«Sono un apicoltore: proteggo l’alveare. E per questo ogni tanto devo bruciare i calabroni.»
Quante similitudini si possono fare con il mondo delle api prima che uno spettatore inizi a urlare? La risposta purtroppo è “sempre una di troppo”.
Dopo aver perso tempo ad apparire per qualche giorno nelle sale italiane, l’inutile The Beekeeper esce il 10 aprile in DVD Eagle Pictures (che prima o poi mi toccherà comprare, per la mia Jason-collezione) e il successivo 19 aprile diventa la consueta “novità del venerdì” di Prime Video.
Mi immagino quell’industria dell’intrattenimento pre-confezionato che è diventata la MGM (e quindi Prime Video) ossessionata dal terrore che qualcuno sui social possa accusare i propri prodotti di offendere qualcuno, perciò si va già duro di neo-puritanesimo spinto. Chiamano Kurt Wimmer e gli dicono: “Non importa la trama, non importa l’argomento, ma scrivi una roba inclusiva, politicamente corretta, delle pari opportunità ma soprattutto razzistica nel senso buono del termine”. Perché viviamo in tempi strani, in cui il razzismo è giusto e anzi obbligatorio, l’importante è che sia a favore di quelli giusti.
Wimmer è il grande autore degli eccessi: nella sua lunga carriera è riuscito a creare nefandezze e delizie a ritmo alternato. Parliamo di uno che ha iniziato firmando Doppio guaio a Los Angeles (1992) con gli ipertrofici fratelli Paul e poi ha scritto l’ottimo Sfera (1998) adattandolo da Crichton; uno che ha firmato l’elegante Gioco a due (1999) e il coattissimo Equilibrium (2002); quella inutile fantascemata di Ultraviolet (2006) e lo splendido noir La notte non aspetta (2008); quell’immonda spazzatura di Giustizia privata (2009) e quella delizia di Salt (2010); quel vuoto con il niente intorno di Point Break (2015) e il mio amato Total Recall (2012) – non fate quella faccia, piuttosto rivedetevi il film con attenzione! – insomma, Wimmer non conosce mezze misure: o tutto o niente. The Beekeeper è niente.
Sono lontani i tempi in cui Wimmer e il regista David Ayer sfornavano ottimi prodotti come La notte non aspetta (2008), da allora per Ayer è tutta discesa libera, e questo The Beekeeper non fa eccezione.
Mi diverte immaginare che Wimmer per ingraziarsi la MGM schiacci l’acceleratore neo-puritano al massimo. Così tutti i maschi del film sono stronzi, violenti e bastardi e tutte le donne brave, buone e sante. Persino il presidente degli Stati Uniti è donna e quindi geneticamente portato alla santità. I neri hanno il ritmo nel sangue, le donne sono solo brave e buone. Meno male che si è dichiarata guerra ai luoghi comuni razzistici…
Vogliamo aggiungere un richiamo al fatto che i bianchi hanno sempre torto? Così quando una poliziotta nera entra in casa della madre nera, la trova morta e c’è un uomo bianco… automaticamente il bianco è colpevole. E pure questa è fatta.
Qualche stupidata sparsa e la sceneggiatura è chiusa, tanto si è scritta da sola: l’importante è che nessuno si offenda sui social.
La MGM è contenta di creare ’sta roba inutile ma non si accorge che Kurt Wimmer ci ha nascosto una strizzata d’occhio per i fan dei film d’azione, cioè quelli che non perdono tempo a indignarsi nei social.
Essere figlio di una grande fan di Charles Bronson significa aver visto tutti i film di quell’attore, non solo quei due o tre che oggi per sbaglio passano in TV, quindi compreso A muso duro (1974), che peraltro ha la mia stessa età e quindi quest’anno dovrei festeggiarne il cinquantenario. La particolarità di quel film, scritto dal romanziere Elmore Leonard, è che il protagonista non comincia ad ammazzare i cattivi per senso di giustizia o vendetta personale… ma perché gli hanno rovinato il raccolto di meloni!
Ricordo ancora da ragazzino quanto si infuriava mio padre, vittima di mille e mille visioni di film con Charles Bronson, all’idea di un eroe che combatta per vendicare i propri meloni: possibile non ci fossero motivazioni più “alte”? Mi diverte troppo l’idea che Kurt Wimmer abbia voluto strizzare l’occhio al Mr. Majestick di quel film nel creare un eroe… apicoltore. Che se gli tocchi le api… ti scatena una guerra che neanche te la sogni!
Adam Clay (Jason Statham) è un apicultore che vive nel fienile di un’anziana signora (Phylicia Rashad), la quale commette un madornale errore: casca in una truffa digitale e i pirati cattivi le portano via tutti i risparmi, manco fossimo in un filmato educativo per corsi aziendali sulla cybersecurity. (Purtroppo ho dovuto vederne alcuni, ed erano scritti meglio di ’sto film!) La donna si suicida per il dolore e Adam, una volta scagionato dalla di lei figlia poliziotta (Emmy Raver-Lampman), procede e compiere un genocidio.
