Ator 3 (1987) Il guerriero di ferro

Mi piacerebbe esordire presentando la terza avventura di Ator, ma in realtà questa storia è apocrifa, sebbene Ator abbia ancora (purtroppo) la paresi facciale di Miles O’Keeffe non è più quell’Ator, è semplicemente un altro ridicolo personaggio catatonico di nome Ator, non più diretto da Joe D’Amato bensì da Alfonso Brescia.

Ipotizzo che l’abbiano chiamato Ator perché ormai O’Keeffe era legato a quel ruolo negli occhi degli spettatori… ma siamo sicuri che davvero ’sti filmetti distribuiti in dieci copie nelle videoteche all’estero abbiano davvero avuto spettatori?


La distribuzione barbarica

La rivista “Psychotronic Video” (n. 9, primavera 1991) ci spiega che i primi due Ator sono stati girati nel 1982 e poi sono usciti nelle videoteche britanniche nel 1983 e 1984, mentre questo Iron Warrior è stato girato nel 1985 e ha raggiunto gli scaffali nel 1987 grazie alla Orion Pictures: aggiungiamo la non esistenza di un visto italiano, e direi che possiamo definire questo prodotto un direct-to-video, giunto troppo tardi a sfruttare gli ultimi echi di un genere morto anni prima.

In Italia la Cecchi Gori lo porta in VHS con il titolo Iron Warrior (con il film datato 1987 ma dalla grafica direi che la confezione è degli anni Novanta), mentre il saggio enciclopedico Barbarians (2011) parla di un’edizione video con lo stesso titolo nota però anche come Ator 3: Iron Warrior. «È sempre Ator, privo di vita, privo di fascino e stupido»: sì, dalla descrizione è chiaro trattarsi proprio di Ator!

La celebre rivista francese “Mad Movies” (n. 47, senza data ma intorno al 1987) intervista Al Bradley/Alfonso Brescia, che dichiara di aver appena «terminato Ator, il terzo episodio della serie intitolata “Iron Warrior”»: ma quale serie? Alla domanda sugli effetti speciali Brescia si trasforma in super-sborone spaziale:

«Avevo pensato a Harryhausen, volevo che Ray animasse Ator, ma non è stato possibile.»

Scusa, Al, ti posso toccare? Ma va’ va’…

Non ho trovato altre informazioni sulla distribuzione italiana di questo film, se non che appare su TMC2 nella prima serata del 20 novembre 1999, e su TMC nella mattina del 25 marzo 2000.

Il film che non esiste, com’è giusto che sia!

Finalmente la mitica Stormovie lo presenta in DVD nel 2010, edizione che ho comprato in vista di questo viaggio nello “Spaghetti barbarici“, e al cui interno c’è un regalo strano… non so come altro definirlo!


Assonitis racconta

«Ator è un film fantastico che si svolge fra preistoria e storia, che si riferisce alle grandi tradizioni del film d’azione, in costume ma che racconta anche una favola.»

Il DVD sfoggia a sorpresa dei contenuti speciali, di solito assenti nelle edizioni italiane, e fra questi c’è un video brevissimo (appena tre minuti) datato 2010 in cui un tizio – che siamo portati a credere sia il celebre produttore-regista Ovidio G. Assonitis per via del titolo del video – si mostra totalmente incapace di esprimersi, pur avendo da comunicare concetti della stessa complessità di un “pensierino” da scuola elementare. Da un uomo che per tutta la vita si è dedicato anima e corpo al mondo dell’intrattenimento mi sarei aspettato una maggior capacità di stare in video.

Sembra un passante intervistato per caso, invece è un produttore di fama internazionale!

Nel suo balbettante discorsetto Assonitis parla di Ator come fosse un film solo, e quando cita Malta come ambientazione («Malta ha un senso di preistoria, di periodi neolitici») capiamo che si sta riferendo a questa terza avventura del personaggio, di cui scopriamo il titolo di lavorazione originario: Echi di stregoneria.

Assonitis infatti ci spiega, balbettando come un bambino che reciti la sua letterina di Natale, che per differenziarsi dai tanti film dello stesso genere ha preso due scelte coraggiose: ha puntato tutto sulla magia, che proprio nei film fantasy è elemento inedito (avete mai visto un film fantasy dove appaia della magia?), ma anche sui costumi, in modo da raggiungere i giovani. Ma quali giovani? Da come parla sembra che il film sia uscito nel 2010 del video, e non trent’anni prima. Perché parla al presente, visto che chiaramente si riferisce ai giovani del 1987? E siamo sicuri li abbia raggiunti?

