La casa di Dracula (1945) La fine di un’èra


Puntata speciale del ciclo che sto dedicando ai “Cervelli di Siodmak“: questo film non vede il coinvolgimento del nostro Curt ma valeva la pena parlarne, visto che arrivano a conclusione i fili narrativi a cui lo sceneggiatore tedesco ha dato grandissimo contributo, avendo fra l’altro inventato lui l’Uomo Lupo della Universal.


La fine di un’èra

Lo storico del cinema Gregory W. Mank lo sottolinea bene nel suo saggio It’s Alive! (1981): nel 1945 la Universal se la passa male, malgrado quanto vada dicendo nei lanci pubblicitari, e nessuno dei suoi film ha raggiunto i risultati dell’anno precedente. Come ripeterà spesso Siodmak, la Universal incassa solo con i film horror e si tiene in vita solo grazie a quelli, perciò il 1945 deve per forza chiudersi con un altro evento pieno di mostri che trascini gli spettatori al cinema.

La casa richiama il regista Erle C. Kenton e lo sceneggiatore Edward T. Lowe jr., convinti che è meglio due autori che sono andati male piuttosto che rischiare di andare peggio con due autori diversi. La presenza di Lon Chaney jr. è scontata, perché dopo anni di tentativi l’attore ha ceduto e ha accettato il proprio destino: il suo sogno di diventare attore romantico è fallito, lo chiamano solo per fare il mostro e solo grazie al cognome che porta, non vale più la pena di farsi il sangue amaro. Chaney si è comprato un ranch di 1.300 acri che non si paga da solo quindi accetta qualsiasi filmaccio la Universal gli proponga, e la casa si prodiga a proporgliene di inguardabili. Tutti clamorosi insuccessi di pubblico e critica, ma la major sembra incapace di fare altro.

Deciso a mollare Hollywood per il suo amato teatro, John Carradine pensa di rimanere ancora un po’ sul grande schermo visti i soldi che gli offre la Universal per tornare nei panni di Dracula: rimarrà nel cinema ancora un altro pochetto, giusto il tempo di fare più di 350 film! È contento anche Glenn Strange di tornare a indossare i panni della creatura, perché da attore di western di serie B è diventato divo di Hollywood grazie a La casa di Frankenstein (1944), dove non dice una sola parola e si vede giusto per due o tre minuti.

All’insegna del risparmio totale, del riciclo di vecchie scene girate per altri film, di vecchi fondali tirati fuori dai magazzini e di furbate pezzenti d’ogni sorta, nell’estate del 1945 si comincia a girare House of Dracula: la non dignitosa fine di un’èra.

Come tutti i film dei mostri Universal anche questo ha conosciuto una distribuzione italiana assente ingiustificata. Dopo il visto italiano del 17 dicembre 1948 con il titolo La casa degli orrori – ricordo che in Italia il termine “Dracula” è assolutamente sconosciuto prima del film Hammer del 1958 – non ho trovato tracce nei cinema nostrani prima del 1950 e parliamo di apparizioni sparute: all’epoca nella Penisola era più facile vedere un UFO che un film coi mostri Universal!

Dopo il successo di Christopher Lee e relativa esplosione italiana della “febbre vampirica”, questo film viene riportato in sala almeno dal 29 novembre 1959 con il nuovo titolo Dracula nella casa degli orrori.

Nel 1979 si materializza nei più minuscoli canali locali e, ignoto al mondo delle VHS, viene riesumato nel 2004 dal cofanetto “Dracula Legacy Collection” con il titolo La casa di Dracula, poi nel 2017 viene stampato in DVD in solitaria dalla A&R Productions, tornando al titolo La casa degli orrori.

Il film peggiore della saga è anche quello che la chiude


Verrà la morte
e avrà gli occhi di Dracula

Come possiamo mettere insieme l’Uomo Lupo, Frankie e Dracula senza che… esca fuori la canzone di Carletto il principe dei mostri (1980)?

Sono il mostro Frankenstein

Io sono il Conte Conte Dracula ulalà

Io sono l’Uomo Lupo famelico

Siamo mostri strani ma con molta umanitààààààà

La trovata dello sceneggiatore Lowe è che per un caso incredibile tanto il conte Dracula (John Carradine) che Lawrence “Lupacchiotto” Talbot (Lon Chaney jr.) si rivolgano nello stesso momento al dottor Franz Edlemann (Onslow Stevens), il quale ha una spiegazione razionale per tutto: il conte è affetto da un virus misterioso che lo fa comportare da vampiro, mentre Talbot ha una pressione nel cervello che scatena gli ormoni piliferi. Al primo basta una cura di trasfusioni di sangue, al secondo serve una cura di estratto di Clavaria formosa, che ammorbidisce le ossa così che scompaia la pressione cranica.

Perché Dracula d’un tratto vuole guarire dal vampirismo? Non si sa, infatti non vuole perché alla prima occasione cerca di succhiarsi la tipa di turno, ma Edlemann lo scopre e lo uccide in due fotogrammi netti. Dopo quindici anni di successo, Dracula esce di scena con un rutto. Per fortuna ci penseranno Gianni e Pinotto a riportarlo su schermo, che loro sì sono gente seria.