Superato il milione e mezzo di morti questo film inizia a farsi un po’ fastidioso: capisco che Adam sia furioso perché gli hanno toccato la padrona di casa e poi gli hanno rotto tutte le arnie, ma sterminare la razza umana mi sembra un tantino esagerato. Diciamo che sommando tutti i morti fatti da Jason nella sua carriera non arriviamo neanche ai primi venti minuti di questo film.
«Se un beekeeper dice che morirai, tu morirai.»
Non escludo che MGM voglia iniziare una saga con Jason e quindi sdogani l’idea del beekeeper come nuovo mechanic: se quest’ultimo era un modo gergale per indicare un assassino prezzolato, il termine apicultoreo indica un super-mega-fanta-agente bruce-ti-spacco-il-culo-lee che se gli dici “buongiorno” e invece è nuvoloso ti nuclearizza un continente.
Adam è uno di quelli che i piani alti usano per sterminare intere popolazioni, ma ora è in pensione o almeno lo era finché non gli hanno rotto le arnie.
«Avete la legge, finché non fallisce. Poi avete me.»
Questo agente-Terminator che tortura, gambizza, amputa e denocciola la gente a gruppi di dieci forse è un tantino fuori controllo, visto che neanche la Presidente degli Stati Uniti (Jemma Redgrave, della grande famiglia dei Redgrave) può fermarlo. Perché è appunto un Terminator e non si può discutere con lui.
Lo spunto è niente, la trama è pura stupidaggine con il pilota automatico, noti attori sotto contratto MGM fanno inutili comparsate prive di qualsiasi importanza, per l’intera vicenda c’è solo Jason che stermina miliardi di persone con una violenza totalmente ingiustificata e decisamente fastidiosa. Per fortuna Jason negli ultimi anni ha fatto tanti brutti film, se no questo rischiava di essere il peggiore.
Un film inutile e da dimenticare, ma se non altro fa sembrare i meloni di Mr. Majestick una grande trovata narrativa: rivedetevi A muso duro (1974) con Charles Bronson coltivatore: e le api di Jason… mute!
L.
P.S.
Per le voci italiane del film, rimando al mio “Dizionario del Doppiaggio“.
P.P.S.
Per un’altra recensione, vi invito sulla Bara Volante.
– Ultimi film con Jason Statham:
- Parker (2013) 10 anni per rivalutarlo!
- The Beekeeper (2024) Action neo-puritano
- Meg 2 (2023) Shark 2 – L’abisso
- Jet Li Story 19. Fearless + Rogue
- Jet Li Story 16. The One
– Ultimi film d’azione:
- Heat (1986) Burt “Black Jack” Reynolds
- Parker (2013) 10 anni per rivalutarlo!
- The Beekeeper (2024) Action neo-puritano
- Road House (2024) Una sorpresa che ti swayza in due!
- One Down, Two to Go (1982) Trio mortale
Alla fine questo film è il sogno bagnato di tutti quei forcaroli da tastiera, che invocano la pena di morte per ogni cosa, per chi ruba, per chi attraversa con il rosso e per chi ascolta la Trap. A quel punto come pretesto, meglio i meloni di Bronson guarda 😉 Cheers
P. S. Grazie per la citazione!
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Ormai quella brutta gente da tastiera è l’unico target a cui pensa il cinema e nascono robe come questa. Davvero un gran peccato.
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Jason è sempre Jason anche quando commette un genocidio ingiustificato, tuttavia l’alone neo-puritano mi infastidisce così tanto che mi sa che passo elegantemente oltre e mi dedico a recuperi più “scorretti”! 🙂
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Purtroppo per gli scorretti dobbiamo rivolgerci al passato, siamo condannati alle repliche 😛
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Ero tentato di recuperarlo, desisto a questo punto
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Se ti capita, vedilo pure, basta che non ti aspetti niente e non ti disturbino milioni di morti totalmente gratuiti 😛
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L’unico che potrebbe aver da obiettare a proposito penso sia Wimmer: “Morti gratuiti? Ma magari! Coi soldi che giá si è preso Jason Statham per la parte ci sarebbe stato solo da risparmiare e invece no, come da contratto abbiamo dovuto per forza pagare anche tutti gli altri “cadaveri”!” 😛
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Se non fosse un apicultore (c’è una frecciata sulle api che si estinguono per i casini ambientali) mi aspetterei Jason che lancia api suo nemici con la cerbottana XD
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ahaha sarebbe stato simpatico, purtroppo non ci sono idee così belle 😛
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Ah, dimenticavo: ormai, con gli amici (e le amiche, specifichiamolo per chi ama le e rovesciate) quando c’è un mistero da risolvere, in una storia, sappiamo già che il colpevole è maschio, bianco ed etero. Se manca anche una sola qualità, è un ovvio depistaggio voluto dalla Grande Loggia del Patriarcato 😛
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Non c’è gusto, con quei parametri stanate tutti i colpevoli in tutti i gialli moderni 😛
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Ma dov’è il crossover con il Rowan Atkinson di Man vs Bee? Jason “Honey” Statham vs Mr. Bean… Sto aspettando!
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eh, sarebbe qualcosa di molto divertente, per questo non lo faranno mai 😛
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