Altro contenuto speciale è l’intervista esplosiva ad Adolfo Bartoli, che se state impazzendo a cercar di ricordare chi diavolo sia state tranquilli, non è nessuno: è il macchinista del film, che non ha assolutamente nulla da dire sull’argomento quindi è la persona migliore da intervistare per un contenuto speciale…


Ator ci guida
in un giro turistico di Malta

Con una velocità narrativa da scapicollo, la vicenda si apre con la strega Phoedra (Elisabeth Kaza) che rapisce il figlio di Deeva (Iris Peynado) per ripicca, essendole stato tolto il regno, e acciuffata viene giudicata, in una scena chiaramente ricopiata dall’inizio di Superman (1978).

Eh, si vede la grande creatività italiana, famosa in tutto il mondo…

Phoedra viene imprigionata per diciotto anni con varie stupide motivazioni, ma chiaramente serve che passino i canonici vent’anni iniziali di tutti gli heroic fantasy al cinema da Conan in poi, e una volta tornata libera la strega chiama il suo strumento di morte: Trogar (Franco Daddi), «più macchina che uomo». Aspetta… un essere meccanico a forma umana che guida una nave… Ah, ora ho capito perché Brescia s’è fatto bello con la rivista francese citando Harryhausen, gli ha copiato di peso il Minotauro meccanico di Sinbad e l’occhio della tigre (1977)!

Più che un film, questo è un’antologia del fantastico dell’epoca

Sono trascorsi dunque una ventina d’anni e questo ha permesso ad Ator di diventare grande… pur avendo sempre il volto comatoso e ignaro di Miles O’Keeffe.

L’attore che non è mai stato consapevole di ciò che stava recitando

Stavolta però è tutto diverso. L’attore ha perduto per strada tutti i muscoli, è molto lontana la prestanza fisica che faceva girare la testa a Bo Derek in Tarzan, l’uomo scimmia (1981), ora Miles sembra un cantante pop di quelli che si atteggiano nei videoclip. E giocare con la spadina a Malta mentre ci si guarda nello specchio può essere solo un pessimo videoclip anni Ottanta, non un film fantasy

A proposito, Dino De Laurentiis era informato che Assonitis gli ha rubato dal set la spada atlantidea di Conan?

Ator si agita la spadina davanti allo specchio… sarà freudiano?

Intanto la strega Phoedra fa rapire la principessa Giovanna (Savina Gersak), facendo sorgere la domanda: e mo’ chi è ’sta Giovanna? Non si sa, sappiamo solo che è predestinata a stare con Ator, il suo salvatore e principe azzurro (va be’, azzurro… un ciano sbiadito, semmai), e il nostro eroe dopo alcune vicissitudini mute – perché O’Keefe è incapace di parlare – raggiunge la principessa dopo un lungo e pericolosissimo viaggio di due secondi e mezzo e fa fuori Trogar.

Amici Assonitis e Brescia, sono passati neanche venti minuti e già è successa più roba che in due film normali: capisco che Ator non c’entri nulla coi film normali, ma forse avete messo troppa carne al fuoco, inserito troppi spunti quando è chiaro che non siate minimamente capaci di gestirne neanche uno, avendo peraltro un cadavere come eroico protagonista.

Ammazza che inquadrature studiate che fa Brescia!

Quello che segue è un imbarazzante susseguirsi di scenette completamente prive di qualsiasi legame le une con le altre, due compari (Assonitis e Brescia) e un pollo (O’Keeffe) si girano tutta Malta fermandosi ad ogni bellezza naturale e lì mettendo in scena una roba a casaccio, con Ator che fa le pose plastiche o mastica una banana che tanto poi ci pensa il doppiatore a fargli dire qualcosa.

Guarda che bella roccia! Facciamo che Ator qui lotta con Trogar. Scusa, ma Trogar non è morto due scene fa? E chi se ne frega?

Guarda che bel castello, Ator-diron-dirondello, facciamo che qui l’eroe e la principessa senza reggiseno affrontano i barbari. Ma quali barbari? Boh, è un film fantasy, chi se ne frega: buttiamoci dei barbari e ciccia.

