[Italian Credits] Bravados (1958)


La RAI in queste settimane sta replicando a spron battuto il film Bravados (The Bravados, 1958) di Henry King come se guadagnasse soldi ogni volta che va in onda, così alla fine ho registrato uno dei suoi passaggi per la schermata del titolo… e rimango a bocca aperta quando mi trovo davanti addirittura la versione italiana del logo 20th Century Fox, roba di rarità suprema.

Il mio database mi ricorda che già il 3 agosto 2019 questo film è andato in onda in questa edizione “ibrida” sul canale Paramount, quando la grande major sbagliò tutto varando un canale gratuito pieno di repliche de “La casa nella prateria”: ora invece ha creato un canale a pagamento e tutti sono impazziti.

La RAI oggi e la Paramount nel 2019 hanno mandato in onda dunque una versione “ibrida” del film, che inizia in una versione squisitamente italiana per poi passare all’originale americana subito dopo l’ultimo dei titoli di testa: peccato non si siano sforzati di fare lo stesso con i titoli di coda, ma applausi a scena aperta per aver messo la schermata del doppiaggio!

Tra i miei mille progetti folli dimenticati nel cassetto c’è una retrospettiva su Lee Van Cleef, che probabilmente non vedrà mai la luce, ma almeno mi ritrovo pronta la scheda di questo film, scritta anni fa.


La distribuzione italiana

Tratto dal romanzo omonimo del 1957 di Frank O’Rourke, giunto in Italia solo nel 1983 per “I Grandi Western” (La Frontiera), The Bravados esce a New York il 25 giugno 1958 e riceve immediatamente il visto della censura italiana (28 luglio 1958), arrivando in sala alla spicciolata come Bravados, con un’uscita nazionale sicura dal 3 ottobre successivo.

«Lunga accanitissima caccia di Gregory Peck a quattro furfanti sfuggiti al meritato capestro. Un ottimo western quanto a tensione, bravura di interpreti e paesaggio (sullo schermo grande a colori), qua e là indebolito da pretese psicologiche attuate alquanto convenzionalmente.»
(da “La Stampa”, 4 ottobre 1958)

Gira per vent’anni nelle sale italiane – anche perché con la notorietà di Van Cleef viene presentato con una locandina dove Lee giganteggia come fosse il protagonista! – e dal 1979 comincia la sua vita in piccoli canali televisivi, finché l’8 giugno 1985 esordisce in prima serata su Canale5. Esce in VHS Fox Video nella collana “I capolavori del cinema western”.


Una vendetta incompiuta

Il taciturno e corrucciato Jim Douglass (Gregory Peck) arriva in città per assistere all’impiccagione di quattro criminali – due bianchi, un mezzo sangue e un indiano (che poi indiano non è, visto che risulterà messicano!) – ma nessuno sa il suo dolore. Porta in tasca un medaglione con la foto della moglie che i quattro criminali gli hanno stuprato ed ucciso: vuole godersi lo spettacolo della loro esecuzione.

Quando un aiuto esterno permette la fuga degli uomini, Jim si unisce alla posse che li insegue e quasi subito sarà una caccia solitaria: li stanerà tutti, uccidendoli prima che possano parlare. Solo l’indiano – che poi è messicano – si salverà, perché in fondo non ha fatto niente (gli altri invece erano cattivi cattivi) e perché gli spiega che loro non c’entrano nulla con la morte di sua moglie.

Dimenticandosi d’un tratto della vendetta che l’ha animato per tutto il film, Jim si pente in chiesa della violenza e ritrova il sorriso con la bella Josefa (Joan Collins): la moglie morta è bella che dimenticata…

Il finale in realtà è una “manomissione” voluta dal regista, che si rifiutava di girare un film dove il protagonista perdonava il quarto bandito e lo lasciava vivere con moglie e figlio: è Henry King stesso a proporre la scoperta che quelli non fossero i criminali che avevano ucciso la moglie del protagonista. La Fox accetta e lo sceneggiatore Philip Yordan viene affiancato a King per scrivere qualcosa che salvi il finale: forse questo è il motivo per cui solo Yordan riceve il credito della sceneggiatura mentre ci hanno lavorato anche John O’Hara, Richard Breen e vari altri.

In questo film datatissimo e dimenticabilissimo, Van Cleef interpreta il “mezzo sangue”: se Henry Silva può fare l’indiano-messicano, gli occhi a mandorla di Lee sono perfetti per un sangue misto. Il suo ruolo è minuscolo ma di grande effetto, perché mentre si apposta per colpire Jim quest’ultimo lo prende alle spalle: impacciato, con un corpo che sembra troppo grande, i capelli scarmigliati e gli occhi gonfi di paura, il personaggio di Alfonso Parral chiede pietà al protagonista. Anche lui ha moglie e figli e giura di non essere lui ad aver partecipato al crimine subìto da Jim. Quest’ultimo, gelido, non lo ascolta e lo uccide a freddo senza un solo attimo d’esitazione. Van Cleef muore inneggiando alla Madonna.

La scena è terribile e sebbene assolutamente minuscola è la spina dorsale del film. Il succo infatti è che Jim si rende conto di aver ucciso degli innocenti – sebbene colpevoli di altri delitti, tanto che una giuria li ha condannati a morte – e quel che peggio è stato sordo alle loro preghiere. Parliamo, come detto, di un finale posticcio voluto da un regista con poca fantasia, ma tant’è.

Mentre i due bianchi sono spregevoli criminali scritti in quel modo perché la loro morte sia giustificata, Van Cleef sembra invece l’uomo qualunque che si è semplicemente trovato in mezzo ad una brutta situazione: non ha la stoffa del criminale né vuole averla. La sua morte umiliante rimane il cuore di un film che non ha alcun altro spessore.


