartaceo!!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ti ringrazio, ma temo che saresti il solo: almeno on line chi si ritrovi a cerca informazioni su un film d’epoca, o magari a capire che diamine di film si è ritrovato per le mani, potrebbe finire qui grazie a Google 😉

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      • Andrea Lanza ha detto:

        Ringraziamo Google allora ma io fossi in te ci penserei, anche un’autopubblicazione con Amazon. Se c’è riuscito a a sbancare un generale fascio che delirava, non vedo perché non l’Etruscus col suo Menotti

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Purtroppo non trattando di becero razzismo, e non avendo tutti i giornali e trasmissioni a farmi pubblicità negativa (cioè la migliore pubblicità), non ho speranze di vendite: in dieci anni di presenza sugli scaffali digitali con 23 libri a mio nome non posso dire di essere un “bestsellerista”, sebbene i miei titoli abbiano di sicuro venduto più di quanto era lecito aspettarsi 😛
        Il cinema marziale lo conosciamo e amiamo forse in cento in Italia, e molti meno sarebbero disposti a spenderci anche solo un euro (esclusi i collezionisti di pellicole rare), dubito fortemente che la fatica di fare un eBook sarebbe ripagata: mi diverte di più un dizionario on line continuamente aggiornato 😉

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  2. Madame Verdurin ha detto:

    Complimenti Lucius, hai fatto davvero un gran lavoro!! E vedere anche un film di 007 mi ha scaldato il cuore… Ancora complimenti e bravissimo!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ti ringrazio, e ti assoluto che serve tanta pazzia e passione in egual misura per affrontare un lavoro del genere: questi 90 titoli sono il frutto dello sfoglio della pagina degli spettacoli di tre quotidiani di tutti i giorni dell’anno 1973! (e già ho iniziato il 1974, che è peraltro il mio anno di nascita quindi sono più motivato ^_^)

      Il cinema marziale in Italia è un territorio inesplorato, molti ne parlano ma solo a posteriori, per “sentito dire”, con dati insufficienti e spesso sbagliati: è il momento di cominciare a mettere un po’ d’ordine 😛

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  3. Cassidy ha detto:

    Erano anno che ne parlavi, mi sembra il modo migliore per festeggiare i dieci anni del Zinefilo, anche io penserei all’edizione cartacea 😉 Cheers!

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  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Grande Lucius, questo notevole lavoro di raccolta/catalogazione/approfondimento/memoria suscita in me tanta ammirazione e uno scrosciante applauso, davvero, apprezzo tantissimo quanto sopra! 🙂
    Per i miei (non sani) gusti una raccolta di questo tipo dedicata ai prodotti putridi degli anni ’90 (il periodo in cui la Z da menare mi ha più coinvolto) sarebbe un sogno e te ne chiederei decisamente la copia cartacea dietro lauto compenZo ma non posso sottoporti a un simile sforZo quindi mi godo il 1973…e con gioia! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Per dirti quanto siamo in sintonia, qualche anno fa l’idea del Menotti era nata proprio per schedare il favoloso decennio marziale dei Novanta, poi la cosa è rimasta nel cassetto perché i titoli sono infiniti – come ben sai – e le fonti di informazione scarse. Invece per il 1973 ci sono ben tre quotidiani on line (“l’Unità”, “La Stampa” e “Il Giornale di Trieste”) che testimoniano in presa diretta delle uscite in sala in tre punti diversi dell’Italia, quindi materiale freschissimo e di prima mano: non potevo resistere, anche per festeggiare il cinquantenario dell’arrivo nel nostro Paese del cinema marziale.
      Sappi comunque che già molte schede di film anni Novanta ce le ho da parte, anche se andrebbero aggiunte tramette e note, quindi non è detto che prima o poi il Menotti ’90 non veda la luce ^_^

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Tale sintonia alimenta speranZe…e visto che sognare non costa nulla…i miei sogni natalizi avranno come protagonista il Menotti ’90!!! 🙂

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  5. Ninjoe ha detto:

    Ottima iniziativa, e spererei pure io in un cartaceo, ma mi accontenterei anche della versione on-line.
    Una curiosità: di alcuni titoli hai indicato “inedito in vhs”, perché hai considerato solo le pubblicazioni su territorio italiano oppure perché non sei a conoscenza di edizioni estere in lingua italiana?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ti ringrazio e visto che compongo testi in HTML non è escluso che questo diventi un eBook, anche se purtroppo temo sia un argomento troppo di nicchia, persino per il download gratuito 😛

      Ho preso in considerazione esclusivamente la distribuzione italiana, purtroppo escludendo il mercato in Super8 perché ho troppe poche informazioni sicure al riguardo, anche se non escludo futuri aggiornamenti: il bello di un dizionario on line è che si può aggiornare costantemente. (Per esempio ho un paio di titoli ancora da approfondire per aggiungere la trametta in seguito.)
      Se non fosse per il mitico Giustiziere Giallo molti di questi film sarebbero introvabili in lingua italiana, e purtroppo non ho idea di dove lui abbia preso il materiale che presenta su YouTube (a parte quando c’è un logo in evidenza): se tu sei a conoscenza addirittura di edizioni estere con lingua italiana sarebbe bello aggiungere questa informazione, anche se immagino valga solo per le produzioni italiane.
      Comunque l’idea è di aiutare il lettore o il collezionista che si ritrovi per le mani un film e cerchi di capire che diamine sia, facendo lo slalom tra titoli alternativi, titoli sbagliati, titoli da home video, televisivi e via dicendo: come vedi ci sono alcuni film che negli stessi quotidiani negli stessi giorni venivano chiamati con tre o quattro titoli diversi, a seconda di come sbagliavano a scrivere il titolo! Per questo quello riportato in neretto è preso solo dal visto di censura, perché almeno è ufficiale, poi ci sono le varie grafie e orrori vari 😉

      Molti DVD in realtà devo ancora controllarli, ma avrei allungato troppo e volevo pubblicare il post in tempo per festeggiare i 50 anni della febbre marziale in Italia, anche se solo per pochi giorni: qualsiasi integrazione ti vada di inviare è ben accetta, prediligendo la distribuzione italiana, che serve a ricostruire la vita italiana di film spesso ormai dimenticati, se non proprio perduti.