Il film è tutto così, una stupidata amatoriale che mi fa crollare ancora di più la stima nei “maestri italiani”, il cui unico lavoro era andare al cinema a vedere i grandi film americani e poi ricopiarne male le scene migliori. Ve la ricordate la scena del ponte di legno tagliato di Indiana Jones e il tempio maledetto (1984)? Vediamo se indovinate cosa capita ad Ator e a Giovanna tutta panna…

Tie’, Harrison Ford e Kate Capshaw, uguali!

Ricopiando lo schema narrativo del terzo Sinbad di Harryhausen – ovviamente rifacendolo con peti e pernacchie – Alfonso Brescia crea tipo diecimila siparietti inutili compressi tutti in un film che sembra durare mille ore, perché ogni trenta secondi c’è una nuova avventura che Ator dovrà affrontare, avventura della durata di trenta secondi.

«Voi pensereste che l’eroe di un film avventuroso dovrebbe mostrare un minimo di interesse nelle avventure in cui è impegnato, invece ad essere onesti qui nessuno è minimamente interessato in altro se non nell’assegno dell’ingaggio.»

Concordo con Benjamin Chadwick di Barbarians (2011), che ricorda come i prodotti italiani amati nei Paesi anglofoni non siano certo le fanta-stupidate anni Ottanta, dileggiate in tutte le fonti che ho trovato.

A parte concedere una fotografia «con reminiscenze da film artistico» e follie talmente folli da essere divertenti e quindi far guadagnare al film un’ascia in più – il saggio infatti aggiudica asce come fossero stellette! – il resto «non raggiunge neanche la decenza». Davvero difficile non concordare con questa stroncatura. Con mille virgolette, visto che il saggista assegna ben due asce al film, mentre i primi due Ator ne guadagnano solo una!

E pensare che avevo fatto lo schifiltoso con il primo Ator (1982), che ora mi sembra un capolavoro rispetto alla profonda stupidità veicolata da questi suoi seguiti. Di questo terzo imbarazzante episodio salvo solamente il furto della spada atlantidea di Conan dal magazzino di Dino De Laurentiis, anche se in mano a O’Keeffe è una bestemmia a Crom, e mi chiedo: che fine ha fatto quell’oggetto di scena? Sarà mica rimasto a Cipro, incastonato in una roccia? (La versione hero di quella spada, cioè quella usata nei primi piani del Conan del 1982, nel 2017 è stata venduta all’asta per circa 50 mila dollari, dopo aver fatto parte della collezione personale di John Milius: chiunque possegga la sua versione più grezza usata in questo Ator 3 la tiri fuori dal magazzino!)

L’unico valore di questo terzo Ator è l’impugnare (male) la spada di Conan!

Purtroppo il viaggio di Ator non finisce qui, c’è ancora un’altra avventura da raccontare e sono sicuro… che farà ancora più male!

L.

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19 risposte a Ator 3 (1987) Il guerriero di ferro

  1. Andrea Lanza ha detto:

    Io ne ho ricordi molto buoni invece ma è un film che non vedo da decenni. Lo ricordo girato bene e molto efficace. Posseggo il DVD Cecchi Gori e giuro che non sapevo di quello Storm. Lord of Akili è molto peggio però

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Molte riprese sono decisamente curate, il problema è che non c’entrano una mazza con la pseudo-trama: sono solo siparietti buttati a casaccio, il fatto che siano ripresi bene non li salva.
      Pare che il direttore della fotografia sia quello di “2001”, chiaramente decaduto e disponibile anche a filmacci così vergognosi come questo: di sicuro la fotografia è curata, ma non ha alcun senso, perché si applica a scene troppo stupide per poter raggiungere una qualche decenza. C’è un abisso con il primo Ator, che almeno rubava talmente tanto da film famosi che almeno si sghignazzava di D’Amato che rifà Milius e Harryhausen, qui invece c’è solo tanta tristezza.

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      • Giuseppe ha detto:

        Il compianto Wally Gentleman fu addirittura supervisore degli effetti speciali (e modellista esperto) in “2001”, non accreditato (mentre invece il direttore della fotografia “ufficiale”, e cioè Geoffrey Unsworth, lo fu): qui invece E’ accreditato, anche se credo avrebbe preferito di gran lunga non esserlo… Comunque, penso sarebbe felice di sapere quanto io lo ricordi molto più volentieri per “2001” che non per questo “Ator 3” (e sì che le caciaronate spaziali di Alfonso Brescia nei tardi ’70 riuscivano almeno a essere divertenti, a fasi alterne) 😛