Titoli di testa


Titoli di coda

Per la scheda, rimando al mio “Dizionario del Doppiaggio“.


L.

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11 risposte a [Italian Credits] Bravados (1958)

  1. Cassidy ha detto:

    Prima di diventare IL Cattivo devi fare una lunga gavetta, Lee Van Cleef l’ha fatta tutta 😉 Cheers

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  2. Sam Simon ha detto:

    La retrospettiva Lee Can Cleef! Questa fa il paio con la mia tanto sognata retrospettiva Bill Paxton… Un giorno dovremo farle! :–D

    Il canale Paramount esiste anche in Spagna, non guardo la TV ma quando la mia dolce metà ci passa di solito trova film non.m nuovi intervallati da dozzine di minuti di pubblicità…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Come sai, i progetti nel cassetto di un blogger sono infiniti, pronti a uscire fuori appena i tempi sono maturi 😛
      Paxton ha fatto tanta di quella roba buona che una sua retrospettiva non avrebbe momenti “bassi”!
      Il Paramount italiano è praticamente nato morto, a parte qualche titolo famoso per il resto ha mandato solo la scolatura di Mediaset, per motivi ignoti, quindi temo che a parte io che ci registravo ogni tanto non ha avuto alcun altro spettatore italiano nella sua breve vita 😛

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  3. Andrea87 ha detto:

    all’inizio il canale Paramount era partito benissimo, un sacco di film cult anche se replicatissimi (be’, non sarebbero cult!) ed un sito su cui avevano caricato tantissima roba (per esempio, di “vita da strega”, c’erano le puntate che non trasmettevano in tv perché prive di doppiaggio… ma anche anime, tipo i film di Lamù e molto altro)… insomma, non che non ci abbiano provato o investito pesantemente!

    Solo che come tutte le tv private italiane oltre il canale 6 del telecomando, sono destinate a fallire… ed infatti presto “Vita da Strega” e “Ho sposato una strega” hanno ceduto il passo alla terribile “Casa nella prateria” (negli ultimi tempi onnipresente), i film sono diventati sempre più rari fino alla chiusura con conseguente inglobamento del canale nella galassia Mediaset…

    La delusione vera, invece, è stato il canale Warner che in questi 2 anni non ha trasmesso nulla di nulla (a parte forse la “Snyder’s cut di Justice League”), nonostante di roba ne avrebbero… dove sono i Looney Tunes? Dove sono i cartoni di Batman o del resto del DCAU? Ma mi sarebbe andata bene anche una replica integrale dei Super Amici, eh… e non parliamo di tutta l’altra tonnellata e mezza di roba sotto l’egida WB…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Smettere di trasmettere film non è il modo migliore per un canale di risollevarsi, e da questo punto Warner parte meglio: non ha smesso perché non ha mai iniziato 😀
      Scherzi a parte, Warner ha mandato un sacco di chicche rarissime (alcune le ho anche presentate dal blog), roba sconosciuta alla TV italiana o dimenticata da decenni, il problema è che sono chiaramente errori nella sua politica di repliche inutili per diventare il canale meno visto della storia italiana. Ma tanto fa parte di un gruppone che fa soldi con tutt’altro, non sono certo i film che guadagnano in Italia, il Paese dove non esiste alcuna cultura cinematografica.
      Anche da Paramount ho registrato belle chicche, anche se poi quei film in pellicola italiana sono finiti negli altri canali, come dimostra questo nuovo esempio di Bravados.
      Il problema è che da un canale di una major mi aspetto i film di quella major, che però hanno mille casini di diritti e quindi alla fine se ne sbattono la uallera. L’importante è che Amazon e MGM abbiano stretto alleanza e così Prime Video sciaborda di prodotti MGM, tipo “American Ninja 2” che nessun essere umano ha mai visto in alta risoluzione e audio italiano negli ultimi tre decenni ^_^
      Mi sa che ora ci sono più film MGM gratuiti che nel canale a pagamento della casa, che presenta solo lacrime e rimpianti.

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      • Giuseppe ha detto:

        Diciamo che il digitale terrestre (in chiaro, ammesso voglia ancora dire qualcosa) si sta rivelando essere ogni giorno che passa una gran presa per il culo o, a seconda di come la si vuol vedere, uno strumento adatto a spingere sempre più spettatori delusi nei lidi delle varie piattaforme a pagamento (e considerando il fatto che si paga ancora un canone per un servizio pubblico di nome e non di fatto, la cosa suona doppiamente come una gran presa per il culo)…
        Lee Van Cleef? Dobbiamo forse prepararci a vederlo arrivare in retrospettiva da un momento all’altro? 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Per Van Cleef mi piacerebbe, anche se parliamo di una produzione sterminata dove è sempre stato personaggio secondario: verrebbe fuori magari qualche post cumulativo di vari film degni di nota dove compare anche lui.
        Il brutto è che su piattaforma la situazione non è migliore: i “filmoni” sono pochissimi e c’è sempre il rischio che scadano i diritti e scompaiano, e fra quelli e l’oceano della Z spernacchiona, cioè la gran parte delle piattaforme a pagamento, c’è un cuscinetto di film d’annata (non vintage né antiquariato, solo vecchiume) che temo ormai nessun giovane spettatore saprebbe apprezzare. Diciamo che Disney+ campa solo per tenere buoni i ragazzini davanti allo schermo, Netflix per le serie TV e Prime perché è legato alla spedizione gratuita: nessuna campa di film, visto che in Italia la giungla di diritti è inestricabile e i buoni titoli sono tutti murati vivi negli archivi segreti.

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  4. Willy l'Orbo ha detto:

    I credits sono sempre una chicca…anche quando si tratta di western! Ahahah! 🙂

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