Addio, Dracula, ma tranquillo: la Universal verrà nella bara con te

Uscito di scena il conte, ora però è Edlemann ad essere mezzo-vampiro perché in barba ad ogni protocollo medico ha usato se stesso come donatore di sangue e quindi c’ha il virus di Dracula. Guarda caso poi in una grotta sotto casa trovano la creatura di Frankenstein e così il dottore prova a riportarla in vita, ma Frankie farà il suo spettacolino di distruzione solo negli ultimi secondi di pellicola.

Come siamo lontani dai grandi scienziati pazzi di Boris Karloff

La maggior parte del film è dedicata Edlemann che fa le facce da scienziato pazzo e a Talbot che ruba il cuore delle due infermiere, una delle quali a sorpresa è un primo tentativo di creatura Universal al femminile! La minuta Nina (Jane Adams) infatti ha la gobba che Edlemann ha promesso di guarire, ma il personaggio inutile uscirà di scena con un altro rutto. Peccato.

La prima “mostra” Universal viene sprecata così, senza motivo

L’assenza di Siodmak si sente forte e chiara, non esiste alcuna sceneggiatura, non esiste una sola riga di dialogo che abbia un minimo senso logico, non esiste una sola frase che non sia stupida in maniera imbarazzante. Dopo quindici anni di mostri che hanno conquistato il mondo (tranne l’Italia) la Universal chiude tutto con un peto.

Dracula muore in due fotogrammi. L’Uomo Lupo guarisce e se ne va. La creatura di Frankenstein vede una fiamma e fine del film: è morta? Visto che da quindici anni risorge dal fuoco, mi sembra un po’ insoddisfacente come finale. Invece la Universal va di corsa e soprattutto se ne sbatte la uàllera.

Una fine ignominiosa che la saga non meritava

Il citato Mank non ci va leggero nel suo commento del film:

«Per le sue qualità, House of Dracula è una sfacciata bastardizzazione, il capitolo più debole della serie e un finale pateticamente pacchiano per una saga un tempo grandiosa.»

È stato fin troppo delicato con un film che simboleggia la totale cialtroneria della grande major, i cui successi sono tutti assolutamente casuali e non voluti.

L’ultima scena di un protagonista temo dimenticato

Il 22 aprile 1946 Lionel Atwill è vinto dal cancro: durante le riprese di House of Dracula, in cui torna ad interpretare il poliziotto di paese, nessuno sapeva che l’attore aveva i giorni contati. In Italia temo che questo nome non dica niente, mentre è uno dei simboli dei mostri Universal, essendo stato presente in tanti titoli, con vari ruoli: la demenziale distribuzione nostrana ha fatto sì che ogni italiano conosca la parodia di Lionel Atwill – interpretata da Kenneth Mars con accento tetesco e braccio finto in Frankenstein Junior (1974) – ma temo ben pochi apprezzino l’unico attore che è stato presente nella Franken-saga da Il figlio in poi.

La morte di Atwill è terribilmente simbolica, perché con lui muoiono i mostri della Universal, e la casa il 1° ottobre 1946 si fonde con la International Pictures diventando Universal-International, cancellando ogni progetto che coinvolga horror e western. Le storiche creature rimarranno solo nelle parodie di Gianni e Pinotto.

Qui finisce l’avventura di una saga de paura. Ci penserà la britannica Hammer a darle una nuova vita e una maggiore qualità, ma questa – come dice Re Conan – è un’altra storia.

L.

– Ultimi mostri Universal:

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11 risposte a La casa di Dracula (1945) La fine di un’èra

  1. Cassidy ha detto:

    Vecchie glorie acciaccate, versioni femminili, titoli sfornati senza sosta e di qualità in picchiata, nei primi anni del 2000 sono i super eroi negli anni ’40 i mostri della Universal. Poi con C&C, Carletto e Conan hai vinto tutto 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Solo la Universal poteva perdere la mano avendo un poker d’assi, è una ben triste conclusione di una delle saghe più famose del cinema (tranne in Italia) ma per fortuna altri sapranno raccoglierne l’eredità 😉

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  2. Vasquez ha detto:

    C’è chi ha letto quelle didascalie lassù cantando, e chi mente!
    Buongiorno 😁

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Post da gustarsi come sempre, film un po’ meno ma la prima “mostra” Universal, pur non ben sfruttata, vale da sola il prezzo del biglietto! 🙂

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  4. Andrea87 ha detto:

    che fine davvero ingloriosa…
    alle volte mi chiedo come quei cialtroni che stanno nelle stanze dei bottoni delle major possano fare così tanti soldi e non finire a zampe all’aria dopo il primo film… pensa se ci fosse gente competente!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Impegnati come sono a stare con il naso nei grafici non si rendono conto del materiale che hanno, e riescono a sbagliare anche ciò che è impossibile sbagliare.
      Purtroppo dal 1944 al 2024 non mi sembra cambiato molto, i produttori riescono ancora tranquillamente a sbagliare tutto come se il tempo non fosse passato 😀

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  5. Giuseppe ha detto:

    “La casa di Dracula”, il triste canto del cigno degli horror Universal… ovvero, dove si dimostra come non saper più mostrare i mostri confondendo la figura dello scienziato pazzo con quella dello scienziato scemo: un qualsiasi episodio di Carletto lo batte 100 a 1, tranquillamente 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Per beffa del destino, questo film è uscito quasi subito nei cinema italiani, al contrario degli altri grandi titoli storici della saga, segno che il radar italiano per la pessima qualità è sempre stato attivo 😀

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