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  6. loscalzo1979 ha detto:

    Davinotti is for Boys
    Menotti is for Men

    Buon Natale Marziale

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahah abbiamo già la fascetta pubblicitaria! 😀

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      • Giuseppe ha detto:

        Un’opera marziale di vaste dimensioni, appassionante e circostanziata, senza inutili fronzoli o perdite di tempo: nel Menotti non si MENA il can per l’aia 😜
        Purtroppo la cronistoria della MM (non intesa come Metropolitana Milanese ma come Milano Marziale) è tutt’altro che di facile ricostruzione ma in questo sito forse qualcosa si può trovare 😉
        http://www.giusepperausa.it/cinema_duse.html
        Il cinema citato aveva proiettato non poche pellicole marziali nei ’70, anche se come poi vedrai l’unico accenno ufficiale riguarda il 1977… Chissà che anche le altre vecchie sale reperibili sul sito non forniscano qualche informazione utile.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Spero un giorno di trovare qualche archivio on line di giornale milanese, per ora la base è la Capitale anche se molti film uscivano in anteprima altrove. Non è escluso che la galassia di piccole sale che all’epoca era molto attiva abbia proiettato film non presenti in questo elenco, anche perché il 99% dei film qui riportati è robaccia dozzinale che i pessimi distributori italiani compravano dai cassonetti di Taiwan, quindi chiunque poteva permettersi di portare in sala un film pagato due spicci, ma per forza di cose dobbiamo rimanere nell’ambito delle grandi città italiane, in attesa di futuri archivi migliori 😉

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      • Giuseppe ha detto:

        Un giorno, forse, ce ne sarà abbastanza per una nuova rubrica: “MDM – Milano Di Menare” 😉😄

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  7. Moreno Pavanello ha detto:

    Tu sei pazzo. Pazzo completo.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Indiscutibile: mi dichiaro colpevole ^_^

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      • Anonimo ha detto:

        Lory

        Ti capisco benissimo, anch’io ho avuto certe pazzie, questa la trovo straordinaria davvero.
        Da un dizionario online informandoti potresti davvero creare un cartaceo.
        Non sarei così pessimista, certi prodotti se pur per un pubblico ristretto creano interesse…..ma tu sai cosa vorrai fare.
        Un’ottima idea, buon lavoro e non demordere 👍

        Farai un post natalizio o gli auguri inizio a farteli da adesso?
        Buonissime feste, buone visioni, resto in attesa del tuo recap/classifica/sunto finale
        CIAO!

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Il Zinefilo non va in vacanza, ci saranno post ogni giorno, e il 25 ho in serbo un mix di ghiottonerie come aperitivo al pranzo di Natale, quindi ogni giorno è buono per farsi gli auguri ^_^
        Comunque, ti ringrazio per gli auguri e auguri ogni bene a te e ai tuoi cari, in attesa del suntone finale 😉

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  8. Anonimo ha detto:

    Lory

    🤗😊🥳

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  9. Osbidian Mirr ha detto:

    Allucinante! Se mi dicessero “Hai sei mesi per fare un lavoro simile su un argomento a tuo piacere” risponderei che occorre moltiplicare i mesi per dieci e ancora non sarei sicuro di riuscirci. Tanto di cappello!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      La mia è un’addiction, una dipendenza che procede per addizione: sommo tanti piccoli lavoretti a creare un lavoro folle, perché un oceano è solo la somma delle sue gocce d’acqua 😉
      Non esistendo alcun tipo di studio sul cinema marziale in Italia – ci sono splendidi saggi che consiglio caldamente (Esposito, De Luca, De Marino), ma non offrono alcun impianto informativo o ricostruttivo del fenomeno in Italia – quindi l’unico modo è voltare le spalle al web e andare a manovella, tornando indietro nel tempo e scoprire insieme ai nostri connazionali di 50 anni fa cosa i cinema avevano da offrire ogni giorno, così da poter schedare tutti i film usciti, anche quelli meno famosi o addirittura dimenticati o ignoti.
      E’ un piccolo tassello per iniziare a capire l’entità incredibile di un fenomeno totalmente ignoto, dopo cinquant’anni di oblio.

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  10. Lorenzo ha detto:

    Un’iniziativa folle ma che merita il plauso! Non ho capito se hai intenzione di proseguire o se ti fermerai al 1973. Ancora complimenti 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Visto che il 1974 è il mio anno di nascita, sono costretto a fare almeno un altro anno, ma in realtà la follia consiste nello schedare più film possibile, visto che si tratta di prodotti che solo in rarissimi casi hanno lasciato traccia di sé usciti dalle sale.
      Vedremo quanto riuscirò a portare avanti questa pazzia 😛

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  11. Sam Simon ha detto:

    Alla faccia del progetto!!! Dieci anni di Zinefilo e tiri fuori questa perla! Complimenti e… Buon feste! :–D

    Se passano di qui quelli di 400 calci ti offrono un lavoro! X–D

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