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Gli ultimi anni Ottanta sono il cimitero degli elefanti per il cinema italiano, tutti i bravi autori che negli anni Sessanta e Settanta hanno fornito un onesto intrattenimento a milioni di italiani si sono ritrovati in produzioni umilianti come questa, chiudendo la carriera non con un bang, come dice il poeta, ma con un lamento.
        Nelle due imbarazzanti interviste contenute nel DVD parlano entrambi di Wally Gentleman, di nome e di fatto, persona squisita che mi chiedo cos’abbia pensato della propria carriera, passando dallo spazio di Kubrick alla Malta piena di straccioni di Al Bradley 😛

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  2. Madame Verdurin ha detto:

    Ah, dall’intervista forse finalmente capiamo: O’Keefe è un burattino ripieno di bambagia che doveva essere animato con effetti speciali da Harryhausen (nei sogni), come fosse fatto di plastilina… forse questa è la spiegazione di tutto, peccato nessun autore di effetti speciali fosse disponibile per insufflare la vita in un qualunque Ator.

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  3. Cassidy ha detto:

    Oltre alla spada hanno rubato anche lo specchio a Mike Flanagan! 😉 Scherzi a parte, ci addentriamo nella Z quella barbarica, ai tempi forse mi aveva anche divertito ma ammetto di ricordarlo anche molto poco di sicuro mi ha divertito leggere il post di oggi! Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Quando alla casa d’aste di Los Angeles è stata presentata la spada atlantidea di Conan è stata roba grossa, con il catalogo della mostra che dedica due pagine intere all’oggetto di scena: mi immagino la faccia dei presenti quando sarà presentata la versione usata in Ator 3 😀

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  4. Jena Plisskin ha detto:

    Io nemmeno conoscevo Ator e tu mi dici ne esistono 4 ? Poi ci domandiamo come ha fatto il cinema italiano ad estinguersi ? E grazie, nessun movimento cinematografico potrebbe resistere a tal numero di sciagurAtor.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sono prodotti terrificanti che infatti i distributori italiani col cacio (sui maccheroni) che li hanno portati in Italia, Paese in cui sono apparsi con il contagocce e solo fra appassionati. Molto più distribuiti all’estero, così ci abbiamo fatto un gran figurone! 😛

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  5. Conte Gracula ha detto:

    Non ho visto il film e potrebbe essere un bene, ma ti faccio lo stesso un piccolissimo appunto (giusto per ridere, non per criticati davvero): nei film fantasy, la magia è spesso rara, perché nessuno voleva/vuole spendere soldi per gli effetti speciali, almeno nelle produzioni medio-piccole XD
    Resta da capire dove finissero/finiscano i soldi, visto che chiaramente non ci si paga(va)no interpreti decenti, sceneggiature coerenti, costumi azzeccati e minuzie simili.

    Comunque, è bello vedere che la tradizione italiana della fantasy di un tempo si è diffusa, a mo’ di tumore, anche in altre parti del mondo: la serie di Amazon Gli anelli del potere potrebbe spingere pure te, a dare un’ascia in più a questo terzo Ator XD

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Se parli di magia buona, fatta bene, ben concepita e ben diretta, ovvio che sia rara, ma se “Vita da strega” ci ha insegnato qualcosa è che basta arruffare le labbra per fare magie, non servono grandi budget 😀
      Scherzi a parte, il fantasy si basa fortemente sulla magia, altrimenti sarebbe fantascienza, anche se poi nella versione cinematografica spesso assume la veste della pezzentata, grazie in gran parte ai pessimi prodotti dei “maestri italiani”.
      Basta una spada che esca dall’acqua per avere una magia a basso costo ma di grande impatto, basta cioè avere uno bravo a fare il film… ecco perché gli italiani sono esclusi 😛

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  6. loscalzo1979 ha detto:

    “Scusa, Al, ti posso toccare? Ma va’ va’…”

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  7. Willy l'Orbo ha detto:

    “Purtroppo il viaggio di Ator non finisce qui”, consentimi di togliere il “purtroppo” e di inserire un “per fortuna” dato che leggere questi post mi diverte troppo, da conoscitore della Z capisco la tua sofferenza ma fallo per noi! Se poi mi aggiungi una citazione di TMC2 e quei contenuti speciali…ahahah! 🙂

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  8. Sam Simon ha detto:

    Spero che questo post, che testimonia il tuo spirito di sacrificio, porti a un recupero della spada! Brescia è morto 22 anni fa, ma magari qualcuno impegnato nella produzione del film è ancora in giro! :–)

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